Dalla capitale alle mongolfiere, ma per scoprire tutto il bello della Turchia servono almeno 14 giorni
La Turchia è un paese piuttosto semplice da girare. Non tutto è organizzato bene, ma alla fine dove lo è? È decisamente più economica di tanti altri paesi mediterranei e offre visite a siti storici e naturali, per accontentare un po’ tutti. La nostra vacanza è stata fatta a luglio 2023, in 5. Abbiamo fatto un giro iniziando da Istanbul, scendendo poi sulla costa e terminando in Cappadocia. Abbiamo percorso il giro in senso antiorario, toccando i centri di maggior interesse come Efeso, Pamukkale e Kas. La scelta del verso è stata dettata da mie considerazioni personali: amo maggiormente iniziare dalla città principale e poi addentrarmi nel paese, ma vale ovviamente anche il contrario. Ho prediletto un affitto auto con restituzione in posto diverso, per evitare di fare la tratta Istanbul-Cappadocia che è lunga. Per il ritorno abbiamo preso un volo interno, che consentisse scalo su Istanbul per il volo di rientro a Milano.
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Di seguito alcune informazioni pratiche generiche, poi riporto un resoconto dei posti visitati per darvi modo di orientarvi.
- Voli: il punto principale di ingresso in Turchia è ovviamente Istanbul. Molte compagnie volano su Istanbul. Se pensate di fare un volo interno utilizzando Istanbul in arrivo o partenza solo come scalo, valutate Pegasus (compagnia low cost turca che copre buona parte dei voli interni). In ogni caso, anche se acquistate entrambi i voli con Pegasus, non vi faranno fare il solo transito. Dovrete recuperare i bagagli, rieffettuare la consegna, uscire dall’area nazionale e rientrare in quella internazionale dell’aeroporto. Quindi considerate di avere il tempo necessario.
- Macchina: noi abbiamo optato per Budget, prendendola a Istanbul aeroporto Sabiha Gokcen e restituzione all’aeroporto di Nevsehir. Non ci siamo trovati molto bene con Budget: alla partenza ci hanno dato una macchina con una portiera scorrevole che si bloccava aperta e faceva un rumore “sinistro” in scorrimento. A seguito delle nostre lamentele, dopo averci fatto attendere 2 ore di orologio, ci hanno finalmente dato un’altra vettura, sempre non propriamente in ottimo stato. Alla restituzione poi è venuto il meglio: l’ufficio non fa servizio h24, benché espressamente scritto sul contratto, e noi avevamo l’aereo molto presto al mattino. Inoltre, il desk è dentro alla zona arrivi in cui nessuno vi farà entrare. Quindi l’unica soluzione che vi rimane è avere un numero di telefono turco, oppure affacciarvi dall’ingresso dipendenti e sperare di veder passare uno dell’ufficio Budget o qualcuno che vagamenti parli qualche parola di inglese per attirare l’attenzione degli addetti alla restituzione auto. Qualunque sia la vostra scelta di società di noleggio, assicuratevi di avere il tagliando tipo telepass per l’autostrada, incluso nel costo del noleggio.
- Le strade in Turchia sono buone e si viaggia bene. Non sempre vengono rispettate le regole del codice della strada, ma in generale i turchi non viaggiano veloci.
- Le città in Turchia sono grandi. Molto estese e popolate. Quindi, considerate sempre tempi lunghi per attraversarle, a meno che non passiate larghi tramite tangenziali. A seconda dell’orario potreste comunque rimanere imbottigliati nel traffico locale.
- La lira turca sta subendo una svalutazione importante. Quindi non considerate i prezzi che potete trovare su altri resoconti di viaggi, se in lire turche. Potreste trovare prezzi tranquillamente raddoppiati o triplicati. In particolare, se si tratta di spese legate al turismo, i costi sono agganciati sostanzialmente all’euro. Cosa diversa invece per quanto riguarda gli alimenti, che risultano per noi molto economici (frutta, verdura, pane, la spesa insomma). Nel resoconto vi riferirò i prezzi in euro, per farvi un’idea.
