Dai monti al mare: assaggio di Slovenia e Croazia
Così, fedeli ai nostri princìpi che un viaggio si debba godere dall’inizio alla fine, qualche settimana prima inizia una frenetica ma metodica ricerca, tanto sulle riviste che acquistiamo da anni che sul web, con lo scopo di selezionare i luoghi da vedere, le tappe, gli orari, etc. Etc, ovvero di pianificare il viaggio in modo da vivere la vacanza nel tempo e nel modo ottimale rispetto ai giorni dedicata a questa (purtroppo solo una settimana).
Definiamo quindi l’itinerario finale, peraltro abbastanza classico, secondo le seguenti tappe principali: Venezia – parco del Triglav – Bled – Postumia – Predjama – Opatija – Pola – Rovigno – isola di Rab – isola di Krk – Venezia.
Nella descrizione del ns. Viaggio cercheremo (senza riuscirvi) di essere sintetici, e di darvi alcune “dritte” che potrebbero esservi utili.
1° giorno: Venezia-Bovec Nel primo pomeriggio, sbarcati in orario (!!) da Cagliari a Venezia e sbrigate altrettanto velocemente le formalità per il noleggio di una utilitaria, alle 16.30 siamo già in territorio Sloveno al confine di Nova Gorica. Un po’ per la fregola di iniziare il percorso e un po’ fiduciosi per quanto letto, non ci preoccupiamo di cambiare euro in talleri; intuizione più che felice: in Slovenia non solo si accettano euro pur non essendo questa la moneta in corso legale, ma viene onestamente praticata, almeno in tutti i casi in cui ci siamo trovati, la conversione euro-talleri (e viceversa, resto da euro compreso) secondo il valore di riferimento, ovvero 1 euro = 239,6 talleri circa.
L’Isonzo (la Sava in Sloveno) scorre ampio e verde come il territorio adiacente, ora alla nostra sinistra, ora sulla destra. Una prima tappa molto piacevole sarà il sedersi all’aperto, in un bel pomeriggio di sole, a sorseggiare una bibita in una delle pur poche terrazze in legno che si affacciano ai lati del fiume (quella dove ci siamo fermati noi, fresca e stupenda, è alla ns. Sinistra, pochi km dopo il confine).
Nel percorso del tragitto si potrebbe visitare il museo della guerra a Caporetto, ma noi preferiamo continuare, e fermarci ogni tanto per qualche breve sosta per foto e video nel percorso del fiume che ci accompagna per tutto il cammino, come a qualche km prima di Bovec, dove vediamo la cascata di Boka (Slap Boka) e diversi intrepidi che fanno rafting nelle a tratti più che impetuose acque della Sava.
Il nostro hotel a Bovec è ampio ed accogliente; vi è prevista anche la cena e direi meno male: alle 19 si fa tutto buio e si scatena un temporale improvviso che, dato che prosegue con tuoni e fulmini, ci impedisce di sgranchirci le gambe e ci porterà inevitabilmente a letto come le galline.
2° giorno: Bovec-Bled La prima preoccupazione appena svegli è aprire la finestra per vedere che tempo fa: c’è il sole !! Svelti svelti, (non si sa mai che il tempo cambi, siamo in montagna), facciamo da Bovec una prima escursione fuori dal ns. Percorso principale, ovvero sulla strada 203 verso la valle della Koritnica, uno degli ingressi del parco nazionale del Triglav. In pochi km possiamo osservare la fortezza di Kluze (niente di particolare, direi) e qualche km più avanti, l’ingresso della valle con lo sfondo il Triglav, che invece si presta a magnifiche immagini fotografiche.
Tornati indietro a Bovec, prendiamo la 202 che si inoltra nel cuore del parco verso Kraniska Gora, inizialmente in un percorso facile, successivamente fra tornanti in ripida salita e quindi in ripida discesa. Paesaggisticamente parlando, diverse sono le belle soste in questo percorso: a noi in particolare sono piaciute le cascate di Periknic che si trovano nella strada che da Mojstrana si inoltra nella bella valle di Vrata, ed i 2 laghetti alpini proprio prima di Kraniska Gora: un angolo bucolico in cui le montagne si specchiano nelle acque verde-trasparente dei laghi.
