Diario bulgaro
La comitiva parte in torpedone, attraversando, una volta giunti a Brindisi, in ferry-boat, l’Adriatico e proseguendo attraverso Grecia e Bulgaria meridionale.
Il soggiorno a Sofia dura una settimana, l’intero viaggio dieci giorni.
Quello che segue è il diario di questo viaggio di scambio culturale. Forse esso non sarà troppo puntuale, probabilmente poco obiettivo (qualche aberrazione è inevitabile quando si scrive con il cuore), sicuramente molto approssimato.
La sua stesura è avvenuta, affidandosi ai ricordi dello scrivente, col solo intento di lasciare una traccia nella memoria di chi vi ha preso parte (in corpo o in spirito).
Un modo per ricordare e ringraziare Snejana, Vania, Ilan, Guergana, Nikolai, Violeta, Fiorella (Tzevetana), Elena, Anna, Lena e tutti gli amici incontrati o rincontrati durante questo scambio culturale in Bulgaria.
16 agosto h 10.30: il bus si muove da Taurano alla volta del porto di Brindisi, carico com’è della nostra allegria e della voglia di affrontare, per il terzo anno consecutivo, un viaggio di scambio culturale alla scoperta di una nuova realtà internazionale, questa volta, dopo Polonia e Grecia, le tradizioni di Sofia e della Bulgaria.
h 20.00: dopo aver messo a punto tutte le procedure, ci imbarchiamo sul traghetto che ci condurrà ad Igumenitza, sulla costa greca.
17 agosto h 5.30: siamo in Grecia, sul bus, appena scesi dal traghetto, pronti a continuare la nostra marcia di avvicinamento alla Bulgaria.
h 14.30: in prossimità di Meteora (suggestiva località della Grecia, famosa per i monasteri edificati su montagne dalle forme più inconsuete) giunge notizia di un terribile terremoto che avrebbe colpito Bulgaria, Grecia e Turchia. Per grazia divina la notizia si rivela, per quanto comunque tragica, solo parzialmente veritiera.
h 19.00: siamo alla frontiera tra Grecia e Bulgaria. Sul versante greco abbiamo uno scambio di vedute con le guardie di frontiera che non vogliono riconoscere la legalità del nostro passaporto collettivo. Dopo una serie di telefonate si convincono della effettiva validità del documento, quindi ci lasciano proseguire verso il checkpoint bulgaro dove restiamo un altro paio di ore per completare tutte le procedure 18 agosto h 4.00: giungiamo finalmente a Sofia dove veniamo letteralmente intercettati da un’auto su cui scopriamo essere Guergana, Vania, Ilan nostri amici di Sofia, graditi ospiti l’anno scorso a Taurano.
h 5.00: tutti a nanna dopo aver sistemate le nostre cose nelle camere. Siamo alloggiati in una casa per studenti, molto accogliente, insieme a gruppi provenienti da Serbia, Macedonia, Ucraina. Sarebbero dovuti arrivare anche un gruppo dal Belgio (rimasto a casa per problemi burocratici, tutto il mondo è paese) e altri due gruppi mediorientali, uno dalla Siria e l’altro dalla Giordania, costretti a tornare indietro a causa del terremoto che ha colpito la Turchia.
h 13.00: a pranzo, ospiti del gruppo Sofia 6 che fa capo al centro culturale Vitosha, v’è il primo approccio con gli altri gruppi. Si instaura da subito un buon feeling.
h 18.00: comincia ufficialmente il Festival Internazionale “Vitosha” con una sfilata dei gruppi nel centro di Sofia, lungo Vitosha Boulevard, dal palazzo presidenziale al Palazzo Nazionale della Cultura.
h 20.00: i gruppi si esibiscono, alla presenza del Ministro della Cultura, in Piazza Bulgaria. La Tv bulgara garantisce le riprese dello spettacolo. Al nostro gruppo tocca chiudere, in qualità di ospite d’onore, la giornata. Riscuotiamo un discreto successo, ciò che entusiasma di più è l’esibizione del laccio d’amore, ballo che rappresenta senz’altro, il nostro cavallo di battaglia, e la musica dei nostri strumenti così inconsueti per loro (tammorre, tricche ballacche e putipù su tutti) h 23.00: tutti al centro culturale per festeggiare l’inizio del festival, presenziano anche il Ministro della Cultura e il Sindaco di Sofia. Conosciamo colei che ha esteso materialmente l’invito al nostro gruppo, Violeta Spirova, coordinatrice, per conto del Ministero della Cultura, dei gruppi folk in Bulgaria, di una squisitezza e umiltà proverbiale.
