Dalla vecchia Pechino alla moderna Shanghai

Dall'antica Pechino alla moderna Shanghai passando per l'ex capitale Xi'an
Scritto da: Enrico 9
dalla vecchia pechino alla moderna shanghai
Partenza il: 15/05/2010
Ritorno il: 25/05/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Abbiamo prenotato un tour di 8 giorni con Hotelplan, ma per la verità tanti altri tour operator forniscono lo stesso servizio di viaggio. Noi decidiamo di prolungare il tour di 2 giorni a Shangai, quindi partiamo il 15 Maggio 2010 da Bologna per Pechino via Parigi, ovviamente con Air France. Mezz’ora di ritardo. All’arrivo, verso le 7 di mattina, troviamo la guida, una ragazza di 23 anni, che ci accompagna in hotel, dove attendiamo 40 minuti per avere la stanza, la 469. L’hotel è il Grand Mercure, sito nel primo anello (centro), Pechino è divisa in 6 anelli. Il centro, piazza Tien An Men si raggiunge dopo una trentina di minuti, intorno alcuni negozi. Ci riposiamo un paio d’ore poi ci incamminiamo verso il centro, chiedendo informazioni ma non capendoci con i cinesi che non parlano inglese, fatta eccezione per gli impiegati alle receptions. Giunti comunque in centro, ci avventuriamo tra vari negozietti, ed avendo tempo libero, acquistiamo vari piccoli souvenir, finchè alle 17 rientriamo; poco più tardi la cena, in hotel, discreta. Facciamo conoscenza con Antonio ed Emanuela di Roma, nostri compagni di viaggio per tutto il tour: ci troveremo bene.

17 Maggio. Partenza alle 9,30 per piazza Tien An Men, enorme ed incolore: c’e’ anche foschia. Grandi schermi proiettano colorati filmati, ed i cinesi sembrano gradire. A pochi metri una gigantografia di Mao, che ci introduce alla famosa città proibita. Piazze, pagode e cortili si susseguono, ma non si può entrare in nessun luogo chiuso. Ritorna alla mente il film “L’ultimo imperatore” che fù girato qui. L’entrata è costata 6 euro, non poco per i cinesi, visto che lo stipendio base è di 300 euro; ma sono loro i maggiori turisti qui, davvero tanti, e tanti saranno dovunque andremo. Il turismo di massa non è ancora arrivato. All’uscita la guida ci porta nel solito negozio convenzionato: qui vendono perle, dopo aver dato dimostrazione di come si coltivano ed aprono. Pranzo cinese in ristorante, discreto. Durante il tour assaggeremo l’anatra laccata, i ravioli ripieni, polpette piccanti di maiale, gamberi fritti al miele, spezzatini di bue pollo e maiale con riso cantonese e bambù, le patate dolci. Non mangiano formaggio. Pensavo peggio. Pomeriggio dedicato al giardino d’estate: sarebbe bellissimo col sole, ma purtroppo c’è foschia; facciamo anche un giro su di un caratteristico battello. La guida, nonostante la nebbia, porta l’ombrello: la moda dice che le donne in Cina per essere belle devono essere bianche. Poi stop fotografico allo stadio olimpico, chiamato per la sua forma “il nido”, di cui i cinesi vanno orgogliosi. Visita ad altro negozio convenzionato, ci mostrano tutto sul tè, acquistiamo a caro prezzo. Ceniamo presto, ancora cinese, davvero in un ristorante elegante, saletta con bagno tutta per noi. Poi passiamo a piedi dal centro, vediamo Pechino illuminata: il mausoleo di Mao, un’antica porta d’entrata, e la via dello shopping, larga e costeggiata da costruzioni tipiche: parallele, alcune stradine con negozietti che vendono cianfrusaglie e souvenir. Siamo stanchi, a letto presto.

18 Maggio piove ma poi migliora. Quasi un’ora per arrivare all’ingresso, uno dei tanti, ma uno dei più belli, della Grande muraglia, tremila chilometri di muro e torrette, per difendere la Cina dai Mongoli. Tanta folla, tanti cinesi, col loro uovo sodo che mangeranno a mezzogiorno. La vallata è bellissima, le mura si snodano tra le colline, come un enorme serpente, la salita è a tratti difficoltosa per via degli scalini semidistrutti e del vento, ma lo scenario è bellissimo, qualcosa resterà dentro di noi. Simpatico il fatto che i cinesi si vogliano fotografare con noi occidentali, ed ammirano la peluria che abbiamo sulle braccia. Dopo 2 ore scendiamo, e ci portano a vedere un’altra fabbrica di vasi, prodotti col metodo cloisonnè, molto belli, anche alti 2 metri, e costosi. Al piano superiore il ristorante per la cena, altra saletta solo per noi. Poi passeggiata romantica lungo la “Via sacra”, ma siamo colti da un acquazzone, e fradici, rinunciamo alla visita alle tombe della dinastia Ming. La sera, cena in hotel, e passeggiata per una via dello shopping.

