Da Yellowstone al Crater of the Moon: emozionanti testimonianze di un lontano passato
12 Agosto
La sveglia suona alle 4.20 del mattino, al check in siamo alle 7 e decolliamo da Fiumicino alle 9.40 puntuali con volo Alitalia. La nostra destinazione finale è Salt Lake City, ma è previsto uno scalo a New York, da noi tanto temuto per la lentezza nell’espletamento delle formalità di rito. Ed infatti i controlli doganali durano quasi 3 ore e riusciamo a prendere la coincidenza solo per una manciata di secondi. Arrivati a Salt Lake City ci dirigiamo subito allo sportello AVIS dove abbiamo prenotato la nostra auto, una Chevrolet Camaro Cabrio, più cara di altre, ma veramente splendida: l’uso senza cappotta nei parchi e nei lunghi tragitti da noi percorsi ha permesso di sentirci ancor più integrati in ciò che ci circondava. La prima notte la passiamo al Motel Super 8, a poca distanza dall’aeroporto, già prenotato da Roma. $ 80, per due persone compresa la prima colazione. Molto comodo per chi arriva stanco dopo ore di viaggio e perfetto per la ripartenza del giorno dopo visto che si trova all’ingresso della super strada.
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13 Agosto
La nostra prima tappa è a Pinedale: una piacevole cittadina caratterizzata da una lunga via dove si affacciano piccoli negozi e svariati posti per mangiare. Siamo attratti da un cowboy shop che ha al suo interno interminabili file di cappelli, stivali e tutto ciò che possa servire per vestire in stile old west. Dopo un’occhiata non proprio breve andiamo nel locale più famoso della zona Wind River Brew Pub dove sulla bella terrazza beviamo ottime birre artigianali accompagnate da hamburger speciali cotti in salsa di birra, non proprio leggeri ma molto buoni. Arriviamo a Jackson Hole verso le quattro del pomeriggio. Qui resteremo due notti presso l’Antler Inn, un motel tutto in legno vicinissimo al centro ($ 300,00 senza colazione). Facciamo subito un giro per le vie di questo nuovo ma molto caratteristico villaggio western, perfettamente ricostruito sulla base di quel che fu una volta. Alle 18.00 assistiamo ad una rappresentazione, nella piazza principale, che rievoca un duello. Subito dopo prendiamo qualcosa da bere al Milion Dollar Cowboy Bar, un tipico saloon dal classico lungo bancone al quale ci si siede non su normali sgabelli ma originali selle.
14 Agosto
Di buon mattino ci rechiamo all’ingresso del Gran Teton National Park ($25,00 settimanale valido anche per Yellowstone) e prendiamo subito il battello che attraversa il Jenny Lake. Una volta scesi facciamo una bellissima passeggiata verso le cascate. Continuiamo fino ad Ispiration Point, un luogo dal quale si ha uno scenario indimenticabile: altissime vette alle nostre spalle e il magnifico lago dinanzi a noi. Il cielo, inizialmente un po’ coperto, si sta aprendo e si accendono tutti i colori. Vorremmo proseguire per altri sentieri ma vediamo che sono percorsi solo da esperti, notiamo infatti un particolare abbigliamento e la dotazione di spray urticanti, quindi decidiamo di non andare oltre per non rischiare un incontro troppo ravvicinato con qualche orso. Proseguiamo allora per Colter Bay, un baia che si affaccia sul Jackson Lake e dalla quale, attraverso un facile percorso ad anello, è possibile godere ancora di bei panorami, con i monti che questa volta si specchiano direttamente nelle acque del lago. Torniamo a Jackson Hole e ceniamo presto sulla terrazza della Pizzeria Caldera ( $34,00, una pizza,due insalate, due birre). Oggi è giovedì e sappiamo che alle 19.30 al Milion Dollar Cowboy Bar ci sarà una lezione di Western Swing che non vogliamo perdere. Facciamo la conoscenza degli insegnati, una coppia all’apparenza molto diversa ma perfettamente assortita: lui un tipo arzillo sempre sorridente, lei dall’aria molto severa. Ce la caviamo abbastanza bene e il maestro, invitandomi a ballare, continua a darmi consigli per migliorare la tecnica. La serata prosegue con musica dal vivo di una giovane band.
