Da Washington a Montreal…
11-14 Agosto Washington
Il volo da Roma, prenotato con la United, fa scalo a Toronto ed arriva alle 20 a Washington. Tutto perfetto, unico inconveniente i posti tutti separati (siamo in 4, tutte donne). L’aereo che ci ha portato da Toronto a Washington era uno dei più piccoli che abbia mai visto, c’eravamo solo noi ed un intera squadra di basket americana… poveretti, un altro po’ anche seduti sbattevano con la testa! Dall’aeroporto abbiamo preso la navetta che ci ha portato ad una stazione della metro.
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Fare i biglietti per la metro di Washington non è impresa da poco: li abbiamo comprati quasi sempre con la carta di credito direttamente ai distributori automatici, bisogna cercare la stazione di arrivo tra quelle elencate e digitare il prezzo a cui bisogna sempre aggiungere un dollaro per la carta stampata. Mai buttare il biglietto: all’uscita dalla metro bisogna farlo ripassare ai tornelli e se l’importo non è esatto ci sono delle macchinette apposite per aggiungere la differenza.
Per precauzione, in 4 eravamo provviste di carte di credito mastercard e visa, bancomat, postepay, contanti. Alla fine devo dire che la carta che mi ha dato meno problemi è stata proprio la postepay (solo una volta in Canada e una volta a Boston non ha funzionato) mentre le carte di credito a volte funzionavano e a volte no. Col bancomat comunque si può facilmente prelevare dai tanti punti tnt che sono distributi ovunque per le città,addirittura nel Maine all’interno dei pub.
A Washington alloggiamo al Best Western Georgetown. Non male, la stanza è funzionale, la colazione abbondante e la posizione ottimale, vicino la metro..
Dopo una colazione abbondante all’albergo, pranzavamo piuttosto tardi con qualcosa al volo. All’American Indian Museum c’è un interessante self service con diversi tipi di cucina indiana. A cena andavamo a Georgetown, un quartiere situato nella parte nord occidentale, pieno di negozi e ristoranti. Devo dire che, proprio perche pranzavamo verso le 14/15, andavamo a cena troppo tardi e trovavamo quasi tutto chiuso per cui siamo andate 2 volte ad un ristorante di cucina thailandese(peraltro ottimo) in quanto l’ unico che chiudeva alle 23.
La maggior parte dei musei, tutti gratuiti, si trovano lungo la mall, un ampio viale rettangolare che termina da un lato con Capitol Hill( il campidoglio) e dall’altro con il monumento a Lincoln. Al centro l’obelisco(che è un monumento a Washington) e lateralmente la casa bianca. La nostra prima meta è stato il National Museum of American Indian dedicato alla storia degli indiani d’America: ogni saletta racconta di una tribù in particolare. Io l’ho trovato veramente interessante, il museo è fatto molto bene( attenzione all’aria condizionata però…da brividi). Da lì siamo passate subito al National Air and Space Museum, dedicato questa volta al mondo dell’aviazione e dello spazio. Bellissimo, l’impatto quando si entra in questa sala enorme con aeroplani d’epoca appesi al soffitto, missili e moduli lunari è notevole! Ci si impiega almeno tre ore a girarlo tutto, anche perché i temi trattati poi nelle varie salette sono tantissimi. All’interno del museo lateralmente c’è un Mc Donald molto grande, abbiamo mangiato lì a pranzo perché stanche morte!
Attraversando un grazioso giardino, facciamo una capatina veloce al museo d’arte orientale vicino allo Smithsonian Castle dove ora stanno gli uffici di questo istituto, lo Smithsonian per l’appunto, che gestisce numerosi musei tra cui quelli precedentemente visitati. In genere i musei chiudono alle 17 ma abbiamo scoperto poi che in alcuni casi c’era un prolungamento fino alle 19.
