Dalla Svizzera al Canada
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20.06.2012
Il giorno della partenza è ormai arrivato: destinazione Calgary, Alberta, Canada. Alle 5.30 partenza da Ostermundigen verso la stazione di Berna dove prendiamo il treno che ci porterà fino all’aeroporto di Zurigo. Preso il treno, fra una dormitina e l’altra arriviamo a Zurigo pronti per prendere il volo. Un paio di strusi con il check-in elettronico, un momento col fiato sospeso quando la mia valigia viene pesata, ed ecco che finalmente abbiamo le nostre carte d’imbarco. Alle 9.20 decollo in direzione di Amsterdam. Dopo un’ora di volo eccoci di nuovo a terra su suolo olandese. Facciamo un altro controllo passaporti e metal detector e via verso la nuova porta d’imbarco. Come da programma partiamo alle 12.30 e nelle prossime 9 ore oltrepassiamo l’oceano Atlantico, sorvoliamo la Groenlandia e attraversiamo gran parte del territorio canadese. Puntuali come un orologio svizzero atterriamo a Calgary alle 13.30 ora locale. Oltrepassato il controllo della dogana andiamo a ritirare i bagagli. L’aeroporto è davvero pieno di persone bizzarre, sono tutti vestiti da cow-boy. Andiamo a ritirare la nostra auto, senza troppe domande o controlli ci consegnano le chiavi e noi, due piccoli svizzeri su un territorio immenso, giriamo in un autosilo altrettanto immenso per 10 minuti trascinando le valigie e cercando la nostra macchina. Finalmente la troviamo! Un SUV bianco Ford con appena 4000 km, odora ancora di nuovo! Dopo aver caricato le valigie e fatto scattare l’allarme delle auto vicine ci dirigiamo verso l’uscita per imboccare la Trans Canada Highway che ci porterà nel cuore delle Montagne Rocciose. Tappa veloce in centro a Calgary per vedere la città dall’auto e poi continuiamo. Dopo aver percorso 110 km da Calgary ecco che siamo nel bel mezzo delle Montagne Rocciose più precisamente a Canmore, dove passeremo le prossime 3 notti. Ci presentiamo al B&B che è un piacevole appartamentino con tanto di cucina, caminetto a gas, che si accende con un pulsante, sauna, e un bagno grande. Ci troviamo subito a nostro agio e Dennis, che è una persona molto gentile e disponibile, ci suggerisce cosa vedere e dove trovare gli animali. Data la foga di essere arrivati, via subito ad esplorare il paese e i dintorni!
21.06.2012
Dopo una bella dormita ecco che ci apprestiamo ad affrontare il nostro primo giorno sul territorio canadese. Come prima tappa ci dirigiamo a Banff e mentre percorriamo la strada entrando nel Banff National Park. Paghiamo il pedaggio in un casello che è come un piccolo chalet. Arrivati, ci dirigiamo alla Banff Gondola (di produzione svizzera) prendiamo la gondola che con un dislivello di 700 m in 5 minuti ci porta sul tetto delle Rockies sulla Sulphur Mountain e da lassù c’è una vista incredibile di montagne e foreste che si perdono a vista d’occhio. Le cime delle montagne sono ancora spolverate di neve e a valle una fitta foresta di piani di un color verde scuro molto intenso. Una svizzera moltiplicata per 1000. Passeggiamo fino alla vecchia stazione meteorologica e lì facciamo amicizia con uno scoiattolino. Scattiamo qualche foto e scendiamo di nuovo a valle per andare a vedere le terme di Banff e le cascate Bow, piccoline ma in piena in quanto in quei giorni c’era acqua alta. Passiamo a dare un’occhiata al Banff Spring Hotel, meravigliosa costruzione di fine ‘800 immersa nei pini e nelle montagne, è un luogo davvero suggestivo. In seguito andiamo a vedere gli Hoodoo che consistono in un’erosione particolare della montagna che forma delle specie di stalagmiti. A metà pomeriggio ci dirigiamo verso il lago Minnewanka dove facciamo il giro con la barca e possiamo ammirare le imponenti montagne. Notiamo dove negli anni ci sono stati alcuni incendi e si vede la ferita sulla montagna. Con la barchetta ci portano fino ad un punto nel lago da dove si può ammirare lo sbocco delle montagne verso le praterie dell’Alberta, davvero spettacolare! Dopo il giro del lago e varie leggende sentite ci dirigiamo di nuovo verso la cittadina di Banff. Durante il tragitto ci fermiamo alcune volte a osservare laghi e montagne. Facciamo una bella cenetta in quel di Banff, curiosiamo nei negozietti, per poi intraprendere in tarda serata una strada che costeggia la montagna nella speranza di vedere qualche animaletto. Infatti siamo fortunati perché vediamo un po’ di capre che mangiano tranquille sul ciglio della strada e un paio di Elk. Dopo il giretto ormai si è fatto buio e quindi ce ne andiamo a nanna.
