Destinazione Angkor

Resoconto di un viaggio alla scoperta di tesori antichi custoditi da una giungla ancora misteriosa
Scritto da: Giramondina91
destinazione angkor
Partenza il: 12/11/2014
Ritorno il: 23/11/2014
Viaggiatori: 1
Spesa: 2000 €
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1°/2° giorno

Io ed il mio gruppo di compagne di viaggio, dopo le prime presentazioni fugaci al check in, ci imbarchiamo puntualissime sul volo della Singapore Airlines che ci porterà nel cuore di uno dei più affascinanti Paesi del sudest asiatico. Arriviamo a Singapore dopo un volo di circa 12 ore e facciamo uno scalo di circa 7 ore (troppe!) che però ci permette di visitare velocemente questa moderna megalopoli grazie ad un servizio gratuito offerto dalla stessa compagnia aerea. Dopo ore interminabili saliamo su un aereo di più modeste dimensioni della Singapore che in circa 2 ore ci porta a destinazione. Arriviamo stanche presso l’aeroporto della capitale, Phnom Penh, e veniamo accolte dalla simpatia e cordialità di Carlo, il nostro esperto di storia e cultura dell’arte khmer, e da Canel, la guida che ci accompagnerà per tutta la durata della nostra avventura. Arriviamo stravolte e l’unica cosa che voglio fare è tuffarmi nel mio letto per rigenerarmi ed essere pronta per la giornata di domani.

3° giorno

La prima giornata in terra cambogiana la dedichiamo alla visita della capitale, una strana mistura tra modernizzazione occidentale e tradizionalismi orientali; la nostra esplorazione inizia da uno dei luoghi più sfarzosi ed importanti di Phnom Penh: il Palazzo Reale e la Pagoda d’Argento, dove forse per la prima volta respiro la tranquillità e la serenità del mondo orientale. Finita la visita guidata da Carlo proseguiamo il nostra percorso raggiungendo il Museo Nazionale della capitale, dove la conoscenza e l’amore per la cultura di Carlo si fa ancora più presente ed io e le altre rimaniamo incantate di fronte alla statuaria angkoriana arricchita dalle meravigliose e dettagliatissime descrizioni del nostro esperto. Il tempo sembra davvero volare e appena uscite dal museo ci dirigiamo in un ristorante situato in riva al fiume Tonle Sap, dove gustiamo per la prima volta piatti tipicamente cambogiani di pesce e verdura. Usciamo dal ristorante ancora più cariche di prima e continuiamo la scoperta della capitale visitando all’Accademia Apsara (Champey Academy of Arts), il Mercato Centrale ricco di stranezze e cibi assurdi per l’ottica occidentale, fermata d’obbligo al Monumento dell’Indipendenza e al Monumento dedicato al re Sihanouk, e concludiamo la visita alla capitale visitando dopo il tramonto il Wat Phnom, situato a pochi metri dal nostro hotel.

4° giorno

La seconda giornata in terra cambogiana è dedicata interamente allo spostamento verso il Nord del Paese; lasciamo l’hotel di Phnom Penh la mattina presto, salutiamo e ringraziamo Carlo, e lasciamo insieme a Canel la capitale: appena usciamo dalla città le strade diventano di terra battuta, a brevi tratti male asfaltate e le case “all’occidentale” che avevamo visto in capitale lasciano il posto a baracche fatiscenti e sporche che si accatastano ai lati della strada. Carri trainati da buoi, bambini mezzi nudi che corrono nei campi, mondine che raccolgono il riso, motorini e tuk tuk che sfrecciano ai lati del nostro pullmino, tutto attira la mia attenzione e le prime ore all’interno del bus scorrono nel silenzio, siamo tutte attaccate ai finestrini a fare la conoscenza di questa povertà dilagante che la nostra guida dice essere un tratto dominante della Cambogia.

