Dallo sconfinato Quebec alle Cascate dell’Ontario

3075 km – Da Montréal a Toronto. Canada, da tempo sognavamo questa meta, da tempo sognavamo foreste sconfinate, fiumi, laghi ed il San Lorenzo ed ecco, finalmente, nel 2006 realizzato il sogno. 11/08/06 (il giorno prima erano stati annunciati gli sventati attacchi terroristici alla British Airways) partiamo da Bologna con destinazione...
Scritto da: claudia81
dallo sconfinato quebec alle cascate dell'ontario
Partenza il: 11/08/2006
Ritorno il: 30/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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3075 km – Da Montréal a Toronto.

Canada, da tempo sognavamo questa meta, da tempo sognavamo foreste sconfinate, fiumi, laghi ed il San Lorenzo ed ecco, finalmente, nel 2006 realizzato il sogno. 11/08/06 (il giorno prima erano stati annunciati gli sventati attacchi terroristici alla British Airways) partiamo da Bologna con destinazione Parigi Charles de Gaulle, da dove poi abbiamo preso il volo per Montreal (Boeing galattico da 500 posti Air France). Arriviamo a Montreal senza problemi: non abbiamo avuto nessun ritardo, nonostante l’allarme terrorismo in corso e non abbiamo avuto controlli particolarmente severi ed invasivi. Arriviamo in serata (ore 20.00 locale, per noi quasi l’1.00), prendiamo l’auto in aeroporto (Ford Focus 5 porte 2000 benzina) e ci dirigiamo verso l’albergo in centro che abbiamo fatto prenotare dalla ns. Agenzia di viaggi dall’Italia.

Andiamo a letto speranzosi di recuperare dalla tensione e dalla stanchezza del viaggio, ma il risveglio il 12/08 è veramente una mazzata!! 3.30 AM!! 12/08/06, completamente sfasati dal fuso orario alle 7 scendiamo per fare colazione ed alle 8.00 siamo già fuori dall’albergo per cominciare a visitare la città. Logicamente essendo le 8.00 di mattina del sabato non c’era nessuno in giro e la temperatura non era sicuramente gradevole ,17° resa più rigida anche dal vento che soffia tra i grattacieli. Per fortuna c’è il sole che nelle ore centrali comunque scalda e porta la temperatura fino a 22°. Guida Lonely Planet alla mano, ci rechiamo nell’agenzia turistica “Bonjour Quebec” per chiarirci le idee sul da farsi e sulle cose da vedere.

N.B: BONJOUR QUEBEC, è una catena di agenzie turistiche efficientissima presente in varie città del Quebec, anche quelle più piccole, che abbiano una qualsiasi attrattiva turistica da visitare. Nei loro uffici si trova di tutto, oltre al front-desk naturalmente, ci sono quintali di depliants e fanno anche prenotazioni di alberghi e qualche escursione.

Ci facciamo spiegare cosa c’è da fare a Montréal ed intanto ci facciamo prenotare anche la notte in un B&B a Quebec City, la tappa successiva.

Cominciamo la visita dal Mont Royal, dal quale si gode la vista di tutta la città e già al primo impatto capiamo l’amore per lo sport che ha questo popolo: ciclisti, corridori e skater da ogni parte!; visitiamo il villaggio olimpico (compriamo il biglietto pacchetto salita torre+Byodome+Insettario $37 dollari), l’insettario ed il Byodome, che è una specie di zoo al coperto, in cui vengono ospitati animali tropicali.

Il 13/08/06 lo dedichiamo alla visita della parte vecchia della città: il porto ed i vecchi quartieri residenziali. Qui l’influenza ed il patriottismo francese si fanno ancora sentire molto chiaramente, nei particolari degli edifici che assomigliano molto a quelli europei, nei colori, nelle strade ampie ed ordinate. Per renderci conto un po’ meglio della storia passata di questa città, andiamo a visitare il museo Pointe à la Calliere dove, oltre a vedere le vecchie mura della città, ci fanno vedere un filmato in cui viene spiegata per filo e per segno la colonizzazione francese del Quebec e le lotte con gli inglesi.

