Dal Cairo ad Assuan

Penso di partire per l’Egitto in un viaggio fuori dagli schemi tradizionali e ricevo una proposta che mi soddisfa appieno. Un bel gruppetto di persone appassionate come me in origine 14, poi ridotti a soli 4 per defezioni varie. I 4 temerari, che per riservatezza chiamerò Paolo, Chantal, Salvatore e Margit si organizzano e finalmente il 31...
Scritto da: saldiperi
dal cairo ad assuan
Partenza il: 31/08/2007
Ritorno il: 10/09/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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Penso di partire per l’Egitto in un viaggio fuori dagli schemi tradizionali e ricevo una proposta che mi soddisfa appieno. Un bel gruppetto di persone appassionate come me in origine 14, poi ridotti a soli 4 per defezioni varie. I 4 temerari, che per riservatezza chiamerò Paolo, Chantal, Salvatore e Margit si organizzano e finalmente il 31 agosto si parte! Appuntamento a Roma, imbarco alle ore 09,10.

Mi imbarco con la mogliuzza e non vedo i miei compagni di viaggio…Non li vedo neanche dopo 15 minuti con l’imbarco quasi finito. Che succede? Altre defezioni? Urca siamo solo noi due? Mi sento un po’ perso anche perché il Paolo ha organizzato tutto con una corrispondente in Egitto e quindi se arrivo da solo dove vado? Ad un minuto dalla chiusura del portello ecco arrivare gli altri due con aria sorniona, tranquilla, come se il tempo non scorresse. Naturalmente con molta gentilezza e con un senso di liberazione lo apostrofo: “Uhè Paulin, cus’è il letto era troppo morbido?”. Delicatamente e ad alta voce in modo che sentano anche i passeggeri del posto 54, nonché le hostess in fondo. I due se la sorridono fra di loro e il Paolo pensa a fumettone: “Ecco, il solito Salvatore, casinaro e rompi…”. Non si accorgono degli sguardi degli altri passeggeri: ironia mista ad incavolatura poiché si aspettava loro per partire. Si vola.

Due ore e mezza e finalmente il Cairo! Dai sbrighiamoci a prendere le valige che la guida ci aspetta fuori…Le nostre arrivano e quelle di Paolo e Chantal…NO! Si sono imbarcati tardi? Le loro valige sono nel volo dell’indomani. Perdiamo un po’ di tempo per qualche formalità valigiara e per i visti e poi fuori con appena 40° all’ombra. Differenza di temperatura fra Palermo e Cairo? Nessuna. Noi siculi siamo temprati.

Macchina ed Albergo.

Bella camera, entro nel bagno e…Prima curiosità; la prima di una serie che vi racconterò. Nel water, ma proprio dentro, c’è un beccuccio metallico ricurvo all’insù, un po’ sinistro, collegato ad un tubo esterno dell’acqua. Ci penso per un po’ e a fatica mi convinco (dopo essermi consultato con la mogliuzza) che si tratta del BIDET. Come dire: prendi due e paghi uno! Lascio alla vostra fantasia la spiegazione di come possa venire usato questo doppio aggeggio, con una considerazione: nel momento topico mi dovrò concentrare per tenermi bene sul bordo, non vorrei farmi male… L’organizzazione prevede che i nostri spostamenti avvengano con un pulmino, via terra, con autista e guida. Il nostro autista si chiama Sam (diminuitivo di che? Ce lo siamo chiesti per tutto il viaggio) e la nostra guida Aziz un nubiano alto 1 metro e 90, un bestione tanto calmo quanto deciso quando contratterà per noi. Col tempo si rivelerà una bravissima persona, in gamba, con un buon carattere e molto deciso.

C’erano delle mattine che mi aspettavo di vederlo arrivare col gonnellino, arco in mano, faretra e frecce a chiedermi: “Quale occhio del nemico vuoi che io centri per ucciderlo?” Inizia così il 31 di agosto il nostro giro, con in mente le meraviglie che ci aspettano.

Di seguito vi elencherò i luoghi che abbiamo visitato senza starli a descrivere, qualunque guida farebbe senz’altro meglio di me; mi lascio solo qualche piccolo spazio, qua e la per qualche curiosità.

