Danimarca…non solo Copenhagen

Leggendo questa interessante rivista su viaggi e viaggiatori, mi è capitato di leggere articoli che volessero coinvolgere anche noi camperisti a raccontare le nostre avventure di viaggio e di viaggiatori. Così al ritorno dalle ferie estive in Danimarca, con il camper, mi è venuta voglia di raccontare di questa bellissima nazione che ci evoca...
Scritto da: Mutti63
danimarca...non solo copenhagen
Partenza il: 02/08/2009
Ritorno il: 16/08/2009
Viaggiatori: fino a 6
Leggendo questa interessante rivista su viaggi e viaggiatori, mi è capitato di leggere articoli che volessero coinvolgere anche noi camperisti a raccontare le nostre avventure di viaggio e di viaggiatori. Così al ritorno dalle ferie estive in Danimarca, con il camper, mi è venuta voglia di raccontare di questa bellissima nazione che ci evoca solo il pensiero di Copenhagen ma che ha tanto da offrire specie dal punto di vista naturalistico.

Proprio pianificando l’itinerario di viaggio, leggendo sul pianeta Web delle esperienze di altri viaggiatori, partendo dall’idea di visitare prima Berlino poi Copenhagen, piano, piano Berlino è stata accantonata ed ha preso strada esclusivamente la voglia di visitare questa, che sulla carta, sembrava un paradiso per camperisti-ciclisti come amiamo definirci noi e l’equipaggio che viaggia con noi.

I giorni erano forse pochi, solo 15 giorni compreso il viaggio…Ed il viaggio per raggiungere la Danimarca e veramente lungo! Passare la Svizzera o l’Austria e tutta la Germania di per sé è già un viaggio! Non bisogna lasciarsi tentare da troppe soste altrimenti i tempi si dilatano in modo esponenziale, anche perchè le autostrade tedesche mi hanno ricordato la nostra famigerata Salerno-Reggio Calabria: sono un perenne cantiere, noi che ci eravamo illusi di potere non avere limiti di velocità in realtà erano più le volte che viaggiavamo ai 50 Km. All’ora che quelle dove potevamo “lanciare” il camper al limite della velocità permessa.

La partenza è stata da Modena, sabato 1° Agosto per i nostri amici mentre noi con il nostro camper, per esigenze di famiglia, la partenza è stata posticipata a domenica 2 Agosto. Noi abbiamo passato il confine con l’Italia dalla Svizzera, l’altro equipaggio ha sconfinato dall’Austria: l’andata è stata indolore per entrambi, pur partendo il 1 ed il 2 agosto, il ritorno il 16 di Agosto è andata decisamente meglio a noi passando dalla Svizzera al confine con Mendrisio rispetto ai nostri amici che sono rientrati dal Brennero funestato di code e traffico a fisarmonica fino quasi a Verona. L’incontro è avvenuto a Wurzburg e da lì su, su, su entrando il Danimarca via terra destinazione isola di Romo.

1° giorno in Danimarca 04/08 Martedì, verso le 16,00, siamo entrati in territorio Danese. Nel mio immaginario, in base a quello che avevo letto, credevo di trovare un tempo grigio e cupo invece il sole e una luce stupenda ci hanno accolto e questo tempo meraviglioso non ci avrebbe più lasciato per l’intera settimana! Destinazione le spiagge dell’Isola di Romo, che di isola, ormai ha solo il nome, in quanto è collegata alla terra ferma da un ponte-diga che permette in 15-20 minuti di raggiungere l’isola. Alla turistica ed affollata Lakolk abbiamo preferito la più defilata Molby, a sud dell’isola, anche perchè le distanze sono veramente minime ed è quasi un piacere allontanarsi dai centri turistici per avere poi la scusa, bicicletta alla mano, di percorrere le stupende ciclabili che quasi ovunque affiancano le strade. E così abbiamo fatto: parcheggiato il camper in campeggio, abbiamo inforcato le biciclette ed abbiamo raggiunto la spiaggia di Sonderstrand un’immensa distesa di sabbia dove per raggiungere il mare bisogna fare ancora 2 chilometri! Al tramonto è veramente suggestivo anche perchè il tramonto, lì, è verso le 22,00.

