Dall’Uzbekistan all’Italia in moto

Uzbekistan - Italia tutte le informazioni utili per pianificare il viaggio Il viaggio da Tashkent (capitale dell'Uzbekistan) all'Italia, con invio della moto via aerea dall'Italia - che si e' poi sviluppato lungo la Via della Seta, via Samarcanda, Bukhara, Turkmenistan, traghetto sul Mar Caspio, Azerbaijan, Georgia, Armenia, Turchia e Grecia -,...
Scritto da: Pietro Spera
dall'uzbekistan all'italia in moto
Partenza il: 14/08/2003
Ritorno il: 18/09/2003
Viaggiatori: in coppia
Uzbekistan – Italia tutte le informazioni utili per pianificare il viaggio Il viaggio da Tashkent (capitale dell’Uzbekistan) all’Italia, con invio della moto via aerea dall’Italia – che si e’ poi sviluppato lungo la Via della Seta, via Samarcanda, Bukhara, Turkmenistan, traghetto sul Mar Caspio, Azerbaijan, Georgia, Armenia, Turchia e Grecia -, di circa 8.000 km, non presenta grandi difficolta’ tecniche, ma estreme difficolta’ burocratiche ed un discreto onere economico. Vi e’ poi, almeno ufficialmente, un alto rischio di estorsioni da parte di funzionari o poliziotti disonesti (anche se noi siamo riusciti a non pagare nulla a nessuno).

Benché alcuni viaggiatori abbiano realizzato questo viaggio (o un viaggio simile) senza l’aiuto di agenzie, a mio parere per chi ha un periodo di tempo limitato (noi avevamo poco piu’ di un mese) e non parla il russo (come noi) una buona assistenza e’ essenziale.

Le principali difficolta’ burocratiche concernono l’ottenimento dei visti, lo sdoganamento della moto all’aeroporto di Tashkent ed i passaggi di frontiera che coinvolgono il Turkmenistan. Ma andiamo con ordine.

Visti Spedizione della moto Biglietti aerei per i viaggiatori Sdoganamento della moto Assistenza meccanica Frontiera Uzbekistan/Turkmenistan e traghetto Turkmenistan/Azerbaijan Caucaso: Azerbaijan, Georgia ed Armenia Informazioni pratiche generali Strade Temperature Benzina Posti di blocco Lingua Contatti Highlights di ogni paese Conclusioni Visti.

Questione da non sottovalutare, molto piu’ complicata e costosa di quanto si pensi. Uzbekistan, Turkmenistan, Azerbaijan, Georgia ed Armenia richedono il visto (ma non il carnet de passage per la moto). Turkmenistan e Azerbaijan non hanno rappresentanze diplomatiche in Italia, ma bisogna fare riferimento all’ambasciata a Parigi.

Il mio suggerimento e’ appoggiarsi ad una seria agenzia di viaggi a cui consegnare i passaporti, che procuri tutti gli infiniti documenti necessari (lettere d’invito, ecc.) e si preoccupi di trasmetterli alle ambasciate. Personalmente da anni mi servo di “I viaggi del Sogno” di Trento (tel. 0461 983 469, email , chiedere di Duccia), che quest’anno ha fatto letteralmente l’impossibile, e con successo.

Considerate due (meglio tre mesi) per avere tutti i visti.

Il visto del Turkmenistan va chiesto per ultimo, dato che concedono solo visti di transito, di solito di 5 giorni, e richiedono, pertanto, che sul passaporto ci siano gia’ i visti del paese da dove si arriva e dei paesi dove si proseguira’ il viaggio.

Il costo e’ notevole. Per ottenere tutti i visti, mia moglie ed io abbiamo speso € 1.464 complessivamente (€ 732 a testa).

Spedizione della moto.

La moto e’ stata spedita da Roma con l’Uzbekistan Airways (UA), giovedi’ 14/8/03. L’UA ha due voli settimanali Roma-Tashkent, il lunedi’ ed il giovedi’, ma solo il giovedi’ utilizza un aereo di dimensioni tali da poter caricare una grossa moto (noi abbiamo viaggiato con una BMW R 1100 GS). Quindi l’unico giorno utile per la spedizione della moto e’ in pratica il giovedi’.

