Dalmazia, Montenegro e Bosnia in camper
A dire il vero prima di partire non avevamo trovato quasi nessuno che avesse già fatto il percorso che avremmo voluto fare noi, così strada facendo abbiamo tenuto aggiornato il nostro diario per poter così poi raccontare al meglio la nostra avventura.
Consigliamo vivamente, se ne avete l’occasione, di andare alle fiere campionarie, noi c’eravamo stati qualche mese prima e lo stand “Croazia” ci aveva riempito una borsa con ogni tipo di piantina, info sui campeggi, laghi, depliant, e quant’altro su ogni singola meta dalla terraferma alle isole, possa servire a un qualsiasi turista per conoscere al meglio la Croazia. Abbiamo viaggiato con CI Elliot 15 2.3 MLJ. Siamo partiti da Padova venerdì 10 agosto 2007 alle undici di sera e siamo ritornati il 23 agosto 2007 nel primo pomeriggio.
Ecco la nostra vacanza.
Venerdì 10 agosto ore 11- Sabato 11 agosto Finalmente si parte, con la pioggia, ma si parte! La prima sosta la facciamo al confine con la Slovenia e dopo aver dormito qualche ora alle 7 siamo nuovamente per strada. All’altezza di OTO PAG ci fermiamo a bere un caffè, mike si riposa un attimo io invece mi prendo il binocolo e ammiro la lunghissima coda di auto che aspetta di traghettare dall’isola di Pag verso la cosa Dalmata… Che bello sono in vacanza! Si riparte e l’unica cosa che non posso fare è staccare gli occhi dalla costa dove ad ogni curva compare un’acqua cristallina dai più vivaci colori dall’azzurro al verde, mike giuda io cerco di spiegare ma, certe cose sono impossibili. Ci fermiamo per il pranzo a Strarigrad e poi ripartiamo verso la prima meta importante che prevede il nostro viaggio: ZADAR. Zara si presenta subito “difficile da parcheggiare” così decidiamo di proseguire dritti magari la vedremo al ritorno, pensiamo. Per chi non lo sapesse, in Croazia, è vietata la sosta notturna per i camper ed è quindi obbligatorio entrare nei campeggi o minicamps. Avevamo con noi anche una piccola, ma utilissima, guida ai minicamps: mi era stata fornita dall’Ente Nazionale Croato per il Turismo; a volte chiedere anche via mail agli Enti Turistici, o con una semplicissima lettera, può essere un buon modo per ricevere info utili.
Non avendo particolari esigenze abbiamo subito optato per questi minicamps ma credetemi: lì i proprietari, in sella a un motorino, quando vedono un camper iniziano a corrergli dietro offrendo subito ospitalità nel proprio camp! Ed è stato così che abbiamo passato la prima notte nel Camp Punta (100 kune, pari circa a 14 Euro al giorno con corrente), località Bibinj. Arriviamo che è quasi il tramonto. Il proprietario con la moglie sono gentilissimi. Il camp ha una piccola spiaggia ma regna la tranquillità, mike fa il bagno, nonostante l’acqua gelida, io mi leggo il giornale. Ceniamo fuori e poi mentre lavo i piatti quasi in riva al mare mi giro e mi accorgo che il tramonto è incantevole mentre il sole va a nascondersi all’orizzonte… Mi sembra un sogno perché lavare i piatti guardando un mare colorato di rosso forse è solo da film.
Dopo aver fatto una bella doccia calda (i servizi non sono il massimo, lo preciso) ce ne andiamo a dormire. Abbiamo deciso che domani in bici ce ne andiamo a visitare Zara.
Domenica 12 agosto Dal camp, Zara si raggiunge in 50 minuti di bici (mike dice che se io non fossi così lenta ci si sarebbe arrivati in meno tempo ma credo che tutte le donne siano dalla mia parte…) la strada non è di campagna ovviamente, quindi serve pure attenzione. Zara l’abbiamo trovata parecchio “fredda” come cittadina. Una volta passata la Porta principale che porta nel cuore della cittadina ci siamo diretti verso la chiesa di San Donato con adiacente foro romano, uniche attrazioni a nostro avviso. All’interno della chiesa di San Donato, entrata 15 kune, non c’è praticamente nulla, io ci sono entrata da sola perché avevo letto che qui si assistono a concerti che hanno ad a che fare col sublime, per l’acustica, ma purtroppo se non c’è un concerto tanto vale la pena non entrare.