22.06.2012
Di buonora eccoci pronti pronti per una nuova avventura! Fuori ci sono 12°C e la giacca pesante è d’obbligo. Oggi ci dirigiamo a Lake Louise, famosa per la gara di coppa del mondo di sci, che raggiungiamo dopo circa 30 minuti di viaggio. Nel tragitto vediamo un coyote che cammina quatto quatto sui binari. Arriviamo a Lake Louise di buon’ora e questo è un vantaggio perché c’è poca gente e quindi possiamo fare tranquillamente le nostre foto. Dopo le foto di rito intraprendiamo un sentiero che dovrebbe portarci al Lago Agnes. Camminiamo per circa due ore, anche perché il sentiero è un po’ ripido ed io mi trascino. A metà strada ci fermiamo ad ammirare un piccolo laghetto color verde smeraldo, Lago Mirror. Ripreso fiato ci incamminiamo nuovamente e finalmente arriviamo al Lago Agnes, e lassù troviamo un timido lago incastonato tra le imponenti montagne che è ancora per metà ghiacciato. A lato del lago c’è una piccola casetta; una Tea House. Il posto è magnifico, quindi ci sediamo e ordiniamo un tè caldo visto il venticello gelido che soffia tra le montagne. Il profumo che si sente è affascinante e rende questo luogo magico. Dopo esserci rifocillati prendiamo un altro sentiero per ritornare a valle. Tra la neve e i sassi, riusciamo ad arrivare di nuovo al Lake Louise. Arrivati a valle ci dirigiamo verso il Moraine Lake che si trova in fondo ad una valle e il lago è trattenuto da una collinetta formatasi con i sassi. Nel lago si è formata, con dei tronchi, una specie di diga, speravo di vedere un castorino ma purtroppo niente. Dopo il Moraine Lake torniamo a Lake Louise pranziamo e poi partiamo alla volta del Yoho National Park dove visitiamo le Takakkaw Falls, cascate enormi (254 metri di puro salto, é la seconda cascata più alta del canada occidentale) dove solamente avvicinandosi ci arriva l’acqua addosso. Dopo la visita alle Takakkaw che in lingua indigena significa bellissime andiamo a vedere il Natural Bridge, ponte naturale creatosi con l’erosione della roccia per la forza dell’acqua, ed infine il lago Emerald chiamato così grazie al suo colore smeraldo. Mentre torniamo verso Banff notiamo dei camper fermi sul ciglio della strada e di conseguenza ci fermiamo anche noi e vediamo un gruppo di capre delle nevi che se ne stanno tranquille tranquille sulle rocce, incuranti della strada molto trafficata ai loro piedi. Tornati a Banff ceniamo e poi ripercorriamo la valle della sera precedente nella speranza di vedere orsi o alci, ma purtroppo siamo sfortunati. L’indomani è già ora di partire verso Jasper con una tappa di 285 km.
23.06.2012
Sveglia di buonora, tanto che alle 6.30 siamo già in viaggio e invece di prendere la Trans Canada Highway decidiamo di prendere una strada secondaria dove c’è più possibilità di avvistare animali. Mentre stiamo perdendo le speranze di vedere un orso, ecco lì che spunta una palla di pelo nero che con tutta tranquillità attraversa la strada e si mette a mangiucchiare erbette e fiori sul ciglio della carreggiata. Accostiamo e lo fotografiamo a più riprese e lui se ne sta lì a mangiare incurante dei passanti che lo osservano. Dopo la felicità di aver visto un orso procediamo con il nostro viaggio verso la Icefeld Parkway. Una volta superato il confine tra Banff National Park e Jasper National Park facciamo alcune soste per vedere il lago Bow e il Peyto Lake che ha un colore stupendo ed è ai piedi del ghiacciaio. Durante la strada vediamo parecchi ghiacciai, montagne, laghi, fiumi e nient’altro, in questo tratto di strada non c’è traccia dell’uomo. Prima di arrivare alla base dell’Atabasca Glacier vediamo il Mystaia Lake. Fortuna vuole che la pioggia che ci accompagna dalla mattina decide di smettere proprio mentre ci troviamo nei pressi del sito per l’escursione sul ghiacciaio. Vista l’occhiata di sole approfittiamo per metterci in fila e a bordo di un bus ci portano alla base dell’Atabasca Glacier, lì saliamo su dei bus enormi che piano piano si avviano verso il ghiacciaio. Arrivati lì scendiamo e siamo nel bel mezzo del ghiacciaio, possiamo vedere i crepacci e l’acqua che scorre, modellandolo. Ci viene fatto notare di quanto si sia ritirato negli ultimi anni ed è davvero moltissimo. Dopo essere tornati dall’escursione decidiamo di mangiare qualche cosa e continuare il nostro viaggio verso Jasper. Scendendo verso Jasper ci fermiamo a vedere le Sunwapta Falls e il lago Honeymoon, proseguendo arriviamo alle Atabasca Falls che sono immense ed hanno una potenza incredibile. Lì vengo anche mangiata viva dalle zanzare. Grazie a sentieri preparati e ai cartelli informativi possiamo vedere che nel corso degli anni il percorso della cascata è cambiato e notiamo anche l’erosione provocata dall’acqua. Riprendiamo il nostro percorso, vediamo alcuni orsi ed infine arriviamo a Jasper in serata. Notiamo che Banff era più carina e andiamo al centro informazione per prendere la cartina e farci dare qualche dritta, poi ci dirigiamo verso il nostro nuovo alloggio. Il posto è bello, un po’ meno il signore, Bob che è simpatico come un cactus nelle mutande. Dopo esserci sistemati andiamo in paese e ceniamo, dopo esserci rimpinzati andiamo a vedere il Patricia Lake e il Pyramid Lake. Sulla strada di andata vediamo una mamma cerva con i cerbiatti. Ritorniamo al B&B quando inizia ad imbrunire e questo avviene verso le 22.00.
