Dagli Apennini alle Ande
23 Febbraio 2008 Arriviamo all’aeroporto di Santiago e cerchiamo subito un pulmann che ci porti a Valparaiso. Raggiungiamo in taxi l’ultimo tratto per il nostro alloggio Hostal Luna Sonrisa, che è decoroso e soprattutto gestito da ragazzi molto gentili e disponibili.
1° impressione della città: brutta. Ci chiediamo subito perché l’abbiano dichiarata patrimonio dell’umanità.
Siamo molto stanchi perché oltre al viaggio, ci siamo fatti un sacco di strada a piedi ed il caldo è abbastanza opprimente, ceniamo in un ristorante consigliatomi da una signora cilena conosciuta in aereo, ma il risultato è deludente, l’unica cosa veramente buona è il vino, infatti ce ne siamo seccati 2 bottiglie ed usciamo un po’ alticci. La Simo che gestisce la cassa con un’avarizia degna di uno scozzese, è anche una negriera che ci rifiuta qualsiasi mezzo motorizzato per gli spostamenti, ci fa macinare km su km a piedi, si è arresa solo quando io ho fermato un taxi e ci sono salita al volo per andare finalmente a dormire. Arriviamo stanchi morti oltre che brilli e colassiamo nel letto.
24 Febbraio 2008 Dopo un abbondante colazione e un piacevole scambio di opinioni con il ragazzo che gestisce l’hostal, iniziamo il tour suggeritoci e ci ricrediamo un po’ su Valparaiso. In effetti ha un suo fascino, anche se continuiamo a non capire perché è stata dichiarata patrimonio dell’umanità. Abbiamo visitato la casa di Neruda che è decisamente affascinante con una vista a 180° sulla baia e la Simo ne è entusiasta, le piace molto la camera da letto (forse perché è stanca e vorrebbe farci un riposino?). Girovaghiamo ancora un po’, naturalmente sempre a piedi e finalmente troviamo il mercato generale e andiamo a mangiare un buon merluzzo fritto. Comperiamo un po’ di frutta per rinfrescarci e raggiungiamo Vigna del Mar con il metrò.
Ci sembra di essere in una Sanremo cilena, cittadina sul mare, con grandi hotel e bei giardini e dove in questo periodo, proprio in concomitanza con l’Italia, c’è il festival della canzone.
Non ci facciamo mancare il giro in carrozzella, alla Simo piace molto sentirsi principessa e Loris ed io ne approffitiamo per riposarci. Per le strade ci sono parecchi fans dei vari artisti ed un tipo che sembra una versione di Fonzi si affaccia al balcone dell’hotel dove sotto ci sono tante ragazze in visibilio.
Decidiamo che possiamo anche evitare di vedere altro e torniamo in metrò per fermarci su di una spiaggia molto popolare dove, con la scusa di una foto insieme, il bagnino approffitta per abbracciare la Simo. C’è vento e l’acqua del mare è gelida, ma i cileni si bagnano ugualmente. Riprendiamo il metrò per Valparaiso e raggiungiamo l’hostal, naturalmente a piedi perché la Simo, negriera, non ci paga il taxi. (In verità ritirare i soldi nei bancomat è una sorta di incubo, ce li danno con il contagocce e siamo sempre a corto).
Ceniamo in un ristorantino molto carino e caratteristico gestito da un ragazzo molto bello. Qui ci sono molti localini deliziosi e ovunque si beve un ottimo vino, solo che la gradazione è molto più elevata rispetto ai nostri quindi non è difficile uscire malfermi sulle gambe…
25 Febbraio 2008 ore 7 partiamo con il taxi (la Simo si è svenata…) per raggiungere l’aeroporto a Santiago, la meta è Puerto Montt.
Voliamo sulla cordigliera andina disseminata da tanti vulcani ed è uno spettacolo incredibile.
Arriviamo in orario perfetto, la compagnia di bandiera LAN farebbe impallidire qualsiasi flotta europea per la puntualità e la pulizia, è di una efficienza incredibile, (come vorremmo che fossero così le italiane!) Appena arrivati noleggiamo un auto per raggiungere l’isola di Chiloè e dopo ½ ora di traghetto ecco che inizia lo spettacolo. L’isola è veramente bella con panorami mozzafiato. Decidiamo di seguire un indicazione letta in internet ed andiamo alla ricerca della sig.Ra Corina.
Percorriamo parecchi chilometri di strade sterrate e quando ormai ci diamo per persi, la nostra caparbietà ha la meglio e vediamo all’orizzonte il faro, il paesaggio è singolare e molto ruspante, chiediamo informazioni e finalmente troviamo la casa della famiglia (Famila Saldivia – Guentelican – Servicio de Agriturismo).
