Delhi, Varanasi e tour del Rajasthan, tra Medioevo e XXI secolo
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Sergio, 57 anni, e Marta, 52 anni, sono i protagonisti di questo viaggio. Come al solito, Marta ha organizzato il viaggio e Sergio ha scritto il diario di viaggio. Abbiamo pianificato questo tour a Luglio 2017, acquistando i voli Firenze – Delhi A/R con Alitalia, con scalo intermedio a Roma, al prezzo di € 345,11 a testa, e sempre nella stessa data abbiamo prenotato con Indigo il volo Delhi – Varanasi A/R al prezzo di € 49,00 a testa, per un totale di € 394,11 a testa. Il programma prevede:
17 Febbraio 2018: partenza da Firenze ore 12.10 con arrivo a Delhi il giorno successivo alle 2.30;
18 Febbraio 2018: permanenza a Delhi;
19 Febbraio 2018: mattina a Delhi e pomeriggio volo per Varanasi;
20 Febbraio 2018: mattina a Varanasi e in serata volo di rientro a Delhi;
21 Febbraio 2018: noleggio auto con autista e trasferimento Delhi – Mandawa;
22 Febbraio 2018: permanenza a Mandawa e trasferimento a Bikaner;
23 Febbraio 2018: permanenza a Bikaner e trasferimento a Jaisalmer;
24 Febbraio 2018: permanenza a Jaisalmer con visita al deserto di Khuri;
25 Febbraio 2018: trasferimento a Jodhpur e visita della città;
26 Febbraio 2018: Ranakpur, Kumbhalgarth e trasferimento a Udaipur;
27 Febbraio 2018: permanenza ad Udaipur;
28 Febbraio 2018: Chittorgarh e trasferimento a Pushkar;
01 Marzo 2018: mattina a Pushkar e trasferimento a Jaipur;
02 Marzo 2018: permanenza a Jaipur per l’Holi Festival;
03 Marzo 2018: Chand Baori, Fatehpur Sikri e trasferimento ad Agra;
04 Marzo 2018: mattina ad Agra e rientro a Delhi in serata;
05 Marzo 2018: volo da Delhi ore 4.30 con arrivo a Firenze alle ore 11.25.
Per il tour del Rajasthan, dopo un’attenta ricerca, abbiamo prenotato una macchina con autista con la compagnia Kalka Travels al prezzo, all inclusive, di 30.000 rupie (circa 390 € al cambio odierno), per 12 giorni di tour ci è sembrato un prezzo più che ragionevole. Abbiamo pianificato da soli il tour, questo è molto importante perché di solito vengono offerti dei tour standard che non prevedono alcune tappe notevoli.
Gli alberghi sono stati prenotati tutti autonomamente dall’Italia sul nostro sito di riferimento www.booking.com modificando varie volte le strutture in funzione dei loro punteggi e dei commenti sul sito, che cambiano rapidamente!
Prima di iniziare la descrizione del viaggio è opportuno dare alcune indicazioni di carattere generale:
1. Visti: effettuati online, si possono fare da 120 giorni prima dell’arrivo in India sul sito www.indiavisaonline.gov.in/evisa/registration. La procedura non è velocissima, bisogna rispondere a molte domande e allegare copia del passaporto e una foto ad una risoluzione definita. Comunque conviene farlo, il costo è ridotto, noi abbiamo speso € 45,35 a testa, e i tempi all’arrivo si accorciano abbastanza.
2. Assicurazione di viaggio: effettuata con Europeassistance al prezzo complessivo di € 133,60, € 66,80 a testa, grazie allo sconto del 20% per i soci di Altroconsumo. Consente la copertura sanitaria ed il volo aereo di rientro in caso di gravi problemi di salute.
3. Vaccinazioni: due mesi prima di partire abbiamo fatto i vaccini contro tifo, colera ed epatite A. Non abbiamo fatto la profilassi antimalarica, non l’abbiamo mai fatta anche per altri viaggi, perché il Malarone non copre al 100% il rischio di infezione ed è dannoso per il fegato. Peraltro in questo periodo siamo nella stagione secca e quindi il rischio di contrarre la malaria è molto basso.
4. Prese di corrente: pur essendo diverse dalle nostre, le prese indiane funzionano anche con le nostre spine, non sono necessari adattatori.
5. Fuso orario: l’India è 4 ore e 30 minuti avanti rispetto all’Italia (quindi le 18.00 italiane sono le 22.30 indiane).
6. Autonoleggio: i cittadini stranieri possono guidare in India con la patente internazionale. Noi abbiamo deciso di non guidare, il traffico è molto caotico ed indisciplinato, la guida è a sinistra ed il costo di un mezzo a noleggio con autista è di poco superiore a quello senza autista.
7. Telefoni e WiFi: i telefoni e la WiFi funzionano praticamente dappertutto. Tutti gli alberghi hanno ovviamente la WiFi, anche se, soprattutto in serata quando le strutture si riempiono di clienti, spesso si interrompe l’accesso ad internet. Abbiamo usato whatsapp per telefonare quasi ovunque, anche se non sempre con un buon ritorno.
8. Valuta e cambio: la valuta indiana è la rupia, alla data del nostro viaggio 1 € valeva poco meno di 80 rupie, quando abbiamo preparato il viaggio il cambio era 1 € per 75 rupie, in 7 mesi una svalutazione netta del 6%! Ottimo per chi viaggia, difficile per le aziende italiane competere con le aziende indiane con l’euro così forte! Per il cambio abbiamo portato con noi una quantità di euro sufficienti per tutta la vacanza, oltre ad avere al seguito una carta di credito normale ed una prepagata. Abbiamo effettuato il cambio negli alberghi, perché il valore era lo stesso di quello offerto dai cambia valute. Abbiamo utilizzato anche la carta di credito e, a conti fatti, il cambio è lo stesso. Le carte di credito sono accettate quasi ovunque, quindi potete usare sia contanti che carta di credito.
9. Mance: sono la prassi! Per i portantini degli alberghi bastano 20 rupie, nei ristoranti 50 rupie sono più che sufficienti.
10. Delinquenza: non abbiamo mai avuto la sensazione che qualcuno volesse scipparci. Abbiamo comunque usato la solita attenzione che usiamo in altri Paesi e posto il denaro, le carte di credito e i passaporti in un piccolo marsupio con una cintura ai pantaloni.
11. Clima: le temperature sono state intorno ai 20° C di notte e ai 30° di giorno, più caldo delle medie del periodo.
12. Guida di viaggio: abbiamo usato la Lonely Planet “Rajasthan, Delhi e Agra”. Per Varanasi abbiamo attinto notizie da internet e da nostri amici che avevano visitato la città. Stranamente la Lonely Planet non ci ha soddisfatto come altre volte, descrizioni spesso sommarie e prezzi di ingresso ai monumenti assolutamente non aggiornati, abbiamo speso il triplo di quanto indicato sulla guida! Molti dei ristoranti indicati sono pessimi e non hanno niente di diverso da tanti altri nella zona.