24.06.2012
Nuovo giorno alle porte! Colazione solo a partire dalle 7.30, questo è quello che vuole l’omino bizzarro e inquietante del B&B. Puntualissimi facciamo colazione e poi via per una nuova giornata molto intensa! Percorriamo la valle che ci porterà fino al Maligne Lake. Durante il tragitto incontriamo un ciclista in preda dal panico, questo ci chiede di scortarlo per un pezzo di strada in quanto sul ciglio c’è un orso, a suo dire, di dimensioni immense. Così facciamo, avanziamo lentamente con il ciclista che ci segue piano piano e poi ci indica l’orsone che in tutta tranquillità sta mangiando e questo si rivela essere un orsacchiotto minuto. Dopo questo simpatico incontro procediamo per la nostra strada e ci fermiamo a dare un’occhiata al Medicine Lake che sembra essere acqua stagnante ed è pieno di zanzare. Dopo più o meno 45 minuti di auto arriviamo al Maligne Lake, facciamo il biglietto e attendiamo l’orario di partenza della barca che ci porterà a Sipirit Island. Il cielo è nuvoloso e la temperatura bassa, quindi imbacuccati per bene saliamo sulla barchetta e via alla scoperta di questo lago immenso. Per arrivare a metà lago ci mettiamo circa 40 minuti durante i quali ci viene spiegata la storia del lago, alcune leggende e anche i nomi delle montagne che lo circondano. Il colore del lago è molto intenso e verdastro/turchese e questo è dato dai minerali delle montagne che lo circondano.
Finalmente arriviamo a Spirit Island che è un isolotto con 4 piante molto suggestivo in quanto ci viene raccontata la leggenda che narra la storia di due innamorati che non potendo stare insieme si incontravano di nascosto sull’isolotto, ma vennero scoperti e lui ucciso, quindi lei morì di crepacuore e si dice che il suo spirito si aggiri sull’isolotto, Spirit Island, una sorta di Romeo e Giulietta del Canada. Ritornati a terra dopo 3 ore sulla barchetta decidiamo di fare un sentiero che si addentra nel bosco. Visto il tempo, cielo grigio e pioggerella fine fine, il bosco sembra più inquietante. Finita la passeggiata mangiamo qualche cosa e poi ci dirigiamo a vedere il Maligne Canyon, dove attraverso una serie di 6 ponti che scendono verso valle si può ammirare il Canyon. Facciamo questa passeggiata sotto una pioggia insistente ma il Canyon è davvero fantastico e pieno di insenature scavate dall’acqua. In certi punti è talmente profondo che è difficile vedere il fiume che scorre sul fondo. Finito il giro torniamo a Jasper e andiamo a vedere il Lago Edith e il Lago Annett, facciamo due passi in paese, ceniamo e poi decidiamo di ripercorrere la valle fino al Maligne Lake. Durante la serata il cielo è diventato sereno e quando arriviamo al Maligne Lake lo spettacolo è stupendo, c’è una luce favolosa, le montagne vengono perfettamente riflesse nel lago e sembra di stare in una di quelle foto dei cataloghi che pensavi fossero modificate con Photoshop. Dopo le foto di rito e due passi a guardare le anatre decidiamo di tornare in macchina, svoltato l’angolo vediamo un’orsa con tre cuccioli al seguito che ci attraversa la strada. Davvero stupendo! Ci fermiamo ad osservarli e li seguiamo mentre svoltano in un parcheggio ed è bellissimo vederli liberi nel loro ambiente naturale. Durante la strada verso il B&B incontriamo ancora qualche orso, ed un grosso Elk sul ciglio della strada. Sfiniti anche oggi, ce ne andiamo a nanna!
25.06.2012
Ultimo giorno in quel di Jasper e dintorni. Oggi cielo limpido e temperature comunque basse. Su consiglio dell’omino bizzarro ci dirigiamo per vedere il monte Edith Cavel. Raggiunto il parcheggio facciamo il sentiero che ci porterà ai piedi del Monte Edith Cavel e del ghiacciaio Angel. Il sentiero si districa tra sassi e qualche piccolissimo pino, in quanto a questa altitudine la vegetazione è un po’ limitata. Arrivati in cima possiamo vedere l’evidente forma ad angelo del ghiacciaio ed è mastodontico, sembra che stia per cadere da un momento all’altro. Possiamo anche vedere il lago a pochi passi da noi ancora completamente ghiacciato. La montagna in questa zona ha delle venature di rosso e rame, mentre quella al suo fianco è completamente grigia e formano un contrasto davvero molto intenso. Mentre siamo lì assistiamo anche a qualche valanga con dei forti boati. Ridiscesi a valle decidiamo di andare a vedere i 5 laghi. Per vedere questi laghi parcheggiamo e ci dirigiamo a piedi sul sentiero, facciamo alcuni chilometri e raggiungiamo il 5° lago e poi proseguendo arriviamo al 2° e al 3° che sono quasi un’unica distesa d’acqua separata da poca vegetazione ed hanno un colore davvero molto intenso, un verde smeraldo molto limpido che ti permette di vedere il fondo. Visti i 5 laghi torniamo alla nostra macchinina e ci dirigiamo verso Jasper e decidiamo di prendere la Jasper Tramway per andare sul Whistler Peak. Arrivati in cima troviamo la neve e molta roccia. Pranziamo, anche se questo non merita la fotografia di rito che facciamo a tutto quello che mangiamo. Dopodiché decidiamo di camminare fino alla vetta e piano piano raggiungo anche io la cima dopo essere stata doppiata anche da qualche bambino. Lassù ci troviamo nel punto più alto, uno spettacolo a dir poco mozzafiato e sorprendente. In quel punto ti senti veramente piccolo e la natura ti mostra la sua immensità e bellezza, un’emozione che va provata. Visto che siamo entrambi un po’ stanchi e affaticati decidiamo di andare alle terme. Dopo un’ora di viaggio ecco che arriviamo e ci immergiamo nell’acqua a 40° (dopo essere stata raffreddata da una sorgente dove l’acqua esce a 54°C) che sul momento è piacevole ma poi con il caldo all’esterno è quasi fastidiosa. Con il calduccio dell’acqua entriamo entrambi in uno stato comatoso e ci rilassiamo. Siamo nel bel mezzo delle Rockies a bollire nell’acqua calda. Finito di bollire ce ne torniamo alla macchina che è presa d’assalto dalle capre che ci leccano tutti i copertoni. Quando le signorine se ne vanno possiamo riprendere possesso dell’auto e ci dirigiamo di nuovo verso valle. Prima di arrivare di nuovo a Jasper incappiamo in un cervo con le corna malformate e in un gruppo di capre delle nevi che si abbevera ad un laghetto e con tanto di piccolo al seguito. Tornati a Jasper ceniamo in un posto dove ci fregano con la mancia e poi andiamo a letto presto, visto che l’indomani ci rechiamo a Clearwater. Il tratto Jasper-Clearwater è di 340 km.
