Danimarca e Svezia 2

24/7 partenza h 5.30. Viaggio tranquillo per Aosta e Gran S. Bernardo. All’alba, accanto alla strada, incontriamo un capriolo al pascolo. Nicola ha il vomito rituale della partenza subito dopo il tunnel…! Lac Leman, pioggia a rovesci. Svizzera molto “comme il faut”, natura ordinata, praticelli rasati e paesini tranquilli. Dopo...
Scritto da: FrancaAcce
danimarca e svezia 2
Partenza il: 24/07/2005
Ritorno il: 11/08/2005
Viaggiatori: fino a 6
24/7 partenza h 5.30. Viaggio tranquillo per Aosta e Gran S. Bernardo. All’alba, accanto alla strada, incontriamo un capriolo al pascolo. Nicola ha il vomito rituale della partenza subito dopo il tunnel…! Lac Leman, pioggia a rovesci. Svizzera molto “comme il faut”, natura ordinata, praticelli rasati e paesini tranquilli. Dopo l’ingresso in Germania, cominciamo ad elencare tutti i paesi svizzeri con nomi di formaggi: Gruyère, Emmental, Bern, Friburg…Ci sale il colesterolo e pensiamo tanto a Geronimo Stilton!! In Germ l’autostrada attraversa zone di foresta fitta e buia, faggi e abeti scuri, rami intricati…Ti aspetti quasi che salti fuori un cinghiale al galoppo. Invece solo lepri e uno scoiattolo investiti e stesi sul ciglio della strada…La modernità che travolge. Sulle colline circostanti Heidelberg, Kassel etc… Ci salutano con le loro lunghe braccia bianche gli impianti per l’energia eolica. Sono belli, maestosi e lenti e, soprattutto, silenziosi e puliti. Tengono quasi compagnia, hanno un che di rassicurante… Al contrario, gli aerei in fase di atterraggio a Frankfurt sfiorano l’autostrada e mettono un po’ di ansia…Uno ogni pochi secondi. Dalla strada lo skyline di Frankfurt sa un po’ di america, grattacieli a forma di matita, di piatto, di torri di vetro. In un attimo, la tangenziale ci porta fuori città e non ci siamo quasi accorti di aver oltrepassato una metropoli… La sorpresa serale ci attende a Hildesheim; mangiamo cena in una piazza fantastica, contornata da case cinquecentesche a graticcio, dipinte e scolpite. Ristorante italiano e pasta al pomodoro per cena: da non crederci!! Gli italiani medi all’estero!! Ci rifaremo.

25/7 RIBE cielo a pecorelle grigie, acqua a catinelle con pause e spruzzi di sole. Ingresso in DK alle 11.45, sotto la pioggia. Usciamo dall’autostrada dopo 1.500 km… E bisogna dire che era ora! Oggi, intorno ad Hamburg, c’erano milioni di camion…È il porto più importante del nord Europa. Abbiamo attraversato l’Elba passandole al di sotto, nell’Elbtunnel…I didn’t really like the experience, mi vengono le paturnie sottoterra e sott’acqua contemporaneamente! Dopo il confine danese , la prima città che incontriamo si chiama Aabenraa (!). Poi proseguiamo per Ribe, dove il fiume si chiama Å (…!), giuro! Ribe è bellissima, oltre 100 edifici storici, case a graticcio del 1500, casette basse e linde, colorate e bianche, vicoletti acciottolati, enorme zona pedonale e un minuscolo porto canale, molto fiorente nel medioevo e ora un po’ interrato, ma proprio per qs rimasto com’era. Le casette lungo la riva sono incredibili, piccole, con tante finestre a quadretti e grandi fiori rampicanti sulle porte dipinte di blu e verde. Sui davanzali delle finestre senza tende, ci sono le cosa più buffe: lampade, porcellane, modellini di navi, statuette indiane, fiori secchi, libri, bicchierini messi infila, oggetti di legno… All’interno vedi gente che fa le cose normali di tutti i giorni, ma qui sembra che tutto abbia una dimensione diversa, tempi diversi. Tranquillità. Ceniamo al ristorante sul canale, pieno di foto di foche, pelli di foca e foche di ceramica…Tutti sono molto sorridenti, la cameriera tenta con lo spagnolo, poi con qualche parola italiana…Carina e buffa. Nella caserma dei pompieri Nick vede un’autobotte d’epoca e va a fare la foto: una signora pompiere (!) subito lo invita a vedere anche quelle usate oggi e gli fa segno di andare dove vuole nella rimessa…Insomma, gente rilassata ‘sti danesi. Ah, comprato Dannebrog.

Prima di cena, arrampicata sulla torre della cattedrale…Gran sfacchinata fra le cacche dei piccioni e, alle cinque, mentre passavamo lì accanto, è suonata l’ora. Campanona gigante…DOOOOON…DOOOONNN… Tutti sordi dopo! Passate le cinque, qui è tutto chiuso e deserto, un po’ tipo Inghil. Facciamo cena con calma alle sei (pesce o carne e verdure bollite in quantità) e poi il cielo si schiarisce, tornando miracolosamente a mostrare un po’ di blu fra le nuvolette sparse…Tutto si illumina e diventa allegro. Alle otto la guardia notturna col suo lanternino passa cantando fra vicoli e stradine, con una torma di turisti alle calcagna. Le cicogne tornano al loro enorme nido sulla torre del vecchio Råthus.

Usciamo dalla città per andare più a ovest a vedere il mare e lo troviamo dietro l’argine coperto di pecore e stormi di gabbiani. Tutto silenzio, vento, belati, strida di uccelli marini e sopra a tutto le grandi pale dei mulini che ruotano solenni. Alle 21.45 il sole ce l’ha quasi fatta a tuffarsi dietro l’orizzonte e a concludere il suo lungo giro estivo sui paesi del nord. Il crepuscolo dura oltre le 23 e verso le 5 è di nuovo giorno. Se venissi qui e inventassi le persiane, diventerei ricca! 26/7 SILKEBORG Alle 11 avevamo fatto la strada fra le colline e i laghi fino a qui. Cielo e paesaggio molto mutevoli, nuvole bianche e grigie, momenti di luce che evidenzia tutti i verdi dei boschi e il giallo dei campi di grano… Dopo una curva, incontriamo un bel gruppo di mucche delle Highland distese sotto grandi alberi, vicino a una casetta bianca con un giardino che è un’esplosione di fiori colorati un po’ in disordine, quasi selvatici. Santo cielo, che animali buffi sono qs mucche, pelose e poco socievoli, con delle lunghe corna…Non sopportano la nostra vicinanza, il toro decide di muoversi quasi subito, seguito da mucche e vitelli. Attraversiamo pascoli e colline coperte di pini prima di arrivare al B&B: una fattoria con un grande cortile quadrato, chiuso su tutti i lati dalle costruzioni: stalla, casa, magazzino etc.. Anche le stalle hanno fiori alle finestre e tutto è tirato a lustro e in ordine. Dormiamo in mansarda, dotata di un set di ciapamusche di tutti i colori: effettivamente le mosche qui sono una disgrazia, appunto noiose come…Di notte ti vengono sulla faccia (le odio). Passiamo la prima parte della giornata al museo di Silkeborg, in compagnia dei Vikinghi e del povero uomo di Tollund. E’ molto più impressionante di Ötzi, trovo. Ha conservato l’espressività del volto, i capelli, le rughe, la barba, le labbra carnose e il naso un po’ a becco. Sul suo berretto di cuoio si contano i punti delle cuciture, i piedi sono intatti…Anche la treccia di cuoio con la quale è stato impiccato ha una sua freschezza. E poi ho ripassato in un’oretta tutte le mie conoscenze di mitologia nordica: Odino, Thor con il suo martello, la bella Freya…Tutti qui, sotto Yggdrasil, l’albero che regge la volta celeste. Nani e giganti e il corvo, messaggero di Odino…Un mondo di divinità terribili e violente, diverse dal pantheon meridionale così solare e quotidiano.