Nel pomeriggio prendiamo la metropolitana e ci rechiamo a Little Italy. Qui gli italiani stanno ancora festeggiando la coppa del mondo: per strada ci sono bancarelle che vendono magliette e gadgets della nazionale; tutti i bar hanno la tv con RAI collegata via satellite e lungo la strada assistiamo ad un simpatico raduno di Fiat ‘500. L’atmosfera è molto calda e, per i nostalgici che qui possono trovare un buon espresso, ci sono anche alcuni supermercati che vendono prodotti italiani. Terminata la visita a Little Italy, andiamo in albergo ed incappiamo subito in un imprevisto: la spina internazionale che avevo comprato NON ha il 3° buco (quello centrale)! Quindi non potevamo scaricare le foto sul portatile perché la spina era a 3 uscite. Corriamo, quindi, nel centro commerciale sotterraneo di Rue Saint Cathrine per cercarne un’altra e fortunatamente la troviamo, ma ad una cifra esorbitante 25$! N.B.: sebbene la spina internazionale serva, ricordatevi che il voltaggio utilizzato in Canada è esattamente la metà di quello che abbiamo noi (220V), quindi, non aspettatevi che la spina trasformi in toto l’energia che passa dalle prese di corrente. Noi ci siamo trovati a non riuscire a caricare bene i cellulari, il phon ed il rasoio funzionavano così così. X gli uomini: meglio comprare le lamette per evitare “strappi” dovuti alla lentezza delle lame! 14/08/06: Partenza per Quebec City, l’antica capitale del Quebec. La città dista da Montréal poco più di 200 km, quindi la raggiungiamo in circa 2 ore. Lungo la strada, la RUE 138 Est Chemin du Roi, ammiriamo il paesaggio modellato dal San Lorenzo e le case di legno tipiche del Quebec marittimo, tutte bianche col tetto colorato ed i giardini ben curati. Non fa proprio caldo, c’è vento e ci fermiamo a guardare un gruppo di persone che fanno sky-surf vicino alla riva.

Arriviamo a Quebec verso le 12.30 e cerchiamo il B&B Couette & Cafè ($65) prenotato all’agenzia turistica a Montréal. Il B&B è situato nella città bassa, in periferia a circa 20 minuti a piedi dal centro. La zona non è turistica, quindi, il traffico è intenso e gli edifici sono decadenti, ma tutto sommato non malfamato (il parcheggio per cui abbiamo pagato 5 dollari NON è custodito ed è all’aperto in una piazzetta riservata al B&B). Giriamo intorno all’ingresso un paio di volte non vedendolo e quando finalmente troviamo il n. Civico giusto bussiamo alla porticina (di legno e vetro sottile sottile). Ci apre un signore che cordialmente ci invita ad entrare (io guardo intimorita le scale ripidissime che ci aspettano per salire) e ci mostra la sistemazione. Praticamente questo B&B è un vecchio appartamento di 5 stanze ristrutturato. La camera è molto graziosa, vecchio stile anni ’50, parquet chiaro in liste, un piccolo lavandino con specchio, televisore a valvole ed un ventilatore. Le pareti sono bianche, mentre quella dove poggia la testata del letto è azzurra. Il bagno vero e proprio con la doccia e WC è in comune, ma è tenuto benissimo, lucidato a specchio e profumato.

Sistemiamo le valigie ed usciamo per visitare la città. Il signore che ci ha accolto ci dà le indicazioni necessarie per arrivare in centro e ci spiega dove prendere l’ascensore per visitare la città alta (praticamente questo ascensore è dentro un bar).

Quebec City è veramente bella e suggestiva, ha un’atmosfera particolare: per certi aspetti sembra proprio di stare a Parigi, gli edifici hanno tutti caratteristiche prettamente europee, i lineamenti sono tipici delle vecchie case dell’800, i tetti sono verniciati con colori molto vivaci e le vie principali sono tutte adornate di fiori. Ammiriamo le vecchie mura di fortificazione (per questo Quebec City è celebre) ed il castello maestoso che si erge sulla cima della collina. Facciamo una passeggiata per le vie del centro e sul lungofiume, affollato di turisti e ne approfittiamo per fare il primo shopping. Scattiamo qualche foto ed andiamo in cerca dell’ufficio turistico “Bonjour Quebec” indicato nella ns. Lonely Planet. Rimanendo a Quebec una sola notte, dobbiamo infatti cercare la ns. Prossima sistemazione in vista della prossima tappa, che ci porterà a vedere le balene.