19 agosto h 16.00: dopo una mattinata passata a visitare alcuni monumenti di Sofia, oggi incontriamo, nella scuola che frequentano, i ragazzi del gruppo Fontan. Ragazzi che l’anno scorso sono stati ospitati nella Valle di Lauro.
L’accoglienza è, a dir poco, superlativa. La scuola è tappezzata di foto del loro soggiorno in Italia, ci accolgono con canzoni italiane, regali. Hanno preparato un buffet molto ricco, date le loro possibilità economiche, oserei dire troppo ricco.
Dopo i discorsi istituzionali ci prepariamo all’esibizione.
h 18.00: inizia il concerto ed è subito festa. Vuoi per l’accoglienza, vuoi per il legame affettivo che abbiamo con i fanciulli, l’esibizione di oggi è da incorniciare. Il pubblico segue con attenzione e accompagna ritmicamente le nostre danze. Il nostro concerto si completa con alcune canzoni classiche napoletane, apprezzatissime dall’audience. Anche i ragazzi del gruppo Fontan si esibiscono in alcune danze bulgare, molto belle anch’esse.
h 19.30: una brutta sorpresa ci attende alla fine di questa bella giornata. Dei balordi (ve ne sono dappertutto) tentano di far razzie nel nostro autobus. Dopo aver rotto un cristallo dello stesso, due individui si introducono all’interno e portano via alcune borse. L’intervento provvidenziale di una signora che dal balcone di casa aveva assistito alla scena mette in fuga i malviventi limitando i danni. I nostri accompagnatori sono costernati, noi tentiamo di spiegare che non debbono assolutamente sentirsi in colpa.
Arriva la polizia, sporgiamo denuncia. Dopo poco arriva un magistrato il quale ci comunica che sono sulle tracce dei balordi e porge le scuse per quanto accaduto.
20 agosto h 10.00: continua la nostra permanenza a Sofia, in mattinata siamo ricevuti dal Sindaco della Municipalità (una sorta di nostra Circoscrizione) di Vitosha.
h 20.00: seconda giornata ufficiale del festival, le esibizioni, alla presenza dell’ambasciatore dell’Ucraina a Sofia, si svolgono presso il centro culturale. Gli ucraini festeggiano la giornata dell’indipendenza (in realtà sarebbe il 24 p.V.), questo uno dei motivi per cui è presente l’ambasciatore di questa nazione. Il programma odierno prevede la esibizione completa dei gruppi di Serbia, Macedonia, Ucraina e Bulgaria. Il gruppo “la Quadriglia”, chiamato a chiudere il festival nella giornata di domani, oggi esibirà solo un saggio delle tradizioni campane.
h 20.30: prima della esibizione v’è un defilée con le coppie più rappresentative di ogni gruppo. A rappresentare il nostro gruppo vi sono Angela e Sebastiano. Sfilano tutte le coppie e vengono decretati i vincitori, tra le ragazze vince una fanciulla macedone, tra i ragazzi il nostro Sebastiano sbaraglia la concorrenza.
h 23.00: dopo l’esibizione degli altri gruppi tocca a noi, nell’esibizione di questa sera, in versione ridotta, presentiamo alcuni classici della canzone napoletana. Il successo del gruppo (tammorre e fisarmonica) e, ancor più, di Annabella (nostra voce solista) è straordinario. Il pubblico intona cori e chiede il bis. Lasciamo il palco un po’ frastornati ma contenti.
