Delhi, Jaipur, Agra… addio Nepal.

Viaggio nell'interessante triangolo d'oro, visitando, tra gli altri, il maestoso forte Amber ed il fantastico Taj Mahal. India in espansione, ma per il 10% della popolazione, per il resto miseria e sporcizia.
Scritto da: Enrico 9
delhi, jaipur, agra... addio nepal.
Partenza il: 27/03/2011
Ritorno il: 04/04/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Fine Marzo 2011, tour Triangolo d’oro con estensione Kathmandu con famoso tour operator di Torino, sveglia alle 4,15 e si parte per Delhi via Vienna, dopo essere impazziti 15 giorni causa errore (di chi?) sul visto di mia moglie: speriamo si possano aggiustare le cose in Nepal. Il volo per Vienna è regolare, seduto accanto a noi il cantante Pupo; attendiamo 3 ore nella mediocre longe dell’aeroporto. Parte in perfetto orario anche l’aereo per Delhi, con noi viaggia l’accomp.re Mistral, Stefano, romano, che si rivelerà preparato ed esauriente, prezioso nei suoi suggerimenti, a bordo ottima cena e cortesia. Arriviamo forse in anticipo, breefing che inizia all’aeroporto e termina all’hotel, tante le cose che ci spiegano: ”siamo in India, quindi può succedere di tutto, velocità 40 all’ora, se non troviamo bagni il bus si ferma in campagna, molti cani randagi (attenti alla rabbia), meglio non calzare sandali per via del tetano, venditori assillanti, attenti all’acqua del rubinetto, al ghiaccio e ai gelati”, sà lui dove portarci: traspare dalle sue parole ciò che avevamo letto in internet, chiunque si muove con l’intento di percepire soldi, normale in questo tipo di paese; quindi acquisteremo sempre acqua a 50 cent dai ragazzi del pullman, ai quali versiamo in anticipo la mancia obbligata come di consueto; poiché i venditori non possono salire sul pullman, sarà la guida a mostrarci gli oggetti e consegnarceli, comunque ogni volta che usciremo da un sito, o nei dintorni di un monumento, sarete assaliti dai venditori di piccole cose con cui dovrete discutere il prezzo, abbassandolo anche ad un quinto. A letto alle 3, sveglia alle 7. Dopo non eccelsa colazione ci avviamo per vedere i palazzi governativi, maestosi, anche se si percepisce che non è ancora la vera India. Poi ci rechiamo al complesso Qutub minar, XII secolo, il minareto in mattoni più alto al mondo, ed intorno rovine molto scenografiche, fà caldo….. Partiamo poi alla volta di Jaipur, 260 km in 6 ore, l’India è un cantiere aperto, l’autostrada è piuttosto una camionabile, vediamo 2 grossi incidenti con camion ribaltati, apprendiamo che i camionisti guidano molte ore, e spesso si ubriacano o si drogano per portare a termine il lavoro, traffico nel caos, guidano come pazzi, gente seduta sull’asfalto e mucche che attraversano la strada: la mucca è sacra, il suo lavoro lo fa il dromedario. L’india ha un milione e 200 mila abitanti, solo il 10% è abbastanza ricco, ma è sempre un gran bacino di utenza che fa gola a chi vuole investire…traspare per il resto molta miseria, è comunque in espansione, il governo investe molto in infrastrutture, il sociale è ancora un po’ trascurato, cos’eè la pensione? Pranziamo in un Mc donald, qui davvero a buon mercato, ed alle 19 arriviamo a Jaipur, e prendiamo possesso della bella camera al Golden Tulip che pare proprio un 5 stelle. Nel tragitto le guide ci danno molte informazioni storiche e geografiche su questo paese, apprendiamo delle caste sociali, dell’induismo, dei matrimoni combinati (paga tutto il padre della sposa), della mucca animale sacro, del Criket etc…. A sera ceniamo a buffet al ristorante dell’hotel, ottimo. La mattina seguente, escursione al forte di Amber, bellissima roccaforte sul monte, sede del marajà di Jaipur (17° secolo) che si specchia sul lago artificiale e a cui si accede in jeep o a dorso di elefante, ma la fila di attesa è lunghissima,quindi saliamo in jeep; per salire con l’animale occorre arrivare molto presto: ora poi gli elefanti a disposizione compiono turni più leggeri, soprattutto dopo che ci sono stati vari incidenti. Giriamo un paio d’ore nel forte, scattando molte foto alla costruzione (architettura rajput) ed al panorama, davvero bello; come sempre, appena si scende dal pullmann si viene assaliti da miriadi di venditori, che ti seguono ovunque. Discendiamo, e fotografiamo il Jal Mahal, antico palazzo che si trova al centro del lago Man Sagar: stupendo! Poi purtroppo inizia la solita solfa della visita di una fabbrica, per mostrarci ora come si intagliano le pietre, poi come si fanno i tappeti, come si intarsia il marmo, visitiamo accompagnati un negozio di tè e spezie, ove poi si vendono i prodotti, e quella è la parte centrale dl programma, è una sicura convenzione tra le guide ei commercianti, ma occorrerebbe mettere un limite, anche perché i prezzi dei prodotti sono alti; pochi comprano, ma se ne vanno 2 ore ogni volta.. Pranziamo, e sotto 38 gradi visitiamo l’osservatorio