La zuppa di cavolo e cipolla, il pane nero imburrato e la salsiccia al ristorante del museo sono degni di nota.

Pomeriggio ad AQUA, acquario d’acqua dolce con parco e cicogne, anatre, lontre, procioni, visoni e castori. Animali buffi e insoliti, carino!! Sorpresa della sera: Nick vuole proseguire per 4 km oltre casa, fino al villaggetto di Sinding…Al ritorno, dal campo di grano, sbuca la testa di un cerbiatto: ci guarda con gli occhi sgranati e poi saltella via fra le spighe e si nasconde nel bosco… Le casette di Silkeborg lungo il canale, col prato rasato che termina sul molo e il gazebo di legno e vetro con vista sull’acqua e il traffico fluviale sono un sogno…Ognuna ha il suo albero secolare sul bordo del canale (quercia, faggio o salice) e l’approdo per la canoa o la barchetta…Case di altri tempi, per altre vite, ma che belle!! Nella linearità di qs case, con una grande stanza lunga e larga quanto la casa stessa al piano terra, una cucina e poi le stanze sotto il tetto, è rimasto qualcosa dello spirito vikingo (le loro case erano molto simili) e del rigore luterano. Sono case intime ma non frivole, spesso le assi di legno del pavimento sono così, al naturale, non verniciate. Belle e calde.

27/7 ÅRHUS Den Gamle By, la città vecchia…Museo etnografico molto ben organizzato: è una vera città fatta con edifici veri d’epoca, smontati in varie parti del paese e ricostruiti qui, carrozze, cavalli, branco di oche, mulini, giostre di un tempo e giochi di una volta, botteghe funzionanti con figuranti in costumi d’epoca, case “vive” con donne al lavoro in cucina, stufe accese, artigiani e persone a spasso…Bello! Soprattutto perché è tutto vivo, non museo e basta. Il cocchiere si fa scrivere su un foglio una frase in italiano per attirare eventuali clienti (Arriva la carrozza!! Fate un giro!!) e chiacchiera allegramente in perfetto inglese…Un simpaticone. A Nicola (che è un po’ come Emil, se non le combina, gli succedono!), esplode il sacchetto del pane secco per le oche nel bel mezzo di una bottega…Briciole ovunque! Ma nessuno si scompone: raccattiamo il tutto e corriamo via! Gli uomini di casa provano anche a usare un piccolo traghetto con la corda: tiri la corda seduto in

barca e vai avanti (con addosso regolare giubbotto di salvataggio…Non d’epoca).

Poi si prosegue per Edelstoft a vedere la famosa “Fregatta” (con due T)e il porto e il tipo sfigato che cade sempre dal windsurf, mentre altri fanno sci d’acqua tirati da un parapendio ai 200 all’ora alle sue spalle!! E poi Grena, le dune basse , la spiaggia bianca e fine, i bungalow tutti colorati con le porte direttamente sul molo. Una famiglia di svitati fa il bagno (20 secondi) nel Kattegat. Conchiglie piccole e brutte.

Alla sera, passeggiata con Nick fra i campi di grano dietro casa, a vedere il tramonto alle 21.40…Il cielo è sgombro e blu e arancione. Le distese di grano sembrano proprio oro con qs luce. Oggi per arrivare a Grena, la campagna che abbiamo attraversato era una cosa da favola, esattamente il tipo di posto dei libri di Astrid Lindgren. Ogni tanto la strada si tuffava in un tratto di foresta di faggi, scura e fredda, come nelle fiabe di Andersen. Questo paese è incredibilmente vuoto e il grano è ovunque fra i villaggi…Nulla di simile a casa, troppo diverso. Il crepuscolo termina verso le 23…

28/7 AALBORG Città proprio bruttarella. Sembra Bristol in periferia. D’altra parte, un posto famoso per i cantieri navali e le fabbriche di cemento non può essere un granchè. C’è anche un cielo grigio e noiosetto che non dà luce. Comunque non piove e siamo seduti in terrazza, oh yes! I due vecchietti che ci ospitano hanno una casa carina di fuori ma tremenda dentro: non che sia brutta o sporca, ma è ZEPPAZEPPISSIMA di ogni tipo di baracche e rumente che esistono al mondo!! Ninnoli e cosine e robine e bamboline e ceramiche e peluches e navi in bottiglia e quadretti e candeline e…E… Argh!! Visto il cimitero vikingo oggi, sulla collina, lontano dai rumori del porto e dalle fabbriche (solo le ciminiere spuntano dagli alberi in lontananza). Erbetta e pecorelle, tombe antichissime (le più recenti sono del 1000) a forma di cerchio, triangolo, nave. Sono a modo loro impressionanti, soprattutto le navi. L’idea del viaggio verso l’altro mondo, la forma perfetta, la prua e la poppa segnate da pietre più grandi…Hanno un loro fascino remoto.

Al villaggio vikingo di Frykat (c’è voluta la mano di Dio per trovarlo: due frecce in 40 km!!) abbiamo passato una mattinata decisamente interessante: delle persone vivono lì in estate proprio come vivevano i vikinghi, alcuni sono volontari e altri studenti di archeologia che fanno una specie di approfondimento pratico. Sono vestiti di lino grezzo e lana, cuoio e pelliccia e fanno attività artigianali antichissime: tessitura, cestini… Vivono nella “longhouse” comune al clan, con una zona per il bestiame e la parte centrale per le persone, attorno al focolare collocato sulle pietre, con ripiani di legno sui quali si dormiva su pellicce e coperte tutti insieme…Effetto stalla assicurato. Poi Nick ha fuso lo stagno e l’ha colato in uno stampo per farsi un ciondolo. Ancora da rifinire, ma niente male. Abbiamo cotto del “flatbread”sulle piastre di metallo e visto fare una cotta di maglia…Nick l’ha misurata, con elmo e spada. Pesantissima, ‘sti guerrieri portavano un peso folle…E poveretti i loro cavalli.

