Diario Africano di Tanzania del Nord

Finalmente dopo mesi di preparativi e sogni ad occhi aperti riusciamo ad organizzare un safari privato nella meravigliosa e tanto agognata Tanzania. Con l’aiuto di internet contattiamo un agenzia locale ad Arusha che, tra le tante, ci sembra quella che ci offre il meglio a meno... E cosi’, alle 3.00 del mattino, lasciamo una sonnecchiante e...
Scritto da: Marina Sartirana 1
diario africano di tanzania del nord
Partenza il: 29/11/2002
Ritorno il: 08/12/2002
Viaggiatori: in coppia
Finalmente dopo mesi di preparativi e sogni ad occhi aperti riusciamo ad organizzare un safari privato nella meravigliosa e tanto agognata Tanzania.

Con l’aiuto di internet contattiamo un agenzia locale ad Arusha che, tra le tante, ci sembra quella che ci offre il meglio a meno…

E cosi’, alle 3.00 del mattino, lasciamo una sonnecchiante e fredda Milano per dirigerci alla Malpensa, dove decolleremo per la tanto sospirata meta.

30 Novembre 2002 (21.30) Finalmente ieri sera alle 21.15 locali siamo atterrati al Kilimanjaro Airp. Avevamo lasciato una Milano pressochè devastata dalle ultime piogge torrenziali e abbiamo trovato un Arusha molto primaverile ( 24°C) e un’ arietta proprio piacevole.

Shafy e il suo amico ci attendevano silenziosi in piedi con un grande cartello di cartone con la scritta “Mr. Baldelli 2pax”.

Ci hanno caricato i bagagli e, in un’oretta, ci hanno lasciato all’albergo Mezzaluna, dove Yusuff, il responsabile dell’agenzia, ci ha accolto carinamente.

Dopo aver sbrigato le pratiche di pagamento ci ha consegnato il programma del nostro safari, e con Shafy, ci siamo accordati per la mattina seguente alle 9.00.

Ci siamo fiondati nel letto, e dopo aver litigato con una zanzara che si era infilata sotto la zanzariera, siamo crollati per la stanchezza.

Stamattina dopo una modesta colazione, la nostra guida Shafy, e passata a prenderci e, dopo aver cambiato un po’ di soldi in banca, siamo passati all’agenzia di Bobby dove Yusuff ci ha rilasciato la ricevuta di pagamento e ci ha salutato.

Inizia cosi’ il nostro viaggio.

La città di Arusha ci impressiona, orde di persone sono riversate nelle strade e fuori dai negozi a chiacchierare quasi non avessero nulla da fare…

Ci sono moltissimi venditori di scarpe è incredibile…C’è nè uno ogni dieci metri! Facciamo un paio di soste per acquistare alcune cose da mangiare e, nell’attesa, mi ritrovo circondata da donne locali che tentano di vendermi le loro collanine di perline…Do loro delle chewingam e, in men che non si dica, mi ritrovo sommersa!! Non so piu’ che fare! Mi parlano, mi toccano, mi sorridono..Io non le capisco e mi limito cosi’ a sorridere anch’io..

Per pranzo, la nostra guida, ci porta al suo paese lungo la strada che porta a Ngorongoro dove troviamo la sua piccola figlioletta di tre anni con la madre.

Loro non sono ancora sposati, ci racconta, e la bimba, dice, gli è poco affezionata perchè lo vede rarissimamente…

Mangiamo qualcosa di veloce al sacco e poi si riparte. Lungo la strada disconnessa scorgiamo piccole capanne di sterco ben mimetizzate nella savana..Sono le case dei masai, anche se alcuni di loro non lo sono realmente, ci confida Shafy, ma sono locali vestiti strategicamente da masai per i turisti..

Ai bordi delle strade incontriamo piccoli bimbi masai con al seguito il loro bestiame. I piccoli sono scalzi, coperti solo dalla loro tipica stola rossa e mostrano fieri e sorridenti la loro piccola lancia.

La strada è lunga e polverosa ma facciamo diverse soste.

Finalmente giungiamo ai bordi del cratere Ngorongoro e…Siamo senza parole!!Un’immensa distesa verde delicatamente adagiata sul fondo del vulcano! Distinguiamo un lago salato e piccole macchie scure disseminate qua e là che altro non sono che mandrie di zebre, gazzelle e gnu! Riprendiamo la strada che deve portarci al Serengeti.

Lungo il cammino facciamo una sosta ad un villaggio masai.

E’ grande e ci accolgono tutti con festosi sorrisi..

Gli uomini si schierano da una parte e iniziano a cantare e ballare, mentre le donne dall’altra cantano in sottofondo ciondolando con i loro corpi magri e sinuosi. Gli uomini compiono dei salti altissimi e noto che ai piedi portano pezzi di vecchi copertoni d’auto legati con delle corde strette a fare da sandali.

All’inizio ci sentiamo un po’ imbarazzati forse perchè siamo noi la causa di tanto scompiglio nel villaggio. Poi, pero’, ci ambientiamo, le donne mi guardano scrutandomi, “chissà cosa pensano” mi dico. Alcune di loro hanno bimbi piccoli in grembo, tutti con gli occhietti stropicciati e il moccoletto al naso con una dozzina di mosche festose intorno.

Una giovane donna mi mostra la sua piccolina e mi fa notare come abbia una sorta di sesto dito nella manina sinistra, un’escrescenza di carne appesa ad un filo di carne stessa. Io devo aver fatto una faccia stralunata perchè subito dopo ridono tutte e io con loro.