2° giorno 05/08 La mattina abbiamo percorso i 12/13 Km che separano Molby a Lakolk percorrendo la ciclabile che corre a fianco della strada deviando poi all’interno su una strada di viabilità ordinaria ma con una viabilità veramente ridotta, strada che porta all’abitato di Lakolk che non ha un vero e propio paese ma è un agglomerato di case da vacanza il cui centro culmina con un insieme di bar, negozietti turistici e ristorantini all’ingresso della spiaggia di Lakolk. Qui ha sede anche un campeggio che però è quasi sempre pieno di stanziali locali e tedeschi essendo Lakolk il centro turistico principale dell’isola. Secondo me non ne vale assolutamente la pena di entrare in una marasma simile quando a poca distanza c’è la possibilità di sostare nella pace e nel verde. La cosa, forse, negativa dei campeggi, e della Danimarca in generale, sono i prezzi! Bisogna rassegnarsi, nei campeggi, a spendere mediamente dai 30 ai 35 € ad equipaggio, a seconda del numero di persone, e sinceramente non è poco. In Danimarca il campeggio libero è vietato, ma i parcheggi e le aree sosta sono presenti e se si è discreti la sosta giornaliera è quasi sempre tollerata.

Ma la cosa veramente favolosa di queste spiagge, sull’intero versante Ovest dell’isola, è che è permesso sostare dalla mattina fino alle 21,00 in spiaggia con il proprio mezzo, per cui ti puoi permettere di stare l’intera giornata, con il camper al seguito mangiando pasta con il ragù su una spiaggia in Danimarca, senza ombrelloni, sdrai, bar ma solo il tuo mezzo…Insieme ai mezzi di un altro migliaio di persone! Ma lo spazio è immenso e non si ha minimamemte l’idea di essere così in tanti. Poi qui fai la classica vita da spiaggia: passeggiata nel bagnasciuga (l’acqua del Mare del Nord è un po’ freddina) sonnellino al sole, l’unica cosa che per noi stona è il furgoncino che vende wurstel invece che bomboloni, ma il resto sembra una bellissima spiaggia Adriatico affollata di turisti non di essere sul grigio e freddo Mare del Nord.

Terminata la giornata in spiaggia, la destinazione successiva è stata la cittadina più antica della Danimarca: RIBE che dista solo 36 Km da Romo, e qui per risparmiare e perchè effettivamente non c’era la necessità, abbiamo parcheggiato nell’area sosta in Plads Tondervej comoda rispetto al centro, gratuita, dista circa dieci minuti con una sosta al massimo di 48 ore. Ribe è una graziosa cittadina con case a graticcio e strade di acciottolato. Viene segnalato dalle guide un ristorante all’angolo della Torvet “Weis Stue” dove si mangia un’ottima “Schnitzel” e da qui alle 20 (sempre) ed alle 22 (solo il mese di luglio e agosto) parte “la ronda” della guardia notturna dove un signore vestito con abiti d’epoca guida i turisti lungo un percorso di 45 minuti in giro per Ribe cantando canzoni e narrando aneddoti in danese, inglese e tedesco ( ma chi lo capiva?!). Questo a rievocare le ronde notturne che si facevano in passato e a ricordare in particolare modo due guardie uccise da un ubriaco. Questa passeggiata consente di visitare quelli che sono gli angoli più suggestivi di questo piccolo paese, dove, come quasi in tutte le cittadine della Danimarca, dalle 17,30 in poi non c’è più nessuno per strada, improvvisamente tutti spariscono e rimangono solo i turisti, dove ci sono, o sono deserte fino verso le 9,00 della mattina successiva.

Ha veramente dell’incredibile pensare ai Danesi costretti a vivere inverni lunghi con giornate cortissime, non approfittare dell’estate e di giornate di sole fino alle 10 di sera! E’ evidente che la cultura e le abitudini sono profondamente radicate in questo popolo nordico che potrebbe apparire freddo mentre in realtà è decisamente accogliente e caloroso.

Finita la ronda, cenetta sul canale di Ribe in un ristorante tipicamente danese consigliato dalla Routard e poi tutti a nanna in previsione della prossima “tappona”, il giorno successivo, verso quello che io aspettavo più trepidamente e cioè l’estremo Nord, la fine della penisola Danese dove il Mar Baltico incontra il Mare del Nord! 3° giorno 06/08 Questa giornata è stata trascorsa quasi esclusivamente in camper in quanto la distanza da percorrere e stata relativamente notevole, quasi 380 km.