Allo sportello becchiamo la signora più prolissa dell’ufficio, che ci spiega in “solo” 40 minuti che c’è poca disponibilità di posti in giro. A Tadoussac è tutto pieno, quindi, ci tocca prenotare nell’albergo Petit Manoir du Casino a Baie Saint Catherine sulla sponda meridionale del fiordo di Saguenay (esattamente di fronte a Tadoussac) (115 $ a notte con il parcheggio incluso, camera con vista sul fiume e colazione inclusa – ristorante convenzionato con menù a 30 $). Visto che l’ufficio è efficientissimo e c’è anche lo sportello di una delle compagnie di navigazione che organizza le crociere, cogliamo l’occasione e prenotiamo due posti sull’imbarcazione che partirà il giorno dopo alle 15.30 – prezzo 129,99 $.

Torniamo in albergo, pernottiamo e al mattino ci troviamo di fronte una colazione da re, con tanto di “entrée”, yogurt con crusca, frutti di bosco e sciroppo d’acero, “pain doré” con marmellata e sciroppo d’acero. Lasciamo con un po’ di dispiacere Quebéc City.

15/08/06, attraversiamo una buona parte della regione Charlevoix lungo la Rue 138, in direzione est, non c’è altra strada, questa è l’unica asfaltata che costeggia la regione. Guidiamo lungo i dolci sali scendi, vediamo alberi a perdita d’occhio e naturalmente il San Lorenzo non ci delude, offrendoci a tratti magnifici scorci.

Arriviamo a Baie Saint Catherine verso mezzogiorno. Eravamo in zona già da più di mezz’ora ma data la difficoltà a trovare l’albergo, ci siamo fermati un paio di volte a chiedere. Prendiamo possesso della magnifica camera, che ha anche l’idromassaggio. Ci sistemiamo e dopo un’oretta riprendiamo la macchina per andare verso la banchina dalla quale partirà l’imbarcazione. Piove qua e là e speriamo di non naufragare sotto una tempesta. Alle 15.30 finalmente ci imbarchiamo (prima di partire ci avevano avvisato di coprirci bene perché al largo avrebbe fatto freddo E MENO MALE!). In barca in coperta, fa veramente un freddo micidiale, ci vuole la giacca vento e se possibile anche guanti e berretto! Per fortuna, sotto coperta c’è il bar che offre bevande calde. Siamo fortunati e dopo circa 20 minuti scorgiamo i primi soffi. Nel complesso la crociera dura 3 ore compresa di guida parlante inglese e francese che spiega ogni avvistamento. In totale abbiamo visto balenottere azzurre, 2 megattere, un branco di beluga ed una foca. Devo dire che questa esperienza è veramente emozionante: sebbene le imbarcazioni debbano tenersi ad una certa distanza per regolamentazioni marittime, le balene sono talmente grandi – GIGANTI – che si vedono comunque vicinissime. Ci porteremo a lungo nel cuore questa crociera.

Terminata la navigazione nello splendido fiordo del Saguenay, torniamo in albergo e ci prepariamo per la cena. Visto che c’è il ristorante convenzionato, andiamo lì a mangiare. Nel prezzo è incluso un antipasto a base di verdura o formaggio, una zuppa ed un piatto di carne, tutto molto buono; da bere naturalmente acqua con ghiaccio.

16/08/06: decidiamo di pernottare a Baie Saint Catherine un’altra notte, ma per avere lo stesso prezzo, dobbiamo cambiare camera.

Oggi usciamo in macchina ed esploriamo il “Parc National du Fjord du Saguenay”, lungo la Rue 170, in direzione ovest verso Chicoutimi e verso il Lac St. Jean. Il tempo anche oggi non è molto clemente, il cielo è nuvoloso e minaccia pioggia, fa freddo, ci sono 15° gradi. Anche se la luce del giorno non è splendente, lo spettacolo che vediamo per strada è magnifico: ci sono ruscelli ai bordi della strada, fiori colorati, abeti, aceri, …Tutto quello che la natura può offrire. Rimaniamo a bocca aperta. Il nostro compagno di viaggio lungo questa strada è il vento, non c’è veramente nient’altro, nessuna traccia umana. Sembra di strare in un’altra dimensione, la dimensione di madre natura.

Arriviamo a Chicoutimi e decidiamo di visitare il museo del Fiordo il cui tema principale naturalmente è la vita bio-marina del fiume Saguenay. Ai muri sono appesi pannelli che spiegano la storia della formazione di questo fiordo a seguito delle glaciazioni.

