Di bianco e di blu: Santorini e le sue spiagge

Una vacanza rilassante in una delle isole più belle del mondo, dove anche il mare e le sue spiagge non hanno nulla da invidiare a quelle ben più famose delle isole vicine
Scritto da: FDM
di bianco e di blu: santorini e le sue spiagge
Partenza il: 23/07/2015
Ritorno il: 31/07/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Il mio primo impatto con la terra ellenica è stato dall’alto: una piccola isola risaltava dal profondo del mare grazie alle tante piccole luci delle sue città, che risplendevano nel buio della notte. Santorini ci dà il benvenuto così, in una tarda serata di fine luglio.

Questo viaggio mi ha permesso di mettere nel cassetto alcuni tra i ricordi più belli che possiedo, non deludendo affatto le mie (alte!) aspettative. Dunque, mi piacerebbe condividere con voi le mie impressioni e alcuni consigli!

23 Luglio – L’arrivo

Abbiamo raggiunto Santorini con un volo diretto dall’Italia, prenotato con largo anticipo direttamente dal sito della compagnia, mentre per l’alloggio abbiamo scelto Karteradhòs. Come posso confermare da quanto suggeritomi delle abilissime guide per caso del forum “Grecia e isole della Grecia” (che ringrazio per le mille dritte utili, che non ho esitato a mettere in pratica!), l’isola è piccola e si può facilmente andare da un punto all’altro in poco tempo (circa 20 minuti), se muniti di mezzo proprio. Quindi la scelta della città in cui pernottare dipende tutta da cosa si cerca: chi sogna sistemazioni di lusso con vista caldera e tramonto si orienterà per Oia, Imerovigli, Firostefani o Thira/Firà (che però hanno anche sistemazioni a prezzi più accessibili, se si opta per camere senza vista); chi cerca tranquillità e prezzi più bassi, senza rinunciare all’affacio sulla caldera potrebbe optare per Megalochori o Akrotiri, anche se leggermente più decentrate; chi cerca un buon compresso tra qualità e prezzo troverà la propria soluzione a Perissa, Perivolos e Kamari che sono invece più turistiche ed economiche e si trovano lungo la costa sud orientale. Quest’ultime poi hanno anche un animato lungomare, piacevole sia di giorno che di sera, pieno di locali, ristoranti e negozi, davvero molto carino!

Noi arriviamo in hotel che è già mezzanotte. L’Anna pension di Karteradhòs è una piccola pensione con piscina, ottimamente gestita da Anna e suo figlio Andreas, che gentilmente ci è venuto a prendere all’aeroporto. La camera è pulita e spaziosa, dotata di un piccolo frigo e di un delizioso balconcino dove poter fare colazione. Ci piace molto ed è adatta alle nostre esigenze. La zona è molto silenziosa, ma io faccio fatica a prendere sonno: la curiosità per l’indomani è troppa!

24 Luglio – Primo giorno

Durante il tragitto che ci avrebbe condotto alla pensione, Andreas ci aveva indicato un noleggio moto posto proprio all’angolo della strada. È Moto Koletsis, presso cui noleggiamo un 150cc un po’ sgangherato, ma che farà il suo dovere per i prossimi 7 giorni. Come già suggerito da molti forum, sconsiglio vivamente cilindrate minori di questa. Allo scadere dei 7 giorni concordati, dopo aver riportato il mezzo al moto noleggio, il proprietario ci ha gentilmente prestato un cinquantino a titolo gratuito, per poter comunque girare l’isola nell’ultimo giorno di vacanza, visto che l’aereo era in tarda serata. Alla luce di questa esperienza non mi sento di consigliare un 50cc per girare l’isola. Le strade, anche se in buone condizioni, possono essere molto in salita e il motorino arrancava parecchio in due. Il noleggio auto è inoltre una buona soluzione. La scelta tra moto e auto è dettata da gusti ed esigenze, ma è inutile sottolineare come il primo dia più libertà di movimento, specie negli orari in cui il traffico aumenta (vedi Oia all’ora del tramonto!). Posso poi dire che si può tranquillamente scegliere di non affittare nulla ed utilizzare l’efficiente rete di autobus. L’isola è ben collegata in tutti i suoi punti principali dai bus della Ktel, la cui stazione principale è a Thira all’ingresso del paese, vicino al museo preistorico.

Noi preferiamo la libertà delle due ruote e così, finalmente “moto-muniti”, partiamo alla scoperta dell’isola e la prima tappa è Thira, il capoluogo. Essa si trova nella parte centro occidentale dell’isola, sulla cima di una scogliera che scende a picco sul mare e da cui si gode di una bellissima vista che dà sulla caldera e sugli isolotti vulcanici che da essa emergono: Therasia, Palea Kameni, Nea Kameni e il grosso scoglio di Aspronisi.

Ci ritroviamo in corrispondenza del Franco’s bar, luogo di ritrovo famosissimo nonché terrazza per eccellenza da cui godere dell’ormai mitico tramonto, gustando un cocktail o una bevanda sulle note di Maria Callas in sottofondo.

I nostri occhi si riempiono immediatamente di mille sfumature di blu e il panorama spazia davvero da un punto all’altro della costa occidentale. Lo spettacolo è fantastico e decidiamo di percorrere un tratto dell’itinerario pedonale che collega Thira a Oia, passando per Firostefani, Imerovigli e Finikia, con il nostro primo Nescafè-frappè alla mano. Durante il percorso scorgiamo dall’alto anche il vecchio porto della città (Skala Thira) da cui partono le escursioni giornaliere per i vulcani. Dalla sommità della scogliera 587 scalini scendono verso di essa, formando una strada tutta tornanti, piena di asinelli che fanno la spola per la gioia esclusiva dei turisti. Per fortuna esiste anche una funicolare che collega il porto alla città e sarà questa che useremo nei giorni a venire. Il caldo comincia a farsi sentire, quindi torniamo indietro per riprendere lo scooter e continuare il nostro giro, non prima però di esserci orientati un po’ per la città, che essendo il capoluogo è ovviamente fornita di tutto ciò che può servire: market, banche, poste, edicole, farmacie e così via. (la vita a Thira, durante il giorno, non è dissimile da quella di una qualunque altra cittadina!). Prima di ripartire alla volta di Imerovigli, ci fermiamo in un’agenzia turistica (la Santo Star Travel, vicino alla cosiddetta “Main Square”) e acquistiamo i biglietti per l’escursione in barca della caldera, che faremo qualche giorno dopo e si rivelerà più che azzeccata.