La scelta si verifica giusta e il luogo è veramente bello. Facciamo conoscenza con la stupenda famiglia, appoggiamo le valigie e ci incamminiamo per raggiungere l’oceano accompagnati dal cagnolino di casa. Lo spettacolo è bellissimo, oceano a perdita d’occhio, onde altissime ed il rumore del mare roboante. La Simo ed io urliamo per la gioia, Loris si siede e “riflette”. Ceniamo insieme alla famiglia con una buona zuppa di molluschi, la temperatura è molto confortevole, riscaldata da una grande stufa a legna, è come fare un tuffo nel passato, un ritorno alle consuetudini della nostra infanzia.
Siamo molto stanchi ed andiamo a letto presto per un incontro ravvicinato con Morfeo.
26 Febbraio 2008 Al risveglio siamo più loquaci, facciamo colazione tutti insieme e cerchiamo di raccontarci reciprocamente. Il padre di famiglia dice a Loris che noi parliamo un “dialetto” che si capisce molto bene e lui risponde: “no no noi parliamo la lingua ufficiale non il dialetto”.
Io l’ho guardato pensando che scherzasse poi quando mi sono resa conto che parlava seriamente mi sono gonfiata per trattenere la risata, credevo di scoppiare, quando siamo stati in macchina la Simo ed io abbiamo riso fino alle lacrime per sfogarci.
Partiamo per visitare l’isola di Chincao, piccola e graziosa. Ci fermiamo in un paesino con case coloratissime e mangiamo in una specie di area attrezzata per picnic delle ostriche gigantesche e buonissime.
Raggiungiamo Castro e troviamo una cabana alle porte del centro. Visitiamo la cittadina che è molto graziosa e andiamo a mangiare in quello che dovrebbe essere il miglior ristorante della zona ed in effetti è all’altezza delle aspettative. Questa è l’unica cittadina dell’isola e vale la pena di essere visitata.
27 Febbraio 2008 Ci alziamo di buon ora e facciamo tutto il giro dell’isola che è davvero spettacolare poi riprendiamo il traghetto e torniamo verso Puerto Montt dove prendiamo alloggio in un’altra cabana vicino all’aeroporto, domani si prende un aereo.
28 Febbraio 2008 andiamo in aeroporto per il volo a Punta Arenas, la città più a sud del mondo.
Appena arrivati cerchiamo di ottimizzare i tempi prima del nostro trasferimento a Puerto Natales e prenotiamo l’hotel e l’escursione all’isola Magdalena, per i prossimi giorni, poi ci concediamo un momento di relax e mangiamo un boccone.
La città è graziosa e dà l’idea della città “affari”, banche, palazzi uffici e giardini ovunque. Prendiamo il pulmann e alle 18 siamo a Puerto Natales.
Appena scesi veniamo agganciati da una signora che molto gentilmente ci offre un all’alloggio, dopo un rapido sopraluogo accettiamo e per non perdere tempo le chiediamo di organizzarci anche le varie escursioni. Qui tutti si arrangiano per guadagnare qualche soldino, ma sono abbastanza onesti ed è molto comodo.
Usciamo per vedere questo paesino e fare un po’ di spesa alimentare per domani. Il paese non è niente di speciale, ma c’è un bel lago con vista sulle Ande. Troviamo un piccolo e grazioso ristorante verso il molo dove ci concediamo una bella cena a base di pesce, un buon vino e finalmente un po’ di relax.
29 Febbraio 2008 Ore 5.15 sveglia (è ormai prassi comune la levataccia) si parte per il Perito Moreno.
Percorriamo una strada interminabile e non asfaltata (ma anche questo è normale) in mezzo alla Pampas, facciamo dogana e passiamo in Argentina. Maciniamo ancora tanti chilometri per questa strada dissestata e quando ormai cominciamo a perdere le speranze, ecco che lo vediamo! Imponente, spettacolare e come dice Loris commuovente. E lui si siede su un masso a riflettere!! Al rientro ci fermiamo per una breve visita ad El Calafate, cittadina graziosa e lussuosa per turisti benestanti.
Arriviamo a Puerto Natales, sfiniti ed affamati, ci fondiamo nel nostro bel ristorantino ed anche se esausti ci facciamo onore… 1 Marzo 2008 Ore 6.30 partenza per il Torre del Paine, parco naturale davvero spettacolare ed immenso. Scattiamo una miriade di foto e ne vale assolutamente la pena.
