Dentro Bangkok, frenetica metropoli asiatica
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secondo giorno – I templi della città
Il giorno seguente ci aspetta il giro della città che ha ben 400 Vat (templi-monasteri) che sono in maggior parte nel settore tra il fiume e la ferrovia. Stiamo per visitare il Grand Palace, ex-residenza reale, quando la nostra guida Giada ci avvisa che stanno facendo le prove per il funerale della principessa sorella del re, morta 9 mesi fa e conservata sotto formaldeide, che avverrà il 9 aprile prossimo. Aveva 85 anni e grandi cartelloni con la sua foto tappezzano la città. I viali intorno al Palazzo Reale e templi sono chiusi al traffico e la gente affolla il marciapiede. Anche noi ci fermiamo a vedere una parata spettacolare dove sfilano tutti gli apparati militari al completo, associazioni civili e la portantina dorata che recherà il corpo della principessa al tempio della cremazione. Il popolo è molto legato a re Bhumibol Adulyadej, che regna da 60 anni in sostituzione del fratello ucciso nel Palazzo a 9 anni, perché ha realizzato numerosi progetti di lavoro agricoli e attività umanitarie per migliorare le condizioni del Paese. Ha tre figlie e un maschio erede al trono, che però lascia perplessi i thailandesi in quanto a capacità. Perdiamo un paio di ore perché non riusciamo ad entrare dalla porta frontale del Grand Palace, ma vale la pena di assistere a un simile spettacolo che verrà trasmesso in Tv il giorno seguente. Ogni corpo militare ha copricapi e divise pittoreschi, i cavalieri a cavallo sono imponenti, la cerimonia reale è solenne. Giada ci fa procedere in modo da aggirare gli ostacoli e finalmente arriviamo al Grand Palace che racchiude molti templi ed edifici decorati in diversi stili architettonici. Ammiriamo numerose immagini di Buddha, lamine d’oro e tegole luccicanti e variopinte. Nel cuore di questo enorme complesso, lungo 1900 m, c’è il meraviglioso Tempio Phra Kaeo, tesoro dell’arte thai con pitture murali che rappresentano scene del Ramayana (opera epica magica) di intensa spiritualità e che custodisce il Buddha di Smeraldo, la Statua di Buddha più venerata della Thailandia. Per la verità questa scultura è un unico blocco di giada scoperto nel 1434 in uno stupa a Chiang Rai. A quel tempo la statua era ricoperta di gesso ed era considerata comune, quando un giorno un monaco notò che il gesso sul naso era staccato e compariva del verde rivelando la pietra sottostante. Il monaco all’inizio pensò fosse smeraldo e così cominciò la leggenda del Buddha di smeraldo che restò per oltre 220 anni in Laos, finché l’esercito thailandese lo portò in Thailandia. Ci sono molte cose interessanti da vedere all’interno del complesso. La splendida Sala del Trono col soffitto affrescato con importanti scene di cerimonie reali è molto lussuosa e luccicante. Il Museo con mostra permanente raccoglie una vastità di oggetti regali provenienti da ogni parte del mondo. Visitiamo gli ex-appartamenti del Re ancora arredati come allora a testimonianza di una vita agiata. Originale è il Museo dell’Elefante Reale che contiene una riproduzione a grandezza naturale dell’elefante bianco e fotografie del ritrovamento di questo animale. Il mito e la leggenda dell’elefante bianco ebbero origine nel Sud-Est Asiatico. Nella storia di Buddha l’elefante bianco è associato alla fertilità e alla conoscenza. Prima di mettere al mondo Buddha, sua madre sognò un elefante bianco che le donava un fiore di loto, simbolo di purezza e sapienza. In Thailandia questo animale è sacro e rappresenta la prosperità della vita. Il Palazzo di Vimanmek è l’edificio in teak dorato più grande del mondo e ospita inestimabili oggetti reali e capolavori di artigianato. Questo complesso è praticamente una “Cittadella” Reale che racchiude tutto quello che poteva rendere la vita del Re più piacevole. Facciamo una breve sosta per rifocillarci perché il caldo è soffocante e nel pomeriggio ci attende la visita dei Templi più significativi di Bangkok.