astronomico, deludente, evitatelo se potete, era meglio un giro per il centro della città. Vicino c’è il City Palace, dove tra sale e bella architettura vi sono donne in abiti tipici che fanno tatuaggi, annesso museo con costumi antichi. Finalmente alle 18, rinunciamo ad un’altra visita presso un collezionista di gioielli vari…e ci facciamo lasciare insieme ad altri 9 nella piazza principale, dove il caos regna sovrano, ma almeno vediamo l’”India”. Così, schivando bus e motorini (traffico pazzesco con mucche annesse), ci addentriamo al Bapu bazar, dove acquistano anche i locali, e dove vendono di tutto, una specie di suk, paradiso per i turisti, e finalmente acquistiamo alcune cosette da regalare. Per chi c’e stato, Jaipur assomiglia a Marrakech. Si fa sera, i taxì non esistono a Jaipur, e torniamo in hotel con il “tuk-tuk”, tipo Ape, che porterebbe 3 persone, ma saliamo in 4 ed in una mezzoretta siamo all’hotel: costo del trasporto 100 rupie (euro 1,50) totali. Al mattino partiamo presto con destinazione Agra; prima di lasciare Jaipur, ci soffermiamo a fotografare il palazzo dei venti, bello, colore rosa scuro, dalle sue particolari finestre le concubine potevano guardare all’esterno senza essere viste. Dopo un’ora giungiamo ad Abhaneri, dove fotografiamo prima donne al lavoro nei campi con coloratissimi sari, notiamo molti dromedari che in India fanno le veci della mucca , poi visitiamo il “pozzo palazzo” strana costruzione, con colonne, e da cui scendendo ad imbuto si giunge su di un prato, tutt’intorno pietra, tipo gradinate da stadio, molto interessante, per usare la videocamera, così come in altri luoghi paghiamo 25 rupie (40cent.). Nei pressi anche un altro piccolo tempio, quasi in stile maya, anch’esso interessante. Intorno la miseria dell’India, che sarà pure la più Grande democrazia del mondo con economia in espansione, ma sporcizia e povertà sono da terzo mondo. Ci fermiamo a pranzo (discreto)in un palazzo nobiliare di un maraja, ora adibito ad albergo. La costruzione è di grande impatto, ed anche qui c’è lavoro per la macchina fotografica. La sosta del pomeriggio si chiama Fathepur Sikri, città abbandonata, costruita da Akbar, il più grande imperatore della dinastia Moghul: interessante. Finalmente alle 19 giungiamo all’hotel Trident Oberoj, dove prendiamo possesso di una buona camera con vista giardino e ceniamo discretamente. Il giorno seguente di prima mattina ci rechiamo al forte rosso, patrimonio Unesco, costruito in arenaria rossa, maestosa roccaforte ed antica residenza dell’imperatore Moghul Shah Jahan; poi ci rechiamo al mausoleo Etimad-ud-Daula, un Taj Mahal in miniatura, molto grazioso, e posto sul fiume ove si rinfrescano bufali d’acqua. Abbiamo giusto 3 ore per pranzare entrare in piscina, poi via per vedere finalmente Lui, il Taj Mahal, dicono il monumento più fotografato al mondo, mausoleo fatto costruire dall’imperatore moghul Shah Jahan in memoria dell’amata moglie. Il pullman giunge solo fino ad un certo punto, poi per circa 1 km. Si viaggia su macchinette elettriche, 100 metri a piedi tra venditori assillanti e negozietti, e finalmente si entra, prima in un cortile ove si paga 50 cent. per usare la videocamera, ma solo dalla distanza massima dal Taj Mahal, poi la si deposita in un cassetta ricevendo la chiave, a questo punto ci si avvicina al tempio, che è talmente bianco e si confonde un poco col cielo inquinato, quindi non molto azzurro. Tantissima gente, tante foto, è davvero maestoso; all’interno non si può fotografare, ma lo fanno tutti, e le guardie chiudono un occhio. E’ il tramonto, ma non sortisce l’effetto sperato, quello cioè di una giornata limpida, l’inquinamento la fa da padrone. Finalmente abbiamo visto una delle sette meraviglie del mondo. All’uscita facciamo acquisti, contrattando fortemente. In mattinata dopo colazione, approfittiamo della piscina, relax di un paio d’ore, e poi, sull’incomodo pullmnn sulla via per Delhi, e per percorrere 210 km impieghiamo 6 ore, il traffico è indescrivibile, le strade pessime. Nel tragitto, il nostro autista sik, rigorosamente con turbante, ci vuole mostrare un tempio Sik, ove, essendo aperto 24 ore, la gente si può sfamare in ogni momento, ed infatti vi sono molti vecchi donne e bambini seduti a terra, mentre passa un tipo che mette cibo e versa acqua, quasi un rito. In disparte le donne che cucinano in enormi pentoloni, sinceramente non siamo attirati da quel cibo, ma quella visita è stata una bella esperienza. Alle 18,30 ci accoglie il “Radisson, elegante, in contrasto con l’esterno, la camera con bagno oltre la vetrata, ed ottimo il ristorante. Purtroppo sarà una notte dedicata ad un battere intestinale, ed il giorno dopo rimaniamo in hotel, le condizioni di salute ci consigliano di rientrare in Italia….Nepal, sarà per un’altra volta.


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