Il volo dura circa 6 ore.

La spedizione e’ stata effettuata con la New Transport di Roma (email new.Transport@flashnet.It tel. 06 6501 0533), piccola ed efficiente societa’ di spedizioni che ha curato perfettamente l’imballaggio, il carico e tutte le formalita’ doganali. La moto va loro consegnata qualche giorno prima dell’invio presso i loro uffici a Fiumicino (io l’ho consegnata l’11/8/03), con il serbatoio vuoto, la batteria staccata, le gomme sgonfiate del 50% e, a rigore, priva di tutti i liquidi (olio motore, cardano, cambio e liquido dei freni). Inoltre ho smontato specchietti e capolino.

La moto e’ stata spedita carica di tutte le cose che potevo chiudere a chiave, cioe’ borse laterali (piene di bagagli) e caschi legati con un lucchetto. Cio’ ha consentito a me e mia moglie di partire con un solo bagaglio a mano a testa (il mio era la borsa del serbatoio) anche se, per risparmiare spazio, siamo stati costretti ad imbarcarci sull’aereo vestiti con tuta e stivali da moto.

Un buon accorgimento e’ riempire le borse laterali fissate alla moto di tutti quegli oggetti (soprattutto pezzi di ricambio, ferri, bombolette varie) che, per ragioni di sicurezza, potrebbero creare problemi per l’imbarco in cabina.

Il prezzo della spedizione della moto (escludendo i biglietti per mia moglie e me), tasse doganali, diritti vari e imballaggio e’ stato di € 1.440.

Per la spedizione mi e’ stato chiesto, oltre ai normali documenti della moto, anche il carnet de passage, altrimenti non necessario per l’Asia Centrale. Io l’avevo gia’ perché secondo un primo progetto intendevamo passare per l’Iran. Tuttavia per chi esclude di passare dall’Iran non sarebbe necessario e credo che si possa chiedere alla New Transport quale documento alternativo utilizzare.

Biglietti aerei per i viaggiatori.

Abbiamo volato con biglietti di sola andata da Milano, con cambio aereo a Roma, spendendo circa € 680 a testa, ma ho sentito di persone che hanno trovato qualcosa a meno. In ogni caso noi ci siamo rivolti all’agenzia Lombard Gate di Milano (tel. 02 3310 5633, email sito specializzata in Asia Centrale.

Poiché prevedevamo (a ragione, come spieghero’ tra breve) difficolta’ per lo sdoganamento della moto, sono partito una settimana prima di mia moglie.

Per comodita’ ho prenotato tramite Lombard Gate le prime notti di albergo a Tashkent e l’accoglienza all’aeroporto. Per le notti successive mi sono fermato nello stesso albergo trattando direttamente il prezzo con la direzione e risparmiando qualcosa.

Durante il volo, viene consegnato ai passeggeri un dettagliato formulario doganale, da compilare in due copie, una delle quali da consegnare alla dogana dell’aeroporto di Tashkent. Tra le varie voci da compilare, c’e’ anche l’ammontare della valuta straniera che si porta con sé. Da quanto ho capito, conviene dichiarare la cifra reale, dato che alla frontiera di uscita i doganieri potrebbero controllare tutto il denaro che avete con voi, eventualmente sequestrando quello che eccede la cifra dichiarata in entrata, in quanto si presume acquisita illegalmente durante il soggiorno. Noi abbiamo dichiarato esattamente la cifra che avevamo con noi, anche se poi, all’uscita dall’Uzbekistan, nessuno ha controllato alcunché (la procedura si ripete in tutte le dogane che abbiamo attraversato fino alla Turchia, quindi conviene sempre tenere il conto dei contanti di cui si dispone).

Sdoganamento della moto.

Ecco la parte piu’ difficile.