Il Tempio Pho – il più grande della città – con il famoso Buddha Sdraiato laminato d’oro lungo 46 m e alto 15 m con occhi e piedi intarsiati in madreperla che evoca l’ingresso di Buddha nel Nirvana. Ovviamente hanno dovuto costruire prima la statua e poi il Tempio tutt’intorno. Vendono sacchetti di monetine che si devono porre una alla volta in ciotole poste in fila davanti al Buddha. Oggi questo tempio è il primo centro di istruzione pubblica del Regno e la sede della più antica scuola di massaggi tradizionali thailandesi. Il Tempio Benchamabophit (Tempio di Marmo) è di una bellezza classica con influenze europee, come si nota nelle finestre di vetro colorato e nell’utilizzo del marmo di Carrara. All’interno è custodita una pregevole collezione di statuette di Buddha in bronzo e ha elementi architettonici che fondono l’arte orientale con lo stile occidentale. Il Tempio di Indharavihan conserva invece un’imponente stata di Buddha in piedi alta 32 m che incute il massimo rispetto. Nel quartiere di Chinatown sorge il Tempio Traimit (Tempio del Buddha d’Oro) nel cui interno si trova una straordinaria statua di Buddha seduto che risale a 700 anni fa e fatto di 5,5 t di oro massiccio! Giada ci racconta che in passato era stata ricoperta di gesso e quando si ruppe durante il trasporto il tesoro che stava sotto improvvisamente si rivelò e si scoprì che la statua era tutta d’oro massiccio. In questo modo è stata probabilmente salvata da possibili razziatori. Oggi è considerata un’immagine di Buddha molto importante, sacra e di rara bellezza. Il Tempio Suthat è famoso per i suoi superbi affreschi e per lo splendido portale in legno intagliato. La sala dei sermoni contiene una serie di statue di Buddha dorate. La statua principale di Buddha è alta 8 m e collocata su un piedestallo largo 6 m ed è la più grande statua di bronzo del Regno. Ai quattro angoli del Tempio ci sono quattro cappelle minori e i chiostri all’interno sono piacevolmente tranquilli e custodiscono diverse statue di Buddha. All’esterno, davanti al Tempio su una vasta piazza, ci appare all’improvviso l’originale Ala Gigante di colore rosso, realizzata 200 anni fa per venerare il dio Shiva durante le cerimonie bramaniche. Alcuni anni fa hanno organizzato un concorso per trovare un uomo coraggioso in grado di riuscire ad afferrare una borsa piena di…. soldi, appesa ad un palo alto 25 m. Poiché si verificarono alcuni incidenti anche mortali, il concorso fu dichiarato illegale. Probabilmente il dio Shiva si è vendicato per aver osato abbinare il sacro al profano! In auto andiamo al Tempio Arun (Tempio dell’Alba) che è il simbolo di Bangkok e si trova lungo le rive del fiume Chao Phraya in posizione opposta al Palazzo Reale. Qui fu custodito per un breve periodo il Buddha di Smeraldo. La caratteristica di questo Tempio è la pagoda centrale alta 79 m e quattro più piccole su ogni angolo. La pagoda è rivestita di frammenti di porcellana incrostati che splendono al sole creando un gioco di luci e colori che dona il massimo quando il tramonto tinge di rosso il cielo dietro il Tempio. Terminiamo la giornata nella variopinta e brulicante Chinatown. Qui la comunità cinese ha aperto locali con le loro specialità culinarie, dozzine di negozi tutti color oro e rosso e c’è un’altissima concentrazione di gioiellerie ad ogni angolo. E’ un formicaio dove pullulano incessantemente le attività commerciali, soprattutto smercio di stoffe e tessuti. Gli abitanti qui si considerano thailandesi e molti di loro non sanno più parlare cinese, ma basta guardarli nel loro quotidiano per intuire che le loro radici sono altrove. Al ritorno in albergo ci concediamo una nuotata rinfrescante in piscina prima di uscire per la cena. In zona si trova la torre Baiyoke, l’edificio più alto di Bangkok con ristoranti al 77° e 78° piano che offrono una spettacolare vista panoramica sulla città e dove decidiamo di cenare. Bisogna fare attenzione nella scelta dei piatti perché è tutto molto piccante, mettono il peperoncino anche sulla frutta! Non mancano intorno alla base della torre molti piccoli mercati e stradine piene di negozietti da esplorare e aperti fino a tardi.