21 agosto h 10.00: in mattinata tutti pronti per partire alla volta di Vitosha, montagna alle spalle di Sofia, parco nazionale, da cui prende il nome il festival cui prendiamo parte. Una leggenda locale narra che Vitosha fosse una bellissima ragazza innamorata di Pulin. La madre di lei non vedeva di buon occhio questo amore, allora chiese aiuto alla divinità che trasformò entrambi i giovani in montagne poste l’una di fronte all’altra così da potersi solo guardare per l’eternità.
h 11.00: giungiamo in montagna, sostiamo in corrispondenza di un luogo di indubbio fascino chiamato le Lacrime di Vitosha. Qui v’è un ruscello tutto ricoperto di pietre vulcaniche (Vitosha è, tra l’altro, un vulcano spento) che la tradizione vuole siano lacrime pietrificate della giovane.
h 13.00: scendiamo più a valle per la cerimonia dell’albero. Tutti i gruppi sono chiamati a piantare un abete con l’impegno di verificarne la crescita almeno ogni cinque anni (in pratica un invito a partecipare al festival almeno ogni lustro). Dopo la cerimonia v’è il picnic. Verso la fine scoppiano delle divergenze con il direttore del festival, preferiamo, perciò interrompere anzi tempo la nostra scampagnata ritornando all’alloggio a riposare prima della performance di questa sera.
h 19.30: giungiamo al centro culturale, pronti per dar inizio alle danze (metaforicamente e non). L’onore di chiudere il festival ha galvanizzato il gruppo, l’entusiasmo si respira a pelle.
h 20.00: Tutto è pronto, il presentatore (un bravo caratterista del teatro nazionale di Sofia) annuncia l’esibizione del gruppo “la Quadriglia” di Taurano, vicino Napoli, Italia (e a noi viene la pelle d’oca, è una strana sensazione che provi solo quando parlano di casa lontano da casa). Cominciamo con un passo di tarantella e una tammurriata. E’ subito Italia, è subito casa, anche se lontani da casa. Continuiamo con la quadriglia, il ritmo prende un po’ tutti, tutti coinvolti ad accompagnare le nostre danze con un continuo battimani. Finisce la danza ma non cambia atmosfera, si continua con i canti, l’immancabile ‘O sole mio, il pubblico va in estasi. Il presentatore commenta con parole soavi, è incantato anche lui (si vede e lo confesserà più tardi nella cerimonia di saluto). Luci della ribalta anche per le nostre mascotte Natasha (cinque anni) e Salvatore (venti mesi e un futuro da tammurriatore) che accompagnano il presentatore per l’intera serata.
Giunge il momento di chiudere l’esibizione. Tutto pronto per la danza finale, il laccio d’amore, inizia la musica ed è tutto un battimani, comincia la danza. L’intreccio dei fili lascia tutti a bocca aperta, un’atmosfera incantata sembra calare sul pubblico. Si avverte l’aria di sorpresa e la leggera apprensione di chi si chiede: – Riusciranno a dipanarsi questi intrecci? I fili si intrecciano e si dipanano una, cinque, dieci volte. Cambiano le geometrie e con esse vola il tempo e la nostra esibizione. La gente applaude contenta, noi, divertendo gli altri, ci siamo divertiti (what a wonderful …). C’è la passerella con la stampa di Sofia, molti hanno visto in TV e, curiosi, chiedono notizie, il senso del ballo, la storia, le origini (che bello notare a chilometri di distanza che per qualcuno possa essere interessante anche quello che in Italia taluno definisce, con tono oltremodo dispregiativo, balletto). Arrivano indi i funzionari del Ministero della Cultura che portano i complimenti del Ministro e le scuse per l’incidente pomeridiano con il direttore del festival. Noi facciamo capire che è acqua passata, per tutti torna il sorriso.
h 24.00: al ricevimento per i saluti finali riceviamo i complimenti degli altri gruppi, ciascuno reclama la nostra presenza al proprio festival per l’anno venturo. Dovremmo avere il dono dell’ubiquità e considerevoli risorse finanziarie per non scontentare nessuno. Alla fine brindisi, lacrime e saluti. Infatti molti dei gruppi domani rientreranno e il gruppo ospite Sofia 6 partirà, sempre domani, alla volta del Medio Oriente per prendere parte a due festival, uno in Siria e uno in Egitto. In pullman, durante il percorso per arrivare all’alloggio, ci raccontiamo la giornata. Si ride, ci si diverte. Siamo contenti per come è andata. Un po’ sorpresi per l’accoglienza e per la premura che hanno rispetto alle nostre esigenze. Intanto la gioia sfocia nel canto, qualcuno intona “Stai luntano da stu core, ‘a tte volo co’ penziero …” e tutti a dar seguito alla melodia.