15 Agosto
Ripercorriamo il Grand Teton nella strada principale direttamente collegata all’entrata sud del parco nazionale di Yellowstone. Devo dire che quest’ingresso ha suscitato forti emozioni. Due anni fa abbiamo fatto il giro dei parchi dell’ovest che ci ha entusiasmato, ricordo prime fra tutti le immense sequoie, ma sentiamo che anche qui la natura avrà tanto da raccontarci. Puntiamo diretti all’Old Faithful, il geyser più famoso, chiamato così perché le sue eruzioni avvengono fedelmente ad intervalli regolari e pertanto prevedibili. Entriamo al Visitors Center per vedere a che ora sarà possibile assistere a questa manifestazione. Manca poco ma nel frattempo si scatena un temporale. Per fortuna passa in fretta e non appena accenna a smettere sgattaioliamo fuori per accaparrarci posti in prima fila. Siamo tutti pronti ad immortalare l’evento ma dando uno sguardo in giro vediamo che a poca distanza da noi è tutto un fumare e ribollire. Alle 12.10 inizia lo spettacolo, ed ecco sprigionarsi un potente getto di acqua e vapore. Sicuramente eccezionale ma lo è ancor di più la lunga passeggiata che porta, tramite una passerella e sentieri ben segnalati, ad osservare da vicino bacini dai colori incredibili pronti ad attivarsi in ogni momento. Una fervida attività si sta scatenando sotto ai nostri piedi!! Ben 640.000 anni fa una tremenda esplosione diede inizio a questo fenomeno pazzesco. La lava raffreddandosi formò un altopiano mentre la parte intorno al lago crollò lasciando spazio ad un enorme cratere. Ciò che c’è sotto è un fuoco attivo e il fatto che la crosta terrestre sia sottile comporta che, ovunque si siano formate aperture e vie di fuga, si generi un continuo fuoriuscire di calore infernale. E’ un alternarsi di momenti con calma apparente a borbottii più o meno intensi. Arrivati all’ultima sorgente di acqua calda, un ex geyser ora a riposo, dai colori indescrivibili, pensiamo di aver già visto il meglio e ci facciamo immortalare da una ragazza, anch’essa chiaramente presa a scattare tantissime foto. Vorremmo ricambiarle la cortesia ma dice di non averne bisogno. Per lei non è la prima volta, e ci spiega che il suo punto preferito non è qui ma alla Grand Prismatic Spring, ancora più grande, ancora più colorata. Perfetto, andiamo! Seguiamo il consiglio letto nella guida di parcheggiare al Fairy Falls e ci arrampichiamo su un ripido sentiero per poterla ammirare dall’alto. Ci rendiamo conto che effettivamente avevamo visto solo una parte di un immenso spettacolo. Senza parole! Una volta scesi, ci dirigiamo verso West Yellowstone dove abbiamo prenotato tre notti al Moose Creek Inn ($ 540,00 senza colazione). La posizione è ottima per la visita del parco in quanto la cittadina è proprio alle porte della West Entrance. E’ poi molto allegra: si passeggia e si cena fino a tarda sera. Certo, pernottare all’interno è sicuramente più funzionale ma devo dire che ci siamo trovati molto bene. Oltretutto la strada da percorrere ogni giorno è attraversata da torrenti, praterie e alte cime per cui non stanca mai ed è molto rilassante. Non scorderemo mai i tramonti che ci accompagnavano dopo le lunghe giornate, con i riflessi del sole e la piacevole brezza sul viso. La prima sera ceniamo da Beartooth Barbecue dove mangiamo spezzatino di pollo e manzo con patate fritte a volontà, più due birre ($ 45,00).
