Dalla Big Apple alla Big Easy!

Ovvero: da New York a New Orleans, culla del jazz. Attraverso le Country Roads della Virginia e due grandi roccaforti del roots-rock americano!
Scritto da: Magobedo
dalla big apple alla big easy!
Partenza il: 05/08/2010
Ritorno il: 23/08/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: 3000 €
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Dopo un entusiasmante viaggio on the road nel South West degli States (di cui potete leggere qui: http://turistipercaso.it/stati-uniti/11092/a-wild-honey-moonsouthwest-usa.html), io e mia moglie decidiamo, con una coppia di nostri amici, di ripetere un’esperienza simile sul versante East. L’idea è quella di partire da New York e scendere giù fino a New Orleans, la “culla del jazz”, attraversando gli Appalachi, e toccando le altre due grandi mecche della musica: Nashville e Memphis.

Ebbene, subito una premessa: le due esperienze si sono rivelate molto diverse. Se non siete mai stati negli States, e quella che volete fare è una delle esperienze on the road più emozionanti della vostra vita, il consiglio è senz’ altro quello di scegliere il South West. I grandi spazi, i meravigliosi parchi naturali, i canyons, e i deserti di quella zona vi lasceranno senza fiato chilometro dopo chilometro. Detto questo, andare dalla “Big Apple” giù giù fino alla “Big Easy”, è comunque un’ esperienza affascinante, che vi metterà in contatto con realtà tanto eterogenee e diverse tra loro, da farvi meravigliare che tutto ciò che state vedendo possa coesistere sotto quell’ unica bandiera a stelle e striscie, che così tanti americani amano issare sulle loro verande.

Dai grattacieli e dai quartieri “sofisticati” di New York, alle zone rurali alle pendici degli Appalachi, dai grezzi locali Honky Tonk di Nashville, fino ai battelli sul Missisippi ed alle atmosfere “caraibiche” di New Orleans…un caleidoscopio di situazioni che vi porranno in contatto con le realtà più diverse e disparate della cultura americana. E poi, una volta giunti nel Sud, verrete investiti dalla musica…Musica, musica e ancora musica, dalle 4 del pomeriggio fino alle 4 del mattino…e che musica! Se siete dei musicisti o comunque degli amanti della musica “suonata”, ciò che vedrete e udirete a Nashville, Memphis e New Orleans (soprattutto nella prima e nell’ ultima citate) sarà semplicemente indimenticabile! Perciò, se la cosa vi sta stuzzicando, di seguito, c’ è il resto.

Philadelphia

In realtà il nostro viaggio non comincia realmente da New York. Avendo trovato un volo più economico con arrivo a Philadelphia, partiamo da lì e passiamo in questa città il primo giorno negli States. Philadelphia è una città molto gradevole. La parte storica della centro è quella che si sviluppa a ridosso del fiume Delaware. L’Old City è una zona carina e abbastanza vivace, composta da vecchi edifici commerciali con facciate dai mattoncini rossi a vista, che abbraccia l’ Indipendence National Hystoric Park: un bel parco verde e piuttosto grande, passeggiando lungo il quale si possono ammirare, ancora perfettamente conservati, alcuni edifici simbolo della Dichiarazione d’ Indipendenza degli Stati Uniti, che proprio in uno di questi edifici venne firmata. Sempre nella zona della città vecchia, una citazione a parte merita Society Hill, un graziosissimo quartiere residenziale all’ “inglese”, nel quale è molto piacevole passeggiare. Il quartiere è inoltre delimitato a sud da South Street, una via assolutamente da vedere: edifici colorati con colori accessi e vivaci, negozi molto particolari e un’ esplosione di bei locali per la musica dal vivo che la sera devono rendere questa strada veramente molto viva! (purtroppo non abbiamo avuto modo di constatarlo personalmente). Anche la parte moderna della città è gradevole. Se si ha solo un giorno per la visita, consiglio il tour col classico pullman turistico aperto sopra, che tocca tutti i punti di maggiore interesse, spingendosi fino al Philadelphia Museum of Art (tra le altre cose: l’ edificio del quale Silvestre Stallone, nel celebre film Rocky, sale l’ imponente scalinata), dietro il quale si sviluppa un bellissimo parco verde che segue un altro fiume di cui francamente non conosco il nome. Philadelphia insomma merita, anche se direi che una visita di un giorno (e magari un pernottamento, giusto per vedere che aria tira in South Street) può bastare.