22 agosto h 10.00: oggi, essendosi conchiuso il festival, abbiamo una giornata interamente dedicata al tempo libero. Ne approfittiamo per visitare Plovdiv, seconda città della Bulgaria, a 150 km da Sofia, caposaldo della Tracia in epoca romana. Vi giungiamo dopo un paio d’ore di viaggio e cominciamo la visita. Subito scorgiamo i segni della presenza romana, infatti alla fine del corso pedonale si scorgono i resti di un anfiteatro. Dopo ci accingiamo a visitare l’altra cosa interessante di Plovdiv, la città vecchia, un dedalo di viuzze disposte su una serie di collinette. A fine percorso arriviamo al teatro romano, di epoca imperiale, e un museo, in passato abitazione del poeta francese Lamartine.
h 20.00: tutti a casa (si fa per dire). Si ritorna infatti a Sofia.
23 agosto h 12.00: levata per tutti sul tardi, oggi giorno finale della nostra permanenza a Sofia, tutti ad organizzare le ultime cose prima della partenza. Il programma odierno, per niente rigido, prevede lo shopping nel centro di Sofia, una spaghettata all’italiana offerta in segno di stima e ringraziamento ai nostri ospiti bulgari.
h 14.00: si torna, tutti carichi di pacchi, dallo shopping (centrini, profumi, merletti e quant’altro) e ci si organizza per il pranzo. L’idea della spaghettata piace a tutti, Bulgari ed Italiani. A fine pranzo (… poteva essere più lungo!!!) ci accingiamo a salutare alcuni dei nostri amici. Guergana ci riferisce dei saluti lasciati dagli altri gruppi e scherza sul fatto che l’anno prossimo, visto il numero di inviti, dovremmo sicuramente scontentare qualcuno.
h 20.00: a cena, al centro culturale Vitosha, incontriamo gli amici ucraini (ultimo gruppo rimasto insieme a noi) in procinto di partire. Ci invitano al loro tavolo, si beve (immancabilmente vodka ucraina), si mangia insieme in allegria. Il capogruppo, ribadendo l’invito a partecipare al proprio festival nel mese di maggio, continua a tessere lodi al nostro gruppo, alle nostre danze, alle nostre tradizioni. Noi facciamo lo stesso, e non per puro formalismo, ma perché quella ucraina è una ensemble molto valida. Alfine giunge il tempo dei saluti. Vola qualche lacrima, ma la promessa di rincontrarci rende l’addio meno amaro.
h 24.00: tutti in autobus pronti a partire. Salutiamo i nostri amici bulgari (immancabili le lacrime, dolce persecuzione in questi frangenti le lacrime!!!) e si va alla volta dell’Italia.
24 agosto h 11.00: dopo aver viaggiato tutta la notte (superando la frontiera senza il minimo intoppo e imbattendoci in un temporale vicino Salonicco) giungiamo a Meteora. L’autobus si inerpica sulla montagna alla volta dei sei monasteri (una volta erano molti di più, ventiquattro). Giunti in prossimità lasciamo il pullman e, dopo aver superato una erta stradina (una volta vi si giungeva mediante scale volanti!), arriviamo al Monastero di San Nicolas. Dai terrazzi si scorgono molti dei monasteri oramai diruti e le cavità nelle rocce praticate per raggiungerli. La vista che si gode da quassù è da incanto. La strada è molto erta, la salita faticosa, ma ne è valsa la pena.
h 19.00: giungiamo ad Igumenitza e ci accingiamo all’imbarco.
25 agosto h 15.00: arriviamo a casa e una esperienza da incorniciare (la terza) si è conclusa. Qualche rimpianto, qualche cuore infranto (questi italiani…), molte immagini scorrono nella nostra mente. Domani ciascuno tornerà alla propria quotidianità. Però la voglia di stare insieme e l’impegno di tenere vive le nostre tradizioni, le nostre radici – anche se solo attraverso i passi di una umile danza, i suoni di una semplice melodia – resta intatto, anzi, ulteriormente irrobustito.
“Stai luntano da stu core, ‘a tte volo co’ penziero …”.