26.06.2012
Sveglia di prima mattina come ormai da copione in queste vacanze, ci prendiamo un’insaccata dall’omino bizzarro perché la colazione non è pronta. Finita la colazione scappiamo via da Bob. Saliti in macchina ci apprestiamo a lasciare le Montagne Rocciose e lo stato dell’Alberta. Dopo poco più di 30 minuti di viaggio arriviamo in una piazzuola che indica l’inizio del Monte Robson Provincial Park e del confine tra Alberta e Columbia Britannica e in quel momento ci troviamo sulla linea del cambiamento di fuso orario. Sincronizziamo l’orologio e in pratica guadagniamo un’ora, poi ci rimettiamo in viaggio. Davanti a noi solo strada, montagne, che via via si fanno sempre più basse, foreste e nient’altro. Durante il viaggio incappiamo in un alce femmina che sta brucando in una palude, bizzarro animale che cammina in maniera molto goffa. La nostra speranza però è di vedere un alce maschio. Al centro informazione ci hanno detto che se ne vedono pochi, ma noi non ci arrendiamo. Un’oretta dopo circa ci troviamo al centro informazioni del Monte Robson Park e ci facciamo indicare il sentiero per raggiungere il Kinney Lake. Il sentiero si estende per 4,5 km nel bosco fitto, intraprendiamo questo percorso e saliamo verso il lago, purtroppo il tempo non è dalla nostra in quanto ci accompagna un cielo coperto e pieno di nuvole con qualche goccia di pioggia. Arrivati in cima, come sempre lo spettacolo è molto bello ma le nuvole non ci permettono di vedere appieno il Monte Robson. Inizia a piovere così decidiamo di scendere a valle. Arrivati al parcheggio saliamo in auto e ci dirigiamo verso Clearwater e ci rendiamo conto che è una vera desolazione, non c’è niente di niente. Arriviamo in un paese dove anche lì non c’è niente, solamente una stazione di servizio e quattro case buttate là un po’ così e mal tenute. In un paesino troviamo una pasticceria svizzera e quando ci arriviamo davanti troviamo un piccolo chalet con la bandiera Svizzera al vento, ci sentiamo un po’ a casa, i tavoli hanno le tovaglie a quadretti bianchi e rossi, una bandiera grande con tutte le bandiere dei cantoni. La signora ci dice che lei possiede una casa a Camorino. Prendiamo qualche cosa da mangiare e poi ci mettiamo di nuovo in viaggio. Il percorso che stiamo facendo è davvero molto particolare e molto vuoto per così dire. Verso il tardo pomeriggio arriviamo a Clearwater che a primo impatto ci sembra veramente disperso, il “paese” consiste in una stazione di benzina con fast food annesso e il centro info. Entriamo e chiediamo cosa possiamo vedere nella zona e dove si possono trovare gli alci. Poi cerchiamo sulla cartina dove si trova il nostro B&B e mentre percorriamo la via, vediamo un cartello che ci fa scoppiare a ridere “Blue Grous Country Inn, 22 km”.
Percorriamo la valle, anche qui contornata da montagne meno alte delle Rockies e un bosco meno fitto e diverso da quello che abbiamo incontrato fino ad ora. Dopo 22 km, appena in tempo per svoltare, troviamo il cartello del B&B e seguiamo la stradina, arrivati in fondo troviamo una casa tutta in legno. Scendiamo e andiamo a suonare alla porta. Ecco che ci si presenta Regina, di origini austriache, e ci mostra la nostra camera. Il B&B è praticamente una casa a corte di un solo piano con al centro una zona con tavolini, sedie, delle aiuole e tutto attorno ci sono le camere. La nostra camera è spaziosa e tutta di legno, con il bagno e anche la possibilità di farci il tè o il caffè. Dopo una bella doccia usciamo e facciamo conoscenza con Snuffi, un piccolo cagnolino con il Parkinson. Su consiglio di Regina andiamo a cena al Black Horse Saloon, lì è come trovarsi nel Far West. Un edificio tutto in legno con all’esterno vecchie carrozze dove si può mangiare ma visto la quantità di zanzare optiamo per rimanere dentro. Dopo la prelibata cena, facciamo ancora qualche chilometro in auto e vediamo un orso bruno che mangiucchia sul ciglio della strada. Visto che sta diventando buio ce ne andiamo a dormire.