- Mangiare in Turchia non è mai un problema. La cucina è abbastanza varia, ricca di verdure e non sarà difficile trovare qualcosa di vostro gradimento. La Turchia è grande e non troverete ovviamente sempre le stesse cose. Si mangia a tutte le ore. Mediamente i prezzi sono buoni, quantomeno per noi milanesi. Abbiamo trovato alcuni ristoranti buoni, ottimi o medi, ma tendenzialmente il mio consiglio è di guardarvi attorno e scegliere in base al vostro intuito. Vi consiglio la lettura del sito www.scoprireIstanbul.com per quanto relativo a cibo e kebap in particolare.
- Vino/birra. Se mangiare è decisamente più economico che in Italia, bere non lo è altrettanto. Riuscite a spendere 40 euro a testa per una cena di pesce in un ristorante elegante su una terrazza di Istanbul e sempre 40 euro per una bottiglia di vino bianco locale di nessun pregio. Se volete ridurre le spese conviene bere birra: prezzi italiani e qualità discreta.
- Valutate l’acquisto della museum card nel primo sito in cui andrete. Non è economica, ma dipende da quanti siti pensate di visitare. La carta copre quelli statali. Ad esempio, nel giro fatto da noi avrebbe coperto Pergamo, Efeso, palazzo Topkapi, la cisterna, Myra, Aspendos, Pamukkale, open air Goreme, ingresso Ilhara valley, città sotterranea Deryinkuio. I costi dei vari siti li scoprite solo strada facendo, quindi è difficile fare i conti. Considerate circa tra i 3 e i 17 euro l’uno, a parte Efeso che necessita di due distinti biglietti, arrivando a costare 20 euro. I bambini sono gratis solo sotto i 7 anni, poi sono considerati adulti (e vogliono il documento). A noi, facendo i conti a posteriori, sarebbe convenuto, ma non di molto.
- Caldo: noi siamo stati a luglio, in un anno caldo. Le temperature sono andate dai 33-35 di Istanbul ai 45 di Efeso, per poi decisamente scendere in Cappadocia (con escursioni lì dai 37 al sole delle 2, ai 15 di notte). Il clima però è sempre stato estremamente secco, spesso ventilato. Quindi, a parte i siti archeologici dove ovviamente un po’ di caldo si patisce, in generale non è male. Anche a Istanbul c’è sempre stata aria.
Veniamo al giro effettuato.
Diario di viaggio
Giorno 1
Primo giorno di viaggio. Partenza da Milano-Bergamo con volo Pegasus delle 17.15 e arrivo a Sabiha Gokcen, Istanbul. L’aeroporto non è molto grande, abbastanza semplice orientarsi. La soluzione più semplice per dirigersi verso il centro di Istanbul è prendere la nuova linea 4 di metro (anche lei blu, anche lei appena terminata, per noi milanesi un dejà vu. Conviene poi scendere alla penultima fermata e prendere la linea di metro denominata Marmaray. Attenzione: il primo metro è accessibile direttamente pagando ai tornelli con carta di credito, mentre per accedere alla Marmaray è necessario dotarsi di tessera locale, così come poi per qualunque altro mezzo pubblico. Quindi non fatevi spaventare, acquistate la vostra card (al costo di qualche euro circa) che poi deve essere caricata ai medesimi totem. Ricaricare le tessere è molto semplice e troverete tomem ad ogni fermata di metro. Vale anche per le barche che attraversano il Bosforo o il corno d’oro. Il costo è a tratta e non a tempo; ogni tratta costa circa 0,7 euro. Una volta su Marmaray dipende da dove si trova il vostro albergo. Nel complesso considerate una buona ora per arrivare verso il centro di Istanbul, ma anche 2, in certi casi. Istanbul è molto grande.