Il capo villaggio ci mostra orgoglioso la sua maniatta…Entriamo chini perchè il tetto non è sufficientemente alto per consentirci di stare ritti.

E’ buio pesto e fa un caldo soffocante, mi trovo in una piccola stanza dai contorni mal definiti con al centro un fuoco su cui arde la cena: latte di capra.

Attorno al fuoco riesco a malapena a distinguere due donne sedute intente alla cucina.

Usciamo quasi subito perchè fa molto caldo e l’ambiente è piccolo.

Gironzoliamo tra le capanne e incontriamo una bella ragazza con al seguito 4 o 5 bimbi.

Mi guarda la fede e chiede a Shafy se sono sposata perchè sembro tanto giovane (“grazie!!!” penso fra me e me)..Ebbene lei ha solo 25 anni e un bimbo piccolo, quasi mi vergogno a dirle che ne ho 29 e non ho ancora figli! Qui è tutto diverso…Le donne si sposano a 13-15 anni e hanno figli molto presto…

Lasciamo i masai che sorridenti ci salutano e proseguiamo il viaggio.

Finalmente entriamo nel Serengeti e avvistiamo le prime gazzelle.

Shafy sa un sacco di cose, e pensare che ha solo 27 anni e fa questo lavoro da 2, e si sofferma a lungo a spiegarci.

Vediamo anche meravigliose zebre e una mandria infinita di gnu che stanno migrando, in questa stagione, dal Kenia.

Io e Manu siamo esaltati e scattiamo milioni di foto e stupefatti ascoltiamo il silenzio della savana.

Avvistiamo anche un ghepardo femmina che troneggia su un altura in mezzo alla distesa, una iena con i suoi due piccoli e una serie infinita di uccelli…Intanto il sole tramonta alle nostre spalle…

Alle 19.00 arriviamo al lodge e, dopo una bella doccia, ceniamo a lume di candela al ristorante; si, a lume di candela perchè qui c’è solo un generatore di corrente che fa poca luce e la corrente viene staccata a mezzanotte. Certo, vi immaginate pali e fili della luce che corrono lungo la savana? Ci fiondiamo a letto stanchi ma felici e di sottofondo sento degli strani rumori…”Manu!!?” penso al suo stomaco…Ma poi capisco che sono i rumori della savana, forse sono gli ippopotami! Che meraviglia!!!Forse sto sognando!Mi pizzico una guancia…No è realtà! Sono troppo felice! 1 Dicembre 2002 (19.10) Stamattina sveglia alle 7.00 e dopo una bella colazione al ristorante del lodge, con vista panoramica favolosa, eccoci pronti per il nostro primo vero giorno di safari! Saltiamo in macchina con il nostro box lunch, e il primo avvistamento lo facciamo a pochi metri dal lodge. Un gruppo di antilopi accovacciate nel bush ci guardano incuriosite, sono bellissime, ancora stento a credere che siano li’ per natura e che gli intrusi siamo noi! Nel giro di poche ore abbiamo visto migliaia e migliaia di gnu che ci hanno attraversato la strada, stanno migrando dal Masai Mara e sono in cerca di acqua qui nel Serengeti. Sono a dir poco meravigliosi, tutti in fila si disperdono all’infinito sulla verde distesa.

Siamo senza parole, li’ in piedi con la testa fuori dal tetto della jeep in silenzio di fronte ad uno spettacolo unico al mondo…Nel silenzio della savana solo il rumore dei loro zoccoli e qualche verso di tanto in tanto quasi a segnare il ritmo di marcia…Sono cosi’ commossa e felice che mi vengono le lacrime agli occhi…

La temperatura è perfetta, non fa caldo e c’è una leggera brezza fresca.

Avvistiamo anche una giraffa che se ne va quasi subito, e un bel gruppo di vecchi bufali che, a poca distanza da noi, ci osservano scrutando ogni nostra mossa..

Attorno ad una altura ecco due meravigliose leonesse che sonnecchiano nell’ora della siesta.

Avvistiamo una varietà smisurata di uccelli e Shafy li conosce tutti!! Zebre a volontà e poi anche un leopardo in cima ad un’acacia, è lontanissimo e percorriamo un po’ di strada nel tentativo di riuscire a vederlo piu’ da vicino; è raro riuscire a vederlo e ci sentiamo già fortunati cosi’.

Tra un avvistamento e l’altro percorriamo in lungo e in largo i sentieri battuti del parco.

Riusciamo a vedere anche diversi ippopotami , ma sono lontani e nascosti sott’acqua.

Dopo una serie di giri ecco che la nostra guida esce dalla pista battuta e percorre alcuni metri di fuori pista per fermarsi in prossimità di un piccolo albero…Siamo a circa 2 metri da esso e cosa vediamo? Due leoni maschi appisolati a pancia in su! Sono vicinissimi tanto che se scendo dalla jeep potrei schiacciare loro la coda! Di tanto in tanto alzano la testa e ci ruggiscono infastiditi.

Non crediamo ai nostri occhi, sono vicinissimi…Non avremmo mai pensato di vederli cosi’! Nel pomeriggio incontriamo due numerosi gruppi di leonesse sotto i cespugli verdi; anche queste sono vicinissime e mi sembrano ancora piu’ belle dei maschi. Ben due gruppi, uno di 7 e l’altro di 9 esemplari! Incontriamo scimmiette e babbuini, dik dik e antilopi di ogni genere.