Indecisi se ripartire per il Lac Saint Jean o deviare verso sud attraversando il parco dei Laurenziani (Laurentides), optiamo per andare verso il lago. Anche qui il panorama è molto bello, ma questa tappa alla fine però si è rivelata un’odissea. Il lago è molto lontano da Chicoutimi. Alla fine di questa giornata abbiamo percorso più di 500 km, abbiamo fatto il pieno 2 volte e siamo arrivati in albergo stanchissimi.

17/08/06 Ahimè, dobbiamo lasciare la magnifica regione del Saguenay per dirigerci verso il parco de la Mauricie. Riprendiamo la 138, in direzione sud e dopo 4 ore arriviamo a Shawinigan, che abbiamo scelto come base d’appoggio per andare poi verso il parco che dista circa una ventina di km. Ci sistemiamo al Confort Inn ($ 129 con colazione e parcheggio compreso) prenotato via internet nell’albergo precedente. Nel pomeriggio visitiamo la “Cité de l’énérgie”, l’unica vera attrazione della città. La Cité de l’énérgie non è altro che un museo fondato attorno alle vecchie dighe ed alla vecchia centrale idroelettrica che riforniva la zona. Shawinigan è infatti bagnata dal fiume Maurice ed in passato per frenarne la violenza sono state costruite dighe e centrali per sfruttare la potenza delle sue acque e delle cascate che ci sono lì vicino. Inoltre, data anche l’abbondanza di legname, si usava il fiume per il trasporto dei tronchi, che a Shawinigan venivano raccolti, sfogliati e lavorati nelle cartiere.

18/08/06 e 19/08/06 Finalmente visitiamo uno dei parchi più grandi ed importanti del Quebec. Gli ingressi principali sono 2: il 18 agostro entriamo da Saint Jean des Piles ed il 19 agosto entriamo da Saint Mathieu du Parc, pagando due volte l’ingresso 13$ giornalieri (paga l’ingresso dell’auto, non le persone a bordo).

Ci rechiamo all’ufficio informazioni per farci spiegare quali sono i percorsi più facili e le eventuali attività che il parco organizza (io ero interessata alla canoa, ma purtroppo non abbiamo l’attrezzatura adatta ed ho dovuto abbandonare l’idea). Ci lasciano quindi la mappa del parco e cominciamo i ns. Giri lungo l’unica strada che attraversa il parco. Ogni area di sosta prende il nome dal lago che bagna quel tratto di parco e sono veramente tanti (i percorsi per principianti sono circa una decina, della durata di ½ ora, 1 ora). Alla ns. Prima sosta incontriamo 2 scoiattoli che giocano tra gli alberi. La vegetazione è davvero fittissima con dei punti bui. E’ difficile intravedere gli uccelli, ne sentiamo solo i versi. Butto l’occhio sull’erba e vediamo qualcosa saltare! Ci mettiamo un po’ a capire cosa sono: sono ranocchiette piccolissime, grandi poco più della falange di un dito. Ci guardiamo stupefatti, pensando a cosa ci riserverà questo parco. Durante l’esplorazione di questo parco, ancora una volta rimaniamo sbigottiti di fronte alla magnificenza del fiume Maurice che si insinua tra la vegetazione. Pur non avendo fatto dei trekking impegnativi, i percorsi panoramici e le passerelle “lungo lago” offrono vedute incantevoli sui laghi, sulle cascate. I fiori e le foglie colorano e danno luce al paesaggio. Vediamo molte specie di piante strane e funghi tutti particolari. Il silenzio che ci circonda è totale, si sente solo qualche uccello cantare qua e là. Il profumo della resina è molto intenso.

Purtroppo, avendo visitato i punti più frequentati dalle persone, non abbiamo visto né alci né orsi, che giustamente se ne stanno più riparati. Non paga di ciò che ho visto nel parco, visto che sono un’amante dell’equitazione, decido di fare tappa anche in uno dei numerosi ranch che ci sono in zona e mi faccio una bella passeggiata a cavallo su uno splendido cavallo di razza canadese. Chiaro che quando cammini proprio dentro la foresta, tutto si intensifica: il verso degli uccelli, le farfalle che ti svolazzano attorno, LE PUNTURE DELLE ZANZARE! Ma assolutamente da non perdere!.

Il 20/08/06 lasciamo Shawinigan sotto una pioggia torrenziale che ci accompagna fino a Ottawa (450 km circa). Arriviamo a Ottawa verso le 13.00 e ci sistemiamo in albergo prenotato via Internet (99 $ con colazione e parcheggio dietro all’albergo).

