Dal Maranhao a Noronha via Nordeste
Scopo principale la visita del parco dei Lençois Maranhenses ed il nordeste, con puntata finale all’isola di Noronha.
Avevo visto delle foto dei Lençois su un depliant, ma esiste un luogo così mi chiesi. Breve ricerca internet e conferma, pare esista. Decisione immediata: è da vedere!
Partiamo da Milano alla volta di Fortaleza e da qui, dopo una sosta di mezza giornata voliamo a Sao Luis nel Maranhao. Seguiamo una nostra regola ormai fissa, si parte dal punto più lontano per avvicinarci con comodo al punto di ritorno, che in questo caso è Natal.
SAO LUIS Non è la perla d’architettura coloniale pubblicizzata nei depliant turistici ma è una città carina, tranquilla, dal fascino piuttosto decadente. Strade ciottolate, architettura coloniale, qualche bel edificio ricoperto d’azulejos oltre ai simpatici semafori, ed una piazza alla sera molto vivace con caffè, ristoranti e ottima musica dal vivo. Siamo in Brasile ma qui va il reggae, cosa che a me non dispiace. In mezza giornata la si visita con comodo. Caratteristica saliente: un caldo umido che ti demolisce. Da Sao Luiz prendiamo il battello per ALCANTARA, la quale, a mio giudizio è più caratteristica anche se, date le dimensioni, restarci quasi una giornata intera è eccessivo. Qui vediamo anche gli ibis rossi , purtroppo solo pochi istanti ma abbastanza per ammirarne la bellezza. Consigliato spingersi anche verso la parte non storica decisamente più sanguigna.
Visitiamo poi anche RAPOSA, paesino di pescatori ad un’oretta di bus da Sao Luiz citato dall’edt. Il giro in barca, causa marea, non inizia che alle 16,30, dedichiamo quindi ampio spazio al pesce del luogo a quanto pare molto rinomato, fama assolutamente meritata. Il giro in barca nella laguna non è nulla di straordinario, mentre lo spiaggione fra laguna e mare è piuttosto bello, molto “oceanico” . In concomitanza con la marea tornano i pescatori rendendo il luogo parecchio caratteristico. Purtroppo o si sta con i pescatori o si va in barca. La marea scandisce i tempi.
A Sao Luis acquistiamo il biglietto del bus per SANTO AMARO, misconosciuta località a est di Sao Luis e prima porta d’accesso ovest ai Lençois. Accesso più remoto e meno turistico. Per raggiungere Santo Amaro si prende il pulmann alla rodoviaria di SL, consigliato acquistare il biglietto almeno il giorno prima, i posti per SA sono limitati e, importante, bisogna presentarsi con il passaporto o doc di identità altrimenti non emettono biglietto. Alle 6 si parte ed in quattro ore circa di strada asfaltata si raggiunge una località chiamata Sangue dove si scende e si trasborda su dei Toyota Bandeirante, grossi pick up adatti ai terreni sabbiosi. Infatti da qui in avanti ci sono solo piste di sabbia. Ancora 50 km ed un’oretta e mezza e si arriva a Santo Amaro, sonnolenta cittadina dalle strade sabbiose sulle rive del Rio Alegre.
Una possibilità se non si ha il posto per SA è fermarsi a Sangue ed aspettare un trasporto. La carrettera è la stessa che porta a Barrerinhas quindi è probabile incontrare qualche pick up che porti dei turisti a Sangue e possa poi caricare qualcuno per SA. Calcolando che a SA vanno 4 gatti e che Sangue è un buco assolato di 4 baracche ci penserei bene, ma ho sentito di qualcuno che lo ha fatto e riporto.
Importante, nè a Santo Amaro, nè ad Atins ci sono banche, cambi o bancomat, quindi è opportuno fare il pieno di contante a Sao Luis, molte pousadas però sono attrezzate per il pagamento con la carta di credito. Al Banco do Brasil di Sao Luis portatevi il maglione, ha una temperatura da ibernazione che ben si sposa con il caldo torrido dell’esterno, ottimo se si vuole passare la vacanza con il mal di gola.
Alloggiamo alla pousada Rio Alegre davanti al campetto di calcio a due passi dalla piazza. Pousada a gestione famigliare con cena decisamente casalinga, circa 60 real, le ragazze che la gestiscono sono cortesi e vi potete tranquillamente rivolgere a loro per qualsiasi gita. Possibilità di pagamento con carta Visa. La più gettonata è la Pousada Agua Doce, un po’ più charmosa ma spesso piena. Al campetto alla sera si svolgono indemoniate partite di calcio femminile, di giorno è impossibile giocare anzi è quasi impossibile proprio uscire. Incredibile quanto se ne danno, simpatiche.
Se non avete prenotazioni, e qui non è un problema, ci vengono in pochi, il Toyota vi farà fare il giro delle pousadas finché non siete accomodati. Per le gite, come accennato, ci si rivolge alla pousada, passerà a prendervi l’autista all’ora di partenza. Qui si paga il mezzo e non un prezzo a testa, quindi il costo è diviso fra i Partecipanti, in 6 a Betania abbiamo speso 30 real a testa.