Qui abbiamo pernottato in un albergo di nome “Society Inn”, che cito solo per sconsigliare vivamente. La posizione è ottima (è nel cuore dell’ Old City), la struttura da fuori è anche caratteristica, ma dentro è davvero un po’ indecente. Anche il servizio lascia a desiderare.

New York

Che dire di New York? Semplicemente bellissima, grandissima, incredibilmente e inaspettatamente “ariosa”, nonostante i suoi alti grattacieli e la sua spaventosa grandezza. E poi i suoi meravigliosi musei, le belle zone residenziali dell’ Upper East e Upper West Side, il Midtown, i vivacissimi quartieri di East Village e Greenwich Village (anche qui, ottima musica dal vivo), il Central Park, il ponte di Brooklin (e la passeggiata lungo fiume dell’ omonimo quartiere, rimirando sull’ altra sponda lo skyline di Manhattan), lo stesso skyline osservato nella notte dalla cima dell’ Empire State Building…non mi dilungherò neanche troppo per raccontarvi quanto è meravigliosa New York, e che esperienza totalizzante sia visitarla, perché questo lo scoprirete da voi andando laggiù. Preferisco semmai fornire alcuni consigli pratici.

Pernottamento:

noi abbiamo pernottato nella Upper East Side, una zona residenziale molto bella lungo il lato destro del Central Park. In realtà, comunque, qualsiasi quartiere di Manhattan può andare benissimo, eccetto Chiantown, ma giusto perchè di sera diventa desolata e triste. Comunque, ovunque pernottiate, sappiate che vi toccherà spostarvi sempre in metropolitana (sicura e comodissima) o in taxi (molto più economici che da noi), perché le distanze sono quelle che sono. Le sistemazioni sono generalmente care. Una soluzione alternativa agli alberghi, e spesso più economica, possono essere gli appartamentini in affitto, se siete in 4. Ce ne sono tantissimi, molti belli, e vengono affittati anche per poche sere. Noi abbiamo fatto così.

Spostamenti: come dicevo la metropolitana è efficiente, sicura e comoda.

Sicurezza: in cinque giorni e cinque notti nella città non ho mai avvertito tensione.

Durata minima consigliata della visita: minimo 5 giorni.

Consigli personali:

1) fate la New York City Pass, una tessera d’ accesso a tutte le maggiori attrazioni della Grande Mela! Costa circa 80 dollari se non ricordo male, ma sono soldi che spenderete comunque se avete intenzione di visitare tutti gli importanti musei cittadini e concedervi un giro in battello fino alla Statua della Liberta o attorno a Manhattan… il vantaggio di possedere una City Pass sta però nel fatto che dà l’ opportunità di accedere a queste attrazioni saltando le code! (Fate conto per il Moma e la Statua della Libertà spesso sono oceaniche!)

2) Non perdetevi il giro di 3 ore in traghetto attorno a Manhattan e la salita sull’ Empire per ammirare il panorama: sono due esperienze molto belle.

3) Un traghetto gratuito collega la punta di Manhattan con Ellis Island. Senza spendere un soldo attraverserete la Upper Bay con viste bellissime su Mahnattan e la statua della libertà. Approfittatene!

4) Se vi piace la musica, non abbiate paura di spingervi una sera fino ad Harlem per sentire del grande jazz…il quartiere ci è sembrato sicuro, quanto tutto il resto di Manhattan.

Shenandoah National Park

Leggere un libro sulla piccola veranda, vista bosco, di uno spartano chalet di legno, mentre un cerbiatto zampetta tranquillo a pochi metri da voi, brucando l’ erba qua e là; gradevoli passeggiate che portano a piccole cascate o a suggestivi panorami, durante le quali verrete accompagnati da coloratissime farfalle e sarà facile incontriate altri piccoli gruppi di cervi che vanno ad abbeverarsi lungo un fiumiciattolo; un grande lodge di legno con un’ accogliente “stanza comune” dove la sera si legge, si gioca con giochi in scatola, mentre un cantante country canta classici popolari attaccato alla sua chitarra…questo è ciò che sicuramente troverete se vi fermerete qualche giorno al Big Meadows Lodge, nello Shenandoah National Park.