Sono già le 14, così che occorre fare una sosta per uno spuntino: prima di Bled, nel paesino di Gorje, troviamo la gostilna Fortuna, piccola trattoria all’aperto dove ristorarci con insalata e carne arrosto per la modica cifra complessiva di 13 euro ! E nel pomeriggio ecco Bled, certamente un gioiello paesaggistico, con il lago, l’isolotto di Blejski Otok con la chiesa dell’Assunzione ed il suo campanile, e il castello, elementi che formano, visti insieme, una perfetta cartolina.
E’ un classico andare in barchetta a remi (pletna) all’isola, visitare la chiesa, far suonare la campana dei desideri e rientrare; noi siamo però costretti a cambiare qualcosa dato che è la festa dell’Assunta, fatto che richiama sull’isolotto centinaia di devoti: niente barchetta a remi (esaurite) ma trasporto su barche, comunque a remi, con una capienza di circa 15 persone (10€ a persona, che ci sono sembrate troppe), niente visita alla chiesa (stracolma di fedeli) e alla sua cappella preromanica, niente tirata della corda della campana (inaccessibile, data la folla) e quindi nessuna speranza di desideri accolti. Tuttavia questa breve gita è imperdibile, specialmente in una giornata di sole, e se successivamente vi associate una passeggiata ai bordi del lago, passando vicino a bei palazzi come Vila Bled dove Tito era solito ricevere capi di stato, manterrete un ottimo ricordo di questo luogo. Il consiglio è pertanto quello di scegliere il giorno adatto, ma di fare comunque questa gita nella tarda serata, quasi al calar del sole.
La cena, la sera, è alla gostilna Pri Planincu, al centro della cittadina: un vecchio cortile affrescato con qualche murales spiritoso ma niente di particolarmente apprezzabile in quanto al cibo. Concludiamo la giornata sedendo nella fresca terrazza Panorama sulla riva del lago, ascoltando qualche mazurka dalla voce di una coppia attempata, e bevendo una birra locale molto simile a quella italiana.
Le persone in giro, nonostante l’ora (non sono ancora le 22), sono poche e tutte di una certa età; Marinella arguisce che i giovani sono tutti al mare e che probabilmente trovano il posto, peraltro romantico, certamente noioso.
3° giorno: dintorni di Bled Tutta la giornata è dedicata ai dintorni di Bled. Al mattino cominciamo con il castello, visita assolutamente impedibile, non tanto per gli arredi interni quanto per le viste che si possono ammirare dalle sue terrazze e torrette. Il castello ha inoltre una sua importanza storica dato che risale al tardo medioevo, dati e leggende che sarà interessante leggere nella documentazione che vi verrà fornita all’ingresso. La luce, al mattino, è inoltre quella perfetta per foto e video, dato che il sole vi sarà alle spalle nelle riprese verso il lago.
Subito dopo, (alla discesa dal castello vi è una indicazione verso sinistra), andiamo alla gola Vintgar, vicino al villaggio di Podhom, altro luogo assolutamente da visitare. Parcheggiata comodamente l’auto, l’ingresso a pagamento (circa 3€ a persona) ci permette di inoltrarci in uno stretto sentiero ai bordi del torrente che si incunea fra le altrettanto strette pareti di questa gola, diventato un notevole richiamo turistico. Nel senso in cui la abbiamo percorsa (circa 1,6 km ad andare ed altrettanti al rientro), la parte scenograficamente più bella viene nel tratto iniziale, in cui il torrente, talvolta impetuoso, forma deviazioni e cascatelle, che si possono ammirare da alcuni ponticelli in legno che lo attraversano. Successivamente, gli spazi diventano più ampi, sino ad arrivare ad una cascata artificiale, quasi a ridosso dell’entrata alla gola nel senso opposto a quello del ns. Ingresso.