Una volta di ritorno al camp pranziamo, sistemiamo il camper e ripartiamo verso sud dove percorrendo la costa incontriamo BIOGRAD NA MORU (centro balneare), isola di MURTER e TISNO: decisamente bei posti ma la scarsità di minicamp ci fa proseguire il nostro viaggio. VODICE appare come una bella cittadina, che speriamo di visitare al ritorno. Siamo alla volta di SIBENIK. Il “dramma” di trovare l’unico minicamp che era indicato nel depliant è stato così grande che pure un signore è salito in camper con noi per aiutarci a trovarlo, ma ahimè non esisteva più! però abbiamo imparato una parola nuova: polako! polako! continuava a dire il signore a mike mentre guidava: gli diceva di andare piano! Dispiaciuti ci rendiamo conto che anche Sibenico salta la visita (decidiamo che sulla strada del ritorno ci fermeremo parcheggiando giusto il tempo da dedicare alla visita), ormai inizia a fare tardi, dobbiamo trovare un posto per dormire. Da Sibenik, dopo aver visitato più camp lungo la strada, tutti pieni o quasi cortili adibiti a parcheggio (praticamente squallidi), troviamo a GREBASTICA il camp KAMP ad una stella. Anche questo è praticamente la corte di una casa privata adibita ad ospitare un massimo di 10/15 camper o tende, ma ci sembra più tranquillo e silenzioso. Inoltre per chi volesse fare il giro della Dalmazia in moto o macchina può usufruire delle camere che la proprietaria mette a disposizione. Le docce (solari) sono all’aperto, quindi qui ci si fa la doccia sotto le stelle (purtroppo non c’è più il sole quindi l’acqua è fredda). Un ragazzo con cui mike si ferma a scambiare qualche chiacchiera conferma che in questo punto si fermano soprattutto turisti che vivono il mare con barche o gommoni visto che non c’è nulla da visitare nei dintorni. Lunedì 13 agosto Passiamo una notte tranquilla e alla mattina, dopo aver pagato 70 kune (senza corrente, 30 kune in più per la corrente) ci accorgiamo che scendendo delle scalette si arriva al mare dove volendo il sole si poteva prendere ma noi non ci pensiamo due volte: si riparte! La costa che va da GREBASTICA a PRIMOSTEN è tutta davvero bellissima, ricca di baie azzurre dove ci si vorrebbe fare un tuffo, ma purtroppo impraticabili per noi camperisti perché situate lungo la costa priva di parcheggi, è sicuramente ideale per chi vuole affittare una camera (ci sono affittacamere ovunque impossibile non trovare posto per dormire). Il viaggio prosegue. Arriviamo a PRIMOSTEN, la piccola Rovigno, che merita la sosta; il parcheggio nei pressi della cittadina vale 15 kune all’ora per i camper (2 Euro) mentre 7 kune per le macchine (1 Euro). Si riparte verso TROGIR. Questa città che dal 1977 fa parte del patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO è davvero bella e merita sicuramente una visita anche se sembra quasi impossibile si trovi vicino a un cantiere navale. Allora vi consigliamo, per visitarla, di andare a parcheggiare lungo l’isola di Ciovo (si passa il ponte mobile che verso l’ora di pranzo è trafficatissimo) e se avete le bici in 5 minuti siete in centro altrimenti passeggiate 10 minuti. Vale assolutamente la pena spendere 10 kune per salire sul campanile della Cattedrale di San Lorenzo (anche a chi soffre di vertigini come me purtroppo) per ammirare una vista incantevole di questo gioiellino avvolto dall’azzurra acqua del mare.