1° giorno – Sabato 17 Febbraio 2018
Ci accompagna all’aeroporto nostra figlia Laura, visto che è sabato e non lavora. Partiamo alle 12.10 con il volo AZ1678 per Roma, dove arriviamo con 10 minuti di anticipo, alle 12.40. Abbiamo il volo per Delhi alle 14.40, abbiamo tutto il tempo per girovagare per l’aeroporto di Fiumicino. Il volo è un po’ in ritardo, parte alle 15.15 ma recupera lungo la tratta. Siamo un po’ impressionati nel vedere i passeggeri italiani che non trovano pace, tutti a predisporre i loro indispensabili strumenti tecnologici, tablet, cellulari, ipod… che stress! Alle 2.30 ora locale, le 22.00 ore italiane, atterriamo all’aeroporto di Delhi. Ci mettiamo in coda per il visto ma la coda non scorre, pur avendo l’e-visa. Gli addetti devono fare le foto e prendere le impronte digitali, operazione non sempre immediata. Usciamo dall’aeroporto alle 5.00, dopo oltre due ore di attesa. Per fortuna ci hanno tolto le valigie dal carrello distributore e un’addetta all’aeroporto è rimasta ad aspettare che le ritirassimo, non ci sono solo le nostre ovviamente. Cambiamo un po’ di valuta prima di uscire dall’aeroporto, conviene avere la ricevuta aeroportuale per farsi riconvertire in euro le eventuali rupie residue non spese alla fine del viaggio. Al gate 6 dell’aeroporto ci attende il nostro povero autista, che ha avuto la pazienza di aspettare oltre due ore! Il transfer è compreso nel prezzo del nostro albergo, il The Prime Balaji Deluxe @ New Delhi Railway Station, posto nel quartiere di Paharganj. Arriviamo in albergo che sono quasi le 6.00 del mattino, semidistrutti. L’albergo è buono nel rapporto qualità/prezzo, ovviamente vanno seguite tutte le regole tipiche di questi Paesi, acqua solo minerale anche per lavarsi i denti, ciabatte per la doccia, ottimo kit medico al seguito. Comunque la pulizia dell’albergo è sufficiente, vista la situazione ambientale, e i servizi funzionanti, ottimo e disponibile lo staff.
2° giorno – Domenica 18 Febbraio 2018
Iniziamo il nostro tour cittadino verso le 13.00 e ci avviamo a prendere la metro. Sembra facile! Trovare l’ingresso e la linea giusta non è proprio così immediato. Comunque, chiedendo un po’ alla marea umana che gravita in zona, riusciamo a prendere la linea gialla per Chandni Chowk, meta principale del nostro itinerario odierno. Appena scesi dalla metro veniamo ovviamente agganciati da un autista di risciò che ci propone un tour della zona per 100 rupie l’ora. Accettiamo, visto che siamo in ritardo sulla nostra tabella di marcia; la scelta è giusta, prima di tutto perché in bici ci si muove più in fretta che a piedi e poi perché il ragazzo è sveglio e conosce la zona come le sue tasche. Il mercato di Chandni Chowk è impressionante, enorme e, come in Turchia, diviso in zone. In alcuni quartieri si vendono le scarpe, in altri le spezie, in altri oro e argento, in altri occhiali, in altri vestiti, in altri libri e carta ecc. Visitiamo poi alcuni dei monumenti più importanti della zona, il Red Fort, il Jain Temple e la moschea Jama Masjid. Pranziamo intorno alle 16.00 da Karim’s, un buon locale consigliato dalla Lonely Planet dove gustiamo due zuppe di montone con dell’ottimo pane arabo, totale 500 rupie, poco più di 3 € a testa! Verso le 18.00 rientriamo in albergo, siamo ancora un po’ intontiti dalla notte precedente e non vogliamo strafare. Il nostro driver ci è costato 500 rupie, pagate volentieri, per poco più di 6 € ci ha fatto girare mezza Delhi! Prepariamo i nostri bagagli, perché domani nel primo pomeriggio abbiamo il volo per Varanasi. Lasceremo le nostre valigie in questo albergo, dove faremo ritorno fra due giorni. Ceniamo al Sonu Chat House, non distante dal nostro albergo e stranamente consigliato dalla Lonely Planet, un locale veramente malmesso, addirittura sotto la media dei fatiscenti ristoranti indiani!
3° giorno – Lunedì 19 Febbraio 2018
Lasciamo le valigie alla reception dell’albergo e usciamo con il nostro zaino pronto per il volo per Varanasi della sera. Dedichiamo la giornata alla visita di New Delhi, prendendo la metro gialla fino alla fermata Central Secretariat e poi la metro viola fino a JLN Stadium. Quindi a piedi ci dirigiamo all’Hazrat Nizam – ud – din Dargah, un santuario in marmo del santo sufi Nizam – ud – din, morto nel 1325. Questo luogo è diventato nel tempo meta di pellegrinaggi di musulmani di tutto l’impero indiano. Il mausoleo è inserito all’interno di una sorta di bazar tra viuzze strette dove venditori ambulanti offrono rose rosse profumate da portare al tempio. Il luogo è abbastanza suggestivo, anche se ci sono decine di mendicanti che chiedono l’elemosina e storpi un po’ ovunque. Più interessante, a nostro avviso, la tomba di Humayun, che si raggiunge continuando a piedi dal mausoleo di Nizam. Il sepolcro di Humayun è inserito in un bellissimo contesto di giardini e piante ed è molto pulito. È una struttura del XVI secolo fatta costruire dalla moglie persiana dell’imperatore moghul Humayun e coniuga perfettamente lo stile persiano con l’architettura moghul ed è stato preso a modello per la realizzazione del Taj Mahal. Grazie al contributo economico dell’Aga Khan, il complesso è stato sottoposto tra il 2007 e il 2013 ad un profondo restauro che ha consentito di riportare all’originario splendore tutto il complesso, con i giochi d’acqua, i giardini e gli edifici veramente notevoli. In India, come in Sri Lanka, l’ingresso ai monumenti ha un costo diverso per gli indiani e per gli stranieri; noi abbiamo pagato 500 rupie, i nativi 35 rupie! In compenso gli stranieri hanno una fila apposita, e più corta, per comprare il biglietto!