Ci sono molto guanachi (sottospecie di lama) e Nandù (sottospecie di struzzo) Insieme a noi sul pulmino c’era una coppietta cilena molto innamorata… Troppo innamorata… Si facevano foto a ripetizione, prima lei a lui, poi lui a lei, insomma due palle…
Loris non sta bene è spaventato. Forse muore… si è beccato semplicemente la vendetta di montezuma, ma lui è preoccupatissimo e un po’ risentito perché la Simo ed io non siamo per nulla preoccupate.
Rientriamo a Puerto Natales ed andiamo al terminal dei bus, ci aspetta un altro spostamento, torniamo a Punta Arenas. Arriviamo alle 23 e per fortuna avevamo avuto l’accortezza di prenotare l’hotel vicinissimo al terminal, siamo davvero molto stanchi.
2 Marzo 2008 Sveglia alle 5.50 (un incubo) andiamo all’isola Magdalena dove c’è una colonia di 50.000 pinguini.
Al rientro tra onde altissime ci avviciniamo all’isola Marta per vedere i leoni marini e alcuni delfini ci vengono a salutare. Finalmente rientriamo in hotel e ci riposiamo un po’, siamo esausti e Loris sempre più ammalato e preoccupato perché non capisce come gli sia potuto succedere.
Non sa che è il malanno che si beccano milioni di viaggiatori!!! Nel pomeriggio la Simo ed io facciamo una passeggiata, Loris è morto a letto, e noi due ci concediamo la cena più buona e lussuosa di tutto il viaggio, in un ristorante molto elegante e decisamente molto costoso. Siamo state benissimo! Torniamo in hotel a fatica perché il vino era buono e noi ci siamo fatte fuori tutta la bottiglia oltre che un aperitivo fantastico, pure quello alcolico! 3 Marzo 2008 Partenza per Santiago dove dovremmo cambiare aereo per Calama, Loris è guarito MIRACOLO!!!! Non sta zitto un momento e mangia come un porcello.
1° inconveniente: il volo è in ritardo e perdiamo la coincidenza, sembrava un colpo di sfortuna, ma si è presto rilevato un sano colpo di culo! Arrivati all’aeroporto a Santiago ci accompagnano al taxi e ci fanno portare in centro in un hotel 4 stelle e ci danno tre camere meravigliose.
Ci facciamo un giretto per il centro belli rilassati poi torniamo in hotel a rinfrescarci e ceniamo sempre a spese della LAN in hotel. Da veri signori!!! 4 Marzo 2008 Ore 4.15 si riparte con il taxi LAN ed andiamo in aeroporto dove partiamo per la volta di Calama. Appena arrivati saliamo sul Bus che ci porta a San Pedro di Acatama, dove in 5 minuti troviamo una cabana adatta a noi, all’interno di un giardino e sistemiamo i bagagli. Andiamo in una agenzia ed organizziamo la gita alla Valle della Luna/Valle della Morte per il pomeriggio (e poi parlano dell’efficienza tedesca? Non conosco noi!).
La Valle della Luna è degna del suo nome, sembra di essere sulla luna ed al tramonto ha un che di magico, la sabbia si incendia e con passare dei minuti cambia tutte le sue tonalità cromatiche. Stupefacente! Peccato ci fossero molti turisti e la magia del posto ne ha sicuramente risentito, meritava rimanere nel silenzio assoluto ad ascoltare, come unico rumore, il crepitio delle rocce ed il soffio del vento.
Il gruppo con cui viaggiamo è molto simpatico e facciamo amicizia con una coppia di Santiago con cui fissiamo un appuntamento a casa loro prima del nostro rientro in Italia.
In serata l’incontriamo a cena a ci scambiamo informazioni sui nostri rispettivi paesi e pare proprio che tutto il mondo è paese. L’unica differenza è che almeno loro hanno un salario minimo garantito e dei trasporti molto validi.
San Pedro de Acatama è stata definita da una turista una città fantasma ed in effetti è l’impressione che ti dà. E’ diventata solo una macchina per turisti, dove i commessi, tutti boliviani, non sono interessati minimamente a simpatizzare, fanno addirittura fatica a salutarti, figuriamoci ad abbozzare un sorriso. Nessuno sembra molto interessato a vendere, non si capisce se lavorano per terzi o in proprio. Il pueblo vive ormai solo fuori paese e di conseguenza è tutto snaturalizzato. E’ un vero peccato perché questi posti dovevano essere molto piacevoli quando erano abitati da loro.
Per le strade ci sono troppi giovani “fuori” ed anche questo è un aspetto fastidioso, pare che ci sia uno smercio incredibile di droga di conseguenza è la patria degli sballati.
