Dalla Norvegia alla Sicilia
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L’ESTREMO NORD: OSLO DAL CIELO PROFONDO
Giorno 1
Oggi è l’8 agosto e partiamo da Copenhagen – dove ci trovavamo da quattro giorni per un altro spicchio di vacanza – con la compagnia SAS (Scandinavian Airlines). Prenotando con diversi mesi di anticipo, riusciamo a godere di ottime tariffe low-cost. In un’ora siamo in Norvegia. Il sole splende e il cielo ci sorprende fin da subito per la sua profondità e le particolari striature che le nuvole sottili disegnano su un’incredibile distesa azzurra. Come prima cosa, cambiamo i nostri contanti in corone norvegesi in un comodo Change-Money dell’aeroporto. A pochi metri di distanza c’è un box office in cui acquistiamo i biglietti del Flytoget Train, un comodissimo e moderno treno che collega l’aeroporto con il centro città. Il costo è di 170 corone (circa 25 euro), quindi non economicissimo, ma in Norvegia la vita costa cara e ce ne accorgiamo fin da subito. Arriviamo in centro e, con un comodo tram (la linea tram è davvero ben servita, ci è parsa molto più comoda che quella metropolitana) raggiungiamo il nostro alloggio: Chateau Apartments in Nedregate 8. La posizione è ideale, perché a pochi minuti dal centro, e il costo rispetto alla media degli hotel norvegesi è decisamente vantaggioso. Lo consigliamo. Giusto il tempo di sistemarci ed ecco che si fa sera. Usciamo per dare un’occhiata rapida al nostro quartiere, facciamo una piccola spesa (gli appartamenti sono dotati di cucina, altro motivo per cui è possibile risparmiare) e ci concediamo una serata di sonno profondo per ricaricare le batterie.
Giorno 2
Inizia la vera scoperta di Oslo! Questa giornata prevede un programma molto ricco. Arriviamo in centro e ci colpisce subito il fatto che sia tutto molto concentrato. La prima tappa del nostro cammino è l’Akersus Castle, un’antica fortezza medievale che si affaccia sul porto di Oslo e guarda l’Oslofijord in lontananza. Il panorama è mozzafiato. Rilassa e culla, sotto un cielo azzurro striato di bianco mai visto prima. Saliti fino in cima alle mura, ci sediamo sull’erba e ci godiamo lo scorcio della City Hall, la baia e il porto. E’ pieno di barche a vela, alcune sembrano vascelli di un altro tempo. E’ uno spettacolo. Giriamo in lungo e in largo la fortezza e, affamati, ci rifugiamo in un ristorante di una catena italiana (la nostalgia gastronomica era palpabile): Peppe’s pizza. Anche in questo caso siamo fortunati e il nostro portafoglio non viene depauperato troppo. Giusto il tempo di una fotografia davanti al Parlamento e si riparte subito in direzione porto. Ci attendono due ore di navigazione tra le isole del fiordo di Oslo! La giornata è stupenda, il sole è caldo e la temperatura è perfetta per questo tipo di escursione. La gita in barca dura due ore. L’itinerario è splendido: dal mare, si scorgono tutti i punti nevralgici della città. Dall’Opera House alla Biblioteca reale, passando per delle casettine di villeggiatura davvero caratteristiche, situate sulle coste delle isole del fiordo. Scattiamo innumerevoli fotografie, vogliamo essere sicuri di portare per sempre con noi il ricordo di una natura così rara. Felici, rientriamo in porto e, prima di rientrare a casa, ci concediamo un’ultima meta: il Centro Nobel per la Pace. Nel segno di Aung San Suu Kyi, dedichiamo alla casa della democrazia le nostre ultime energie. Per questo primo giorno, possiamo ritenerci soddisfatti. Della Norvegia iniziamo subito a cogliere alcuni tratti distintivi, che ci serviranno come metro di paragone per la nostra successiva (e diametralmente opposta) tappa siciliana: è una popolazione giovane e movimentata, sportiva e attenta al benessere. Tratti somatici tipicamente nordici a parte, la popolazione appare attiva e dedita all’ecologia. Si gira in bicicletta e in skateboard, i mezzi pubblici sono affollatissimi ed efficienti. Oslo è una città pulita, sia nelle strade che nell’aria: non si avverte il minimo smog, il vento è frizzante e pulito. Forse sarà proprio questo il punto di maggior divario con l’estremo sud.
Giorno 3
Avendo accumulato molta stanchezza nei giorni precedenti ed essendo una giornata particolarmente soleggiata, decidiamo di prenderci un po’ di relax. Cosa fanno i norvegesi nel tempo libero? Ma è ovvio: vanno al parco. Decidiamo di fingerci abitanti di Oslo e ci rechiamo a Palazzo reale situato, poco distante dal centro, su una piccola altura da cui si gode di una vista splendida. Facciamo anche una fotografia con una guardia reale, che sembrava però leggermente meno entusiasta di noi. Raggiungiamo il parco del Palazzo e ci immergiamo in una distesa di erba e alberi, tutta verde smeraldo e laghetti. Sembra un’oasi, fantastico che sia così vicina al centro. Il bello di Oslo è che, per trovare un bel prato isolato dal caos urbano, basta davvero poco. Trascorriamo il tempo ad ascoltare musica, a guardare il cielo sempre perfetto e ad osservare i passanti abituali del posto. Per assaporare appieno una città, bisogna saper uscire, di tanto in tanto, di scena e fermarsi ad osservarla. In silenzio e con l’attenzione che si presta al miglior museo. E la straordinarietà è che, per fare questo, non serve pagare il biglietto.
