Delusione Zanzibar
Quindi prendiamo un last-minute per Zanzibar e il 14 novembre partiamo da Bologna con volo BluePanorama (destinazione un villaggio Francorosso sulla splendida spiaggia Kiwengwa).
Il giorno prima della partenza mi arriva sul cellulare un sms che dice che il volo è posticipato di 4 ore. Pazienza, siamo in vacanza. L’aereo che ci deve portare a destinazione è tutto tranne che adatto ai voli intercontinentali: 2 file da 3 posti con un solo corridoio in mezzo (si stava strettissimi!), era sporco (tavolini appiccicosi e pieni di briciole e bagni maleodoranti) e non funzionavano le cuffie (niente musica né film). Dopo 8 ore di volo comunque arriviamo a Zanzibar. L’aeroporto è da panico: non esistono nastri trasporatori e per avere le nostre valigie dobbiamo sborsare delle mance. Al villaggio, dopo altri dollari ai facchini che altrimenti non sarebbero usciti dalla camera dopo averci consegnato le valigie, andiamo al mare.
Per percorrere quel centinaio di metri che vanno dal villaggio al mare siamo letteralmente assaliti da decine di zanzibarini che tentano di farci fare escursioni, di venderci oggetti e di farci massaggi, treccine, tatoos, ecc. Comunque arriviamo al mare e altra grande delusione: c’è pieno di alghe! Il tanto sognato oceano indiano è completamente invaso da un’alga verde che lo rende poco appetibile al bagno e ben lontano dai mari caraibici. Inoltre il fenomeno della marea cosi caratteristico dell’isola fa si che quando la marea è alta il mare sia torbido (tanto per capirsi, si cammina con l’acqua ai polpacci e non si vede cosa si sta calpestando). Il fenomeno della marea cosi accentuato comportava quindi che il bagno si facesse solo dalle prime ore del mattino fino a mezzogiorno (nelle ore cioè di bassa marea).
La sabbia è comunque bellissima : bianca e farinosa. Io, che adoro le passeggiate in riva al mare, non posso non essere tentata dalla camminata romantica al tramonto (alle 18: bisogna ricordare che in Africa il sole cala presto). La nostra passeggiata dura circa 500 metri. E’ impossibile continuarla a causa della gente che ci sta addosso con la continua richiesta di soldi.
Dopo questa prima giornata, ci rassegniamo a far solo vita da villaggio e allora le cose migliorano.
Il villaggio è bello, l’animazione eccezionale: organizzata, simpatica ma non invadente. Partecipiamo ai vari tornei (pallanuoto, calcio, freccette, ecc), al tramonto le passeggiate sono sostituite dalle partite a beach volley e per le serate ci sono cabaret, spettacoli e discoteca .
Durante la settimana siamo poi andati 3 volte alla barriera corallina che è tanto vicina che si può raggiungere facilmente a bordo di imbarcazioni in legno (il costo è di 5 dollari trattabili). Inoltre una volta (con la bassa marea) siamo andati alla barriera a nuoto (anche se è un po’ lunga ce la si fa). Vale davvero la pena di fare snorkelling li. Il mio ragazzo, che fa sub, è andato con il diving center del villaggio ( perfettamente organizzato) a fare due immersioni all’isola di Mpemba e anche quella è molto bella (c’erano i defini e tante specie di pesci).
Quanto alle escursioni ne abbiamo fatta solo una di mezza giornata : Stone Town e Prison Island…Da dimenticare. La capitale è soltanto una baraccopoli sporca e si gira per due ore in mezzo a un mercato pieno di cibi avariati e gente che tenta di venderti di tutto (tanto x cambiare) e l’isola delle tartarughe è solo un’attrazione turistica.
Siamo tornati il 22 con lo stesso aereo dell’andata (dopi 4 ore di attesa all’aereoporto di Zanzibar senza aria condiziata con gente che sveniva in continuazione). Alla fine ci siamo divertiti e riposati, ma da Zanzibar “la perla dell’oceano indiano” ci aspettavamo di più.