Da valencia ad almeria, costa blanca y calida

Il nostro viaggio alla scoperta della Costa Blanca e della Costa Calida si è svolto dal 29 aprile al 7 maggio, interamente organizzato da noi come solito, con volo di andata su Valencia da Orio al Serio e di ritorno da Alicante su Pisa (Ryanair). Il nostro intento, a dire la verità - come invece si potrebbe pensare - non era quello di essere a...
Scritto da: Claudina67
da valencia ad almeria, costa blanca y calida
Partenza il: 29/04/2007
Ritorno il: 07/05/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Il nostro viaggio alla scoperta della Costa Blanca e della Costa Calida si è svolto dal 29 aprile al 7 maggio, interamente organizzato da noi come solito, con volo di andata su Valencia da Orio al Serio e di ritorno da Alicante su Pisa (Ryanair). Il nostro intento, a dire la verità – come invece si potrebbe pensare – non era quello di essere a Valencia in occasione dell’America’s Cup (informati come siamo sugli eventi sportivi, non ne eravamo neanche a conoscenza al momento della prenotazione!). Alla fine però anche noi ci siamo recati al Porto e gettati nella mischia di appassionati e non: famigliole intere abbronzantissime, muniti di cappellini e vestiti da skipper dal più grande al più piccolo, tutti quanti ad applaudire Luna Rossa & Co! Valencia & la Ciudad de las Artes y las Ciencias Abbiamo soggiornato 3 notti all’Hotel Rey Don Jaime, 4* di ottimo confort, in una posizione non proprio comoda né al centro né al porto (dista circa 3 km da entrambi), ma comodissimo alla famosa Ciudad de las Artes y de las Ciencias, che era poi uno dei nostri motivi di interesse principale. Questo avveniristico progetto dell’architetto valenciano Santiago Calatrava è stato realizzato nel letto prosciugato del fiume Turia: pensate un po’ questi spagnoli, hanno addirittura deviato il corso di un fiume! Il complesso è costituito da: il Palau de Les Artes Reina Sofia, che è un teatro; il Museo delle Scienze Principe Felipe; l’Hemisferic che ospita un planetario, l’Umbracle che praticamente è una serra, e in cui al momento è ospitata una mostra dedicata al Titanic; e infine il grandioso Oceanografic, l’acquario più grande d’Europa. Il tutto ambientato tra prati e grandi specchi d’acqua che danno all’insieme di questi edifici di vetro e cemento bianco un aspetto veramente incredibile: una sensazione di bellezza e di pace, nulla di freddo e anonimo. Tutte le varie strutture si possono visitare singolarmente, o con biglietti combinati che offrono uno sconto; consiglio vivamente quest’ultima soluzione, sia per il risparmio sia per evitare le lunghe code all’Oceanografic. Infatti, per esempio, il biglietto combinato Oceanografic+Palazzo delle Scienze (25 euro per gli adulti) si può acquistare anche alle biglietterie di quest’ultimo, dove in genere non si trovano code, mentre quelle all’Oceanografic sono lunghissime, soprattutto alla mattina. Per visitare l’Oceanografic mettete in conto almeno 4-5 ore.

Non mi starò a dilungare troppo sulla descrizione di quest’ultimo, che vale veramente la pena di essere visitato; la cosa più interessante e spettacolare probabilmente sono i lunghi tunnel in cui si è praticamente “dentro” all’acquario stesso: pesci di tutti i tipi, a seconda dell’ambientazione Oceani, Mari Tropicali o altro, ti nuotano intorno in tutte le direzioni! Al delfinario inoltre si può ammirare un breve ma entusiasmante spettacolo, compreso nel prezzo del biglietto.

Il nostro soggiorno a Valencia è continuato nei giorni successivi con una visita del centro storico; per raggiungerlo, comodo il servizio di autobus della linea 19 che collega la Plaza Ayuntamiento (Municipio) con la Ciudad e il Porto.

Meritano una visita la Cattedrale, dove si può ammirare la nota Capilla del Santo Graal, con il calice che secondo la tradizione fu quello che conteneva il sangue di Cristo (prendete l’audioguida in italiano, spiega molto bene); l’edifico de la Lonja, patrimonio dell’Unesco e le belle piazze dell’Ayuntamiento e Reina Sofia. Non può mancare una “vasca” per il centrale corso Colon, dove si trovano i negozi eleganti e ben tre grandi magazzini Corte Ingles. Per mangiare o fare uno spuntino, non c’è che l’imbarazzo della scelta ovunque! LA COSTA BLANCA & IL DISASTRO URBANISTICO Il quarto giorno abbiamo ritirato l’auto a noleggio nell’ufficio cittadino dell’Avis e siamo partiti alla volta della Costa Blanca.