Un consiglio: se fate questo tipo di viaggio non lesinate l’acqua. Compratene a barili e bevete, tanto. Io e mogliuzza consumavamo una media di 3-4 litri a testa e questo solo durante le nostre passeggiate.

31 agosto – pomeriggio Non siamo tipi da albergo e letto. Non in Egitto. Siamo arrivati alle 14 e alle 15,30 ci siamo fiondati al Museo del Cairo per una bella visitina comprensiva di quelle mummie che il viaggio prima avevo saltato per la fretta. Abbiamo visto il sarcofago di Akhenaton e il macchinario della Siemens che serve per lo scan alle mummie.

E’ sempre un’emozione entrare in questo Museo che raccoglie reperti bellissimi e provenienti da tutto l’Egitto, papiri stupendi (anche se li metterei più in basso), le oche di Meidum …Ragazzi sempre emozionante vederle, sembrano dipinte da poco.

E… una cosa strana che mi accompagnerà tutto il viaggio: non so dove guardare prima, cosa ammirare e cosa commentare. Mentre Paolo parla il mio sguardo va altrove e ammira meraviglie su meraviglie. Mi sento come un bambino in un negozio di leccornie. Mi dicono che l’Egitto da questa sensazione, come di smarrimento; mi sento piccolo se mi confronto con tanta grandezza.

1 settembre Piana di Giza, Piramidi, Sfinge, Museo della Barca Solare, giro fra le mastabe tutte chiuse. Poi Saqqara: Museo di Imhotep (inaugurato ad aprile di quest’anno), e le seguenti mastabe: Ti, Ptahotep, Kagemni, Mereruka. Inoltre la tomba degli uccelli, dei due fratelli e dei macellai nel settore di Unas.

Nella piana di Saqqara veniamo accompagnati da due amici “disinteressati” con cammello che si chiama Sam come il nostro autista. Naturalmente lo sfottò è d’obbligo accompagnato da 10 minuti di risate.

Al museo della Barca entro da solo…Me la godo in pace e quasi in silenzio, poca gente a disturbare. Non è un curiosità da molti. Mi soffermo a guardare le legature, il piano, i remi, la poppa e la prua e mi meraviglio di tanta maestria e di tanta precisione degli incastri; falegnami abilissimi che con i soli pochi mezzi a disposizione hanno costruito un’opera d’arte.

1 settembre pomeriggio In viaggio per El Minya. Arrivo in serata in Albergo. Durante il viaggio abbiamo fatto una sosta in una modernissima stazione di servizio (consigliata dall’autista Sam) che sembrava uscita da una guerra mondiale. All’uscita la tentazione è stata quella di prendere a bastonate Sam, seppellirlo fino alla gola e lasciarlo lì a pensare al suo domani. Invece lo abbiamo accettato di nuovo e lui per ringraziarci ci ha deliziati per tre ore con musica araba di quella lentissima, cadenzata, sempre uguale. Sam e Aziz seguivano la musica con una danza delle mani molto carina; noi dopo tre secondi netti russavamo profondamente. Paolo con il capo all’indietro e a bocca aperta.

In un momento di lucidità e per sentirci ancora vivi e italiani ho inscenato una finta lite con Paolo talmente realistica che i nostri accompagnatori si sono preoccupati e stavano fermando il mezzo per separarci….

Arriviamo ad El Minya e delle valige perse al Cairo…Neanche l’ombra. Io e mogliuzza decidiamo pietosamente di prestare qualcosa ai due disagiati. Veramente i disagiati siamo noi visto che i due vestono gli stessi indumenti da due giorni…..

Dovete sapere che le due coppie sono inversamente proporzionali. Io vesto una taglia inferiore a quella di Paolo, mentre è Chantal ad avere una taglia inferiore a Margit. Quindi io cerco fra i miei indumenti qualcosa di largo e Margit cerca qualcosa di piccolo. Riusciamo, anche se ho i miei dubbi che Paolo stia dentro agli indumenti che gli sto prestando. Per loro grande fortuna l’indomani mattina, prestissimo, le valige arrivano in albergo e i due ritrovano i loro averi e noi finalmente possiamo respirare liberamente…..

