Dalle Dolomiti all’Anatolia passando per i Balcani

Abbiamo 20 giorni disponibili, vorremmo viaggiare in moto e fermarci alcuni giorni in qualche posto di mare. Dopo parecchi vagabondaggi in rete, decidiamo per la Turchia, pensando di poter unire cultura svago e mare... Consultiamo le guide del Touring Club Italiano e Lonely Planet, in internet troviamo alcuni viaggi interessanti, in particolare...
Scritto da: rajo81
dalle dolomiti all'anatolia passando per i balcani
Partenza il: 04/07/2004
Ritorno il: 24/07/2004
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Abbiamo 20 giorni disponibili, vorremmo viaggiare in moto e fermarci alcuni giorni in qualche posto di mare.

Dopo parecchi vagabondaggi in rete, decidiamo per la Turchia, pensando di poter unire cultura svago e mare… Consultiamo le guide del Touring Club Italiano e Lonely Planet, in internet troviamo alcuni viaggi interessanti, in particolare sui siti dei camperisti, che dobbiamo ringraziare per il materiale messo a disposizone. Si uniscono entusiasti, Barbara (sorella di Simona) col suo ragazzo Nicola, ci fà molto piacere, viaggiare in compagnia, e condividere la lunga strada che ci aspetta.

Inizialmente volevamo raggiungere la Turchia via mare, da Ancona a Igumenitza ed attraverso la Grecia arrivare ad Istambul…In seguito abbiamo optato per l’ itinerario “via terra” attraverso Croazia, Slovenia, Serbia e Bulgaria. Abitiamo nel nord-est, ed i km fino ad Istambul sono 1800, contro i 1500 dell’ itinerario via Grecia. Abbiamo letto il bellissimo libro di Emilio Rigatti : ” La strada per Istambul” che ci è stato d’ispirazione e guida per pianificare il viaggio.

Partiamo con le prenotazioni dei traghetti per spostarci dalla Turchia alla Grecia, e dalla Grecia rientrare in Italia. Per il resto ci arrangeremo di giorno in giorno, permettendoci un viaggio elastico.

04/07 Domenica Cavalese -Slavonsky Brod – km 680 Finiti i preparativi, caricati i bagagli sulla moto, abbiamo in più rispetto agli scorsi anni la borsa da serbatoio, che ci permette di partire avanzando dello spazio. Partiamo alle otto, verso Ponte nelle Alpi, Belluno, luogo dell’ appuntamento con i nostri compagni di viaggio, che partono da Trento, passiamo per il passo S. Pellegrino (fà freddo :8 gradi ).

Puntuali come gli svizzeri… Riapartiamo verso Trieste, passiamo la frontiera Slovena, Zagabria, frontiera Croata, in autostrada, poco traffico, alle 17 siamo a Slavonski Brod, la meta di oggi. Pernottiamo alla “Garten Pension” , poco distante dal casello.

05/07 Lunedì Slavonsky Brod – Sofia Bulgaria km 606 Rientriamo in autostrada, dopo un centinaio di km siamo alla frontiera per entrare in Serbia, ci aspettavamo controlli, e lunghe attese.. Fortunatamente, passiamo in una decina di minuti. Altri 100 km e siamo a Belgrado, la strada passa vicino alla città, il traffico è intenso.

Ci fermiamo per la pausa pranzo in un “autogrill” Serbo, assomigliante più ad un area di sosta per le carovane: ristorante all’aperto, banchetti con frutta e verdura, negozzietti, ma con distributore di carburanti ultra moderno.

Riprendiamo la marcia, e dopo pochi km, facciamo conoscenza con la Polis Serba, viaggiavamo fortunatamente piano… Ci controllano attentamente le moto, i documenti, ci segnalano un irregolarità sulla patente di Nicola, (non è riportata la sigla A per la guida della moto, ma solo B). La situazione sembra critica.. Commissariato, migliaia di dinari di multa, sequesrto del mezzo, rientro coatto in treno… Dopo mezzora di trattative, disposti ad offrire una “mancia”, il polizziotto cambia idea… E ci congeda augurandoci buon viaggio.. Ancora oggi non riusciamo a capirne il senso…

Il paesaggio è meraviglioso, ci scorrono davanti centinaia di km di campi con granoturco e girasoli, un arcobaleno di colori e splendidi paesaggi.

Lasciamo la Serbia per entrare in Bulgaria, anche in questo caso passiamo senza problemi ed in poco tempo, circa mezzora per i vari controlli dei documenti ecc..