Primo giro è alla laguna Gaivota, teoricamente raggiungibile a piedi, infatti ci incamminiamo e dopo un oretta stroncati dal caldo mendichiamo un passaggio ad una macchina di turisti francesi che ci porta al cordone di dune. In auto la si raggiunge in circa 20/30 minuti, a piedi ci vuole un’oretta con la strada (sabbiosa) più diretta, mezz’ora almeno in più seguendo lo sterrato. Gita da farsi al pomeriggio per il tramonto. Il primo impatto con i Lençois è all’altezza delle aspettative. Acqua cristallina e dune bianche. Mai visto nulla di simile, una meraviglia.
Secondo giro a BETANIA, gita che porta via una giornata intera. La piccolissima comunità, 30 persone, è situata ai bordi di un punto più profondo del Rio Alegre. C’è un ristorante dove si ordina il famoso “pollo del contadino” per pranzo. Bisogna ordinarlo all’arrivo perché prima lo devono catturare poi, se lo prendono, spiumare ed infine necessita di una lunga cottura, inutile dire che merita. Dalle rive del Rio si attraversa o in barca, lì disponibile sempre, o a nuoto e si risalgono le prime dune. Lo spettacolo è sbalorditivo dune bianche, lagune verdi e azzurre a perdita d’occhio. E’ la parte più bella che abbiamo visto dei Lençois, assolutamente imperdibile. Personalmente consiglierei, se si ha poco tempo, di fare questa gita, oltre che la Gaivota che comunque si può fare comodamente il giorno stesso d’arrivo, ed eventualmente tagliare giorni a Barrerinhas. Spettacolare!
In giorno seguente partiamo per la traversata dei Lençois direzione Atins. 550 real solo noi. Autista e mezzo reperiti dalla pousada. Non tutti conoscono la pista e sono in grado di effettuarla, prima salvo disponibilità autista.
Partenza da SA direzione QUEMADA DOS BRITOS, comunità di circa 300 persone imparentate fra loro nel bel mezzo dei Lençois. Nonostante (la fortuna è cieca), veniamo investiti per mezza mattina da un uragano con pioggia torrenziale che fa salire il livello dei laghetti a vista d’occhio (giuro) lo spettacolo è fantastico, forse anche meglio che con il sole, viste le foto. Si attraversano i Lenzuoli delle cartoline, strisce di dune e laghi ab libtum, un paesaggio incredibile. Ci fermiamo a fare bagni in assoluta solitudine in varie lagune o ci fermiamo suqualche duna più alta ad ammirare il paesaggio. Mi faccio una lunga camminata a cercare la pozza a goccia finché non la trovo e la massacro di foto. Arriviamo a Queimada, mezza allagata, specie di oasi di case di legno, niente energia elettrica, fuori dal mondo. Qui è già pronto un altro pollo, ancora più ruspante dell’altro, se possibile. Degli abitanti poche tracce, sosta e pennica sull’amaca. Si prosegue ancora per dune e laghi fino al mare dove lungo la spiaggia fra pozze d’acqua di marea ed uccelli acquatici si arriva ad Atins, dopo una sosta sulle ultime dune ad ammirare il tramonto fra mare e lagune.
Una nota. Scopro dopo che la traversata è illegale, essendo parco ed un ecosistema fragile. C’è da dire che l’autista, decisamente bravo il nostro, segue comunque pista usata dai locali e, se non si va in giro a fare i coglioni sulle dune, l’impatto ambientale è minimo. Sotto la sabbia nidificano incazzosimmi uccellini bianchi e quindi sarebbe consigliato non spiacicchiarne le uova con il fuoripista. Mi sento lo stesso di sconsigliarla, primo per il costo, col senno di poi inutile spesa. Secondo perché la parte più bella attorno a Queimada e fattibile da SA in giornata, sono due ore d’auto, lascerebbe più tempo per godersi il paesaggio e le lagune. Volendo si può anche pernottare dai Britos e tornare il giorno dopo a SA ed eventualmente proseguire per Barrerinhas via pista o carrettera o verso Sao Luis. A SA organizzano trasporti senza problemi ed è più facile condividere la spesa con altri, naturalmente rivolgersi alla pousada. E’ possibile anche fare tutto a piedi , consigliata una guida, credetemi orientarsi non è facile anche con il GPS. Sono 7 ore per Queimada e circa 4 per Betania, deve essere sicuramente bello ma il sole picchia in modo decisamente infernale, nelle ore più calde o si sta nell’acqua o all’ombra. Se provate tenetene conto.
Arriviamo ad ATINS, che è un buco ancora più buco di Santo Amaro, qui non c’è una strada che non sia di pura sabbia.. Alloggiamo alla Pousada Filhos do Vento Cep , strutture in legno e bungalow. C’è un’altra pousada, decisamente più fighetta ed ammiccante, nonchè cara., il Rancho di Buna dove la proprietaria parla inglese ed più efficiente e cortese del gestore del Fil, decisamente poco collaborativo e piuttosto antipatico. Pousada da prenotare, generalmente piena di gruppi. Fatevi disegnare la mappa della zona da Buna, è il miglior souvenir che si può trovare. Credit card anche qui. Nonostante il nome e che i bungalow siano carini e spaziosi non tira un fil do vento, fa un caldo boia, la tensione elettrica non deve superare i 15 volt ed il ventilatore gira a 6 giri al minuto, soffriamo parecchio il caldo la notte. Prima di coricarci nel forno tentiamo di organizzare la risalita del Rio Preguiças in lancia, ma non c’è n’è una disponibile, bisogna attendere il pomeriggio. Ci prendiamo mezza giornata di relax sulla spiaggia in attesa di decidere sul da farsi.