terzo giorno – Tra mercati e parchi
Il giorno seguente decidiamo di fare una gita per vedere il mercato galleggiante più importante d’Oriente: Damnernsadkuak, dove i thailandesi fanno la spesa e consumano i pasti. Con l’auto percorriamo una quarantina di km per arrivare sul canale dal lato Thon Buri dove saliamo su una barca stretta e lunga (long-tail boat) che ci porterà al pittoresco mercato. Lentamente scivoliamo su questi canali e davanti ai nostri occhi sfilano casette di legno su palafitta con giardini rigogliosi e giare per la raccolta dell’acqua piovana. Ai lati del canale c’è un passerella per camminare a piedi e ogni tanto un ponticello attraversa il canale da una sponda all’altra. Ammiriamo la vita semplice dei locali che hanno sotto casa la loro barca in parcheggio. Arriviamo al punto centrale del mercato dove tipiche imbarcazioni in legno trasportano ogni genere di prodotti: frutta tropicale, pesce secco, cibo preparato o da cuocere, bevande rinfrescanti come pure articoli d’artigianato locale. Le barche sono allineate una accanto all’altra accostate alle gradinate che scendono in acqua. Quando un cliente compera qualcosa dalla barca più esterna passa i soldi in un cesto legato a un lungo bastone dove viene posto quanto acquistato. Questo vivace mercato è ricco di colori e profumi, gli abitanti locali si siedono sui gradoni in riva al canale e consumano il pranzo che ordinano sulle barche di fronte. Vediamo dei ragazzini che consumano piacevolmente riso e verdure con abbondanza di peperoncino. Giada ci illustra i cibi e i frutti a noi sconosciuti e le nostre domande non finiscono mai. Ci spiega ridendo che qui i bambini vengono “svezzati” col peperoncino… E’ un vero paradiso per coloro che amano curiosare e anche noi comperiamo della frutta da gustare più tardi come dragon (buonissimo frutto simile al kiwi), mango, papaia e lichi senza semi. Molte donne sono su queste barche con pentole o griglie improvvisate a cucinare prontamente quello che il cliente ordina: riso in abbondanza, carni grigliate, verdure cotte, dolcetti a base di riso e cocco. Questo mercato è un importante punto di ritrovo per abitanti locali e turisti. Per il pranzo andiamo in un locale molto chic all’interno di un grande parco con laghetto dove si affacciano ville signorili, campi da golf e giardino botanico. Si chiama Rose Garden e nella stagione delle rose è un’esplosione di colori. Dopo il pranzo a buffet, ci attende lo spettacolo di tre elefanti che mostrano come lavoravano nella foresta sollevando tronchi, spingendo carretti e facendo il bagno. E’ molto istruttivo perché questo animale è stato in passato un grande aiuto per l’uomo e questa dimostrazione gli rende omaggio mostrando quanto sia intelligente. Subito va in scena la tipica vita campestre, diversi tipi di arti marziali, dove soprattutto i piedi vengono utilizzati nel combattimento corpo a corpo, e per finire danze al suono di tamburi. Una delle danze speciali si chiama Bambù Dance ed è messa in pratica da ballerini che si muovono al ritmo del battito di aste in bambù che vengono mosse tra i loro piedi. Il ritmo accelera sempre più e i ballerini accelerano a loro volta i passi per stare a tempo. Ci vorrà molto esercizio per evitare che i bastoni colpiscano le caviglie! Per il gran finale viene eseguita la danza più nota della Thailandia, la Ramwong Dance. Si tratta di una danza tradizionale con ballerine vestite in abiti regali e movenze molto femminili soprattutto il movimento delle mani. Ritornando in città passiamo nel “mercato dei fiori” con un assortimento multicolore che i venditori ambulanti confezionano in splendidi bouquet per tutte le occasioni. Due parole merita la cucina thailandese a base di riso, verdure speziate, pollo al curry verde, pasta di riso e brodo con verdure e pesce. Chi non ama le spezie deve dirlo quando ordina i piatti perché tutto è molto speziato e piccante condito con peperoncino forte che viene sparso copiosamente sulle vivande. Abbiamo gustato una macedonia di frutta fresca con pomodorini e peperoncino… Per finire bisogna non perdersi d’animo per colpa degli ingorghi stradali in una città molto popolosa ma frizzante che cerca di dominare la vita urbana nel miglior modo possibile. Nessuno si innervosisce alla guida, si muovono con calma e rassegnazione e non suonano il clacson per niente. E’ comunque una città ospitale, dove il visitatore si sente a casa e le persone sono sorridenti e gentili.