Restiamo a lungo ad osservare l’infinita bellezza che ci circonda…Cerco di imprimermi nella mente le immagini, gli odori e le sensazioni che provo, non voglio dimenticare come mi sento…

Ascoltiamo il vento che soffia e intanto il sole inizia a calare…

Alle 18.00 dopo ben 10 ore di jeep ci riavviamo verso il lodge.

Sono cosi’ esaltata che solo ora mi ricordo che mi scappa la pipi’! e che sono ben 10 ore che non la faccio! Da non credere eh? Anche mio marito stenta a riconoscermi! Ora, qui in camera, dopo una doccia e un po’ di relax ci avviamo a consumare la nostra cena a lume di candela.

2 Dicembre 2002 (20.45) Stamattina sveglia ancora alle 7.00 Oggi, per pranzo torniamo al lodge per poi ripartire alle 15.00 e rientrare dopo il tramonto.

Appena partiti gazzelle e facoceri ci danno il buongiorno e poi Km e Km di Serengeti.

E’ nuvolo ma con la felpa di cotone stiamo bene.

I migliaia di gnu ci circondano e ci tagliano la strada nuovamente, accompagnati da alcune zebre.

Impariamo un sacco di cose su animali e uccelli.

Non avvistiamo leoni, come ieri, ma non ci stupiamo, siamo in un parco e non in uno zoo.

Dopo diversi Km ci fermiamo vicino ad altre jeep.

Shafy parla con le altre guide per capire cosa stanno cercando di vedere…Cosi’, poco dopo, ci dice che in mezzo al bush ci deve essere un ghepardo o cheeta…

Con il binocolo scrutiamo in silenzio tra i folti cespugli e… Ecco che spunta la coda! Io ci metto un bel po’ a vederlo perchè con il binocolo sono un po’ impedita! Il ghepardo sembra irrequieto, cammina su e giu’ come a cercare qualcosa…Noi aspettiamo pazientemente che qualcosa accada…Poco lontano scorgiamo una piccola antilope che non si cura del pericolo imminente…Dopo qualche interminabile minuto ecco che il ghepardo sferra l’attacco, con uno scatto repentino corre verso l’antilope che inizia a sua volta a correre saltando tra gli alti cespugli… “Ecco” mi dico con il cuore in gola “dai che ce la fai a scappare!!” e invece…Il ghepardo esegue un secondo scatto ancora piu’ veloce del primo e agguanta la sua preda sfinita…

Mentre io resto li’a bocca aperta e stordita, Shafy mette in moto la jeep e ci dirigiamo veloci verso il luogo del fatto.

Io spero che l’antilope sia riuscita a scappare, anche perchè tra i cespugli spero di essermi sbagliata a vedere…Invece…Ci fiondiamo li’ vicino al ghepardo che, ansimante, ci osserva fiero della sua preda.

L’antilope ha una zampa posteriore sanguinante, frutto del primo attacco del ghepardo, e il collo ben stretto tra le mascelle del suo cacciatore.

Dopo di noi, arriva un’altra jeep, e il ghepardo prende la sua vittima tra i denti e sollevandola se la trascina in un luogo piu’ appartato.

Noi restiamo li’ ancora per poco, senza parole, esterrefatti di fronte ad una scena tanto crudele quanto naturale; poi lasciamo che il ghepardo si riposi e si gusti in pace il suo pranzo…

Proseguiamo per Km senza fare avvistamente particolari ma siamo ancora storditi da quanto abbiamo appena visto.

Sulla strada del rientro vediamo un paio di avvoltoi e una bellissima giraffa con il suo piccolo.

Nel pomeriggio riprendiamo il safari. Shafy ci porta in una zona dove non ci sono animali ma un’immensa distesa di erba alta.

Ci spiega che questo tipo di erba è poco nutriente per gli animali, o meglio, che le sterpaglie alte rendono difficile agli animali raggiungere quella corta e nutriente.

Ci racconta che i rangers bruciano a zone parte del parco per consentire la ricrescita di erba migliore e nutriente.

Ci vogliono ben due mesi per fare questo! Di giorno bruciano e di notte spengono il fuoco.

In questa particolare zona, invece, l’erba non viene bruciata perchè popolata da molti animali che vivono in buchi della terra e che verrebbero facilmente predati da avvoltoi e aquile se l’erba fosse corta.

Riprendiamo il viaggio e finalmente riusciamo a vedere degli elefanti anche se un po’ lontani..

Vediamo anche degli struzzi enormi e Shafy ci spiega perchè i maschi sono bianchi e neri e le femmine grigie; i maschi covano le uova di notte mascherati dal loro piumaggio, e le femmine di giorno. E’ incredibile come niente di questa natura sia lasciato al caso…

Il sole comincia a calare e le nuvole si addensano su di noi…Comincia a piovere, una pioggerellina leggera e rada.

Le nuvole formano gruppi chiari e scuri qua e là e il sole, nascosto dietro alcune di loro, le oltrepassa con con i suoi raggi che si infrangono sull’immensa distesa verde creando una luce particolare.

E’ meraviglioso, c’è una specie di nebbia mistica che avvolge le mandrie di gnu che a migliaia costellano tutta la vallata.

Io resto li’ in piedi con la testa fuori dalla jeep ad osservare tutto questo e a cercare di capacitarmi di tanta bellezza…

L’aria è fresca e pungente, il silenzio, rotto solo dai versi quasi regolari degli gnu, è surreale…

Shafy ci porta su una sorta di altura da dove è possibile vedere praticamente l’immensità del parco.