Ottawa può sembrare tutto fuor che una capitale, è diversa dalle altre. Oltre ad avere la particolarità di essere divisa tra le due regioni Quebec (Gatineau) e Ontario, è piccola, ha solo 780.000 mila abitanti e non è per niente caotica; poi, però passeggiando per strada e vedendo il Parlamento, l’imponente Biblioteca Nazionale ed i numerosi musei, capiamo di essere in una capitale ricca di storia (recente). Passeggiamo sempre sotto la pioggia verso il Parlamento, facciamo un giro davanti ai suoi cortili e poi ci dirigiamo verso la National Gallery. C’è da dire che chi non è appassionato di arte moderna, la può anche saltare.

Verso le 17.00 rientriamo in albergo fradici e in serata facciamo una cernita sulla guida Lonely Planet dei musei da visitare (precisissima anche sul costo dei biglietti d’ingresso).

Il 21/08/06 la pioggia di ieri sembra un miraggio. Ci alziamo con un sole splendente. Decidiamo di prendere l’autobus fino al Gatineau Park, facciamo una breve passeggiata ed anche qui incontriamo uno scoiattolo tutto nero che ci accompagna per un centinaio di metri lungo il sentiero. Visto che è una bella giornata, perché prendere ancora l’autobus? Torniamo a piedi verso il centro città! Una camminata massacrante, ma troppo bella! L’Outaouais splende di azzurro in mezzo alla città! Nel pomeriggio visitiamo il “Musée Canadien de Civilisation”, che non bisogna assolutamente perdersi. E’ molto diverso dai classici musei europei con reperti storici: in questo edificio viene raccontata la storia del Canada, dalla scoperta (ad opera dei Vichinghi) ai giorni d’oggi, con tanto di riproduzioni a dimensione naturale, tende indiane e tanto altro. VISITA CONSIGLIATA! Il 22/08/06, Prima di lasciare Ottawa decidiamo di visitare anche il museo “Canadian Museum of Nature”, ma purtroppo l’area più importante, riguardante i resti dei dinosauri è in restauro! Che peccato! Intravediamo solo qualche cosa dalle fessure dei pannelli che coprono i muri. L’apertura sarebbe stata a Ottobre 2006. Verso le 11 di mattina partiamo in direzione sud per raggiungere la prossima tappa: Gananoque (200 km circa). Il cielo è plumbeo, ma per fortuna non piove. Gananoque è un piccolo e tranquillissimo villaggio sulle rive del Lake Ontario, scegliamo questa località e non Kingston per il semplice fatto che avevamo dei depliants sui quali erano pubblicizzati gli alberghi di Gananoque, quindi sempre via Internet abbiamo prenotato in uno di questi (149$ la prima notte e 139$ la seconda). L’unica attrattiva turistica che ha Gananoque è il porto, da cui partono le imbarcazioni per la crociera nel parco nazionale del San Lorenzo – “1000 Islands Cruise”. Arriviamo in paese verso le 14.00, ma visto che siamo troppo stanchi per intraprendere la crociera questo pomeriggio, prendiamo i biglietti per il giorno seguente per la partenza delle 15.30 per la crociera che dura 3 ore (42$ circa per 2 persone). Ci sono anche quelle da 5 ore, che fanno sosta al Bodle Castle che si trova nelle acque americane, ma per noi che veniamo dall’Italia è necessario il passaporto digitale od il visto, anche se si tratta di una breve visita.

Specifica: Se vi chiedete dove parcheggiare senza prendere la multa (visto che la sosta massima consentita nei dintorni è 2 ore), di fronte alla banchina d’imbarco c’è un parcheggio riservato ai clienti delle crociere. All’ingresso verrà preso giù il numero di targa della vs. Auto dai parcheggiatori.

Trascorriamo il resto della giornata a polleggiare un po’ in albergo. La stanchezza dopo tutte queste ore di macchina e dopo 12 giorni di visite ininterrotte comincia a farsi sentire. La sera, poi, facciamo il punto della situazione sulle tappe che ci restano da fare: Algonquin Park, Niagara Falls e Toronto (dove sono già state prenotate dall’Italia le ultime 2 notti del ns. Viaggio 27 e 28 agosto). Dopo qualche riflessione, ci rendiamo conto che con il tempo che ci è rimasto a disposizione (praticamente 4 giorni, di cui 1 da passare in macchina) dobbiamo saltare con enorme dispiacere la tappa all’ Algonquin Park, che dista da Gananoque quasi 500 km e al quale avevo pianificato una visita di circa 1 o 2 giorni. E’ stato un enorme dispiacere, ma in effetti, non avevo fatto i conti che per fare 500 km ci vogliono 5 ore e da Huntsville (città più vicina al Parco) a Niagara ce ne vogliono quasi altrettante. Quindi abbiamo scelto di evitare questo tour de force, anche perché questa era la nostra “Vacanza”, non un’occasione per ammazzarci di fatica.