A questo punto ci dirigiamo verso la seconda tappa di questo nostro primo giro di esplorazione: Imerovigli. Parcheggiamo sotto l’ombra di un grande albero e arriviamo sulla scogliera. Il fascino di Imerovigli però, almeno a quest’ora di tarda mattinata, ci rimarrà nascosto. Essa darà invece il meglio di sé quando torneremo, giorni dopo, per ammirare il tramonto. Imerovigli è una cittadina abbarbicata sulla roccia: potrei dire completamente aggrappata ad essa. Non c’è la stessa vita che troverete a Thira. Troviamo quasi solo hotel e locali e a quest’ora è sonnolenta, nonché praticamente deserta. Unico punto d’interesse è la rocca di Skaros, fortezza costruita su un enorme roccia e distrutta da numerosi terremoti, che si staglia contro l’azzurro del mare. Ha un sentiero percorribile che porta sulla cima, ed è un punto eccezionale per ammirare il tramonto. Decidiamo di ritornarci di sera e così ci mettiamo di nuovo in sella, continuiamo il nostro percorso e arriviamo a Oia, passando ai margini di Finikia, villaggio molto grazioso alle porte di Oia stessa. Prima di fare un giro per il centro città, facciamo tappa al porto di Ammoudi, alla punta estrema dell’isola. Il porto è raggiungibile da Oia con una scalinata di 220 scalini, che scende ripida dalla città stessa (anche questa piena di muli che fanno la spola da un capo all’altro) oppure con una comoda strada che arriva fin sotto al porto. La baia naturale di Ammoudi è circondata da impressionanti alte scogliere rossastre e il mare è di un colore smeraldo indimenticabile. Tuttavia è intasata di taverne che promettono pasti a filo d’acqua e ne compromettono un po’ la bellezza: enormi acquari pieni di pesci sono piazzati in bella vista sulla banchina, file infinite di polipi sono messi ad asciugare al sole per la gioia dei fotografi, qualche cameriere comincia ad attirare i turisti di passaggio… Tuttavia Ammoudi è una tappa irrinunciabile per il suo panorama e per il colore delle sue acque. Ha un fascino che non so spiegare. Nonostante le file interminabili di sedie e tavoli disposte una dopo l’altra, Ammoudi è una specie di gioiellino incastonato nella roccia rossa che l’abbraccia quasi in maniera protettiva, stridendo con la maestosità di Oia che di un bianco accecante la domina dall’alto. Ci affascina così tanto che ci torneremo. E darà il meglio di sé una delle sere seguenti, all’ora del solito quanto irrinunciabile tramonto.

A questo punto cominciamo a pensare che sia giunto il momento del nostro primo bagno greco. Ad Ammoudi è quasi impossibile, perché non c’è una vera e propria spiaggia (anche se al mio ritorno ho letto che oltrepassando i ristoranti si può accedere al mare attraverso gli scogli), e così ci portiamo verso quella più vicina che è la Katharos beach. Ci si arriva dall’alto, scendendo un sentiero non impegnativo. Non è una spiaggia attrezzata, è piuttosto selvaggia ed ha una battigia di sabbia vulcanica color nero. Il suo mare è però limpido e decisamente rinfrescante e noi ne approfittiamo senza dubbio per un bagno. Per chi fosse interessato, al di sopra del sentiero che conduce alla spiaggia, c’è anche un bar molto chic, il Katharos Lounge. A quanto pare, con i suoi cuscini di colore vivace è molto di moda per i cocktail all’ora del tramonto e la musica dal vivo alla sera.

Rinfrescati, lasciamo la spiaggia nel primo pomeriggio e ci fiondiamo alla scoperta di Oia, che collocata nella porzione più settentrionale dell’isola è conosciuta soprattutto per i suoi tramonti, tra i più famosi al mondo.

Prima di partire nell’esplorazione della piccola cittadina, ci fermiamo per un gelato da Lolita’s gelato, che si trova vicino al parcheggio pubblico e alla fermata dell’autobus. Sarà uno dei migliori che assaggeremo durante il nostro viaggio. È del tutto artigianale e buono quanto il nostro, anche se non usano mettere la panna sul cono (a quanto pare questa è un’usanza tutta nostra!).

Dopo questa piccola pausa ci mettiamo a vagare per il villaggio: a quest’ora della giornata è deserta e ce la godiamo con calma passeggiando per le sue stradine. Fantastiche viste a picco sul mare si aprono continuamente davanti ai nostri occhi e mi renderò conto solo in seguito quanto non mi abituerò mai abbastanza a questi suggestivi panorami. Ogni angolo di Oia è da scoprire, ogni scorcio è una sorpresa: rimaniamo assolutamente affascinati dalle case bianchissime e quasi accecanti, dalle cupole blu delle sue chiese, dalle sgargianti bounganville viola a contrasto e tra una foto e un’altra il pomeriggio vola via in un attimo. Torniamo quindi in hotel per rinfrescarci un po’ e approfittiamo della bella piscina che la pensione mette a disposizione; riposiamo, ci facciamo una doccia e siamo pronti per uscire a goderci il tramonto! In effetti è uno spettacolo unico: lascia senza fiato, mette in pace con se stessi e rilassa tutti i sensi. Lo ammireremo da vari punti dell’isola, cambiando quasi sempre punto di osservazione. La prima sera scegliamo il più famoso di tutti: quello di Oia. Torniamo quindi all’estremità settentrionale dell’isola. In realtà era previsto di tornare ad Imerovigli e di goderci il primo tramonto da lì. Tuttavia non resistiamo al fascino della fama che precede Oia e quindi allunghiamo un po’ la strada e in 20 minuti siamo lì. Sarà sicuramente un’esperienza magnifica e che ricorderò per sempre, ma questo non sarà il tramonto più bello che ricorderemo. Il perché è presto detto: tanta, tantissima gente, è stipata in ogni dove per godersi uno scenario che ammalia tutti, nessuno escluso.