E poi arrivati ad Aalborg…TA DAAAA!! L’evento della giornata: il ponte sul fiordo si apre per far passare le navi e noi, che fortuna (dice Nick) eravamo proprio lì quando si è sollevato! Mai visto un bambino più felice. La strada che prosegue in verticale, con segnali, segnaletica orizzontale, pista ciclabile e marciapiedi è uno spettacolo ben strano, in effetti. Nel pomeriggio ho patito un po’ la visita claustrofobica al sottomarino del museo navale: interessante, ma decisamente c’è troppo poco spazio per i miei gusti. Una puzza di nafta da vomitare e spazi angusti…Abbiamo subito pensato a quei poveri marinai russi mollati là a soffocare sul fondo del Baltico. L’unica cosa curiosa è stato guardare col periscopio la città e le barche sul fiordo. Alle 17.30 eravamo nella zona commerciale del centro, a piedi: tanta gente, negozi…Nel giro di 5 minuti, come se qualcuno avesse dato un segnale invisibile, i commessi avevano ritirato tutta la merce all’esterno dei negozi e avevano chiuso. La gente letteralmente a quell’ora SPARISCE: ma dove vanno tutti così in fretta?? Nessuno si ferma a fare due chiacchiere? Notte agitata: Giò ha abbattuto un intero bosco di betulle, con Nick che dal suo letto tentava di interromperlo con cose tipo:”Psssssttt…Hey!…Ma BAAAASTAA!”. In questa casa (gran risate!!) c’è la doccia in cucina! Se gli altri fanno colazione, è un po’ un casino lavarsi… Ma che casa di matti! Però hanno delle tende scure e poi le tende a rullo davanti al vetro per fare un po’ di buio…Geniale…!

29/7 Ancora ad Aalborg, ma oggi abbiamo raggiunto KLITMØLLER, sullo Skagerrak. E’ un posto da surfisti, normali e con il paracadute (si chiama kitesurfing)…Infatti tira un vento tremendo. Veramente al mattino ci siamo fermati ad una spiaggia bellissima, con alte dune alle spalle, coperte di quell’erba fine, lunga e dura, molto tagliente che vive sulla sabbia. Tutti quelli che arrivavano, per prima cosa tiravano su la loro bella tendina-paravento e poi, con una tenacia e una perseveranza ammirevoli, tutti in costume, rintanati lì sotto a leggere!! Non fa freddo, veramente. Solo tanto vento. Passeggiando qua e là abbiamo trovato una medusa grande, marrone e una piccola, blu e le abbiamo rimesse in acqua. Poi, quando sono arrivati i pescatori, siamo stati un po’ lì a ciondolare vicino alla barca mentre toglievano il pesce dalle reti. Insieme alle grosse sogliole grigie, nella rete erano rimasti dei grossi granchi rossi, tipo quelli bretoni e delle stelle marine. Ne abbiamo raccolta una, era ancora viva e l’abbiamo rimessa in mare. Ciò che i pescatori non mettono nei loro secchi va ai gabbiani, che infatti galleggiano con aria indifferente a due metri dalla riva..Quasi quasi fischiettano, ma quando il pescatore lancia via gli avanzi si catapultano subito sulla spiaggia!! Il paesino è fatto di casette minuscole, con delle verande fatte di vetro (anche il TETTO) in cui si vede il divano, la lampada, spesso un tavolo da pranzo: questo la dice lunga sulle ore di buio invernale. Tutte le case sono sparse fra le dune, su e giù, e tra le case ci sono sentierini fra la brughiera al posto di vere e proprie strade…Non so, un posto che sembra un po’ il villaggio del “Pranzo di Babette”, sogliole comprese. La brughiera sul mare è diversa da quella scozzese, meno selvaggia, i colori sono più tenui. Un paesaggio che d’inverno deve fare un po’ paura per la sua desolazione.

Adesso qui la temperatura è fantastica. Ah, la stanza si apre su una grande terrazza di legno con tavolo e sedie: abbiamo cenato qui fuori, si sta benone! Peccato che non si veda il ponte…Nick oggi è stato là un’ora per vedere l’apertura e il passaggio delle navi. Domani Skagen, poi finisce la terra, saremo di fronte “all’evidenza del mare e all’impossibilità di proseguire oltre”. Ma a noi resta l’est del paese.

30/7 SKAGEN Santo cielo, che pioggia! E’ cominciata con una lieve pioggerella in autostrada e poi ha smesso, illudendoci…La prima tappa alla chiesa insabbiata è ancora andata bene, visitina, passeggiata fra dune, brughiera vuota a perdita d’occhio e calette con un odore tremendo di alghe marce. C’è un silenzio in questi posti, mette perfino soggezione…Viene da bisbigliare anche all’aria aperta. Proseguiamo poi verso Grenen…Sabbie e erbe dure e lunghe, erica e cielo basso, il faro…Ci incamminiamo fiduciosi verso la lingua di sabbia che rappresenta la punta più estrema dello Jutland, dove si scontrano le onde del Kattegat e dello Skagerrak sulle secche sabbiose che un tempo erano così pericolose per le navi. Nel XVIII sec. Gli abitanti poverissimi di queste lande ventose attiravano le navi con fuochi e falò sulla spiaggia, per poi saccheggiarle una volta incagliate. Così, sulla costa vennero erette file di forche per scoraggiare qs poveri tapini dal fare cose simili.

Insomma, pioveva e tirava un vento dell’ostrega e noi…Alè, a tapinare nella sabbia bagnata piegati in due, sprofondando e ridendo anche un po’ perché tutti, proprio tutti gli altri andavano nella direzione opposta C’era così tanto vento che ci pioveva solo davanti, dietro eravamo asciutti! Il posto è notevole, spinta in avanti fra due mari che si fronteggiano, questa striscia di sabbia vuota e piatta resiste anche alle tempeste. E’ strano, le onde arrivano da due lati… Al ritorno saltiamo sul rimorchio col trattore gigante che ci riporta, saltellando e beccheggiando sui solchi della spiaggia fino al parcheggio, Forte il Sandormen, andare in rimorchio di trattore sul bagnasciuga, guardando i gabbiani parcheggiati sotto le dune a decine, può anche essere divertente…Dipende da quant’acqua hanno assorbito i tuoi pantaloni nella mezz’ora precedente! Dopo aver fatto la spesa (qui c’è uso cucina, stasera Nick avrà la sua pasta…WW!) ci spostiamo a Gamle Skagen, villaggetto dei primi del ‘900, con uno strano grand hotel, quasi liberty ma più sobrio. Tutte le case qui sono gialle, un giallo scuro speciale di qui. Questa zona sembra proprio più povera rispetto al sud, anche i negozi sono carini ma non pieni di roba strana o costosa, il centro città è ben tenuto me non ha il “tono” di Ribe ad es. La risorsa che si vede e vende dappertutto qui è “FISK”, pesce fresco venduto in cento ristorantini.

Mi spiace che non ci sia il sole…I colori qui devono essere una meraviglia con un po’ di luce, colori naturali e colori dei paesi…Uff!! Speravo che ci andasse meglio qui, ma il viaggio è sempre una sorpresa. Tutte le cose da fare in questa zona sono all’aperto ed è davvero un peccato perdersele. Ma va così…Pazienza. Ci rifaremo al sud.

31/7 Sempre Skagen. No, no: ci siamo già rifatti oggi!! Sole splendente e mare blu, un po’ di vento e un bel caldo: che fondello!! Tornati a Grenen al mattino presto: nessuno o quasi in vista. Rifacciamo la scarpinata lungo la striscia di sabbia ed è uno spettacolo stupendo. Il mare è mosso su un lato e calmo sull’altro, la colonia di gabbiani è posata sulla sabbia, lontano dai sentieri, e sta digerendo la sua abbondante colazione a base di meduse spiaggiate (un tratto dell’insenatura ne è PIENO, vanno da pochi cm a mezzo metro), cannolicchi e vongole. Sulla cima della lingua di terra si può guadare un tratto di acque basse e fredde (ma non troppo) e si arriva sulle secche dove le onde dei due mari si scontrano con un curioso effetto di acqua che ribolle dal basso. Dappertutto ci sono cartelli in 4 lingue che dicono “Pericolo di morte” per chi avesse l’insana idea di tuffarsi. Poi proseguiamo per vedere il Rådbjerg Mile…SPETTACOLARE!!!