Riprendiamo poi la metro per tornare alla stazione di New Delhi e prendere la metro per l’aeroporto. Non abbiamo fatto in tempo a visitare alcune cose, come la porta dell’India, il Connaught Place con i suoi centri commerciali e il Raj Ghat, la piattaforma in marmo nero posta nel luogo dove fu cremato il Mahatma Gandhi. Pazienza, abbiamo preferito prendercela comoda perché l’adattamento al clima, al cibo e al caos non è così immediato. Marta ha un forte mal di testa, come quasi sempre le accade nei trasferimenti aerei con grosse differenze di fuso orario, ed anch’io non sono in forma splendida. Ovvio, se siete molto più giovani di noi non avrete di questi problemi! Delhi non ha tante cose entusiasmanti da vedere, ma merita sicuramente una sosta di un paio di giorni per apprezzare lo stile di vita e il caos che regna sovrano. Gente che vive per strada, bambini che si lavano nelle pozzanghere, rifiuti e mosche ovunque, edifici fatiscenti anche nelle aree più turistiche. Un mondo a parte, andategli a spiegare la raccolta differenziata, le energie rinnovabili, il welfare! Se riescono a mettere qualcosa sotto i denti è un miracolo! Arriviamo alle 15.30 al terminal dell’aeroporto di Delhi, il servizio metro e bus è molto efficiente. Da New Delhli con 60 rupie si prende la metro fino a Delhi Airport e da qui, con alte 30 rupie,un bus shuttle vi porta fino al terminal 1 dei voli nazionali. Abbiamo già fatto la carta d’imbarco online per il nostro volo Indigo per Varanasi. L’aereo è in ritardo di 30 minuti, decolliamo poco dopo le 17.00.
Arriviamo all’aeroporto di Varanasi alle 18.20, prendiamo un taxi prepagato per il nostro albergo, il Lotus Paying Gesthouse. Il taxi non può arrivare fino alla nostra struttura perché le strade sono strette, praticamente pedonali, anche se ci passano decine di moto! Ci lascia un bel po’ distante indicandoci la strada e cominciamo la caccia! Chiediamo ad un certo punto ad una persona, che ci accompagna prima in un bellissimo negozio di stoffe, dove il proprietario ci spiega egregiamente la differenza fra pashmina e lana normale, ha dei tessuti meravigliosi, anche se costosi. Poi il tipo ci accompagna all’albergo, è un esperto del luogo e quindi ci propone per domani un tour in barca sul Gange ed un walking tour di mezza giornata per complessive 700 rupie, meno di 10 €, ovviamente accettiamo! L’albergo è decisamente spartano, ma per una notte può andar bene. Ceniamo in un locale poco distante dall’hotel, decente, spesa complessiva 5 € in due, prendiamo un pollo con riso e un hamburger con patate. Andiamo a letto presto, domani alle 6.00 ci aspetta la nostra guida.
4° giorno – Martedì 20 Febbraio 2018
Non è ancora l’alba quando usciamo dal nostro albergo. Prendiamo una barca che ci porta a fare un giro sul Gange per vedere come si svolge la vita in questa città. Il Gange è un fiume immenso, la cui profondità raggiunge i 45 metri ed un’ampiezza considerevole. Nella religione indù impersonifica la dea Ganga ed ha un valore spirituale altissimo. Fare il bagno in questo fiume, per la religione induista, significa ottenere il perdono dei peccati. Già a quest’ora la città pulsa di vita, donne che lavano i panni, uomini che fanno le abluzioni e luoghi specifici dove avvengono le cremazioni. La nostra guida ci affida ad un volontario che gestisce gli ospizi dove le persone in fin di vita aspettano la loro fine per venir poi cremati sulle pire di legno che vediamo da vicino. Morire e farsi cremare a Varanasi significa per un induista raggiungere direttamente il Nirwana, consente cioè di far salire l’anima in cielo. Il tour in barca costa 200 rupie l’ora, noi siamo stati sul Gange un’ora e mezza e abbiamo speso 300 rupie, circa 4 €. Iniziamo il nostro tour della città, in un dedalo di viuzze che somiglia a una kasba araba. La nostra guida ci porta a visitare un tempio hindu per il quale è vietato l’accesso agli stranieri ma, grazie all’intercessione di un prete del luogo, riusciamo ad avere accesso previa registrazione dei nostri passaporti. Una sorta di farsa che ci costa 60 €! Non fatevi ingannare e rifiutate categoricamente, non vale proprio la pena! Varanasi è la città dei templi, ce ne sono 23.000 in tutta la città, la maggior parte sono piccolissimi e praticamente familiari. Visitiamo poi una semplice e grande moschea che si affaccia sul Gange, la moschea Alamgir. La nostra guida ci spiega che da poco tempo il governo indiano ha vietato la poligamia per i cittadini di fede musulmana, perché quasi sempre le famiglie erano composte da un marito e cinque o sei mogli, con oltre 20 figli in totale. Questo comportava che i ragazzi non potevano andare a scuola ma dovevano andare presto a lavorare per aiutare economicamente la famiglia. Qui in India le moschee sono quasi tutte visitabili, a differenza di tutti i paesi arabi dove solo alcune sono accessibili ai non musulmani. Nel pomeriggio la nostra guida ci porta con un tuc tuc nella zona periferica della città, nel quartiere universitario, di livello completamente diverso dalla misera vita cittadina. Qui c’è il tempio delle scimmie, una struttura moderna ma abbastanza particolare. Poi ci riporta al punto dove ci aveva lasciato il taxi il giorno precedente, qui abbiamo appuntamento con un nuovo autista, ci avevano lasciato un contatto telefonico per il servizio. Comunque … il tuc tuc ci è costato 500 rupie, la guida 1.200 rupie, alla fine oggi abbiamo speso un sacco di soldi! Anche l’aereo per il rientro a Delhi è in ritardo, per fortuna il nostro driver di Delhi ci aspetta anche stavolta per riportarci al nostro albergo!
5° giorno – Mercoledì 21 Febbraio 2018
Postumi delle fatiche dei giorni precedenti e il cibo speziato, nonché le condizioni igieniche dei luoghi, ci hanno messo K.O.! Stamattina abbiamo appuntamento con il nostro driver della compagnia Kalka Travels per iniziare il nostro tour del Rajasthan, ma lo chiamo al telefono e gli chiedo di incontrarci alle 10.00 invece che alle 8.30 perché siamo un po’ in coma! Effettuo il cambio valuta in albergo, 76,5 rupie per un euro, non so se il prezzo è giusto ma non avevo voglia di mettermi a cercare un money change per risparmiare qualche euro! Alle 10.30 partiamo, il nostro driver si chiama Gurvinder, ha 34 anni e viene dal Punjab, è sposato e ha una bambina di 5 mesi. Nel suo inglese maccheronico ci racconta un po’ come vanno le cose oggi in India; per togliere dalla povertà assoluta le caste più basse, come i paria, il governo indiano ha effettuato una forte assunzione di personale in lavori pubblici a paga bassissima e ha precluso l’ingresso nei pubblici uffici alle caste intermedie se non con ottime lauree. Gurvinder fa parte della seconda casta indiana, quella sottostante i Brahmani, i cosiddetti Kahatriga. Pur essendo state ufficialmente abolite nel 1950, le caste sono ancora molto importanti e la situazione è cambiata ben poco in India. Le caste intermedie però, come quella di Gurvinder, sono oggi in difficoltà per via del fatto che non sono più in possesso di grandi proprietà terriere e devono procurarsi il lavoro nel settore privato dove però la concorrenza è molto forte. Gurvinder pensa infatti di venire a lavorare per qualche anno in Italia, magari portando anche la famiglia, per mettere da parte un po’ di denaro e poter tornare poi in India per aprire un’attività in proprio.