27.06.2012
Dopo un sonno ristoratore e una colazione di quelle megagalattiche ci apprestiamo a scoprire anche la zona del Wells Gray Park. Percorriamo tutta la valle fino ad arrivare in fondo al Lago Clearwater, e poi facciamo le varie tappe scendendo verso il “paese”. Andiamo a vedere le Bailey’s Chute che è un salto del fiume dove risalgono i salmoni. Proseguiamo ancora qualche chilometro in direzione Sud ed arriviamo al sentiero che porta alla Ray Farm. Intraprendiamo questo sentiero pensando di arrivare ad una vera e propria fattoria, invece quello che ci si presenta davanti è un rudere in decadenza dove una volta viveva la famiglia Ray che aveva una fattoria. E qui le mie punture di zanzare salgono a quota 25, di cui 10 bei bugnoni sulla fronte! Continuando la strada attraversiamo il fiume e passiamo proprio sopra le Mush Bowl che sono delle mini cascate. Poco dopo ci fermiamo a guardare ed ammirare le Helmcken Falls che sono davvero immense. Attorno alle cascate si è formata una specie di grotta che contiene la cascata. Noi siamo molto distanti ma il rumore che provoca la caduta dell’acqua è molto forte e quando l’acqua tocca il fondo risale con tale leggerezza che sembra una cascata di panna montata. Dopo le foto ormai di rito proseguiamo verso la prossima tappa che è la Green Viewing Tower, una torre di legno che si innalza su una collina e dalla quale si può avere un panorama a 360° di tutte le montagne che ti circondano. Molto affascinante e ti fa sentire davvero piccolino di fronte a questo territorio molto vasto. Le montagne si perdono davvero a vista d’occhio. Scendiamo ancora verso valle e andiamo a vedere le Spahats Falls che è una cascata doppia davvero molto bella. Vista l’ora torniamo al centro info e chiediamo nuovamente dove possiamo vedere gli alci e credo che il signore ci prenda per degli stalker di alci. Vista l’ora decidiamo di fermarci a cenare al Buffalo Rench e ci mangiamo bistecca di bufalo con contorno, davvero molto buona e anche qui ci prendiamo una bella fregata con la mancia. In seguito andiamo al B&B, facciamo una partitina a Uno e poi ci mettiamo a nanna.
28.06.2012
Nuovo giorno in quel del Wells Gray Park. Dopo gli stupendi French toast di Regina e tutto il resto che abbiamo mangiato ci dirigiamo verso le Moul Falls, il percorso è di alcuni kilometri nel bosco. Arrivati possiamo ammirare una cascata con tanto di arcobaleno, veramente molto suggestivo. Dopodiché torniamo alla macchina e le punture di zanzare che ho addosso sono salite a quota 39. Prendiamo la macchina e ci spariamo 100 km di sola andata verso Kamploops che è una delusione e in più non troviamo quello che siamo venuti a cercare! Ci rispariamo altri 100 km per tornare a Clearwater nel mezzo della desolazione più completa; montagne completamente bruciate, pochissima foresta, case quasi abbandonate e lasciate al loro triste destino. Quando però arriviamo al B&B già ci sentiamo meglio, qui il silenzio è ovunque e si sentono solo i grilli e niente rumore di macchine o camion che strombazzano. Lì regna la tranquillità assoluta e lo apprezziamo moltissimo. Ceniamo di nuovo al Black Hors Saloon e poi a nanna presto perché domani ci aspetta la tappa più lunga di questo viaggio: Clearwater-Whistler che dista 435 km.
29.06.2012
Ultima colazione da Regina. Facciamo un ultimo saluto a Snuffi e a Regina e alle 9.00 siamo in macchina pronti per una nuova avventura. Percorriamo una strada diversa da quella del giorno precedente, questa è un po’ meno “bruciata”. Durante la maggior parte del tragitto vediamo poco o niente, solo montagne, fiumi e laghi. Arriviamo fino a 100 Mile House che è un luogo significativo per la corsa all’oro avvenuta in Canada e il punto più a Nord dove ci siamo spinti nelle nostre meravigliose vacanze! Scendendo percorriamo una zona che ricorda le zone del deserto in quanto c’è solo roccia e piccoli cespugli, stile Far West. Ci fermiamo a Lilloolet che è un paese costruito su una montagna dove però c’è pochissima vegetazione. Piccola pausa per sgranchirci le gambe e poi percorriamo un passo che una volta valicato e scesi a valle arriveremo a Whistler. Arriviamo a Whistler in tarda serata e come ormai da tradizione andiamo al centro info e poi al B&B. Questo B&B è molto carino, come tutti del resto. Ci sistemiamo e facciamo merenda con la signora, è molto carina, ci fa mille domande, ci consiglia dove cenare e cosa vedere. Così ci dirigiamo verso il paese che risulta essere molto popoloso. All’interno di Whistler c’è una via unicamente pedonale contornata da negozi e negozietti, pasticcerie e ristoranti. Cittadina molto caratteristica, risulta dalle guide un po’ la St. Moritz del Canada. Mangiamo in un ristorante olandese che ci serve una portata enorme e poi giriamo un po’ attraverso il paese. Whistler ha ospitato le Olimpiadi invernali del 2010 e su una targhetta possiamo ammirare i nomi di alcuni svizzeri che hanno conquistato delle medaglie. Ci sediamo sui cerchi olimpici e ci facciamo fare una foto. Credo che d’inverno debba essere davvero molto magica. Dopo aver ascoltato un concerto sulla piazza olimpica ce ne andiamo a nanna.
30.06.2012
Ci svegliamo e già sentiamo una pioggerella sul tetto e purtroppo quando andiamo a colazione è qualche cosa di più che una leggera pioggia, è un vero acquazzone. Visto il tempaccio ci consoliamo con una bella colazione con pancake ai mirtilli e sciroppo d’acero. Durante la colazione ci rendiamo conto che la signora ha l’Alzheimer perché ci rifà le stesse domande del giorno precedente. Oggi volevamo fare il giro sulle montagne con la gondola, ma la fitta nebbia e la pioggia incessante ce lo impediscono. Decidiamo quindi di fare il giro del Lost Lake, il sentiero è molto pianeggiante e incontriamo molta gente con i cani o che corre. La pioggia molto insistente ci fa bagnare dalla testa ai piedi nonostante abbiamo l’ombrello. Fatto il giro decidiamo di andare a vedere il museo degli indigeni; gli Squamisch e il Lil’wat che sono la popolazione originaria della Columbia Britannica. Il museo è molto carino e ci viene mostrato anche un film che racconta la storia della tribù e di come continuano a mantenere le loro tradizioni. Sempre sotto la pioggia andiamo in paese a mangiare qualche cosa e poi facciamo un giro in auto per vedere se c’è qualche animale che si aggira. Tutti infreddoliti e umidicci andiamo al B&B ci facciamo una doccia e poi torniamo in paese a fare un po’ di acquisti. Decidiamo di cenare al ristorante Caramba ed è una vera delizia. Con l’arrivo della sera arriva anche il bel tempo e il sole. Facciamo ancora due passi, ascoltiamo un po’ di musica e poi andiamo a dormire. Domani la tappa sarà Whistler-Victoria.
