Dieci amici in Albania
Anche la scelta delle tappe gastronomiche ha contribuito al successo della vacanza: la cucina albanese è molto varia, con ingredienti di ottimo livello. Florika e Lorenzo hanno previsto per noi menu molto vari. Ci hanno colpito soprattutto alcuni ristoranti di pesce con incredibili piatti di crudo, di linguine ai ricci e ai frutti di mare a prezzi lontanissimi da quelli cui siamo abituati in Italia. I camerieri in genere sono simpatici, ma il servizio ha ampi spazi di miglioramento, dall’apparecchiatura, al cambio di posate e piatti. Una nota dolente piuttosto universale sono le colazioni: scarsa varietà, prevalenza di piatti salati, uova al tegamino cotte a inizio mattino lasciate raffreddare, brioches quasi esclusivamente al cioccolato, caffè cattivo e senza latte caldo. Abbiamo scelto generalmente hotel 4 stelle, nel complesso sono risultati adeguati: una peculiarità è che le lenzuola di sopra generalmente vengono solo appoggiate sul letto.
Il nostro viaggio è iniziato con la visita del Museo Nazionale di Tirana, molto utile per un’inquadratura storica del paese e per una panoramica dei principali siti archeologici, in particolare Apollonia e Butrinto, sorprendentemente ricchi. Sempre a Tirana è stata interessante la visita della ricca teqqe dei Bektashi, una setta islamica di cui non avevamo praticamente conoscenza, apprezzabile per la tolleranza verso le altre religioni e molto singolare per l’ assenza delle classiche limitazioni imposte dall’Islam (ad esempio si possono bere alcolici,fumare e mangiare di tutto). Nel 2017, dopo l’incontro con papa Fracesco l’attuale Baba è stato insignito del premio Global Peace. L’ingresso al tempio è situato al piano interrato, dove è possibile visitare un museo relativo a questa religione.
L’Albania è risultata nel complesso migliore delle nostre aspettative: popolazione gentile, spesso con una discreta conoscenza dell’italiano e un’ammirazione sconfinata per l’Italia, strade quasi sempre ottime, interessanti e ricchi siti archeologici. Anche nell’interno non ci è parso che la povertà sia diffusa, i salari mediamente sono bassi, ma il minor costo della vita aiuta. C’è una grande gioia di essersi aperti al mondo, dopo secoli di dominazione e dopo il passato comunista particolarmente inglorioso e incredibilmente vicino. Sicuramente ci sono molti problemi da affrontare, dallo smaltimento dei rifiuti, alla creazione di piani regolatori, anche se per certe situazioni, tipo Saranda ormai è difficile recuperare. A Valona è in corso una riqualificazione importante del lungomare. Eravamo preoccupati di doverci fermare lì tre giorni, dopo aver letto la guida stroncante della Lonely Planet. Invece la città è veramente piacevole e moderna, l’escursione in barca a Karaburun è stata bellissima (Lorenzo ha preso dei ricci gustosissimi e ce li ha serviti sulla spiaggia, accompagnati da una bottiglia di vino bianco, con l’unica compagnia di qualche asinello). Pure la visita del sito di Orikum è stata interessante, anche per l’entusiasmo della ricercatrice che ci ha accompagnato. Sempre ad Orikum ( dove ha sede Albania Viaggi) ci è stato offerto un pranzo di benvenuto al ristorante sulla spiaggia, Polbardia, con un incredibile antipasto di pesce, delle linguine ai ricci ricchissime, un’ottima grigliata. Ancora a Valona ottimo il ristorante Joni, molto raffinato e con piatti di pesce assai curati e saporiti. La sera abbiamo cenato da Pavaresia, locale più familiare, ma con piatti di mare ottimi ed estremamente abbondanti. Ci sono piaciuti molto anche i castelli, presenti in varie parti del paese, ciascuno legato ad una vicenda romantica. Durante le loro visite sono stati approfonditi i vari momenti storici: a Kruja le vicende di Skandember, a Porto Palermo e Gjrokaster quelle di Alì Pasha.
Siamo stati molto fortunati col tempo, soleggiato e con temperature sopra la media, abbiamo potuto goderci il mare. Molto bella la costa da Valona a Saranda. Interessante anche la visita di Porto Palermo, dove abbiamo trovato però un accampamento di zingari molto degradato, impensabile in un luogo così bello e ricco di interesse storico. Il mare più bello ci è parso quello di Ksamil, con le tre isolette di fronte raggiungibili con le molte piccole imbarcazioni in attesa sul lungomare. Anche qui abbiamo gustato un ottimo pranzo di pesce al ristorante Rilinda, dove abbiamo anche assaggiato un dolce tipico (di provenienza sudamericana) il trileche, veramente buono anche se decisamente ipercalorico.
Non vorrei dare l’impressione di aver apprezzato solo i ristoranti, ma penso che le notizie culturali siano facilmente accessibili. Concludo quindi ricordando i ristoranti tradizionali che ci hanno più colpito: l’agriturismo Mrizi i Zanave (da non perdere la visita alle cantine,al caseificio e alla produzione dei marmellate e liquori), molto frequentato, con un menu ricercato e personale nettamente sopra la media, il ristorante Bardhi a Kruja, con un interessante varietà di antipasti servita in modo molto coreografico, il ristorante La Tradita a Scutari con una buona selezione di antipasti e un’ottima grigliata e per finire Lili a Berat, una taverna molto semplice, ma piena di atmosfera con la moglie in cucina e il marito che serve a tavola, con una bella selezione di piatti tipici, tutti estremamente saporiti, abbondanti e oltretutto economici.
Un ultimo consiglio: visitate la fabbrica di maschere veneziane a Scutari, un esempio di inventiva e capacità imprenditoriali (non so valutare però quanto si tenga conto delle salute dei lavoratori).