Atterrato a Tashkent il 14/8 (la moto volava con il mio stesso aereo), sono riuscito a riottenerla esattamente una settimana dopo, il 21/8, appena in tempo per l’arrivo di mia moglie, previsto per quello stesso giorno.

Da notare che tutte le pratiche doganali a Tashkent sono state svolte da un’ottima agenzia, che per tutta la settimana si e’ dedicata quasi ininterrottamente a tale pratica. Se fossi stato da solo credo che sarei ancora la’, a vagare disperato tra un ufficio e l’altro.

L’agenzia e’ la Continenttour di Tashkent (email sidorov@mail.Tps.Uz sito http://www.Continenttour.Com chiedere di Olga, simpatica, carina ed efficiente manager, che parla un ottimo inglese. Ero in contatto con loro da mesi, ed avevamo organizzato tutto nei minimi dettagli.

Tra i vari documenti necessari, utilissimo e’ il “Libretto di circolazione internazionale”, che si fa presso qualsiasi agenzia di pratiche auto, e che e’ un documento che contiene tutti i dati della moto tradotti in una trentina di lingue differenti, tra cui, per quanto qui interessa, il russo.

Oltre ai documenti richiesti dalla agenzia (da spedire loro via fax o email preferibilmente qualche giorno prima della partenza), a Tashkent mi e’ stata chiesta anche la dichiarazione dell’agente che mi attendeva in Turkmenistan, attestante che avrei proseguito per quel paese, ed una dichiarazione da me sottoscritta circa l’itinerario dettagliato che avrei seguito in Uzbekistan.

Non so se sia casuale, ma dopo 5 giorni di vane promesse da parte dei doganieri, continue richieste di nuovi documenti e nessun risultato (un pomeriggio venni anche ammesso nel magazzino della dogana dell’aeroporto a constatare che la moto era arrivata ed ancora imballata ed in ordine), ho perso la pazienza e ho fatto dire, tramite la Continenttour, all’ufficio doganale competente che, poiché avevo tutti i documenti richiesti in ordine e non c’erano ragioni plausibili per ulteriori ritardi, era evidente che si stava tentando un’estorsione a mio danno. Quindi se non avessi avuto la moto entro il giorno successivo sarei andato alla mia ambasciata a denunciare quello che stava accadendo. Ripeto, forse sara’ stata una coincidenza, ma il giorno dopo avevo la moto consegnata, senza pagare neanche una mancia.

Assistenza meccanica.

Non esistono meccanici specializzati in moto occidentali, almeno fino alla Turchia.

Tuttavia a Tashkent si trova l’importatore e venditore ufficiale di auto BMW, che si occupa anche di assistenza tecnica, e che, pur senza avere specifica esperienza di moto, si e’ dimostrato disponibilissimo ad aiutarmi.

Mi sono appoggiato a loro per avere assistenza quanto al reperimento degli olii e del liquido dei freni da togliere in Italia al momento dell’imbarco in aereo, oltre che per eventuali problemi (batteria scarica, ecc) conseguenti alla spedizione. Va considerato, infatti, che le compagnie aeree non consentono di caricare a bordo liquidi infiammabili, tra cui, appunto, i lubrificanti necessari per una moto, quindi non e’ possibile portarli con sé dall’Italia.

Il nome dell’importatore e’ Sanar Motor (email sanarmotors@sarkor.Uz tel. Da Tashkent 1320353, fax 1322795).

L’accordo con loro era nel senso che la Continenttour avrebbe trasportato la moto con un camion direttamente dall’aeroporto alla loro officina. Cosi’ dopo le operazioni di sdoganamento, Olga ed Andrew di Continenttour mi hanno accompagnato presso di loro, abbiamo risistemato tutto il necessario con l’assistenza dei loro meccanici, e poi ho portato la moto in albergo.

Consiglio di contattare anche la Sanar Motor con un congruo anticipo per concordare eventuali interventi, assistenza e prezzi.