La struttura dispone anche di una zona campeggio e di un ristorante che propone (pesantissime!) specialità della zona.

Il parco, uno dei più visitati del versante est degli USA, non è bello quanto i suoi equivalenti nell’ ovest (penso, per esempio, a Yosemite), forse anche perché la natura che si incontra qui appare molto più familiare a noi italiani, in quanto molto più simile a quella che si può ritrovare anche sulle nostre montagne, ma per tutte le ragioni esposte sopra lo Shenandoah resta una meta piacevolissima per passare due giorni di completo relax in mezzo alla natura. Oltretutto, il parco è comunque molto bello.

Detto questo, alcune notizie pratiche:

1) lo Shenandoah è a circa 6 ore d’ auto da New York. Se pensate di arrivare qui sul tardi vi conviene, fermarvi a Front Royal, un paesino che si trova all’ inizio della Skyline Drive (la strada che poi si addentra nel parco), e entrare nello stesso il giorno dopo. Questo perché per arrivare da lì al Big Meadows Lodge (o alle poche altre strutture presenti all’interno del parco) ci vuole ancora un’ ora abbondante. E poi la Skyline Drive è una strada panoramica. Andrebbe percorsa di giorno.

2) Strutture: come già accennato il Big Meadows Lodge non è l’unica struttura presente nel parco, ma non posso che raccomandarla. Si trova in una zona molto bella ed è veramente accogliente. E abbastanza economica: prenotando una stanza da 4 abbiamo dormito qui per 25 euro a testa a notte.

Blue Ridge Parkway

Il giorno in cui lasciamo lo Shenandoah Nationa Park il tempo è bruttissimo. Questo ci costringe a un cambiamento nei nostri programmi. L’ idea era quella di avvicinarci a Nashville percorrendo un pezzo della Blue Ridge Parkway, una delle “route” più celebri degli USA, che seguendo gli Appalachi, tra capanne di tronchi e ritrovi dove si suona la musica Bluegrass (per dirla semplice: quel tipo di musica country in cui il banjo la fa da padrone), si inoltra in territori per lo più sperduti e disabitati, toccando però anche decine di caratteristiche cittadine e territori tribali Cherokee. Il tempo è però talmente brutto, che alla fine decidiamo di tirare dritto fino a Nashville in un’unica tirata (9 ore). Ho citato comunque questa “meta mancata”, perché credo che saltarla sia stato un vero peccato e per questo mi sembrava giusto ad ogni modo segnalarla.

Nashville

Che siate pronti o no, che vi stia bene o no, questo poco importa: dal momento del vostro arrivo, e fino a che non ve ne andrete, Nashville vi investirà e vi sommergerà di musica! Di sudata, energica, strepitosa, musica! Nashville mi è piaciuta molto, ha il fascino della città grezza e un po’ selvaggia del Sud!

Il suo centro storico, che si sviluppa a ridosso del Cumberlan River, era il centro del commercio del cotone sul finire dell’ottocento ed è a questa epoca che risalgono i magazzini vittoriani dalle caratteristiche facciate in ghisa e muratura che lo compongono. Oggi la zona è il cuore della città, con ristoranti, negozi dalle vetrine più o meno assurde, enormi botteghe che espongono fila lunghissime di cappelli e stivali da cowboy, negozi di strumenti musicali e un’infinità di locali Honky Tonk, a scandire la sua colonna sonora fin dalle prime ore del pomeriggio…

Qui la musica è appunto una cosa seria, e lo dimostra la spettacolare struttura del Country Music Hall of Fame Museum: i cimeli delle storiche stars della musica country vengono esposti nella bellissima e curatissima struttura come fossero opere di Picasso o di Van Gogh! Un giro piacevole, prima di tuffarsi nella Broadway di Nashville per ubriacarsi di grande country-southern-rock fino all’ alba o comunque fino a che non si ha più la forza di stare in piedi sulle proprie gambe!

