Destinazione Budapest, passando per Lubiana e il lago Balaton
21/4/14
Siamo partiti sotto la pioggia da Padova verso le 10 del mattino, e all’ora di pranzo eravamo all’hotel di Lubiana (Birokrat Hotel, 72 € la notte oltre alla tassa di soggiorno, prenotato direttamente sul sito dell’hotel). Lì abbiamo lasciato i bagagli e, presi i biglietti per l’autobus, ci siamo diretti verso il centro della città. L’hotel è abbastanza fuori dal centro, ma è bello e pulito, e il centro si raggiunge facilmente in una decina di minuti con gli autobus o con il taxi (che ha un prezzo convenzionato).
Indice dei contenuti
Sotto la pioggia, siamo partiti dalla piazza di fronte ai tre ponti, e abbiamo visitato la chiesa francescana dedicata alla Annunciazione, la Franciskansak cerkev. Da lì abbiamo attraversato uno dei tre ponti, e poi fatto una breve passeggiata verso la Cattedrale di S. Nicola, il mercato coperto (visto da fuori perchè era chiuso), altre due piazze, il ponte dei macellai, opera avveniristica (ci ha ricordato il nuovo ponte di Calatrava di Venezia), che i giovani hanno riempito di lucchetti. Ancora, il lungofiume, dove ci sono tutti i localini con i tavoli all’aperto, un grande magazzino dei primi anni del 1900, ben ristrutturato, una serie di palazzi in stile “secessione”, come viene chiamato il liberty da queste parti, poi ancora il ponte dei calzolai e infine, dopo una bella salita, il Grad, cioè il castello. Vista la pioggia, abbiamo deciso di visitare, oltre alle parti a ingresso libero (le mura, le prigioni, la cappella), anche il piccolo museo con la storia di Lubiana e della Slovenia e la torre, da cui si godrebbe, se fosse bel tempo, di un bellissimo panorama (costo: 6 € a testa).
Abbiamo deciso di fermarci a mangiare nel ristorante del castello, il Gostilina Na Gradu, dopo aver letto che vengono utilizzati prodotti a km zero. E’ un bel locale, adeguato all’ambiente castellano. Il cibo è tipico sloveno, molta carne e formaggi. C’è poco di vegetariano o vegano nel menù, ma chiedendo preparano dei bei piatti di verdure e riso che tolgono abbondantemente la fame. E’ un po’ caro, ma ne valeva la pena.
22/4/14
Ci siamo svegliati finalmente con il sole e, preso l’autobus, siamo tornati in centro, per continuare il giro lasciato in sospeso il giorno precedente.
Ci siamo diretti nella piazza del municipio, bell’edificio dove siamo entrati per ammirare il bell’atrio e la fontana, abbiamo acquistato un po’ di cioccolata in una cioccolateria lungo il corso principale, siamo tornati verso il ponte dei calzolai, che abbiamo attraversato per visitare la zona delle università, del centro per il festival di Lubiana, la piazza del Congresso con il Palazzo della Filarmonica, la biblioteca universitaria, al cui interno c’è un imponente scalone di marmo nero, e siamo tornati verso il municipio, per vedere il mercato coperto che era aperto e passeggiare sul lungofiume con il sole. Prima di ripartire, abbiamo mangiato un’ottima raw cake (torta al cioccolato crudo, senza latticini nè uova) in una splendida pasticceria, la Kavarna Zlati Dukat (Ciril-Metodov trg 14), dove i camerieri ci hanno invitato a ritornare per bere uno dei numerosi caffè speciali che preparano.
Nel primo pomeriggio abbiamo recuperato la macchina (lasciata all’hotel anche dopo aver liberato la stanza) e, dopo una sosta al BTC City, mega centro commerciale, talmente grande che non siamo riusciti a capire quanti negozi ci fossero, siamo partiti per Budapest.