19 Maggio.Ritrovo alle 10 e visitiamo subito un’altra fabbrichetta di porcellana, con in mostra vasi antichi. Usciamo presto. Dopo una breve passeggiata, ci rechiamo al Tempio del cielo, che si staglia verso l’alto verso l’azzurro. Vale la pena visitarlo, e con esso la zona circostante, con giardini e altri piccoli templi. Dopo il pranzo cinese, il più scadente per la verità, giungiamo all’aeroporto con oltre 3 ore di anticipo, quindi saliamo su Air China, dopo aver salutato la nostra giovane ed inesperta guida. Il programma non è stato il massimo. Ma ora, partendo con mezzora di ritardo, pensiamo alla nostra prossima meta: Xi’an, antica capitale cinese. All’arrivo ci aspetta una buffa signora, però molto preparata e che parla molto bene l’Italiano. Un’ora per raggiungere l’hotel, Aurum International, centro città, sito nella piazza dove vi è il palazzo del governo, e dove alle 6 di mattina, gruppi di persone, molti anziani, si ritrovano per balli di gruppo, con o senza i ventagli, per arti marziali, ed altri riti che poi ci spiegheranno. C’è foschia, e ci sarà anche il giorno dopo, pare la sabbia del Gobi portata dal “Ghibli”.

20 Maggio. Partiamo per la solita fabbrica , questa volta di varie cose tra cui riproduzione dei guerrieri di terracotta. Acquistiamo. Poi finalmente a vedere i “veri” guerrieri di terracotta, centinaia e centinaia, con alcuni cavalli. E’ una fantastica scoperta archeologica, e gli scavi continueranno ancora per molto tempo. Rovina un po’ lo scenario il fatto che le statue, ognuna diversa dall’altra, siano protette in un capannone. Comunque sono ben ricostruite, bellissimi i dettagli, dalle armature alla pettinatura. Loro la chiamano l’ottava meraviglia del mondo. All’uscita decine di negozi che vendono souvenir, chiedono un prezzo, e si accontentano del 10 %. Siamo in ritardo, di corsa a pranzo in un bel ristorante, riso pollo e verdure. Poi visitiamo il simbolo di Xi’an, la grande pagoda dell’oca selvaggia, ed assistiamo a riti di fedeli che accendono lunghe candele. Nei vari siti religiosi, incontreremo sempre molte statue di Budda, preziose quelle in giada. Ci dirigiamo quindi verso le antiche mura di Xi’an, grandi e maestose. In un piazzale una esercitazione di antichi guerrieri, per i turisti. Proseguiamo, ed entriamo nella zona mussulmana, a tratti pare di essere nei suk di Marrakech. Visitiamo la moschea in stile cinese, dinastia Ming , molto antica e ben tenuta. Anche qui, all’uscita, tante bancarelle, e molte donne preparano in strada strani cibi. La cena è a base di ravioli ripieni di ogni cosa, sono buoni, ma tanti. Più tardi giretto nei pressi dell’hotel, dove si svolge un’ intensa vita notturna di shopping: i negozi chiudono dopo le 22. Ci rimane negli occhi ciò che abbiamo già visto a Pechino: il traffico è inenarrabile, guidano come pazzi, non rispettando i semafori, e facendosi reciproci dispetti. La musica più nota: quella dei clacson.