Ci rimettiamo in viaggio, dopo aver pranzato con la finestra aperta che ci regalava un mare azzurro e una quiete meritata, alla ricerca di un camp dove passare la notte. Lo troviamo a KASTEL STARI si chiama Hrabar è un po’ più grande dei precedenti ha la spiaggia davanti, i servizi sono più agibili con acqua calda, 115 Kune con corrente: nel complesso ne siamo davvero felici! Per riposarci un po’ andiamo subito in spiaggia: l’acqua non è pulitissima, purtroppo fredda quindi optiamo per una doccia e un giro nella cittadina in bici. Se avete la bici fate tutto il lungomare (ma anche a piedi volendo) e raggiungete l’estremità da dove potrete ammirare questa semplice ma romantica cittadina verso l’ora del tramonto, magari seduti su una panchina in silenzio: in fin dei conti non dimentichiamo che siamo in vacanza!!! Martedì 14 agosto Lasciamo il camp alla mattina. Tra le nostre mete c’era anche la Fortezza di Klis che abbiamo visitato oggi. L’entrata è di 10 kune a testa e la consigliamo a chi ha buon tempo da perdere. Noi fortunati come al solito, l’abbiamo visitata che non c’era ancora nessuno, tuttavia non c’è un granché da vedere tanto più che il caldo iniziava a farsi sentire già di buona mattina.
E’ la volta di SPLIT. Sembrerà strano anche ai vostri occhi ma mentre raggiungete Spalato la vista si apre ad un agglomerato di alti edifici in calcestruzzo e allora ci si chiede: ma è possibile che lì ci sia un patrimonio dell’Unesco? Si è possibile quindi proseguite e non tirate dritto. Attenzione: se site in camper non fermatevi al primo parcheggio che trovate entrati in città! E’ un ingorgo e se le macchine sono parcheggiate male sudate per uscire una volta entrati! Ce n’è un altro un po’ più in alto che costa 4 Kune all’ora. Noi abbiamo usufruito sempre delle bici ma ho visto anche autobus che portano in centro. Donne, a scendere è tutta discesa, praticamente si vola! Auguri per la salita che si deve fare al ritorno… Devo dire che a me Spalato è piaciuta molto. Non avrei mai immaginato che il Palazzo di Diocleziano fosse un museo a cielo aperto: bellissimo! Con il mercato di frutta e verdura, le vecchie bilance di una volta, le signore anziane vestite in abiti scuri con il fazzoletto in testa, tutto come una volta… Siamo andati a vedere anche il mercato del pesce ma purtroppo era già tutto esaurito! povero mike, lui credeva di mangiarsi una pasta con i gamberoni a pranzo… Finita la visita ripartiamo e lungo il tragitto incontriamo il canyon di Cetina, ad Omis, che è un effetto ottico iniziale visto che, una volta che siete sul ponte e girate a sinistra, proseguendo per la strada vi ritrovate a costeggiare un semplicissimo fiume. Lungo la strada ci fermiamo per pranzo. Nel pomeriggio è la volta della RIVIERA DI MAKARSKA. Brela: inaccessibile ai camper. Baska Voda: unico minicamp (da 3 posti) praticamente pieno… ci accorgiamo che il mare è splendido e la costa affollatissima. Tucepi, Podgora, Igrane: viste dall’alto della strada si sono presentate come cittadine molto semplici.
La sera sta per giungere iniziamo così a cercare un camp dove passare la notte e un tranquillo ferragosto. Camp Boban: piccolo a tratti non completamente recintato quindi per niente sicuro e vicinissimo al ciglio stradale.
Camping Dole: è molto grande, c’è di tutto dentro dal market, piccoli bar, qualche bancarella; la spiaggia dire che è un incanto è poco, il mare trasparente ma ovviamente i posti migliori sono occupati e dopo aver provato a parcheggiare il camper, ci siamo resi conto che i posti vuoti erano praticamente non piani, nemmeno i piedini di plastica aiutavano a trovare equilibrio, così ce ne siamo andati.