Conoscendo già un po’ la Spagna, e avendo visitato la Costa del Sol, ci aspettavamo opere di urbanizzazione alquanto discutibili sulla costa ma, a dire la verità, non così tanto!! Probabilmente il contrasto ci è apparso ancor più stridente proprio per la bellezza naturale della costa, fatta di promontori che si allungano nel mare e di “mirador” spettacolari, di grandi spiagge e più piccole calette, e…Di una selva di grattacieli a completare il tutto!!! Questo vale soprattutto per Benidorm, una delle cose più terribili che io abbia mai visto: decine e decine di grattacieli, la maggior parte dai 20 ai 30 piani di altezza, alcuni palazzoni vecchi e brutti, altri più moderni, sembrano tanti siluri sparati da un’astronave a casaccio sulla terraferma, stanno lì e svettano verso l’alto uno accanto all’altro senza apparentemente nessun vero e proprio progetto urbanistico. Tutt’intorno, negozi che vendono perlopiù paccottiglie per turisti, articoli da spiaggia, tutta roba ammassata e di scarso valore, tantissime agenzie immobiliari, e bar a più non posso…Che tristezza!!! Ancora peggio, Calpe, che potrebbe essere bellissima con il suo promontorio alla cui destra e sinistra si trovano le due spiagge… Non ci siamo neanche fermati, visto dall’autostrada era più che sufficiente.

Ci siamo fermati invece a Javea, sul promontorio del Cabo de la Nao, paese in cui vale la pena rimanere qualche giorno. La guida Lonely Planet consiglia l’hotel Miramar, nella zona del porticciolo, e lo consigliamo anche noi.

Fate un giro sul promontorio per ammirare il panorama, e vedrete come cambia la musica: lì sono tutte super-mega-ville! Anche qui però, non si sono risparmiati. Le costruzioni anche se basse e gradevoli, si arrampicano fin sopra le colline, sembra quasi che nessun lembo di terra possa scampare all’urbanizzazione.

CARTAGENA, “LAVORI IN CORSO”! Dopo un paio di giorni abbiamo lasciato la Costa Blanca per dirigerci verso Almeria; inizialmente il nostro intento era quello di raggiungere Alicante e terminare il nostro giro lì, poi però abbiamo deciso di puntare ancora più a sud, anche per la curiosità di vedere se era tutto così o se il paesaggio, naturalistico e urbanistico, aveva qualcosa di diverso da offrirci. Inoltre, le distanze non sono lunghissime: da Valencia ad Alicante sono circa 165 km, quindi il nostro giro poteva tranquillamente proseguire.

Abbiamo bypassato la città di Alicante (sarà per la prossima volta!), e ci siamo invece fermati a Cartagena, nella regione della Murcia, città che vanta la base navale più importante della Spagna, e che si è rivelata una piacevole sorpresa! Innanzitutto, la zona portuale è molto bella e turistica, con una bella passeggiata e tanti locali e bar; il centro storico si gira facilmente in un pomeriggio, e presenta antiche rovine romane (Foro, Anfiteatro) alcune in corso di ristrutturazione, altre al momento purtroppo in rovina. Tutta la città è comunque un grande cantiere, stanno cercando di rivalutarla enormemente (e consegnarla al turismo, ovviamente!). Da vedere le stupende facciate moderniste, ristrutturate e tirate a lucido, di alcuni palazzi: Casa Cervantes, Casa Clares e lo stupendo Palacio Aguirre.

COSTA CALIDA Y MOJACAR Proseguendo verso sud, circa dopo il paesino di Aguilas, dalla regione della Murcia si entra in Andalusia nella provincia di Almeria.

Innanzitutto, man mano che si prosegue verso sud, il paesaggio muta diventando da collinare e verde, a molto più arido e con meno alture.