Alle 20 siamo a Sofia, troviamo un ottima sistemazione all’ hotel Amphora, sulla strada che porta al monastero di Rila, tappa di domani. 06/07/ martedì Sofia- Rila – Plovdiv Bulgaria km 395 Partiamo con calma alle 10, siamo sulla strada che unisce la Bulgaria alla Grecia, da Sofia a Salonicco. Attraversiamo zone industriali abbandonate, segno evidente della caduta del sistema socialista, le strade sono percorse da carretti tirati da asini e capre che vanno verso i pascoli. Giungiamo al bivio per il monastero, entriamo nel pittoresco paese di Rila con case in pietra ornate da balconi e verande di legno. La strada si stringe, e comincia a salire gradualmente, un vero piacere, dopo tanta autostrada, piegare, acellerare, scalare…

Il monastero si staglia con sorpresa davanti a noi, dopo l’ennesima curva… L’impatto è forte, immersi nel verde, siamo in una valle che scende dai monti Rodotopi, con cime che raggiungono anche i 3000m. Il complesso si presenta come una fortezza… Posteggiamo le moto, varchiamo il primo portale, ed entriamo… un ampio cortile circondato da quattro ali di 3 e 4 piani, che comprendono 300 celle di monaci, al centro la Chiesa con splendidi affreschi e sculture in legno, dedicata alla Natività della Vergine e la torre dell’orlogio. Il contrasto tra il bianco dell’intonaco e i colori rosso, ocra e nero dei mattoni delle arcate accresce la suggestione del luogo.

Dall 1961, il complesso è monumento nazionale e l’UNESCO lo ha inserito nell’elenco del patrimonio culturale mondiale.

Pienamente soddisfatti della deviazione fatta per raggiungere questo luogo, ripartiamo, dopo aver mangiato con pochi euro in un ristorante in riva al torrente, poco sotto al monastero.

Non torniamo a Sofia, che sarebbe l’itinerario più breve, ma decidiamo di aggirare il massiccio del Rila. Le indicazioni stradali in cirillico non ci son di grande aiuto, ci facciammo tradurre i nomi dei paesi che intendiamo attraversare dalla cameriera di un baretto… Transitiamo per Doupnitsa, Razlog, da quì, la strada si inerpica verso un altipiano a quota1800 metri, passiamo per piccoli paesi agricoli, i locali tentano di vendere i piccoli frutti di bosco lungo la strada.. Siamo circondati dagli abeti, sembra di essere a casa..Vediamo i primi minareti, accanto a minuscole moschee… Scendiamo verso Velingrad in una stretta valle scavata nella roccia, fino al fondovalle, dove costeggiando l’autostrada, raggiungiamo la città di Plovdiv, pernottando all hotel Rodopi.

10/07 Sabato Istanbul – Goreme km 763 Partiamo da Istambul alle 9, ci attende un lungo trasferimento, voremmo arrivare a Goreme in Capadocia… Usciamo agevolmente dal traffico cittadino seguendo le indicazioni per l’ autostrada, fortunatamente su cartelli a sfondo verde come nel resto d’Europa… Attraversiamo il lungo Ataturk Bridge il ponte sospeso, che abbiamo ammirato ieri navigando. Dopo circa 400 km di autostrada siamo nei pressi di Ankara, capitale del paese, decidiamo di percorrere una strada secondaria, e non la più diretta e trafficata via che passa da Kirikkale, seguiamo le indicazioni per Adana e 15 km dopo Golbasi svoltiamo per Bala. Saremo premiati dalla deviazione da splendidi paesaggi, su di una stradina senza traffico, in mezzo ai campi, saliamo di quota, superando trattori e lentissimi camion stracarichi di cereali, è in pieno svolgimento la mietitura, che a queste altezze (1500 m), è in ritardo rispetto al resto del paese. Quì il turismo è lontano, il nostro passaggio deve essere un avvenimento, tutti ci guardano e salutano amichevolmente…

Nei pressi di Kirsheir il traffico aumenta notevolmente, per fortuna anche le dimensioni della strada…

Siamo indecisi se fermarci per la notte…Abbiamo sforato i tempi… Veloce consulto.. Si prosegue, siamo a Goreme alle 20, il primo assaggio di questa rinomata zona ci si apre davanti scendendo, poco dopo Nevsehir proprio mentre stà tramontando il sole… Uno spettacolo.

Ci sistemiamo presso “Backpacker’s cave pension” … Il prezzo è molto basso, le camere graziose, ma avremmo speso volentieri qualcosa in più ed avere una maggiore pulizia… Siamo stanchi, e ci accampiamo.