Un viaggio tranquillo di circa cinque ore, su una autostrada in buone condizioni e con pochissimo traffico, ci ha consentito di arrivare senza problemi nella pensione che avevamo scelto grazie al suggerimento di un nostro amico.
Si chiama Alfréd Panziò (www.alfredpanzio.hu), ed è situata ad una decina di Km dal centro di Budapest, facilmente raggiungibile con l’HEV, il treno che è come una metropolitana per la frequenza e che in poco più di dieci minuti ti porta in centro.
Se poi si vogliono usare anche altri mezzi pubblici, è comoda la tessera dei trasporti per 24 ore al costo di 1.650,00 fiorini. La Budapest Card, che dà per 24, 48 o 72 ore accesso illimitato ai trasporti pubblici, conviene solo se si vanno a visitare almeno tre musei tra quelli convenzionati (non lo è, per es. il Parlamento).
Essendo arrivati a Budapest all’ora di cena, abbiamo deciso di andare a mangiare in un posto abbastanza vicino alla pensione, indicatoci dalla ragazza che c’era alla reception.
Il locale si chiama “Pizza Paradicsom” (III. Vörösvári út 13), ed è uno dei pochi locali dove si può mangiare anche tardi, essendo aperto 24 ore: ci sono sia pizze che piatti tipici ungheresi: ottime le zuppe di verdure! E la spesa è veramente bassa.
23/4/14
Ci siamo alzati con calma e, con il nostro trenino, ci siamo portati verso il centro, e più precisamente a Pest. Abbiamo iniziato la nostra visita, seguendo un itinerario storico.
Essendo arrivati con la metro nella piazza dove c’è il parlamento, abbiamo subito goduto di questa spettacolare nuova piazza, inaugurata da circa un mese, e poi abbiamo passeggiato sul lungofiume, dove c’era un’opera particolare, rappresentante una serie di scarpe, in ricordo degli ebrei fucilati sulla sponda del Danubio.
Siamo arrivati al Ponte delle Catene (Szechenyi-lanchid), primo ponte fisso ad unire Buda e Pest, di fronte al quale c’è un’ampia piazza, con alcune statue e palazzi interessanti, bello in particolare quello che ora è il Four Season, per poi continuare lungo la zona pedonale, ammirando palazzi e piazze.
In piazza Vorosmarty ter ci siamo fermati da Gerbeaud, una delle pasticcerie storiche del paese, dove volevamo mangiare un dolce e bere qualcosa. Certo, il locale è storico, molto caratteristico, arredato in stile fine ottocento, ma 30 euro per due fette di torta e due limonate mi sembrano veramente troppi, soprattutto considerando che la torta, se pure ben presentata, non era nulla di che.
Continuando la nostra passeggiata, abbiamo visto altri palazzi storici e alcune chiese particolarmente interessanti, quali quella ortodossa, la parrocchiale e la chiesa dell’università.
Oltrepassato il ponte Erzsebet, ci siamo diretti verso il ponte della libertà, vicino al quale c’è il palazzo dell’università Corvinus e il mercato coperto. Continuando a passeggiare abbiamo visto altri palazzi e chiese, la sinagoga (dall’esterno, era già tardi per la visita), il quartiere ebraico. Camminando, siamo arrivati fino alla Chiesa di Santo Stefano, che riusciamo a vedere dentro per un soffio. Quindi, essendo ormai sera, siamo andati a prendere il treno e siamo scesi nella zona dell’antica Obuda. Qui, in una bella e silenziosa piazza (Fo tér), abbiamo cenato all’Uj Sipos, grazioso ristorante frequentato anche dagli ungheresi, con piatti tipici. La serata è stata anche allietata da alcuni musicisti ungheresi che suonavano musiche tipiche e non solo. La cena è stata molto buona, abbondante e di buona qualità. Da consigliare.
Prima di riprendere il treno, abbiamo passeggiato in questa zona, forse poco frequentata dai turisti, ma molto bella.