Non so, sarà la luce che si è venuta a creare per effetto della pioggia, sarà il silenzio o forse la vastità ma mi sembra di essere in un’altra dimensione..Non so se vorrei urlare come mi sento o tacere per non rovinare la magia del momento..

Scendiamo tutti e tre dalla jeep e, dopo qualche foto, in silenzio osserviamo l’immensità che ci circonda.

Mi sento un puntino nel mondo! Non riesco a vedere dove inizia e dove finisce tutto questo.

Riprendiamo il cammino perchè il sole sta ormai scendendo.

Ci avviamo verso il lodge.

Il sole si nasconde ancora dietro le nuvole e tutta la savana si dipinge di sfumature rosse e giallo oro, le acacie si stagliano all’orizzonte proprio come nei film! Io sono in estasi per ogni cosa, sono fuori di me per l’entusiasmo e per il senso di libertà che ho provato oggi su quell’altura…

Questa è l’ultima notte nel Serengeti e, come ci ha detto Shafy, so già che non lo dimenticheremo mai! Vorrei non andarmene piu’ via da questo posto che mi fa sentire cosi’ serena e in pace con il resto del mondo! 3 Dicembre 2002 (19.00) Stamane lasciamo il Wildlife Serena lodge e facciamo un’ultimo giro nel Serengeti.

Avvistiamo un gruppo di voraci avvoltoi che stanno divorando qualcosa.

Il piu’ grosso divora indisturbato la preda, mentre gli altri pazientemente aspettano il loro turno.

Ci avviciniamo e scopriamo che il loro pranzo è una iena.

Assisto, ancora rassegnata di fronte a madre natura…Avvistiamo da lontano diversi leoni e poi Shafy avvia la jeep verso l’uscita del parco.

Attraversiamo,come ieri, un’immensa distesa tra gnu e zebre; superiamo l’altura da cui ieri abbiamo ammirato la vastità del parco e proseguiamo ancora un po…Quando.. Un vecchio ghepardo se ne sta solo solo seduto su un piccolo promontorio, forse a gustarsi anche lui la vista mozzafiato, gli andiamo parecchio vicini, 5 o 6 metri, ma lui, infastidito se ne va piu’ lontano..

Proseguiamo il viaggio e lasciamo il Serengeti, non prima di aver visto 2 bellissimi leoni maschi che si crogiolano all’ombra di un’acacia.

La strada che ci porta a Ngorongoro è lunga, disconnessa e polverosissima.

Anche con i finestrini su, la polvere rossa si infila ovunque e veniamo sballottati non poco per diversi Km.

Saliamo in cima ai monti che circondano il cratere fin su, lungo il bordo. La vista è meravigliosa a tal punto che non sento piu’ ne polvere ne stanchezza.

Iniziamo la discesa, piano piano, la strada è molto ripida…

Dopo poco, arriviamo all’interno del cratere dove trascorriamo un paio di ore piacevolissime.

L’erba, contrariamente al Serengeti, è cortissima e sotto, la terra è piu’ sabbia che altro.

Una iena,a pochi metri da noi, riposa stanca in una pozza melmosa e non si muove neanche quando ci vede.

Vediamo anche molti leoni, una leonessa addirittura sdariata sul bordo della nostra pista e , anche lei, non batte ciglio per la nostra presenza.

Siamo diverse jeep, tutti a fotografarla increduli di come la nostra presenza non desti in lei il benchè minimo sentore di pericolo.

Quando partiamo, il fumo nero lasciato dagli scarichi delle nostre jeep, la avvolge tutta…Non so se sia una buona cosa il fatto che gli animali non siano spaventati dalla nostra presenza o anche solo infastiditi…

Sparsi qua e là, sul terreno, si vedono molti teschi di gnu e bufali, segno indelebile della presenza di molti predatori.

Nel Serengeti erano solo nascosti dalla folta erba.

Avvistiamo anche tre rinoceronti neri!! All’interno del cratere, si stima, ce ne siano solo una ventina! Ippopotami vicinissimi e centinaia di fenicotteri rosa nel lago Magadi.

Riprendiamo poi la salita per raggiungere il lodge.

Questa volta alloggiamo in un Sopa Lodge e la nostra camera è piu’ grande di casa nostra! Abbiamo due letti matrimoniali e una zona relax con due sedie a dondolo e una vetrata enorme sul cratere da cui sto scrivendo.

La vista è spettacolare ma il lodge è forse un po’ troppo lussuoso…Non so sarà che sono una persona semplice o sarà che l’Africa non riesco a sentirla addosso in mezzo a questo sfarzo che decisamente stride con il resto del paese…

Ora è calata la notte, fuori è buio pesto e si sentono solo le cicale cantare.

Domani torneremo nel cratere e nel pomeriggio andremo al Lake Manyara.

4 Dicembre 2002 (18.15) Stamattina abbiamo fatto un ultimo giro all’interno del cratere dopo aver lasciato il lussuoso lodge.

Ci siamo coperti parecchio perchè la temperatura sul bordo del cratere era piuttosto bassa; cosi’ mi sono infilata una bella maglietta a manica lunga e una felpa calda…Alcune turiste si sono invece presentate alla colazione con bermuda e canottiera!! “Ma come fanno?!!” Mi sono detta, e mio marito si è limitato a farmi un sorriso compassionevole e accondiscendente come a dire:” Non sei tu che ad agosto ti infili a letto con i calzini?”, non ha osato dirmelo ma la sua espressione era molto eloquente…

Comunque, saltiamo sulla jeep e scendiamo nel cratere dove gnu e zebre ci hanno dato il benvenuto.