Ad Atins l’attrazione principale è il Canto di Atins, trek di circa un’ora e mezza a quello che viene definito labirinto di dune e laghi, che noi non abbiamo fatto ma ci dicono molto bello. Un’altra passeggiata di circa un’ora porta al ristorante da Luisa ed ai suoi famosi gamberi. Qui ci sono le prime dune che danno sul mare e pozze di marea. Posto appena prima di Atins ci siamo passati venendo da Santo Amaro, molto carino al tramonto ma non indimenticabile. Un’altro giro è alla cascata, non distante dal ristorante, nulla di eclatante.
Il caldo è veramente micidiale, decidiamo di lasciar perdere il trek o altro e di risalire a Barrerinhas ed eventualmente rifare il tour del rio da là. Per andare via da Atins ci sono 3 possibilità. Via strada, 3 ore abbondanti, Con la lancia, con tour del fiume o senza, 2 ore, costo della lancia fra i 180 e 250 real. Public boat, 4 ore, 8 real. Se ripetete il nostro giro fate chiamare da Santo Amaro o dove siete con almeno un giorno di anticipo per essere sicuri di avere una lancia disponibile o un fuoristrada, per quanto non abbia senso andare via terra. Decidiamo per il public boat, il quale, con solo due ore di ritardo parte alla volta di Barrerinhas. Nonostante la lentezza esasperante si rivelerà una scelta azzeccata, vuoi per la compagnia, vuoi perchè il Rio Preguiças è veramente bello e percorrerlo con calma lascia tempo per goderselo, le soste di carico, scarico merci, masserizie e pesce hanno un che di amazzonico ed il tutto fa sentire un po’ più viaggiatori che turisti. L’ultima ora di navigazione è sotto le stelle, rendendo il tutto molto romantico. Lungo il Rio sulla sponda opposta c’è il villaggio di Caburè. Posto su una lingua di sabbia fra mare e fiume è la porta per i piccoli Lençois. A Caburè c’è un complesso turistico locale, affitta quad (circa 100 real per ora) e fuoristrada per raggiungere i PL ed eventualmente andare a sud, verso Tutoia, Paolino Neves, Camoçin, Jericoacoara. Lo spiaggione è molto bello. Mi dicono che il padrone se ne approfitti parecchio con i prezzi, non abbiamo testato personalmente, ma tutti quelli che abbiamo incontrato e che ci sono stati, lo hanno confermato con bestemmie varie. Un po’ più in su, sempre lungo il Rio c’è Mandaçaru ed il suo faro, vera sola, poi si incontra Vassouras, dove le dune si aprono uno spazio verso il fiume formando un quadro bello e caratteristico.
BARRERINHAS. Ce ne avevano parlato come un luogo “molto” turistico, brutto e privo di interesse, invece a me non è dispiaciuto. Certo dopo Atins e Santo Amaro sembra una metropoli ma siamo lungi da ciò che noi Intendiamo con “molto” turistico. Arriviamo di domenica ed è tutto un po’ morto a parte la spiaggia sotto la duna piena di bagnanti del luogo, duna che appare alquanto misera, ma al lunedì la parte di paese appena fuori dal più pretenzioso lungofiume si anima di molta vita locale, banchetti, negozi, gente dei dintorni che viene a commerciare ed è bello vedere un po’ di brasiliani intenti nelle loro faccende, cosa che è mancata fino ad ora.
Qui fanno escursioni di mezza giornata. Mattina e pomeriggio al costo di circa 50 real a testa, prenotabili o nelle varie agenzie sparse per la città o direttamente nella pousada.
La prima la effettuiamo alla laguna Paraiso, a circa un’ora abbondante di fuoristrada con traghetto del fiume. Alte dune, laghetti, ecc., altro posto decisamente bello anche se più affollato. Niente solitudine di Betania o Queimada qui, ma pur non essendoci folle di bagnanti, c’è molta più gente, sopratutto turismo locale. Famiglie chiassose cariche di generi alimentari e birra tolgono un po’ di magia al luogo ma danno un tocco di folklore che alla fine non guasta. Basta camminare alla laguna seguente per godersi la solitudine. Da vedersi assolutamente al tramonto. Tramite la pousada prenotiamo il sorvolo con l’aereoplanino dei Lençois, 180 real a cranio che, nonostante duri solo 30 minuti, offre uno spettacolo indimenticabile. Dall’alto la vista è sbalorditiva e ci si rende veramente conto dell’unicità del luogo. Ci resta tempo anche per il giro alla laguna Azul, che si presenta verde. Meno bella della laguna Paraiso cambia però colore con il variare della posizione del sole ed fa la sua porca figura.
Alloggiamo alla Pousada Lins, di categoria buona,, praticamente in centro, sulla via del banco e della fermata dei trasporti. Arrivando tardi la sera li abbiamo chiamati dal battello, ma a Barrerinhas c’è un numero elevato di pousadas per tutti i gusti e tasche e qualcosa si trova comunque.