24/4/14
Siamo partiti prestino con il treno per andare a cercare i biglietti per la visita al parlamento (1750 fiorini a testa, circa 6 euro). Poiché siamo riusciti a prenotare solo per le 13.15, abbiamo continuato la nostra visita di Pest partendo dall’Isola Margherita, spettacolare area verde nel mezzo del Danubio, raggiungibile attraversando un ponte, luogo di relax e pratica sportiva per gli abitanti di Budapest. Quindi abbiamo preso il tram n. 2 che attraversa la zona antica, vista ieri a piedi, e ci porta nella zona più moderna, dove si trova il Teatro Nazionale, edificio recente, molto particolare, forse un po’ kitch, ma sicuramente da vedere. Da lì abbiamo passeggiato sul lungo fiume, ammirando palazzi moderni, in particolare la “balena”, complesso di vetro culturale-commerciale.
Siamo quindi tornati al Parlamento, dove, dopo i controlli di rito, abbiamo seguito la guida che ci ha portato all’interno. La visita dura una mezz’oretta, preceduta da un quarto d’ora di controlli. E’ un bell’edificio, sorto tra fine 800 e inizio 900, molto moderno per l’epoca in cui fu costruito (c’era già l’elettricità e una sorta di impianto di condizionamento/riscaldamento), che apprezziamo. All’interno, ammiriamo anche la Corona di Santo Stefano.
Usciti, abbiamo camminato ancora per raggiungere la maestosa Piazza degli Eroi e il parco retrostante. Lungo la strada per arrivarci, si trovano numerosi palazzi e musei. Ci siamo spostati quindi a Buda, dove siamo saliti sulla fortezza per ammirare il panorama. La sera, tornati alla pensione, abbiamo di cenare lì vicino, in una trattoria tipica ungherese (Rezpatko ettereme, Szenterdrei ut), frequentata più da locali che da turisti. Il menù è, in parte, anche in inglese, il cibo è buono anche se c’è poco per chi, come me, non mangia nè carne nè pesce. Mi dicono che comunque, prenotando prima, riescono a preparare anche una cena vegetariana.
25/5/14
Abbiamo iniziato la nostra visita fermandoci ad Aquincum, appena fuori dal centro città, dove i romani fecero sorgere il loro primo accampamento. Qui infatti si trova un piccolo museo ed un parco archeologico (1.600 fiorini a testa), nel quale sono ottimamente conservate le piante e le strutture degli edifici e delle strade della città romana. In una casa ci sono ancor ai mosaici del bagno… Molto bello e ben organizzato.
Siamo quindi tornati a Buda, per vedere la chiesa di Mattia, il Bastione dei Pescatori, e il Palazzo Reale. Qui ci sono due musei, per uno dei quali il biglietto di ingresso è compreso nel biglietto che avevamo fatto ad Aquincum. E’ il Museo Storico di Budapest, dove si trovano una bella cappella, la sala gotica, numerosi reperti gotici e alcune testimonianze dell’epoca moderna. Molto più grande di quanto pensavamo, non siamo riusciti a visitarlo tutto, per motivi di tempo, ma meritava sicuramente un po’ di tempo in più.
Usciti da qui, con la metro ci siamo diretti, per un po’ di relax, ai bagni Szèchenyi, vicino alla piazza degli Eroi, tra i più antichi e famosi di Budapest. Li abbiamo scelti dopo aver guardato diverse recensioni, e dopo aver sentito anche il parere della nostra receptionist. Pagato il biglietto di ingresso (4100 fiorini a testa con armadietto, circa 14 euro), ci siamo diretti agli spogliatoi (separati per maschi e femmine) e quindi siamo usciti all’aperto, dove si trovano le tre piscine esterne. In inverno deve essere difficile uscire in costume, ma una volta infilati in una delle due piscine calde, la sensazione è spettacolare. Una vasca ha l’acqua più calda, e un getto massaggiante, l’altra l’acqua leggermente più fredda, ma diversi giochi d’acqua (idromassaggio, getti per il collo e, molto divertente, una corrente che ti fa girare in tondo a tutta velocità). La terza vasca, con acqua un po’ più fredda, serve per nuotare.