Abbiamo scelto un albergo a Sultanahmet, e devo dire di non essermene pentita. È la zona più turistica, ma alla fine anche più comoda per potersi muovere almeno un po’ a piedi. Trovate un po’ di tutto, dipende dalle tasche e dal livello di lusso che cercate. Una buona zona è quella tra la moschea blu e il mare: è un intrico di piccole vie con hotel e ristoranti. Il rischio è di essere proprio sopra ad un ristorante rumoroso. Consiglio di dare un’occhiata con Google Maps prima di prenotare. Molti sono proprio tranquilli. L’arrivo nella grande spianata su cui affacciano Santa Sofia e la Moschea Blu di notte è un vero spettacolo. La zona è tranquilla e non abbiamo avuto alcun problema a trovare l’hotel per poi uscire a mangiare un boccone e fare qualche foto notturna.
Giorno 2
Visita di Sultanahmet. Giro classico: Santa Sofia, Moschea Blu, Palazzo Topkapi (imperdibile), Cisterna. Per il palazzo considerate circa 2 ore. Noi non abbiamo fatto alcuna coda con questa sequenza (non so se sia stato casuale, ma man mano sembrava che la coda ci inseguisse): Moschea Blu di prima mattina, a seguire Santa Sofia, pranzo veloce e palazzo Topkapi intorno alle 14. Nel pomeriggio ci siamo diretti al porto per fare un giro sul corno d’oro, ma abbiamo sbagliato barca e abbiamo fatto il giro del Bosforo. Super consigliato: vi permetterà di avere una vista impagabile sulla città e di scoprire i quartieri residenziali affacciati sulla costa asiatica. Attenzione però ai tempi: le barche dirette a nord fanno fermate solo sul lato asiatico, e l’ultima barca che fa il percorso inverso (da nord a sud quindi) è intorno alle 19. Quindi, se partite da sud e dovete poi tornare sul lato europeo non sarà semplice. Ricordate sempre che Istanbul è molto grande. Le barche si prendono sempre con la stessa carta utilizzata per i mezzi pubblici.
Noi siamo scesi a Cubuklu Iskelesi, dove un signore gentile che parlava un ottimo francese ci ha condotti all’imbarco dei traghetti poco più avanti (Cubuklu Arabali). Lì siamo riusciti a tornare sul lato europeo, prendere un autobus che ci ha condotti al capolinea della metropolitana e quindi con un lungo viaggio siamo rientrati in centro. Finalmente rientrati a Sultanahmet, abbiamo deciso di cenare in zona e andare dritti a nanna (ristorante ).
Giorno 3
È il giorno del Gran Bazar. Andateci al mattino presto e riuscirete a rimanere incantati dalla struttura, senza ressa, senza rumore e senza fretta. Siamo poi passati al Bazar delle spezie, più piccolo, per poi rilassarci nell’ambiente sereno di una nuova moschea, ma vecchia di 500 anni (Iena Camii, bellissima). In serata siamo saliti a Suleymani Camii per vedere il tramonto dalla terrazza affacciata verso il lato asiatico. Per la cena abbiamo optato per un bel ristorante, questa volta dal lato asiatico con vista sempre sul Bosforo.
Giorno 4
Ultima mattina a Istanbul. Recupero macchina e partenza verso sud. Purtroppo, gli intoppi in fase di recupero macchina ci hanno fatto perdere tutta la mattina. Se riuscite a recuperare una macchina in tempi più sensati, potete usare la mattinata per fare un giro ulteriore a Istanbul (che è bellissima e ovunque ha senso girare). Arrivo a Bergama verso le 18. Ingresso al sito archeologico dell’antica Pergamo. Il sito non è molto grande e la parte migliore è sicuramente l’altare di Zeus, non più presente (portato pezzo a pezzo a Berlino, nel museo Pergamon). Però è affascinante il posto in sé. Considerate circa un’oretta per girare con calma. Usciti dal sito archeologico abbiamo deciso di restare a mangiare e dormire a Bergama. La cittadina è piccola e un po’ depressa, ma l’albergo trovato è una piccola oasi
Giorno 5
Partenza molto presto, quindi senza colazione (in Turchia non vi daranno mai la colazione prima delle 8, 8.30) per arrivare al sito di Efeso ancora senza coda e con una temperatura accettabile. Efeso è imperdibile. Munitevi di acqua da bere (troverete comunque i bagni per infrescarvi la testa), cappello e occhiali da sole. Pochi alberi vi daranno tregua dal luccichio del marmo romano sotto il sole turco! Considerate circa 3 ore per girare con calma, includendo nel giro anche le case terrazzate, in cui troverete resti di mosaici e dipinti. Occorre pagare un biglietto aggiuntivo, ma ne vale la pena.