Oggi è il giorno delle iene, ne vediamo davvero molte, ci fermiamo ad ammirare ancora una volta un gruppo di stanchi ippopotami e i 1000 fenicotteri rosa.

Non avvistiamo alcun leone, ma restiamo a lungo in silenzio ad ascoltare e annusare quest’Africa cosi’ meravigliosa.

Riprendiamo il viaggio.

Lasciamo il cratere e ci dirigiamo verso il villaggio di Shafy; abbiamo portato dall’Italia diversi quaderni, pennarelli, penne, nonchè un sacco enorme di caramelle e vorremmo portarli alla scuola del villaggio. Shafy ci chiede quanta roba abbiamo perchè alla scuola ci sono molti bimbi e dare ad alcuni e non ad altri sarebbe spiacevole…

Parliamo un po’ con lui e alla fine decidiamo di distribuire le cose lungo la strada mano a mano incontriamo i bimbi e cio’ che avanza lo lasceremo ad una maestra che provvederà a dare a chi ne ha piu’ bisogno.

Cosi’ lungo la strada polverosa cominciamo ad incontrare i primi bimbi che tornano da scuola con la loro divisa sporca e impolverata.

Shafy accosta la jeep ogni volta che incontriamo dei bimbi. Alcuni di loro si spaventano e scappano ma lui parla loro in swaili e loro si avvicinano a noi timidi e sorridenti.

Allungano le loro mani, piccole e nere, attraverso il finestrino e, in men che non si dica, le manine aumentano, io continuo a distribuire penne e caramelle ma non capisco a chi ho già dato e a chi no…Alcuni si nascondono le cose sotto la divisa e tornano di nuovo..Shafy scende dalla jeep e dice loro qualcosa, loro si calmano e, con il suo aiuto, diamo anche a quelli piu’ piccoli che restavano sovrasatati dai piu’ grandi.

Lungo la strada la scena si ripete piu’ e piu’ volte, tante piccole mani e tanti grandi occhi desiderosi..Ogni volta che li salutiamo e ce ne andiamo mi si stringe il cuore e sento sempre come se avessi potuto fare di piu’, e di certo è cosi’..

Sento che quello che facciamo è davvero una piccolissima goccia in un mare enorme di povertà.

Shafy ci porta dalla sua famiglia a casa di sua sorella.

La casa, è una baracca in muratura senza porta e senza infissi in una via polverosa e piena di case simili.

Escono 5 bimbi scalzi e sporchi, vestiti con magliette sgualcite e impolverate.

Diamo loro la metà delle cose rimaste, i bambini cominciano ad arrivare anche dalle altre case e corrono dentro, dove la sorella di Shafy tiene in mano il nostro sacchetto.

Noi, restiamo li’ sulla soglia di casa in mezzo alla strada e assistiamo senza parole a cio’ che vediamo…

Shafy ci mostra anche le medicine che già alcuni italiani gli hanno spedito. Prendo nota mentalmente (tachipirina, aulin, ribex tosse, aspirina e siringhe sterili) Poco dopo ci accompagna alla scuola che è ormai sfollata dai bimbi.

Ci accolgono alcune maestre e, quello che credo fosse, il preside, che ci spiega un po’ la burocrazia scolastica e ci mostra un cartellone con le foto di tutti i bimbi.

Ci fa firmare un registro con le firme dei visitatori e, con tristezza, noto che la firma precedente la mia risale a quasi un’anno fa…

Gli lasciamo tutto cio’ che è rimasto nel sacchetto e ci ringraziano di cuore.

Io mi sento un peso enorme sullo stomaco e guardo incredula la scuola..Un capannone privo di infissi con lunghe panche di legno senza banchi…

Penso a quanto spreco c’è da noi e qui si azzuffano per una bic e una caramella di zucchero..

Proseguiamo il viaggio anche se il mio cuore resta là con quei bimbi…

Alle 15.00 arriviamo al Manyara Wildlife lodge.

Shafy ci da appuntamento a domattina alle 9.00 per una visita al lago.

Ci rilassiamo parte del pomeriggio sul balconcino da cui si gode una spettacolare vista del lago e poi conosciamo Esmeralda, una veterinaria colombiana sposata ad un Italiano, qui in safari sola.

Trascorriamo con lei una piacevole oretta e ora ci prepariamo a cenare insieme; domani le nostre strade si divideranno.

5 Dicembre 2002 (18.15) Dopo una notte passata quasi in bianco tra caldo e minizanzariera che mi faceva sentire come in un sarcofago, alle 9.00 lasciamo il lodge e ci avviamo alla volta del lake Manyara Park.

Il parco è meraviglioso, ben 330 Kmq di cui 200 di lago e il resto una fitta foresta pluviale.

Restiamo davvero colpiti dalla bellezza di questa foresta.

Una fitta e intricata rete di alberi di ogni specie, le cicale ci stordiscono, piccole e grandi pozze d’acqua; l’aria è fresca e siamo circondati da natura incontaminata.

All’improvviso sulla nostra strada ecco che avanzano verso di noi una 50ina di babbuini intenti a strappare e mangiare l’erba dai bordi della strada.

Alcuni hanno il piccolo abarbicato sulla schiena, altri litigano urlandosi dietro.