Una duna bianca e gigantesca, alta 40 m e allungata sulla brughiera circostante; i colori vanno dal bianco della sabbia alle chiazze viola dell’erica, poi blu di mare e blu di cielo, grigio delle nuvole in corsa e bianco delle ali di gabbiano e poi tanti verdi scuri e chiari e brillanti…Tutto cambia continuamente sfumatura, perché le nubi vanno veloci e il sole va e viene…Bisognerebbe saper dipingere. Qualche tempo dopo, in mancanza di orologio, lo stomaco ci segnala che è ora di mangiare. A Skagen ci sediamo in uno dei ristorantini di pesce sul molo…E vai!! Io di calamari, Giò di scampi e Nick di sogliole (2!). Buoooooono! Adesso siamo qui a covare sulla spiaggia sassosa di Gamle Skagen…Biciclette, bambini, onde e sole. E vento, ovviamente…Una presenza costante. Ma tiene compagnia e fa sventolare allegramente i Dannebrog che ogni casa ha issato sul pennone nel cortile. Che abitudine curiosa. La gente arriva, prende il gelato, si sdraia un po’ sulle zone meno sassose della spiaggia, chiacchiera sottovoce (una cosa miracolosa e civile), lascia che i bambini facciano quattro salti in acqua…Tutti sono tranquilli. Qui la vacanza è così, nessuna frenesia. Bella gente.

Una caratteristica inquietante di Skagen è l’odore terrificante di alghe marce che a momenti aleggia per le strade…! A volte è proprio forte e fa un po’ schifo, perché non è odore di mare, né di pesce…È proprio una puzza, ad essere sinceri!! Non so come Nick abbia ancora energie da spendere: non ha smesso di correre, saltere e rotolare. Ha messo a mollo tutto, a partire dalle calze e poi su fino alla canottiera! Tutta salute. Avrà sabbia anche in testa!! Ieri a Skagen abbiamo mangiato pranzo in una “Fiskehus”…Che bella parola! Come anche “lukket” che vuol dire chiuso, “vand”=acqua, “grøn”=verdura, “åben”=aperto, “øl”=birra, “by”=città, “gamle”=vecchio, “ny”=nuovo, “havn”=porto, “apfelsine”=arancia, “mile”=duna, “vej”=via, “gård”=proprietà, fattoria. Stanze nel senso di B&B si dice “værelse med kokken” (=con uso cucina). Tante belle parole pronunciate con tremendi suoni gutturali. E’ una lingua parallela al tedesco e all’inglese, come già mi era sembrato l’olandese, ma più nordica, con tutte quelle belle k e å e ø!!

1/8 GADBJERG – BILLUND Cioè, la patria dei Lego…Insomma Legoland. E’ tutto molto carino, un parco divertente e a misura di bambino. C’è l’area per i più gnomi con le varie cose della Duplo e poi la ricostruzione di città, monumenti e paesi, palazzi, porti, aeroporti e ferrovie. Nick è rimasto affascinato dalle varie stazioni e aeroporti che sono cose da vedere, in effetti!! Sono perfette e proporzionate in tutto, alberi veri e finti compresi. Ci sono tutti i dettagli. C’è persino una nave che supera tre chiuse in su e in giù! Aerei, camion, pagode, grattacieli, chiese e paesaggi…Tutto perfetto! E poi ci sono le varie aree del parco: il Far West, i pirati, il castello, l’avventura. Abbiamo riso come matti sul bruco-centrifuga e sulla giostra delle tinozze…Io ho riso molto meno sull’ottovolante di “Xtreme Racers”: in picchiata ai 200 all’ora giù per un binario praticamente verticale! E poi ‘sta macchinetta vagava e ballonzolava a 30 m. D’altezza…Never again in my life! Bello invece il tuffo in canoa giù per le rapide e il giro sui tronchi e sul drago. Veloci e un po’ troppo lanciati per i miei gusti, ma vivibili. Giò e Nick hanno anche provato la caserma dei pompieri e l’incendio in città, e delle barche rotanti verso le quali il pubblico faceva “esplodere” sott’acqua dei colpi ad aria compressa che schizzavano tutti! E poi il trenino e la monorotaia…Divertenti! Alle 8, cascasse il mondo e col sole ancora alto nel cielo, tutto chiude: non vendono più neanche i gelati! Giriamo ancora fra le ricostruzioni fino alle nove, poi benché sia abbondantemente giorno, ci cacciano via. Ho molto ammirato le riproduzioni degli animali: il safari e i bisonti in particolare. Incredibili.

2/8 ODENSE Città di Odino. Anzi, di casa siamo a Davinde, micropaesello in campagna, 10 km fuori città. Ospiti di una fattoria tradizionale, col rustico tutto a graticcio bianco e travi nere. L’interno della casa è una meraviglia: cucina e vecchia lavanderia (dove c’è anche il bagno e le lavatrici ed essiccatrici) col pavimento di pietra, sala da pranzo con pavimento fatto di lunghe tavole di pino o betulla lavata a calce e poi tante finestre, un’enorme stufa per scaldare gli ambienti del piano terra, che hanno bassi soffitti con le travi); non c’è lampadario ma tante piccole lampade qua e là, luce soffusa, spesso di candele (sì!!), in portacandele di vetro. Prevale il bianco e le linee essenziali dell’arredo: niente di pesante o troppo decorato, legno, corda, materiali naturali. Le finestre a riquadri danno sul prato sul retro della casa. Ho avuto un attacco di invidia mortale alla vista dello studio: finestre sul prato, tavolo gigante in legno chiaro, tappetini colorati, soffitto in legno naturale come le porte, abat-jours arancioni… L’unico guaio in qs casa è che noi siamo al piano di sopra all’estrema sinistra della casa e il bagno è sotto, all’estrema destra! In mezzo al cortile c’è un noce secolare, tutto è tranquillo e silenzioso nella luce grigia di questi interminabili crepuscoli del nord (sono le 22.30 ca). Vicino alla casa c’è la chiesetta col piccolo cimitero sparso nel prato intorno. Niente monumenti funebri, solo semplici sassi tagliati e un po’ levigati per scrivere nomi e date. Questi luterani mi piacciono sempre di più. Mi piace la linearità, la mancanza di ostentazione, l’assenza del barocco e del cattivo gusto. Tutto è molto funzionale, anche il camposanto. Oggi abbiamo fatto una lunga sosta nella cattedrale di St. Knut, un re santo (tipo Luigi IX in Francia). E’ altissima e grande (forse era cattolica, in origine), tutta imbiancata a calce, piena di luce ma priva di decorazioni. Banchi in legno chiaro scolpito, all’apparenza scomodi ma…All’ingresso c’è una pila di cuscini per i fedeli, accanto allo scaffale con i libri per gli inni. L’organo è la sola “frivolezza” concessa dall’ambiente, e comincia a suonare mentre siamo lì.

E poi, appena usciti dal grande parking del centro, giriamo un angolo…E facciamo un salto nel tempo, indietro di 200 anni, oplà! Al tempo di… Hans Christian Andersen, gloria nazionale, di cui quest’anno si celebra il bicentenario della nascita.