16 Agosto
Di buon mattino ci rechiamo a Norris Geyser Basin. Questo posto non va perso. E’ qui che l’attività sismica si fa sentire più che in ogni altro luogo. Non c’è mai silenzio bensì solo inquietanti gorgoglii, sbuffi di vapore e il ribollire del fango bollente. Rimaniamo impressionati anche alla desolazione che si crea intorno a tutto questo, gli alberi sono tutti secchi, le radici divelte. Un netto contrasto tra una parte di natura ormai morta e la vita che si scatena poco più in basso. Il pensiero va a cosa possa accadere al momento del risveglio di questo immenso vulcano. Ancora frastornati ma eccitati da quanto visto andiamo verso il Canyon. Vertiginosa ed eccezionale la vista delle famose rocce gialle che cadono a picco nello Yellowstone River. Un paesaggio che sembra finto per quanto bello al punto che qualunque foto si possa scattare da l’idea di essere stata modificata. Dalla parte opposta le cascate con una portata d’acqua impressionante. Tra i vari percorsi indicati quello dello Zio Tom è sicuramente da fare. Una ripida discesa di 328 scalini porta ad ammirarle dal basso dove si scatena la loro potenza. In un momento di sole, che oggi va e viene, compare un grande arcobaleno che si crea proprio li dove si infrange l’acqua. Meraviglioso! Stanchi ma felici della giornata, pensiamo che non sia ancora il caso di terminarla. Nel tornare verso “casa” facciamo una deviazione verso Firehole Canon Drive: l’unico punto del parco dove è possibile fare il bagno. Armati di costume e asciugamano ci immergiamo in acque non proprio caldissime ma sicuramente rigeneranti. Era esattamente quello che ci voleva. Per cena andiamo all’Old Town Cafè ($32,00 un hamburger di manzo, uno di bisonte, patate fritte, due birre)
17 Agosto
Ci dirigiamo verso la Valle di Lamar dove incontriamo interminabili mandrie di bisonti, sono ovunque: oziano sui prati, pascolano, attraversano tranquillamente la strada incuranti delle autovetture ferme in attesa. La loro stazza è veramente possente ma lo sguardo è di un animale molto docile. Tra le varie soste, per consentirne il passaggio, spunta anche un simpatico coyote. Prendiamo poi la deviazione per osservare da vicino il Petrified Tree: una sequoia investita dalla lava 50 milioni anni fa. Non riusciamo neanche a pensare a quanto tempo possa essere.
Prossima tappa le terrazze di Mammoth Hot Springs. Parliamo di un monte il cui fianco ha una forma particolare che ricorda una grande scalinata dalla quale scende acqua calda. A questo passaggio segue una trasformazione chimica che comporta lo scioglimento della roccia calcarea, la quale depositandosi forma il travertino. La caratteristica di quest’ultimo è quella di fissare qualunque cosa, alga o batterio che sia regalando a chi osserva colori eccezionali. Sembra si tratti un grande dipinto. In estate la discesa dell’acqua si vede a malapena ma bisogna sempre tener presente che anche qui siamo di fronte a fenomeni naturali non facili da trovare altrove. La strada di ritorno ha ampi tratti di praterie da dove spuntano numerosi cerbiatti. Vogliamo continuare il giro dei geyser ma necessitiamo di una breve sosta. Dobbiamo tornare al complesso turistico dell’Old Faithful. Non è facile infatti trovare punti di ristoro all’interno del parco. E’ consigliabile portare con se acqua e qualche spuntino. Al contrario le aree pic-nic sono ovunque per cui una volta preparate le scorte è possibile riposare immersi nella natura, sotto l’ombra degli alberi. Attraversiamo vari siti: Black Sand Basin, Firehole Lake Drive,Fountain Paint Pot e Lower Geyser Basin dove siamo, come sempre, travolti da vapori caldissimi accompagnati dai soliti borbottii. Vogliamo infine tornare alla Grand Prismatic Spring per osservarla questa volta dal basso. Effettivamente da sopra l’immagine è più completa perché è talmente grande che non si riesce ad avere una visione d’insieme. In questo modo è però possibile contemplare da vicino la depressione che le si crea intorno: una serie di fenditure nella terra che la rendono incredibilmente particolare. Senza contare i colori che prendono le più svariate tonalità. Cena sempre all’Old Town Cafe ($46,00 bistecca di bisonte, hamburger, sempre patate fritte a volontà e due birre)