Ci passano accanto, alcuni ci guardano con sospetto e accellerano il passo in prossimità della jeep.

Proseguiamo il tour e sentiamo un barrito provenire da poco distante da noi…

Ecco che, da un folto cespuglio, spunta di fronte a noi un enorme elefante che pare un po’ alterato …Shafy inforca la retromarcia ma non accellera…Aspetta…L’elefante ha probabilmente litigato con gli ippopotami della palude vicina che non gli hanno permesso di bere.. Avanza lentamente verso di noi, alza la proboscide in segno di sfida…Restiamo immobili e atterriti, io trattengo il fiato e Shafy attende le intenzioni del pachiderma..Che… Per fortuna…Si volta e se ne va…

Sulla strada incontriamo diverse famiglie di elefanti con i loro piccoli ben nascosti dal gruppo.

Stiamo a guardarli a lungo con il motore spento. Shafy ci da il tempo non solo per le foto ma soprattutto di stare a guardare, a sentire ogni momento di vita.

Mi piace; cosi’ riesco a sentirmi per qualche istante parte di questa natura meravigliosa.

Ho notato, invece, che altre jeep si fermano solo pochi istanti giusto il tempo di una foto e poi via di corsa a cercare altro…Noi, invece, anche quando siamo in marcia proseguiamo piano piano per assaporare ogni scorcio che la foresta ci regala.

Mi sento cosi’ bene qui, non mi manca nulla, non sento il bisogno ne di bere ne di mangiare ne di fare pipi’ ogni 10 minuti come a Milano…Forse in un’altra vita ero un animale della savana perchè qui mi sento sicura, mi sento di far parte di tutto questo, mi sento a casa serena ed in pace…

Ogni volta che vedo un’animale sbucarmi di fronte, ogni volta che vedo una famigliola di elefanti, è un tuffo al cuore e mi commuovo di fronte a tale bellezza…

Restiamo a lungo di fronte al lago, dove milioni, tra fenicotteri e pellicani, svolazzano qua e là dipingendo all’infinito di rosa la distesa erbosa… Devo ammetterlo questo parco è spettacolare…E pensare che spesso non viene inserito nei normali circuiti del nord…La guida poi non gli rende giustizia…

Pranziamo in jeep, all’ombra di un albero che ha piu’ di 200 anni! Riprendiamo poi la strada dell’uscita e ci dirigiamo al Tarangire National Park.

La strada, come sempre, è lunga e polverosa..

Lungo il cammino piccoli bimbi scalzi chiedono qualcosa, alcuni di loro raccolgono le grosse pietre della strada in costruzione e le caricano faticosamente sulle cariole..Queste immagini mi si scolpiscono indelebili nella mente e nel cuore…

Arriviamo al Tarangire e facciamo un breve giro; vediamo moltissimi baobab, non avevo mai visto nulla di simile in vita mia! Hanno dei tronchi enormi, ci starebbe dentro il mio appartamento! Avvistiamo due leonesse e ci fermiamo a fotografarle…

Una jeep è vicino a noi, ma non è turistica; chiedo a Shafy, che mi dice che sono ricercatori del parco…Guardo dentro e vedo una ragazza bianca intenta al binocolo. Mi sembra di averla già vista..Eppure…No non è possibile!…

Lei mi guarda di continuo…Accosta la sua jeep alla nostra e chiede :”Scusate siete italiani?”…Eh si è propio lei! Studiava biologia all’università con me! Non ci credo! Com’è piccolo il mondo! Quante probabilità avevo di incontrarla qui in Africa in un parco di 3000Kmq? Studia i leoni ed è qui da tre anni.

Fa un lavoro duro e poco retribuito, ma bellissimo! Parliamo una decina di minuti e ci scambiamo la mail.

Ci sentiremo presto! Voglio sapere tutto del suo meraviglioso lavoro! Arriviamo al lodge e dopo cena ci vedremo con Shafy, perchè ha detto che vuole parlarci un po’, penso riguardo le cose che vorremmo spedirgli da casa.

6 Dicembre 2002 (21.00) Anche questa mattina sveglia alle 7.00 e, dopo una buona colazione, partiamo per il nostro safari nel Tarangire National Park.

Il parco, in questa stagione, ha una bassa concentrazione di animali e infatti non facciamo particolari avvistamenti.

Percorriamo diversi Km senza incontrare nulla.

Shafy ci dice che questo parco è pieno di elefanti, circa 4000, e infatti ne avvistiamo moltissimi a gruppi anche di 20/30 esemplari! Alcuni, ai bordi delle pozze di acqua, si spargono il fango sulla schiena con la proboscide altri fanno da scudo ai loro piccoli.

Questi pachiderma sono meravigliosi, sono affascinata da come avanzino con fare stanco ma con movenze allo stesso tempo quasi leggiadre nonostante l’ingombrante mole…Sventolano le loro grosse orecchie di continuo per raffreddare il sangue che da esse si distribuisce in tutto il corpo; mangiano 300 Kg di erba al giorno e bevono 70 lt di acqua!! Diverse giraffe si stagliano sul nostro cammino, come sono buffe! Masticano di continuo come i cammelli! Cosi’ eleganti e signorili! Facciamo poi un lungo giro con il naso in su’ a cercare i pitoni arrotolati sui rami delle acacie, ma non siamo molto fortunati…Non ne riusciamo a scorgere neanche uno..Alle 12.30 torniamo a pranzare al lodge e alle 13.30 ripartiamo. Trascorriamo un’ultima ora nel parco e poi partiamo per il rientro ad Arusha. Lungo la strada facciamo qualche acquisto e Shafy è contento e ci ringrazia perchè ogni volta che accettiamo di fermarci in qualche shop, se ci tratteniamo piu’ di 10 minuti, lui riceve 8 dollari dal negozio. Ieri sera al lodge abbiamo parlato a lungo; ci ha raccontato le problematiche di questo suo lavoro per una piccola società; di come vorrebbe lavorare per una compagnia piu’ grossa, che retribuisce meglio le guide come lui e di come deve imparare, per questo, un’altra lingua come il francese.