2 settembre Visita alle tombe di Beni Hassan, di Gebel el Kom, nelle cui vicinanze c’è un enorme cimitero dove sono inumati sia islamici che cristiani, una cosa particolare veramente. Abbiamo visto anche una piramide, risalente alla terza dinastia, che sembra essere la prima costruita a parete liscia, come quella di Cheope, e visto che generalmente si pensa che sia quella di Djoser la prima piramide costruita in assoluto e che la piramide a parete liscia sia un’evoluzione di quella a gradoni…Se fosse provato che quella fu costruita prima di Djoser…Ci sarebbe di che discutere tra gli studiosi e non . Gli scavi e gli studi sono ancora in corso. A Tuna El Gebel abbiamo visitato la tomba di Petosiri e quella di Isadora (con mummia in loco e un forte odore di conservante). Continuiamo con le catacombe degli Ibis. All’inizio eravamo al buio completo perché i guardiani non trovavano il sistema per far partire il gruppo elettrogeno e si andava avanti a tentoni e accendendo dei pezzi di carta per non cadere in qualche pozzo. Veramente particolare l’atmosfera che si respirava. Ombre, sussurri e la sensazione di sentirsi fuori dal tempo.

All’improvviso si accende la luce e posiamo ammirare l’intrico di corridoi e i numerosissimi loculi nei quali venivano deposti gli ibis imbalsamati. Piccoli sarcofagi di granito, tantissime giare di cui alcune spezzate che lasciavano intravedere un ossicino qua e la ed infine la chicca: un ibis imbalsamato ancora perfettamente conservato. Una visita particolare e molto interessante al pozzo di El Sakiya, profondo settanta metri ed enorme. Le scale che conducono al pozzo adesso sono illuminate artificialmente, ma in epoca antica la luce filtrava dal pozzo stesso attraverso dei buchi squadrati che, ogni due o tre gradini, ti permettevano di vedere dove mettevi i piedi. Ingegnoso.

Appena fuori dal sito una visitina alla stele confinaria di Akhenaton è d’obbligo, non vi pare? Una lunga scalinata per ammirare questa enorme opera d’arte.

Poi, per finire, le Fraser Tombs. Di pomeriggio una piccola sosta e la sera cena su di un battello ormeggiato sul Nilo.

3 settembre Museo di Mallawi e Amarna! Abbiamo visitato la tomba di Akhenaton o meglio quella a lui attribuita e le tombe dei funzionari: Ahmose, Merira, Bentu (Medico Reale) e Anhesy. Suggestiva la visita alla tomba di Akhenaton: si trova in fondo al wadi, ma proprio alla fine dove non c’è più spazio per far passare un veicolo ma sufficiente per l’acqua. Quella che nei tempi passati ha rovinato la tomba. Dove non è arrivata l’acqua ci ha pensato la furia iconoclasta dei suoi successori.

Ed è un peccato perché quello che è rimasto è veramente splendido da vedere, per tratto, disegno, colore. Veramente innovativo per i canoni egizi del tempo. La rivoluzione dell’arte armaniana l’abbiamo toccata con mano o meglio con gli occhi.

Devo dire che, anche se non sono uno sfegatato ammiratore di Akhenaton, la sua tomba mi ha dato delle sensazioni diverse dalle altre. Probabilmente era un folle per la sua epoca, un visionario o un precursore, non sappiamo, ma li dentro avvertivo ammirazione mista a rispetto. Non so spiegarmi perchè. Forse l’ammirazione e lo stupore per quello che rimane dei dipinti e dei geroglifici, la disposizione delle stanze della tomba, la rabbia di vedere il Faraone e Nefertiti scalpellati dai muri, non so descriverlo.

A questo punto una visita alla stele “U” di Akhenaton potevamo perderla io e Paolo? No di certo; una bella sgroppata, lui ed io, e siamo in cima. Che meraviglia ragazzi! Verso le ore 17,30 partenza verso Luxor. Abbiamo deciso di sostare sulla West Bank a Gourna. Dall’albergo (il Ramses) si vede il tempio di Luxor aldilà del Nilo.