I gruppi, che sono capaci di suonare anche per 6 ore consecutive nello stesso locale, possiedono un’ energia e sono tutti di una bravura impressionanti, e ognuno è pronto a dare il massimo per raccogliere più gente possibile nel locale dove sta suonando (missione non facile, visto che il livello medio di tutte le band è elevatissimo!). L’atmosfera, in questi locali è calda e chiassosa: turisti, gente del luogo (alcuni con i classici cappelli di cowboy), e musicisti, tutti uniti in uno straordinario rituale musicale, gente di tutte le età e veramente di tutti i tipi…

Di contro, a Nashville, di giorno, non c’è molto da fare. Sceglietevi una sistemazione con piscina, se volete risparmiare in uno dei tanti hotel con piscina delle grandi catene, e passate lì il giorno, aspettando il tramonto. Una sola serata su Broadway vi ripagherà senza sconti dell’ attesa!

Pernottamento: i prezzi in centro sono cari. I motel delle grandi catene appena fuori dal centro sono un ottima soluzione per risparmiare.

Memphis

Personalmente non mi è piaciuta particolarmente Memphis. E’ una città ordinata e ordinaria, la cui principale particolarità è Beale Street, una via di vecchi edifici, che però sembra una riedizione meno vera della Broadway di Nashville. Anche qui ascolterete senz’ altro ottima musica (abbiamo ascoltato uno strepitoso gruppo blues), ma a differenza di Nashville, sembra che questa via resti accesa solo per i turisti in pellegrinaggio a Graceland e basta. Tutt’ attorno non si respira in realtà la grezza genuinità di una Nashville, e la gente del posto non sembra frequentare realmente Beale Street.

Comunque. Per gli amanti del genere, Memphis offre in realtà anche altre attrattive oltre a Graceland: visite guidate alla fabbrica delle chitarre Gibson (in pieno centro storico) e la visita ai mitici studi della Sun Records, la casa discografica che scoprì Elvis, Jerry Lee Lewis e Johnny Cash. Riguardo a Graceland, invece, che dire…La cifra che si paga per visitare la struttura (28 dollari) non giustifica ovviamente quanto si vedrà all’ interno (almeno che non si sia fanatici di Elvis), ma una volta che si è arrivati fin lì…perché no. In realtà si verrà stupiti dal fatto che Elvis sia vissuto vent’anni in una villa sostanzialmente sobria, affiancata giusto da una piccola piscina, sorprendentemente molto discreta e…”normale”. Qualche stanza un po’ sopra le righe, ma nulla di veramente sconvolgente, considerata l’ immagine pubblica della rock star. A ricordare però che si è nel “Palazzo del Re”: personaggi sui cinquant’anni con improbabili ciuffi e basettoni che fanno il verso al loro idolo e qualche signora che si lascia scappare una lacrima di fronte ad uno dei tanti cimeli esposti…Elvis is alive! Belli gli sgargianti abiti di scena esposti nelle vetrine.

Pernottamento a Memphis: vale quanto scritto per Nashville. Tra pernottare a Memphis o nei dintorni di Graceland, scegliete la prima soluzione. Attorno a Graceland non c’ è praticamente nulla. Anonima periferia.

Distanza Nashville Memphis: circa 3 ore e mezza d’auto.

Natchez e Nottaway

“Negli anni d’ oro del mercato del cotone, gli Stati Uniti contavano non più di un centinaio di milionari. Più della metà di questi avevano una residenza a Natchez!”, ci racconta orgoglioso Dug, che in una di queste residenze storiche ha ubicato il suo bed and brakfast, l’ Historic Oak Hill Inn , nel quale “approdiamo”, alla fine di un lunga giornata di viaggio verso sud, lungo il Mississippi.

E il fascino di Natchez, piccolo centro che si affaccia lungo il grande fiume, è esattamente quello: il suo centro si compone di verdi viali lungo i quali si affacciano file di bellissime ville e villette dell’ epoca, o in stile, coloniale perfettamente conservate. Le più belle di queste sono aperte al pubblico per visite guidate. L’Historic Oak Hill Inn permette di pernottare in una di queste ville. Dug, che è un tipo molto simpatico ed ospitale, al vostro risveglio non mancherà di farvi visitare le sontuose stanze dell’abitazione, sciorinando una moltitudine di aneddoti riguardanti Natchez, l’ abitazione stessa, e la sua famiglia. Questo non prima di avervi offerto una principesca colazionenell’ accogliente sala da pranzo.