Seguendo la fiumana umana ci siamo diretti nella zona del così detto Castello, su cui una quantità incredibile di gente è ammassata. Il vero spettacolo però è oltre il castello stesso: il paesaggio e le acque si tingono di rosso fuoco, poi tutto diventa dorato in una sequenza di colori affascinante: i mulini sullo sfondo, la piccola baia in basso, le isole in lontananza… per un secondo si ha la sensazione di essere finiti in una cartolina, in un momento unico, sospeso nel tempo. È un attimo: gli spintoni, le grida e la confusione ti riportano sulla terra e ti ricordi che sei in compagnia di altre migliaia di persone, venute davvero da ogni angolo del mondo. L’applauso finale ci ricorda che lo spettacolo è finito, il sole è scomparso, le ombre incombono e ripercorriamo il percorso al contrario. La sera è magnifica e Oia si svuota.

Noi scegliamo invece di rimanere e ci fermiamo in uno dei ristoranti del posto: Roka. Sarà una delle migliori cene che faremo sull’isola. Si trova in una delle strade più interne e non ha vista sulla caldera. Abbiamo però mangiato benissimo e trovato una bellissima atmosfera, gentile e cordiale come solo in Grecia sanno essere. Prendiamo posto all’interno e cominciamo a dare una scorsa al menù. A differenza di quanto si può pensare la cucina di Santorini non offre molto pesce, bensì tanta carne e soprattutto verdure. Direi che è tipica mediterranea, non troppo lontana dalla nostra, se non per l’uso delle spezie che è sicuramente più marcato e diverso da quello che ne facciamo noi. Nemmeno a dirlo, io ho adorato la cucina greca e Roka ci ha dato un ottimo benvenuto! Prendiamo delle squisite melanzane al forno con salsa di pomodoro fresco e formaggio feta, che rimarranno nella nostra memoria a lungo, l’immancabile insalata greca, e dell’agnello cotto meravigliosamente. Il conto è buono (anche se poco sopra la media di altre cene successive) e usciamo pienamente soddisfatti!! Dopo la cena, passeggiamo ancora per le stradine della città, ammiriamo le luci lontane aggrappate sulla scogliera, un leggero venticello soffia… sembra tutto perfetto! Come prima giornata in terra greca, direi che non ci possiamo proprio lamentare!

25 Luglio – Secondo giorno

Ci svegliamo di buon ora, e dopo una colazione a base di yogurt e frutta che ci eravamo procurati il giorno prima nel mini market all’angolo (di fianco a Moto Koletsis), partiamo alla scoperta delle spiagge poste a sud est, partendo da quella più vicina alla nostra pensione. La spiaggia di Monolithos al primo mattino è praticamente deserta. Il mare un po’ mosso e la vicinanza all’aeroporto non ci convincono a rimanere, così ripartiamo subito e questa volta in direzione di Kamari.

A Kamari la situazione è molto diversa: il lungomare è animato e la spiaggia, super attrezzata, piena di lettini e ombrelloni. Abbiamo quasi l’imbarazzo della scelta e scegliamo quasi a caso uno dei tanti beach bar (l’Enjoy beach bar) che in cambio della consumazione, ti lasciano usare a titolo gratuito ombrellone e lettini. Se si decide di non consumare, il lettino e l’ombrellone costano 7 euro. E qui è doveroso aprire il capitolo “spiagge a Santorini”. Molti ci avevano sconsigliato di passare un’intera settimana a Santorini perché il mare non sarebbe stato all’altezza delle aspettative. Niente di più sbagliato! È vero che non troverete la classica spiaggia da copertina patinata, ma questo solo perché l’isola è di origine vulcanica. La sabbia è nera e a una certa ora si fa davvero cocente, ma l’acqua è di una limpidezza abbagliante ed è sicuramente pulitissima. D’altronde Santorini non sarebbe Santorini se così non fosse. Nemmeno la White Beach, a dispetto del suo nome, può vantare sabbia bianca e dorata: ha un fondale sabbioso ma che rimane comunque nero (la sola scogliera alle sue spalle può veramente giustificarne l’appellattivo, tanto pubblicizzato, di “bianca”). Se cercate spiagge più classiche con sabbia dorata e acque cristalline forse è il caso di puntare altrove (come per esempio a Ios o a Paros, tanto per rimanere nelle vicinanze), ma non fatevi mancare un tuffo in queste acque meravigliose! È senza dubbio una delle più belle esperienze che io abbia mai fatto. È a Kamari che ho trovato la mia spiaggia preferita sull’isola: abbiamo goduto di stupendi bagni in un acqua limpidissima e almeno noi ci siamo trovati benissimo.