18 Agosto
L’ultima giornata a Yellowstone ci regala un incontro a cui oramai avevamo rinunciato. Visitiamo prima il sito di Artist Point dove a bollire questa volta è il gesso e nel recarci verso il lago, notiamo una lunga fila di macchine ferme sul ciglio della strada. Nel parco capita spesso di assistere a queste scene quando si avvistano animali, ma considerato il caos doveva trattarsi di qualcosa di grosso. Ci sono anche i Rangers e quando un turista chiede “bear?” loro rispondono “ yes, bear!”. Evviva! In realtà gli orsi sono ben due e passeggiano lungo una collina di fronte a noi. Certo la distanza è notevole ma anche con un binocolo da quattro soldi come il nostro è stato possibile distinguerli nettamente! Uno, molto sornione, è rimasto quasi tutto il tempo accovacciato, l’altro, decisamente più vispo, si divertiva a rincorrere una cornacchia che volava a bassa quota. Proseguiamo verso il Mud Volcano e il Sulfur Caldron ossia profonde gole dal quale fuoriescono vapori dall’odore molto forte e ci avviamo verso l’East Entrance, una lunga strada panoramica che costeggia l’enorme lago. Un’altra fila di macchine ci segnala la presenza di un grosso alce americano, che però si dilegua immediatamente nella foresta. Proseguiamo in direzione di Cody e il tratto che percorriamo è strepitoso: altissimi picchi rocciosi che fanno girare la testa per la loro immensità. A cappotta scoperta è stato uno spettacolo ammirarli con il naso all’insù per tutto il tragitto. Abbiamo prenotato al Sunrise Motor Inn ($110,00 compresa colazione), un motel senza pretese vicino al centro. Lasciate le valige andiamo verso l’Irma Hotel, hotel storico di Cody fatto costruire da Buffalo Bill per la figlia. Mangiamo benissimo($45,00 antipasto di verdure, bistecca, hamburger e cipolle rigorosamente fritte, due birre) e l’atmosfera ricreata dagli arredi è tale da pensare trovarsi in un museo. Facciamo un giro per gli svariati negozi del centro dove misuriamo decine di stivali. Anche qui alle 18.00 c’è la rappresentazione di un duello, che però non ci è piaciuto quanto quello di Jackson Hole. Visitiamo l’Old Trail Town che invece consigliamo vivamente: piccola strada dove sono inserite case autentiche dell’epoca. Eccezionale! Sicuramente da ammirare la scuola e il grande saloon. Alle 20.00 inizia il rodeo, che rappresenta l’attrazione principale di quella che se ne definisce la capitale ($40,00). Si esibiscono, ragazzi , ragazze e bambini ma quel che è più divertente è assistere alle reazioni del pubblico, molto partecipe, di fronte alle varie manifestazioni. Una nota di merito va sicuramente alla cerimonia di apertura: cowgirls al galoppo che sventolano bandiere americane, l’inno in sottofondo e tutti, dal più piccolo al più anziano, rigorosamente in piedi per cantarlo. Per il resto sono stati gli animali ad avere la meglio, sfuggendo a qualunque tipo di controllo e mandando uno dei partecipanti all’ospedale.
19 Agosto
Visitiamo il Bighorn Canyon ($5,00 a macchina) dove avremmo incontrato si e no quattro persone! In certi punti tutto sembrava quasi surreale: soli in mezzo a questa sconfinata natura. Il punto più bello è senza dubbio il Devil Canyon Overlook da dove è possibile osservare la maestosità del Bighorn River che attraversa la spaccatura della roccia di un’altezza vertiginosa. Arriviamo a scorgere due dei tre Historic Ranches presenti: si tratta di ranches originali che risalgono tra la fine del 1800 e i primi del ‘900. Ognuno di essi è nascosto in una valle o nei pressi di una collina per cercare riparo dal clima rigido dell’inverno. Possiamo osservarli solo da fuori perché i rangers organizzano visite guidate esclusivamente di domenica ma la loro vista rimane comunque molto particolare perché sembra di essere in piccole gost towns. Per concludere facciamo una deviazione all’Horshoebend ossia la marina dalle spettacolari rocce rosse che scendono fino al lago. Ricorda molto il Lake Powell in Arizona. Riprendiamo il percorso in direzione del Little Bighorn. Ci sono due strade: una passa all’interno della Bighorn Forest e l’altra, un po’ più lunga, si allarga verso ovest per poi tornare ad est. Optiamo per quest’ultima perché avevamo