01.07.2012
Oggi è il Canada-Day, colazione e poi via verso Horseshoe Bay per prendere il traghetto diretto a Nanaimo. Facciamo circa un’ora di viaggio prima di arrivare al Ferry e lì troviamo una colonna enorme di auto che devono salire sul traghetto. Biglietto fatto e visto che siamo fortunati ci fanno andare nella corsia vuota e praticamente arriviamo a poca distanza dall’entrata. Sempre con tanta fortuna riusciamo a salire su quello delle 10.30, ci imbarchiamo, usciamo dall’auto e saliamo nella parte per i viaggiatori. Il viaggio dura circa un’ora e mezza. Andiamo sul ponte a guardare il panorama e notiamo che la terra ferma è sorvolata da brutti nuvoloni neri e invece guardando verso l’isola di Vancouver c’è il cielo azzurro. Arrivati a Nanaimo decidiamo di fare una deviazione, che non è di strada, per andare a vedere la Cathedral Grove che è una foresta di piante vecchissime e a dir poco enormi. Questi alberi mastodontici hanno tra i 600 e gli 800 anni. Un sentiero si spiega al suo interno e lo spettacolo è davvero appagante. Durante la passeggiata troviamo delle targhe con alcune informazioni a proposito di questi alberi, scopriamo che un albero caduto, prima di entrare in decomposizione, passano circa 100 anni. Verso la fine del sentiero vediamo l’albero più vecchio della zona, si stima abbia circa 800 anni, è alto 80 metri ed ha un diametro del tronco di circa 9 metri. Lì sì che ti senti un piccolo puntino. Terminato il giro riprendiamo la macchina e ci avviamo verso Nanaimo. Sulla strada verso Victoria abbiamo segnato alcune tappe da non perdere. La prima fermata è a Chemainus che è una cittadina con tanti murales sparsi qua e là. Questi dipinti sono veramente molto belli e davvero grandi perché sono fatti sulle facciate di case e negozi. Ogni murales racconta un avvenimento o rappresenta qualche cosa di particolare. Davvero molto belli. Visti i murales ripartiamo verso Victoria e la prossima tappa è Duncan che dovrebbe essere la città dei totem. Arrivati alla città dei totem, vediamo che sono sparsi un po’ ovunque, ma al mio accompagnatore fanno paura quindi non scendiamo nemmeno dall’auto e ripartiamo verso Victoria. Dopo un’oretta circa arriviamo a Victoria, ci imbottigliamo nel traffico essendo festa nazionale, sbagliamo strada, poi finalmente troviamo il nostro prossimo B&B. Dal fuori non sembra male ma quando entriamo e sentiamo la risata malefica della padrona di casa, ci sembra di essere nella casa degli orrori. Dopo esserci fatti quattro grasse risate decidiamo di scappare e di avventurarci nella città di Victoria. Andiamo a cena in un ristorante che si affaccia sul porto e che è davvero ottimo. La città è tutta illuminata e sono in corso delle manifestazione per festeggiare il Canada Day. Finita la cena cerchiamo di andare verso la piazza, davanti al parlamento ma la marea di gente che si è riversata nelle strade ci fa desistere e quindi decidiamo di andare a fare un giretto per i vari negozi di souvenir. Poco dopo iniziano i fuochi d’artificio ed in men che non si dica finiscono e la città si svuota. Visto che sono quasi le 23 decidiamo di andare a nanna nella casa degli orrori che puzza di vecchio e con la donna dalla risata malefica muahahahah.
02.07.2012
Alle 8 scendiamo a fare colazione e devo dire che nonostante la signora sia alquanto strana la colazione è divina. Finita la colazione ci rechiamo in città e decidiamo di fare il giro a piedi che consiglia la guida. Partiamo dal Parlamento, passiamo davanti al Museo della Columbia Britannica e poi su fino al parco dei totem per poi passare vicino al Crystal Garden ed entrare nel sontuoso Empress Hotel. Dopo di che facciamo una pausa per riservare l’escursione per vedere le orche. Viso che la giornata non prospetta bene decidiamo di riservare per l’indomani mattina. Fatto questo continuiamo il giro nella città vecchia ed entriamo in qualche negozietto qua e là. Visto che si è fatta l’ora di pranzo decidiamo di tornare a pranzare nel ristorante dove abbiamo cenato la sera precedente e così ci gustiamo un bel piattino di pesce.
Nel pomeriggio decidiamo di andare a vedere i Butchcart Gardens che distano circa 30 km a nord di Victoria. Percorriamo la strada e dopo circa 45 minuti arriviamo ai giardini. Parcheggiamo e visto che un po’ pioviggina decidiamo di prendere i simpatici ombrellini che vengono messi a disposizione per i visitatori. Entrati nel giardino capiamo subito che è enorme e la quantità di fiori è davvero moltissima. Il parco è suddiviso in vari giardini, troviamo un giardino fatto praticamente di sole aiuole con fiori diversi e qui abbiamo l’occasione di vedere un procione. C’è poi il giardino delle rose, con una miriade di rose diverse e dai mille colori. Passiamo al giardino giapponese che è molto particolare con le piante tipiche. C’è il giardino francese e anche quello italiano. Il giro dura un bel po’ in quanto questo parco è davvero molto grande. Alla fine del giro ci gustiamo un buon gelato e poi torniamo a Victoria. Andiamo a riservare il ristorante per la cena e poi passeggiamo ancora un po’ per le vie della città. L’ora di cena arriva molto in fretta per cui andiamo da “Pescatore” e scegliamo cosa mangiare; io pasta col pesce e lui granchio. La cena scorre bene a parte qualche pezzo di granchio che vola qua e là e gli sguardi incuriositi di alcuni vicini di tavolo. Insomma in Svizzera non siamo abituati a mangiare granchio, da noi mangiamo cervi, camosci, stambecchi. Finita la cena facciamo ancora due passi per digerire un po’ e poi via a nanna nella casa della famiglia Adams.