I comodissimi lettini imbottiti del beach bar ci attraggono immediatamente e dunque, ben decisi a dedicare l’intera mattinata a bagni e relax, non ci facciamo scrupolo ad oziare per tutta la mattina e anche nel dopo pranzo (dopo aver preso un’enorme coppa di yogurt con frutta e miele!). Verso le 16.30, prima di tornare in hotel, ci rimettiamo in sella e decidiamo di esplorare un po’ l’interno dell’isola. Da Kamari saliamo verso Exo Gonia. Il villaggio è davvero piccolissimo e si trova in alto su una collina da dove si può ammirare una splendida vista su tutto il versante orientale dell’isola. Parcheggiamo di fronte alla chiesa di Agios Chalambros (intorno alla quale un monaco si occupava della chiusura della struttura) e facciamo due passi a piedi nel paesino. Tutto è molto tranquillo, quasi addormentato. Sembra incredibile che a poca distanza, sui lungomare e nelle città sulla caldera, migliaia di persone siano ammassate in pochi km quadri. Passeggiando passiamo anche di fronte ad un ristorante davvero carino (il Metaxy Mas), che possiede una terrazza con vista magnifica sulla costa sottostante. Chiediamo disponibilità per la cena: è tutto pieno, ma ci piace talmente tanto che non demordiamo e prenotiamo per qualche sera dopo. A questo punto continuiamo per la strada che si addentra nel cuore dell’isola e arriviamo a Pyrgos. Questo villaggio ci stupirà. Anch’esso fuori dai soliti circuiti turistici, giace placido e silenzioso, nascondendo al suo interno delle vere sorprese. Possiede un kastro veneziano che lo domina dall’alto e all’interno della sua chora stradine strettissime e piccoli scalini conducono verso la fortezza, celando angoli suggestivi estremamente fotogenici. Chiesette e case di un bianco accecante risplendono al sole e una volta guadagnata la sommità, una vista meravigliosa si apre su entrambi i versanti dell’isola. Tra l’altro siamo i soli a godere di questa meraviglia…

L’ora del tramonto intanto, che è intorno alle 20, si avvicina e quindi torniamo in hotel, ci rinfreschiamo un po’ e raggiungiamo Santo Wines, che si trova sulla strada principale che da Megalohori va a Thira. È un posto abbastanza conosciuto gestito dalla più grande organizzazione dell’isola, l’Unione delle cooperative di Santorini, che rappresenta circa 1200 membri. Di fatto in questo luogo troverete un bar degustazione e un piccolo market in cui viene offerto tutto il meglio della produzione isolana. Il punto di forza però sta nella magnifica terrazza vista caldera, in cui ci si può accomodare per una degustazione di vini locali. Troviamo un tavolino panoramicissimo e ordiamo la degustazione di vini per due. Il tutto consiste in sei calici accompagnati da qualche stuzzichino. I vini sono il prodotto di una terra vulcanica e ciò assicura quello che gli esperti definirebbero “un forte accento minerale” ai suoi prodotti. I rossi sono corposi e fruttati, i vini bianchi secchi come l’Assyrtiko e il Nykteri davvero ottimi, ma eccezionali quelli da dessert come il celeberrimo Vinsanto, tipico di quest’isola e ricavato da grappoli messi ad appassire al sole sulle terrazze delle case. L’atmosfera poi è assolutamente romantica e rilassata. All’ora del tramonto diventa magica. Assistiamo anche a un fenomeno strano e (a giudicare dalla reazione del personale) nemmeno così consueto. Il sole si vela e un mare di nuvole comincia a salire dal profondo della caldera. Le isole e Thirassia paiono galleggiare in un mare diverso, fatto di bianche nuvole soffici. Il sole continua a scendere e tutto prende una sfumatura dorata. Rimaniamo senza fiato! Le nuvole poi saliranno ancora, ci avvolgeranno in una strana nebbia e si diraderanno pian piano. Nel frattempo noi continueremo a chiacchierare beatamente ancora per un bel po’, comodamente seduti fino all’ora di cena.

La serata finirà con una passeggiata nella zona pedonale di Thira, dove il mio ragazzo prenderà un enorme hamburger da Nick the grill in quella che viene indicata coma “piazza principale” (o Main Square per i turisti). Essa non è altro che uno slargo di una ben più lunga e importante arteria della città: di notte viene chiusa al traffico e si trasforma in una zona molta animata, mentre di giorno è zona di passaggio per chi usufruisce dei molti dei servizi della città. Non contenti, prendiamo anche un gelato niente male da Cremalatte subito a fianco di Nick the grill e continuiamo a passeggiare per le viuzze, almeno fino a quando non decidiamo di tornare finalmente agli studios.

26 Luglio – Terzo giorno

La mattina del nostro terzo giorno (pieno) di vacanza decidiamo di andare a visitare il sito archeologico di Akrotiri. Questo sito in qualche modo ricorda la nostra Pompei, tant’è che viene da molti definita la Pompei greca. Entrambe sono giunte fino a noi perché sommerse in epoca passata dalle ceneri vulcaniche, durante un’eruzione di 4000 anni fa, che ne ha decretato la fine. Seppur di piccole dimensioni, in questo posto si respira un’atmosfera speciale. Le stesse ceneri che l’hanno distrutta ce l’hanno riconsegnata molti secoli dopo ancora intatta. Molto di ciò che è stato trovato si trova nei musei di Firà e di Atene e l’intero sito è interamente racchiuso all’interno di una struttura coperta, che ha la doppia funzione di conservare le rovine, riparandole dalle intemperie, e di dare ombra durante le ore calde. Case, affreschi e ceramiche si sono salvate dall’incuria del tempo e sono in uno stato di conservazione che direi ottimo. La cosa che ho trovato più affascinante è stata la possibilità di poter camminare tra i resti archeologici grazie a una serie di passerelle che si addentrano tra le mura delle rovine, assicurando una sorta di tuffo letterale nel passato. Il biglietto costa 5 euro e sono aperti dal martedì alla domenica (9.00-15.00).