5 Marzo 2008 Partenza ore 8 (è già un successo) per le Lagune dell’Altipiano: laguna Miscanti…E laguna Miñiques, il Salar de Acatama che è la miniera di litio più grande del mondo. Naturalmente per strade sono sterrate. Questa gita non ci entusiasma ed è alquanto faticosa per le altidudini che si devono sopportare e che tolgono il fiato.
6 Marzo 2008 Giornata di assoluto relax, non vogliamo fare nulla se non un po’ di shopping. Finalmente! 7 Marzo 2008 Si parte alle 4 per i gaysers del Tatio e Pueblo. Percorriamo una strada da incubo. I miei compagni dormivano ed io che solitamente sono serena, ero molto preoccupata perché per un momento ho pensato che ci avessero sequestrato. Abbiamo percorso dei tratti di montagna dove non c’era neppure la strada, guadato fiumi e costeggiato burroni. Mi sono rasserenata solo quando ho visto un cartello stradale con scritto “Devio”. Nella vettura con noi c’è una ragazza tedesca che vive a Maiorca che di lavoro fa la report per riviste di turismo, è simpatica.
Arriviamo finalmente il Gayser El Tatio – altitudine 4350 metri Spettacolo davvero entusiasmante e ci ringalluzziamo un po’! Il freddo è pungente -8°, ma ne vale veramente la pena e scordiamo in un attimo la levataccia, la brutta strada e la fatica di respirare a 4.000 mt di altezza.
La nostra guida è eccellente, competente e simpatica, parla uno spagnolo molto comprensibile e ci spiega tutto con professionalità.
… E ora a 4700 m. (il punto più alto del nostro viaggio), panorama incredibile, cielo terso e di un blu unico, sembra di poter toccare le nuvole.
Preseguiamo per la visita a tre paesini (Caspana, Toconao e Chiu-Chiu) che si rivelano molto suggestivi e dove abbiamo fatto alcune riflessioni sul diverso modo di vivere dei popoli. In questi luoghi la gente sembra molto serena e sembra non desiderare molto altro, basta pensare che non vogliono neppure le strade asfaltate per timore che diventi una meta troppo turistica e ci siamo chiesti qual è il modo più giusto di intendere la vita; il nostro dove non ci si accontenta più di nulla o il loro, fatto di piccole e semplici cose? Nel primo paese parlavamo sotto voce perché avevamo proprio l’impressione di disturbare. Il paesaggio era onirico e rilassante, siamo rimasti incantati.
Abbiamo pranzato tutti insieme in un grazioso posticino, poi ci siamo salutati davanti all’hotel Mirador a Calama. Questa è una città costruita come base per i minatori della miniera di rame. E’ brutta senza nessuna attrattiva, ma domani si riprende l’aereo per Santiago.
8 Marzo 2008 Arriviamo alle 10.30, l’autista dell’hotel che avevamo prenotato da casa, ci sta aspettando. Visitiamo Santiago, che non ci entusiasma, l’unica è la cattedrale che è bella e degna di una visita. Telefoniamo alla coppia conosciuta a San Pedro e ci accordiamo per trascorrere la serata insieme. Ci portano a casa loro e capiamo subito che è gente di livello elevato, vivono nei quartieri residenziali in un palazzo di 19 piani al 13°, hanno un panorama bellissimo, sono stati molto carini e ci ha fatto piacere trascorrere un po’ di tempo con loro.
Santiago è più bella e più viva in periferia rispetto al centro che è un po’ tetro.
9 Marzo 2008 Si rientra ed anche l’ultimo giorno abbiamo il nostro colpo di fortuna, nonostante abbiamo fatto il chek in per ultimi, ci ritroviamo seduti nei posti dell’uscita di sicurezza con uno spazio fantastico e vaiiiiiiiii.
RIFLESSIONI Quello che ci dona un viaggio, non si può descrivere e neppure illustrare attraverso le foto perché è solo quello che ci rimane dentro all’anima ed al cuore che è importante, che vale la pena di vivere e che ci fa dono di nuove sensazioni ed emozioni.
Tutto questo rende il viaggio bello ed importante e fa dimenticare le fatiche sopportate.
L’importante è imparare a vedere senza pregiudizi o senza sentirci superiori solamente perché disponiamo di più mezzi. Attraverso altre culture ed altri stili di vita arricchiamo noi stessi.
Non dimentichiamoci mai che “l’essenziale è invisibile agli occhi” Dedicato al Cile Natura selvaggia, come la nostra mente sogna di essere Oceano tumultuoso, come il cuore davanti all’emozioni Vento impetuoso, come le nostre ataviche paure Sole cocente, come la rabbia o come l’amore Pampas sconfinate, come l’anima aperta ad accogliere tutte le emozioni.