Inizierà cosi’ la scuola il prossimo anno e ha bisogno di soldi.

Noi lo abbiamo rassicurato sul fatto che riceverà da noi una mancia a fine viaggio e io mi sento piu’ contenta nel sapere che spenderà bene questi soldi.

Io comunque vorrei riuscire a spedirgli il materiale medico e scolastico per il suo villaggio e la sua famiglia; non so quanto cio’ sia fattibile ma mi sono ripromessa di insistere ancora su questo punto.

Lui ci dice che quando i clienti gli spediscono le lettere con foto e soldi lui riceve solo la lettera e le foto…

Mi accorgo di quanto questi ragazzi vengano sfruttati a la cosa mi rattrista enormemente..

Comunque…Arriviamo ad Arusha alle 16.00 e, dopo una breve visita all’Agenzia di Bobby, Shafy ci lascia al Mezzaluna, dove sistemiamo un po’ le nostre cose e ci rilassiamo.

Alle 20.00 ceniamo al ristorante dello stesso hotel dove cosumiamo una cena ottima! Domattina alle 10.00 Shafy ci viene a prendere e ci porta di nuovo all’agenzia dove, ci ha detto, compileremo un questionario sulla base del quale Yusuff deciderà se dare a Shafy un altro safari.

Troveremo un’accordo monetario per farci visitare anche l’Arusha National Park domenica (dopodomani) sempre e solo con Shafy! Poi, domenica, dopo questo minisafari vorremmo cenare con lui, che finalmente ha finito il digiuno, in un ristorante locale sulla via dell’aeroporto e alle 22.30 decolleremo per l’Italia…E lasceremo questa terra meravigliosa..

7 Dicembre 2002 (18.20) Stamattina alle 10.30 al posto di Shafy si è presentato Yusuff con il cugino, e sulla loro lussuosa auto ci hanno portato all’agenzia.

Yusuff sembra un ragazzo semplice che non ostenta la sua ricchezza, ma di certo non posso dire la stessa cosa del cugino! All’agenzia compiliamo il book dei turisti dove ci chiedono un commento sul nostro safari.

Ovviamente non possiamo che mostrarci soddisfatti ed entusiasti.

Contrattiamo un po’ il prezzo del safari di domani all’Arusha Nat. Park e raggiungiamo l’accordo su 150$ in due; anche se speravamo di spendere meno…

A questo punto facciamo un breve giro per le chiassose vie della città.

Oggi si festeggia, come ieri, la fine del ramadan e la maggior parte dei negozi è chiusa.

Dopo un’oretta prendiamo un taxi che ci riporta al mezzaluna non prima di esserci fermati a comprare il pranzo: 6 banane! All’hotel ci annoiamo un bel po’, la città ha davvero poco da offrire e il fatto che quasi tutti i negozi siano chiusi certo non ci facilita.

Verso l’una ci vengono a chiamare in camera dicendoci che cè qualcuno per noi..È Shafy che è venuto a chiederci come stiamo e ad accordarci per domattina alle 8.00.

Gli chiediamo se oggi è possibile acquistare un cd di musica africana, di cui avevamo parlato con lui qualche giorno fa..

Lui ci dice che oggi è festa e domani è domenica..Noi restiamo un po’ delusi perchè ci tenevamo parecchio ad averlo per il montaggio del nostro filmino..

Comunque, ci salutiamo e ci diamo appuntamento a domani.

Dopo circa 30min. Ecco che Shafy bussa nuovamente alla nostra porta e ci dice di aver trovato un negozio aperto.

Cosi’ ci carica in macchina e in pochi minuti siamo là.

Il negozio è piccolo e buio e gremito di gente locale.

Le pareti sono interamente rivestite da audiocassette, tutte sprovviste di involucro di confezionamento.

Gli diciamo che preferiremmo un cd e la signora del banco li tira fuori da uno scatolone impoleverato; evidentemente non vanno poi per la maggiore.

Acquistiamo cosi’ il nostro cd al prezzo di 8000TSH (circa 7 Euro) non senza notare che si tratta di cd masterizzati. Comunque, non importa.

Torniamo all’hotel e trascorriamo un noioso pomeriggio tra la preparazione delle valigie e i conti dei soldi rimasti.

Ci prepariamo ad una succulenta cena al ristorante, ho una fame da leoni! Oggi abbiamo anche conosciuto Raffaele, il gestore napoletano dell’hotel qui da 10 anni.

10 Dicembre 2002 L’ultimo giorno è cominciato con una lunga attesa di fronte al Mezzaluna aspettando Shafy che anzichè presentarsi alle 8.00 per andare all’Arusha Nat. Park è arrivato alle 9.20! Proprio, mentre io, purtroppo, stavo facendo chiamare l’agenzia dalla ragazza della reception.