Finita la visita, ci dirigiamo verso l’estrema punta sud-occidentale dell’isola al vicino faro di Akrotiri. La vista anche qui è impagabile e le foto di rito si sprecano. Proprio lungo la strada che porta al faro, molto panoramica, troviamo uno slargo molto carino. Ha delle panche in muratura di un bianco accecante e la vista è mozzafiato. La caldera, con i suoi vulcani e le sue isole, si apre davanti a noi, che la osserviamo dalla sua porzione più meridionale. Decidiamo di fare la nostra pausa pranzo qui con la buonissima Tiropita e Spanakopita acquistate la mattina a Kartherados, da Boras Bakery (che presto diverrà il nostro fornitore ufficiale di leccornie da forno per il pranzo!). Siamo sotto il sole è vero, ma il vento soffia piacevole, siamo seduti comodamente e la vista confonde l’azzurro del cielo con quello profondo del mare davanti al noi… Siamo letteralmente immersi nel blu: davvero fantastico! Da qui probabilmente deve essere bello anche ammirare il tramonto.

A questo punto la voglia di mare è tanta. Prendiamo dunque una strada polverosa con un cartello che indica la spiaggia di Kambia. Ne abbiamo sentito parlare bene e quindi la raggiungiamo, anche se non con poca difficoltà. Kambia beach è poco affollata, ha un ristorante-bar al suo margine che affitta ombrelloni e una splendida vista sulla Red Beach che si scorge in lontananza. La spiaggia è ciottolosa e l’acqua estremamente limpida. Innumerevoli barche a motore fanno la spola continua tra la red beach e la white beach, passandoci davanti, tuttavia rimane estremamente tranquilla. Si può accedere all’acqua tramite alcune scalette e una passerella e costituisce una buona alternativa a chi vuole rifuggire dalla folla delle altre spiagge:infatti la differenza di “popolazione” che intercorre tra la spiaggia di Kambia e la Red beach, che è ben più famosa e si scorge in lontananza, è (a dir poco) abissale. Ci rinfreschiamo con un bel bagno e poi ci rimettiamo in sella.

Abbiamo voglia di cercare altre spiagge, così ci riportiamo lungo il versante della caldera e ci fermiamo in prossimità della Caldera beach. La spiaggia è semi attrezzata, c’è una taverna chiamata Remezzo proprio affianco al punto di accesso e la vista è sempre mozzafiato. È molto piccola e molto tranquilla, ciottolosa sul bagnasciuga e le acque sono sicuramente pulite e limpide. Il bagno vista caldera e isole è senza pari e alcuni alberi ci offrono anche la possibilità di avere un po’ di ombra. Il pomeriggio passa tranquillo tra tuffi e riposo, poi dopo il cambio in hotel, decidiamo di raggiungere Imerovigli e la Skaros rock per il tramonto. Imerovigli al tramonto non è più quella sonnolenta e deserta cittadina inondata dal sole che ci era apparsa il primo giorno. Ora è diversa. La sua luce è cambiata. Ampi raggi luminosi la invadono e l’atmosfera è decisamente rilassata: la gente passeggia lenta per le sue stradine, qualcuno si lascia cullare pigro dalle numerose piscine a sfioro e le barche lasciano dietro di sé scie infuocate nel mare profondo. La vista è da cartolina e presto dal dorato si passa al rosso fuoco e infine ad una luce più morbida, fatta di intense pennellate di violetto. Qualche intrepido osa perfino scalare la fortezza di Skaros per avere una vista migliore e io non ho dubbi nell’affermare che il più bel tramonto dell’isola lo si ammira proprio da qui. Risaliamo in moto che il tramonto è passato da un pezzo e programmiamo la serata. La cena la faremo a Thira e precisamente da Kapari. Sarà la cena migliore del viaggio. Ci fanno accomodare sotto una magnifica veranda fiorita piena di bouganville in fiore, e ordiniamo i famosissimi pomodori secchi fritti e la feta impanata al miele con semi di sesamo. Come piatto principale un calamaro ripieno gigantesco. Il prezzo è ottimo e alla fine ci offrono anche un bicchierino di Rakomelo, un digestivo (il raki, tipico cretese) al sapore di miele che viene servito tiepido. Con il conto inoltre ci omaggiano di un sacchetto di lavanda profumatissimo, che conservo ancora gelosamente nel mio cassetto.

27 Luglio – Quarto giorno

Oggi abbiamo in programma il tour della caldera in barca. L’abbiamo prenotata il primo giorno in un agenzia di Thira (la Santo Star Travel) ed è stata molto interessante. Ci sono varie opzioni:

– la gita al vulcano che dura circa 2 ore e comprende la visita del vulcano Nea kameni (18 Eur)

– la gita al vulcano e alle hot springs di circa 3 ore (20 Eur)

– il tour completo della caldera che dura quasi l’intera giornata (6 ore circa) e tocca anche l’isola di Thirassia (26 Eur)

– tour al tramonto di 5 ore che oltre ai vulcani consente di ammirare il tramonto dal mare (35 Eur)

Noi per amor di completezza abbiamo scelto la crociera di 6 ore, attratti dal fatto che la guida al vulcano effettuasse spiegazioni anche in italiano (chiedete all’agenzia dove acquisterete il biglietto se sono previste guide in lingua italiana e quando; la visita del vulcano non sarebbe assolutamente stata la stessa senza le interessantissime spiegazioni della nostra brava guida). Con il senno di poi però, mi sento di sconsigliare l’opzione più lunga a favore di quella di 3 ore che porta al vulcano e alle hot springs o di quella al tramonto (anche se costa un po’ di più). Questo perché l’escursione giornaliera ha in più solo la sosta a Thirassia di due ore per il pranzo, in un orario assolutamente inadatto per l’esplorazione dell’isola stessa (ovvero le ore 13).