Usciti dal sito dopo l’una, Selcuk non presenta grandi attrattive e abbiamo deciso quindi di sfruttare il pomeriggio per trasferirci a Pamukkale, non prima di esserci rifocillati. Abbiamo individuato uno splendido posto dove riposarsi un attimo all’ombra e mangiare qualcosa, che consiglio vivamente: Carpouza Cafe. Le insalate sono buonissime e si mangia al fresco in un giardino. Arrivo tardo pomeriggio a Pamukkale, dove buona parte degli alberghi sono dotati di piscina. Bagnetto, cena e nanna. Pamukkale paese non è nulla di che, molto turistico, ma troverete facilmente da dormire e mangiare per tutte le tasche.
Giorno 6
Sveglia presto, colazione veloce per essere alle 8.30 all’ingresso del sito. Ingresso e biglietto unico per il sito archeologico Hierapolis e le vasche naturali (e non) in travertino. Si paga il biglietto, si percorre qualche decina di metri e si arriva in un punto in cui inizia la struttura particolarissima di roccia calcarea creata dalle acque termali che scorrono sulla montagna. Lì dovete togliere le scarpe e camminare a piedi nudi, un po’ sulla roccia e un po’ nell’acqua. La sensazione è fantastica e non avrete caldo, malgrado i 35 gradi.
Il sito archeologico è in cima alla collina (non vi spaventate, si tratta di una salita tranquillissima): si può accedere appunto dal basso (che consiglio), oppure dal cancello in alto, direttamente sul sito archeologico e poi scendere a visitare la parte naturale. Dipende dall’orario in cui pensate di affrontare la visita. Se arrivate nel pomeriggio forse conviene iniziare dall’alto e poi scendere e risalire al tramonto per non fare la parte più faticosa con il caldo. Considerate che la luce più bella è però al mattino e non al tramonto. Il sito merita assolutamente una visita. Ho letto commenti contrastanti e capisco alcune critiche: alcune vasche sono artificiali, completamente o in parte. A volte l’acqua viene deviata per permettere la pulizia delle vasche, ma mai completamente. Rimangono sempre delle zone con l’acqua. Nel complesso comunque è un posto affascinante, di grande impatto visivo, interessante il sito archeologico (in particolare il teatro, ma bello tutto da visitare). La presenza di tutta quell’acqua rende quasi piacevole il caldo.
Noi abbiamo impiegato più di 4 ore per visitare tutta la zona, compresa la piscina termale romana dove ci siamo immersi tra colonne spezzate e blocchi di travertino in un’acqua termale tiepida. La piscina ha un biglietto a parte, c’è tanta gente e va un po’ presa come attività particolare (quando mai vi immergerete nella stessa vasca degli antichi romani?), ma non è sicuramente la componente più interessante del sito. Ridiscesi verso le 14, abbiamo mangiato qualcosa in paese, recuperata la macchina all’hotel e ci siamo quindi diretti verso la costa sud.
Primo e unico errore del viaggio: deviazione per Oludeniz. Oludeniz vi viene presentato come un piccolo paradiso, una laguna di acque cristalline e una spiaggia bianca che si protende nel mare fin quasi a toccare il promontorio di fronte. Tutte foto fortemente ritoccate. L’acqua è torbida, la spiaggia grigia e terrosa, lettini e ombrelloni fin dentro l’acqua, una quantità di gente che non credevo fosse possibile neanche a Riccione ad agosto. La questione è sempre cosa cercate in un posto: se cercate divertimento, bar sulla spiaggia con musica alta, possibilità di lanciarvi in parapendio sul mare, motoscafi che trainano gommoni pieni di ragazzi che ridono, allora è il posto per voi. però sappiate che con le foto che trovate in rete ha ben poco a che fare. Noi siamo scappati molto velocemente verso sud.