Abbiamo scelto di percorrere quasi esclusivamente l’autostrada per accorciare i tempi di trasferimento e fare solo una sosta per il pranzo, e così facendo nel pomeriggio siamo arrivati a destinazione.

La decisione è stata quella di sostare nel campeggio di Rabjerg Mile (il miglio di Rabjerg) dove c’è il “deserto danese” per poi il giorno successivo raggiungere Skagen e Grenen in bicicletta.

Anche quel giorno, parcheggiato il camper in questo bellissimo campeggio, abbiamo scaricato le biciclette e percorsa la poca distanza (circa 5 km) che ci separavava da quello che veramente è uno scenario veramente inusuale: il deserto danese, un autentico deserto di sabbia, una delle grandi sorprese che la Danimarca riserva. Immense dune di sabbia, sospinte dal vento, si muovono anche di 15 metri ogni anno. Raggiunta la sommità delle dune, a ben 40 m di altezza, lo scenario è veramente incredibile, boschi di conifere, da un lato, dune di sabbia dall’altro e all’orizzonte navi che solcano il Mar Baltico. Anche qui il massimo delle bellezza si raggiunge al tramonto, dove la luce bianca lascia il posto a colori più caldi. Stanchi ormai di fotografare ogni passo che il sole faceva per tramontare, ripresa la bici siamo tornati in campeggio per la cena sorpresi di vedere che erano quasi le 21,30. Dopo un’ora la luce all’orizzonte si vedeva ancora!! 4 giorno 07/08 – Il sole ci accompagna ancora. E questa è la giornata a cui tenevo di più in assoluto: destinazione Grenen passando per Skagen attraverso una delle ciclabili forse più belle che ho io abbia percorso! La prima cosa che ci ha fatto fermare è stata la vendita di prodotti locali semplicemente appoggiati ad un banco di legno con l’indicazione del prezzo richiesto e una cassettina aperta di plastica dove lasciare i soldi. Per noi italiani veramente incredibile ma che lì, lo avremmo appurato poi, è una abitudine praticata in ogni luogo.

E così abbiamo cominciato a percorrere i 22 Km che ci separavano dalla punta estrema della Danimarca in un alternarsi di dune sabbiose ricoperte di erica e freschissimi boschi di conifere. Un cielo azzurro con un caldo sole ci faceva dimenticare la latitudine del nostro itinerario, solo la piacevole brezza ci ricordava che stavamo pedalando verso Nord.

Breve sosta, a 5 km a sud della città, per la Tilsandede Kirke (Chiesa Sepolta), costruita a metà del XIV secolo e quasi sepolta dalla sabbia nel XVI secolo che fu chiusa per decreto reale, poi nel 1810 fu quasi completamente demolita, ma la torre venne lasciata in piedi per essere un punto di riferimento per la navigazione. Non è una cosa particolarmente suggestiva, ma è praticamente sulla strada per cui vale la pena di fare una breve deviazione, anche solo per fare una pausa.

Ripresa la strada in breve tempo si arriva a Skagen, il centro è veramente grazioso, turistico senza essere eccessivo, baciato da una luce bianca tipica del Nord che fa risaltare le casine gialle con i tetti rossi in contrasto con il cielo azzurro. Il cuore della città è il caratteristico porto turistico affiancato da ristorantini dove friggitorie varie permettono di mangiare prodotti locali quali aringhe e salmone seduti liberamente a tavoli guardando la passeggiata. Il prezzo non è proprio economico, forse ci si aspetterebbe di spendere qualcosina in meno (mediamente 12/15 € a testa) ma la giornata era troppo bella ed il paesaggio troppo piacevole per soffermarsi su questo dettaglio. Ripeto: la Danimarca è comunque cara, quindi partendo da questo presupposto…! E dopo pranzo abbiamo percorso gli ultimi 3Km che ci separavano da Grenen per arrivare alla fine del territorio danese: la punta estrema dove il Mare del Nord incontra il Mare Baltico.