Alla fine ci siamo fermati al camp Ciste: ampio, bei bagni, grandi lavatoi ma soprattutto pulitissimo. E ci restiamo per due notti così avremo modo di riposarci prima di ripartire verso Dubrovnik e poi domani è ferragosto!!!! Per due notti senza corrente abbiamo dato 238 Kune. Mercoledì 15 agosto Mike ha già fatto amicizia con Goran, il ragazzo che gestisce il camp Ciste con la sua ragazza Ana. La spiaggia del camp è piccolina ma molto tranquilla, l’acqua è pulitissima anche se sono d’obbligo le scarpette per entrarci dal momento che di ricci di mare ce ne sono in abbondanza. Consiglio un materassino per prendere il sole dato che da queste parti la sabbia non esiste e per lo più sono sassi anche abbastanza grossi. La giornata trascorre nel totale relax mentre verso sera ci armiamo di bici e andiamo a visitare il paesino di Zigovosce. Poco vediamo perché ci fermiamo ad ammirare il mare che nonostante sia quasi sera è di un azzurro incredibile.
La sera mike, ormai di casa, con una bella birra si guarda una partita di calcio con Goran anche se credo non capisca una parola. E io lavo i piatti! All’interno del camp c’è anche un piccolo bar dove una sera alla settimana fanno la grigliata di pesce per tutti gli ospiti e durante la settimana passa un furgoncino che vende frutta e verdura, ideale per chi passa più di qualche giorno e magari resta senza provvista.
Giovedì 16 agosto Dopo aver sistemato il camper e pranzato, abbiamo salutato Ana e Goran e siamo ripartiti diretti a Dubrovnik. La costa è molto bella, ricca di baie incantevoli ma purtroppo, ma anche qui non accessibili a noi camperisti dal momento che lungo la strada non si può parcheggiare. Con Gradac finisce la riviera di Makarska. Prima di arrivare a Ploce restiamo affascinati dai LAGHI DI BACINISKA: difficile è spiegare il colore di queste acque e il panorama che si apre ai nostri occhi perché è davvero quasi irreale. Se fate il nostro percorso li vedrete di sicuro e forse lì, potrete capire. PLOCE è un ambiente prevalentemente paludoso ora coltivato dai suoi abitanti. Lungo la strada infatti ci sono numerose bancarelle che vendono frutta e verdura ma non solo anche bibite fresche e bevande fatte direttamente dai contadini. E’ davvero bello percorrere questo tratto di strada così pittoresca! Dopo un po’ i cartelli stradali ci dicono che siamo arrivati a: DUBROVNIK! Noi crediamo di vedere subito questa incredibile fortezza ma la si può ammirare solo proseguendo la strada verso CAVTAT. Sia chiaro: parcheggiare a Dubrovnik è quasi da scordarselo. Noi andiamo avanti nella speranza di trovare un camp visto che ormai siamo al tramonto. I cartelli ci indicano il SOLITUDO che però ci sembra un po’ troppo caro e comunque non è così vicino al centro visto che bisogna usufruire comunque del bus. Proseguiamo verso sud e a Srebreno, frazione di Mlini, ci fermiamo al camp Matkovica e facciamo centro! Il camp ha vicino un supermercato, la fermata del bus ma soprattutto la proprietaria ci fornisce biglietti del bus, mappa disegnata con indicazioni su dove scendere e che strada fare per prendere il bus giusto al ritorno e la mappa della città di Dubrovnik con varie info (anche se scritte in inglese). Ragazzi davvero non poteva andarci meglio! Il camp è piccolino ma tutto sommato pulito con discreti servizi e doccia con acqua sempre calda! Dopo cena andiamo subito a letto pronti al tour che ci aspetterà il giorno dopo.
Venerdì 17 agosto Decidiamo di visitare prima Cavtat (Ragusa Vecchia) perché Dubrovnik è meglio visitarla dalle 5 del pomeriggio in poi dal momento che il sole si trova a sud e permette quindi di fare foto migliori e più si fa sera più la città assume il suo fascino romantico, inoltre non ci sono tutti i gruppi turistici che affollano le mura che si devono fare a piedi e devo dire che non sono poi così larghe.
I biglietti del bus per Cavtat costano 18 Kune a testa, il bus è comodo e puntuale. Una volta arrivati a Ragusa Vecchia notiamo soprattutto le numerose barche, una più bella dell’altra, però da vedere non c’è nulla a parte una passeggiata che permette di fare il giro della cittadina ammirando i meravigliosi colori dell’acqua.