letto cha la prima era piuttosto impervia. Ci siamo però poi un po’ pentiti per la monotonia del percorso. Volevamo fermaci a Billings ma è solo una città industriale che non ci piace e tiriamo dritto. Alla fine passiamo la notte al Super8 di Hardin($104,00 compresa prima colazione), una sorta di cittadina dormitorio. Il punto dove siamo noi, a ridosso dell’autostrada, è sicuramente molto vivace: sono presenti tutte le catene dei motel e dei fast food più famosi:optiamo per Taco Jhones. Incuriositi e anche per smaltire la cena, decidiamo però di arrivare a piedi al centro. Numerosi manifesti riportano la scritta “welcome” e “cath the spirit”. Ma quale spirito?un paese spettrale, non una persona, non un animale. I negozi tutti chiusi, quasi in stato d’abbandono. Tuttavia da alcuni altoparlanti veniva trasmessa musica anni’ 50… ottima ambientazione per un film di Stephen King…
20 Agosto
Ci catapultiamo nella storia americana varcando finalmente l’ingresso del Little Bighorn ($10,00). Subito dopo l’entrata c’è un grande cimitero e il monumento dedicato ai caduti indiani e ai soldati dell’esercito del generale Custer. Con la macchina si prosegue per la Battlefield Road, un circuito che prevede una serie di soste indicate da pannelli esplicativi. Sugli stessi sono perfettamente disegnati i luoghi così come li vediamo dinanzi a noi con in più le scene madri della battaglia. E’ molto suggestivo perché sembra di vederle, oltretutto il cielo coperto e il silenzio intorno a noi contribuiscono a creare atmosfera. Bellissimo l’incontro con le mandrie di cavalli al galoppo che sembravano far parte della scenografia. Ripresa la macchina arriviamo a Livingston. Rispetto ad Hardin è sicuramente più caratteristica: il centro è architettonicamente delizioso, con costruzioni basse a mattoncini rossi, il tutto contornato da altissimi monti. Peccato che anche qui dopo le 17.30 si spenga tutto. Ci chiediamo quale sia il momento in cui queste città prendano vita. Magari in inverno visto che sono posti di montagna. Lo speriamo, soprattutto per chi ci vive.
21 Agosto
Oggi ci aspettano parecchi chilometri. Passiamo davanti a Bozeman dove ritroviamo la civiltà. E’ una città universitaria e ci sono tantissimi giovani. Per caso notiamo la catena di Boot Barn, specializzata in abbigliamento country. Era presente anche a Jackson ma qui è molto più fornita. Finalmente trovo gli stivali che rincorrevo dall’inizio del viaggio. Proseguiamo per la US 191 che attraversa tutta la Gallatin National Forest: splendida! Peccato stia diluviando, il che non permette di fare neanche una piccola passeggiata ma quel che non può non notarsi è una vegetazione rigogliosissima. La peculiarità del territorio di Yellowstone insieme agli incendi che l’hanno colpito, fa si che ci si trovi spesso di fronte ad un panorama inquietante. Di frequente abbiamo incontrato tratti di foresta completamente secca o addirittura carbonizzata, l’opposto si verifica in questo tratto: c’è un’esplosione di abeti fittissimi che parte dalla cima dei monti e che si estende fino al Gallatin River. Un particolare che non ci aspettavamo è che è un’area attrezzatissima: ci sono innumerevoli posti per dormire e mangiare a prezzi molto contenuti. Ovviamente nulla che possa andare in contrasto con il paesaggio intorno. Ad averlo saputo ieri saremmo potuti arrivare fin qui e magari passare la notte in un ranch. Piano piano il sole fa finalmente capolino. Siamo diretti a Idaho Falls e abbiamo inserito sul navigatore l’indirizzo del Best Western Driftwood Inn perché avevamo letto che si trovava proprio nella zona delle cascate. Ma non solo si trova nel punto più bello , possiede anche una discreta piscina all’aperto. Pensiamo che, anche se faticosa, si tratta pur sempre di una vacanza e che non sarebbe niente male oziare un po’. Decidiamo quindi di fermarci qui ($130,00 compresa prima colazione), alternando piacevolissimi bagni e relax al sole. Per la cena scopriamo Jaker’s proprio a due passi da dove siamo noi : ancora ottime bistecche($50,00). Per facilitare la digestione,una romantica passeggiata alle prime luci della sera, ai piedi delle basse ma intense cascate che danno a questa cittadina un tocco di originalità.