11/07 Domenica Goreme km 60 La Cappadocia: è un posto assolutamente fantastico. Più propriamente, il triangolo di una decina di chilometri di lato racchiuso tra Avanos, Urgup e Uchisar è un luogo, unico in cui davvero ci si sente fuori da tutto in una sorta di paese fatato. Violente eruzioni vulcaniche, avvenute tre milioni di anni fa, ricoprirono l’altopiano intorno a Nevsehir di lava, cenere e fango.

Il vento e le piogge, erodendo queste rocce friabili, hanno creato un paesaggio suggestivo: rocce a forma di coni e camini, di pinnacoli, con colori che variano dal rosso all’oro, dal verde al grigio.

Goreme è un grazioso paese,con decine di abitazioni (ancora utilizzate) ricavate scavando nella roccia soprattutto nella parte alta del villaggio che, pur accresciuto per soddisfare le richieste del turismo, ancora conserva buona parte dell’originario aspetto e fascino.

Partiamo a piedi dalla nostra pensione, e con una comoda passeggiata siamo al museo all’ aperto di Goreme perla della zona, con decine di chiese rupestri scavate nel tufo costellate da magnifiche decorazioni e pitture murali in gran parte realizzate dai monaci che vivevano in questi luoghi.

La valle di Zelve è poco distante da Goreme, vediamo pinnacoli erosi dal tempo, alte colonne di tufo che conferiscono alla valle un aspetto quasi fiabesco. Queste colonne prendono il nome di “camini delle fate” poichè la leggenda vuole che i massi tondeggianti sulle sommità siano stati posati da divinità celesti.

Per concludere la giornata, inforchiamo le moto, che scariche dei bagagli ci sembrano galleggiare sull’asfalto, ci concediamo una piacevole gita in questo scenario irreale: rocce scavate, con scale finestre, balconi, pinnacoli, ciuffi di roccia rosa che sembrano creati da un bizzarro pasticcere. Passiamo per piccoli campi coltivati, su strade strette e deserte, i gruppi turistici sono lontani, scopriamo luoghi non “assediati” dalle bancarelle…

12/07/ Lunedì Goreme – Bozayazi km 487 Lasciamo questi posti incantati, dopo aver fatto visita, nei pressi di Avanos, al caravanserraglio di Sari Hani.

I caravanserragli, costruiti nel XIII secolo, come stazione di sosta delle carovane, in passato ce n’era uno ogni 30 km di strada circa, vale a dire il percorso che con i cammelli si poteva coprire in un giorno. Scorgiamo dalla strada gli insediamenti rupestri di Cavusin, scavati in una parete di tufo fino a 100 m d’altezza.

Puntiamo verso il mare… Vogliamo visitare la parte di costa occidentale, che ci è stata raccomandata da Maurizio, un amico che si è intrattenuto alcuni giorni in questi posti, al ritorno da un viaggio in Iran.

La strada scorrevole taglia l’altipiano anatolico verso sud, nei pressi di Ulukizla incrociamo la strada Konya – Adana, il traffico aumenta a dismisura, guidiamo con prudenza. Fortunatamente dopo pochi km la via diventa autostrada, traffico pesante… Discese da mettere a dura prova i freni dei tir sovracarichi… Nel tratto finale in una verdeggiante e selvaggia gola rocciosa. Il mare ci si staglia davanti improvviso dopo una curva… Siamo ad Icel (Mersin il vecchio nome in Turco) grossa città industriale, proseguiamo per la strada costiera, superando cantieri, iniziati e mai completati, rischiamo di cadere arrivando in un tratto di strada in cui stanno posando asfalto turco (strana miscela di ghiaia e catrame). Passiamo per località balneari, dove sono presenti grossi complessi turistici, non è quello che cerchiamo, pertanto proseguiamo… La strada lascia il mare.. Spostandosi nell’entroterra, superando ed aggirando in un continuo saliscendi di curve, le asperità della costa. Si stà facendo tardi… Cerchiamo una sistemazione… Ma non vediamo nulla di interessante, forse al prossimo villaggio. Silifke, Tascu, Aydincik.. Paese dopo paese… Curve, salite e discese, ormai stanchi arriviamo a Bozayasi. Sono le 21, abbiamo fatto tanti km, su bellissime strade, ma a velocità molto ridotta, sotto un sole cocente. Ci arrendiamo davanti all’ “Otel Zeysa” una pensione famigliare, semplice ma pulita ed economica, frequentata da giovani Turchi. 13/07 Martedì Bozayazi – Side km 210 Riprendiamo la strada costiera, che ci regala continui paesaggi da cartolina, a tratti siamo a pochi metri dal mare, entriamo nel bosco, e ne usciamo in un favoloso scorcio, sembra un quadro appena dipinto, e noi siamo sul quadro… Oggi non vogliamo fare molta strada… Scrutiamo alla ricerca di un posto gradevole per fermarci, preferiamo le piccole pensioni, agli enormi albergoni e villaggi, superiamo Alanya simpatica ed animata località.