23/08/06 Ci prendiamo una mattinata di riposo e ne approfittiamo per fare un altro po’ di shopping. Girando per il paesello decido che prima di partire devo assolutamente provare il gelato all’Acero, così in un chiosco mi prendo un bel cono maxi Acero con noci. Buonissimo! Finalmente alle 15.30 partiamo per la crociera delle 1000 Isole. Tanto per cambiare arrivano le nuvole e la luce cambia. Per fortuna anche stavolta scampiamo la pioggia. Anche su questa imbarcazione c’è la guida che spiega sia in Inglese che in Francese che cosa vediamo. Questa è una crociera un po’ particolare e soprattutto rilassante. Ha proprio ragione questo parco a chiamarsi “1000 Isole” perché dall’acqua spuntano veramente tante piccole isolette, sulle quali d’estate vivono anche delle persone. Inoltre, navighiamo tra acque canadesi e statunitensi e la guida ad un certo punto ci fa notare il ponte di collegamento tra 2 stati più piccolo del mondo, lungo poco più di 2 metri che collega due isolette, una canadese ed una statunitense. Poi finalmente, arriviamo al Bodle Castle, che noi purtroppo possiamo ammirare solo dalla barca, essendo sprovvisti di visto.

Il ritorno al porto è stato verso le 18.00 e rientriamo in albergo.

24/08/06 Lasciamo Gananoque dirigendoci verso la nostra prossima meta: Le cascate del Niagara. Prendiamo quindi la Highway 401 in direzione sud. Non c’è che dire, eravamo talmente abituati alla calma e alla tranquillità delle strade provinciali che quando arriviamo a Toronto ci facciamo un po’ prendere dal panico. Un po’ ci siamo imbattuti in 2 cantieri di lavori che avevano creato una fila di 10 kilometri, con una bella deviazione che ci ha fatto uscire dall’autostrada, un po’ la “Tangenziale” di Toronto che è enorme, gigante ai nostri occhi. Pensate che ogni uscita ha 3 corsie. Passata Toronto, speriamo di ritrovarci in una condizione di traffico normale, ma quando ci immettiamo sulla QEW (Queen Elisabeth West), le cose non migliorano, ma per lo meno il traffico è scorrevole. Arriviamo quindi a Niagara On the Lake verso le 15.00 ed andiamo in cerca di un albergo. Quando arriviamo in centro rimaniamo esterrefatti. Attraversando Clifton Hill ci sembra di stare al luna park! Tutta la strada è piena di sale giochi, cinema 3D, torri panoramiche, schermi giganti e Ruota Panoramica! Tutti gli alberghi hanno boutique pieni di souvenir delle Cascate del Niagara, con tanto di promozioni ed offerte speciali! Naturalmente un po’ ce lo aspettavamo, ma se mi posso permettere, questo non ha niente a che fare con il carattere canadese, se mai quello americano.

Niagara on the Lake è infatti divisa: metà americana, metà canadese. Noi non avendo il visto, non abbiamo attraversato il famoso Rainbow Bridge per andare negli U.S.A..

Comunque, dopo varie soste nei vari alberghi, veniamo assorbiti da quest’aria festante e dal lusso del luogo e decidiamo di alloggiare in un normalissimoalbergo appartenente, che ad una catena alberghiera internazionale, che letteralmente ci spenna! Purtroppo durante il week-end le stanze di albergo costano di più e, mentre il giovedì ed il venerdì ce le fanno pagare ad un prezzo accettabile, la notte del sabato ci costa ben 179$.