Il prezzo richiestomi dalla Continenttour per sdoganamento e trasporto della moto presso la Sanar Motor e’ stato di $ 350.

Esiste un importatore e venditore ufficiale di auto BMW anche ad Ashgabad, in Turkmenistan e, credo, anche in tutte le altre capitali delle repubbliche del Caucaso attraversate, ma non ho avuto contatti con loro.

Frontiera Uzbekistan/Turkmenistan e traghetto Turkmenistan/Azerbaijan.

Il visto turkmeno di transito aveva validita’ di soli 5 giorni, dal 28/8 all’1/9. Poiché per l’attraversamento del Turkmenistan erano previsti oltre 1300 km, e le incognite erano molte, noi siamo partiti da Bukhara alla volta della frontiera (a meno di 100 km) alla mattina di buon ora del 28/8.

La Continenttour, per scrupolo e senza aggravio di costi, ci ha fatto assistere sul lato uzbeko della frontiera UZ/TM da una persona dell’albergo di Bukhara dove avevamo alloggiato. Forse tale aiuto non era necessario, ma, in un paese dominato da burocrazie infernali e con il continuo timore di estorsioni da parte di funzionari disonesti, una mano in piu’ fa sempre piacere.

In un’ora o due eravamo dal lato turkmeno del confine, senza difficolta’. Qui ci attendeva Oleg, di Stantours (email stantours@gmx.Net sito http://www.Stantours.Com ottima agenzia locale gestita da un tedesco di nome David.

Anche a questa frontiera l’assistenza di un agente locale non e’ in teoria necessaria, tuttavia dato che tutti i formulari sono in turkmeno o in russo, gli uffici sono una miriade e non segnalati, il timore di estorsioni sempre presente e il rischio di incappare in qualche loop burocratico irrisolvibile purtroppo reale, noi abbiamo deciso di appoggiarci a loro. La scelta e’ stata utile non solo per l’entrata in Turkmenistan (Oleg, pur con tutta la sua esperienza di guida professionale, ha impiegato ben tre ore per fare tutte le pratiche, noi non oso neppure immaginare come avremmo fatto da soli), ma soprattutto per l’uscita verso Baku (Azerbaijan), con il “traghetto” in partenza da Turkmenbashi. Infatti, entrati in Turkmenistan, dopo due giorni di viaggio (tappe notturne a Mary e ad Ashgabat), siamo infine giunti a Turkmenbashi, dal cui porto partono le navi per Baku. La scelta di attraversare il Mar Caspio e’ stata obbligata, dato che, per motivi ignoti, non siamo riusciti ad ottenere il visto per l’Iran.

Da Turkmenbashi partono piu’ volte al giorno navi cargo che in circa 14 ore raggiungono Baku. Tali navi hanno lo scopo di trasportare lunghi treni di vagoni carichi di petrolio estratto in Turkmenistan, dato che il Caspio non e’ attraversato da oleodotti. I traghetti trasportano anche un certo numero di passeggeri, tuttavia teoricamente non possono caricare mezzi di trasporto privati allorché ci siano a bordi anche treni carichi di petrolio, credo per motivi di sicurezza. Il problema sorge dal fatto che i treni carichi di petrolio ci sono SEMPRE, quindi, in pratica, il trasporto della moto (o di una macchina) non sarebbe mai possibile. In realta’ la Stantours mi aveva fatto capire che, con una mancia alla persona giusta, alla fine quasi sicuramente ci avrebbero consentito di salire. Cosi’ in effetti e’ andata e siamo persino riusciti, pur arrivando a Turkmenbashi a meta’ pomeriggio, a partire la sera stessa (il che e’ certamente un successo dato che una coppia di motociclisti belgi incontrati tra Samarcanda e Bukhara, e provenienti dal Turkmenistan, ci hanno raccontato di aver impiegato 36 ore ad imbarcarsi, dormendo per terra in dogana). Anche in questo caso ritengo che l’assistenza di un efficiente agente sia stata determinante, non solo per il rapido disbrigo delle formalita’ doganali e l’acquisto dei biglietti (operazione molto complessa, con continui passaggi tra uffici con diverse competenze, uno per determinare il prezzo, uno per il pagamento, uno per l’emissione, uno per le ricevute, ecc.), ma soprattutto per la trattativa – che e’ stata molto serrata – con il comandante per ottenere il permesso di caricare la moto. Alla fine, con la modica mancia di 20 dollari, siamo riusciti a imbarcare la moto.

