Dal New England a New York

I colori del New England e la caotica, affascinante New York
Scritto da: Vivi
dal new england a new york
Partenza il: 25/09/2010
Ritorno il: 10/10/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Vedere i colori dell’autunno nel New England, il cosidetto Foliage, e passare qualche giorno a New York, un viaggio questo che progettavamo da tempo, così verso marzo ci siamo messi all’opera. Per il tour ci siamo affidati alla nostra agenzia, preferendo fare un viaggio organizzato, i biglietti aerei invece li abbiamo presi a parte così come l’estensione a New York.

Data di partenza 25 settembre, ritorno 10 Ottobre 2010

Volo Milano – Londra – Boston con American Airlines (operato da British Airwas fino a Londra) Volo New York – Madrid – Milano con Iberia. Costo € 506,00 a persona

Treno Amtrak Boston/New York costo 128,00 dollari in due perché prenotato tardi, prima prenoti meno paghi.

Itinerario:

1° Italia/Boston 2° Boston 3° Boston/Salem/Gloucester/Kennebunkport/Portland (180 Km) 4° Portland/Bar Harbour (260 Km) 5° Acadia National Park (150 Km) 6° Bar Harbour/Bretton Woods/Conway Rallroad (420 Km) 7° Bretton Woods/ Whitw Mountains/Montpellier/Essex (120Km) 8° Essex/Green Mountains/The Berkshires/Pittsfield (210 Km) 9° Pittsfield/Stockbridge/Newport/Cape Cod (290 Km) 10° Martha’s Vineyard (100 Km) 11° Hyannis/Sandwhich/Plymouth/Boston (150 Km) 12° Boston/New York

Il 25 settembre alle ore 8.00 accompagnati da pioggia battente partiamo da Malpensa. Le pratiche di imbarco sono abbastanza veloci anche perché avendo fatto il chek-in on line non abbiamo dovuto fare lunghe file. Non dicasi lo stesso a Heatrow. Lì i controlli sono addirittura esasperanti, a parte i soliti, bisogna sostenere una specie di interrogatorio prima di poter accedere al gate. Ovviamente vogliono vedere l’Esta e poi ti domandano di tutto: con chi viaggi e perché, se il computer, cell ecc. sono tuoi, se li porti per vendere e altre cose del genere; alla fine ti mettono un bollino rosso sul passaporto e ti fanno passare. Fatti pochi passi però ne trovi un altro che ti fa su per giù le stesse domande, insomma ci vuole un bel po’ prima di passare! Da tenere presente se si ha poco tempo tra un volo e l’altro. Il viaggio con American Airlines è stato buono, sedili confortevoli e personale gentilissimo. Arriviamo a Boston alle 13.30 e troviamo 30°, piena estate! Sbrigate le varie formalità: impronte di tutte e dieci le dita, foto, domandine, a loro non interessa vedere l’Esta in quanto ce l’hanno a computer, recuperiamo i bagagli, taxi e finalmente albergo. Alloggiamo all’Hilton Financial District ottimo hotel in centro. Il tempo di darci una rinfrescata, metterci le infradito (non ci sembrava vero di essere tornati in estate) ed eccoci in giro alla scoperta di Boston. Boston è una città molto europea e signorile a misura d’uomo; seguendo una parte del Freedom Trial (sentiero della libertà) una linea rossa dipinta sulla strada o dei mattoni di color rosso, lungo circa quattro chilometri, abbiamo avuto modo di vedere le cose più interessanti. La sera facciamo una puntatina al Quincy Market che è un centro commerciale pieno di ristoranti, bancarelle, fast food con cibo da tutto il mondo.