Inoltre, in tutti gli alberghi in cui abbiamo chiesto, non c’era la colazione inclusa, quindi dovevamo anche spendere dei soldi extra per la colazione! Va beh! Detto ciò, ci sistemiamo in albergo, nel quale c’ è anche la piscina e cominciamo il nostro giro. Una cosa secondo me sorprendente è che le Cascate sono proprio in mezzo al paese!, Noi ce le immaginavamo grandi e maestose, lontane dal centro abitato, ma in realtà l’unica cosa che separa le cascate dal paese è il “lungo cascata” ossia la passeggiata che si può fare accanto al fiume Niagara. Però, è questo il suo bello: l’effetto sorpresa scendendo da Clifton Hill. Le prime che ci vediamo di fronte sono quelle americane, poi buttiamo l’occhio verso destra e vediamo lo splendido ferro di cavallo canadese. Beh che dire, rimaniamo impressionati.. Ma ci rendiamo conto?? Siamo alla Cascate del Niagara! Scattano le foto di rito e cominciamo a camminare lungo la via panoramica verso il “ferro di cavallo”. Camminando, notiamo che più ci avviciniamo alla cascata, più passano persone con K- way ed ombrelli, perché mai? Ci chiediamo noi, ..C’è il sole! Il motivo lo scopriamo poco dopo, vicino alle cascate PIOVE! Perché l’acqua che scende giù, ha un impeto tale nel fiume che crea tantissimo vapore e tanta pioggerellina che arriva in strada.

Dopo questa prima lavata, torniamo in albergo a cambiarci. 25/08/06 come al solito, ci svegliamo di buonora, non così presto come all’inizio, ma comunque sempre alle 8. E’ presto ed il famoso locale di fronte all’hotel dove servono la colazione a Buffet è ancora chiuso.

Alle 9 finalmente apre, con la fila fuori dal locale che guarda dentro. Entriamo pensando di trovare un po’ di colazione internazionale, invece, ci troviamo in un vero e proprio ristorante! I cuochi cucinano bacon e uova fritte su una piastra di 2 metri, omelettes, uova sode, salsicce, patate, toast imburrati e dorati, tutto il ben di Dio più calorico e più grasso che si possa desiderare. La cameriera ci fa sedere, ci serve il caffè e ci dice che possiamo prendere da mangiare quante volte vogliamo. Detto, fatto – prezzo per 2 persone 21$! Non avevamo mai cominciato la giornata all’americana, ma in fondo non è poi così male, basta non programmare un lauto pranzo! Finita la scorpacciata, andiamo a prendere i biglietti cumulativi che permettono di visitare tutte le attrattive intorno al Niagara prendendo l’autobus. Prezzo per 2 persone 82$ compreso il trasporto autobus e gli ingressi alle attrazioni. Prendiamo l’autobus convenzionato è facciamo la prima sosta alla Riserva delle Farfalle: entriamo in questo ambiente adattato alla vita delle farfalle tropicali. Come entriamo, una miriade di farfalle ci piove addosso, svolazzando da tutte le parti, posandosi senza paura su testa, mani, piedi! Veramente bello! La seconda fermata è al Whirlpool, un vortice del Niagara dove la corrente è fortissima; poi seguono, The White Walk, il cammino lungo le rapide, The Maid of the Mist, che è la barca che ti porta fin sotto la cascata ed il “Behind the Falls”, il cammino dietro la cascata.

Sul Maid of the Mist prima di salire ti danno un K-way che arriva fino ai polpacci. Dai polpacci in giù ci siamo letteralmente inzuppati! Certo è una trovata turistica, ma come si può non vivere appieno l’esperienza delle Cascate! Terminate tutte queste cose andiamo in albergo ed in serata ci andiamo a fare una bella nuotata in piscina per rilassarci.

26/08/06 Saliamo di nuovo in macchina per andare a visitare Fort Eire, l’ultimo forte difensivo canadese prima del confine con gli Stati Uniti. In questo punto della Niagara Peninsula si vede di fronte Buffalo. Avendo sentito parlare così bene dell’Ice Wine decidiamo di fare un giro anche tra i vigneti della penisola e visto che la Lonely Planet forniva una decina di nominativi, optiamo per la Konzelman Estate Winery, che dopo lungo vagare (dopo aver incontrato ben 6 cartelli di indicazioni) troviamo. La scelta delle bottiglie è stata rapida ed il conto per 2 bottiglie da 75 ml salatissimo… ma va beh!.. Che berrà più il famoso Ice Wine, dopo questa vacanza! 27/08/06 Ahimè la nostra vacanza sta volgendo al termine, salutiamo le cascate e ritorniamo verso Toronto, dove c’è già l’albergo prenotato dall’Italia. Visto che non è ancora ora di punta, non rimaniamo imbottigliati nel traffico e lo troviamo abbastanza facilmente. In albergo abbiamo subito un assaggio della multietnicità della città, l’albergo è interamente gestito da indiani!, la stanza è molto confortevole ed è pulito.