Dopo aver visto dall’alto la zona del Rio e sopratutto che i piccoli Lençois sono al momento privi d’acqua decidiamo di non (ri)fare il tour sul fiume ma lasciare Barrerinhas in direzione sud est.
Conclusione sui Lençois: Sono un luogo bellissimo e unico, una meta che vale assolutamente il viaggio, lontani dai circuiti di massa speriamo ancora a lungo. In tanti viaggi e deserti mai visto nulla di simile. Nonostante le poche ed incomplete info che si possono reperire, sono assolutamente facili da raggiungere e visitare. Se fosse per la mia compagna saremmo ancora a bagno in qualche pozza. Da non farsi possibilmente con agenzie. Dopo esserci stati ed aver fatto un confronto con le proposte trovate in internet ed in loco, assicuro che non ne vale la pena, a meno che non si voglia dare solo uno sguardo veloce o si ritenga il paesaggio ripetitivo. Se non altro per i costi, ma sopratutto per le proposte, quasi tutte alla fine decisamente superficiali.
Alla mattina alle 9,00 dalla via principale, all’altezza del Banco do Brasil circa partono i pick up per Paulino Neves, si possono prenotare sia il giorno prima tramite pousada oppure basta andare in zona un’oretta prima e ti trovano loro. A Paulino si cambia mezzo fino a Tutoia e da qui in bus si arriva a Parnaiba senza problemi. Questo giro si può fare anche via spiaggia in fuoristrada, generalmente al contrario con arrivo a Caburè via piccoli Lençois. Di solito si parte da Jericoacoara, più logico sia per la facilità organizzativa che per logica geografica, chiaramente ha un costo piuttosto alto. Arriviamo a PARNAIBA, città moderna priva di attrattive, taxi fino a Porto das Barcas, zona turistica (si fa per dire) della città, per la visita all’omonimo Delta. Porto è una vietta con qualche pretesa turistica, una pizzeria, una gelateria ed in fondo a destra la Pousada Porto das Barcas, caratteristica e carina. Degna di nota la fanciulla alla reception! Con due compagni francesi raccattati per strada ci rivolgiamo all’Oficina de Turismo e qui scopriamo con rammarico che l’Isola de Cajun è chiusa momentaneamente alle visite per non ben precisati studi biologici. Optiamo allora per un giro di un giorno nel delta raino, costo 70 reals. Il DELTA DEL PARNAIBA non è così bello come il Rio Preçiucas ma è comunque un bel fiume, molto più ampio, circondato da foreste e mangrovie, piccoli insediamenti sulle rive, sparuti pescatori in barca. A remi ci avventuriamo in piccoli canali fra mangrovie e foresta pluviale, decisamente bello. Avvistiamo piccole scimmie, la guida ci tiene una lezione sui granchi, ci sono gran quantità di garzette, martinpescatori ed uccelli vari, ma non gli ibis, tutti al Cajun li mortacci loro!!! Altri animali qui non se ne vedono, con un po’ di fortuna si possono avvistare gli alligatori, ma lo scrivo per dovere di cronaca, ne dubito. Ci si ferma poi su di ampio un bellissimo linguone di sabbia fra mare e delta, sferzato da onde notevoli in quasi solitudine. Il giro prevede anche una sosta in un ristorante per un pranzo o una bevuta. E’ un bel tour non indimenticabile, ma piacevole. Parnaiba merita un viaggio però per i granchi. Da Porto Barcas in 10 minuti a piedi si raggiunge la beira do rio (lungofiume), uscita a sin, via principale, supermercato, seconda a sinistra, dritto fino al lungofiume, qui c’è il ristorante La Barca, Av Naçoes Unidas, dove il piatto principale sono i famosi granchi del rio. Di media grandezza quattro per 10 real, serviti con tanto di martello e pietra per romperli, una bontà. Da provare anche la torta di carangueno, tortino di polpa di granchio, circa un kg per una cinquantina di bestie sgusciate, impastato con spezie, patate, piselli e copertura d’uovo, un ‘ora d’attesa da passarsi con antipasto d’ostriche. Assolutamente consigliato. Se torno sosto solo per rifarmi un giro di crostacei.
Da Parnaiba prendiamo un taxi che, con un prezzo ragionevole, ci porta a Camoçin. C’è un comodo pulmann alla mattina presto, per noi esaurito, il consiglio naturalmente è prendere i biglietti in anticipo, ma qui il turismo langue ed è tutto piuttosto a buon mercato, pure il taxi. L’autista via telefono ci prenota gentilmente anche il posto sul toyota per Jericoacoara.