La prima sosta che ci concediamo è al Pa Av Market, un mercato vero che ci fa dimenticare il Mercato Centrale di Phnom Penh e nel quale ci perdiamo ad ammirare banchi carichi di frutta, verdura e carni sanguinolente che si accatastano su banchetti instabili o addirittura a terra, a pochi centimetri dai nostri piedi. Con gli occhi carichi di questa povertà ci dirigiamo verso un’altra tappa, questa tipicamente turistica: la cittadella di Skoun, conosciuta ormai per la vendita e la produzione dei ragni fritti!!! Verso le due del pomeriggio raggiungiamo Kompong Thom, una cittadina che non ha alcun particolare motivo di interesse per il viaggiatore, ma che rappresenta il punto di partenza quasi obbligato per la visita dell’area archeologica di Sambor Prei Kuk, alla quale dedichiamo parte del pomeriggio prima di proseguire il nostro viaggio verso Siem Reap. Le immagini da cartolina che continuano a scorrerci sotto gli occhi vengono immagazzinate sia nella memoria della mia macchina fotografica sia nel mio cuore.

5° giorno

Anche oggi la sveglia suona relativamente presto; il sole si è da poco alzato e la cittadina comincia a risvegliarsi lentamente e a riprendere i suoi ritmi orientali. Ci dirigiamo verso nord-est e in un’ora circa raggiungiamo Beng Mealea, un meraviglioso sito archeologico in parte distrutto dalle mine antiuomo del periodo di Pol Pot, in parte divorato dalla prorompente Natura, che nei secoli si è lentamente ma inesorabilmente impadronita del vasto santuario. Diventiamo tutte Indiana Jones e ci avventuriamo nel tempio per scoprire anche le zone più recondite e nascoste. Al termine dell’esplorazione ci imbarchiamo nuovamente sul bus e ci dirigiamo ancora più a nord per raggiungere il sito di Koh Ker, un sito notevolmente esteso con una meravigliosa vegetazione da cui emergono le possenti strutture dell’antica capitale khmer, Lingapura. Il monumento più affascinante è sicuramente il Prasat Thom, possente piramide a sette gradoni che ricorda vagamente i grandiosi monumenti messicani. Sotto un sole battente io e poche altre avventurose abbiamo deciso di raggiungerne la vetta per ammirare la maestosa giungla cambogiana! Sulla strada di ritorno verso Siem Reap abbiamo avuto l’occasione di sostare in un piccolo villaggio ai bordi della strada dove una miriade di bambini curiosi ma riservati hanno accettato da noi viaggiatrici occidentali commosse piccoli doni (magliette, canotte, matite, penne, quaderni…); è stata un’esperienza magnifica che ho inciso in maniera indelebile nel mio cuore.

6° giorno

Questa giornata la dedichiamo all’esplorazione della natura della Cambogia, visitando il Parco Nazionale di Phnom Kulen, montagna considerata sacra dai Khmer ed ancora oggi popolare meta di pellegrinaggio, sulla cui cima si trova un meraviglioso tempio buddista; un parco molto interessante, con una vegetazione fittissima, solcato da fiumi e piccoli torrenti, ricco di cascate. Il tragitto per raggiungere la sommità è difficoltoso ed io e le mie compagne d’avventura sobbalziamo a ritmi regolari sul van che non riesce ad evitare la miriade di solchi e buche creati dalla pioggia torrenziale della notte precedente. Guardiamo ammirate il letto del fiume dove, secoli fa, durante il periodo angkoriano vennero scolpiti direttamente nel letto dei torrenti migliaia di raffinati bassorilievi per rendere simbolicamente l’acqua che qui scorre divina e pura. Seguendo piccoli sentieri raggiungiamo le cascatelle, dove ci concediamo un bel bagno rigenerante e dove i nostri occhi sono allietati dall’arrivo di un gruppo di monaci. Un’esperienza indimenticabile!!! Pranziamo al sacco in un piccolo ristorantino poco lontano dalle cascate accompagnate dal canto ininterrotto delle cicale. Il pomeriggio lo dedichiamo ancora un po’ alla scoperta del parco e poi con una tranquillità tutta orientale torniamo al nostro campo base per la cena.

7° giorno: Angkor arriviamo!