03.07.2012
Sveglia di nuovo verso le 7.30 e facciamo colazione, oggi french toast con sciroppo d’acero. Gnamm gnamm! Anche se non capiamo come mai ci servono la colazione in portate mangiamo, chiudiamo le valigie e via di nuovo verso Victoria per aspettare l’escursione per vedere le orche. Mentre attendiamo facciamo ancora un giro per la città, comperiamo qualche souvenir qua e là e poi andiamo al punto d’incontro. Lì veniamo a conoscenza che aver ‘riservato’ il giorno prima ci ha permesso di avere posto sulla barca, cosa che per me andava anche bene. Il mio accompagnatore non contento chiede se è possibile cambiare e fare l’uscita con il gommone. Per fare questa escursione ci viene richiesto di firmare un foglio… caso mai dovessero avvisare le famiglie che siamo morti in mare, che paura. L’ora X è arrivata e ci presentiamo al nuovo punto d’incontro, lì dobbiamo andare in uno spogliatoio dove ci danno una tuta tipo palombaro che pesa 2 kg per proteggerti dagli spruzzi d’acqua e dal freddo. Saliamo sul gommone e mi metto in mezzo e partiamo. Premessa: c’è vento, il mare è mosso e il tipo che guida è un pazzo. All’inizio parte piano piano e poi sempre più a manetta tanto che saltiamo quasi da un’onda all’altra e prendiamo tante di quelle botte alla schiena! La paura sale e vedo la mia vita che mi passa davanti agli occhi e prego Dio di non far ribaltare il gommone. Dopo un’ora di salti vari ecco che finalmente rallenta e si ferma e io posso ricominciare a respirare. E dopo alcuni istanti vediamo una pinna nera sbucare dalla distesa d’acqua. Eccole lì le orche, a qualche centinaio di metri dal nostro gommone, è davvero molto bello. Da vedere! E’ molto emozionante in quanto questi animali sono nel loro habitat naturale e sono libere, non sono rinchiuse tra le pareti di un acquario. Le orche che si aggirano sono un gruppetto di 4 o 5 e ogni tanto le vediamo sbucare dall’acqua e vediamo il soffio di aria e poi tornano sotto. Vicino agli scogli una si gira a pancia in su e sventola la pinna come per salutarci e poi prendono il largo perché sono disturbate dai troppi visitatori accorsi per vederle. Orche andate… quindi riprendiamo la corsa verso Victoria e questa volta è un po’ meno peggio dell’andata. Durante il viaggio di ritorno ci fermiamo accanto ad un isolotto per vedere gruppi di foche, alcune sugli scogli baciate dal sole, altre che spuntano qua e là con la testa dall’acqua. Dopo tre ore di escursione siamo di nuovo a terra e ci dirigiamo verso Schwarz Bay per prendere il traghetto che ci porterà a Vancouver verso la nostra ultima tappa di questo splendido viaggio.
Arrivati al porto saliamo sul Ferry e poi andiamo sul ponte a goderci il tramonto ed è uno spettacolo molto affascinante. Dopo circa un’ora e mezza ecco che attracchiamo a Vancouver. Scesi dal traghetto ci aspettano ancora una trentina di km prima di arrivare a Downtown. Ed ecco che dopo un quarto d’ora davanti a noi appare il centro di Vancouver, con le montagne sullo sfondo. La città si sta piano piano accendendo, la notte sta arrivando. Ecco lì una città come non vedevamo da quando siamo partiti da Calgary, caotica e piena di palazzi. Arriviamo all’albergo e con un po’ di nostalgia riconsegniamo la nostra macchina che ci ha accompagnati fino a qua, ci ha permesso di fare 3650 km, scarichiamo tutto, diamo una pulitina e poi andiamo a mangiare qualche cosa. Rientrati ce ne andiamo a nanna pronti per scoprire un nuovo posto.
04.07.2012
Nuovo giorno in territorio canadese, e siamo agli sgoccioli della nostra vacanza. Usciti dall’albergo andiamo a fare una veloce colazione in piedi e cerchiamo la fermata del bus che ci farà fare un giro turistico nel centro di Vancouver. Mentre aspettiamo andiamo a vedere il Canada Place che è un edificio per conferenze che riprende la forma delle navi da crociera e infatti lì attraccano le navi. Il bus finalmente arriva ed è un vecchio bus con il tetto tagliato e ce ne andiamo in giro per la città. Facciamo un tour della zona finanziaria, della via principale dei negozi, visitiamo lo Stanley Park e andiamo fino a Grenville Island, dove viene fatto il mercato del pesce. Passiamo anche a Chinatown e si vede come i cinesi prendono possesso del luogo, hanno anche dei lampioni diversi dal resto della città. Passiamo per Gastown e dopo due orette siamo di nuovo al Canada Place. Scesi dal bus ci dirigiamo verso Gastown per vedere l’orologio a vapore. Sulla strada troviamo un negozietto che vende prodotti a base di sciroppo d’acero e la gentile signorina ci fa provare diversi tipi di sciroppo d’acero, marmellate, the e via dicendo. Usciamo dal negozio con qualche acquisto in quanto le cose sono buonissime. Proseguiamo sulla via e questa è la parte vecchia di Vancouver con moltissimi negozietti di souvenir che facciamo passare attentamente e poi arriviamo all’orologio a vapore che è davvero carino e a ogni ora piena suona dei motivetti davvero divertenti. Proseguiamo fino alla fine di Gastown dove inizia Chinatown ma dove noi decidiamo di non entrare. Vista l’ora ci fermiamo a mangiare qualche cosa e poi proseguiamo fino a Robson Street durante il tragitto ci fermiamo a vedere alcuni luoghi d’interesse e poi shopping..eheheh Nel frattempo riserviamo anche il ristorante panoramico per la cena. Il centro di Vancouver sembra molto nuovo e da quanto abbiamo capito lo sviluppo della città è avvenuto negli ultimi 20 anni, da quando gli asiatici sono arrivati in città, infatti è pieno di cinesi. Dopo una piccola pausa in hotel andiamo a cena in un ristorante panoramico che ruota sopra Vancouver. Durante la serata facciamo 3 giri completi. Il Panorama da lassù e veramente molto suggestivo.