Vale la pena, almeno all’andata, di percorrere interamente la lingua di sabbia a piedi, in circa 20 minuti si arriva alla punta. La giornata era priva di vento, per cui i due mari si incontravano gentilemte con ondine pressochè inesistenti. Sono convinta che quando il vento la fa da padrone, su quella lingua di sabbia, lo spettacolo sia imponente. Quel giorno, il Mare del Nord sembrava perfino azzurro rispetto al marrone del Mal Baltico e questa era l’unica cosa che ci fceva intendere che si trattava di due mari diversi.

Al ritorno è simpatico salire sul Sandormen, una sorta di vagoncino trainato da un trattore che ci riporta velocemente all’inizio della punta.

Riprese le biciclette si ricomincia la pedalata verso il campeggio ripercorrendo a ritroso la fantastica ciclabile fatta all’andata.

5° giorno 08/08 La mattina successiva si riparte, destinazione Arhus da dove traghettare per raggiungere prima Roskilde ed infine Copenhagen.

Il pomeriggio l’abbiamo passato ad Arhus visitando il grande Den Gamle By un piacevole museo all’aperto dove case di tutta la Danimarca sono state smontate e lì ricostruite e riarredate con mobili originali per “illustrare” quelli che erano gli antichi mestieri artigianali e i tipici interni delle case danesi. Un simpatico modo per passare un pomeriggio considerato che tanto ci vuole per vederlo tutto. La sera abbiamo ripiegato a dormire nel parcheggio del tranquillo porto turistico di Arhus risparmiandoci così l’obolo al campeggio danese.

6° giorno 09/09 Abbiamo scelto di traghettare da Arhus a Kalundborg rispetto al tragitto da A rhus a Siaellands Odde anche se il tempo in nave era decisamente di più (3 ore e mezza contro 1 ora) in quanto si è rivelata la scelta più economica: una tariffa di 330 corone contro quasi 1000 corone della seconda. Caricati i camper sul traghetto, abbiamo passato una tranquilla mattina navigando tra le acque del Mar Baltico arrivando poi verso le 13,00 a Kalundborg destinazione Roskilde dove, a parte l’imponente cattedrale che accoglie le spoglie dei regnanti Danesi, ci aspettava l’epilogo di una festa Vichinga! La ricostruzione di un villaggio e una comunità vichinga al porto del fiordo di Roskilde dove sono custodite anche 5 navi vichinghe originali ripescate nel fiordo stesso. Peccato che alle 18,00 finisse tutto! Già un lusso considerato che in genere alle 17,00 tutti spariscono!! Per questo motivo abbiamo deciso di partire direzione Copenhagen in quanto, dopo qualche telefonata ai campeggi intorno alla città, sembrava non ci fosse posto da nessuna parte. Ultimo tentativo: City Camp in centro, praticamente, a Copenhagen e udite, udite c’è posto!!! Ci precipitiamo in quello che consideravamo una botta di fortuna (e per un certo verso lo è) ma che quando siamo arrivati ci ha lasciato senza parole: si trattava di un parcheggio su asfalto di fianco ad una tangenziale con i camper talmente appiccicati che non si potevano neanche aprire le finestre!! Credo sia stato in assoluto il posto a pagamento più tremendo nel quale ho dormito, arrivavo dal Nord, dal deserto danese, un silenzio, un cielo stellato senza paragoni e adesso mi ritrovavo di fianco ad una tangenziale in un parcheggio!! La cosa positiva? Copenhagen si raggiungeva tranquillamente in bicicletta in meno di un quarto d’ora e vi assicuro che girare questa città con le sue mitiche ciclabili in bici ne vale veramente la pena. Non vi descriverò la città perchè ampiamente illustrata in tutte le guide e anche su questo giornale in modo largamente esaustivo però un breve accenno alle ciclabili, questo sì! Sono su entrambi i sensi di marcia, ogni ciclabile ha la corsia di marcia ordinaria e di sorpasso, ad ogni semaforo, la ciclabile ha il suo con la relativa corsia per voltare e una cosa altamente emozionante e trovarsi con gli abitanti che alle 17,00 lasciano il posto di lavoro e si riversano tutti su queste ciclabili in un flusso dove per immettersi bisogna cogliere l’attimo, le mamme girano con un carrello davanti la bici con due o tre bambini a bordo, la busta della spesa o il cane!!! Memorabile! Un giro così non lo avevo mai fatto. Neanche in Olanda, patria delle bici! A Copenhagen abbiamo riservato solo due giorni, ne avevamo preventivati tre, ma la Danimarca non è solo Copenhagen ed il desiderio di tornare in mezzo alla natura e fuggire dal “parcheggio” ci ha fatto sacrificare una giornata di visita alla città.