Abbiamo poi deciso di percorrere a piedi la mall per arrivare al monumento di Lincoln e durante il tragitto abbiamo incontrato i memoriali dedicati a: seconda guerra mondiale, Martin Luther King, Roosevelt, veterani delle guerra di Corea, Jefferson( da lontano) ed infine Lincoln. Quest’ultimo è quello più noto, però mi hanno ugualmente colpito quello a Roosevelt ( una serie di sculture che testimoniano le varie fasi della sua vita) e quello sulla guerra di Corea, molto bello. Tornando all’albergo incrociamo il monumento dedicato ad Albert Einstein, rappresentato seduto su degli scalini e pieno zeppo di bambini che salivano sulle sue ginocchia. In italia sarebbe inconcepibile sedersi cosi liberamente su dei monumenti, per quanto abbastanza recenti. Alla mall facciamo anche il nostro primo incontro con gli scoiattoli( come il cane in ‘Up’, ogni volta che ne vedremo uno partirà il grido: scoiattolo!). Quelli di Washington sono belli grandi, ben diversi per esempio da quelli dal Maine o del Vermont, più piccoli.
Il 13 partiamo dal Campidoglio e dopo un giro al vicino orto botanico ci rechiamo alla National Library of Congress. Molto bello il salone dove viene conservata la prima copia della Bibbia di Gutenberg. La sala per la consultazione dei libri viene fatta vedere solo per un attimo, ovviamente per non disturbare. Siamo anche entrate allo Shakespeare Museum, dove per rappresentare le sue opere è stato creato un teatro simile al Globe Theatre. In verità pensavo fossero esposti anche reperti su Shakespeare, quindi è stato un pò una delusione anche se la signora che stava all’ingresso è stata carina e ci ha fatto vedere il teatro mentre stavano preparando una rappresentazione. Girando un pò per il quartiere sulla destra rispetto alla Library si incontrano delle stradine con tante case colorate e con la bandiera americana fuori, secondo me molto caratteristiche. Ultima tappa sarà il Museum of American History, cioè il museo della storia americana. Degni di nota: il cappello di Lincoln,la versione originale della bandiera americana, la casa delle bambole dei primi del novecento con ben 23 stanze e perfettamente arredata, le scarpette rosse del mago di oz, la sezione “america on the move” con tutti i mezzi di trasporto usati, carrozze e sopratutto un bus di Chicago degli anni 30. Bisogna entrare e sedersi dentro, degli effetti sonori e di luce danno l’idea del movimento. Purtroppo non abbiamo avuto il tempo di visitare il pentagono, l’arlington cemetary, il museo di storia naturale e tantomeno di avvicinarci di più alla casa bianca.
14-20 agosto New York
La mattina del 14 alle 9.30 partiamo con il bus della Bolt per New York( tempo: 4 ore circa). Prenotando sul loro sito si trovano sempre interessanti offerte: abbiamo pagato 15 dollari 3 biglietti e il quarto ad un dollaro..quindi intorno agli 8/9 euro a testa,molto poco. Il viaggio si svolge tranquillamente e arriviamo alle 13.30 a New York sotto la pioggia. Ci rechiamo all ‘appartamento che abbiamo affittato a Chelsea, sopra Rainbows and Triangles, un negozio a tema gay( rainbows e triangles sono i simboli dei gay e delle lesbiche). Il proprietario Fernan, che gestisce il negozio,è stato molto carino con noi, addirittura ci ha fatto pagare anche di meno di ciò che avevamo preventivato. Siamo state 3 giorni a cercare di capire il perchè, poi l’ illuminazione:dato che l’appartamento poteva ospitare fino a 6 persone ha diviso la cifra patuita per 6 e poi ci ha fatto pagare solo 4 quote, intorno ai 25 euro a notte a persona. L’ appartamento, come molti a New York, è un pò malandato( il pavimento era in pendenza: se lasciavo la valigia scendeva da un lato) ma bello spazioso e luminoso e ovviamente vicino a tipo 3/4 linee della metro.
A New York la metro porta veramente ovunque. Noi abbiamo fatto il settimanale perchè ovviamente conviene, non si può fare tutto a piedi. La banchina della metro però l’ho trovata veramente sporca: non mi era mai capitato di vedere tanti topi e scarafaggi, io poi che ho la fobia degli insetti…d’altro canto quando sono andata in Madison Square Park da Shake Shack, un chioschetto dove dicono facciano il miglior hamburger di New York, un pò mi ha fatto senso mangiare ai tavolini mentre sotto passavano tanti topolini, seppur di campagna. Comunque l’ hamburger è divino! La colazione la facevamo da Starbuck di fronte all’ appartamento( almeno una volta vanno presi il cappuccino ed il frappuccino…d’ obbligo!) oppure al Chelsea Market dove da Sarabeth’s fanno dei pancakes ottimi( ma solo il weekend, altrimenti trovate muffins e torte), per il pranzo ci arrangiavamo mentre a cena Rose, una cugina della mia amica, ci ha portato sempre in giro, facendoci provare un pò di tutto: il classico hamburger,le buffalo(chicken) wings, il drink al pub dove ci controllano la cartà d’identità(abbiamo dai 35 ai 40 anni), il ristorante di alto livello(non ricordo il nome), Eataly oltre alla grigliata accompagnata da pannocchie a casa di suo fratello.