La terza tappa programmata per il giorno sfortunatamente non sarà altrettanto bella per colpa del tempo. E dire che avevamo cominciato bene: alle 13 ci eravamo infatti diretti verso il lago Bohinj, a 28 km da Bled, ancora con il sole. Arrivati nei pressi, seguendo i consigli di recensori di turistipercaso, avevamo pranzato a Stara Fuzina seduti nei tavoli esterni di legno della gostilna Plansar, proprio di fronte al museo dell’apicultura, seguiti da una simpatica signora in costume tradizionale che ci ha consigliato (assai bene) alcuni piatti del luogo. Arrivati però al conto, (quasi risibile, data la qualità e quantità del prodotto offerto), si fa tutto scuro ed inizia a gocciolare. La pioggia non sarà mai intensa, (lasciando peraltro al sole alcuni brevi tratti per far capolino dalle nuvole), ma certamente condiziona la vista del paesaggio, dominato dal lago e dalle montagne circostanti. Il lago infatti sacrifica il suo verde intenso al grigio delle nubi ed i suoi dintorni non sono a tratti visibili data una certa nebbiolina che nel frattempo si è formata. Poiché avevamo previsto una escursione verso la cascata Savica, (attraverso un sentiero a piedi che inizia nella sponda occidentale del lago, cui si accede attraverso una fitta foresta), proviamo a percorrere la strada che ci separa da Bohinj con la speranza che il tempo cambi. Arrivati al parcheggio (conoscete tutti certe leggi di sfiga), non solo il tempo non migliora, ma piove con maggiore intensità, fatto che ci obbliga a tornare a malincuore a Bled. Tuttavia, la proverbiale praticità di mia moglie Marinella di fronte alle situazioni di delusione è quella vincente: abbiamo un motivo per tornare.
La giornata si conclude con una cena leggera nella terrazza Panorama, accompagnati ancora dalle mazurke (sempre le stesse) cantate dalla coppia attempata (sempre la stessa) della sera precedente. Ci tratteniamo lì sino a che la ventina di avventori-ballerini vanno via, i cantanti sbaraccano vista l’assenza di pubblico, e rimane solo il lago con le luci del castello (sono da poco passate le 23; altro che movida spagnola !!) 4° giorno: Bled-Opatija E’ il giorno del cambio fra Slovenia e Croazia, fra i monti ed il mare, non senza però aver visitato 2 posti fondamentali: le grotte di Postumia ed il castello di Predjama.
Presa da Bled l’autostrada, entriamo direttamente a Postumia e ci fermiamo nell’immenso parcheggio antistante il complesso di ingresso delle grotte (fast food, bancarelle di souvenir, etc). Si, perché per chi non lo sapesse, le grotte di Postumia sono tra le più visitate al mondo (oltre 25 milioni di persone, mezzo milione all’anno) e quindi è ovvia la presenza del relativo business di contorno (anche mantelli in affitto per l’interno alle grotte, dato che dentro vi sono 9 gradi).
Le grotte sono immense e ricche di concrezioni di tutti i tipi; si percorrono solo in parte (5 km su 25), inizialmente in trenino, poi a piedi accompagnati da guide diverse che raggruppano i partecipanti all’escursione secondo la lingua, e ancora in trenino verso l’uscita, per un tempo totale, inclusa la fila per i biglietti ed l’attesa del turno, di circa 2 ore e mezza.
Ne vale certamente la pena nonostante il prezzo esorbitante (17.5 € a persona per le sole grotte, 20.5 € per un biglietto cumulativo con l’ingresso al castello di Predjama). Tuttavia, la colorazione predominante delle concrezioni, un rosso-marrone derivante dall’argilla carsica, priva le grotte di quella luminosità (nonostante la sapiente illuminazione artificiale) che solo il bianco abbacinante del calcare avrebbe potuto dare. Quasi un peccato, ma non possiamo cambiare la natura! Il castello di Predjama, a soli 9 km da Postumia ed assai ben segnalato, è un piccolo gioiello, incastrato com’è fra la roccia. Lo si vede già dalla stradina in salita da cui vi si accede, dove per fortuna, (sono quasi le 15) si trova una simpatica gostilna, ancora con tavoli in legno all’aperto e vista al castello, in cui fermarsi e consumare un leggero ma saporito pranzetto, ancora a prezzi contenuti. L’interno del castello non offre niente di particolare, ma vi consigliamo di leggere, magari seduti nelle ombreggiate panchine tutt’attorno, le curiose leggende che lo avvolgono, nonché di scendere nel ripido sentiero ai suoi piedi per fare fantastiche fotografie.