Una curiosità: durante il viaggio abbiamo notato che tutti i veicoli procedevano senza fari accesi!! Chiediamo lumi. La risposta: le lampadine costano carissime e le risparmiamo. Perdincibacco! Per fortuna che le strade sono sempre un po’ illuminate e i veicoli in senso contrario si vedono. Si vedono? Io noto che Sam quando da lontano gli sembra di vedere la sagoma di un veicolo lampeggia un paio di volte. Lo stesso fa l’altro autista e tutto procede.

Lo stile di guida è, come dire, libero? Spensierato? I sorpassi NON si fanno quando l’altra carreggiata è libera, ma quando è occupata da un veicolo e soprattutto quando è molto vicino. All’ultimo secondo una lampeggiata, una sterzata e via!! Stringiamo i denti e ogni tanto ci lasciamo sfuggire un sibilo di paura che ad un certo punto fa incazzare Sam. “I am the driver. Don’t worry, be happy” ci dice. Eccerto come se fosse facile.

4 settembre Naturalmente, visita a Karnak e Luxor e la sera visitona al Museo di Luxor, aperto fino alle 22,00.

Curiosità: a Karnak ci avviamo verso il lago sacro e di fianco ad esso, sul piazzale invaso da bancarelle, c’è un enorme scarabeo di Amenhotep III su di un piedistallo. I nostri occhi vengono attratti da un movimento strano. Guardiamo meglio. Un gruppone di turisti alti e biondi (e arrostiti dal sole) fanno il girotondo intorno allo scarabeo!! Qualcuno deve aver loro detto che porta bene o fa vincere alla lotteria.

Cominciano i più esperti (3 o 4) che vengono presto seguiti da almeno altre 25-30 persone. Io e Paolo ci guardiamo…Non sappiamo se ridere o piangere. O tutte e due le cose.

5 settembre Visitiamo il tempio e il Museo di Merenptah e vediamo la Stele d’Israele. O meglio una sua riproduzione, l’originale è al Cairo, ma questa è suggestiva lo stesso, credetemi.

Visitiamo le Tombe Tebane di Qurna fra le quali quella di Nakht, Ramose, Sennefer (o tomba dei vigneti).

La tomba di Sennefer è veramente stupenda, i dipinti si sono conservati benissimo, i colori sono accesi, le figure ben proporzionate, sembrano muoversi, e il tetto…L’idea dello scultore di non appiattirlo ma di lasciarlo con i movimenti naturali della roccia…Signori, vera maestria. Sembra un vero pergolato dal quale puoi raccogliere il grappolo che ti piace di più. Molte tombe tebane della zona sono veramente trattate male… sacchetti di immondizia fino a metà porta sulla quale non compare neanche il nome del proprietario.

E’ questo il modo di rispettare questo luogo? Io non credo. Non è possibile.

Veniamo accompagnati da tre bambini fra i quali ne spicca una veramente bella, da grande potrebbe fare la modella. All’uscita di una tomba i bambini sono lievitati…Adesso sono in sette. Segue distribuzione di mance, cappellini e matite. Una di loro, più tenace, non demorde, vuole vendere per forza una bambolina fatta di pezze. Rifiutiamo decisamente, sembra una bambolina woodoo. Segue la visita al Ramesseum e infine Deir El Bahari da Hatshepsut! 6 settembre Che bello festeggiare così il mio compleanno! Altro che festa, cotillons, trombette e torta! Durante il giorno visita alla Valle dei Re e delle Regine nonché Medinet Habu.

Fra le tre tombe consentite, naturalmente, una visita a quella del mio prediletto è d’obbligo. Una lunga scalinata fra due muri di roccia e davanti a noi si apre l’ingresso della tomba di Tuthmosis III… Entriamo ed ammiriamo. Si scende e si entra nella sala del sarcofago. Giro gli occhi intorno per rendermi conto della forma a cartiglio, mi soffermo a guardare la decorazione della tomba che conosco dai libri, mi avvicino per guardarli meglio e li trovo stupendi.