CAMOCIN è una vivace cittadina con un bel mercato, uno dei pochissimi visti in Brasile e con colorato porto di pescherecci sul lungofiume. Spenderci un paio d’ore in attesa del trasporto merita di sicuro. Da Camoçin si traghetta ed in breve si raggiunge la spiaggia per una corsa fino Jerico tutta sul bagnasciuga. Il tratto di strada è molto bello ed è lo stesso che viene pubblicizzato nei depliant turistici delle dune buggy. E’ praticamente spiaggia selvaggia e deserta con pochi insediamenti di minime dimensioni e qualche baracca di pescatori. JERICOACOARA Alloggiamo alla pousada Port du Sol leggermente fuori dal centro, 5 min a piedi, a due passi dalla grande duna e dalla spiaggia. Tranquilla, spartana ma dignitosa, equipaggiata delle dovute amache, personale gentile e molto rilassato, consigliata. Anche qui c’è molta disponibilità e pur essendo una località di richiamo non c’è una massa di gente. Jerico, giace sulla costa senza strade d’accesso e solo vie di sabbia, è un luogo particolare, informale e rilassato appena un poco ventoso. La grande duna fa da quinta ad una bella, spiaggia, dove con la bassa marea i pescherecci giacciono dispersi sulla sabbia, i ragazzini si sfidano in mitiche partite di calcio, i pescatori riparano le reti. Nella casa attigua alla pousada abita un conducente di dune buggy, molto comodo. Con lui prendiamo direttamente accordi per le escursioni. Il primo giro è alla Lagoa Azul, verso l’interno, grande laguna dalle acque calde e cristalline. Sui bordi un bar e ristorantino e, grande invenzione, le amache piantate nell’acqua: con una caipirinha in mano la morte sua. Tutto molto bello. Secondo giro a Tatajuba, che è invece sulla costa. Durante il tragitto sosta a Mangue Seco, dove con la modica cifra di 20 real, un omino vi porta in barca su di un rio per vedere i cavallucci marini. Trovato interessante, non li avevo mai visti se non secchi. La laguna, circondata da dune, è un’altro posto decisamente bello. Le attività sono le stesse, svaccarsi nell’acqua, demolirsi di caipirinhe, farsi una grigliata di pesce e, qui a differenza dell’Azul, passeggiare sulle dune. Le due gite sono attorno ai 50 real a buggy pieno. L’autista vicino di casaè una comodità, basta dirgli di passare appena ha trovato altri due turisti per ragazzo è simpatico ed affidabile, lo consiglio. Altra attrattiva di Jerico è la Pedra Forada, sulla costa verso sud, raggiungibile a piedi per comodo sentiero in un’oretta circa o con il per modica cifra, 20/25 real. Noi si va a cavallo causa ematoma. La famosa Pedra è un arco di roccia dove all’interno urla e biancheggia il mare, sempre abbastanza incazzato essendo il tratto di costa sottovento. Per fotografare l’arco meglio la mattina che è illuminato, al pom è controluce ma decisamente più bello il luogo in generale. Pare che il sole al tramonto sia al centro dell’arco, non ho visto ma riporto. I cavalloni qui sono notevoli ed il bagno è un piacere piuttosto faticoso ed anche un po’ pericoloso, ma con attenzione è uno spasso.
Altre attività di Jerico sono, principalmente il Kite surf, vero paradiso per gli appassionati, l’equitazione con un maneggio (davanti alla pousada) molto frequentato. Naturalmente il wind surf ed il surf e basta. La spiaggia infatti ha uno sfondo di vele e tavole che sfrecciano a manetta e compiono evoluzioni oltre che rovinose cadute. Naturalmente scuole per tutti i gusti.
La CAPOEIRA. Lotta/danza d’origine africana fatta di movimenti atletici ed armonici eseguita da due danzatori che si “affrontano” all’interno di un cerchio di persone detto “Roda”, il tutto al ritmo di percussioni, berimbou e cantilene. A Jerico sono generalmente mulatti dai muscoli scolpiti e la roda sono turiste assatanate. Battute a parte, l’esibizione serale, da parte del, diciamo, corpo di ballo, sulla spiaggia dal tramonto all’ora di cena è uno dei momenti migliori di Jerico. A me è piaciuta molto, alla mia compagna non parliamone. Jerico è un luogo molto sanguigno, meno caro delle spiagge a sud, con tutte le comodità del turismo ma senza essere ancora inglobato dal turismo di massa. Manca la banca, stranamente non ancora presente. La banca più vicina è a Gijoca, 24 km di distanza. Se restate a secco di contante, un modo per raggiungere la banca senza perdere tempo e soldi è chiedere al vostro autista di portarvi durante la gita alla laguna Azul, la quale è abbastanza vicina. “Se mi fai prelevare ti pago” è un ottimo modo per convincerlo. Straconsigliata per la cena è la pescheria ristorante posta in una delle vie trasversali alla Rua Principal, facile da trovare, ha i tavolini in mezzo alla strada. Ci si sceglie il pesce, te lo pesano e cacciano sulla griglia a carbonella, semplice semplice. Mitico. L’ammazzacaffè lo si fa alla fine della via principal dove simpatici carrettini attrezzati di tutto punto producono coctail a 3 real, ottimi ed abbondanti in alcool, tanto che una sera perdiamo pure le scarpe. In conclusione Jerico ci è piaciuta molto.
Da Jerico contrattiamo un trasporto presso un agenzia, via strada asfaltata per Fortaleza. La si può raggiungere anche via spiaggia in circa 8 ore e 200 real. Qui acquistiamo al volo il biglietto per Natal ma abbiamo mezza giornata da spendere.