Nel pomeriggio prendiamo il bus per Dubrovnik con 20 Kune a testa. Abbiamo visitato prima la cittadina dall’alto delle mura (è quasi obbligatorio fare questo percorso perché dall’alto è ancora più bella) il cui ingresso costa 50 Kune a testa e abbiamo camminato per quasi due ore, poi una volta scesi ci siamo fermati ad ammirare i principali monumenti.
Abbiamo concluso che il modo migliore e più comodo per visitare Cavtat e Dubrovnik è fermarsi in campeggio almeno due giorni per poter così muoversi con i bus e visitare con calma le due cittadine. Dubrovnik è bellissima e credo che in ogni suo angolo ci sia qualcosa da scoprire. Purtroppo il camper non lo si può mettere ovunque.
In serata stanchi morti ci siamo fatti una domanda prima di dormire: Riusciremo a passare in Montenegro? Sabato 18 agosto Ebbene sì! Ci siamo riusciti! E’ bastata la carta d’identità e la carta verde per passare il Montenegro. Abbiamo percorso la strada che attraversa le Bocche di Cattaro (Kotor). Consigliamo di vedere Kotor (noi abbiamo trovato il mercato e tutti i venditori si prestavano con gentilezza a farci assaggiare i loro formaggi o insaccati) e Perast (Old Town) cittadina pesantemente distrutta dalla guerra ma tutt’ora abitata.
Il gasolio l’abbiamo trovato a 95 cent. Non abbiamo visto altro in Montenegro eravamo già decisi a non passare la notte lì nonostante la presenza di minicamps. Tra l’altro se dovete fare acquisti vi avviso che lì accettano solo l’Euro (che sanno usare molto bene).
Abbiamo lasciato il Montenegro e siamo rientrati in Croazia diretti a Ston. Non è per niente una meta interessante e l’unico mini camp era pieno di roulotte stagionali quindi inaccessibile. Le mura che si estendono per 5 km sul monte soprastante fino a raggiungere la vetta (che non abbiamo fatto) porterebbe a un panorama anonimo se non di un mare adibito alla coltivazione delle cozze e a saline.
Ci dirigiamo quindi a un’altra meta già prestabilita del nostro viaggio: MEDJUGORIE.
Passato il secondo confine bosniaco prendiamo la strada che ci porterà verso il luogo di fede. Le indicazioni che abbiamo seguito c’hanno portato in una strada non asfaltata e buia. Spesso ci siamo chiesti se avessimo sbagliato strada perché tutto intorno era deserto… finché abbiamo iniziato a vedere una gran luce in lontananza e dopo aver chiesto informazioni ci siamo resi conto che ormai eravamo arrivati. Sono iniziati i primi negozi di articoli religiosi e più ci avvicinavamo alla chiesa più ci rendavamo conto che sembrava di entrare a Rimini con i suoi negozi e strade illuminate a giorno. Riusciamo a parcheggiare nel parcheggio dietro la chiesa (già pieno di camper vista l’ora di cena) gratuito dove però c’è il divieto di campeggio. Abbiamo mangiato in velocità e siamo usciti per prendere qualche pensierino alle persone a noi care. I negozi sono aperti fino alle 00.30. C’era la veglia e davvero TANTA gente. Vorrei solo esprimere un pensiero per questo luogo di preghiera. Prima di venire non avevo idea di cosa ci fosse a Medjugorie e nemmeno sapevo che non era ancora stata riconosciuta dalla chiesa. Avevo letto solo su un diario un commento del tipo “fermatevi a Medjugorie solo se siete dei grandi credenti…”. Ecco non fermatavi solo se siete dei gran credenti o fedeli, fermatevi e prendete da questo luogo quel che c’è da prendere. Purtroppo come tutti i luoghi di fede è strumentalizzata da questi negozi che vendono a prezzi diversi a distanza di pochi metri la stessa merce e capita di vedere, a mio parere persone, che di solito magari neanche possiedono un rosario, ma qui ne portano 3 o più al collo… Il momento in cui avviene l’apparizione della madonna (verso le 6 del pomeriggio mentre è in funzione il santo rosario e la confessione da parte di molteplici preti in altrettante lingue con file e file di persone che aspettano…) con il tocco di campana tutto si ferma. Tutti in ginocchio in silenzio. Ecco. Credo che posti così debbano essere visti. Soprattutto perché la Madonna di Medjugorie per tanti non esiste. Ma per molti ha fatto tanto.