Ripresa la strada e passato il confine, arriviamo a Opatija, più che animata località sul mare, dove ci fermeremo 3 notti, dato che sarà la base per le nostre escursioni in Croazia. Al momento del conto della cena la prima notevole differenza con la Slovenia: nel ristorante ai bordi del mare non si accettano carte di credito e si paga solo in kune (dato che in Slovenia c’era andata bene-ricordate?- non avevamo provveduto a cambiare soldi in moneta locale). Dopo una quasi pressante richiesta da parte nostra di accettarci euro, questa ci viene concessa con un po’ di sceneggiata (del tipo: mi voglio rovinare solo perché mi siete simpatici). Il risultato è il seguente: i prezzi sono eccessivamente alti, (forse anche superiori ai nostri), la conversione euro-kune si è rivelata, diciamo così, “estremamente svantaggiosa”, il resto in kune (avevo pagato con una banconota di 50 €) peggio ancora. Flemmatico no comment, ma cerchiamo di imparare la lezione: dato che è ormai notte, cambiamo un po’ di euro in hotel che, a sua volta, ci pratica un cambio adeguatamente distante dal valore ufficiale, per di più gravato da una commissione del 2%. Se non il precedente episodio, quest’ultimo appare formalmente corretto, direi; gli euro non hanno validità in questo momento in Croazia ed è quindi assolutamente legale realizzare conversioni secondo principi di compravendita in concorrenza, ma la differenza con la Slovenia, nelle stesse identiche condizioni, appare evidente e un po’ ci disturba.
5° giorno: Opatija-Istria-Opatija Il programma odierno prevedeva in origine arrivare nei pressi di Pola per partecipare ad una gita di 4 ore nel parco delle vicinissime isole Brioni, decantato luogo di bellezza incontaminata e, anche questo, spesso utilizzato dal maresciallo Tito come sede di vacanza e di ricezione di ospiti. Sebbene siamo fuori dall’hotel al mattino presto (alle 7.30) in modo da imbarcarci con il traghetto delle 9, la pianificazione del viaggio non si dimostra perfetta (ci succede sempre così), facendo emergere il primo dei suoi difetti di valutazione (in verità saranno solo 2, ma abbastanza importanti). “Non c’è posto in nessuna delle 3 escursioni programmate per oggi” ci dice la gentile signora della agenzia turistica addetta alla ricezione. “Avreste dovuto prenotare almeno 2 giorni prima” aggiunge, e questo ci rincuora un po’; se avesse detto che alle 8.30 vi era ancora posto, mi sarei pestato l’alluce con i pesanti zoccoli di Marinella. Ancora una volta vale il detto: sarà per la prossima volta. Per evitare nuovamente errori come questo, (ma chissà quando torneremo!) annotiamo comunque il numero telefonico delle prenotazioni, che di seguito vi indichiamo: Jadran Tourist – 52811566.
Rapido consulto sul da farsi e decidiamo all’”unanimità” (evidentemente 2 sole persone devono essere d’accordo per evitare di passare lì la giornata in attesa di un intervento dell’ONU che dirima la questione), di vedere l’indispensabile di Pola e di anticipare la visita di Rovigno.
Pola ha dalla sua un bel anfiteatro e una serie di viuzze che formano il centro storico, mentre la piazza principale, sede del municipio e del tempio di Augusto, è sotto sopra per ristrutturazione.
Lasciata Pola, prima delle 13 siamo a Rovigno, una autentica gemma, che giriamo prima lungo il perimetro della breve penisola che la separa dal mare e da diverse vicinissime isolette, e poi nelle strette viuzze del centro storico, ritrovandoci in una piccola Venezia. La trattoria di ns. Riferimento (Ulika) è chiusa e pertanto ci rimane da assolvere il “problema” del pranzo. Ritornati verso il porto quasi alle 14, veniamo “abbordati” da una pirata: un uomo alto, abbronzato e robusto, occhiali scuri e bandana nera in testa, ci dice che fra soli 5 minuti parte l’unico traghetto che ci porterà al fiordo di Lemm (che avevamo già previsto vedere dalla terraferma), per una gita che durerà 4 ore, soste comprese. Alla ns. Osservazione che purtroppo dobbiamo ancora risolvere il problema del pasto, ci risponde con autorità piratesca che il problema non esiste: alle 15.30, alla sosta all’estremità del fiordo, vi è un ottimo ristorante panoramico dove fermarci sino alle 16.30. Partiamo e non ci pentiamo affatto, anzi consigliamo spassionatamente questa escursione. Le sole indimenticabili viste di Rovigno dal mare, nelle loro diverse angolature mentre il barcone vi gira attorno, valgono il viaggio. Non è da meno il fiordo: il verde delle talvolta alte pareti si riflette nell’acqua, ricordandoci una simile escursione in Norvegia nel Sognefjord. Il pranzetto è buono, ma troppo precipitoso dato il poco tempo a disposizione. Concludiamo l’escursione alle 19 e siamo di ritorno all’hotel a Opatija alle 20.30, giusto in tempo per una rapida doccia e vedere un balletto tradizionale Croato, prima di addormentarci di botto per la notevole stanchezza accumulata durante il giorno.