I costi ufficiali del biglietto sono stati: $ 45 a testa per il biglietto, $ 22 per la moto, $ 2 di mancia alla “cameriera” per avere le lenzuola pulite della cabina. Notare che la cabina e’ il luogo piu’ sordido in cui abbiamo dormito in tutto il viaggio, sporca, squallida, con un bagno lurido e qualche scarafaggio. Alla fine eravamo gli unici passeggeri, insieme a due azeri che hanno passato la notte nella cabina a fianco a noi a bere vodka, mangiucchiare, fumare e ridere. Anche noi siamo stati invitati al banchetto, ma abbiamo gentilmente declinato.

Il costo dell’assistenza di Stantours per la frontiera UZ/TM e per l’assistenza al porto di Turkmenbashi e’ stato, mi pare, di $150.

Conviene fare scorta di cibo ed acqua a Turkmenbashi, dato che il traghetto non e’ attrezzato per i passeggeri e altrimenti bisogna elemosinare qualcosa alla cucina dell’equipaggio, dando piccole mance qua e la’.

Caucaso: Azerbaijan, Georgia ed Armenia.

Giungendo dall’Asia Centrale, i paesi del Caucaso, pur nella loro poverta’, appaiono quasi europei. Tutto e’ piu’ veloce e piu’ facile, le pratiche piu’ spedite, l’assistenza non piu’ necessaria. Comunque, per chi preferisse appoggiarsi ad un’agenzia, la CGTT (email arnaud@voyages.Baku.Az sito www.Cgtt-tq3.Az ), partner di Stantours, mi ha fatto un’ottima impressione (noi alla fine non ce ne siamo serviti perché ci era sembrato che non ce ne fosse bisogno, come in effetti e’ stato).

I tanto temuti poliziotti corrotti non ci hanno mai molestato, ma abbiamo avuto l’accortezza di evitare la zona della Georgia lungo il Mar Nero ed il confine Azerbaijan/Georgia di Zakatala, vicino alla Russia, considerate le zone piu’ a rischio.

Notare che le frontiere Azerbaijan/Armenia e Armenia/Turchia sono chiuse, quindi, se si intende visitare anche l’Armenia, e’ necessaria la seguente sequenza: AZ, GE, AR, GE, TR. Pertanto e’ necessario richiedere il visto georgiano con doppia entrata.

Per entrare in Turchia abbiamo utilizzato il piccolo e veloce confine tra le montagne di Vale/Posof. Unica controindicazione e’ che la strada attraversa passi di oltre 2500 m dove, all’inizio di settebre, abbiamo trovato temperature di 2 gradi e nevischio.

Informazioni pratiche generali.

Cambi (agosto – settembre 2003): dollari ed anche euro sono cambiati con facilita’ ovunque, ma il dollaro e’ tuttora accettato piu’ volentieri per i pagamenti diretti (a negozi, alberghi, ecc.) e per le mance (anche perché le monete non le gradisce nessuno e la banconota da 5 euro e’ di solito un taglio eccessivo). Raccomando di dotarsi di numerose banconote di piccolo taglio (1 $, 5 $).

UZ: 1 USD = 1000 sum al cambio nero (illegale), 975 sum al cambio ufficiale. Ne consegue che non conviene assolutamente cambiare fuori dai luoghi autorizzati. D’altra parte tutti i negozi e ristoranti accettano dollari al tasso di cambio migliore.