Il tempo di sistemarci ed usciamo subito dirigendoci verso Downtown Yonge Street per raccattare una cartina e qualche informazione in più su questa città. Passiamo, quindi, una parte del pomeriggio nel centro commerciale sotterraneo e verso sera prendiamo la metropolitana per andare a visitare Little Italy, che, sinceramente, se non fosse per la scritta “Little Italy” sui cartelli di College Street, non si noterebbe.

28/08/06 In programma oggi, c’è la salita sulla CN Tower e la visita alle Toronto Islands. Per fortuna è una bella giornata, quindi, prima di metterci in coda per salire sulla torre, facciamo un giro per il centro per fare l’ultimo shopping. Toronto per certi versi è veramente sorprendente per la diversità delle persone che vi abitano. Potrei quasi dire che non ci sono “Torontesi” a Toronto – i cittadini che la costituiscono sono quasi tutti immigrati. Toronto è il mondo in una sola città! Verso le 11.00, ci incamminiamo verso la Torre, sbagliamo strada al primo tentativo (ho letto la cartina a rovescio), ma poi arriviamo. C’è molta gente all’ingresso e facciamo una coda di 15 minuti per prendere il biglietto ed aspettiamo ben 30 minuti per superare i controlli di sicurezza ed arrivare finalmente all’ascensore che ti porta al “primo piano” in poco meno di 1 minuto. La vista che si gode da questa torre è veramente mozzafiato, per non parlare del pavimento di vetro, che ti mette la pelle d’oca e ti avvolge in una vertigine paurosa.

Una volta scesi, pranziamo dentro uno dei snack-bar sotto la torre e poi ci incamminiamo verso il porto da dove dovremo prendere il traghetto per le Toronto Islands. Anche qui, come per Little Italy, abbiamo tribolato un po’, prima di trovare la banchina giusta. 6$ il biglietto andata e ritorno. Prendiamo il traghetto verso le 14.00 ed in un quarto d’ora sbarchiamo. Queste isole sono dune emerse dal lago Ontario, che ora sono adibite ad area verde, con giochi per bambini, laghetti, prati, etc. Abbiamo passato un bel pomeriggio di relax e, mentre eravamo in coda per prendere il traghetto del ritorno, sentiamo echeggiare da lontano l’inno d’Italia, poi l’Aida e “O sole mio” – incredibile! un coro di alpini a Toronto! Luca e io ci siamo guardati esterrefatti e tutta la folla applaudiva e chiedeva il bis! Fantastico! 29/08/06, purtroppo è l’ultimo risveglio in terra canadese. Luca ha nostalgia e non vede l’ora di partire, io vorrei stare un altro mese! Prepariamo le nostre cose e partiamo. Lasciamo la trafficatissima Toronto, sbagliando un’altra volta immissione, ma arriviamo lo stesso all’aeroporto con largo anticipo e dove riconsegniamo la macchina. L’aereo decollerà alle 18.50 ed il check-in comincia con quasi 3,5 ore di anticipo. Qui i controlli sono stati più severi: i liquidi li abbiamo dovuti mettere tutti in valigia – compreso l’ice wine – ed il peso delle valigie è stato contato al grammo! Noi avevamo un zaino di troppo, che abbiamo dovuto schiacciare con un po’ di sacrificio in valigia; i vestiti che conteneva in un qualche modo ce li siamo messi addosso.

Così il 30/08/06, siamo atterrati a Parigi e da Parigi alla 15.45 siamo atterrati a Bologna.

Che dire di questo viaggio, ce lo porteremo sempre nel cuore. Sempre ci rimarranno impresse nella mente quelle foreste di abeti sconfinate e l’immenso San Lorenzo che veglia sulle coste del Quebec. E’ un viaggio d’introspezione, che aiuta a capire quanto è potente la natura e quanto è necessario rispettarla e salvaguardala. Di fronte a certi panorami non si può rimanere indifferenti e tante volte guardandoli incantati, ci siamo resi conto che noi siamo piccoli piccoli e le montagne ed i laghi e le cascate sono immensi ed eterni. Spero di poter ritornare in queste terre un giorno, spero di trovare tutto così com’era, com’è giusto che sia.



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