Transitiamo per paesi dove sono presenti in modo massiccio, grandissime serre nelle quali crescono rigogliose piante cariche di banane.

Arriviamo a Side.

Side è un concentrato dei pregi e dei difetti offerti dalla Turchia: una bella spiaggia, rovine greco-romane sparse per l’abitato, pensioni e ristoranti in gran numero, una bella atmosfera, ma anche orde di turisti (in prevalenza scandinavi e tedeschi) che, specialmente di sera, abbandonano i grandi villaggi turistici, posti alle due estremità del paese, per invadere le strade del centro storico.

Abbiamo alloggiato ottimamente alla pensione “Sevil” in una zona tranquilla e vicina al mare, a sinistra della strada centrale, girando dopo la piccola moschea. 14/07 Mercoledì 15/07 Giovedì Side La bella spiaggia di sabbia fine, è raggiungibile in 2 minuti di passeggiata, attraverso le rovine della zona est. Ci divertiamo a sguazzare nelle onde di questo limpidissimo mare turchese… Trascorriamo due piacevoli giornate di sole in questo bellissimo paese. 16/07 Venerdì Side – Oludeniz km 390 Decidiamo di spostarci verso ovest, anche per avvicinarci lentamente a Cesme (ultima tappa del viaggio). Superiamo senza fermarci Antalya, rinomata ed affollata (grazie al vicino aereoporto) località della zona.

Superato un rilievo, ci si apre davanti uno spettacolo: un promontorio di terra che si spinge verso il mare, creando due baie, con un paese al centro, incastonato come una pietra preziosa. Siamo a Kas, ci fermiamo per il pranzo, nei pressi dell’evidentemente troppo piccola moschea, che non riesce a contenere tutti i fedeli riuniti per la preghiera del venerdì, pregano infatti rivolti alla mecca, all’ esterno…

Kas ci appare come una tranquilla località, dove il turismo non è la principale fonte di reddito, anche se sono presenti diverse strutture ricettive, e parecchi negozi e ristoranti.

La strada scorrevole, ci permette di viaggiare veloci, forse anche troppo… Il radar della polizia è in agguato nascosto nel bosco. Poco dopo siamo fermati dalla pattuglia… Siamo in torto: 107 km orari, il limite 70, 180 milioni di lire turche (circa 90 €) la multa che paghiamo…

Alle 16 siamo arriviamo a Fethye, da quì si stacca la strada che ci porta alla famosissima spiaggia di Oludeniz. La foto di questa spiaggia è presente su tutti i depliant turistici della Turchia. Effettivamente il posto è paesaggisticamente molto bello, una bianca lingua arcuata di sabbia (sassolini), si protrae nel mare aperto, creando una baia di rara bellezza.

Giriamo velocemente per il posto, che ci appare subito, poco turco, ma costruito a misura di turista, bar, ristoranti, negozi e botique si susseguono ininterrottamente… Decidiamo ciononostante di fermarci…

Visitiamo vari alberghi, molto belli da fuori, non altrettanto possiamo dire delle camere, conviene sempre valutare attentamente prima di fermarsi.

Torniamo indietro fino alla fine del paese, e troviamo un ottima sistemazione all’ “Hotel Arlik” abbarbicato alla montagna, con una bellissima vista sul mare. Inizialmente ci era stata proposta una stanza che abbiamo rifiutato, al che il gestore, ha riparato su di un altra, di tutt’altro aspetto, nella parte da poco aggiunta all’ albergo… 19/07 Lunedì Oludeniz – Selcuk km 315 Proseguiamo nell’ avvicinamento a Cesme, mentre si riducono i giorni a nostra disposizione, Giovedì parte il traghetto per Atene… Rinunciamo a visitare le zone di Marmaris, e Bodrum.. Sarà per la prossima volta… Ci rimettiamo in marcia, diretti alle rovine di Efeso. Sotto un sole cocente, il termometro sfiora i 40 ° , arriviamo al passo di Sakar a 650 m, dal quale godiamo di una bellissima vista sulla baia di Gokova. Superiamo Mugla,e Cine, nei pressi di Ovaymiri, inizia l’autostrada, ma decidiamo di percorrere la statale, alle sei arriviamo a Selcuk, che scegliamo come luogo di sosta.

