Dalla Francia del sud ai Paesi Baschi
Alla sera perde un po’della sua allure così chic, sarà che si moltiplicano i macchinoni, le luci al neon e tutti gli accessori del divertimento di massa…Ma non si può dire che non sia vivace.
16 luglio Nizza-Hyeres: Dopo aver fatto colazione sul mare, mi incammino a visitare la Vieux Nice, il quartiere antico, è un affascinante dedalo di strade che nei colori ricorda la Liguria, ma più ariosa. Salgo fino al “castello” (che non c’è più!) e mi immergo nel curato giardino pubblico che offre una splendida vista panoramica sulla città e dintorni. In discesa dal “castello”, in compagnia di un simpatico americano disorientato dal fuso orario visito il Museo di arte Moderna (gratis!). La compagnia è piacevole e la città offrirebbe ancora molto, ma il mio piano di viaggio prevede la partenza per Hyeres in treno nel primo pomeriggio.(treni ovviamente impeccabili come pulizia e puntualità) 17 luglio Hyeres/ Porquerolles: Dopo aver dormito in un albergo carino in pieno centro alla mattina mi sveglio e prendo il bus fino al porto di Hyeres. Qui mi faccio violenza e nonostante la mia fobia delle barche salgo su un traghetto diretto all’isola di Porquerolles. Sopravvissuta, considerando che il mare è un olio e il tutto dura circa un quarto d’ora, tocco terra a Porquerolles. Mi gratifico subito con un tuffo nelle acque meravigliose della Plage d’argent, che ha effettivamente la sabbia come un borotalco d’argento! A questo punto parto alla scoperta dell’isola, che è percorribile solo a piedi o in bicicletta (si può noleggiare sul posto), attraverso sentieri perfettamente segnalati in mezzo alla vegetazione. In un paio d’ore raggiungo Cape Langoustier, col suo faro, la Plage blanc e la Plage noir. Rientro alla sera ammirata di come si possano conciliare servizi chiari ed efficienti al turista, tutela dell’ambiente e turismo educato.
18 luglio Hyeres /Aigues Mortes: tutta la giornata o quasi è occupata dal viaggio verso Aigues Mortes, centro della Petite Camargue, perché purtroppo i cambi di mezzi sono tanti. Ma ne vale senza alcun dubbio la pena! Già l’alloggio è al di là delle aspettative: per una cifra irrisoria dormo in un gioiellino di B&B gestito da uno squisito anglosassone, che ha fatto di ogni camera (solo 3, prenotate con largo anticipo!!) un capolavoro di raffinatezza e semplicità.
Aigues Mortes viene inaugurata da una titanica mangiata di frutti di mare, annaffiati di vino bianco ed uno spettacolo serale di balletto sotto le mura antiche. Al rientro in albergo mi attende un libro tra quelli a disposizione degli ospiti da leggere nel silenzio “zen” del minuscolo giardino. 19 luglio Aigues Mortes/ Arles: Al mattino mi commuovo davanti alla colazione che comprende una composizione artistica di frutta fresca e un giornale secondo la nazionalità dell’ospite. Dopo aver letto i titoli dall’Italia… opto per l’Herald Tribune! Su suggerimento dell’albergatore lascio perdere, perché troppo turistica, la gita in battello in favore di un programma più “sugoso”: il giro delle mura con audioguida. Ottima scelta, la guida è ricchissima di dettagli storici e il panorama sulle saline è notevole, nonostante il sole a picco impietoso. A malincuore lascio questo paesino delizioso per Arles nel tardo pomeriggio.