Oggi la giornata è dedicata esclusivamente al trasferimento a Mandawa per proseguire il nostro tour. Uscendo da Delhi in direzione dell’aeroporto passiamo nella zona delle ambasciate, dove la vista è completamente diversa, ampi parchi con aiuole e giardini, ordine e pulizia. La strada per Mandawa, una volta superato l’aeroporto, è pessima, impieghiamo più di sei ore per raggiungere la nostra destinazione, dove arriviamo che è già buio. Lungo il percorso ci siamo fermati a pranzo in un ristorante della catena Midway, consigliato dal nostro tour operator. Questa catena garantisce un livello di igiene e di qualità dei cibi superiore alla media, anche se i prezzi sono sensibilmente più alti della media. Il paesaggio lungo l’itinerario non è niente di eccezionale, alcune zone sono coltivate a cereali e foraggio, altre sono semidesertiche con alberi scheletrici. Raggiungiamo il nostro albergo, l’Hotel Radhika Haveli, una bellissima struttura tipica della cultura moghul, completamente ristrutturata e con all’interno tutti i vecchi arredi. Ceniamo in albergo, il nostro stomaco non è in grado di affrontare di nuovo il cibo dei ristoranti indiani!
6° giorno – Giovedì 22 Febbraio 2018
In mattinata visitiamo l’abitato di Mandawa, le haveli in paese sono tantissime ma sono quasi tutte abbandonate, se si eccettua qualche struttura utilizzata come albergo o ristorante che è stata ristrutturata. Questi edifici sono stati realizzati nell’Ottocento, grazie ai contributi dei mercanti del posto che, per farsi perdonare della misera vita a cui costringevano la famiglia, hanno lavorato sodo per dare dignità al loro casato. Nel secolo scorso però queste proprietà non hanno più avuto la stessa considerazione e sono state quindi abbandonate. Alle 10.30 partiamo per Bikaner, meta successiva del nostro tour. La strada oggi è sicuramente migliore e percorriamo i 250 km di distanza in circa 3 ore e mezza. Alle 14.00 siamo di fronte al Forte Junagarth, dove pranziamo al Gallops, ottimo ristorante segnalato anche dalla Lonely Planet. Dopo pranzo visitiamo il bellissimo Junagath Fort, molto ben tenuto e veramente notevole. Quindi raggiungiamo il National Research Centre on Camels, una fattoria sperimentale dove allevano circa 400 cammelli. Sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più interessante! Rientriamo in città per cercare il nostro albergo, che è nella Old City, con strade molto strette e raggiungerlo non è così semplice. Comunque riusciamo nell’impresa e intorno alle 18.30 siamo al Tanisha Heritage Haveli, una vecchia struttura che non ha un bell’aspetto, anche se poi nel complesso all’interno è ancora accettabile. Ceniamo nell’albergo in una tavolata conviviale con altri clienti, come ci era già successo nel nostro viaggio in Sri Lanka lo scorso anno, e conosciamo un’anziana coppia di Liverpool e una giovane coppia, lei di Palermo e lui spagnolo, con i quali scambiamo opinioni sulle nostre esperienze.
7° giorno – Venerdì 23 Febbraio 2018
Chiamiamo un tuc tuc per farci portare al forte, dove abbiamo appuntamento con il nostro driver, non era proprio il caso di farlo tornare a prenderci al nostro hotel! Oggi iniziamo la giornata con la visita al Karni Mata Temple di Deshnok, il tempio dei topi! La leggenda narra che Karni Mata, guaritrice del XIV secolo, chiese al dio Yama di far risuscitare suo figlio morto annegato, La resurrezione comportò però che tutti i membri successivi della famiglia si sarebbero alla morte reincarnati in topi. Da allora il tempio è pieno di piccole bestiole che vengono continuamente alimentate dalla gente del posto. Si entra ovviamente senza scarpe… un’esperienza davvero insolita: ci sono topi ovunque! Ripartiamo poi alla volta di Jaisalmer, prossima tappa del nostro viaggio. L’itinerario non è breve, ci sono 330 km da Bikaner e non meno di 6 ore di viaggio. Il paesaggio è desolato, ormai desertico, solo dal ristorante dove ci fermiamo a mangiare, il Jaswant Vilas Restaurant, si gode di una vista molto bella. A metà del percorso ci fermiamo al Ramdeora Temple, nulla di eccezionale, non vale la pena fare questa breve deviazione per vedere questa struttura. Arriviamo a Jaisalmer intorno alle 18.00, avremmo tempo per andare a vedere i cenotafi di Bada Bagh, ma il cielo è coperto e il vento forte solleva molta polvere, quindi raggiungiamo il nostro albergo, il Silk Route Hotel, che per 18,50 € al giorno, tasse incluse, ci assegna una suite stupenda, con una vista mozzafiato sul forte cittadino. L’hotel è praticamente nuovo, costruito tre anni fa da un indiano che opera nel turismo da trent’anni, è gestito da un giovane molto in gamba, che dorme su un materassino posto sul pavimento all’interno della sala cucina e si lava nella washroom dell’albergo! Dalla terrazza dell’albergo possiamo vedere la comunità gipsy che vive immediatamente sotto l’albergo: cucinano con fascine di legna all’interno delle loro baracche, piene di bambini che dormono in un’unica stanza con materassini posti a terra uno accanto all’altro. Tutte le mattine provvedono a turno a controllare le loro teste, causa pidocchi, gli animali domestici vivono a due passi dalle loro baracche e lungo il vialetto che conduce all’albergo coltivano decine di piantine di marijuana. Il direttore dell’albergo ci dice però che, da quando è stato realizzato l’hotel e grazie anche all’interessamento di molti dei clienti della struttura, i bambini hanno cominciato ad andare a scuola, è stata portata l’acqua in casa e anche la televisione…chissà che non contribuisca al controllo delle nascite! Ceniamo in albergo, la wifi è ottima, stasera riusciamo a parlare e contattare tutti!