Il giorno dopo è ancora una bella giornata, anche se più fresca. Incontriamo i componenti del gruppo e partiamo alla volta di Cambridge dove visitiamo l’università di Harvard. Il pomeriggio è ancora libero, così decidiamo di andare a vedere le balene. Prendiamo l’escursione di 3 ore al costo di 28 dollari. Mentre siamo al porto in attesa di imbarcarci il tempo comincia a cambiare. Improvvisamente fa freddo e si vedono grossi nuvoloni in arrivo. Comunque sia partiamo, ma purtroppo dopo circa 1 ora e mezza di navigazione con il mare diventato decisamente movimentato ci annunciano che si torna indietro. Ovviamente di balene neanche l’ombra. Una cosa che non ci aspettavamo, da noi non sarebbe successo: ci hanno rimborsato il biglietto per intero!

La mattina dopo inizia il tour vero e proprio. Piove e purtroppo sarà una costante per tutto il viaggio. La prima tappa è Salem famosa per i processi alle streghe, proseguiamo poi per Gloucester le cittadina portuale dove hanno ambientato il film “La Tempesta Perfetta”, raggiungiamo Kennenbunkport caratteristica con le sue case costruite sull’acqua e quindi Portland. Ovviamente la costa del Maine è famosa per i suoi fari e il più caratteristico è senz’altro quello di Portland Head che nelle giornate tempestose, tra onde alte e cielo grigio, appare insolitamente romantico, aggiungendo al paesaggio circostante un tocco d’atmosfera fuori dal tempo. Questo è ciò che scrivono e questo è quello che noi abbiamo visto non so se per fortuna, o sfortuna. (Io opto per la seconda). Bar Harbour situata sull’isola di Mount Desert è deliziosa. Capiamo dai negozi e dai loro prezzi che è un posto di villeggiatura frequentato soprattutto da americani facoltosi e qui proviamo la famosa aragosta del Maine. A dire la verità io mi sono limitata al panino con l’aragosta il cosidetto “Lobster roll”, buono. Alloggiamo al Bar Harbor Regency, un Holiday Inn sul mare veramente bello, dove sembra che Obama e famiglia abbiano passato un week-end nel mese di luglio. (Che onore!) Non so dirvi il costo, noi abbiamo pagato il tour, ma ve lo consiglio. Percorrendo una strada panoramica arriviamo all’Acadia National Park. Il posto è assolutamente stupendo con rocce di diversi colori e scogliere frastagliate, peccato che non abbiamo potuto goderne appieno per via della nebbia e del vento forte. Sarebbe stato bello poter vedere il tramonto!

30 settembre. Lasciamo la costa del Maine per raggiungere Bretton Woods nel New Hampshire, località che nel 1944 fu sede della famosa conferenza delle Nazioni Unite e a Conway facciamo un’escursione a bordo della Scenic Railroad che effettua un percorso di 17 km con un antico treno a vapore. Lì cominciamo a vedere i colori dell’autunno anche se non nel pieno della loro bellezza, grazie alla pioggia.

Alloggiamo all’hotel Mount Washington storico quanto scomodo hotel nelle White Mountains. (http://www.omnihotels.com/FindAHotel/BrettonWoodsMountWashington.aspx) La vista da questo hotel è unica, le camere spaziose, il servizio al ristorante impeccabile (sei obbligato a mangiare in hotel perché non c’è niente nelle vicinanze) ma la cosa finisce lì. Per turisti in giro con un tour la cosa essenziale è la praticità e la comodità. Questo albergo è su più piani e non ha l’ascensore, solo un “antico” montacarichi a leva per le valigie che viene azionato dall’addetto, potete immaginare il casino …

La mattina dopo si parte per Franconia Notch e malgrado la pioggia battente prendiamo la funivia per salire nel cuore delle White Mountains. Si vedono le cascatelle, l’arancione degli alberi, ma il tutto sfocato dalla nebbia. Sì il tempo non ci è stato per niente amico, anzi durante il viaggio verso il Vermont abbiamo dovuto cambiare strada a causa di un ponte impraticabile. In un modo o nell’altro arriviamo a Montpellier la capitale del Vermont dove alloggiamo all’hotel Essex Vermont’s Culinary Resort & Spa.( http://www.vtculinaryresort.com/ Questo è un hotel che mi sento proprio di consigliare sia per il cibo sia per le camere, la nostra aveva il caminetto (elettrico) funzionante, che per la piscina interna e la vasca idromassaggio esterna, un ottimo modo per rilassarsi dopo un lungo viaggio.