6° giorno: Opatija – isole di Rab e Krk – Opatija.
Se il giorno precedente l’errore di pianificazione non ci era costato poi tanto caro, questa volta, per lo stesso motivo, passiamo una giornata che ricorderemo, ma in senso negativo. Nonostante gli anni, mi ritrovo a ripetermi che “in Agosto, e quanto mai nella settimana di ferragosto, non pensare di fare quelle escursioni che, al pari tuo, altre migliaia di persone hanno pensato di fare”. In breve: la costa dalmata si percorre molto lentamente (in 1 ora, pur senza soste dovute a traffico, si percorrono 50 km); all’isola di Rab, dall’imbarco di Jablanac, hanno pensato di andarci in tanti, con il risultato di un tempo di attesa di 2 ore sotto il sole, il tutto aggravato dal fatto che i traghetti (che peraltro viaggiavano in continuazione) potevano portare solo circa 30 auto per volta. L’arrivo a Rab, che fra l’altro immaginavo nettamente più bella, avviene solo alle 13.30 e dopo una breve sosta, quasi presi dal panico e dall’incubo di ripercorrere in senso contrario lo stesso itinerario, decidiamo di anticipare il ns. Spostamento verso Lopar dove alle 18 partirà l’ultimo (dicasi ultimo) traghetto verso l’isola di Krk, fortunatamente ancorata alla terraferma da un ponte. Alle 15.30 siamo già lì, preceduti da altri 28 mezzi (particolare significativo !), che in parte non sono riusciti a partire prima per problemi di capienza del traghetto. Sotto un sole cocente, mitigato da abbondanti bevute d’acqua, arriva l’ora dell’imbarco. Ne avevo paura ed ecco che ci siamo: l’addetto dice all’auto che mi precede (un SUV che traina una barca), che non c’è posto. Immagino sia lo stesso per noi e già sto facendo un calcolo di quanto tempo e fatica occorrerà per tornare a Rab, andare a Misniak dove attendere un imbarco sul traghetto Misniak-Jablanac e infine percorrere la famigerata strada costiera (ora di arrivo stimata attorno alle 23-24) ma, date le ridotte dimensioni del ns. Mezzo, ci fanno imbarcare prima, procurando alla fine anche un posto veramente risicato per il SUV e la barca della simpatica famigliola vicentina che lo abita. Tutto è bene quel che finisce bene, si potrebbe dire, eppure rimaniamo delusi dall’escursione del giorno. Unica consolazione il bel tragitto in traghetto da Lopar a Baska, in un mare piatto e blu, contornato da tante isolette brulle di terra bianca o gialla totalmente prive di vegetazione, che fanno pensare a paesaggi lunari. Bella anche la vista del villaggio di Baska qualche centinaio di metri prima dell’attracco. A Krk ci saremmo voluti in origine fermare, ma poiché ora vediamo tutto abbastanza scuro, continuiamo per il ponte anzidetto e, dopo Fiume (Rijeka, che non ci è piaciuta per niente), ormai buio, siamo nel trafficato viale maresciallo Tito (ancora lui) dove è situato il ns. Hotel ad Opatija.
7° giorno: Opatija-Padova-Vicenza E’ uno spostamento “operativo” che ci porta ad avvicinarci a Venezia, da cui partirà il ns. Volo di rientro per Cagliari, visitando i gioielli dei centri storici di Padova e Vicenza, che non conoscevamo, ed incontrandoci lì con alcuni ns. Cari amici.
8° giorno: Venezia-Cagliari Fine di un viaggio che, pur con qualche inevitabile contrattempo, ci è piaciuto molto e che documenteremo con un DVD amatoriale da costruire successivamente, prolungando così la ns. Vacanza di qualche mese ancora.
Un saluto a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di seguirci sino alla fine.