Arrivati a Kas abbiamo cercato una sistemazione, vista l’ora ormai tarda. In Turchia, comunque, si mangia fino a tardi e anche i supermercati fanno orari molto allungati verso la sera. Alla fine, non volendo spendere molto, abbiamo trovato un’ottima soluzione appena fuori Kas, con splendida vista sul mare e tutto il golfo. Appartamenti nuovi e funzionali.
Giorno 7
Kas è una località di mare, abbastanza “fighetta” per gli standard turchi. È un paese molto carino, piacevole, con tanti negozi, ristoranti e bar. Non esiste una spiaggia, in quanto la costa è rocciosa. Per fare il bagno conviene farsi portare dalle tante barche che riempiono il porto, oppure proseguire sulla costa verso est e fermarsi in una delle tante calette sotto alla strada. Il mare è di un bellissimo colore, complice la roccia calcarea quasi bianca, con alcune sfumature sul rosato.
Dopo alcuni giorni di sveglia presto ce la siamo presa con più calma con una bella colazione in terrazza guardando il mare. Poi siamo scesi al porto per informarci sulle gite in barca. Quasi tutte le barche offrono lo stesso giro di un giorno intero, con molte soste bagno per arrivare a Tersane Koyu e Simena Kalesi. Dipende da che confort cercate e quanta confusione. Abbiamo preso un po’ di informazioni e poi ci siamo diretti verso est in macchina fermandoci qui e là a fare un bagno. Visita a Myra: interessante, anche se sicuramente sito minore. Ma un teatro in più vuoi non visitarlo? E infine bagno con le tartarughe marine! Si, ci sono davvero. E sono degli animali fantastici. Non hanno paura (troppo) e si avvicinano curiose. Purtroppo, cercano da mangiare e si stanno abituando a riceverne, ma devo ammettere che nuotare con loro è una grande emozione.
Infine, ritorno a Kas e decisione per quale barca prenotare per il giorno seguente. Il costo ovviamente è molto diverso se chiedete un tour privato o vi accodate ad uno dei tanti tour organizzati, che costano tra i 20 e i 30 auro a persona, tutto il giorno, pranzo e bevande incluse. Ne vale la pena.
Giorno 8
Pronti per il nostro giro in barca. Nel complesso è molto bello. Si fanno dei bei bagni e si vedono posti bellissimi. Purtroppo, si paga la bellezza con una quantità di gente non indifferente (ed era luglio). La salita all’acropoli di Simena Kalesi vale, soprattutto per il panorama da mozzafiato, con le terme romane semiaffondate nel mare cristallino. Scendendo ci si può cui immergere tra i resti delle terme visti prima dall’alto. Il tempo è poco perché poi le barche vogliono rientrare. Noi siamo riusciti a fare tutto (salita all’acropoli, visita della necropoli, bagno tra i resti delle terme), ma un po’ di corsa. Ovviamente con un tour privato si può scegliere di restare di più.
Rientrati verso le 6 del pomeriggio, giusto il tempo di una merenda in uno dei tanti bar sul porto e siamo già pronti per lasciare Kas. Abbiamo letto qualcosa a proposito del Monte Chimera e abbiamo deciso di andare a verificare. Lungo trasferimento fino a Cirali. Arrivo in tarda serata. Altra località balneare, decisamente più popolare, non brutta. Cena e salita a piedi ai fuochi eterni. Attenzione che il sito chiude alle 22, con ultimo ingresso alle 21.30. Con qualche soldo in più al guardiano si riesce ad avere una splendida salita in solitaria oltre orario. La passeggiata è tranquillissima, circa 15 – 20 minuti di salita, a seconda del passo, su sentiero molto ben segnalato e largo. Portatevi però le torce perché è buio. Siamo comunque in ambiente naturale. I fuochi colpiscono. Trovate moltissime pagine scritte sul tema. Attenzione a dove andate a dormire a Cirali. Non abbiamo bene capito perché, ma ci sono posti veramente cari, inspiegabilmente. Noi abbiamo dormito da şeker bungalov e lo sconsiglio vivamente
Giorno 9
Cirali con la luce del giorno non migliora. Andiamo a vedere la famosa spiaggia Olympos. Non è brutta, ma neanche eccezionale. Sembra un po’ di essere in costa Rei, per l’aspetto selvaggio, la montagna verde che si tuffa nell’acqua, ma decisamente in tono minore. Il bagno comunque lo facciamo, anche perché siamo già ai soliti 35 gradi.