8° giorno – Sabato 24 Febbraio 2018
Iniziamo la mattinata visitando la Nathmal – Ki Haweli, una bella struttura realizzata per un primo ministro verso fine Ottocento. Oggi è una residenza privata e si può visitare solo la corte interna, oltre che ammirare la stupenda facciata. Poi raggiungiamo la Patwa – Ki Haweli, una struttura fatta realizzare tra il 1800 e il 1860; fu il padre a iniziare i lavori, poi completati dai cinque figli con un risultato strabiliante. Le guide, anche la Lonely Planet, riportano che l’edificio fu realizzato da cinque fratelli, ma la notizia non è corretta. Con 250 rupie a testa potete visitare uno degli edifici a vostra scelta, sono tre in tutto quelli aperti al pubblico. Noi, su consiglio di un addetto alla biglietteria, abbiamo visitato il primo, che è il più grande e quello che contiene più oggetti, molti dei quali originali. L’addetto alla biglietteria ci accompagna nel tour, parla un ottimo inglese e ci spiega molto bene come funzionava l’edificio e quante analogie ha con la vita odierna. Tra le cose più interessanti che ci spiega ci dice che le porte della struttura, tutte in legno pregiato, ancora oggi vengono pulite con la pipì di mucca! Ci spiega anche che la casta più alta, della quale lui fa parte, è praticamente vegetariana, non mangia radici e gli uomini mangiano separati dalle donne. Si merita una piccola mancia di 100 rupie! Poi raggiungiamo velocemente il forte di Jaisalmer, una struttura gigantesca, abitata da migliaia di persone e piena di negozi. Al suo interno, oltre al palazzo reale, bellissimo ma che non abbiamo visitato, importanti sono i templi giainisti, sette strutture una collegata all’altra veramente notevoli, risalenti al XV secolo. Ci fermiamo poi al negozio “Bellissima”, consigliato dalla Lonely Planet, che sostiene le attività delle donne dei villaggi rurali prossimi a Jaisalmer, soprattutto vedove e divorziate. La ragazza che gestisce il negozio ci racconta che lei si è sposata per amore, contro il volere della famiglia del marito, e questo le ha creato non poche complicazioni, non è ben vista nel paese ed ha serie difficoltà a portare avanti il suo lavoro. Compriamo un bellissimo copriletto matrimoniale ricamato a mano al costo di 4.000 rupie, circa 50 €.
Rientriamo poi velocemente in albergo per mangiare un boccone, alle 14.00 siamo già pronti per iniziare il nostro tour nel deserto di Khuri, organizzato dal nostro albergo. Abbiamo concordato un tour privato in 4×4 fuori dagli itinerari turistici, il driver è il proprietario dell’hotel the Silk Route, che ci accompagna insieme ad un abitante di un villaggio del deserto che provvederà a preparare la cena. Appena arriviamo sulla sabbia del deserto, l’autista apre leggermente il vetro anteriore della jeep, ci spiega che in questo modo entrerà meno polvere all’interno dell’auto, ed è vero! Visitiamo alcuni villaggi abitati da gente che vive nel deserto, facciamo una cammellata di due ore e poi ci organizzano una cena presso una capanna, cucinando con il fuoco fatto con la legna, una cosa molto particolare. Al termine della cena il cuoco lascia mangiare gli avanzi al suo cane, all’interno della ciotola nella quale ha messo il nostro cibo. Poi pulisce il tutto con la sabbia del deserto, che, a suo modo di vedere, è particolarmente abrasiva e toglie tutti i residui. Il solo pensare che domani qualcuno mangerà in quella ciotola, e che anche ieri qualcuno ci aveva mangiato, mi fa venire il mal di pancia! Il deserto è molto diverso da quelli che abbiamo visitato in altri Paesi, qui ci sono molti arbusti e qualche pianta e le dune sono presenti solo in alcuni punti. Il deserto infatti è abitato da molti animali selvatici, noi vediamo diverse antilopi del deserto, che qui sono tantissime perché i nativi non le mangiano e la zona è priva di grandi predatori che possano attaccarle. La poca sabbia presente, unita agli arbusti, permettono alle popolazioni locali di abitare questo deserto, perché gli arbusti consentono di praticare la pastorizia e perché quando piove un po’ più del solito, riescono a coltivare qualcosa; i nativi vivono soprattutto di pastorizia e, da qualche tempo, di turismo. Purtroppo i cambiamenti climatici stanno creando non pochi problemi in questa zona, dove molto spesso i monsoni non riescono ad arrivare. In questi casi i nativi sono costretti a spostarsi insieme alle loro greggi in zone dove piove maggiormente, ospitati da parenti ed amici che gli concedono in uso parte delle loro terre. Il governo è comunque stato in grado di portare ad ogni piccolo villaggio luce, acqua e scuole, cosa non indifferente vista la dislocazione e il numero di abitanti dei villaggi, Rientriamo in albergo intorno alle 21.30, è stata un’esperienza faticosa ma bella.
9° giorno – Domenica 25 Febbraio 2018
Alle 8.30 siamo pronti per il trasferimento a Jodhpur. Prima di iniziare il viaggio ci fermiamo al Gadisagar Lake, che non avevamo fatto in tempo a vedere ieri. È molto carino, con vari negozi tutto intorno ed è organizzato come Varanasi, con i gath che scendono fino all’acqua e con un paio di templi all’interno dello specchio d’acqua. Partiamo poi per Jodhpur, che dista da Jaisalmer 280 km e che richiede circa 5 ore di trasferimento. Il paesaggio è sempre uguale, in larga parte si ripercorre la strada per Bikaner, poi si devia per Jodhpur. L’unica cosa un po’ interessante lungo il percorso è il deserto di Deciu, che arriva di fatto fino alla strada e che è molto simile al deserto di Khuri che abbiamo visitato ieri. La strada è buona, anche se è interrotta continuamente da lavori di ripavimentazione che rallentano molto il trasferimento. Arriviamo a Jodhpur intorno alle 14.00, dopo aver pranzato lungo la strada in un ristorante semi allucinante, che il nostro driver definisce “normal”! Visitiamo prima il bellissimo tempio Jaswant Thada, tutto in marmo bianco e posto in una bellissima posizione, nei pressi di un lago e con un bel giardino curato. Andiamo poi al famosissimo Forte Mehrangarh, fiore all’occhiello di Jodhpur, fondato dal maraja Jodha nel 1459 e rimasto per sempre inespugnato, grazie alle sue mura alte fino a 36 metri. Ancora oggi la stirpe dei maraja di Jodhpur esiste e vive in un lussuoso palazzo a pochi chilometri dalla città, l’Umaid Bhawan Palace, residenza di Gaj Singh II. Il pezzo forte del Mehrangarh è il suo palazzo, che custodisce il museo, un’ottima audioguida in italiano descrive perfettamente in 33 tappe tutta la storia del forte, del palazzo e della casta dei Rathore di Jodhpur. Completato il tour raggiungiamo il nostro albergo, il Namaste Caffè. Il nostro autista ci lascia alla torre dell’orologio, 200 metri dall’albergo. La struttura è un po’ fatiscente, ma il terrazzo sul tetto è meraviglioso, con una vista stupenda sul forte e su tutta la città. Sulla terrazza potete cenare e fare colazione, noi abbiamo preferito mangiare al Jhankar Choti Haveli, consigliato dalla Lonely Planet, pieno di stranieri, servizio lento, ma i piatti sono abbastanza particolari, non posso dire buoni perché questa cucina è così diversa da quella europea che non riesco mai a capire se può incontrare i gusti di tutti!
