Dalla barriera al suk
Arrivate lì, dove kilometri e kilometri di costa erano tappezzati di alberghi che si susseguivano l’uno accanto all’altro, altri in costruzione, le spiagge di 50 mt ognuna pullulanti di corpi umani impegnati con la loro tintarella, l’orizzonte punteggiato da innumerevoli barchini a MOTORE che portavano “noi” turisti ad ammirare gli splendidi reefs… Tutto ciò ci ha amareggiate. La nostra guida del tuor operator, Ossama, ragazzo nostro coetaneo di 28 anni, il primo giorno ci ha elencato tutte le splendide gite che avremmo potuto fare tramite lui e l’albergo. Totale della spesa: no comment! Come prima cosa ci siamo fatte un giro per il paese dove innumerevoli agenzie di viaggio ci invitavano ad entrare attirandoci con un bicchiere di karkadè caldo. Il prezzo era decisamente più basso. Prenotiamo giusto una gita per il giorno dopo in barca: snorkeling in tre barriere, pranzo in barca e tramonto nella bellissima isola di Giftun. Per il bis siamo poi riuscite a scavalcare l’agenzia del paese e a contrattare direttamente con i barcaioli pagando ancor meno. Apparentemente, dove tutto sembra telecomandato dai capi, c’è anche la possibilità di fare un turismo più avventuroso ma soprattutto più vero!!!! Dopo una litigata con la nostra guida Ossama che ha cercato in tutti i modi dal dissuaderci di andare al Cairo da sole, minacciandoci addirittura di chiuderci in camera ma poi accontentandosi di farci firmare un foglio che lo deresponsabilizzava in caso di incidenti (ancora non abbiamo capito se la sua apprensione fosse sincera o solo per interesse…), ci siamo organizzate.
All’una di notte comincia la nostra avventura: viaggio in pulmann pubblico verso il Cairo(la compagnia si chiama El-Gouna Bus Company: si prende nella zona di Ad-Dahar, il biglietto costa E£ 50, circa 13 euro solo andata; altrimenti c’è un altra compagnia più conomica, Upper Egypt Bus ma arriva ina zona del Cairo più decentrata rispetto la prima). Sei ore di un bellissimo film i cui protagonisti erano i locali, con i loro innumerevoli pacchettini a seguito, bambini cambiati sui sedili, uomini vestiti di tuniche e turbanti con facce che sembravano carte geografiche bruciate dal sole…Quello era ciò che cercavamo, penetrare in qalche modo nel loro mondo e non vederlo da fuori, con un comodissimo pulmann tutristico popolato da turisti come noi. Al cairo ci siamo mosse benissimo, città dove regna il caos assoluto. Ci siamo prenotate un albergo da Hurgada: centrale ma un pò fatiscente… Che importa, tanto ci dovevamo solo dormire. Si chiama Carlton Hotel ed è comodo perchè vicinissimo alla fermata del pulmann e a due passi dalla centralissima piazza di Midar Tahir, dove si trova il Museo Egizio e da cui partono molti autobus. Ne abbiamo preso uno che ci ha portate alla piana di Giza dove ci aspettavano le Piramidi, protagoniste dei sogni del viaggiatore che è in noi. Un pò di delusione. Le immaginavamo regine in mezzo al deserto invece sono state ormai inghiottite dalla città e la povera Sfinge guarda un moderno fast-food! Ma sono sempre le Piramidi. Siamo entrate dentro quella di Cheope, l’unica aperta e forse i 40 pounds (circa 10 euro) per entrare non valgono la visita… In fondo si è sempre dentro un qualcosa di magico. Il modo più bello per godersele è forse quello di incamminarsi a piedi nel deserto circostante, salire sul punto più alto della duna, sdraiarsi e guardale da lontano immaginandole come potevano essere 4000 anni fa…
Abbiamo poi girovagato per la città perdendoci in vicoletti che ci offrivano scorci di vita cairota fatta di colori, odori, uomini, donne, vecchi, bambini e animali, chi vestiti, chi scalzi, arti e mestieri ormai dimenticati, chi tagliava il carbone e chi colava il vetro. Poi la “città dei moti”, capitate lì senza guida, sole, siamo entrate in punta dei piedi sussurrandoci il timore che avevamo nello stare tra quelle tombe e abitazioni apparentemente disabitate. Poi dal nulla un uomo. Lo salutiamo nella sua lingua, “mar aba”, e lui ci risponde con un sorriso di benvenuto. Ormai eravamo dei loro! Non voglio minimizzare ma con un pò di prudenza e, soprattutto, rispettando il popolo che ci ospita, non c’è nulla di così pericoloso nel viaggiare per due ragazze sole (certo è che se la mia amica non avesse avuto i capelli biondi, saremmo passate più inosservate!!!). Facendo due conti: due giorni al Cairo tramite albergo erano 180 euro, tramite agenzia locale 120, “turismo fai da te” 70 euro…!!!!! E non c’è paragone.
Un altro viaggio è stato a Luxor, sempre fatto tramite pulmann locale. Spettacolare il percorso in mezzo al deserto di roccia per poi fiancheggiare le rigogliose sponde del Nilo. Dal finestrino potevamo ammirare dal vivo uno dei più bei documentari del “National Geographic”…Luxor è stupenda: si può vivere l’atmosfera che non abbiamo trovato alle Piramidi di Giza. La valle dei Re, delle Regine, i templi sulle rive del Nilo, il dio fiume. Al tramonto un giro veloce in feluca ma purtroppo non c’era vento, dovevamo aspettare che arrivasse, come fanno tutti i marinai. Non potevamo sottostare ai loro ritmi poichè il pulmann che ci avrebbe riportate ad Hurghada ripartiva entro poco. Volevano almeno offrirci una tazza di te: che bella idea! Ma quando il secondo di bordo ha tirato su una tazza di acqua dal Nilo e messa a bollire, improvvisamente ci è scoppiato un gran mal di pancia!!!!!! Le foto mantengono vivo il ricordo di un bellissimo viaggio, dove il Mar Rosso è stao solo una scusa per scoprire un mondo vero e non fatto di soldi, abbronzanti e souvenir.
Livia & Daria “Turiste per Caso”