Qui è dappertutto! Anche sui semafori pedonali, le figurette ferme o in movimento sono dei piccoli HCA! Il museo a lui dedicato nella casa natale è proprio interessante e piacevole. In cortile c’è il teatro dove viene messo in scena un piccolo musical, con i personaggi delle sue fiabe e buffe musichette, con HCA “in persona” (cilindro compreso) a fare da narratore. Lovely! E poi, all’interno, si vaga fra le mille edizioni delle sue fiabe nelle lingue più strampalate, fra i suoi bellissimi lavoretti con la carta, i suoi fantastici collages e i suoi cimeli personali (la dentiera!) e tante sue foto, sempre in posa e col cilindro. Era un uomo con una fantasia particolare, un creativo, uno con tante belle idee semplici ed efficaci. Il museo ne dà un quadro affettuoso e intelligente. La via dove si trova la casa è fatta di casette colorate e minuscole, tutte restaurate. Rispetto alla città moderna che circonda questa zona, qui tutto è fermo nel tempo e tutto è conservato con cura. C’è un bel clima in questi vicoli, non da museo, ma sicuramente da altri secoli.

Festeggiamo la notizia del mio lavoro del prox anno in modo sicuramente insolito: al ristorante mongolo!! Buffo e buono: ti scegli i cibi crudi e te li cucinano lì per lì alla piastra! Fine della giornata…Pufff…Sotto il piumino e let’s call it a day! Dimenticavo: abbiamo un cambio in più alla guida nel viaggio di ritorno: Nick ha preso la patente alla Driving School di Legoland!! Vera, con tanto di foto e scadenza! WOW!

3/8 Sempre a Davinde. Oggi fatto un giro sull’isola di Fyn, a sud. Abbiamo trascorso la mattinata a Egeskov, un castello in mezzo a un lago,circondato da fantastici giardini con vialetti fra le querce e le aiuole potate secondo le forme più buffe, a cavatappi, a lumaca, a scoiattolo, a cubo, a matita… E poi prato rasato a perdita d’occhio e querce secolari, cipressi, platani e un lago con le oche. Sempre nel parco c’è un museo di macchine d’epoca e uno delle carrozze. Fatto un giro su una macchinetta di inizio ‘900…PRRRR…PRRRR…CIONF…CIONF… Che buffa! Sempre nel parco c’era il labirinto di siepi e una serie di ponti sospesi fra gli alberi. Molti ingredienti per la giornata avventurosa di un bambino. Fra siepi altissime per ripararli dal vento, fiori selvatici e roseti coltivati insieme, con un accostamento insolito ma di grande effetto, anche perché seminati a seconda delle sfumature. Poi, l’isola di Langeland, con i suoi villaggetti dove si fa fatica a credere che la gente che ci abita abbia il telefono o la luce elettrica…Ti aspetti sempre di incontrare Mamma Oca o la Piccola Fiammiferaia. Alcune case hanno il tetto di paglia coperto di muschio e davanti una quercia o un platano vecchi e enormi. Tutto è semplice, pulito, appena ridipinto. Cena di panini al porto dei velieri di Svendborg, dal quale parte il ponte che collega le isole piccole a questa più grande, Fyn. La pioggia improvvisa ci fa scappare più in fretta del previsto, ma è solo una doccetta breve. Anche a pranzo abbiamo fatto un picnic nel porto di Faaborg, proprio accanto ad una mamma cigno con quattro piccoli. Lei, però era zoppa, povera. E ora si dorme, queste giornate sono lunghe e faticose. Ah, le piante coi fiori dallo stelo lungo lungo che crescono davanti a tutte le casette da fiaba sono malvarose: belle! C’erano anche in Bretagna. Oggi vicino al castello di Valdemar, ma proprio lungo la strada, c’erano tre cerbiatti e un fagiano… Bosco di querce con cerbiatti…Ma non è proprio come nei racconti?! 4/8 ROSKILDE Vikingeskibmuseum OOOOOHH, che giornata! Puff…Puff…! Abbiamo cominciato con una colazione esagerata come ieri!! Cinque nazioni attorno al tavolo del B&B (Dk, GB, D,NL,I) e una bella chiacchierata accompagnata da fette di anguria, pane di 5 o 6 tipi, marmellate, formaggio, salumi, succo d’arancia e tè e caffè e burro salato e pane nerissimo. Nick ha tirato giù 4 o 5 panini e due tazze di tè! La coppia di signori inglesi di mezza età è molto buffa: lui ingegnere civile e lei prof di tedesco. Hanno vissuto a Hong Kong, in Svizzera, in USA e girato mezzo mondo…Per finire a vivere vicino a Gatwick! Se fossero vissuti cent’anni fa, lui sarebbe stato un funzionario dell’impero britannico in India, a costruire ponti e ferrovie, cosa che in realtà fa anche ora. La famigliola danese con bimbe biondissime è molto simpatica, il padre è un giovialone. Ci racconta del viaggio di nozze in Sardegna. (“All those wonderful blue lagoons…”). E poi c’è un architetto di interni (donna) tedesca con marito olandese, silenziosi e disciplinati ma piacevoli. Sempre in bici, loro. Al parcheggio del museo delle navi vik sentiamo un sonoro “Hey, buonciorno!” ed erano i due britannici, parcheggiati accanto a noi con la BMW lucente (ha anche lavato i vetri al mattino) e mentre noi tiriamo fuori il nostro sacchetto ciancicato di Superbrugsen, con fette di pane flaccido, tubi di salsa remulade spiaccicata e odore di salame e formaggio vecchi…Loro producono dal bagagliaio in perfetto ordine un cestino da picnic vittoriano, in vimini, con tutto incorporato, posate, piattini, bicchieri!! Sono i classici britanni che prendevano il tè nella tazze di porcellana col piattino e la teiera d’argento anche nel bel mezzo della giungla indiana o delle savane del Kenya. Sono una razza a sé, ormai è appurato.

Bene, il museo delle navi vikinghe è emozionante, almeno, lo è stato per me. Le navi sono molto grandi, vive…Mi hanno fato una certa impressione, benchè le avessi viste in tv. Sono esposte in una sala che dà proprio sull’acqua e sul cielo del fiordo, poggiate su un fondo di ciottoli levigati. Le spiegazioni sono esaurienti, rendono bene l’idea. E poi l’evento della giornata: andiamo su una barca vikinga (ricostruita) a fare un giro sul fiordo; andata in parte a remi e poi a vela spiegata in mare più aperto. Molto emozionante, si ha la percezione della “presa” del vento sulla vela, della spinta che dà allo scafo, dell’inclinazione. E’ un viaggiare silenzioso accompagnato dal rumore delle onde sotto la barca e dagli schiocchi della vela nel vento o del cordame e del legno. Non si può regolare la velocità in modo preciso e ci si sente un po’ in balia degli elementi. Remare con quei tronchi pesanti, appena sbozzati al fondo, a forma di pale è ben faticoso…Bisogna imparare ad andare a tempo con tutti gli altri. Le cose sarebbero più semplici se tutti parlassero la stessa lingua, ma siamo It, Fr, e Dk con lo skipper che cerca di spiegarsi in Inglese!! La sorpresa del giorno, invece, è… In parte la cattedrale di Roskilde, con le sue strane guglie e le tombe e le bare di cui è PIENA ZEPPA!!…Ma sicuramente la casa di Copenaghen! Appartamento all’ultimo piano di un palazzo vecchiotto, vicino all’orto botanico. Abbiamo una bella stanza per noi, tutta arredata IKEA con gli stessi copriletto di casa, e poi…Tutte le altre 5 stanze, bagni (2) e cucina, perché il tipo qui se ne va per il weekend e noi ce ne stiamo a casa sua. Che paese di gente rilassata! Te ne vai e lasci la gente a casa! Le finestre sono panoramiche, su un quartiere di villette a schiera dell’inizio ‘900. E’ proprio bello…Fatto una passeggiatina in centro città, non male ma è una sera molto ventosa. Però c’era una bellissima luce e Nyhavn era proprio carino, benchè turistico. Bei colori, con il vento. Ora nanna…Sono cotta. Ah, sto scrivendo a una scrivania, invece che nel letto. Good night. Questo enorme appartamento è in parte in ristrutturaz ma le stanze finite sono bellissime. Il pavimento è anche qui di tavole di legno, ma le avevano verniciate di bianco laccato. In alcune stanze hanno grattato via il bianco per tornare al legno naturale. Si può stare scalzi, è caldo…Mmmmmmmh!!