All’interno della struttura ci sono poi una serie di altre piscine con temperature variabili, alcune saune a diverse temperature e un bagno turco. Abbiamo scoperto troppo tardi che una parte dell’impianto chiudeva alle 19, e quindi l’abbiamo persa. Per cena, siamo tornati al “Pizza paradicsom”.
26/4/14
Siamo partiti abbastanza presto per la nostra ultima meta di questa breve vacanza, il Lago Balaton. La strada, sempre tranquilla e poco trafficata, ci ha portato alla prima meta, la cittadina di Vezprem, dove con una bella passeggiata raggiungiamo il Castello, ammirando lungo la strada alcuni palazzi ed edifici storici interessanti.
Poi ci siamo diretti a Balatonfured, graziosa cittadina sul lago, con un bel porto ed un parco dove passeggiamo sul lungolago. Unica delusione, nella guida era segnalato un “angolo dall’atmosfera mediterranea” che altro non era che una sorta di parco divertimenti, oltretutto chiuso e dismesso, veramente brutto. Percorrendo la strada abbiamo percorso la penisola di Thiany, dove si trova una spettacolare abbazia, purtroppo chiusa per matrimonio. Infine siamo giunti ad Heviz con il suo lago termale, dove abbiamo pernottato. L’albergo scelto è stata la Korona Panzio (45,76 € con colazione, prenotato con booking), da cui, con una passeggiata di circa un quarto d’ora, si raggiunge il lago termale. La stanza è grande, pulita, con un bel terrazzo ed un bel bagno. C’è un parcheggio interno gratuito, non molto grande, ma comodo.
Abbiamo cenato nel ristorante annesso alla pensione, dopo aver letto diverse recensioni positive. Effettivamente offre una buona cucina, molti piatti tipici ungheresi, con alcune proposte anche per vegetariani, un po’ meno per vegani.
27/4/14
La mattina, dopo una colazione abbondante e dopo aver liberato la stanza, siamo andati a goderci il lago termale. La macchina l’abbiamo lasciamo nel parcheggio della pensione. Abbiamo scelto, tra le varie proposte per l’ingresso, quella Relax (3700 fiorini, circa 12,5 euro), che prevede utilizzo sia del lago che dell’area wellness per 4 ore (dopo dovevamo ripartire per l’Italia). Ci siamo cambiati e ci siamo tuffati subito nel lago. E’ un incanto. Complice la bella giornata e il fatto che non c’era troppa gente, ci siamo goduti veramente un’ora abbondante di nuotata nel lago, la cui acqua di origine vulcanica ha una temperatura costante di circa 30 gradi, a scoprire le varie macchie di ninfee che si aprivano pian piano, comprese alcune ninfee rosse tropicali, portate qui da un esploratore un secolo fa, e veramente spettacolari. Dopo aver girato tutto il laghetto, ci siamo trasferiti nell’area fitness,per una esperienza a dir poco paradisiaca. Anche per me, che non sono esattamente un’amante di saune e simili, il tempo è volato. L’impianto è nuovo e molto pulito, ci sono diverse saune, la più bella dove si entra senza costume a temperatura molto elevata, e poi via via altre a temperature inferiori, con una bella vasca di acqua fredda dove bagnarsi usciti dalla sauna, una sauna con i colori della cromoterapia, un bagno turco, la grotta di sale, e una sala a 2 gradi, con il ghiaccio. Un posto da consigliare e dove tornare anche solo per un week end lungo.
Alle 14 siamo partiti e abbiamo fatto una breve sosta a Keszthely, dove sorge il castello Festetics, grandioso edificio barocco, appartenuto per oltre duecento anni alla stessa famiglia che l’ha più volte ampliato, con un parco immenso, e con alcuni spazi adibiti a museo.
Dopo un’oretta nel parco, ci siamo avviati verso l’autostrada e verso l’Italia.