TM: 1 USD = circa 5000 manat al cambio ufficiale, oltre 21.000 al cambio nero. Qui il discorso e’ notevolmente diverso rispetto all’UZ. Cambiare al di fuori del circuito ufficiale consente di ridurre a meno di un quarto il costo del soggiorno, quindi e’ raccomandabile, anche perché – benché illegale – il cambio nero e’ praticato ovunque. Noi, per non rischiare, abbiamo cambiato i manat alla frontiera con l’Uzbekistan, insieme a Oleg (l’agente di Stantours) e all’albergo di Ashgabad dove abbiamo dormito.

AZ, GE, AR, TR: non ricordo i singoli tassi, ma non ci sono problemi, dato che il cambio e’ libero e praticabile ovunque senza difficolta’, anche nei negozi.

Alberghi: Tashkent (UZ): Gran Orzu, molto confortevole ed accogliente, in tranquillo quartiere “residenziale”, con piscina, ristorante e un giardino dove sistemare la moto. 35 $ al giorno per una doppia con prima colazione (il sito dell’albergo si trova nel link sul sito di Continenttour); Samarcanda (UZ): Zarina, confortevole ed accogliente, anche se meno bello del Gran Orzu, in ottima posizione, con piccola piscina ed un giardinetto per la moto. $ 45 al giorno per una doppia con prima colazione (link sul sito di Continenttour); Bukhara (UZ): Zargaron, in splendida posizione, molto confortevole e aperto da pochi mesi, con un cortile dove parcheggiare la moto ed una ottima prima colazione. Servizio di massaggi per pochi dollari. $ 55 al giorno per una doppia (link sul sito di Continenttour); Mary (TM): Sanjar, a quanto pare l’unico albergo della citta’. Orrenda ed immensa costruzione, gestito dallo stato in perfetto stile sovietico: camere sporche, brutte, bagni orridi (scarafaggi), tutto era rotto (telefono, televisione, frigo). Inoltre, neppure tanto economico: 30 $ per una doppia senza prima colazione; Ashgabat (TM): Nissa, albergo top del viaggio, gestito da un gentilissimo italiano, Luigi Fontanabona, che riveste altresi’ la carica di corrispondente consolare italiano, dato che non esiste una rappresentanza diplomatica ufficiale del nostro paese. Quattro stelle ed un fantastico ristorante italiano che, dopo settimane di viaggio, e’ un grande piacere. Splendida piscina e tutti i confort per 60$ al giorno a doppia (a mio parere ben spesi); Traghetto Turkmenbashi/Baku: la cabina l’ho descritta sopra; Baku (AZ): Absheron, moderno, confortevole e orrendo albergone di 20 piani in ottima posizione, in prima fila sul mare sulla via principale, per 50$ la doppia, senza prima colazione. La moto si parcheggia davanti all’ingresso principale, sorvegliata da un posteggiatore durante la notte per un paio di dollari, che la lavera’ anche alla perfezione. Io non ho gradito, dato che durante i viaggi mi piace la moto “vissuta”, quindi se la pensate come me avvertitelo in tempo; Sheky (AZ): antico caravanserraglio ristrutturato (tutti lo conoscono in paese, basta chiedere), 30 $ per la doppia.

Tbilisi (GE): Victoria (email tel. +995 32 291 269), accogliente e molto confortevole piccolo albergo, ricavato in una casa privata ed arredato con gusto. Il figlio del gestore e’ uno dei pochi motociclisti di Tbilisi. $ 70 la doppia con ottima prima colazione; Yerevan (AR): Crown, piccolo e molto centrale, costo $ 40 (vedi mappa Lonely Planet); Ninotsiminda (?) (GE): partiti da Yerevan, avevamo in programma di raggiungere Ahalcihe (GE) (vicino al confine GE/TR di Vale/Posof) in serata. Tuttavia passata la frontiera AR/GE vicino a Gumri (AR) la strada e’ peggiorata a tal punto che la media oraria e’ scesa a 30/40 km/h e raggiungere Ahalcihe e’ apparso chiaramente impossibile. L’unico paese in quella campagna sperduta dove c’era qualche piccolo albergo mi pare fosse Ninotsiminda (una doppia per $ 25); Ankara (TR): Ogulturk, molto confortevole ed in ottima posizione, per 40 $ la doppia con prima colazione (dopo qualche trattativa) (sito www.Ogulturk.Com); Istanbul (TR): Pera Palace ), un po’ caro (trattando un po’, abbiamo pagato $ 100), ma uno dei piu’ fascinosi alberghi in cui sia mai stato, inoltre in splendida posizione centrale.