5/8 KØBENHAVN Sono qua in casa, seduta ad un vecchio tavolo pieghevole da restaurare, con le sue tre sedie in legno, vecchiette e da sistemare pure loro. Dalla finestra vedo le file di tetti grigi delle villette a schiera del quartiere qui di fronte e, in fondo alla via, il canale. Ieri sera abbiamo cenato sul canale a Nyhavn, un po’ banale ma la fame è fame! Il dehor dove ci siamo seduti forniva anche le coperte di pile, una per ogni sedia! Ma non faceva freddo, solo dopo si è alzato un vento gelido. Ho dimenticato di dire che, partiti da Billund, siamo stati a Jelling, a vedere i due tumuli sepolcrali di re Gorm il vecchio e della sua regina Thyra, con al centro la chiesa fatta costruire dal loro figlio Harold Denteazzurro, che fu il primo re cristiano e non volle permettere che suo padre e sua madre riposassero per l’eternità in un tumulo pagano, sotto l’erbetta e l’ombra di un paganissimo faggio. Non sia mai. Così, fece costruire la chiesetta fra i due tumuli e vi seppellì il padre. E la madre? Non abbiamo notizie. Il posto è sicuramente curioso e un po’ strano, ha qualcosa dello spirito antico di questi luoghi sacri. Fuori dalla chiesa c’è il pietrone con le scritte in caratteri runici e per la prima volta compare il nome “Denmark”. Su un lato c’è la più antica immagine di Cristo della Dk, sembra quasi una miniatura dei codici irlandesi, però. Tutta intrecci e nodi e draghi.

Bene, invece oggi siamo stati a Rungstedlund, alla casa di Karen Blixen. Bella, sul mare, con un vasto parco alle spalle, con grandi alberi e un laghetto con il ponte. Lei è sepolta lì, all’ombra del più grande e strepitoso faggio mai visto in vita mia (a proposito di sepolture pagane…). Il faggio era sacro per i vikinghi e i germani, sui rametti di faggio (che si dice “buch”) si incidevano le rune da cui gli indovini trevano gli auspici (da cui “Buch” in tedesco e “book” in inglese per dire libro). Quell’albero in particolare è così bello, la chioma si allarga a dismisura, la luce filtra tranquilla fra le foglie e crea mille toni di verde, sotto c’è una radura silenziosa e, sul tronco, la casetta per gli uccelli. E pensare che il povero Dennys Finch-Hatton è sepolto là in Africa, sulle colline Ngong…Che storia. La Blixen, quando torna a Rungsted nel 1931, ha proprio perso tutto: marito che l’ha mollata (lasciandole la sifilide in regalo), fattoria in Kenya (fallita), la persona con cui stava meglio (Fynch-Hatton, appunto, schiantato in aereo in Africa). Lei è stata giudicata come un’eccentrica, ma insomma, aveva le sue buone ragioni.

Pomeriggio a Helsingør, ma è proprio deludente: non c’è paragone con i palazzi e castelli del Rinascimento di casa nostra. Non fosse per il vecchio Hamlet e la sua chiacchierata col fantasma (prima) e col teschio (poi)…Nessuno verrebbe a vedere ‘sto castellaccio!!Però nel fossato ci sono i cigni con i piccoli e fuori, nel porto, abbondano i traghetti da e per la Svezia che, letteralmente, vomitano centinaia di macchine di qua e di là dell’Øresund. Ah, c’è anche un bel trenino rosso che va e viene: Nick non si annoia! H21.30 di ritorno da Tivoli…Insomma…Oggi è la giornata delle delusioni. Che pacco ‘sto posto: paghi cara e salata l’entrata, poi però paghi anche tutte (dico TUTTE) le giostre, i giochi, il tiro a segno etc… Per ripicca non volevamo provarne nessuna, poi Nick ha ceduto al fascino di un gioco con le palline da mandare in buche fatte in modo strano, tipo grossi tubi…E ha fatto 290.000 punti!!WOW!! E poi ha guidato le barche telecomandate come quelle dell’acquario di Brest, speronando tutti! Abbiamo vagabondato un po’ con l’ombrello aperto (oltretutto si è messo a piovere) per vedere l’ottovolante con 2 giri della morte (argh!), una giostra di barchette lanciate come missili, una specie di ascensore alto come un palazzo di 15 piani (ti tirano su con dei seggiolini poi ti mollano…Misericordia) e vari tiri alla papera, alla rana, al cappello a cilindro etc. Alla fine ci siamo rotti e via. Qui quando piove succede come in Irlanda, i nativi se ne sbattono, tirano su il cappuccio e continuano a fare quello che facevano prima. Abbiamo visto un bimbo in bici sotto un diluvio a Skagen, senza K-way e con un lungo filo di liquirizia in bocca, pedalava allegramente e via! No, qui in campeggio non ce la farei. Domani ancora Copenaghen, poi Svezia sul ponte. Già il ponte tra l’isola di Fyn e qui è fenomenale, un’opera colossale…Sembra di volare sul mare, solo vele e gabbiani e riflessi di luce sulle acque scure. Altro che ponte di Messina, qui le cose le fanno sul serio, non a ciacole. E poi qui non ci sono terremoti o simili, ha senso costruire una cosa del genere.

6/8 ancora KØBENHAVN (belle ‘ste Ø!!) Mattina di sole e vento, bella passeggiata in centro con poca gente (erano solo le 10) e poi ancora Nyhavn per prendere il battellone e fare il giro sui canali, gentilmente offerto da Nicola. Luce e nuvole chiare e scure, le guglie dorate dei palazzi luccicavano al sole contro un cielo scuro in lontananza. Bella la guglia della Borsa, che è fatta con le code intrecciate di tre draghi, simbolo di Svezia, Norvegia e Danimarca. Molto d’effetto l’edificio della nuova Biblioteca Reale, detto il Diamante nero: futuristico e funzionale, come tutto il design scandinavo.