La gita parte dal porto vecchio di Firà, che raggiungiamo con la comoda ma costosa funivia che parte dal capoluogo (6 Eur circa a tratta). La barca è molto carina, tutta in legno e affascinante, se non fosse per l’inverosimile numero di persone a bordo. Troviamo il nostro angolino sul ponte della nave e iniziamo la nostra “avventura”. Prima tappa: il vulcano Nea Kameni. La guida ci illustra la storia di Santorini e del processo di formazione delle varie isole dell’arcipelago, mentre ci accompagna nella salita fino in cima. Questa non dura molto, circa una ventina di minuti, ed è intervallata da alcune soste, ma il sole cocente può rendere l’impresa più impegnativa del previsto. Portatevi con voi dell’acqua, un cappello e abbigliamento comodo. Inoltre vi consiglio assolutamente scarpe robuste e (se possibile) non troppo nuove. La calura del suolo ha scollato la suola delle mie, mentre la terra e la polvere hanno terminato l’opera. Anche se può sembrare arduo, vi consiglio lo stesso di arrivare fino in cima, da cui si gode una vista impagabile sulla caldera e sull’isola maggiore in lontananza. Riscendiamo giù, tra odore di zolfo e crateri ancora fumanti, e torniamo a bordo per raggiungere Palea kameni e le sue hot springs. Una volta che la nave si è ancorata, con una facile nuotata si arriva ad una sorta di piccolissima baia dove l’acqua è molto calda grazie alla sottostante attività vulcanica. In verità la scena da lontano fa desistere: una grande quantità di persone è stipata in pochi metri quadri, intenta a coprirsi dei fanghi dell’isoletta. Noi per curiosità arriviamo comunque fin sulla piccola spiaggia e constatiamo come l’acqua sia davvero calda e molto piacevole, nonostante le temperature esterne elevate. Indossate un costume scuro e non troppo nuovo (o comunque che non vi dispiaccia si rovini). Le acque di Palea Kameni, nonché i suoi fanghi, potrebbero macchiare la vostra tenuta da bagno a causa dell’elevato contenuto ferroso.

Non troppo convinti da questa esperienza, riprendiamo il mare e questa volta facciamo vela verso l’isola di Thirassia. Qui si danno a disposizione circa 2 ore per esplorare l’isola e vista l’ora, per pranzare in una delle tante taverne allineate lungo il porticciolo. Chi vuole può anche salire a piedi o a dorso di mulo verso il soprastante villaggio di Manolas. Tuttavia l’orario e le altissime temperature ci hanno fatto desistere. Abbiamo preferito consumare il pranzo al sacco che avevamo con noi in un punto ombreggiato a fianco della nave. In molti ci avevano sconsigliato di mangiare presso le taverne del porto, troppo turistiche e non a buon mercato, ma con il senno di poi probabilmente non avrei dato ascolto a quelle voci: i piatti sembravano effettivamente abbastanza invitanti e d’altronde l’attesa prima di ripartire è davvero elevata. Attendendo il ritorno ci siamo comunque consolati alternando un po’ di riposo a qualche bagno nelle acque, comunque limpide, del porticciolo di Korfos.

Il rientro al vecchio porto di Thira si rivelerà il vero plus di questa esperienza. Chi non arriva in traghetto deve approfittarne, perché la vista verso l’alto dalla caldera è magnifica. Possenti (e allo stesso tempo protettive) le alte falesie rossastre si innalzano e sembrano abbracciarvi, mentre il sole comincia appena a calare e le luci si fanno più soffuse e accoglienti. Vi assicuro che il solo rientro vale l’escursione: immagino quanto sia ancora più suggestivo con il sole al tramonto!

Il bilancio finale è dunque fatto di alti e bassi: avrei evitato la fermata di due ore a Thirassia (ma solo per il fatto che avviene in un orario molto caldo; il panorama da Manolas deve essere da cartolina), mentre sono irrinunciabili secondo me la visita al vulcano, con la sua vista dalla cima e il rientro verso il vecchio porto, davvero suggestivo.

Una volta approdati di nuovo a Thira torniamo in hotel per riposarci un poco. Anche se può non sembrare la giornata è stata impegnativa, e dunque usciremo solo più tardi per la cena. Abbiamo il tavolo prenotato da Metaxy Mas a Exo Gonia (è stato l’unico caso in tutta l’isola in cui siamo stati costretti a prenotare per trovare posto, e in effetti valeva la pena aspettare). Una bellissima terrazza affaccia sulla vallata sottostante verso Kamari e il promontorio che la divide da Perivolos, il personale è molto gentile e la cucina ottima. A lume di candela, si consuma senza troppa fretta una cena rilassante costituita da piatti ottimi, tipici sia della cucina cretese che di quella di Santorini. Prendiamo le tipiche melanzane bianche cucinate in forno per antipasto e come piatti principali un filetto di vitello con salsa al Vinsanto, funghi e riso basmati e una bistecca di maiale servita con patate al cartoccio cucinate alla maniera tipica cretese. Tutto buono ad un prezzo più che giustificato. Lo consigliamo senz’altro, soprattutto per l’atmosfera romantica e rilassante!

28 Luglio – Quinto giorno

Questa mattina la nostra destinazione è la spiaggia di Perissa, ma prima di dedicarci alla vita da spiaggia decidiamo di raggiungere il sito archeologico di Ancient Thira, che si trova sul promontorio di Mésa Vounò e separa Kamari da Perissa.