Thassos (GR): il migliore, ma il piu’ caro e’ Alexandra Beach, a Potos (lato sud dell’isola). Alberghi molto piu’ economici sulla spiaggia nelle vicinanze verso ovest. Strade: Discrete in Asia Centrale (UZ e TM), prevalentemente statali a corsie non separate, con poco traffico. Fondo stradale un po’ sconnesso, specialmente in Uzbekistan, ma e’ possibile viaggiare intorno ai 90 – 100 km/h. Il consiglio e’, naturalmente, quello di non viaggiare mai di notte, non solo per lo stato delle strade, ma per la presenza di cammelli, pecore, ecc. In mezzo alla strada o di auto, trattori, camion, ecc. Senza luci. Inoltre, in tutte le citta’, da Samarcanda a Yerevan, e’ diffusa l’abitudine di non coprire i tombini sulla strada, quindi molta attenzione a non finirci dentro con la moto.

Pessime nel Caucaso, specialmente in Georgia. Si incontrano tratti, lunghi anche decine di chilometri, di asfalto distrutto o completamente sterrato, anche sulle direttrici principali, con medie che scendono a 20 – 30 km/h (a causa delle buche abbiamo spaccato il portapacchi posteriore, poi riparato da un valente meccanico armeno in due ore di lavoro per 5$). Vale qui, a maggior ragione, il consiglio di non viaggiare di notte.

Ottime in Turchia e Grecia.

Temperature Estreme: tra fine agosto e l’inizio di settembre noi siamo passati nell’arco di pochi giorni da oltre 40 gradi in Turkmenistan a 2 gradi (due!) con nevischio sugli altopiani ad est della Turchia.

Benzina: Uzbekistan: difficile da reperire (i benzinai sono numerosi, ma quasi sempre chiusi per mancanza di carburante). Si trova comunque al mercato nero. In caso di difficolta’, chiedere a un taxista. In ogni caso e’ di pessima qualita’, di solito a 72 o 75 ottani. La benzina al mercato nero puo’ essere impura, quindi meglio munirsi di un filtro (noi, in mancanza d’altro, usavamo un fazzoletto nell’imbuto).

Turkmenistan: meglio non aspettare di entrare in riserva, ma si trova abbastanza facilmente, di buona qualita’ e a costi irrisori (un pieno di 25 litri costa mezzo euro!).Nessun problema nel resto del viaggio.

Posti di blocco Tutti ci avevano messo in guardia dalla polizia e dalle autorita’ pubbliche in genere, raccontandoci episodi di minacciose estorsioni continue, pur se di solito per piccole cifre e non violente. Noi siamo stati cosi’ fortunati da non aver mai dovuto pagare neppure una piccola somma, in tutto il viaggio (se si escludono i 20 $ “black” per il traghetto). Credo che ci abbia aiutato la tattica della “supercordialita'”: “Salam Aleykum” ad ogni poliziotto o doganiere (esclusi georgiani ed armeni, che sono cristiani), strette di mano a tutti, sorrisi a tutto spiano e richieste di informazioni sulla direzione da seguire (anche se non ci servivano), cio’ consente di instaurare un rapporto cordiale che rende poi piu’ difficile chiedere denaro. Molti poliziotti ai posti di blocco ci hanno offerto il the (meglio accettare, anche se si e’ in ritardo) e hanno poi fermato camion di passaggio “requisendo” meloni o pomodori per offrirceli.