Giornata dedicata alla scoperta delle montagne del Tauro. Dopo aver risalito la costa per un lungo tratto, ci addentriamo nelle valli che confluiscono su Antalya. Viste dal mare, con 38° non sembra possibile che là su si scii in inverno, ma appena si abbandona la costa la montagna sale velocemente raggiungendo anche i 3000 m. Appena si inizia a salire il paesaggio cambia e anche la temperatura! Facciamo qualche breve passeggiata e soprattutto andiamo in esplorazione dei siti di arrampicata (per un prossimo viaggio). Il fresco ci trattiene a lungo, ma alla fine riscendiamo sulla costa infilandoci nel traffico di Antalya. Come sempre, le città turche sono enormi, popolose e caotiche.
Abbiamo una prenotazione per un hotel nel centro e ci infiliamo quindi in una delle porte sorvegliate. L’accesso con la macchina al centro storico (Kaleici) è permesso solo in presenza di una prenotazione. Sia l’Hotel che la città sono una sorpresa. Non avevamo in mente all’inizio questa sosta e abbiamo prenotato strada facendo, ma consiglio vivamente entrambi. Visita d’obbligo alla porta di Adriano e poi lunga e piacevole passeggiata tra le strette stradine su cui si affacciano belle case in stile ottomano. Kaleici è turistico per eccellenza, malgrado ciò rimane un posto interessante e piacevole. Moltissimi sono gli alberghi con cortile interno e piscina e innumerevoli i ristoranti. I prezzi sono vari, ma non eccessivi. Noi abbiamo cenato in un ristorante di pesce, buono, per circa 30 euro a testa.
Giorno 10
Giornata di trasferimento verso la Cappadocia. Altri mi avevano segnalato la città di Kolya, che noi però abbiamo saltato causa traffico. Solo l’aggiramento in tangenziale ci ha portato via quasi un’ora. Entrare ed uscire dalle città necessita molto tempo a disposizione. Ci siamo quindi limitati a un paio di soste su siti storici, che consiglio vivamente, e soste natura sull’altopiano che si attraversa, dopo aver abbandonato la costa. La strada sale parecchio prima di ritornare in piano ad una quota intorno ai mille. Complice quindi un clima tendenzialmente fresco, una delle coltivazioni più diffuse sull’altopiano sono le fragole: campi di fragole a perdita d’occhio. Lunga la strada troverete alcuni venditori di frutta varia, ma fermatevi da quelli che vendono solo fragole. Per circa 3 euro al chilo potrete avere fragole buonissime che vanno ad alimentare il mercato delle conserve.
- Aspendos – teatro romano nei pressi di Antalya. È sulla via per la Cappadocia e sarebbe veramente un peccato perderlo. Viene nominato in parecchi siti come il teatro romano meglio conservato; non so se sia vero, anche perché ha subito alcune opere di restauro, ma sicuramente la visita è interessante.
- Caravanserraglio di Sultanhani – spettacolare caravanserraglio che incontrerete sulla strada tra Kolya e la Cappadocia. Necessita una visita.
Arrivo a Goreme in serata. La Cappadocia vi apparirà quasi all’improvviso con le sue guglie e torri caratteristiche. È un paesaggio strano, molto particolare, molto turisticizzato. Goreme è indubbiamente il posto migliore in cui stare. È il più centrale, rispetto alle attrattive, con più possibilità di sistemazione e per mangiare. Non è un paesino caratteristico, ma alla fin fine tutta la Cappadocia è piena di turisti e il mio consiglio è di riservare la voglia di solitudine e relax per le passeggiate, laddove la massa si ferma ai punti panoramici.