Il 14 sera, siamo andate subito a Times Square. L’ impatto è notevole, le luci sono talmente tante che sembra di essere in pieno giorno. Prendiamo un hot dog( o meglio sausage dog, che è piu grande e leggermente piccante) e un preztel ad un chioschetto e ci sediamo su dei gradini a guardare le luci, le pubblicità, la gente. Essendo appassionate di musical, il nostro obiettivo sarà vederne uno.
Il 15 mattina partiamo dalla High Line: in pratica hanno trasformato una ex ferrovia sopraelevata in un giardino. Ne percorriamo un tratto, poi scendiamo e passiamo per Ground Zero e da li andiamo a Wall Street. Dato che a partire dal primo pomeriggio era prevista pioggia, decidiamo di andare al museo di storia naturale: sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio, gli ambienti ricostruiti non mi hanno colpito, a parte la stanza con la balena e quella dei dinosauri ovviamente. La sera Rose ci porta alla Grand Central Station, la stazione ferroviaria di New York, molto bella e di sera ancora più affascinante. Vicino svetta il Chrysler Building, uno dei grattacieli più caratteristici della città: nel 1930 era l’ edificio più alto al mondo,battuto però ben presto dall’Empire State Building. Insieme al Flatiron Building( ha la forma di un ferro da stiro) quello che mi ha colpito di più.
Il 15 ci dedichiamo a Central Park, il polmone verde di New York. Il parco è veramente grande e anche un pò dispersivo ( non sono riuscita a trovare la statua dedicata a Balto…ma dove eri?) e camminando incontri scoiattoli e sculture varie, tra cui quelle dedicate ad Andersen e ad Alice nel paese delle meraviglie. Dopo un bel sonnellino distese sull’erba( funestato però da mosche che mi pungevano continuamente..saltavo alla puntura,mai visto niente del genere…) ci rechiamo a Chinatown e Little Italy. Facciamo un giro veloce dato che abbiamo già comprato dall’ italia il biglietto per visitare l’ Empire State Building. Decidiamo di vederlo al tramonto perchè pare sia il momento più ad effetto, dico pare perche ovviamente tutti hanno avuto la stessa pensata e ci abbiamo messo 3 ore di fila per salire ed ormai era già buio. Attenzione alla zona intorno all’ Empire che non mi è parsa proprio sicurissima, ed infatti qualche giorno dopo la nostra partenza c’è stata anche una sparatoria. Però li vicino c’è un negozio di fumetti bellissimo e un pub dove ho mangiato ottime chicken wings, mi pare la Heartland Brewery.
Il 16 prendiamo lo Staten Island Ferry, un traghetto gratuito che passa accanto alla statua della libertà. Foto a volontà e al ritorno ponte di Brooklyn a piedi, un pò stancante ma assolutamente fattibile. Qui in realtà io e le mie amiche ci siamo divise, loro sono andate al Moma, dove io però ero già stata in una precedente visita a New York di un solo giorno( dieci anni fa sono stata per due mesi a Boston). Io prendo la metro ed esco vicino al Radio city music Hall, visito la Sant Patrick Cathedral, faccio uno spuntino alla Magnolia Bakery( miglior cupcake di New York, veramente!) ed infine un giro per i negozi di New York, da Tiffany a Fao Schwarz, famoso negozio di giocattoli( e io dovevo suonare la pianola come Tom Hanks in Big!).
Il 17 andiamo a Maplewood da Rose, nel New Jersey… ci mettiamo un ora con il treno ma è un modo per conoscere anche come vive chi abita fuori la grande mela e per fare un pò di vita americana: partita a biliardo nel basement( il piano interrato) e drink al pub( con all’ ingresso le foto delle persone del paese morte l’11 settembre…) con annessa partita a freccette.