Lingua: Conoscere il russo sarebbe l’ideale: e’ parlato da tutti ovunque nell’ex Unione Sovietica. Noi lo ignoravamo totalmente ed un vocabolarietto tascabile ci e’ stato prezioso in piu’ di un’occasione. I piu’ giovani, soprattutto nelle citta’, parlano un po’ di inglese, ma non contateci troppo.

Contatti: Ad Ashgabat, in Turkmenistan, e’ d’obbligo una visita a Luigi Fontanabuona, gestore dell’ottimo albergo NISSA, con fantastico ristorante italiano, nonché nostro rappresentante consolare.

A Tbilisi, in Georgia, non si puo’ non contattare Levan Roinishvili, presidente del levan@mail.Com Tramite lui vale la pena di incontrare anche Kevin Cain, un inglese che vive a Tbilisi per ragioni di lavoro e che, quando puo’, viaggia tra la Georgia e l’Inghilterra con la sua BMR R 1150 GS Adventure.

In genere tutte le persone che si incontrano sono cordialissime e di una ospitalita’ quasi imbarazzante. Non e’ raro ricevere frutta, pane, sigarette o altri piccoli doni da chi ha evidente difficolta’ anche solo a sopravvivere. Quindi e’ consigliabile munirsi di regalini da distribuire in queste occasioni (cartoline, penne colorate, adesivi, calendari con fot dell’Italia, ecc.). A differenza che in Nord Africa, la gente adora farsi fotografare, e lo chiede in continuazione.

Highlights di ogni paese: Uzbekistan: le favolose citta’ di Samarcanda e, soprattutto, Bukhara. Niente male anche il mercato Chorsu (il principale) di Tashkent.

Turkmenistan: e’ uno strano paese, piu’ interessante che bello. Sembra di stare in uno spazio vuoto schiacciato tra Russia, Asia Orientale, Persia e Turchia, e la sensazione di smarrimento e’ forte, ma le persone sono splendide, anche se apparentemente un po’ burbere. Le enigmatiche e suggestive rovine di Merv, sparse in mezzo al nulla e deserte, sono emblematiche.

Azerbaijan: Baku e la campagna verso Sheki; Georgia: Tbilisi e gli altopiani al confine con l’Armenia tra Gumri (AR) ed Ahalkalaki (GE); Armenia: la campagna sulla strada che passa per Vanadzor, sul percorso Tbilisi/Yerevan, e il tratto armeno del percorso tra Gumri (AR) ed Ahalkalaki (GE). La sera Yerevan – citta’ bruttina – diventa vivacissima, strade piene di gente e ristoranti e bar ovunque.

Turchia: da sola meriterebbe numerosi viaggi, ma, in questo itinerario, e’ imperdibile quantomeno la citta’ di Ani, nelle vicinanze di Kars; Grecia: anche in Grecia le cose bellissime non si contano, ma in questo viaggio abbiamo trovato uno splendido percorso motociclistico (tornanti fantastici e panorami) nel tratto Edessa (vicino alle frontiere con la Macedonia e l’Albania), Florina, Kastoria, Ioannina, Igoumenitsa; Conclusioni.

Il viaggio e’ stato, come previsto, meraviglioso e, naturalmente, lo consiglio a tutti, anche se alcuni trasferimenti sono molto lunghi, il clima e’ estremo e i paesaggi in Asia Centrale sono spesso noiosi. Le difficolta’ burocratiche che all’inizio della pianificazione sembravano insormontabili, poi – con la giusta assistenza, una buona dose di pazienza e di fortuna e tutta l’esperienza di viaggi simili fatta negli scorsi anni – sono state superate felicemente. L’organizzazione complessiva (studiare l’itinerario, contattare precedenti viaggiatori per individuare le difficolta’, trovare la agenzie, selezionarle, ottenere i visti, ecc.), e’ stata estremamente difficoltosa e lunghissima: almeno un paio di ore al giorno per mesi. La nostra esperienza, tuttavia, credo possa semplificare notevolmente il lavoro per nuovi eventuali viaggiatori.

Buon viaggio.



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