Scesi dal battello, passeggiamo verso Amalienborg, ma la regina Margarethe non è in casa (non c’è la bandiera). In compenso, nel momento esatto in cui arriviamo sotto l’unico portico della bellissima piazza, si scatena il diluvio per cinque minuti…Poi stop. Ancora sole, veniamo intrappolati fra orde di turisti impazziti che fotografano il cambio della guardia (di cui ci eravamo scordati l’esistenza, tanto non ce ne frega un cavolo). Patetico, devo dire. I soldati sembrano 15enni con i brufoli sono piccoli piccoli sotto quel cappellone peloso…”Pobrecito”…Commenta una signora spagnola accanto a me.

Ripartiamo, e dopo una “pizzabolle” (“pallapizza”, infatti quello è!!) ci immergiamo nel mondo bianco e blu della Royal Copenaghen. Nicola si muove con estrema circospezione, dopo aver visto i prezzi delle cose esposte. Al primo piano sono esposti alcuni pezzi del servizio “Flora Danica”…WOW..È al tempo stesso un’opera d’arte e un’opera scientifica. Le tavole botaniche sono copiate con estrema precisione (radici, fusto, foglia, fiore e frutto) su pezzi grandi e piccoli, dai portauovo al manico delle posate, ai piatti e piattini, tazze e zuppiere e vassoi. Per fortuna c’è una parte del negozio in cui sono in vendita le cose per comuni mortali, così compriamo i regali per la nonna (i suoi adorati piattini) e per Paola (tazzine con gnomo e piattino traforato a stelle, pepe e sale a forma di ovetti). Usciti da lì un po’ preoccupati …C’era un giapponese alla cassa che starnutiva come un dinosauro…È andato avanti per mezz’ora di starnuti..Avrà la SARS???? Facciamo ancora due passi sullo Stroget…Cadono goccioline sparse…Eeee SPLAAASSHH! Altra lavata da 5 minuti. Ci tuffiamo sotto un portone e poi ci arrampichiamo sulla Rundetårn, ex osservatorio astronomico, nonché terrazza panoramica sulla città. Si sale per una rampa senza scalini, fatta così (pare) perché anche il re vi avesse accesso a cavallo. Bho.

Altra camminata sotto un bel sole e poi Giardino Botanico con serre vittoriane, Palmehus, cactus supergiganti, ninfee, prati e vialetti curati e riposanti…La natura proprio dietro l’angolo di casa nostra, che peraltro è vicinissima al laghetto dove tutti passeggiano e fanno jogging. E’ una bella zona qui, i negozi sono aperti oltre le 5 (miracolo! È perché sono pakistani), bei ristorantini, verde, musei e il centro a portata di mano.

In centro colpisce la totale assenza di gruppi di amici: coppie, singoli o famiglie abbondano, ma pare che i danesi siano un po’ in difficoltà con la vita sociale. Sono certo precisi, rigorosi e rispettosi, ma troppo rigidi…Noi non ci troveremmo benissimo sulla lunga distanza. Forse manca proprio il contatto umano. Il prendersi tempo per questo…Che è quello che amano di noi. Insomma, nessuno è mai contento!! Da questa casa al quarto piano si godono dei bellissimi tramonti, quando è sereno. E’ tranquilla e silenziosissima e molto molto luminosa. Domani Svezia, meglio farsi una bella pisolata…Ci siamo fatti una buona cena, pasta, formaggi e frutta. Ah, anche insalata di patate (che qui è condita con la crême frèche e l’erba cipollina…Mmmmhh). E’ una gran cosa avere una cucina a disposizione, molto comodo ed economico. Poi ti rilassi, c’è la radio, le TV, leggi sul sofà… In questa casa c’è anche un portatile quasi in ogni stanza. Le radio sono ovunque, anche nei bagni. In quello grande c’è anche una vecchia tele: Nick va al gabinetto e vede i campionati di atletica!! 7/8 SWEDEN o meglio SWERIGE Non so da dove cominciare…Dopo la partenza da Copenaghen, oltrepassiamo il ponte sull’Øresund e alle 11.40 entriamo in Svezia. Proprio come Astrid Lindgren faceva scrivere a Misa Melkerson sul suo diario, pare che oggi il buon Dio abbia scelto nel mucchio e deciso che domenica 7 agosto 2005 sarebbe stata “uno di quei giorni rosso fuoco che brilleranno nel ricordo quando tutti gli altri saranno dimenticati”. Il ponte è già una bella esperienza, sospesi fra cielo e mare in compagnia dei gabbiani, prendiamo una delle solite lavate fulminee per poi uscire di colpo al sole, caldissimo nel cielo blu. Sosta a Malmö, deserta nella mattina domenicale, anche se è una bella giornata. Non ci sono grandi cose da vedere, a parte le due vecchie piazze centrali e la chiesa di Skt. Petri, dove il pastore sta offrendo il caffè post-servizio liturgico alla sua congregazione, mentre il sacrestano arrampicato su una scaletta cambia i numeri degli inni nell’apposito tabellone. Malmö ha dei parchi spettacolari e vasti, proprio in centro, con laghi, canali e piste ciclabili…Prendiamo the e muffins all’orto botanico, sotto il sole su un bel praticello. Nella serra dove coltivano i pomodori ci sono anche i tavolini da caffè, con signore anzianotte lì sedute a chiacchierare sotto i grappoli di tumatiche. Che buffo!! Ripartiamo e attraversiamo vaste campagne ondulate, coltivate a grano e poi boschi di betulle e pascoli con tantissimi cavalli (questa regione, lo Skåne, è famosa per l’allevamento di una razza in particolare). Dopo un po’ ci accorgiamo che, con i cavalli, pascolano anche le oche selvatiche. Sono marroni e bianche, con la testa nera e il becco corto. La casa del B&B non si trova, ma il panorama è molto bello…Quando finalmente arriviamo alla meta, un omino coperto di segatura ci viene incontro per dirci che i gestori del B&B non sono più lì, hanno venduto e cambiato casa (!!). Ah, ma sono poco più in là, dice. Un paio di km (si riveleranno almeno il triplo). Riprendiamo a vagare tra le campagne, vediamo un capriolo (io no) e una lepre ma nessun B&B. Telefono alla signora Kathrine, la proprietaria…Che subito spedisce suo marito a salvarci!! Bhe, non ci saremmo MAI arrivati! Eravamo andati vicini, ma il cartello diceva “Rum og frukost” (B&B in svedese) e la strada era una pista sterrata nella foresta. E quando dico foresta, intendo proprio una foresta, non una macchia o un boschetto. Davanti a noi volava un rapace…E poco dopo siamo arrivati a una casetta, piccola e bianca, con un cane e 4 gatti e un’anatra che si chiama Frederik!! Dopo un pasto sconclusionato in un bar western (!) che serve pizza e kebab (!) ci avviamo di nuovo verso casa. Anche perché ‘sta città di Sjöbo è un mortorio che induce chiunque all’alcolismo… Guidando piano in questo bel tramonto luminoso e tiepido vediamo un altro capriolo al pascolo, poi una poiana molto vicina che, improvvisamente si tuffa su una preda in un campo, poi una bella lepre grassottella in un prato. Il paesaggio alterna il verde scuro della pineta al colore del grano, nuvoloni bianchi e paffuti si sovrappongono a nuvole nere, sotto le quali si vede piovere in lontananza. La luce è gialla, il sole è basso. Passiamo vicino al lago e cerchiamo una stradina che lo costeggi e, improvvisamente fra gli alberi vediamo le oche, tantissime, su una lingua di sabbia nel lago. Nick batte le mani e con un forte rumore di ali e di aria le oche si alzano tutte in volo, e sorvolando la strada si allontanano. Bellissimo… Il paesino seguente è la miniatura di un paese, immerso (letteralmente) nel verde, tra prati e foreste. All’ingresso del paese ci sono tutte le buche delle lettere degli abitanti della zona, troppo sparsi per poter essere raggiunti dal postino!! Sono lì, tutte in fila, di tanti colori.