Diversamente stupendi dagli altri dipinti tombali, diciamo classici, una rarità, unica. Si vede persino il tratto del pennello usato per disegnare le figure stilizzate. Poi in ammirazione davanti il sarcofago, davanti al quale mi soffermo un po’ a pensare.

Penso al grand’uomo che ha contenuto e alla sua vita. Uscendo i muri esterni mi incuriosiscono e ci batto su con le nocche. Suonano…Vuoto! Mi lascio andare a commenti su come gli antichi artigiani abbiano individuato la direzione in cui scavare. La Valle delle Regine andrebbe valorizzata meglio, è veramente un peccato che venga visitata solo da una decina di appassionati e che ci siano aperte solo tre tombe. Quella di Nefertari manco a parlarne; mi risulta fosse chiusa anche ad aprile.

Faccio una foto al cartello, poi ci tamburello un po’ con le dita e penso ai meravigliosi dipinti che NON stiamo vedendo ma che ricordo, in buona parte, dalle foto che ho visto sui libri. Praticamente faccio una visita virtuale… Per il resto solo buchi anonimi con al massimo una laconica scritta: “Close for restoration”. Ci voleva molto ad aggiungere anche un nome? Ci serve la nostra guida cartacea per sapere cosa stiamo guardando. Corro da una tomba all’altra per sapere e…Rimango deluso! Curiosità: nella tomba di Tutankhamon Paolo conversava con Chantal. “Vedi questo cartiglio?” le dice, si gira e Chantal non c’è più. Abbassa lo sguardo e la ritrova fra il muro e il pavimento dove era caduta. Col naso in aria è difficile vedere dove si mettono i piedi. Chantal viene recuperata prima che rotoli sotto il pavimento e scompaia per sempre…Inglobata dalla tomba.

7 settembre Altro giorno altra festa. Oggi ricorre il nostro 25° anno di matrimonio. Aver scelto di fare questo viaggio particolare come viaggio di nozze invece della solita festa fra parenti ci convince di aver fatto la scelta giusta; è un viaggio fantastico e i nostri compagni di viaggio lo sono altrettanto. Paolo e Chantal, poi, sono stati dei bravi organizzatori della serata.

Infatti la sera una cena al Sofra, ristorante tipico di Luxor, molto carino e riservato che è stata, gentilmente e carinamente, offerta dai nostri compagni di viaggio. Gli stessi ci hanno anche offerto l’andata e il ritorno dal ristorante in un tipico calesse egiziano. A loro un bacione e un grazie grosso come una casa! Visita ad Abydos e Dendera. A Dendera lascio un po’ del mio DNA sul tetto della cripta mentre sto uscendo. L’emozione di aver visto le “lampade” non mi fa stare attento all’altezza. Una bella testata alla quale seguono le amorevoli cure della mogliuzza con salviettina disinfettante gentilmente donata da Chantal e un paio di bacetti che non fanno mai male.

8 settembre Visita al tempio di Edfu Ci fermiamo un momento ad ammirare il dio Horus sotto forma di falco con la doppia corona. E’ una statua eccezionale. Poi proseguiamo la visita. Ad un certo punto la mogliuzza mi sussurra: “Che bella quella statua! Ma hai visto la gente come la sporca con le mani?”. “Statua, quale?” rispondo. “Quella lì, del pappagallo!”… Continuiamo la vista con il naso all’insù e a bocca aperta per le meraviglie che vediamo.

Proseguiamo per Assuan. La città mi meraviglia; è molto più occidentale di quelle viste finora, più pulita, più ordinata e con il traffico normale e non estremamente caotico.

Ci si dirige verso l’imbarco per File e ne approfittiamo per dare una bella occhiata alla diga, con foto. Come al solito, visto che non mi smentisco mai mi inc…Avolo a pensare al danno provocato dalla stessa, allo spostamento di monumenti e allo spostamento di File stessa! Come si sa il tempio non sorge più sopra l’isola originaria, sommersa da 40 mt. Di acqua…, ma su di un’altra che è stata spianata, mi dice Paolo, con l’esplosivo…No comment.