(Tra le altre cose, il proprietario è anche un grande appassionato di cucina e prepara dei biscotti squisiti).

Una tappa ideale per concedersi un po’ di relax durante il lungo avvicinamento a New Orleans da Memphis. Così come la Nottaway Plantation, un’ antica tenuta coloniale, dove oggi si può anche pernottare per 100 dollari a stanza. Uno sfizio che ci siamo voluti concedere. La grande villa (il prezzo della visita è incluso nel pernottamento) è molto bella (fuori come all’ interno), è attorniata da un bel parco verde, e sorge lungo la riva del Mississippi. Nei dintorni solo grandi piantagioni di canna da zucchero. Un bel posto per una distensiva passeggiata. La struttura dispone oggi anche di una piscina con vasca idromassaggio e un ristorante. Anche questa meta è ottima, se ci si vuole concedere un po’ di relax prima di raggiungere New Orleans. Ovvio che però, in entrambi questi posti, una volta cenato, non avrete altro da fare che leggervi un buon libro sotto una veranda di legno sorseggiando ciò che vi pare. Ma se vi piace il genere…e comunque preparatevi: perché New Orleans, ormai vicina, vi sta aspettando per travolgervi di musica e vita tutte le sere!

New Orleans

Quanto è bella New Orleans!

Il suo centro storico d’ epoca coloniale ancora perfettamente conservato, la musica per le strade, il calore della gente, la sua affascinante decadenza, e la baldoria della sua travolgente vita notturna, vi faranno pensare di trovarvi in una capitale caraibica, invece che in una città degli Stati Uniti del sud. Passeggiando per Jackson Square e per le vie del French Quarter, spingendovi fino al French Market incontrerete miriadi di colorati negozi di souvenir e feticci voodoo, negozi che propongono i prodotti della cucina creola locale, Oysters Bars, artisti che espongono le loro opere in strada e numerose gallerie d’ arte.

Bourbon Street è invece il cuore della vita notturna della città e dal tramonto in poi si trasforma in una bolgia di musica, gente che balla sui balconcini al primo piano dei palazzi o per la strada, e…di tutto e di più! Sentirete il suo frastuono già alcuni isolati prima di arrivarci! Personalmente però, per quanto riguarda la “New Orleans By Night”, ho apprezzato molto di più un’ altra via della città: Frenchmen Street. Anche qui a farla da padrona è la musica, di tutti i tipi, ed anche qui musicisti, gente del posto, e turisti si divertono a suonare e ballare nei tanti locali lungo la via e per la strada fino al mattino, ma se Bourbon Street è solo una grande bolgia, qui l ‘atmosfera è molto più vera, alternativa e gradevole. Fateci assolutamente un salto!

Assolutamente da non perdere anche l’ escursione alle paludi, proposta da diverse agenzie della città. Il territorio delle paludi è bellissimo, e varrebbe già da solo il prezzo del biglietto, ma durante l’ escursione in barca avrete anche l’ occasione di avvistare tantissimi alligatori (alcuni dei quali anche molto grossi)!

Le guide sanno come attirarli fino a pochi centimetri dall’imbarcazione, offrendo poi loro piccole salsiccie, per addentare le quali gli alligatori vi stupiranno con incredibili guizzi fulminei fuori dall’ acqua proprio sotto i vostri occhi!

Pernottamento: scegliete una sistemazione vicino al French Quartier. Noi abbiamo pernottato al Belleville Hotel e ci siamo trovati bene. Il prezzo della stanza è di circa 70 euro a notte.

E questo è quanto, riguardo al nostro lungo viaggio on the road negli Stati Uniti dell’Est. Riguardo invece al giudizio complessivo sul viaggio, ho già scritto nelle righe introduttive. Se comunque avete bisogno di ulteriori informazioni, non fatevi problemi a scrivermi!

Ciao!



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