Molto gradevole l’ “Hotel Bella” proprio di fronte alla basilica di S.Giovanni. Ci rilassiamo in attesa della cena, sulla terrazza panoramica, dotata di una bella biblioteca con molte guide turistiche ed ottimi libri sulla Turchia, pc con acesso gratuito ad internet, e vista sul nido che le cicogne hanno edificato alla sommità di un palo telefonico… 20/07 Martedì Selcuk – Efeso – Cesme km 210 Visitiamo in mattinata il sito di Efeso, Delle mille città antiche che si trovano in Turchia, Efeso è sicuramente la meglio conservata.

Abitata già dall’antichita’, nel 129 la citta’ divenne capoluogo della provincia romana di “Asia” Furono numerosi gli imperatori che vi costruirono monumenti ed edifici pubblici, molti dei quali sono seppur in rovina ancora visibili.

Iniziamo la nostra visita partendo dall’ingresso superiore,Vediamo l’odeon, templi e portali. Camminiamo sulla Via Arcadica, lastricata di marmo, passiamo davanti al possente tempio di Adriano, una serie di fontane, piscine, bordelli, biblioteche, bagni pubblici, la biblioteca di Celso manufatto restaurato e riportato agli antichi splendori, arriviamo al grande teatro, per scendere dolcemente verso l’estremità orientale, dove concludiamo la visita.

Pur non essendo particolarmente atratti dai siti archeologici, lasciamo quest’ antica città molto soddisfatti.

Cia attende il trasferimento a Cesme… Riprendiamo il viaggio, non amando viaggiare in autostrada, scegliamo la via normale, purtroppo la strada attraversa tutta la città di Izmir, perdiamo parecchio tempo…

Arriviamo a Cesme verso le 18, visitiamo e scartiamo alcuni alberghi, ci fermiamo all’ “Hotel Mert” due km dal centro.

21/07 Mercoledì Cesme Cesme si rivela una sorpresa.. Un vivace e vitale luogo di villeggiatura, con negozi, ristoranti ecc… passiamo l’ultima giornata di mare sulla bella spiaggia di Altinkum, a poca distanza dalla cittadina. 22/07 Giovedì Cesme Inizia oggi il viaggio di rientro… Attendiamo il traghetto in compagnia di due motociclisti indiani a bordo di anziane moto Royal Enfield, ed un allegra combricola di amici Turchi di Istanbul, diretti a Myconos, con le loro nuove e lucidissime Harley e BMW. Alle 9 ci imbarchiamo, il battello è veramente piccolo, scomodo ed affollato, sicuramente non all’altezza del prezzo pagato per il biglietto: quasi cento euro per una moto e due persone. Dopo un ora di traversata, con un mare mosso, e vento al traverso, siamo sull’ isola Greca di Chios. Le formalità doganali ci impegna un buona ora… Non abbiamo fretta il prossimo traghetto per il Pireo (Atene) parte alle 22…

Bighelloniamo sull’isola… Alle 21 entra in porto la grande nave che sarà il nostro passaggio verso la Grecia. La nave parte in orario alle 22, ci sistemiamo sulle quasi comode poltrone, per affrontare la notte…

22/07 Venerdì Atene – Patrasso km 230 Sbarchiamo alle 8, impieghiamo parecchio tempo per uscire dal porto ed imboccare la strada per Patrasso. Atene ha un traffico altissimo, e disordinato, siamo pure vicini alle Olimpiadi… Percorriamo la strada che ci mancava per completare il giro completo del peloponesso, fatto lo scorso anno. Ci accorgiamo di essere giunti alla meta, quando vediamo il grande ponte sospeso “Harilaos Trikoupi” che da Rio ad Antirio unisce il Peloponneso alla Grecia continentale.

Alle 18 partiamo a bordo della “Europa Palace” (Minoan).

23/07 Sabato Ancona – Cavalese km 500 Siamo ad Ancona alle 14, dopo una piacevole navigazione, quest’anno abbiamo viaggiato in cabina, ed il confort, vale il prezzo del biglietto. Nei pressi di Rimini, grossi ammassi di nuvole nere non promettono nulla di buono, infatti dopo pochi km, le prime gocce… Indossiamo le antipioggia, stivali e guanti… Perlomeno non li abbiamo portati a spasso per 5000 km, per nulla, la pioggia ci accompagnerà fino a casa, dove arriviamo alle 20. Mettendo fine a questo splendido viaggio



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