FORTALEZA All’andata abbiamo passato una notte e una mattina ora un pomeriggio.
Pernottammo al Backpacker frequentato da giovani, appunto io (e vabbé), a basso costo, molto spartano, ottimo se si vuole spendere proprio poco altrimenti evitate. Fortaleza è una città orrenda. All’andata facciamo un giro alla playa de Iracema e sinceramente la si può proprio evitare. Al ritorno invece andiamo alla playa do Futuro, sembra di stare a Viserbella ma la spiaggia è lunghissima e bella, sopratutto animata da villeggianti brasiliani. Vi si affacciano parecchi locali dove si mangia, si sente musica dal vivo e si balla. Ci fermiamo in uno, grande, molto popolare e ci divertiamo una cifra. Alla fine si rivelerà un’ottima sosta. A sera partiamo con un bellissimo e comodissimo pulmann dai morbidi sedili, quasi letti per Natal. A vedere i locali che si siedono e tirano fuori il maglione di lana e la coperta di pile mi insospettisco, infatti da li a poco siamo quasi sotto zero. Fortuna che viaggiando con uno zaino piccolo lo si può ficcare nel portaoggetti a portata di mano, così tiriamo fuori tutto il possibile da indossare, dal k-way al saccolenzuolo. E’ prassi tenere l’aria condizionata su temperature artiche quindi è bene premunirsi di qualche capo più pesante assolutamente inutile per il resto del nordeste. Da Natal prendiamo al volo il pulmino per Pipa, avendo qualche giorno da spendere prima del aereo per Noronha. Pensavamo di spenderli a Canoa Quebrada, altri viaggiatori ci consigliano Pipa, scelta azzeccata.
PIPA è decisamente più accessibile e quindi più turistica rispetto a Jerico anche se siamo distanti dall’idea di “ressa” europea, oltre che più cara. In effetti Pipa merita la sua fama, ha una serie di spiagge stupende, in particolare la spiaggia Dos Golfinos, chiusa alle spalle dalla falesia arancione, dove alla mattina, i delfini nuotano e saltano quasi sul bagnasciuga, spettacolo entusiasmante. Unico neo che ad una certa ora la marea chiude il passaggio e bisogna tornare o cambiare spiaggia. Il Refugio ecologico, raggiungibile comodamente con il minibus pubblico, permette una bella passeggiata in un tratto di foresta costiera protetta, belle viste dai cliffs, da un punto panoramico si osservano le tartarughe marine. Facciamo anche un giro a Tibau do Sul per vedere la grande laguna ed i bellissimi spiaggioni lungo quel tratto di costa. Infiniti ma più esposti al vento di quelli di Pipa, decisamente più protetti e facilmente balneabili. Merita una sosta la chopperia, simpatico barettino, situato più o meno alla fine della via principale verso il mare per assaggiare le ostriche della laguna, piccole ma gustose. Fermata bus proprio davanti.
Sia Pipa, che è la principale, che Tibau e parecchie altre località sulla costa hanno decine di pousadas, bar, ristoranti, bancomat, tour operator per giri e trasferimenti in buggy, gite in barca ecc. Qui c’è tutto insomma. Pernottiamo alla Pousada da Pipa, in ottima posizione, belle amache, decisamente piacevole, ottimo rapporto qualità prezzo, consigliata. A Pipa c’è una disponibilità enorme per tutti i gusti e tasche, fuori dalle vacanze brasiliane non serve prenotare.
Ci ritrasferiamo a NATAL giusto a tempo per prendere l’aereo per Noronha, ATR 42, volo su un mare azzurro, verde e blu, già promette bene.
FERNANDO DE NORONHA. Forse non è il paradiso ma ci andiamo vicino. Non è un’isola “caraibica”, è molto più oceanica, ma 3 su 4 delle più belle spiagge della classifica brasiliana sono qui. Dominata dal Morro do Pico, lunga circa 10 km offre nella sua parte sopravento una serie di spiagge meravigliose e mare cristallino, nella parte sottovento panorami aspri, quasi bretoni ed onde anomale. Mano al portafoglio, qui è tutto decisamente più caro, ma il sacrificio vale, la bellezza del posto ripaga di tutto. Non ci sono resort galattici e tantomeno, grazie a Dio, bungalow sul mare, pochi ristoranti, assenti i negozi di souvenir, solo le pousadas abbondano. Essendo parco ad entrata limitata non troverete mai pienoni, noi ci siamo goduti bagni e spiagge spesso in solitudine. E’ l’unico luogo del nostro viaggio pianificato, qui di seguito due consigli.
Come arrivare. Ci sono voli da Natal, più vicino ed economico e da Recife almeno un paio di volte al giorno. Comprare il biglietto il prima possibile, le tariffe scontate volano via e man mano i costi aumentano. Trovato gente che in loco ha pagato sugli 800,00 € A/R, io già due mesi prima ho fatto fatica a stare sui 300,00 €. Comprati su Expedia. I voli sono Trip http://www.voetrip.com.br e Gol www.voegol.com.br ma possono essere emessi biglietti anche dalla TAM ma se possibile evitate l’emissione Tam. Non c’è altro modo d’arrivare se non possedete una barca propria ed anche così non so se vi lasciano attraccare.