L’antica Thira è un insediamento successivo all’eruzione che aveva distrutto l’insediamento di Akrotiri e si raggiunge percorrendo una strada in salita e piena di tornanti, che tra l’altro non è nemmeno esattamente asfaltata ma costituita da un acciottolato che qualche ardimentoso percorre anche a piedi. La strada sembra non finire mai, ma alla fine arriviamo in cima. Una volta arrivati e aver parcheggiato, si paga un biglietto di ingresso di circa 4 euro e… si continua a salire! Questa volta però a piedi. Il panorama sul mar Egeo è ancora una volta stupefacente (Santorini ci ha ormai abituato a questi scenari meravigliosi!) e Kamari e Perissa si stendono sotto di noi da un lato e dall’altro del promontorio. Siamo abbastanza in alto: sembra di poter toccare con un dito gli aerei che nel frattempo atterrano sull’isola! Il mio ragazzo che soffre di vertigini, avrà il suo bel daffare per abituarsi all’altitudine, ma alla fine riusciamo a visitare il sito che è davvero grande e in verità non tenuto molto bene. I pannelli esplicativi sono pochi e nessuna guida è nei paraggi: l’unica sorgente di informazioni disponibile è la brochure in greco e inglese presa all’ingresso e la Rough guide che abbiamo portato con noi. Tuttavia sono ben riconoscibili i resti di un anfiteatro, che come sfondo ha il magnifico mare, l’agorà e la via sacra, all’inizio della quale si trovano dei magnifici bassorilievi raffiguranti un delfino, un’aquila e un leone e rappresentanti rispettivamente Poseidone, Zeus e Apollo. Il sole può diventare cocente al mattino, e ovviamente non ci sono servizi di sorta, quindi munitevi di acqua oltre che di cappellino e crema solare. È utile anche ricordare che il sito è chiuso di lunedì e aperto fino alle 15.

Dopo la visita, decidiamo che è tempo di un bagnetto rinfrescante e quindi ci portiamo a Perissa. Il lungomare di questa cittadina non è molto dissimile da quello di Kamari. Anche qui troviamo una distesa infinita di beach bar e taverne che in cambio di una consumazione offrono la possibilità di stare in spiaggia tutto il giorno. Seguendo i consigli di altri tpc ci fermiamo a pranzo da Ntomatini, una taverna che offre comodi lettini e ombrellone in cambio della consumazione presso il loro ristorante. È specializzato in mezes, ovvero antipasti caldi che si portano a centro tavola da condividere con tutti i commensali ed offre tra l’altro una location molto carina, con le sue sedie verde acido che fanno da contrasto al bianco assoluto del locale. Mangiamo molto bene e abbondantemente (prendiamo un insalata greca e un calamaro grigliato davvero buono) e alla fine rotoliamo letteralmente verso la spiaggia per il riposino pomeridiano. Anche a Perissa la sabbia è scura e si fa rovente man mano che la giornata avanza, ma l’acqua è sicuramente pulita e cristallina, dai riflessi cangianti al sole. I lettini extra large della taverna, con tanto di imbottitura, sono comodissimi e così ci facciamo vincere dall’ozio e ci rilassiamo fino a pomeriggio inoltrato.

Di ritorno allo studio passiamo per il lungomare di Perivolos e Aghios Georghios, giusto per dare un’occhiata e notiamo che in realtà non sono molto dissimili da Perissa. Dopo il solito pit stop alla pensione, decidiamo cosa fare in serata e la scelta ricade ancora una volta su Thira. Passeggiamo e ci godiamo il tramonto, dopodiché visitiamo la cattedrale ortodossa della città. È la prima struttura ortodossa che visitiamo in assoluto; ci appare maestosa (nonostante non sia una delle più grandi nel suo genere) e finemente decorata con il suo grande lampadario che scende dall’alto della cupola. È molto moderna perché recentemente ricostruita a seguito di un terremoto, ma merita in ogni caso una sosta se si è di passaggio (anche se breve!). Continuiamo la nostra passeggiata e alla fine decidiamo di fermarci a cena da Noussa, che si trova proprio nei pressi della cattedrale. È molto conosciuto e ha una bella terrazza panoramica sulla sua sommità. Noi troviamo posto (purtroppo) solo all’interno, ma mangiamo molto bene. Assaggiamo la nostra prima Moussaka greca e la troviamo davvero ottima! La serata finirà con un’altra passeggiatina nel centro della città che di notte si affaccia sulla buia caldera, grande buco nero su cui sembra che Thira si mantenga letteralmente in bilico.

29 luglio – Sesto giorno

Oggi la giornata è dedicata alla scoperta delle spiagge della costa meridionale dell’isola, nel tratto compreso tra Kambia Beach e Aghios Georgios. La prima tappa di giornata sarà la Red Beach. Essa è raggiungibile dopo un breve tratto a piedi e la mattina la troviamo in piena ombra. Deve il suo nome al colore rossastro dell’alta scogliera che le dà le spalle e ha un mare pulito e decisamente cristallino. È molto piccola e nel corso della mattinata si riempirà in fretta. Anche qui si trovano lettini e ombrelloni per chi volesse noleggiarli. A mio parere vale la pena visitarla in tarda mattinata anche quando la spiaggia diventerà assolata e molto più popolata; questo perché l’ombra le toglie quel fascino che invece avevamo colto ammirandola da Kambia Beach, con la scogliera rossastra che brillava alla luce del sole e rivelava le sue mille sfumature di rosso.

Verso le ore 10 cominciano ad arrivare le prime barche, che con una cifra di 5 euro conducono all’altrettanto famosa White Beach e poi alla Black beach. Decidiamo di visitare la prima, così ci imbarchiamo e dopo 3/4 minuti scarsi arriviamo a destinazione. Ci lasciano a circa 50 metri dalla spiaggia e con le nostre borse sopra la testa la raggiungiamo. A dire la verità rimaniamo un po’ delusi, forse a causa del mare mosso e dell’orario ancora una volta probabilmente sbagliato. La mattina la spiaggia è in piena ombra e il mare si ingrossa ogni volta che una delle barche a motore è di passaggio, erodendo la battigia. Non troviamo nient’altro che qualche primo visitatore e un ragazzo che si occupa dell’affitto degli ombrelloni, peraltro inutili di primo mattino. Il nome della spiaggia è dovuto all’alta scogliera bianca che si trova alle sue spalle; la grossa sabbia è comunque scura e mista alla ghiaietta che vi si trova. Tuttavia il bagno è impossibile, il vento soffia e fa quasi freddino, così dopo un giro di perlustrazione nei dintorni, alla prima occasione prendiamo di nuovo la barca per tornare alla Red beach. Prima di far ritorno essa si fermerà alla black beach, poco prima di Akrotiri, dove stranamente nessuno vorrà scendere (e quasi ti implorano di farlo!). Noi non siamo scesi, forse perché un po’ delusi dall’esperienza precedente; comunque per chi fosse interessato la spiaggia è molto più ampia della white beach ed è attrezzata con piccolo bar e ombrelloni. Purtroppo noi siamo stati un po’ sfortunati ma non mi sento di rinnegare totalmente l’esperienza o di non consigliarla. Suggerirei piuttosto di non recarvisi così presto, o comunque solo in tarda mattinata/primo pomeriggio, per apprezzarne la vera bellezza quando sono illuminate dal sole.