La sveglia suona all’alba, la giornata si preannuncia ricca di sorprese ed emozioni. Dopo una colazione ricca ma fugace ci dirigiamo verso il sito archeologico di Hariharalaya, città pre-angkoriana, nota ai più come Rolous. La prima attrazione che visitiamo è il Preah Ko, archetipo perfetto di santuario dinastico. Abbiamo la fortuna di arrivare con largo anticipo rispetto agli altri gruppi, cosicché l’esplorazione di questo tempio avviene nella solitudine più perfetta e le foto che riusciamo a scattare sono sorprendenti. Un rapido trasferimento in bus e arriviamo rapidamente al Bakong, il tempio-montagna più imponente del gruppo di Rolous. Anche in questo caso l’esserci svegliate prima del sorgere del sole ha i suoi vantaggi e riusciamo a raggiungere la vetta di questo imponente tempio in anticipo rispetto agli altri gruppi, godendo di una vista mozzafiato sulla vegetazione e sui templi circostanti. Una volta scese ci soffermiamo un istante ad ascoltare un gruppo di musica tradizionale che rendono ancora più evocativa la nostra visita. Dopo un pranzo veloce ci rechiamo all’ultima costruzione del gruppo, quella forse più bistrattata per non so quale recondito motivo: il Lolei, dove un gentilissimo monaco ci accompagna per un tratto di strada parlandoci della sua vita e della sua missione. Saltiamo a bordo del nostro bus e rientriamo a Siem Reap e visitiamo il Museo Nazionale di Angkor, dove facciamo per la prima volta conoscenza della statuaria e delle meraviglie del regno khmer. La nostra giornata si conclude sul Tonle Sap, il lago più grande del sudest asiatico: prendiamo una piccola imbarcazione che nel giro di 30/40 minuti ci porta nel bel mezzo del villaggio galleggiante di Mey Chrey. Una visita obbligata, ma anche un tuffo al cuore perché per noi occidentali viziati quel vivere in capanne galleggianti senza elettricità né tantomeno acqua corrente rappresenta una situazione ai limiti del paradosso e dell’accettabile. Ci godiamo un meraviglioso tramonto e completamente immerse nel buio più totale rientriamo in hotel con gli occhi carichi dei sorrisi dei bambini del villaggio.

8° giorno

Ci siamo, oggi inizia la scoperta della meravigliosa ed immensa area archeologica di Angkor! Ormai abituate ci svegliamo prestissimo, cariche ed euforiche. La strada che divide il nostro hotel da Angkor è davvero breve ed in una manciata di minuti raggiungiamo il Prasat Kravan, una delle costruzioni più antiche dell’area, composto da 5 prasat in mattone dedicati a Vishnu. La fortuna ci assiste ed accompagnate solamente da una giovane coppia di tedeschi visitiamo il sito, per poi spostarci rapidamente nell’area del grande bacino della abluzioni, lo Srah Srang; decidiamo di allungare il nostro percorso aggiungendo la visita al monastero buddhista di Banteay Kdei, che Canel dice ricordare per molte caratteristiche il Ta Phrom che visiteremo il giorno seguente. Qualche foto d’obbligo, e di nuovo in marcia verso un’altra imponente attrazione di Angkor: il Pre Rup, tempio dalle imperiose dimensioni. Dopo una veloce pausa pranzo in un meraviglioso “agriturismo” immerso nelle campagne cambogiane risaliamo sul nostro bus alla volta del bacino artificiale oggi prosciugato chiamato Baray Orientale, al cui centro sorgono le rovine del meraviglioso tempio Mebon, il tempio degli elefanti, così denominato per la presenza di splendidi elefanti collocati agli angoli delle terrazze. Accaldate, stanche ma ancora desiderose di scoprire usciamo dall’area di Angkor e ci dirigiamo al Nord verso il Banteay Srei, meglio noto come la “cittadella delle donne”: qui rimaniamo incantate dalla raffinatezza dei bassorilievi, dal meraviglioso color rosa dell’arenaria e dalla pace che sembra abbracciare l’intero complesso. Ultimo spostamento: rientriamo nell’area di Angkor e visitiamo gli ultimi templi in programma per oggi: il Neak Pean, che Canel ironicamente compara alla Lourdes occidentale, in quanto questo tempio veniva e viene tutt’oggi considerato un luogo sacro, le cui acque avevano il potere di guarire chiunque vi si immergesse; già il raggiungimento di questo santuario posto al centro di un Baray è affascinante e ci porta in un’altra dimensione spazio-temporale: percorriamo un lungo vialetto di legno circondato da una fitta vegetazione nata sulle acque chete del Baray; e il Preah Khan, colossale monastero fortificato contornato da un canale. Non ancora sopraffatte dalla stanchezza, dopo una doccia rigenerante, decidiamo di uscire per una visita by night del mercato notturno di Siem Reap!