8°giorno 11/08 Pomeriggio inoltrato, fatta la spesa all’iper vicino al parcheggio partiano alla volta dell’isola di Mon e di Mons Klint. Da percorrere circa 120 km. Ma il desiderio di ridormire nella natura e nel silenzio ci fanno partire senza rimorsi.

Lasciamo la periferia di Copenhagen imboccando l’autostrada verso Sud, le case cominciano a diradarsi, piano piano il panorama cambia e torna ad essere quello rassicurante dei prati e campi coltivati. Stiamo andando nella direzione che dovremmo prendere al nostro ritorno, le indicazioni stradali riportano già Rodbyhavn, punto d’imbarco per la Germania, ma per adesso il nostro navigatore è puntato a Stege, paese principale dell’isola di Mon, dove anche questa isola, ormai, solo di nome in quanto collegata al resto delle isole circostanti da due ponti. Lasciata l’autostrada deviando a destra e percorsi pochi chilometri, all’orizzonte la luce del sole ci permette ancora di vedere il ponte che ci collega all’isola, finalmente rivedo le piccole case coloniche , alcune ancora con il caratteristico graticcio, le pale eoliche che sembrano silenziose mentre il realtà, avvicinandosi, il rumore che fanno è alquanto inquietante, e purtroppo…Il vento! Il tanto temuto vento che fino ad allora ci aveva risparmiato a Mon soffiava e anche abbastanza impettuoso.

Arriviamo a Stege verso le 21,00 e neanche a dirlo il paese è completamente deserto, avevamo puntato un campeggio che dava l’opportunità di fare un “quick stop” cioè ad un modico prezzo si poteva entrare dopo le 21,00 e uscire prima delle 10,00 il mattino successivo, ma passando lentamente per il centro del paese, sulla destra dove c’è una piccola laguna intravedo parcheggiato un camper. Ordino a mio marito di fermarsi, voglio vedere come ha fatto ad arrivare in quel parcheggio in mezzo al verde ed al silenzio assoluto. Trovato l’ingresso, discretamente parcheggiamo anche noi, con i nostri amici commentiamo sottovoce il luogo ed assaporiamo di nuovo quel profumo di erba, di mare e sorridiamo al vento che arriva a folate ricordandoci finalmente che siamo al Nord.

La notte ascolto il vento, unico rumore in quell’assoluto silenzio, la mattina le gocce di pioggia sul camper ci svegliano e abbassati gli oscuranti vediamo un cielo nuovo, grigio, con nuvole cariche di pioggia che il vento muove velocemente.

9°giorno 12/08 Siamo costretti a lasciare le biciclette in garage. Ne approfittiamo per fare una passaggeta a piedi a Stege, compriamo pane, pesce fresco, ci sediamo a bere un caffè (neanche tanto male) e nel frattempo il cielo cambia centinaia di volte, esce il sole, si rannuvola, piove e così di continuo. Questa cosa fa si che ci decidiamo ugualmente a scaricare le biciclette per perlustrare la punta Nord dell’isola e arrivare ad un piccolo paese Nyord.

Questo giro era solo un piccolo riscaldamento in preparazione del giorno successivo dove la destinazione erano le scogliere di Mons o Mons Klint.

Dopo pranzo, scrutiamo il cielo, siamo un po’ scettici e carichiamo l’abbigliamento da acqua che difatti ci servirà perchè ciclicamente il vento portava sul nostro cammino nuvoloni di pioggia che scaricavano acqua e poi se ne andavano. Ma anche in questo riuscivo comunque a trovarci un suo fascino. In un attimo tutto si faceva scuro, giù cascate d’acqua e poi il vento spostava le nuvole ed usciva il sole e i colori cambiavano, il verde diventava brillante l’erica risaltava sotto la luce ed il mare all’orizzonte lanciava i suoi bagliori. I girasoli risollevavano la loro corolla e tutto si colorava fino al prossimo nuvolone. Così abbiamo percorso i 15 Km. Che ci separavano da Nyord utilizzando una ciclabile (la cui cartina ce l’eravamo procurata la mattina all’ufficio del turismo) che passava dentro ad un bosco che all’occorrenza ci salvato non poche volte dai diversi acquazzoni.