Malgrado tutto questo, il tempio di File è veramente un luogo particolare e magico. Sembra lontano anni luce dal resto, dal casino dei guardiani che gridano quando parlano, dai muezzin salmodianti e dal traffico. Mi fermo e mi accorgo che respiro ancora un’aria di pace e serenità, una tranquillità unica. E’ un luogo sacro e si sente; guardando le frotte dei turisti che parlano a voce bassa credo che l’atmosfera del luogo condizioni anche loro. La religiosità egizia permea ogni pietra di questo tempio bellissimo. Per non parlare del panorama intorno: semplicemente splendido.

Ad un certo punto una guida spagnola si accorge che Margit ha al collo l’ankh d’oro che le ho fatto forgiare da un artigiano di Palermo e, senza chiederle il permesso, la prende per le spalle e la gira verso i turisti, seduti a semicerchio, spiegando cos’è questo simbolo. Seguono fotografie a non finire, commenti e discussioni. La foto della mogliuzza finirà in una trentina di case spagnole e sarà fatta vedere a centinaia di parenti… Un’occhiata all’ultimo cartiglio e ritorniamo.

Curiosità: faccio in tempo a ricevere un offerta per Margit. Me la comprano per 255 cammelli e 4 stecche di sigarette. Rifiuto decisamente: dove li metto i cammelli a Palermo? Dietro il tempio vediamo due formazioni rocciose sul Nilo che fanno scattare la molla libidinosa del Paolo. “ A cosa assomigliano, secondo te, Sal?” “ A due belle rocce levigate dalla corrente, Paolo, what else?” rispondo.

“Eh no, guarda bene, quella è una donna sott’acqua, spuntano fuori il naso e le tette” Mi prendono le convulsioni a furia di ridere, la gente mi guarda stupita perchè non sanno, come possono? Poi guardo bene e con gli occhi di Paolo e in effetti una certa somiglianza c’è, ma ci vuole una sfrenata fantasia libidinosa per vederci quello che ci vede lui. Mah!

Il barchino ci aspetta per portarci indietro, siamo un po’ giù di morale perché sappiamo che sta finendo la vacanza, adesso si ritorna. Diamo un’ultima occhiata al tempio che si allontana.

Appena sbarcati ci offrono un vestito per Margit ad un prezzo esorbitante. Rifiutiamo e ci avviamo verso il centro della piazza. Ogni tre passi il venditore ci gridava la variazione di prezzo (in diminuzione costante). Me la rido di nascosto. A metà strada il prezzo era sceso di oltre il 70% …Dietrofront! L’abbiamo comprato. Alle ore 18,15 un bel treno ci aspetta per riportarci al Cairo. Cena e colazione serviti da un baffuto addetto al vagone letto.

9 settembre Arriviamo a Giza in mattinata. Aziz e Sam ci aspettano (non vi avevo detto che ci avevano lasciati a Luxor per affidarci ad un altro autista di nome Sayed che di cognome fa Shakespeare…) per portarici ad Al Kalili il mercato del Cairo per un giretto con conseguente acquisto di ricordini. I nostri compagni di viaggio a questo punto ci lasciano; ripartono per Roma. Noi abbiamo ancora un giorno.

Andiamo in albergo e durante il pranzo, guardo dalla finestra e mi accorgo che siamo accanto ad uno zoo…È lo zoo di Giza. Finiamo di mangiare e ci precipitiamo giù con Aziz, è un’altra occasione per fare delle foto. Ne facciamo anche qualcuna veramente unica e particolare: una con due leoncini in braccio e un’altra accanto ad un leone di un anno.

Ha un anno ma è bello grosso, credetemi.

10 settembre Si parte!! La nostra bellissima vacanza è finita. Ritorniamo a casa con gli occhi e il cuore pieni delle cose meravigliose che abbiamo visto. A distanza di qualche giorno, la notte mentre dormo, sono ancora in Egitto. La mogliuzza una mattina mi dice: “Sai che stanotte ero a File?”. Anche lei. E’ il mal d’Egitto, guariremo? Un abbraccio a tutti.

Margit e Salvatore



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