22 Agosto
Di questa terra e di cosa le sia capitato nel passato vogliamo saperne di più. Visitiamo pertanto il Crater of the Moon National Monument ($6,00 a macchina). Otto grandi eruzioni tra 15.000 e 2.000 anni fa hanno creato questo scuro paesaggio. Tutto ciò che rimane è un’immensa distesa di lava che ha dato vita a forme geologiche molto particolari. Saliamo sull’Inferno Cone, una montagna di cenere da dove si ha una vista completa dell’area: ben evidente una lunga faglia a testimonianza dell’incredibile forza della natura. Ancora più impressionante è l’Indian Tunnel, un percorso sotterraneo tra rocce laviche chiamato così perché utilizzato in passato dagli indiani. Per attraversarlo è necessario munirsi di una torcia e di molta attenzione: non ci sono sentieri. Tutta la zona che sembra spenta in realtà non lo è, ci si aspettano nel futuro altre eruzioni. Proseguiamo verso Twin Falls accompagnati per un lungo tratto da un’ intensa grandinata che, una volta terminata, ci lascia ammirare un paesaggio alternativo: sembra che tutto sia ricoperto di neve. All’ingresso della cittadina c’è un punto panoramico che lascia senza fiato anche perché inaspettato: ancora una volta uno strepitoso canyon dal quale scendono le Shoshone Falls. Paghiamo allora $ 3,00 per vederle più da vicino e ne vale la pena: alte e potenti fanno da cornice alla profonda gola dello Snake River. Per la sera confermiamo al Super8($84,00) e soprattutto confermiamo da Jaker’s presente anche qui ($63,00)
23 Agosto
Siamo in direzione di Salt Lake City ma prima di arrivare facciamo una deviazione verso il Golden Spike: sito storico dove le due ferrovie delle compagnie Union Pacific e Central Pacific Railroad si sono incontrate per la prima volta nel 1869. Ciò ha reso possibile il collegamento tra l’est e l’ovest americano e pertanto ha dato inizio ad un potente sviluppo. Abbiamo assistito (solo il sabato e festivi) alla rappresentazione delle locomotive che si incontrano, con protagonisti vestiti con abiti dell’epoca che animano la scena. Una volta in città scegliamo un albergo, il Carlton Hotel, molto vicino al centro che ha compreso nel prezzo il parcheggio e forse la prima colazione ($181,00). Scrivo forse perché sembrava fosse a pagamento ma poi non è stata addebitata. In ogni caso la scelta era ampia e i prezzi molto bassi. Il centro di SLC si presenta impeccabile, sembra costruito ieri. Tutto estremamente pulito, curato ed elegante. Ci imbattiamo subito nel City Creek, un centro commerciale favoloso. Ne approfittiamo per un po’ di shopping. Andiamo poi nella parte più sacra: Temple Square. La piazza è dominata dal grande tempio dal quale escono coppie di sposi a raffica. Fiori e fontane ovunque: restiamo colpiti da questa maniacale cura del dettaglio. Entriamo nel Tabernacolo con l’enorme organo dove c’è una dimostrazione di come l’acustica sia perfetta. Passiamo dinanzi alla sede amministrativa della chiesa di Gesù Cristo dei Santi dell’ultimo giorno, chiesa madre del popolo mormone: un altissimo grattacielo che tutto sembra tranne un luogo legato al culto. Lì vicino la Beehive House casa dove abitò Brigham Young, il secondo profeta e la Lion House che ospitò le sue svariate mogli. Iniziamo ad essere molto incuriositi di chi siano questi mormoni e in cosa consista il loro credo. Si è però fatto tardi e quindi ci dirigiamo un po’ a caso alla ricerca di un posticino dove mangiare. In tutte queste sere, saltando il pranzo, abbiamo sempre cenato molto presto ad orari per noi piuttosto insoliti. Ora sono quasi le 21.00, è sabato sera ed è tutto chiuso. Non ci scoraggiamo e continuiamo a passeggiare per la Main Street fino a raggiungere Spitz: un locale molto carino dove provare un ottimo Donar Kebab ($25,00)
24 Agosto