Giorno 4
Eccoci giunti alla nostra ultima giornata immersa nel Nord. Domani un aereo ci porterà lontano, quindi non c’è tempo da perdere. Come prima tappa, ci dirigiamo al sublime Vigeland Park. E’ un’opera d’arte estesa a cielo aperto, dove meravigliose e suggestive sculture dell’artista Vigeland popolano vasti prati verdi. Tutte le statue sono unite da un unico file rouge tematico, che scava direttamente nella psiche dell’autore e ne mostra i risvolti più reconditi. Allegorie, metafore della vita umana e delle sue contraddizioni. Ci perdiamo in un percorso onirico e surreale, ci sembra di camminare nella mente contraddittoria di un uomo. In un labirinto confortevole e contorto al contempo. E’ l’attrazione più visitata di Oslo: ora capiamo il motivo. E per concludere il nostro viaggio ad Oslo in bellezza, decidiamo di lasciare il cuore sul tetto di una struttura imponente e bellissima. E’ l’Opera House. Di recente realizzazione, spicca e riflette con tutte le pareti in vetro a specchio. E’ possibile salire fino alla cima e noi la raggiungiamo. Da lassù la vista è una meraviglia. Guardiamo per l’ultima volta le scie che le barche disegnano sull’acqua del fiordo, vediamo volteggiare stormi eleganti di gabbiani. Un ragazzo del posto è sdraiato a leggere un libro e diffonde della musica da uno stereo. Volgiamo anche noi il naso all’insù e cerchiamo di fotografare nella mente l’istantanea perfetta di un momento perfetto. Siamo immersi nell’azzurro, ti sembra di volare. Questa è la nostra Norvegia.
L’ESTREMO SUD: IL SOLE DELLA TRINACRIA
– Cefalù e la cattedrale di sabbia
Un volo ci porta da capo a capo. L’Europa in un soffio, un battito d’ali. Ci lasciamo alle spalle vichinghi e fiordi, ora ci aspetta il caldo Mediterraneo. Voliamo con Easyjet questa volta. Sono le quattro del pomeriggio e il sole batte rovente su Palermo. La scritta “No Mafia” ci porta subito alla realtà del nostro nuovo luogo, lì morì il giudice Falcone e la sua scorta. Quella bomba fa ancora rumore. Siamo in Sicilia, la regione delle contraddizioni, la regione della storia, profumo di Magna Grecia. La nostra meta è Cefalù, la perla della costa settentrionale. Incrocio di popoli e tradizioni, culture e etnie: dagli Arabi ai Normanni, dagli Spagnoli ai Saraceni. Ci fermeremo in Sicilia 10 giorni in tutto.
Il giorno seguente il nostro arrivo decidiamo finalmente di dedicarlo alla visita della città. Partiamo dal lungomare, che, lungo e affollato, porta dritto nel budello di Cefalù. Il primo negozio che incontriamo è una pasticceria gelateria con una folla golosa al suo esterno. Sarà un segno di quello che ci aspetterà per tutta la vacanza? La bilancia è avvertita. Proseguiamo e incrociamo un lavatoio medievale dove ancora oggi i turisti trovano refrigerio nella sua acqua gelida. Passiamo per il negozio di coppole più famoso della città e incrociamo, poi, una serie di ristorantini con vista mare che sembrano proprio meritare. Proveremo nei giorni seguenti una cena a base di pesce al ristorante “Le terrazze”: situato sugli scogli, ti sembra di cenare sulle onde. I vicoli si intrecciano e i panni stesi sono un addobbo perfetto. Tutto ci dirige dritti alla Cattedrale. Poderosa, imponente, fiancheggiata da palme. “Sembra fatta di sabbia” dice Dario. E io confermo, sembra proprio così. E’ arabo-normanna e porta con sé tutti i cambiamenti di una terra che ha ospitato i popoli più diversi. Una meraviglia, semplicemente. Siamo al cuore di Cefalù e, neanche a dirlo, ci appare, vistosa, la più bella pasticceria del mondo. “Bar Serio – Pasticceria del Duomo”. Dà sull’angolo alla destra della Cattedrale, impossibile non farsi attrarre dal tripudio dolciario esposto in vetrina! Provate i cannoli appena guarniti di ricotta fresca oppure le cassate oppure, ancora, le paste di mandorla. E per chi ama il salato, sono assolutamente da provare i fantastici arancini a base di ragù. Non vi sbaglierete mai! Dopo questa sosta prelibata, torniamo verso il mare per un tuffo rigenerante, perché il caldo non dà proprio tregua. Il mare è cristallino e scattiamo tante fotografie. Le differenze con la Norvegia ci appaiono già numerose, evidenti. E’ proprio questa doppia faccia europea ad affascinarci. E’ proprio questo che stavamo cercando.