Domenica 19 agosto Abbiamo preso la messa in italiano. Le messe vengono comunicate e nell’arco della giornata vengono dette in chiesa ma anche nei capannoni circostanti, disponibili in tutte le principali lingue.
Di italiani ce n’erano davvero tanti.
Finita la messa abbiamo preso il camper e siamo andati a Mostar. Volevamo vedere la città e tornare poi a Medjugorie per passare il pomeriggio lì e vedere come si svolgeva alla fine una giornata tipo. E avremmo passato lì anche la notte. Mostar è davvero una città che sa di guerra e devastazione. Palazzi distrutti, vetri infranti, muri mitragliati. Tutto è rimasto lì come allora e consiglio di farci un giro prima che tutto venga sistemato perché è davvero una città da vedere così com’è. Dopo aver parcheggiato il camper in un parcheggio vicino alle indicazioni della Old Town ci siamo incamminati e abbiamo visitato questa cittadina ormai ricostruita. Anche il ponte una volta distrutto è completamente nuovo e agibile. Vi consiglio di fermarvi nel museo che trovate subito dopo passato il ponte sulla destra: è gratuito è vi permette di vedere con una vasta illustrazione di foto degli anni 1992 e 1993, com’era la città durante la guerra, con il ponte distrutto e il lento cammino che l’ha fatta rinascere piano piano.
Finita la visita siamo ritornati a Medjugorie. Fortunatamente abbiamo trovato nuovamente posto (lì è sempre pieno di camper) e dopo aver passato il pomeriggio nel silenzio della preghiera abbiamo cenato e quindi ci siamo messi a dormire.
Perdo tempo un attimo per raccontarvi una cosa nel caso vi capitasse… Una volta a letto siamo stati subito svegliati perché qualcuno aveva bussato sul nostro tergicristallo. La faccio in breve. Purtroppo c’è come sempre chi fa quel che non si deve fare con il camper ovvero scaricare dove non si deve. E così è successo lì. E dalle voci che abbiamo sentito, una pattuglia di vigilanza chiamata forse dai preti, infastiditi da cattivi odori, ripeto queste le voci che giravano tra i camperisti, c’ha detto di lasciare immediatamente il parcheggio. Si è scatenato un bel caos perché di camper ce n’erano davvero tanti e se subito qualcuno se n’è andato altri, con parecchi bambini già addormentati, non si sarebbe mosso così facilmente. Dopo un tira e molla tra camperisti e vigilanza si arriva alla conclusione che ci portano in un posto dove poter passare la notte. Partiamo dunque, una quindicina di camper circa, e veniamo accompagnati in un piazzale vuoto tipo quello di un patronato, visto che entrando c’erano degli uomini seduti che bevevano qualcosa nel bar adiacente e un campo da calcio.
La vigilanza ci saluta e se ne va. Improvvisamente arriva una macchina a tutta velocità, con un solo fanale acceso, la sirena funzionante e un tipo “impazzito” dentro che in lingua incomprensibile ci dice “5 minuti via o 50 euro multa”. Restiamo tutti a bocca aperta ma non ci facciamo caso. Dopo poco la scena si ripresenta. Il tipo continua a girare con la macchina, facendo i fari, con la sirena e parlando con tono alterato. E’ ovvio quindi che iniziamo a spaventarci. Dopo aver parlato con i camperisti rimasti, più di qualche camper se n’era già andato visto la scena da far-west, decidiamo quindi di andarcene per evitare casini. Ma dove andare? Noi pensiamo di tornare in territorio croato e quindi ci mettiamo in viaggio. Ci accorgiamo però che diversi camper seguono la stessa strada e svoltiamo anche noi per vedere dove vanno. Sapete dove ci siamo ritrovati? In un campeggio! E chi era il proprietario del campeggio? Il tipo fuori di testa che ci aveva spaventato con la macchina! Non sappiamo davvero come, ma tutti i camper era finiti nel suo campeggio… Davvero tutt’ora a pensarci ci chiediamo come sia stato possibile ma quel tipo come una calamita c’ha davvero attirati/fregati tutti.