Il giorno dopo ci svegliamo con il sole. Non ci sembra vero!

Riprendiamo il viaggio attraverso le Green Mountains e finalmente ecco i colori del New England in tutto il loro splendore. L’arancione sfumante al rosso mischiato al verde, una meraviglia! Visitiamo Manchester, Pittsfiels nella regione dei Berkshires e Stockbridge.

Quando arriviamo a Newport nel Rhode Island il cielo è di nuovo nuvolo, la pausa sole è durata lo spazio di un giorno.

Newport è famosa per l’America’s Cup e le sue ville signorili, un tempo dimore estive delle famiglie più potenti d’America. Ne visitiamo due: Rosecliff, dove hanno girato il Grande Gatsby e The Breakers.

Concludiamo la giornata gironzolando per Cape Cod.

Piove anche la mattina dopo quando da Woods Hole prendiamo il traghetto per l’isola di “Martha’s Vineyard” dimora estiva di molte celebrità e personalità politiche e diventata tristemente famosa per essere stata teatro dell’incidente aereo del 1999, in cui morì John John Kennedy .

E’ composta da sei cittadine indipendenti, tra cui Edgartown e Oak Bloffs, rinomata per i cottage “Gingerbread”. Sembrano le case delle bambole, con i colori pastello e le varie decorazioni. A parte tre o quattro erano tutte disabitate, probabilmente vengono usate solo nel periodo estivo.

Del resto c’eravamo in giro solo noi del tour, sembravamo un gruppo di disperati che passeggiava sotto l’acqua.

Nella parte sud occidentale dell’isola ci sono le scogliere “Aquinnah Cliffs” con il faro. Uno spettacolo con qualsiasi tempo.

Ultimo giorno. Prima di lasciare Cape Cod alla volta di Boston ci fermiamo a Hyannis a visitare il museo dedicato ai Kennedy.

Lungo la strada facciamo tappa a Sandwhich, e a Plymouth dove visitiamo il villaggio museo di Plimoth Plantation e dove gli abitanti attori impersonano i Pilgrim Fathers chi si insediarono nel lontano 1620, quindi visita al vascello Mayflower e rientro a Boston.

Siccome abbiamo solo il pomeriggio da passare a Boston, come prima cosa andiamo alla stazione a prendere il biglietto del treno per New York precedentemente prenotato.

Per la verità noi abbiamo fatto un po’ di casino con la storia del treno, nel senso che quando abbiamo prenotato il viaggio eravamo indecisi fra treno e aereo e non avendo trovato informazioni incoraggianti riguardo al treno abbiamo prenotato l’aereo. Poi durante il viaggio alcune persone andavano a NY col treno e così abbiamo cambiato idea.

Non abbiamo speso niente di più che andare in aereo, perché a conti fatti il biglietto del treno ci è costato quanto avremmo speso per il taxi da Boston all’aeroporto e dal JFK a Manhattan, ma è altresì vero che se avessimo deciso subito per il treno avremmo risparmiato 100,00 euro, il costo del biglietto aereo.

L’esperienza del treno ci è piaciuta molto ed è stato tutto veramente semplice. I biglietti li puoi prendere alle macchinette oppure come abbiamo fatto noi semplicemente presentando la prenotazione all’addetto della stazione, meglio il giorno prima e muniti di passaporto.

Al taxista specifichi la stazione, se sud o nord e che devi prendere il treno, altrimenti rischi che ti lasci all’entrata dei bus e poi mostri il tuo biglietto prima di salire, un po’ come si faceva per i primi Eurostar.