10° giorno – Lunedì 26 Febbraio 2018
Iniziamo il nostro tour alle 9.30, con mezz’ora di ritardo, per fare colazione in albergo abbiamo impiegato più di mezz’ora! Ci fermiamo a cambiare valuta ad un negozio di spezie, cambiamo 350€ a 77 rupie per euro, Ci avviamo poi per il nostro lungo trasferimento a Udaipur, dopo pranzo arriviamo al tempio di Ranathpur, un vero spettacolo di marmo bianco ed arenaria lavorato finemente. Viene fornita un’ottima audioguida in italiano che consente di conoscere bene sia la storia del tempio sia quella della corrente religiosa, alla quale oggi in India si dedicano oltre 10 milioni di persone, poche rispetto ad una popolazione così ampia, ma comunque una corrente molto influente nel Paese. Proseguiamo poi per il forte di Kumbhalgarth, percorrendo una strada pessima; per la cronaca il nostro driver ha le gomme completamente lisce! Il forte è posto su una catena montuosa alla quota di 1.100 metri e corre lungo tutta una lingua del costone roccioso, con un gioco di mura e di bastioni veramente meraviglioso. Questo è il secondo sistema di mura più lungo del mondo dopo la Grande Muraglia cinese. Dalla sommità del palazzo si domina un panorama a 360° veramente notevole. Ci avviamo poi alla volta di Udaipur, dove arriviamo che sono già le 20.00; il nostro albergo, il Mewari Villa, molto spartano, è posto proprio sopra il lago che circonda la città, la nostra camera ha una vista notevole. Il proprietario ci dà tutte le informazioni necessarie per visitare al meglio la città, alla quale dedicheremo tutta la giornata di domani. Ceniamo sulla terrazza panoramica dell’albergo, con una vista veramente bella.
11° giorno – Martedì 27 Febbraio 2018
Iniziamo la nostra giornata ad Udaipur visitando il Tagdish Temple, un bel tempio giainista, anche se ormai ne abbiamo visti diversi e sono tutti molto simili. Attraverso una piccola porticina nel piazzale del tempio accediamo ad un laboratorio di un pittore che realizza delle miniature fantastiche. Compriamo un piccolo dipinto con un elefante, un cavallo e un cammello molto belli per solo 500 rupie. Continuiamo poi il tour andando a visitare il City Palace, il palazzo più grande di tutto il Rajasthan, con i suoi 244 metri di facciata e oltre 30 metri di altezza. Visitiamo solo la parte del museo, non la parte della Cristall Gallery e del Durban Hall, il biglietto è sinceramente troppo caro per quello che c’è da vedere. Dall’interno del palazzo partono anche dei tour in barca sul lago, che al tramonto costano molto di più, 700 rupie. Noi preferiamo andare sul lago in barca da un altro punto, dove il biglietto costa 250 rupie. Il palazzo è molto più semplice di quelli che abbiamo visto sino ad oggi, ma la sua posizione sul lago gli conferisce un certo fascino. Peraltro è pieno di turisti, probabilmente questa zona è più battuta dai tour operator. Dopo la visita al palazzo ci dedichiamo allo shopping, Udaipur offre diversi oggetti carini a prezzi decisamente accettabili. Andiamo a pranzo al Jheel’s Caffè Bar, consigliato dalla Lonely Planet. Dopo 10 giorni di India ci concediamo una pizza, anche se ovviamente è piena di pepe!
Nel pomeriggio, per sconfiggere il caldo, visitiamo prima la Bagore – Ki Haveli, una struttura imponente da poco restaurata e che conserva un certo interesse. Da vedere la sera lo spettacolo di danza che si tiene al suo interno, noi non lo abbiamo visto, ne abbiamo visti diversi in altri Paesi asiatici e poi aspettiamo l’Holi Festival! Più tardi ci addentriamo nei market della città per poi prendere la strada verso sud per andare a prendere la barca per vedere il tramonto sul lago. Siamo fortunati, riusciamo a prendere la barca che parte alle 18.10 e a godere il tramonto per intero. Il tour dura circa 20 minuti e il sole tramonta verso le 18.20, un vero spettacolo. Prendiamo poi un tuc tuc per tornare in albergo per rinfrescarci un po’ e poi usciamo per la cena. Andiamo in uno dei ristoranti vicini alla Bagore – Ki Haveli, che ha una bellissima vista sul lago e che serve degli ottimi dolci fatti in casa. Le birre invece sono servite in una teiera, il cameriere ci spiega che non hanno la licenza per gli alcolici e che ci serve la birra solo per farci una cortesia, se dovessero però avere un controllo della polizia lui ci ha servito del te! Domani si parte per Puskhar!
12° giorno – Mercoledì 28 Febbraio 2018
Lasciamo Udaipur alle 8.30 e ci dirigiamo verso la fortezza di Chittorgarh, il più grande complesso difensivo di tutta l’India. Chittorgarh ha una storia antichissima e drammatica, già nel 1303 era menzionato per essere soggetto ad attacchi nemici; oggi conserva poche vestigia, ma molto particolari, un sito veramente interessante. Proseguiamo poi per Puskhar, dove arriviamo intorno alle 17.00; alloggiamo all’Inn Seventh Heaven, una bella haveli che ha anche un buon ristorante sulla terrazza. Visitiamo la cittadina di Puskhar, con il suo bel bazar che si snoda tutto intorno al lago omonimo. In questo lago sono state sparse le ceneri del mahatma Gandhi e da allora la località ha assunto ancora maggior valore dal punto di vista religioso. Puskhar era già importante per la presenza del Brahma Temple, uno dei pochi templi esistenti dedicati a Brahma. Il Puskhar Lake ha 52 gath ed è molto frequentato dai fedeli di religione induista che qui professano la loro fede, immergendosi nel lago e diffondendo tutto intorno le loro preghiere e i loro rituali; è un’ottima città per lo shopping, i prezzi sono molto più bassi che nelle località più turistiche. È un luogo molto frequentato da giovani stranieri un po’ alternativi che sembrano ben integrati con le popolazioni locali.
13° giorno – Giovedì 1 Marzo 2018
In mattinata andiamo al Brahma Temple, nulla di particolarmente interessante; facciamo un po’ di shopping prima di dirigerci verso Jaipur, prossima meta del nostro viaggio. Jaipur è una “cittadina” di soli 5 milioni di abitanti, praticamente quanto Roma e Milano! È una città molto dinamica, essendo vicina a Delhi viene facilmente raggiunta dal turismo, che è una delle maggiori fonti di reddito della città. Attualmente è in fase di realizzazione un tratto di metropolitana, che dovrebbe migliorare notevolmente il caos urbano. Il nostro pacchetto concordato con Kalka Travel prevede che a Jaipur avremo a disposizione una guida che ci condurrà gratuitamente a visitare la città. Arriviamo a Jaipur intorno alle 13.00 e prendiamo alloggio al Pearl Palace Hotel, una bella struttura moderna e funzionale che ha al suo interno anche un ottimo ristorante, il Peacock, dove ci fermiamo per il pranzo. Finalmente riesco a mangiare un’ottima insalata mista senza il timore di sentirmi male! Ottimi anche i milkshake. Alle 14.00 siamo pronti per andare a visitare l’Amber Fort, il pezzo principale della città. Lungo il tragitto incontriamo la nostra guida, un giovane molto simpatico di nome Kapil che parla un buon inglese. L’Amber Fort è veramente stupendo, ben conservato e studiato nei minimi dettagli, veramente una bella struttura, forse la più bella vista fino ad oggi in India. Facciamo poi in tempo a vedere il City Palace, una parte di questa struttura è, di fatto, un museo ed è praticamente visibile sempre. Un’altra ala invece occupa gli alloggi privati del deposto re del Rajasthan ed è visitabile al prezzo di 2.500 rupie a testa, sinceramente un po’ troppo, non l’abbiamo visitata. Rientriamo in albergo e concordiamo con la nostra guida che domani ci accompagnerà a vedere l’Holi Festival, la più importante festa annuale del Rajasthan.