La giornata inizia al contrario: partecipiamo di prima mattina ad un evento tipico serale, un concerto mormone. Ogni domenica alle 9.30 l’orchestra e l’elegantissimo coro registrano brani per la radio e la televisione al quale è possibile partecipare gratuitamente. Molto bello l’Auditorim dove avviene il tutto e atmosfera decisamente piacevole. A questo punto saremmo dovuti andare a visitare la Bigham Canyon Mine ossia la più antica e grande miniera di rame a cielo aperto del mondo. Il giorno prima però, nel leggere alcune recensioni, scopriamo che nel 2013 un forte terremoto l’ha seriamente danneggiata. Decidiamo pertanto di perseguire l’obiettivo di ieri. Ci rechiamo in uno dei Visitors Center (ce ne sono due) dove chiediamo di poter fare la visita guidata della città con una sorella mormone. Sono presenti “sisters” di tutte le nazionalità che per diciotto mesi sono tenute a prestare la loro opera di evangelizzazione nel mondo, compresa chiaramente Salt Lake City, dove tutto è iniziato. Il luogo della missione per loro rimane un mistero finchè il profeta del momento non comunica la sua decisione. La prima ragazza con la quale abbiamo il piacere di parlare viene da Rimini. Punto focale è il grande Tempio il cui accesso è consentito solo a mormoni, che chiamerei “certificati”, la cui fede è stata ufficialmente attestata. La spiegazione avviene quindi di fronte ad un modellino che mostra come si presenta all’interno. Quella che colpisce di più è una grande stanza bianca dove avvengono i matrimoni. E’ molto elegante, e alla nostra obiezione di non seguire l’esempio di Gesù, povero tra i poveri, ci espone che non può essere altrimenti perché rappresenta il Paradiso. E’ qui le coppie si giurano amore eterno. La celebrazione in una semplice chiesa non ha lo stesso valore. Dopo l’illustrazione delle altre sale entriamo nel Tabernacolo che però avevamo già visitato da soli il giorno prima. Passiamo poi a Sorella Maria Letizia che ci accompagna a visitare la Beehive House. Notiamo quanto sia evidente voler cancellare il passato che li lega alla poligamia: chiediamo il perché di così tante sale da pranzo e cucine. Semplice: la moglie del secondo profeta amava cucinare. Sappiamo che il motivo non è proprio quello visto che Brigham Young ebbe più di 50 figli non chiaramente da un’unica donna. All’interno c’è anche una piccola bottega dove venivano i poveri per chiedere sostentamento. Ci viene detto che ogni concessione era assolutamente a titolo gratuito. Uno dei punti cardini di questa religione è infatti aiutare il prossimo senza ricevere nulla in cambio. Poi parlando meglio abbiamo capito che in realtà si trattava di baratto. C’è pertanto molta confusione in questi racconti ma a prescindere dal proprio credo pensiamo che l’esperienza con le sorelle vada comunque fatta. Quel che è più interessante è infatti conoscere la loro di storia: ragazze come tante che una volta ricevuta la “chiamata” decidono di dedicarsi interamente alla comunità. I loro occhi brillano e sembrano veramente entusiaste di questa nuova vita. Hanno un sorriso coinvolgente e trasmettono serenità. Non pretendono di convertire rispettando il tuo pensiero. Nel pomeriggio, ancora una volta, torniamo indietro di milioni di anni visitando il museo di Storia Naturale. Imponenti scheletri di dinosauri primeggiano nell’esposizione insieme a oggetti appartenenti alle varie tribù indiane. Tornati in albergo iniziamo a preparare i bagagli, domani si torna a casa. Per cena non c’è il problema di uscire più o meno tardi: è domenica,giorno di riposo, e tutto è chiuso fin dalla mattina. Il locale di ieri ci sembrava però un po’ diverso rispetto al “modus operandi” del resto della città ed infatti è aperto.
25 Agosto
L’esperienza del rientro si è dimostrata piuttosto stressante. Lunghe file in aeroporto per i soliti controlli e ritardo di ore per la ripartenza causato da un forte vento… è stata comunque l’ennesima entusiasmate esperienza negli Stati Uniti ricca di emozioni. Una sorta di ritorno al passato, un viaggio nel viaggio per conoscere e capire più da vicino la nostra meravigliosa terra. Paesaggi incredibili che danno solo un’idea di cosa può succedere quando si scatena la natura. Nel loro silenzio insegnano che l’uomo sbaglia a sentirsi il padrone del mondo perchè in questo non avrà mai ragione. Ci sono forze che non si possono controllare ma solo rispettare: è la grande lezione che portiamo via con noi.