Ritorniamo dunque al punto di partenza e sostiamo un po’ sulla spiaggia rossa, prima di cambiare meta e continuare l’esplorazione della costa. La terza tappa sarà Vlychada con le sue alte scogliere di pietra pomice alle spalle. È una spiaggia molto tranquilla, attrezzata e con qualche taverna sul suo lungomare. La sabbia nera la fa apparire molto selvaggia, quasi lunare, ma la giornata continua a non sorriderci: il mare è mosso e così ripartiamo quasi subito anche da qui. Torniamo dunque piuttosto presto in hotel, da cui dopo una nuotata consolatoria in piscina usciamo all’ora del solito tramonto. Decidiamo di bissare l’esperienza da Santo Wines e quindi facciamo di nuovo l’assaggio dei sei fantastici vini dell’isola e ci godiamo lo spettacolo dalla balconata, stavolta nella sua versione più classica, senza le strane nuvole che durante la prima visita erano salite dal mare. Ripartiremo solo all’ora della cena che faremo a Thira con la nostra prima pyta gyros, che quasi non riusciremo a finire per quanto è grande!!

30 Luglio – Settimo giorno

Sull’ultimo giorno pieno di vacanza c’è ben poco da dire, se non che lo spenderemo tutto a Kamari, dove ci godremo il mare e la spiaggia per l’intera giornata. L’ultima cena della vacanza la faremo invece nel porticciolo di Ammoudi, dove ci eravamo ripromessi di tornare prima della partenza. Ceneremo ammirando il tramonto all’Ammoudi fish tavern, la prima taverna alla fine della strada, accompagnati dal sottofondo di un’allegra festa di nozze che si svolgeva sul terrazzo sopra il nostro tavolo. I prezzi sono stati un po’ più alti della media ma il polpo alla griglia che prenderemo era così tenero e saporito, che ancora lo ricordiamo! Di notte il piccolo porto diventa incredibilmente animato e le taverne (tutte!) sono in pratica strapiene. Anche se un po’ caotico è piacevole cenarvi, specie prima che il sole tramonti. La sera finirà a Oia, dove faremo un ultimo giro alla luce di una “super luna”, che sembra completare uno scenario praticamente perfetto.

31 Luglio – Ottavo giorno/Ripartenza

Oggi giorno di partenza e quindi lentamente facciamo i bagagli, lasciamo la stanza e riportiamo il nostro “bolide” al moto noleggio. Per il resto della giornata ci daranno un piccolo cinquantino, che faticherà nello scorrazzarci in giro per l’isola. Prima tappa della giornata sarà la Panagia Episkopi, la più antica chiesa dell’isola. L’avevamo tralasciata giorni addietro e non volevamo mancarla. È la più importante chiesa bizantina di Santorini ed è caratterizzata dalla presenza di un iconostasi scolpita in marmo. La chiesa è magnifica, così come l’esterno, davvero ben tenuto. Di mattina poi è tranquillo (ci siamo solo noi!) e la giornata limpida ci permette di scattare magnifiche foto sul panorama sottostante.

Dopo questa visita, ci dirigiamo al vicino Wine museum, consigliatoci da molti. È una cantina storica nel cui lungo tunnel sotterraneo si trovano installazioni che espongono la storia della famiglia Koutsoyannopoulos e il processo della vinificazione tipico dell’isola. L’ottima audio guida in italiano spiega ogni passaggio e la visita procede spedita e piacevole. Al termine del percorso c’è l’assaggio di 4 vini che è compreso nel prezzo del biglietto (di circa 9 euro) e la possibilità di acquistare il vino da portare a casa. Noi compreremo del Vinsanto, che tra l’altro è davvero una delle punte di diamante di questa azienda e va assolutamente assaggiato, nel comodo formato da 100 ml adatto anche al bagaglio a mano. La partenza si avvicina e non vogliamo andare via senza un ultimo saluto alla caldera. Ci concederemo così un pranzo con vista dalla terrazza del ristorante Volcano Blue, dove ci riempiamo gli occhi di blu un’ultima volta prima di tornare a casa. Frittura e insalata greca chiudono dunque il nostro idillio, che terminerà con un’interminabile attesa, a causa del ritardo di ben due ore del nostro volo di ritorno.

Di Santorini non posso che avere un magnifico ricordo. La nostra è stata una vacanza lunga rispetto a quella di chi la visita solo per pochi giorni, pensando che ci sia poco da vedere, o che comunque sia solo un’isola di passaggio. Nonostante tutto quello che si legge, non è secondo me meta da turismo mordi e fuggi: va assaporata e scoperta piano piano. Merita tutto il tempo di una visita a passo lento. Nonostante 8 giorni circa di vacanza non l’abbiamo comunque girata tutta, mancano all’appello le spiagge del nord est e alcuni dei paesini dell’entroterra. Abbiamo anche mancato il piccolo museo archeologico che merita senz’altro una visita. Tuttavia non ci preoccupiamo troppo, perché so che ci torneremo. E lo faremo per la sua atmosfera, i suoi tramonti, la sua storia, le sue spiagge, la sua cucina ed il suo mare che ci è rimasto nel cuore… a Santorini di motivi per andare (e tornare!) ce n’è sicuramente ben più di uno…



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