14° giorno – Venerdì 2 Marzo 2018
Ci svegliamo con calma, abbiamo appuntamento con la nostra guida alle 10.00. È venuto insieme alla sua bambina di 9 anni, molto carina, che per la prima volta festeggia l’Holi con i turisti invece che nel quartiere con i suoi amici. L’Holi Festival ha una tradizione antichissima e simboleggia di fatto la rinascita, cadendo in coincidenza fra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera e quindi rappresenta una nuova stagione e una nuova fase della vita di ogni indiano. Secondo la tradizione induista questo è possibile scacciando i demoni e dichiarando la vittoria del bene sul male. Per questo si festeggia su due giorni, il primo si accendono fuochi per bruciare il male e il secondo giorno, oggi, si festeggia, dedicando la giornata al divertimento e allo stare insieme ad amici e parenti e lanciandosi addosso polveri colorate, un modo per mantenere vivo lo spirito di festa e di spensieratezza. Ogni colore ha un significato ben preciso e, al termine dei festeggiamenti, il colore predominante che rimane addosso alle persone simboleggia quale sarà il nostro futuro. A me è rimasto attaccato soprattutto il rosso, che simboleggia ricchezza e benessere! In queste ore trascorse insieme alla nostra guida abbiamo avuto modo di conoscere meglio le abitudini e lo stile di vita di questa parte dell’India: i matrimoni sono combinati al 90% dalle famiglie, solo il 10% dei matrimoni sono per amore e su scelta libera degli sposi, e sono peraltro molto malvisti. Secondo la nostra guida, visto che le tradizioni familiari sono molto forti e gli interessi economici importanti, è molto meglio lasciar decidere ai genitori che correre il rischio di fare autonomamente una scelta sbagliata compromettendo in tal modo i legami familiari. L’amore, con il tempo, verrà! Prima di combinare un matrimonio viene consultato l’astrologo, per verificare la compatibilità caratteriale della coppia. Solo se il consulto è positivo si procede all’ingaggio, in caso contrario si soprassiede alla combinazione! Anche la data del matrimonio viene fissata dall’astrologo, che studia bene le congiunzioni astrali! Ad ogni cerimonia matrimoniale non partecipano meno di 1.500 persone e i festeggiamenti durano una decina di giorni, con una profusione di denaro impressionante, che spesso mette in ginocchio le famiglie dal punto di vista economico. Ma meglio indebitarsi che rischiare di passare per povero con un matrimonio organizzato al risparmio! Sembrano ragionamenti da Medioevo, eppure questo ragazzo che è di mentalità aperta, ha studiato, sa cosa vuole per sé e per la sua famiglia e vuole assicurare ai propri figli un futuro migliore, li condivide nella maniera più assoluta! Altra cosa fondamentale per una famiglia indiana è il giudizio dei vicini di casa; ogni scelta viene fatta in modo da apparire nella giusta posizione prevista dalla casta di appartenenza. Ad esempio, a suo modo di vedere, oggi le scuole pubbliche indiane hanno raggiunto un livello di insegnamento, ma mandare la propria figlia ad una scuola pubblica vorrebbe dire appartenere alla classe più povera e questo getterebbe fango sulla rispettabilità della famiglia. Quindi lui è disposto a fare qualsiasi sacrificio pur di garantire il proprio livello di benessere ed essere in questo modo accettato dai vicini e dai familiari. Proprio per questo vorrebbe venire a lavorare in Italia, dove potrebbe fare anche il lavoro più umile, perché nessuno del suo entourage saprebbe cosa fa e non perderebbe la sua dignità! Ci dice inoltre che spesso una coppia che ha come primo figlio una femmina, alla seconda gravidanza controlla il sesso del bambino e, se è un’altra femmina, spesso provvede ad interrompere la gravidanza, tutte prassi abbondantemente vietate dalle leggi indiane, ma che ancora oggi sono una realtà, perché provvedere a pagare due doti a due figlie femmine è un impegno economico che solo i ricchi possono permettersi. Tutte queste notizie le avevamo già lette sulla Lonely Planet, ma sentirsele confermare ci ha lasciato un po’ perplessi. Addirittura sulla guida c’è scritto che molto spesso alcune giovani donne vengono trovate morte poco dopo il matrimonio per apparenti incidenti domestici, ma si suppone che siano invece omicidi che consentono al vedovo di potersi risposare ed avere diritto ad una nuova dote, cose allucinanti! Dopo aver partecipato ai festeggiamenti dell’Holi, con canti, balli e profusione di polveri colorate, torniamo nel nostro albergo per farci una doccia. La guida e il direttore dell’albergo ci consigliano vivamente di non uscire nel pomeriggio perché nell’ultima parte dell’Holi Festival tutti si dedicano all’alcool e alla droga ed uscire oggi è molto rischioso, soprattutto per i cittadini stranieri. Rimaniamo quindi in albergo, riordiniamo tutto il nostro materiale fotografico e il diario di viaggio.
15° giorno – Sabato 3 Marzo 2018
Alle 7.45 siamo a fare colazione, ma siccome ieri era l’Holi Festival, il personale è a ranghi ridotti e per mangiare un po’ di pane e marmellata e un the ci vuole praticamente un’ora. Alle 9.00 partiamo, destinazione Agra. Lungo la strada ci fermiamo ad Abhaneri a vedere il bellissimo Chand Baori, un pozzo a gradini con scalinate che scendono per oltre 13 piani fino a raggiungere l’acqua, un sistema idrico eccezionale realizzato nel VII secolo d.C. per raccogliere il più possibile l’acqua piovana del monsone, che arrivava con piogge torrenziali ma di breve durata e che proprio per questo rendeva difficile convogliare il più possibile l’acqua piovana. Il Chand Baori è diventato, nel tempo, oltre che uno dei pochi luoghi di approvvigionamento idrico della zona, anche un punto di aggregazione, dove le persone si riunivano per combattere la calura estiva. È una struttura perfettamente restaurata e, stranamente, ad ingresso gratuito! La Lonely Planet, peraltro, la segnala solamente con una riga, e fa molto male! Nelle campagne che osserviamo lungo l’itinerario, spesso notiamo dei dischi di sterco essiccato, spesso accumulati e coperti da argilla per proteggerli dalla pioggia. Vengono utilizzati per accendere il fuoco! Proseguiamo il nostro viaggio verso Agra e ci fermiamo verso le 14.30, dopo aver mangiato, a Fatephur Sikri, una maestosa città fortificata che dal 1571 al 1585 fu la capitale del regno Moghul sotto il sovrano Akbar. Akbar fu uno dei re più illuminati del mondo: sposò tre mogli, una di religione indù, una musulmana e una cristiana, diffondendo così il messaggio che Dio è uno solo. Il complesso di edifici sorge accanto ad una meravigliosa moschea, tuttora in funzione. L’architettura è un misto fra persiano ed indiano ed è un vero capolavoro dell’arte indo – islamica, una cosa assolutamente da visitare. Arriviamo ad Agra intorno alle 18.30, il nostro albergo è l’Aman Homestay, una bella struttura posta a soli 10 minuti a piedi dal Taj Mahal. Ceniamo in albergo in una cena conviviale con altri ospiti, una coppia e un giovane provenienti dall’Inghilterra e una coppia di origine belga che però non parla inglese! Domani mattina abbiamo appuntamento alle 7.00 con la guida messa a disposizione dal nostro tour operator Kalka Travel.