Pernottamento. Non so se per problemi di linea ma delle mail spedite alle varie pousadas mi hanno risposto in pochi, ho scelto l’Alamoa, media categoria, piccola, tranquilla, il proprietario parla inglese (volentieri), molto ben gestita. Vicina al centro storico di Villa Dos Remedios. Nonostante però da quello che appare e si dice è assolutamente possibile comprare il volo e cercarsi una pousada in loco, ce ne sono di più economiche, ma anche di decisamente più care, noi pagammo, ma non ricordo bene, sui 150 real al giorno.
Un bus percorre l’isola avanti ed indietro fermando all’inizio degli sterrati che conducono alle spiagge, da li si cammina, a seconda, per qualche centinaio di metri fino a 2/3 km, altrimenti si noleggia la buggy a circa 100/150 real al giorno, turisti scemi naturalmente noleggiamo, ma se ne può fare tranquillamente a meno. Restiamo pure a secco di benzina ed il paziente gestore ci viene a recuperare. Le attività si possono prenotare o nelle agenzie, noi abbiamo usato la Blue Marlin sulla strada per il centro di Villa, efficiente. Oppure direttamente con la pousada, non cambia nulla. In centro Villa c’è un ottimo diving center per gli appassionati. Io non mi immergo, ma ho sentito commenti entusiastici riguardo alle immersioni.
Il giro in barca: Ti portano da un capo all’altro dell’isola in modo abbastanza veloce con una sosta alla baia do Sancho per lo snorkelling. Niente di trascendentale se non che la barca è seguita da schiere di delfini e le fregate volano fino al ponte. La baia è raggiungibile anche via terra, lo snorkel merita.
Trek di Atalaia; da farsi con agenzia in quanto non è permesso andare da soli causa parco. Si può fare solo fino alle pozze di Atalaia o proseguire lungo la costa sud est in circa 4 ore di percorso circolare, naturalmente consigliato il giro completo, in piano, facile, solo una parte sassosa, ma nulla di problematico. Le pozze di Atalaia sono piscine poco profonde scavate nella roccia dove il ricambio d’acqua è dato dalle onde e da pertugi sottomarini. Praticamente un acquario naturale, con pesci colorati e una quantità di murene. Durata consentita dello snokel mezz’ora, poco, fosse per me sarei ancora lì. Il sentiero prosegue poi in un paesaggio tipo scozia se non fosse per i cactus. Si incontrano altre pozze, meno eclatanti di quelle di Atalaia. La costa è più rocciosa ed il mare potente, il tutto decisamente bello. Spettacolari gli uccelli che si cibano di pesci e granchi sugli scogli piatti fra onde giganti. Fine escursioni organizzate.Villa dos Remedios: Carina, chiesa e comune colorati, strada ciottolata, nella discesa imperdibile la tapiocaria senza porta. Appena sotto, passando per la fonte la prima spiaggia:Essendo la più comoda e vicina al centro passa per la spiaggia meno in dell’isola. In realtà è una meraviglia, difesa dai venti dalla rupe che ospita le rovine di un forte, offre acqua calma e limpida. Le razze ti nuotano fra i piedi (giuro) ed i pesci si ammirano con una caipirinha in mano.Risalendo verso ovest c’è una serie di notevoli spiagge, spesso deserte, Conceiçao, Boldrò, Bodre, Cacimba do Padre, una più bella dell’altra.Simbolo però di Noronha è la Baia dos Porcos, piccola meravigliosa spiaggia chiusa fra le rocce, una vera chicca. Qui si può fare snorkeling a pochi metri dalla sabbia, gli alberi a monte sono pieni di uccelli bianchi, un luogo idilliaco. Simpatiche le centomila lucertole e le procavie.Oltre c’è la Baia do Sancio, raggiungibile via terra tramite una scaletta di legno in uno stretto simpatico passaggio fra le rocce. E’ una spiaggia bellissima e miglior punto per lo snorkel dell’isola.Oltre ancora c’è la Baia dos Golfinos, dove a mattina presto, ma proprio presto si avvistano i delfini. Quindi noi non ci siamo stati.Baia do Leao: Più esposta al vento questa spiaggia a sud est offre una possibilità straordinaria: nuotare con le tartarughe. Ci proviamo due volte, ma causa mareggiata non c’è visibilità, la terza ci ripaga. Nuotiamo fianco a fianco ad un grosso esemplare a lungo finché elegantemente non ci manda a stendere. Ne avvistiamo molti altri, persino a gruppi di 5 o più. Avvistiamo anche gli squali, oltre che pesci vari. Obbligo di immergersi con il giubbetto salvagente noleggiabile in loco a 10 real. Le tartarughe ci sono sempre, meglio la mattina. Indimenticabile. Da sola vale il viaggio.Naturalmente si possono fare camminate sia sulle spiagge che nei sentieri un po’ più all’interno senza problemi. Unico neo dell’isola sono i ristoranti. Essendo pochi e senza una vera e propria concorrenza non si sprecano più di tanto. Tutti mediocri quelli provati da noi ed in più danno pure porzioni scarse a prezzi salati. Un piatto unico con una birra ed un dolce supera spesso i 120 real. Paradossalmente il migliore provato è il self service al kilo, sito sulla ruta principale venendo da Villa, a destra. Almeno le porzioni uno se le fa e prende ciò che più gli aggrada. ‘nsomma, pancia piena.