9° giorno: Nuova giornata di visite ad Angkor!

Essendo l’ultima giornata utile decidiamo di sfruttare al massimo il tempo rimastoci a disposizione; iniziamo la visita dal tempio più maestoso e rinomato dell’area, l’Angkor Wat. Sorpassiamo la galleria della prima terrazza, la famosa galleria dei bassorilievi, dove ci concederemo di tornare più avanti, per raggiungere subito il culmine dell’Angkor Wat, dove circondati da figure di devata, meravigliosi bassorilievi ed imponenti prasat ammiriamo dall’alto la magnificenza e la vastità della zona. Ritorniamo nella già nominata galleria del bassorilievi, dove una profusione di immagini e figure si estendono per migliaia di metri. I bassorilievi si dispiegano per tutta la galleria con una raffinatezza strabiliante e raffigurante uomini, donne, animali, geni, titani e di dei, richiamando episodi di poemi epici cari all’India: il Mahabharata e il Ramayana. Lasciamo l’Angkor Wat decise a tornarci per ammirare il nostro ultimo tramonto in terra cambogiana e ci dirigiamo ad un altro grande tempio, conosciuto da molti per il fatto di essere stato scelto come location di molti film d’avventura come “Tomb Raider” e “Due Fratelli”: il Ta Prohm. E’ il chiaro esempio di come la Natura vincit omnia: gli archeologi al momento della scoperta decisero di lasciare tutto così com’era stato rinvenuto, aprendo solo dei varchi per permettere il passaggio dei turisti ammaliati dalla grandiosità dei ficus e degli alberi strangolatori che nei secoli si sono uniti alle strutture del tempio, creando involontariamente un luogo dalle forti suggestioni. Torniamo sul tracciato per raggiungere un altro grande sito dell’area archeologica: l’Angkor Thom, ultima capitale fortificata del regno khmer. Al centro dell’area si trova il Bayon, il meraviglioso tempio adornato da una serie di bassorilievi e riconosciuto dai turisti per la presenza di 216 volti enigmatici. Più a nord visitiamo il Baphoun, tempio dedicato a Shiva, e l’area del Palazzo Reale, dove abbiamo ammirato sia la Terrazza degli Elefanti sia la Terrazza del Re Lebbroso, dove Canel ha tirato fuori dal suo cilindro magico storie ed aneddoti sull’impero Khmer e sul sovrani più influenti. Per non perderci l’ultimo spettacolo ritorniamo all’Angkor Wat e prendiamo posto sulle rive del bacino per goderci il meraviglioso spettacolo che solo la Natura può offrirci: il riflesso del tempio sulle acque immobili rimarrà per sempre nella mia memoria e nel mio cuore!!!

10° giorno

L’ultimo giorno in terra cambogiana lo dedichiamo alla visita del mercato di Siem Reap, dove ci concediamo l’acquisto di souvenirs, spezie e cibi particolari; da qui poi raggiungiamo il centro artigianale Les Artisans d’Angkor, dove i giovani vengono avviati all’apprendimento delle arti; luogo particolare per vedere gli artigiani all’opera, anche se comprare nella boutique adiacente è un po’ un salasso dati i prezzi notevolmente elevati. Ultimo pasto a Siem Reap e poi via, tristi ma entusiaste del viaggio fatto, ci dirigiamo verso l’aeroporto per il volo di rientro in Italia.

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