Il 18 andiamo a Hoboken da Carlo’s Bake Shop, la pasticceria di Buddy. Ci si arriva tramite metro, noi però non ci fermiamo a fare la fila per entrare…ci limitiamo a fare un paio di foto fuori e poi via. Dicevo che il nostro desiderio era di vedere un musical a Broadway: il nostro obiettivo era Wicked( chi ama i musical sa a cosa mi riferisco, diciamo che è una sorta di prequel del mago di oz) e alla fine troviamo i biglietti. Il biglietto costicchia, ma neanche tanto più del Sistina a Roma per esempio, e comunque anche se siamo all’ ultima fila vediamo tutto benissimo. Poi ci sono lotterie dove regalano biglietti, last minute ecc…ma noi non avevamo molto tempo per questo.
20-23 agosto Boston
Il 20 raggiungiamo Boston sempre via autobus ( altre 4 ore). Prendiamo la GreyHound per 15 dollari a testa. Soffro un pò di mal di macchina stavolta causa guida a zigzag dell’ autista, comunque arriviamo puntuali al nostro hotel, il Boston Park Plaza. Il Plaza è l’ hotel storico della città, passiamo così dall ‘informalità dell’ appartamento a New York ad un 4 stelle tutto in tiro. E’ che il Plaza d’estate fa delle offerte interessanti per cui paghiamo l’equivalente di un tre stelle. Io sono stata già altre volte a Boston(quindi non visiterò il Museum of fine Arts e l’ Isabella Stewart Gardner Museum che sono da vedere e non rifarò il duck tour, fatto su una sorta di macchina che diventa barca e quindi va per strada e poi sul fiume,che soprattutto per i bambini può essere molto divertente), per cui questa volta mi limito a passeggiare per la città, in particolare nel Public garden, che per me è un parco incantevole: laghetti, cigni,scoiattoli, fiori stupendi…mi rilassa in maniera incredibile. Il 20 sera facciamo un giro a Beacon Hill, il quartiere storico di Boston…quello con le case più antiche,i vetri delle finestre colorati di viola( dovuto ad una lavorazione sbagliata del vetro), i negozietti caratteristici. Questa volta riesco a trovare il pub di Cheers, ovvero del telefilm ‘Cin Cin’ per comprare dei souvenir per mio cugino, fan della serie. Arriviamo fino all’ Esplanade, altro parco che si affaccia sul fiume Charles e dove gli americani sono solidi fare sport( io andavo sui rollerblade) e vedere concerti allo shell, un palco a forma di conchiglia. La vista del fiume al tramonto è incantevole!
Il 21 è il giorno del Freedom Trial: si tratta di un percorso in mattoni tracciato sul marciapiede, seguendolo si incontrano facilmente tutti i posti storici della città legati alla guerra di indipendenza. Partiamo dal Boston Common, un altro parco e arriviamo alla Massachusetts State House,sede dell’assemblea legislativa dello Stato del Massachusetts, riconoscibile dalla cupola dorata. Visitiamo poi il Granary Burying Ground,il cimitero con le tombe degli eroi della guerra di indipendenza come Paul Revere, del quale è visitabile anche la casa. Poi la King’s Chapel, l’ Old state house, l’edificio più antico in assoluto e sede del governo, Faneuill Hall e Quincy Market, palazzi adibiti al commercio e al mercato e ora sedi di negozi e posti per mangiare. Ultima tappa, la Old North Church, collocata all’interno del quartiere North End, cioè il quartiere italiano della città. La sera si va a vedere una partita dei Red Sox, la squadra di baseball della città, a Fenway Park (raggiungibile con la metro). E’ un’esperienza che chi visita la città dovrebbe fare: cantare ‘sweet caroline’, inno della squadra, e mangiare hot dog e bere birra. I biglietti si possono comprare su internet e si può scegliere il posto in anticipo.