Sul biglietto c’è specificato la carrozza ma non ci sono posti prenotati, quindi ti siedi dove vuoi. I bagagli si sistemano all’inizio della carrozza (come per gli Eurostar). Gli Amtrak sono molto confortevoli con ampi e comodi sedili e il viaggio della durata di 4,15 ore circa è passato piacevolmente. Il tragitto non è tra i più esaltanti a livello paesaggistico, si vede uno scorcio di oceano e poi sobborghi e periferie, ma in fondo raccontano anch’essi dell’America.

Arrivare a New York con il treno è un po’ come sbucare da sottoterra e trovarti improvvisamente circondati dalla grandezza della città, nel cuore di Manhattan.

Il nostro albergo era sulla 47° strada, 2 Km dalla Penn Station e così con 5 dollari di taxi eccoci arrivati.

L’Edison Hotel è un tre stelle senza lode nè infamia, è piuttosto vecchiotto anche se alcune camere sono state rinnovate ma non la nostra che era piccola e con solo l’essenziale, quindi niente phon o servizio per tè e caffè. Come hotel non vale certamente quello che abbiamo pagato, 827,00 euro 4 notti solo pernottamento, ma come posizione…sei in Times Square!

Ci sono due entrate una sulla 46° e una sulla 47° strada, assolutamente comodo per girare NY. Essendo Times Square il fulcro della città tutto si svolge lì quindi potevamo rientrare nel tardo pomeriggio farci una doccia e riposarci prima di uscire ancora la sera senza dover prendere nessun mezzo.

Per girare abbiamo preso il bus turistico. Ci sono due compagnie, per semplificare, uno è rosso e l’altro è blù. Noi abbiamo optato per il City Sights NY (colore blù) perchè allo stesso prezzo ti dava anche la crociera di 2 ore nella baia di Manhattan con sosta fotografica alla Statua della Libertà. Il costo è stato di 49 dollari a testa per 2 giorni ed è compreso anche il giro notturno che noi abbiamo fatto partendo alle 18.00 da Times Square e che ci ha regalato un favoloso tramonto sul ponte di Brooklyn.

Sì perché NY ci ha ripagato del brutto tempo donandoci 5 giorni di sole stupendo.

Devo dire che il primo impatto con questa caotica città “che non dorme mai” non è stato dei migliori. Ci siamo sentiti catapultati in una realtà di persone frenetiche, di clacson, di luci e in un primo momento abbiamo rimpianto la tranquillità e la signorilità di Boston, ma questo è durato solo il primo giorno. Già il giorno dopo ci siamo sentiti integrati nella folla vociante e variopinta, anche noi in giro con il naso all’insù per vedere dove finivano gli altissimi grattacieli. New York ha un fascino particolare che non può non conquistarti.

Abbiamo visitato le cose che bene o male vedono tutti così non vi sto a raccontare i particolari, ma piuttosto vorrei darvi alcune info pratiche.

In Times Square c’è l’Ufficio Informazioni, con cartine gratuite della città e dove vendono i biglietti per i bus turistici rossi, quelli per i bus blù si comprano nell’atrio del Madame Tussauds sulla 42° strada. Li vendono anche per strada, noi abbiamo preferito comprali alla biglietteria.

Sempre in Times Square c’è il TKS dove vendono i biglietti scontati per i musical della sera stessa, però la coda è lunghissima, si rischia di aspettare anche 3 ore e più.

Se volete vedere la Statua della Libertà solo dal mare c’è un ferry gratuito che porta a Staten Island .

Salire sull’Empire meglio nel primo pomeriggio, lo spettacolo sarà meno suggestivo che non al tramonto ma si evita una lunga coda, almeno per noi è stato così.