Grazie ad un giro favorevole di venti, in Cappadocia si è fortemente sviluppato il business del volo in mongolfiera, diventando una delle attrattive più diffuse e famose. Ogni albergo vi offrirà il servizio di prenotazione e ad ogni angolo troverete un’agenzia pronta a vendervi il volo in mongolfiera. Le agenzie che vendono i posti in mongolfiera si equivalgono abbastanza, differenziandosi per la colazione che vi offriranno o poco altro. Le compagnie che volano sono poi sempre le stesse, su cui le agenzie si appoggiano. Il costo è estremamente altalenante: dai 150 ai 350 euro a testa. La necessità di prenotare dipende molto dal periodo. In pieno agosto è pressoché necessario, in inverno altrettanto (ci sono meno persone, ma è più frequente la possibilità di non poter volare per mal tempo). Nel nostro caso, dopo aver fatto grandi ricerche su vari siti, ho scoperto che il proprietario del nostro albergo è un pilota di mongolfiera. Contattato dopo aver prenotato le stanze direttamente per mail, mi aveva dato disponibilità per volare il giorno successivo al nostro arrivo. Noi abbiamo pagato circa 155 euro a persona.
Giorno 11
Sveglia prima dell’alba, alle 3.30 circa. Le agenzie solitamente sono organizzate per venirvi a prendere in albergo intorno alle 4, per essere sul campo volo prima delle 4.30 e assistere al gonfiaggio delle mongolfiere (spettacolo imperdibile, anche se decideste di non volare). Dopo aver caricato i passeggeri, intorno alle 4.30 iniziano ad alzarsi in aria e a quel punto è pura meraviglia. I colori dei palloni sullo sfondo dei pinnacoli che si tingono di rosa dell’aurora è qualcosa di difficilmente descrivibile. Il mio unico rammarico è di aver fatto il volo il primo giorno. Penso lo avrei goduto ancora di più riconoscendo i posti visti in anticipo dal basso. Dura circa 2h30’. La nostra mongolfiera aveva due ceste, con 8 persone per, quindi con possibilità di muoversi e ammirare tranquillamente il panorama. Ritorno in albergo alle 7, sonnellino, colazione e partenza per Uchisar, dal profilo inconfondibile, visibile più o meno da ovunque, con un agglomerato di costruzioni scavate nella roccia da visitare. La Cappadocia è caratterizzata da valli scavate nell’altopiano, mentre nel caso di Uchisar la roccia scavata si erge sopra l’altopiano.
Ritorno a Goreme e visita al Goreme open air museum con le sue chiese bizantine scavate nella roccia e dipinte. Da non perdere. Troverete ovunque altre chiese e case, ma il Goreme open air museum rimane il più interessante.
Love valley. La maggior parte delle persone si limitano al punto panoramico, in alto. Consiglio almeno di andare dentro alla valle da nord (più breve). La valle è un intaglio che va circa da nord a sud tra Cavusin e Uchisar. Partendo da Cavusin, in direzione Goreme, dovete poi girare a destra e quindi a sinistra su una strada segnalata per imboccare la strada per il punto panoramico. Se invece svoltate sempre a sinistra, ma prima () rimarrete bassi nella valle, riuscendo a camminare tra i pinnacoli. Dovete però lasciare la macchina all’inizio della deviazione e incamminarvi a piedi. È interessante anche prendere la valle da sud, come abbiamo fatto noi, da Uchisar. Dovete lasciare la macchina su una strada sterrata che corre sul lato opposto della valle rispetto al view point e scendere dove trovate un punto buono. Il lato del view point è a strapiombo, mentre da quel lato è accessibile. Da lì, se la vostra macchina non è troppo bassa potete anche tornare verso Cavusin con alcuni sterrati. Sconsiglio di farlo di giorno perché date veramente fastidio a chi invece percorre a piedi le strade. La zona che si estende dal punto panoramico dell’immaginazione a Cavusin è forse la parte più bella (Pasaba, Camini delle fate) in cui comunque consiglio di addentrarvi per qualche ora camminando o in bici. Personalmente sconsiglio vivamente i giri in quad perché sono sempre truppe da 10 a 20 quad, che percorrono gli stessi sterrati delle altre mille agenzie. Quindi vi ritroverete in 50 o 70 quad in contemporanea, con nuvole di sabbia per cui è difficile respirare, figuriamoci vedere qualcosa. Inoltre, non si addentrano mai nelle valli, rimangono sempre in luoghi accessibili anche in macchina.