– Le montagne delle Madonie.
Sotto consiglio di amici del posto, prenotiamo un piccolo appartamento a pochi minuti da Cefalù, in un paesino del Parco delle Madonie. Gratteri, un antico borgo medievale che sembra un presepe e vive da secoli, sempre uguale a sé stesso. Casine di pietra e vicoli strettissimi, tutto in salita, vecchiette alla finestra. Poco più di mille abitanti per una tradizione che rimane intatta nel tempo e regala, ancora oggi, il sapore di un tempo lontano. Grazie al microclima del paesino, situato a 700 m di altezza, si gode di un bel fresco serale, che dopo una giornata di caldo in spiaggia è proprio quello che ci vuole. Una serata perfetta può essere composta da una cena al ristorante “Il Berillo”, da cui si gode di una vista mozzafiato sul mare e sui monti, attraverso la pineta. Il tutto illuminato dalle stelle, che da lì sembrano particolarmente vicine. Recatevi, poi, al Belvedere. E, poi ancora, alla Matrice (chiesa antichissima situata su un altro punto panoramico del paese). Una filastrocca in dialetto rivela che “Gratteri è paese d’ammuri”. In effetti, con questo panorama, è impossibile non sentirsi innamorati.
E da Gratteri è possibile, in pochi minuti, raggiungere diversi altri borghetti medievali. Tra tutti, merita una visita sicuramente Castelbuono, che col suo castello da cui prende nome, regala un’atmosfera particolarmente suggestiva. Contribuisce a renderlo famoso la pasticceria “Fiasconaro”, con i suoi liquori agli agrumi, i suoi panettoni farciti, gelati e creme al pistacchio di Bronte. Tra l’altro, trovate gli stessi prodotti nel negozio di Milano. Un’esperienza da non perdere.
– Panarea e Stromboli: un tuffo dove il mare è più blu
Per chi si trovi a Cefalù, quella alle Eolie è un’escursione imperdibile. Ci imbarchiamo alle 10 di una mattina, dopo aver prenotato il biglietto qualche giorno prima (costo 70 euro circa), alla volta di due isole dell’arcipelago. Con due ore di navigazione arriviamo a Panarea, la più antica e piccola. Ci accorgiamo subito che la natura qui vive incontrastata e il sole è ancora più rovente che sulla costa. Piena di ville splendide e barche lussuose, questa piccola meta circondata dal Mediterraneo sembra non aver nulla da invidiare a nessun altro luogo. Si circola esclusivamente in veicoli elettrici, ma noi girovaghiamo a piedi, non senza patire l’incredibile calura. Dopo un tuffo immancabile ed un pranzo leggero, abbiamo giusto il tempo di comprare qualche souvenir e di scattare qualche foto. Panarea non è certo economica, ma merita sicuramente una piccola visita. Il suo mare cristallino vi rimarrà nel cuore.
Torniamo in mare per circa un’ora e arriviamo alle spiagge nere di Stromboli. E’ pomeriggio inoltrato e un bagno sembra l’idea perfetta per assaggiare la nuova meta. L’acqua è subito profonda ed è molto suggestivo notare il fondo scuro. L’isola è molto diversa da Panarea: più selvaggia, più circoscritta, più impervia. La presenza del vulcano più attivo del mondo le dona sicuramente un fascino unico. Ceniamo in uno dei pochi ristoranti e ci godiamo un’ottima pasta alla norma con vista vulcano. Si riparte poco dopo per raggiungere via mare il lato opposto dell’isola, dove non c’è traccia umana, ma soltanto colate di lava rossa e solchi di cenere. Siamo qui per assistere alla cosiddetta “Sciara del fuoco”, una spettacolare eruzione notturna, che gode del contrasto col buio della notte. Aspettiamo un po’ di minuti e, nell’attesa, ci godiamo un panorama splendido: Strombolicchio, colori del tramonto, spicchio di luna riflessa sul mare. Ed ecco che “Iddu” (così gli abitanti del posto appellano il vulcano) finalmente decide di sbuffare e ci regala una fiammata di lava color rosso fuoco, un’immagine unica, mai vista prima, che ricorderemo per sempre. Finisce così la nostra gita indimenticabile in un vero paradiso lontano dai furori della città, dove la natura si esprime ancora, libera di sentirsi a casa. E ci sentiamo a casa anche noi, non potrebbe essere altrimenti.
Finisce così la nostra esperienza a cavallo tra due mondi. Due realtà così lontane, così diverse eppure così unite dal destino di scrivere, insieme, la storia di uno stesso Continente. Pieno di contraddizioni, certo, ma non è dalle differenze che nasce un insieme perfetto?