Bhe, erano 30 anni che aspettavo di vedere la Svezia e come primo giorno posso essere soddisfatta. E’ un paese sostanzialmente vuoto, dove poca gente ha molto spazio. Per ora l’impressione più forte è quella di isolamento, non spiacevole, ma strano per noi europei delle città, per noi che viviamo in un paese stretto e montuoso, dove tutti si vivono addosso in borghi antichi e minuscoli. Vedremo domani la costa sud e il mare. Come sarà? Mi colpisce molto l’isolamento in cui vivono queste persone. Se pensi a cos’è l’inverno qui, lungo e buio…E non sembra che ci sia molta vita sociale!!

8/8 sempre Svezia… Oggi bellissima giornata di sole limpido e vento fresco, tipo alta montagna. Siamo stati a Ystad, città e porto sulla costa sud, dal quale si parte per l’isola di Bornholm (Dk) e per la Polonia (Danzica).

Arrivati al Touristbyrå (!!) ci informiamo sulla città e dintorni e poi vediamo il trenino che fa il solito tour in centro (o meglio, sembrava che lo facesse…), per di più… GRATIS. Saliamo. Il conducente è una specie di nonno-vigile, bello atletico. Si parte. Dopo un’ora avevamo visto un angolo del porto, il retro dei supermercati, un campeggio e una caserma dismessa, un centro congressi, le terme, la spiaggia, ma del centro città non c’era traccia!! Si era allontanato così tanto dal centro che eravamo fuori dalla cartina. Appena siamo rientrati in zona utile…ZOMP!… Siamo scesi al volo e ciao ciao bye bye!! Ripartiamo per vedere quelle che si dice siano le spiagge più belle della zona, sul Baltico. Andiamo fino a Sandhammeren attraversando un bosco fitto con radure in cui ci sono case e casette e villette (alcune proprio come Villa Villekulla, n.D.R…Casa di Pippi Calzelunghe!!!) di tutti i generi e colori e poi alla fine del bosco, basse dune e spiaggia BIANCA, accecante nella luce fortissima del mezzogiorno. Bella ma bella…Un po’ di vento, cielo sereno…Però nessuno in mare. Mettiamo i piedi a mollo e scopriamo perché: acqua surgelante!!

Guidiamo poi lungo la costa, verso ovest, fra fattorie, cavalli, grano, bosco, uccelli marini, cigni selvatici in mare…Per arrivare alla penisola di Falstebo. Lì troviamo un paesino, un sentierino, una piccola palude con aironi, gabbiani etc… Sullo sfondo l’Øresund e il ponte. Sulla spiaggia sottile e deserta, file di casette/cabine/capanne di tutti i colori. Cespugli di rose canine…E silenzio. Nick si fa la sua partita a racchette, saltellando sulla sabbia che, incredibilmente, fa SQUICK SQUICK ad ogni passo…Altra novità assoluta!! Cena a Lund, bella cittadina dall’aria vecchiotta, vie lastricate e cattedrale con orologio astronomico. Strepitoso panino al salmone con burro salato e verdure!! Röktlaks = salmone affumicato. Sera a casa, vediamo ancora un capriolo e, dalla finestra, la lepre che stamattina era sulla strada. Goodnight!

9/8 K come KULTUREN, bel museo a Lund, proprio vicino alla cattedrale. Museo etnografico all’aperto, con case, casette e ville e raccolte di oggetti di storia quotidiana dal medioevo ad oggi. Bello, interessante anche il fatto che il fondatore avesse avuto già questa idea così moderna nel 1842. Belle soprattutto le foto d’epoca. Chissà chi erano, com’erano quelle persone? A questo proposito, qui nelle città c’è spesso in centro un parco con bellissimi alberi antichi e vialetti ed erbetta…Che è anche un cimitero, o meglio, lo era (non ci sono tombe recenti, si fermano tutte intorno ai primi del ‘900). Bhe, la gente va e viene, i bambini corrono, c’è vita…Sarebbe una cosa carina essere sepolti dove si vede un po’ di movimento!! Pomeriggio a Landskrona. Castello con doppio fossato e praticello con orti e giardini e piccole botteghe artigiane. C’erano dei lavori di ricamo tradizionale e di paglia intrecciata tipo decorazioni per Natale molto carini. Il castello in sé è triste e vuoto, non hanno antichità qui. E poi, anche il tempo non era granchè, cielo grigio e noiosetto, poca luce, sole anemico fra le nuvole.

Partendo da casa qs mattina, abbiamo attraversato il solito bosco e c’erano tre caprioli, uno con le corna già cresciute, gli altri più piccoli. Siamo rimasti lì a fissarci per un po’ e poi…Due salti e via nel bosco. Che meraviglia! Questa sera, invece gli stormi di oche volavano in formazione a V verso il lago, sopra le case…E’ tutto così remoto qui, l’Europa da quassù è un’idea più che un luogo. A differenza della Dk (molto più moderna e meno provinciale) qui non c’è una parola in altre lingue, nemmeno nei musei o nei menù. Qui sono un po’ più campagnini, più nordici e meno europei.

Questa sera sono un po’ stanca, dopo tre settimane di vagabondaggi e climi e cibi e letti e case di ogni genere…Voglio un piattone di verdure!!!!! Con queste colazioni non si resiste a lungo: urge dieta senza burro e carne di porcello!!

10/8 ultimo giorno di SWEDEN Mattina piovosa al parco dei cervi di Hööro. In realtà è uno zoo di soli animali nordici (se no, visto che è un enorme parco all’aperto, mi dici come passerebbero l’inverno qui le povere bestie non indigene??). Così abbiamo visto alci, bisonti, un bue muschiato, lupi, renne, linci, foche e cervi e orsi. Questi ultimi molto molto buffi!! Era l’ora del pasto e hanno fatto una sceneggiata davvero ridicola correndo su e giù per rocce e alberi e trochi facendo versi e grugniti moltodivertenti! La lince è un gran gattone svelto e astuto. Poi anche lontre, aquile e civette delle nevi. Pomeriggio all’ ex monastero, ora castello privato, di Bosjökloster, sul lago. Giardini e roseti da favola, asinelli e caprette in libertà, pavoni, una quercia millenaria super-enorme! Peccato per questo cielo grigio e buio…Però non ci siamo mai bagnati, smetteva di piovere quando arrivavamo. Ora siamo in attesa di partire per cena…Piove. Ah, a pranzo abbiamo mangiato il Lönneberga skinka (prosciutto)…Sarà mica quello che faceva la mamma di Emil che era notoriamente di Lönneberga!??? H 21: cena chez le cinesin, unici a lavorare dopo l’orario canonico delle 5 sono gli immigrati. Io non so immaginare che fatica abbia fatto un cinese ad imparare questa lingua ostrogota piena di consonanti…Buona notte, voglio un’insalata extralarge.

11/8 partenza…Salutati da un gruppo di cervi al pascolo nel campo vicino: maschi dai grandi palchi, femmine e piccoli…Ciao…A presto…



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