Giorno 12
Colazione e partenza per la città sotterranea di Derinkuyo. Sono numerose le città scavate sottoterra. Complesse e interessanti, vale la pena vederne almeno una, anche se, come me, soffrite un po’ di claustrofobia. Derinkuyo è la più grande e pertanto la più visitata. A luglio c’era tanta gente, ma non è stato terribile. In periodi di grande affluenza la sconsiglio. In alcuni punti l’accesso avviene tramite corridoi ad altezza di circa 1,5 m o poco più (l’unica a non doversi abbassare è stata mia figlia di 1,4 m. Io sono 1,64 e mi sono dovuta piegare). E ci sono un paio di ingressi che coincidono con l’uscita, obbligando quindi le persone a darsi la voce per decidere se partire o no (lo scambio a metà è impossibile). Vicino all’ingresso della città sotterranea ci sono un paio di locali all’ombra dove poter gustare i gozleme con spinaci e formaggio.
Ilhara Valley. Valle famosa e interessante. Ha senso venire se si intende percorrerne almeno una parte camminando. Dall’alto si vede poco. Troverete in rete molte informazioni e indicazioni. Noi abbiamo parcheggiato a Ilhara paese, dove c’è uno degli ingressi (a pagamento). Si cammina da entrambi i lati del fiume e in moltissimi punti si può passare da un lato all’altro o mettendo i piedi in acqua o su ponti in legno. Sostanzialmente camminate sempre a livello dell’acqua in falso piano; dal sentiero si staccano dei sentieri in salita o delle scale che vi conducono a chiese o case scavate nella roccia. Noi siamo arrivati fino a Belisirma. Lì è impossibile non trovare un taxi per tornare indietro alla vostra macchina. Volendo è possibile anche proseguire sempre a piedi. Noi abbiamo recuperato la macchina e poi ci siamo diretti a Selime, altro centro interessante per il complesso monastico completamente scavato.
Rientro a Goreme per vedere il tramonto a rose valley, in uno dei punti più panoramici. Se acquisterete uno dei tanti giri in macchina, quad, cavallo, è facile che vi ci portino a fine escursione, quando il rosa del cileo si confonde con il colore della roccia. Potete semplicemente andarci con la vostra macchina: da Goreme imboccare la strada per Cavusin, quando vedete una serie di agenzie per tour con i quad sulla destra svoltate a destra e proseguite nella sterrata. Seguite la nuvola dei quad che vi condurranno in un ampio spiazzo dove potete fermare la macchina e salire a piedi su un’altura bianca da cui ammirare il tramonto.
Giorno 13
Purtroppo, ci svegliamo con una gomma sgonfia, per scoprire che la nostra macchina ha la gomma di scorta a terra e il crick rotto (autonoleggio Budget!). Meno male che in albergo si prodigano per darci una mano e alla fine riusciamo a farci riparare la gomma da un gommista locale molto gentile. Camminata nell’area a nord est di Goreme. Se siete abituati a camminare potete scaricarvi un’applicazione di sentieri (ad esempio mapy.cz) e addentrarvi in completa autonomia. Non ci sono rischi e l’area non è enorme. Prima o poi ne uscite. Dovete però avere abbastanza acqua con voi e qualcosa con cui coprirvi la testa. Giro serale a Urgup e cena a Mustafapasa, un paese carino e un po’ meno turistico.
Giorno 14
Rientro a Milano con scalo a Istanbul. L’aeroporto di Nevsehir è piccolo e non serve arrivare troppo presto. Attenzione invece che, arrivando da un volo interno, a Istanbul dovete avere il tempo di uscire dall’area dei voli nazionali e rientrare con tutti i controlli di sicurezza nell’area internazionale. L’aeroporto di Istanbul invece non è piccolo.