Il 22 giro ad Harvard. Dell’università si può vedere solo il parco interno con la statua del fondatore( detta delle 3 bugie: quello rappresentato non è John Harvard, Harvard non fu comunque il fondatore dell’ università, la data della fondazione è sbagliata) e da fuori alcuni edifici come la cappella e la biblioteca, la più grande biblioteca universitaria del mondo( donata all’ università dal padre di un alunno che appena laureato morì sul Titanic). Nel precedente viaggio avevo partecipato ad una visita guidata ma comunque ti fanno vedere poco altro in più, quindi non conviene. Tutta la zona attorno ad Harvard Square è molto carina, piena di negozi. Lo stesso può dirsi di Newbury Street ma molto più chic. Vicino si trova Copley Square con la Trinity Church e in lontananza Prudential Center( grattacielo con grandi magazzini).Prima di lasciare Boston non potevo non fare un un pò di shopping da Macy’s( un tempo c’era di fronte filene’s, un grande magazino più a buon mercato…ora purtroppo chiuso) e concludere mangiando l’aragosta vicino al porto.
23- 25 agosto: Maine
Partenza con la Greyhound per Portland ( 2 ore) per 10 dollari a testa. Arrivate cerchiamo un posto dove pranzare vicino al terminal dei bus e andiamo al Dogfish Cafe dove prendo un ottima insalata. Dopo un pò di difficoltà riusciamo a prendere il bus locale(era un circolare) per andare all’ aeroporto e prendere la macchina che avevamo prenotato dall’ italia. Abbiamo avuto un pò di difficoltà a trovarla, visto che dovevamo partire negli Usa e consegnarla in Canada. Alla fine abbiamo avuto successo con la ‘ NationalCar’ e pagato per 1 settimana circa 500 dollari. consiglio vivamente di prendere il navigatore, noi non lo abbiamo fatto e abbiamo trovato non poche difficoltà ad orientarci ( tranne nei casi in cui mi ero stampata da google maps tutto il percorso da un posto all’ altro). Per esempio dall’aeroporto al nostro hotel che si chiama non a caso Comfort Inn Airport (era a 5 minuti), ci abbiamo messo 1 ora e mezza a girare in tondo!! Alla fine stremate lo troviamo, si tratta di un classico motel americano( eh si anche questo volevamo provare)…bianco, un solo piano e con il lavandino in stanza. La sera giro a Portland: la città è un pò hippie, interessante.
Il 24 mattina lasciamo Portland e raggiungiamo Cape Elizabeth e poi Portland Head Light con i rispettivi fari. Da vedere se si ha tempo a disposizione, altrimenti meglio passare direttamente a Boothbay Harbour, classica citta di mare del Maine… case bianche, negozietti di ogni sorta e porto stupendo( lo visiti su delle passarelle di legno). Pranziamo da Moosehead Coffee e proviamo il lobster rool, il panino all’aragosta: divino! pane, un pò di burro e pezzi di aragosta( sensa salse che coprano il sapore). L’ aragosta è il simbolo del Maine insieme all’alce (in inglese appunto moose) e ai mirtilli (proprio a Boothbay vendono tè e sacchetti profumati al mirtillo ). Lasciamo la città e arriviamo a Camden, allo Schooner Bay Motor Inn: sempre un motel, ma molto più bello del precedente e immerso nel verde.Dopo un pò di brividi(siamo riuscite a pagare con la quarta carta di credito, le altre non passavano) andiamo a Camden a cenare allo Cappy’s Chowder House per provare la famosa clam chowder, ossia zuppa di vongole. Nel Menu viene presentata come antipasto ma comunque riempe molto quindi dopo meglio non prendere qualcosa di troppo pesante.