Nyord non si può definire un paese, non si può neanche entrare con la macchina, bisogna lasciarla all’inizio dove c’è un parcheggio, anche qui siamo su un’isola collegata a Mon da un ponte. Entriamo nel paese in bici e sembra di essere in un borgo dove le persone sono tutte parenti ed amici tra di loro. Qui il paesaggio era superbo: i campi di grano ancora da mietere arrivavano fino al mare, i tetti delle case erano ricoperti dal muschio, persino l’unico negozio-bar-market-bazar merita una sosta. Ma la cosa veramente favolosa sono le rondini; migliaia di rondini ti volano addosso, sembra una banalità, ma da noi le rondini sono anni che non si vedono più. All’orizzonte arrivano altre nuvole, decidiamo di batterle sul tempo e per fare questo utilizziamo la strada a viabilità ordinaria (avremo incrociato 3 macchine) per tornare a Stege. Arriviamo che le prime gocce cominciano a bagnarci i K-way peraltro ancora umidi.

Speriamo che il tempo, il giorno successivo, sia più clemente perchè i chilometri da percorrerre in totale sono più di 50 e non è tanto la distanza che ci spaventa ma il vento.

10° giorno 13/08 Purtroppo la mattina successiva la figlia dei nostri amici si sveglia con la febbre. Breve summit e decisione scontata! Non si può andare in bicicletta, dobbiamo spostarci con un camper in modo che lei possa stare dentro mentre noi scendiamo dalle scogliere. Mentre il camper percorre la strada principale (l’unica che c’è sull’isola) guardo con nostalgia la ciclabile che per un tratto affianca la strada per poi deviare verso l’interno percorrendo paesaggi che immagino stupendi. Anche oggi, però, c’è molto vento per cui cerchiamo di consolarci dicendoci che forse ci siamo risparmiati una fatica.

Parcheggiamo nel grande parcheggio delle scogliere di Mons, incontriamo scolaresche in gita (là la scuola era già iniziata) gruppi di ragazzi e turisti di tutte le lingue. Iniziamo a percorrere i vari sentieri panoramici segnalati tanto per vedere lo spettacolo dall’alto per poi cercare la scala di legno che in 15 minuti di scalini alquanto ripidi, porta giù alla base della scogliera. Il panorama è indubbiamente più suggestivo visto dall’alto, il contrasto del bianco delle scogliere favorito dalla luce del mattino, in quanto vi batte il sole, con l’azzurro del mare è veramente suggestivo. Mi ricorda vagamente la “nostra” Scala dei Turchi in Sicilia in provincia di Agrigento anche se devo dire che quest’ultima, forse, come colpo d’occhio è nettamente più bella.

Scesi sulla spiaggia di sassi sbirciamo anche noi alla ricerca di qualche improbabile fossile in queste che sono falesie cretacee, ma giusto per fa passare un pò di tempo. Risaliamo quindi la scala di legno che ci riporta 130 m su, tanto sono alte le scogliere, decidiamo comunque di non entrare al Geocenter ma di ritornare al campeggio sperando di potere comunque fare un breve giro in bicicletta magari per raggiungere qualche laboratorio di “keramik” incontrato strada facendo la mattina.

Piccola sosta nel centro di Stege a mangiare gli “Smorrenbrod” quelli che io ho definito le “tapas” danesi. Un simpatico “fast food” locale che serve pane nero aromatizzato sul quale sono disposti vari assaggi di quelli che sono i loro prodotti tipici, aringhe, salmone, caviale verdure varie, un mix di gusti veramente interessanti, i gestori particolarmente gentili hanno offerto anche una gustosa polpetta di pesce al mio cagnolino che io guardavo decisamente con un pò di invidia! Siamo finalmente riusciti a riprendere le nostre bici ed abbiamo ripercorso per un pò, sulla ciclabile, il tragitto fatto la mattina con il camper fino a raggiungere un laboratorio di ceramica visto sulla strada. Era un interessante negozio che in realtà vendeva tante altre cose, in legno, fabbricava candele artigianali, oggetti in ceramica e vetro. Sono riuscita a “trovare” un simpatico servizio da pinzimonio molto colorato veramente carino. Mio marito non aveva dubbi che sarei riuscita a trovare qualcosa.