Lunedì 20 agosto Partiamo di prima mattina da Medjugorie e in frontiera ci aspettano 40 minuti di coda. Ci fermiamo in un supermercato Lidl per fare un po’ di spesa e qui ritroviamo alcuni camperisti che la sera prima avevano subito lasciato Medjugorie ancora prima di vivere la nostra strana esperienza. Dopo vari commenti e risate i camperisti decidono di seguirci a Zigovosce, li consigliamo di venire in quel campeggio dove noi eravamo già stati e dove avremmo passato un altro giorno al mare. Martedì 21 agosto Passiamo la mattinata in campeggio e dopo pranzo lasciamo il camp Ciste salutando Goran con un arrivederci, speriamo, a presto.
La meta era la riviera di Makarska che purtroppo non è molto facile da fare per i camper. La strada che costeggia la riviera è alta e stretta. Non ci sono posti per parcheggiare il camper ed è quindi un disastro. Io volevo vedere questa parte di mare a tutti i costi perché avevo letto che era bellissima, così mentre io mi faccio la riviera a piedi, mike prosegue sulla strada. Baska Voda e Brela sono molto belle è certo che l’ideale sarebbe trovare il modo di sostare con il camper ma l’unico mini camp è nuovamente pieno e davvero sembra sia un posto dove i camperisti se la sognano di stare. Makarska è una cittadina tranquilla, bellissimo il mercato. Brela davvero si merita la bandiera blu, assegnatale, perché l’acqua è incantevole.
Si riparte per Sibenik ma non facciamo la costa, avendola già fatta durante l’andata, tagliamo quindi per Trogir verso Boraja.
Il parcheggio per i camper a Sibenik è sopra il porto. Costo 7 kune all’ora (1 Euro), il centro è a dieci minuti a piedi dove strada facendo si passa pure il mercato della frutta e della verdura. Saliamo sulla fortezza di Subicevac (10 kune a testa) che vale la pena vedere solo per ammirare dall’alto la cittadina e la cattedrale di San Giacomo (1431-1536). Bellissimo l’interno di questa cattedrale. Sibenik c’è piaciuta ma sinceramente la pensavamo meglio. Ripartiamo quindi per il parco del Krka e una volta raggiunta la meta, nel grande parcheggio del parco, veniamo subito avvisati da un ragazzo, che nel piazzale non si può fare sosta notturna, ma anche questo ce lo dice per portarci nel suo camp. Noi invece, raggiunti subito da un altro signore interessato a portarci nel suo camp KRKA (non avrete mai problemi a trovare da dormire, lì appena vedono un camper, iniziano a corregli dietro fino a che non perdono ogni speranza) dove con 10 Euro (70 kune) ci farà entrare per la notte. Il camp è ampio, ombroso, pulito con ottimi servizi; è segnalato come per dieci posti ma per noi riesce a contenere molti più camper. Inoltre è un posto molto ventilato.
Mercoledì 22 agosto Al parco nazionale del KRKA ci siamo entrati presto con la speranza di trovare poca gente al costo di 80 Kune a testa, compreso il pulmino che ci porta al punto di partenza (c’è un dislivello da scendere). Entriamo subito nel bosco (entrata Lozovac dove c’è il tabellone con la mappa del parco) e dopo averlo percorso tutto (40 minuti) ci rendiamo conto di non aver visto niente. Delusi continuiamo il nostro cammino e finalmente iniziamo a vedere delle cascate a terrazza fino ad incontrare la SKRADINSKI BUK. Sinceramente, noi ci siamo chiesti chi farebbe il bagno lì. E’ acqua stagnante e per niente invitante. Sarà che noi eravamo già precedentemente stati al parco di Plitvice ma questo proprio non c’ha entusiasmato affatto. Nel giro di poco tempo avevamo già finito il giro con l’amaro in bocca. Quello che c’ha “salvato” è stato il ricordo del programma Linea Blu, visto qualche settimana prima, che aveva fatto vedere uno speciale sul parco ma anche il giro in barca lungo il fiume Krka. Abbiamo così deciso di fare il giro in barca (con il battello del parco non con battelli privati) nella speranza di farci passare la delusione.