In conclusione la visita di Noronha vale la spesa e le formalità d’ingresso compresa la tassa ecologica piuttosto salata. Se riuscite a pagarla in anticipo via internet vi risparmiate la coda, io ci provai ma senza riuscirci. Per godersi un po’ l’isola servono almeno 4 giorni ma si va via con un senso d’angosciosa voglia di restare.
Causa orari coincidenze voli passiamo una notte a NATAL .Meno brutta di Fortaleza, un po’ più ariosa e decisamente più piccola. I turisti solitamente si fermano a Ponta Negra dove c’è la grande duna cespugliosa, protetta e inibita al calpestamento, unico residuo della vegetazione costiera originaria. Alloggiamo all’Hotel Enseada, piuttosto anonimo ma in buona posizione vicino al mare e comunque confortevole, circa 80 real. Il lungomare di Natal è molto lungo, carino con un bel paseo pieno di negozietti decisamenteeconomici rispetto a Pipa ed alle località più turistiche della costa. Certo, se non ci si ferma per forza, Natal si può anche saltare a pié pari, ma ha un buon ristorante: il Camaroes, ben visibile dall’Avenida Eng Roberto Freire, la strada principale a monte del lungomare, al n° 2610, quasi lussuoso spendiamo la metà che a Noronha strafogandoci di frutti di mare. Degno di nota l’ammazzacaffè, barilotto di alcool denaturato fai da te posto all’uscita. Avendo qualche ora da spendere ancora prendiamo il pulmino ed andiamo a PIRENGI, altra spiaggia, grande ma non particolarmente degna di nota. A parte la visita all’albero di Acajù più grande del mondo, 500 mt circonferenza, e le scimmiette bianche e nere che ivi vivono non c’è molto da fare. Qui ci facciamo gli ultimi gamberi, ottimi, in un baracchino sulla spiaggia, ultimo bagno e finisce il giro.
Alla fine è un viaggio semplice, senza grandi disagi, che conduce facilmente al relax se non allo svacco totale, con paesaggi costieri veramente belli, aperto, se si vuole, alla ricerca di molte altre località e spiagge misconosciute e deserte. I Lençois sono una meraviglia della natura, finchè non verranno scoperti dalla massa dei turisti, ancora non ci sono villaggi valtur in giro, un vero paradiso. A parte Fortaleza, che, se non si devono fare soste tecniche si può tranquillamente evitare, è un viaggio sicuro, distante dalle voci sul Brasile violento. Non abbiamo incontrato nessuno che ci molestasse in qualche modo, pochi anche i vù cumprà e nemmeno molto insistenti. Nessun tentativo di truffa e corretti anche tutti quelli con cui abbiamo contrattato, dai gestori di pousadas, alle agenzie, ai driver di buggy e, udite udite, siamo stati molto contenti anche dei tassisti, corretti nelle tariffe e puntuali, anche troppo, negli appuntamenti. Sconsiglio di utilizzare pacchetti preconfezionati decisamente alti nei costi e che non lasciano spazio all’estro del momento, Se non avete grande esperienza di viaggi fai da te è un buon luogo per iniziare a patto di lasciare a casa il phon e la valigia rigida.
NOTE:
EDT BRASILE: Inutile e fatta male. La peggiore trovata fino ad ora. Abbiamo consultato quella degli amici francesi, decisamente più particolareggiata ed utile. Ho dato uno sguardo alla Rough e non mi è parsa meglio, dei Lençois non ne parla. Speriamo che continuino a non parlarne:
ZANZARE: Dopo un estate passata con le autoctone tigre padane a quelle brasiliane c’eravamo quasi affezionati e pensavamo di spedirgli una cartolina di saluti.
LA LINGUA: Il portoghese non è così facile come si può pensare e l’inglese non lo parla quasi nessuno. Ma non è un grosso problema.
CLIMA: Dal torrido al caldo. Scendendo verso sud ad agosto si va verso il freddo. A Rio c’erano una decina di gradi. Fino a Fortaleza basta una felpa per la sera ed un k-way per gli decisamente forti. Le infradito compratele là. Pulmann e banche hanno però temperature da ibernazione.
TAP PORTUGAL: Ce ne avevano parlato male di questa compagnia ma non possiamo dire nulla di negativo ed era la più economica.
SICUREZZA: Ne parlo sopra abbondantemente, aggiungo solo che a Noronha la sicurezza è totale.
Un ringraziamento a Bea da “Cisonostato/forum” per la preziosa dritta di Santo Amaro.
Ed un saluto a tutti gli occasionali compagni di viaggio: l’insegnante nomade stordita, la ragazza romagnola, ma dove ti nascondevi a prendere il sole in topless? I ragazzi napoletani in cerca della pousada da comprare, gli efficentissimi francesi dai quali, indolent,i ci siamo fatti trainare, i baschi che abbiamo amorevolmente curato, la tosta ragazzina francese solitaria, gli ebrei che hanno scassato il ginocchio ad Anna e tutti gli altri…..
Per informazioni contattatemi pure alla mail: pipot-pipot@virgilio.it
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