Con i nostri cestini carichi di acquisti abbiamo ripreso la strada del ritorno, un po’ taciturni consapevoli del fatto che quello sarebbe stato l’ultimo giro in bcicletta in terra danese. Il mattino dopo si ripartiva per il rientro il Italia.

11° giorno 14/08 Ci alziamo con comodo, carichiamo le biciclette, salutiamo il simpatico gestore del campeggio di Stege e ripartiamo verso l’autostrada in direzione di Rodbyhavn per prendere il traghetto che ci porterà a Puttgarden in terra tedesca. Percorriamo gli 86 km. Che ci separano dall’imbarco riempiendoci gli occhi ancora delle isolette collegate da ponti, campi con ancora il grano, prati verdi ed il mare increspato dal vento. Arriviamo all’imbarco, paghiamo € 75,00 per imbarcare camper e persone ed aspettiamo il traghetto che arriva ogni mezzora.

In terra tedesca, ormai, perdiamo ogni interesse anche se il paesaggio è ancora decisamnete notevole, ma fa già più caldo e lo spirito è cambiato.

La giornata scorre in modo noioso , quasi sempre in camper fermandoci solo per mangiare o fare il pieno. La sera usciamo dall’autostrada per cercare un’area sosta dove dormire, il posto, anche se non ricordo di preciso la località, non era male ma ormai non c’era più l’impegno e l’entusiamo che ci aveva caratterizzato la vacanza i giorni precedenti. 12° giorno 15/08 Partiamo di buon’ora, vorremmo arrivare nel primo pomeriggio a Lindau,sul lago di Costanza, dove c’è una bella area di sosta in modo da poter passare l’ultimo pomeriggio delle nostra vacanze facendo un giretto in bici intorno al lago, che peraltro avevamo già visto 5 anni fa.

A Wurzburg ci separiamo dai nostri amici in quanto loro rientreranno dal passo del Brennero mentre noi siamo costratti a rientrare dalla Svizzera per andare a recuperare mia figlia di ritorno dall’Inghilterra all’areoporto di Malpensa.

Alle 15,00 parcheggiamo a Lindau, la giornata è bellissima anche se il caldo è veramente torrido: siamo partiti il giorno prima da Stege con 14 gradi mentre lì ce ne sono più di 30°. Siamo decisamente consapevoli di andare incontro al caldo e questo ci fa decisamente disperare! Gironzoliamo lungo la ciclabile del lago dalla parte opposta di Bregenz in quanto già vista la volta precedente, passeggiamo per il centro di Lindau, sempre molto grazioso e ci concediamo anche una pizza (discreta) in una pizzeria “italiana”. Chissà forse la vicinanza a casa ci ha fatto tornare voglia dei nostri sapori.

Terminata la giornata, salutiamo definitivamente questa belle vacanza e ci prepariamo per il giorno successivo alla partenza definitiva direzione Italia.

13° giorno 16/08 Partiamo direzione Milano, attraversiamo la sempre bella Svizzera, ci fermiamo a mangiare a Lugano che, se anche in territorio svizzero, l’italiano la fa da padrone ed alle 15,30 in perfetto orario con il volo di mia figlia arriviamo all’aeroporto di Malpensa. Ci lasciamo travolgere dai suoi racconti sulla vancanza “studio” a Londra bla…Bla…Bla… Il suo entusiamo è contagioso e l’allegria ci avvolge di nuovo. Adesso è il suo momento ma quando avrà esaurito i suoi racconti comincerò io con i miei. Le racconterò di una terra lontana, lassù nel Nord dove il nostro immaginario ci evoca paesaggi freddi cupi e nuvolosi ma che invece sono un arcobaleno di colori dove, il sole, ma anche le nuvole cambiano in un attimo il paesaggio che ci circonda; dove le persone bionde, chiare di carnagione all’apparenza algide, racchiudono un carattere estremamente cordiale e disponibile.

Le terre nordiche, per me, sono sempre state affascinanti. Per adesso la punta estrema della Danimarca è stato il punto più a Nord al quale io abbia spinto il nostro camper. Vorrei arrivare ancora più su, fino al Circolo Polare Artico! Ma questo è un altro viaggio.

Claudia Olivi



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