Arrivo ad Arles sottosera e mi ammazzo di fatica trascinando i bagagli verso un albergo dall’altra parte della città, che sul sito prometteva di essere a dieci minuti a dalla stazione (si, in elicottero…). L’albergo è vecchiotto, muffoso, fuori mano e non troppo pulito. Con la luna storta decido di visitare la città di sera e in effetti mi appare più trascurata delle altre. Mi consolo a tavola e faccio nuovamente onore alla eccellente cucina francese! 20 luglio Arles/ Saintes Maries de la Mer: Oggi è il giorno in cui il viaggio si trasforma da solitario a condiviso. Appena sveglia, sotto un cielo grigiastro, fuggo dall’albergo e aspetto gli amichetti Mara e Simone, che sono arrivati dall’Italia in camper. Parcheggiato il mezzo, andiamo insieme a vedere se Arles ci fa una impressione migliore del giorno precedente. A loro piace il centro storico, a me non scatta nemmeno stavolta il colpo di fulmine. Soprattutto mi infastidisce il fatto che la città sia tappezzata di pubblicità di corride. Infatti, nonostante il toro non sia ammazzato subito sotto gli occhi del pubblico, rappresenta una delle forme più sadiche di tortura nei confronti degli animali che si possano immaginare (incruenta?!?). A mezzogiorno col camper puntiamo per Saintes Maries de la Mer, dove ci fermiamo nell’area attrezzata per camper all’ingresso del paese. Questo paese non ha paragoni con quanto visto prima, il centro storico di casette bianche ha un’atmosfera che è uno strano miscuglio di festa e malinconia. La chiesa principale dedicata alle Sante Marie mi impressiona: è in pietra, buia e scurita dal fumo delle candele. Nella cripta, resa rovente dalle candele accese, è ospitata la statua di Santa Sara, coperta di abiti vistosi ed ex-voto. È un affascinante e commovente concentrato di forme di devozione popolare. Si può salire sul tetto e godere il panorama assolato della palude.
Ma è nel pomeriggio che decidiamo di scoprire da vicino l’ecosistema del delta del Rodano. Affittiamo tre mountain bike ed partiamo sui sentieri che si inoltrano nel territorio del parco. Cavalli bianchi e tori allo stato finto-brado li avevamo già visti, ma qui rimaniamo impressionati dalla quantità di fenicotteri rosa. Sono fitti come i piccioni in città! Si lasciano fotografare, mentre placidamente scandagliano il fondo degli stagni col becco. Poi meraviglia delle meraviglie, entriamo nei confini del parco. Qui si estendono spiagge, stagni, dune e bassa vegetazione a perdita d’occhio! Appoggiamo le biciclette e ci tuffiamo vestiti in mare, siamo gli unici umani in un paesaggio deserto.Rientriamo al camper, appiccicosi ed insabbiati ma con un appagamento … Alla sera, per un prezzo irrisorio, colossale mangiata di frutti di mare crudi sul lungo mare.
21 luglio Saintes Maries de la Mer/Carcassonne/Biarritz: Giornata di purgatorio. Decidiamo di fare in una tirata unica gli ottocento chilometri che ci separano dal Paese Basco Francese. Interrompiamo la monotonia disumanizzante dell’autostrada con una breve sosta a Carcassonne. Le mura il centro storico sono perfettamente conservate e meritano una visita, ma la quantità di turisti quasi ostruisce le strade. Ci buttiamo su una pasticceria artigianale i cui sublimi prodotti allieteranno poi il viaggio.
Arriviamo a Biarritz che ormai è sera, il colpo d’occhio sull’oceano è notevole. Mi colpisce l’architettura di alcune case, che da ignorante, mi sembrano quasi piovute li dall’Alto Adige. Il campeggio è completo, l’area attrezzata pure e quindi ci parcheggiamo in strada; di notte sembrerà di dormire sul circuito di Monza. Mangiamo in un ristorante tutto ispirato al mondo del surf , non eccezionale. Il fautore della scelta è l’amico Simone, surfista, che si esalta come un matto. Dopo cena ci dirigiamo verso il centro, molto carino devo dire. Siamo imbacuccati perché il vento dell’oceano sferza la costa. Scopriamo, con grande disappunto di Simone, che la community dei surfisti che si ritrova su una spiaggia del centro è composta di liceali. Due ipotesi, o il mondo del surf non è più quello di una volta o siamo invecchiati noi… Andiamo a letto sconsolati.