Si percorre dunque il canyon del fiume Krka e si fanno due soste: la prima al monastero di Visovac (vietata l’entrata ai cani), dove una guida c’ha spiegato la storia dell’isola e come si svolge la vita oggi. Il parco è molto bello, ci sono animali liberi e coltivazioni di frutta e verdura ma purtroppo non si può entrare nel giardino perché è tutto recintato da corde e comunque non si possono fare foto né in chiesa né nel piccolo museo. La sosta è molto breve.
La seconda sosta l’abbiamo fatta, dopo esserci fermati a guardare dalla barca la Roski slap (l’altra cascata… sinceramente niente di speciale) sulla costa adiacente. Lì abbiamo avuto un’ora di pausa ma nemmeno qui né noi né nessun altro ha fatto il bagno: l’acqua dal colore verde stagnante non tentava nemmeno con il gran caldo. Abbiamo così fatto visita alle abitazioni che dimostravano come si lavoravano una volta il grano e la lana dopodiché ci siamo fermati a mangiare qualcosa. Ci sono alcuni ristori che con poche kune, noi ne abbiamo spese 90, ti portano un piatto con affettato misto e formaggi da loro prodotti comprese le bevande. Ottimo direi.
Siamo ripartiti per il ritorno e a dire il vero il canyon si nota molto di più tornando che andando. Alla fine il parco del Krka è quello in cui abbiamo speso di più durante questo viaggio (a Plivitce abbiamo speso meno) ma non c’ha entusiasmati per niente.
Ci siamo rimessi in cammino verso la strada del ritorno perché per sera volevamo essere più a nord possibile.
Il tratto di strada da SKRADIN, passante per i paesi BRIDIRSKE MOSTINE, BENKOVAC, SMILCIC e POSEDARJE (strada interna n. 56) è stato scenario di case distrutte, bombardate e abbandonate praticamente una serie di paesi fantasma. Abbiamo visto con i nostri occhi cosa ha lasciato la guerra e devo dire che davvero il silenzio è prevalso dopo le prime esclamazioni visto che non ci eravamo resi conto che nessuno segnala le strade segnate dai duri eventi che hanno cancellato la vecchia Jugoslavia.
Per l’ora di cena siamo arrivati a Bunica nel camp BUNICA dove eravamo già stati a Pasqua, dove con 114 Kune, abbiamo passato la notte (per la corrente 20 kune). L’ultima notte di questo nostro meraviglioso viaggio.
Giovedì 23 agosto Si torna a casa.
NB: una volta passata la frontiera italiana (che adesso non c’è più) se doveste trovare coda seguite le indicazioni per Opicina (7 km) si arriva davanti all’imbocco della tangenziale per il raccordo autostradale.
Come concludere questo viaggio? Tutte le strade sono belle e tranquillamente percorribili, la gente prima di dire che “lì giù sono messi male” dovrebbe prima andare e poi parlare. La gente è gentile. I mini camps si sono rivelati tutti ottimi (noi non avevamo particolari esigenze ci bastava una doccia per lavarci), puliti e con piccole spiagge dove riposarsi.
E’ un viaggio che sicuramente permette non solo di ammirare il meraviglioso mare ma di passare per strade che davvero hanno vissuto la storia non la migliore ma che sicuramente ti possono far riflettere un attimo.
Credo questo viaggio possa essere fatto anche in macchina o meglio ancora in moto perché, come ho già detto, ovunque ci sono un sacco di affitta camere.
Se avete bisogno di qualche informazione più dettagliata chiedetemi pure e se tra poco partirete per questa vacanza allora davvero: BUON VIAGGIO.
Toni&Mike