16° giorno – Domenica 4 Marzo 2018
Alle 6.45 siamo fuori dal nostro albergo, dove incontriamo la nostra guida con la quale andiamo a piedi all’ingresso est del Taj Mahal. All’interno di questa meraviglia non sono ammessi zaini e borse, quindi portate solo la vostra macchina fotografica, i soldi e il telefono. Il biglietto costa 1.000 rupie a testa, vengono forniti una bottiglietta d’acqua e dei copriscarpa da mettere quando si entra all’interno del monumento. Il Taj Mahal fu fatto erigere dall’imperatore Shah Jahan, in memoria della sua seconda moglie, Mumtaz Mahal, morta nel 1631 dando alla luce il loro quattordicesimo figlio. Mumtaz era la favorita di Shah Jahan e furono ben 20.000 artigiani a lavorare per 21 anni, dal 1632 al 1653, per costruire questo monumento che, giustamente, fa parte dei sette capolavori architettonici del mondo moderno. Alle 9.30 usciamo estasiati dalla visita al Taj Mahal, rientriamo in albergo per fare colazione e poi, accompagnati dal nostro driver e dalla nostra guida, ci rechiamo a visitare l’Agra Fort, una fortificazione moghul molto bella, anche se è visitabile solo per il 25% della sua superficie, perché il restante 75% è in zona militare. Fu l’imperatore Akbar a dare inizio ai lavori nel 1565. Nel tempo il forte fu poi trasformato nella residenza dell’imperatore ed è veramente notevole. All’uscita dal forte salutiamo la nostra guida, non un granchè devo dire, e ci facciamo accompagnare dal nostro driver al Sadar Bazar, un’area dedicata a mercato permanente piena di negozi e ristoranti. Oggi però è domenica, e buona parte dei negozi sono chiusi. Partiamo poi per Delhi, dove arriviamo intorno alle 16.00, ancora in tempo per andare a visitare il complesso del Qutb Minar fatto realizzare dai sultani di Mehrauli per celebrare i fasti del dominio musulmano. Il complesso è dominato dal minareto che dà il nome all’area, eretto nel 1193 in stile afgano dal sultano Qutb – ud – din. Comunque tutto il complesso è veramente spettacolare.
Delhi è una metropoli abitata da 23 milioni di abitanti! Visto che si è votato da poco in Italia mi permetto di fare qualche piccola considerazione sulla “razza”, che alcuni partiti ancora sventolano. Delhi ha da sola il 40% dell’intera popolazione italiana! Ha senso continuare a non capire che il centro del mondo si è spostato ad Est? L’80% della popolazione indiana sarebbe disposto ad emigrare nei Paesi occidentali in cerca di fortuna. Molti di essi non lo fanno perché sono così poveri da non potersi permettere di comprare neanche il biglietto dell’aereo. Fermare i flussi è un’impresa impossibile, provare a migliorare le condizioni di vita di qualche miliardo di persone affamate, rinunciando probabilmente a qualche privilegio, sicuramente fattibile, ma purtroppo ancora molti pensano di poter risolvere il problema con muri e fili spinati! Alle 18.00 siamo al nostro albergo, il Capital Airport, posto a circa 3km dal terminal 3 dell’aeroporto di Delhi, dal quale partiremo per l’Italia domattina alle 4.20. L’albergo, pur essendo abbastanza nuovo, non è un granchè, ma per dormire poche ore può andar bene. Usciamo per mangiare un boccone in uno dei ristoranti della zona, dove praticamente non hanno mai visto un turista!.
17° giorno – Lunedì 05 Marzo 2018
Alle 2.00, dopo aver dormito poche ore, prendiamo il nostro taxi per andare all’aeroporto. Avevamo concordato il transfer con il nostro albergo, al prezzo di 300 rupie. Il check in con Alitalia è lento ma tranquillo, ci imbarchiamo con circa 30 minuti di ritardo. Volo tranquillo, preferisco non dormire e guardo 4 film! Arriviamo a Roma e poi a Firenze in perfetto orario, alle 10.30. Anche se il servizio è un po’ spartano e il personale non molto socievole, non possiamo dire di aver volato male con Alitalia. Nostra figlia Elisa, che oggi non lavora, viene a prenderci all’aeroporto, facciamo in tempo anche a fermarci al mercato per fare la spesa ed arriviamo a casa alle 12.30, in orario per una bella pasta alla carbonara e un buon bicchiere di vino!
Conclusioni
Non si è mai sufficientemente preparati ad affrontare un viaggio in India! Penso che sia meglio effettuare questa tipologia di viaggi in età comprese tra 25 e 35 anni, dove si sente meno la fatica e dove tutto il contorno di miseria, di caos e di sporcizia probabilmente fa meno effetto. Non è stato sicuramente uno dei viaggi più belli della mia vita; i luoghi da visitare sono belli ma non eccelsi, se si eccettua il Taj Mahal che, comunque, da solo vale il viaggio! È però un viaggio da fare: entrare in contatto con il popolo indiano è un’esperienza unica, vedere da vicino il loro modo di vivere, la precarietà delle loro giornate e il loro affidarsi alla fede fa veramente riflettere! Non credo che faremo un secondo viaggio in questo Paese, anche se è un territorio immenso e di posti da vedere ce ne sono tantissimi. Ci teniamo comunque stretti i ricordi e le sensazioni che questa esperienza ci ha regalato e non dimenticheremo facilmente le tante bellissime persone che abbiamo incontrato. Addio India e buona fortuna!
Spese complessive sostenute per due persone (arrotondate all’euro):
Vaccinazioni: € 150,00
Voli: € 788,00
Visti: € 91,00
Assicurazione viaggio: € 134,00
Noleggio auto: € 390,00
Metro, tuc tuc, taxi e barche: € 52,00
Guide: € 42,00
Ingresso monumenti: € 327,00
Alberghi: € 398,00
Pasti e bevande: € 268,00
Mance: € 44,00
Spesa complessiva: € 2684,00
Spesa a testa: € 1342,00