II 25 lasciamo il motel ( e anche una sacca con delle mie magliette…povera me) e visitiamo Camden di giorno, molto carina anche questa. Obiettivo del giorno è visitare l’Acadia National Park, un parco nazionale bellissimo. Noi lo abbiamo percorso in macchina( paghi un biglietto che poi ti permetti di entrarci mi pare una settimana) ma volendo c’e anche un bus che ti porta in giro. Arriviamo alla sand beach, una bella spiaggia dove ci mettiamo a prendere il sole e a pranzare(non ho resistito, ho dovuto comprare una Whoopie Pie… una sorta di oreo gigante). Da lì raggiungiamo la Thunder Hole, il rumero dell’oceano sugli scogli dovrebbe assomigliare ad un tuono… io non lo sento, comunque molto bello il paesaggio cosi come quello della Cadillac Mountain…sembra di essere in cima al mondo! distrutte arriviamo al Super 8, una catena molto famosa di motel in america…insomma, vabbè per 18 euro a notte ci può stare. andiamo a cena a Bangor. La città è stata distrutta da un incendio nei primi del novecento, a noi ha messo un pò di tristezza..non so se per il fatto che in giro non ci fosse quasi nessuno o per il ragazzo che faceva piano bar in un ristorante all ‘aperto tutto vuoto( ma che lo fate cantare a fare…poverino)..o per i binari abbondanati che attraversano la città… diciamo che capisco come è nata l’inspirazione in Stephen King, che è poi il motivo per cui siamo passati per Bangor,la sua città natale…
26-27 Agosto New Hampshire-Vermont
Il 26 vediamo quindi la casa di King, foto di rito e poi partenza per il Vermont. Passiamo per le White Mountains nel New Hampshire(peccato non avere maggior tempo per visitarle) dove passiamo per la Kancamagus Highway(route 112), una delle strade più panoramiche degli Usa..completamente immersa nel verde, rende al meglio in autunno con il foliage, cioè quando le foglie diventano rosse e gialle. Affianchiamo dei laghetti stupendi e arriviamo a Stowe e al nostro motel ‘Arbor Inn’, a dir poco stupendo! immerso in un parco verdissimo, con piscina e sedie a sdraio dove rilassarsi sotto gli alberi, tanti scoiattoli, casette per gli uccelli appese agli alberi e per ogni stanza una veranda. Già rimpiango di dover passarci una sola notte!
Il giorno dopo è all’ insegna di una colazione fantastica: omelette, bacon, patate al forno, pancake, succhi di frutta al mirtillo, il tutto servite al tavolo e con la compagnia di Tula, una dolce cagnolina, e Mambo, un pappagallo. Il proprietario tra l’altro parla anche italiano. Lasciato a malincuore Arbor Inn, andiamo a visitare Stowe, piccolina ma molto carina.
27-30 Canada
Per lasciare Stowe ci consigliano di prendere un altra strada panoramica, la Smugglers Notch: è una strada non molto lunga, mentre la percorri ti dà l’impressione che gli alberi ti vengano addosso, tanto è immersa nel verde. Il viaggio per il Canada è ovviamente abbastanza lunghetto ma stavolta fila tutto liscio, avendo preparato per filo e per segno il percorso dall’ italia. Il passaggio al confine è tranquillo e ci avviciniamo a Montreal non prima di un piccolo fraintendimento: ci fermiamo ad un mc donald per prendere qualcosa da mangiare…ordino in inglese due panini dal menu 6…la ragazza che parlava solo francese mi da 6 panini dal menu 2!! Ormai avevo già pagato con la carta di credito e non mi andava di discutere, per fortuna avevo chiesto solo i panini e non tutto il menu.Incontriamo parecchio traffico a Montreal,superata la quale arriviamo alla nostra meta, Mont Tremblant, dove abitano i miei parenti. Siamo in montagna quindi fa più fresco e la loro casa è completamente immersa nel verde, sulla riva di un lago( e con piccola spiaggia privata). Appena arrivate facciamo un emozionante incontro con un gruppo di cerbiatti. Per due giorni visitiamo mont Tremblant, zona in realtà più frequentata d’ inverno per le stazioni sciistiche…comunque il paesino principale(Tremblant) è proprio carino, pieno di negozi, con una cabinovia che ti porta gratuitamente su e giù. Da provare la specialità del posto da Smoke’s Poutinerie, che non è altro che un cartoccio di patatine fritte ma che patatine! Visitiamo anche Montreal ma devo dire che non mi ha colpito granchè, e mi ha impressionato la quantità abnorme di api che circolano nella città…comunque dato che in America ci sono i negozi con decorazioni natalizie aperti tutto l’anno , quello a Montreal è veramente bello! Inoltre interessante il fatto che parcheggiata la macchina potevi prolungare la durata al parchimetro in qualunque punto della città, bastava trovare una macchinetta e digitare il codice che trovavi sul bigliettino.
Il 30 si ritorna purtroppo a casa!! dopo aver lasciato la nostra macchina all’aeroporto di Montreal, questa volta volo diretto per Roma.
Boston ha per me un valore affettivo notevole per cui è la città in cui vivrei, New York è la città dove trascorrere i fine settimana quando si ha voglia di movimento e di vita, Washington quando si ha voglia di cultura, piena com’è di tanti musei organizzati alla perfezione mentre nel Maine e nel Vermont ci andrei per rilassarmi e per sentire il contatto con la natura.