Noi ci siamo fermati due notti sulla costa a Mojacar, più che altro per non essere troppo lontani da Alicante, visto che dovevamo tornarci per prendere il volo di ritorno. Mojacar ha un paese sulla collina (Pueblo Alto), un insieme di casette bianche e (sigh!!!) tre o quattro palazzine letteralmente “arrampicate” sulla collina…Ma come si fa!! Poi c’è Mojacar Playa, grande insediamento turistico che si snoda sulla strada principale del lungomare. Abbastanza carino, le costruzioni sono gradevoli e basse, ci sono molti ristoranti, ci è sembrato più che altro un posto di vacanza per famiglie e non tanto per giovani. Le spiagge da queste parti non sono di sabbia proprio fine, a volte mista a ciottoli, a volte gialla o di colore grigio, a volte di sassi; il mare sembra abbastanza bello, ma quando siamo stati noi non c’era particolarmente bel tempo, bisognerebbe vederlo d’estate col sole a picco.

Abbiamo soggiornato all’hotel Rio Abajo, Lonely Planet lo consiglia, noi un po’ meno! È vero che la costruzione dal di fuori è molto carina, inserita in un giardino che dà direttamente sulla spiaggia; le stanze sono però un po’ troppo spoglie e umide, i bagni hanno qualche problema… È vero che è solo 2 stelle, però 60 euro a notte a maggio (senza colazione) per questa struttura sono troppi. In paese c’è una vasta scelta di altri hotel e appartamenti.

Il Pueblo Alto è caratteristico da girare a piedi, difficile però trovare parcheggio! PARCO NAZIONALE DEL CABO DE GATA Qui, con i panorami del Parco nazionale del Cabo de Gata, ci siamo finalmente rinfrancati la vista! Innanzitutto, varrebbe la pena di soggiornare qualche giorno ad Agua Amarga oppure a San Josè, paesini di mare, casette bianche, ristorante sulla bellissima spiaggia, qualche giorno di quiete e relax! Anche il paese di Carboneras non ci è sembrato male, peccato per le ciminiere nella prossimità del paese (altra cosa incomprensibile: è un parco nazionale e vi si trova un cementificio?!?!).

Ci siamo diretti a sud per ammirare le spiagge di Playa de los Genoveses con le sue piccole dune e la vegetazione semidesertica, Playa de Monsul e la piccola Cala di Media Luna (nudisti!), fermandoci mano a mano nei vari “mirador” da cui ammirare il paesaggio fino ad arrivare al Cabo. Finalmente un panorama libero da costruzioni, queste spiagge sono praticamente selvagge e ci si arriva tramite una strada sterrata. Ci sono anche percorsi di trekking della durata di diverse ore e che collegano le varie spiagge, con l’auto per raggiungerle bisogna fare il giro dall’interno. ULTIMA TAPPA, ELCHE E IL SUO PALMETO Ahimè, siamo alla fine del viaggio e a malincuore bisogna ritornare verso Alicante! Pernottiamo l’ultima notte ad Elche, città vicina ad Alicante e a soli 15 km dall’aeroporto, perché vogliamo vedere il famoso palmeto patrimonio dell’Unesco.

La città è piccola, c’è un vero e proprio giardino di palme che si può visitare e anche un museo, ma i giardini e le palme – tutto curatissimo – sono ovunque! Si sa che gli spagnoli fanno veramente la “siesta” e prima delle 16,30/17 del pomeriggio non c’è nessuno in giro, ma oggi è domenica e l’atmosfera è ancor più rilassata; le famiglie passeggiano per i giardini e anche noi, dopo un giretto per il grazioso centro storico, ci fermiamo a lungo sotto una palma a riposare: è la prima vera e propria giornata calda e di sole in una settimana! Per dormire ad Elche consigliamo l’hotel Milenio, che si trova in un bel giardino in centro, ottimo 3* con i servizi di un 4*, parlano anche italiano: sicuramente l’hotel migliore di tutta la vacanza.

La mattina seguente, partenza per Pisa, purtroppo con ritardo di 1 ora; il volo però in compenso è stato bellissimo, abbiamo potuto ammirare, in un cielo senza nemmeno una nuvola, tutta la costa dall’alto con i luoghi che avevamo visitato, poi siamo passati sopra le Baleari e la Sardegna del nord, fino all’arcipelago toscano: stupendo!! Un itinerario veramente piacevole e rilassante, vale la pena soprattutto di scoprire una zona dell’Andalusia ancora abbastanza sconosciuta al turismo italiano, quella di Almeria e della Costa Calida, da cui tra l’altro, in qualche ora di macchina si possono raggiungere anche Malaga (circa 300 km) e Granada (circa 240 km) e, volendo,… continuare il giro dell’Andalusia!



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