Per lo shopping sulla 5th Avenue c’è solo l’imbarazzo della scelta. Una cosa: se per caso abbinate Boston a New York meglio fare gli acquisti a Boston, è tutto meno caro, i prezzi sono esenti da imposte dell’abbigliamento, così un capo di Abercrombie & Fitch costa meno a Boston che a NY.

Da Macy’s trovate parecchi sconti e se andate con il passaporto (va bene anche la fotocopia) al Visitor Center vi daranno una card per un ulteriore sconto dell’11% anche sui capi già scontati.

Ricordate che ai prezzi esposti vanno sempre aggiunte le tasse.

Mangiare non è un problema c’è solo l’imbarazzo della scelta, dalle numerose pizzerie, ai ristorantini italiani (non proprio economici), alla catena Sbarro dove ti servi a buffet e poi paghi secondo il peso. Per chi piace la carne da provare al BBQ, piatti abbondanti a costo contenuto.

Telefono: abbiamo comprato la New Columbus della Telecom, c’è da due tagli da € 5,00 e € 12,00. La trovate nelle tabaccherie, sul sito Telecom e negli aeroporti. E’ molto economica, noi con quella da € 12,00 abbiamo chiamato tutti i giorni e ci sono rimasti ancora soldi.

Internet: in Times Square ti colleghi senza problemi, negli Starbucks c’è la Free Wi-Fi così mentre bevi un caffè puoi comodamente navigare senza spendere un dollaro e visto che di Starbuck a New York ce ne sono uno ogni 100 metri la copertura wi-fi è praticamente dappertutto.

Una cosa da non sottovalutare a NY è il traffico, soprattutto quando è arrivato il momento di tornare a casa.

Noi abbiamo prenotato all’hotel la navetta al costo di 24 dollari a testa.

Queste navette sono a orari stabiliti e fanno il giro dei vari alberghi per prendere altre persone.

Così avendo il volo alle 21.00, per sicurezza volevamo prenotare quella delle 15.00, ma su consiglio della ragazza dell’Edison abbiamo preso quella delle 17.00.

Certe volte meglio seguire l’istinto anche se fa sembrare esagerati.

Sta di fatto che alle 18.00 eravamo ancora a Manhattan, e dovevamo essere entro un ora all’aeroporto. C’è voluta un’altra ora e mezza per arrivare al JFK, il nostro terminal neanche a dirlo era l’ultimo della serie quindi siamo stati anche gli ultimi a scendere.

Arrivati finalmente al banco del chek-in (c’eravamo solo noi in tutto il terminal) è sorto un altro problema: c’era la prenotazione ma non i biglietti. Ma come? Avevamo tutto in regola…però la sera prima non eravamo riusciti a fare il chek-in on line, a un certo punto si chiudeva la pagina, e allora il motivo era… che mancavano i biglietti! L’addetto gentilmente ci spiega che sì risultava prenotato il volo ma bisognava rifare i biglietti.

Prima ci ha mandato al banco della British, non abbiamo capito il motivo, perché avevamo volato British ma solo da Milano a Londra, infatti loro ci hanno mandato da un altro collega…insomma ci palleggiavano da una parte all’altra e intanto il tempo passava. Quando eravamo ormai nel panico totale vediamo arrivare di corsa l’addetto dell’Iberia per dirci che “miracolosamente” i biglietti sono saltati fuori da non so quale finestrella del PC. Devo dire che in questo caso il ritardo ci è stato di aiuto perché non essendoci nessuno hanno avuto modo di verificare bene il tutto e alla fine siamo riusciti ad imbarcarci.

Con Iberia abbiamo viaggiato bene, personale cordiale e sedili spaziosi fino a Madrid. Da Madrid a Milano invece aereo con sedili stretti e servizio a bordo solo a pagamento, ma la tratta è breve e il disagio non è insopportabile.

Abbiamo salutato gli States con la nostalgia che ti prende sempre alla fine di un viaggio e con la promessa di ritornarci presto.



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