21 Maggio: giorno di visita al museo storico della provincia, discretamente interessante: valutiamo le varie dinastie: Tang, Chi, Ming. All’uscita l’immancabile negozio. Quindi di corsa all’aeroporto, per un breve buffet prima di partire. Biglietto per l’aereo delle 14, ma ci dicono potremmo partire alle 17 per la sospensione del volo: ci lamentiamo, e la guida trova gli ultimi 4 biglietti per il volo delle 13. Corriamo all’imbarco, senza pranzare: ci daranno un pessimo pranzo sull’aereo della China Eastern. Tutti e 4, pensiamo a coloro che si lamentano di vivere in Italia, vedendo solo i lati negativi del nostro paese: ma perché non se ne vanno all’estero a vivere? Credo che un po’ di sano nazionalismo non ci farebbe male. All’aeroporto di Shangai ci riceve ancora una giovane donna, si chiama Zen, nome Italiano Maria. Arriviamo all’hotel dopo un’ora, si tratta del Golden Tulip, situato a 20 metri dalla strada più famosa della città, via Nanchino, e proprio nella zona delle grandi marche, la sera questa strada molto lunga è illuminata fino alle 22 come fosse natale. 19 milioni di abitanti, di cui 5 milioni vengono a lavorare da fuori. Il traffico sembra un po’ più corretto. Enormi grattacieli si infilano nella nebbia che ci ha accolto. Di passaggio vediamo quanto è grande l’Expo (5 km.quadrati). Buona cena nella piccola sala da pranzo, presto a riposare invece nella bella camera, praticamente un miniappartamento con vista.

22 Maggio: piove! Ci rechiamo nella città vecchia, visibilmente ristrutturata a beneficio dei turisti, con tanti negozi e ristoranti. Nella piazzetta uno spettacolo folcloristico. Entriamo quindi nel giardino del mandarino Yu, molto caratteristico e scenografico, da non perdere. Poi visita al tempio del Budda di giada, e per finire dimostrazione e assaggio di tè, al fine di vendere. Visitiamo poi una fabbrica di cachemire, che non si rivela affatto interessante. Dopo un discreto pranzo cinese andiamo al museo, una ripetizione, avendo già visto quello di Xi’an; l’unica fila che si deve fare, è per entrare nella sala dedicata alla Galleria degli Uffizi: da Firenze, forse per l’Expo, sonostati inviati alcuni capolavori. Usciamo presto, e ci rechiamo al Bund, quartiere coloniale, con vista sullo skyline dominato dall’antenna della tv. Ricorda New york; persiste la nebbia. Alle 19,30 spettacolo acrobatico di giovani cinesi a teatro, davvero apprezzato. Domattina ci lasciano i nostri 2 compagni di viaggio, noi restiamo ancora 2 giorni.

23 Maggio: finalmente il sole! Decidiamo di ritornare nella città vecchia, che col bel tempo ha un altro aspetto. Restiamo 4/5 ore, e facciamo con calma numerosi acquisti, dalla borsa ricamata alla cravatta di seta, ed altre piccole cose da regalare. Ceniamo presto in hotel, bene e a buon prezzo.

24 Maggio: nonostante lo scetticismo dell’addetto alla concierge, percorriamo a piedi i 6 km.(a me sono sembrati meno) di via Nanchino che ci riporta al Bund. Ci sono 30 gradi, finalmente una giornata estiva. Il tragitto è interessante, tra grattacieli e piazette piene di fiori. Ci soffermiamo in alcuni negozi per gli ultimi acquisti. Rivediamo il Bund, ma col sole, ora l’immagine dello skyline oltre il fiume è davvero importante; alcuni battelli arricchiscono la veduta. Fortuna che siamo rimasti questi ultimi 2 giorni. Shangai si dimostra una città occidentale, come dicono i cinesi, Pechino rappresenta il passato, Shangai il futuro. La sera prendiamo l’aereo di ritorno per Parigi, e durante il viaggio ripensiamo al alcune cose detteci dalle guide, come ad esempio il governo imponga ad una coppia di avere un solo figlio, o chieda di non consumare in famiglia oltre un litro di latte, oppure come si debba portare in casa ed al cimitero fiori di plastica perché quelli naturali possono far male, o come orientarsi col cibo, quello che è bene e quello che è male: i cinesi credono ciecamente a quanto viene loro detto dal potere centrale, di cui mi sono sembrati orgogliosi: contenti loro! I contadini non hanno la pensione, e le terre sono dello stato. Hanno cominciato ad acquistare appartamenti, ma dopo 50 o 70 anni le case tornano di proprietà dello stato. I cinesi sono iperattivi, guidano come pazzi ed in modo dispettoso l’un verso l’altro, ed hanno il brutto vizio di sputare continuamente. I luoghi sono risultati molto interessanti, negli occhi ancora la vallata con la grande muraglia. Un viaggio da raccomandare. A disposizione per le vostre curiosità.



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