05.07.2012
Nuovo giorno alle porte a solo 2 alla fine. Come sempre di prima mattina ci rechiamo a fare colazione, french toast con becon, davvero ottimi! Dopo la colazione prendiamo il bus turistico per recarci fino a Grenville Island che purtroppo non è giorno di mercato ma immaginiamo che quando ci sia il mercato del pesce debba essere davvero interessante. Per tornare a Downtown prendiamo un bus davvero particolare, una mini barchetta che ci porta dall’altra parte e poi aspettiamo il bus per andare allo Stanley Park. Lì facciamo un giro completo del parco, vediamo i vari punti importanti e le particolarità e poi andiamo all’acquario. È molto carino, non tanto grande ma con varie specie di cetacei, pesci e molluschi. Vediamo lo spettacolo dei delfini che purtroppo fanno un po’ pena perché eseguono i salti a comando. Vediamo anche quello del beluga che spruzza acqua addosso alla gente. Finito il giro torniamo a Robson Street facciamo ancora un giretto per negozi e poi andiamo sulla riva del mare e passeggiamo fino ad arrivare al ristorante in cui è consigliato cenare. Infatti mangiamo molto bene e poi torniamo a piedi al Canada Place fermandoci su una panchina a guardare il tramonto. Il bello del Canada è che alle 22 c’è ancora il sole.
06.07.2012
Ultimo giorno pieno di quel del Canada. Oggi andiamo a vedere il Capilano Suspension Bridge. Prendiamo un bus e dopo mezz’ora ci troviamo sul luogo del ponte. Entriamo e ci troviamo in un piccolo parco tutto a tema e con vari percorsi da fare. Il primo è il ponte sospeso, 70 metri da terra e un dondolamento davvero notevole. Il ponte è in legno come tutto il resto del campo. Arrivati dall’altra parte facciamo un percorso anche questo sopraelevato e con delle piattaforme costruite attorno al tronco degli alberi. Terminato il giro arriviamo in una zona con tanto di laghetto e un paio di posti dove poter comperare qualche cosa da mangiare, il tutto a tema, molto ben fatto e tenuto. Ci sediamo un attimo e faccio amicizia con uno scoiattolo che mi salta sulla schiena. Riattraversato il ponte sospeso intraprendiamo un altro percorso sospeso con pavimento in vetro giusto per ampliare il senso del vuoto. Finito il giro usciamo dal parco e ci spariamo 2 km sotto il sole di mezzo giorno per vedere una diga. Tornati indietro riprendiamo il bus per Vancouver e ci fermiamo sulla Robson Street e poi andiamo a fare merenda: Cupcakes e tè freddo da Starbuck’s. Shopping dell’ultimo minuto e poi andiamo a fare la nostra ultima cena in Canada con un po’ di tristezza. Dopo cena facciamo ancora un giro per Gastown e andiamo al Canada Place a guardare il tramonto e poi in albergo a preparare le valigie.
07.07.2012
Ci alziamo di prima mattina come sempre, chiudiamo i bagagli e li portiamo nella sala apposita dell’albergo. Andiamo a fare colazione e aspettiamo di fare il giro dello stadio dei Vancouver Canucks. Girovaghiamo un po’ senza meta tutta la mattina, torniamo a Gastow e poi finalmente arriva l’ora del tour. Il giro è molto interessante e la pista è davvero immensa, altro che quelle che abbiamo noi in Svizzera o meglio altro che Valascia. Ci viene mostrato la sala vip, il ristorante, gli spogliatoi e andiamo anche a bordo pista, è davvero immenso. Facciamo un po’ di foto e poi finito il tour ci dirigiamo di nuovo in centro e bighelloniamo per far passare il tempo aspettando l’ora di partire, che purtroppo si sta avvicinando molto in fretta. Nel primo pomeriggio torniamo in hotel, prendiamo le nostre valigie e andiamo fino alla stazione della metro prendiamo il treno e ci avviamo verso l’aeroporto di Vancouver e salutiamo il Canada.
Alle 16.00 prendiamo quota e ci dirigiamo di nuovo verso casa. Il viaggio è passato velocemente ed è stato magnifico, abbiamo visto una miriade di posti e tanti animali, abbiamo conosciuto un cane con il Parkinson, una signora coll’Alzheimer, Bob l’omino simpatico come un cactus nelle mutande e Morticia Adams. Una vacanza poco riposante ma davvero intensa e magnifica. Girare di posto in posto, vedere ed esplorare un po’ ovunque è un’esperienza da fare una volta nella vita e perché no magari due. Ed ecco che il giorno dopo, alle 14.00 atterriamo di nuovo nella nostra piccola Svizzera. Un viaggio indimenticabile.