Se solo fosse arrivato 2 secondi prima..Arriva con aria trafelata e io, un po’ seccata, gli chiedo cosa è successo..Poi pero’ mi accorgo che è davvero dispiaciuto e imbarazzato e io mi sento un po’ in colpa,…Spero tanto di non avergli causato problemi con il suo capo. Gli spiego, e lui si scusa dicendo di non aver sentito la sveglia e di essersi svegliato alle 9.11.

Passiamo all’agenzia e sembra tutto ok.

Partiamo per il parco sotto la pioggia che batte incessantemente da stamattina alle 2.00.

Raffaele ci assicura che alle 10.00 finirà, e infatti è proprio cosi’.

Arriviamo al parco alle 11.00.

Il parco, abbastanza piccolo, 100kmq è un’intricata rete di foresta e vedere animali è pressochè impossibile.

Shafy ci dice che, essendo cosi’ piccolo finiremo presto il giro e che ci rimarrebbe mezzagiornata libera..Noi non siamo molto contenti perchè all’albergo abbiamo lasciato la camera e abbiamo dietro i bagagli..Alla fine, decidiamo di allungare la pausa pranzo e di girovagare lentamente per il parco. Shafy è d’accordo.

Pranziamo finalmente tutti e tre insieme ad un lodge poco fuori dal parco.

Restiamo a parlare per un paio di ore nel giardinetto sotto il sole sorseggiando del te.

Parliamo di tante cose, delle nostre famiglie, delle nostre abitudini dei nostri diversi popoli. Mi accorgo di quante cose inutili e stupide facciamo noi…Quasi me ne vergogno…

Stiamo bene e anche Shafy mi sembra a suo agio.

Riprendiamo il giro e ci dirigiamo su un altissimo promontorio, la vista è spettacolare e c’è una pace infinita, restiamo molto ad ascoltare e ad ammirare tutto questo per l’ultima volta…

Scattiamo insieme un po’ di foto con Shafy, che ci ha detto che loro non hanno foto ne di parenti ne di amici, ne di loro da piccoli…Non hanno la macchina fotografica…Mi mangio un po’ le mani, perchè quando siamo andati a casa di sua sorella non ho voluto fotografare nulla, in realtà mi sembrava di essere inopportuna,…Se avessi saputo..Avrei potuto spedirgliele! Ci dice di ringraziare Dio tutti i giorni perchè siamo fortunati a poter viaggiare e mai come ora me ne rendo conto…Il suo sogno è quello di avere un giorno i soldi per andare a vedere Zanzibar…Dice che c’è gente che arriva dall’America e da ogni parte del mondo per vederla e lui, che è a pochi minuti di volo, non l’ha mai vista…

E’ come se uno che sta in Toscana non avesse mai avuto la possibilità economica per vedere l’isola d’Elba…Mi dico…

Avvistiamo diverse giraffe , ma il parco non offre granchè.

Alle 17.00 ci avviamo verso l’aeroporto ..È nostra intenzione fare il check in e poi cenare ancora con Shafy.

Alle 19.00 infatti il check in è fatto. Il signore dello sportello pero’ ci dice che ora non possiamo piu’ uscire dall’edificio!..Io gli spiego che vorremmo andare a mangiare al ristorante che è all’interno della recinzione dell’aeroporto, ma lui è categorico..Io mi arrabbio, gli dico che gli posso lasciare i passaporti in modo che lui possa ricontrollarci al nostro ritorno, ma lui ancora una volta scuote la testa..Mi viene da piangere, ci tenevo cosi’ tanto a mangiare un’ultima volta tutti e tre insieme ..E poi a pranzo abbiamo mangiato un misero toast! Chiamiamo Shafy e gli spieghiamo l’accaduto, anche lui mi sembra deluso ma mi dice: ”Meno male che abbiamo mangiato e chiacchierato a lungo oggi pomeriggio “ e ammicca un sorriso..

Gli lasciamo il nostro marsupio con dentro alcune medicine e la mancia per lui, gli regaliamo un cappellino e gli lasciamo un paio di magliette.

Lui ci lascia l’indirizzo mail e la casella di posta.

Ci abbracciamo e ci salutiamo per sempre.

Alle 22.30 decolliamo e lasciamo questa meravigliosa terra che tanto ci ha dato. Sento già che mi manca da morire! Capisco ora quando si parla di mal d’ Africa, è una morsa che ti stringe il cuore, è un macigno che ti pesa sul petto, è una sensazione di nostalgia amplificata all’infinito…

E’ un paese meraviglioso, la gente è stupenda e ti fa sentire a tuo agio. Nonostante le condizioni di povertà e miseria in cui vivono, hanno sempre un sorriso pronto a scaldarti il cuore.

I bambini sono incredibilmente belli e l’aria ha un non so’ che di speciale, ti appaga tutti i sensi. Quest’Africa ci ha regalato tante emozioni, ci ha stupito e commosso con i suoi innumerevoli animali e paesaggi, e, piu’ di ogni altra cosa, ci ha dato quella consapevolezza che forse non si ha finchè non si vede con i propri occhi la povertà lungo le sue strade polverose.

Non potremo mai dimenticare i mille occhi di bimbi ansiosi di avere e i sorrisi sinceri di chi è grato di ricevere. Non potremo mai dimenticare tutto questo insieme di emozioni e sentimenti che ormai, scolpiti nella mente e nel cuore, sono parte di noi.

Ripenso all’Africa e sento ancora i suoi odori , rivedo i suoi colori sento ancora quella sensazione di libertà pervadermi da testa a piedi.



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