22 luglio: Biarritz/ San Sebastian: Colazione on the beach. Effettivamente la scuola di surf sottostante insegna a ragazzini delle elementari. Il mare è molto bello e nemmeno freddo come ci si potrebbe aspettare. Partiamo poi per S. Sebastian, Paese Basco Spagnolo. Il navigatore va in confusione e finiamo col camper in un cantiere! Aiutati dalla cortesia di un locale troviamo poi la strada per il campeggio collocato su una collina ad ovest della città. Finalmente una doccia come dio comanda! Scendiamo col bus nel pomeriggio in città e scopriamo delle bellissime spiagge cittadine. In particolare la spiaggia della Zuriola è esclusivamente frequentata da donne. (Simone perde la testa). Immancabile tour dei bar del centro storico di S.Sebastian, vino e pintxos. Dopo cena c’è vita, concerto gratuito sulla spiaggia.
23 luglio: San Sebastian/ Cueva de Santimamine/Bilbao: al mattino decidiamo che dobbiamo raggiungere la nostra meta-simbolo, Bilbao. Scegliamo di evitare l’autostrada in favore del panorama della strada costiera. In effetti il panorama c’è tutto e passando per i paesini si può percepire il radicamento del nazionalismo basco. Facciamo tappa a Santimamine, dove visitiamo l’ingresso della grotta preistorica. La visita è guidata e ricchissima di informazioni. Purtroppo l’inglese non è disponibile al nostro arrivo e ci uniamo al gruppo spagnolo, di conseguenza capiamo si e no un quinto delle ricchissime info. Ripartiamo e a Mundaka sfortunatamente incidentiamo in manovra il didietro del nostro camper! Col paraurti tenuto su dallo scotch arriviamo a Bilbao alle 8 e parcheggiamo nel parcheggio sul lungofiume (comodissimo al centro, tranquillo). Alla sera il pulpo alla gallega ci apre il cuore… 24 luglio: Bilbao: Al mattino ci dedichiamo subito alla nostra priorità, visitare il museo Guggenheim! Cosa si potrebbe dire di più appropriato, se non che è l’opera di un genio assoluto? La passione per l’arte contemporanea mi travolge e resto fino al pomeriggio e fino allo sfinimento! Alla sera ci gratifichiamo con una sublime paella (finalmente) e scopriamo che la città è un po’ svuotata causa ferie (anche i Baschi vanno in vacanza…) 25 luglio Bilbao/Avignone: La mia strada si separa da quella degli amichetti: loro vanno in spiaggia, io decido di visitare il centro storico. Forse non perfetto esteticamente quanto quello di S. Sebastian ma comunque molto piacevole .. Trovo anche molti spunti interessanti da fotografare. Nel primo pomeriggio si riparte, consci del fatto che le vacanze sono agli sgoccioli dobbiamo invertire la rotta. Puntiamo dritto verso la Francia e alle due di notte arriviamo lievemente allucinati ad Avignone. Dormiamo in un parcheggio oltre il fiume sull’isola della Barthelasse.
26 luglio: Avignone: Sistemato il camper nel campeggio dell’isola, attraversiamo il ponte e siamo in città. Vagando per le vie del centro scopriamo di essere capitati durante il festival del teatro! La città brulica di attori e spettacoli off. Non c’è angolo che non ospiti un evento, l’atmosfera è fantastica. Pranzo in un ristorante algerino (slurp!). Optiamo quindi per una piece della Nothomb. Non conoscendo il francese e trattandosi di teatro esclusivamente basato sulla parola, non capiamo un fico secco. 27 luglio: Purtroppo si ritorna. La giornata la passiamo in autostrada, formulando il proposito di studiare il francese e lo spagnolo, che non si può essere così ignoranti!! Ore 20.00 arrivo a Parma.