Da Singapore a Kota Bahru

Partendo dai grattacieli di Singapore, viaggio "marittimo" tra le isole malesi, tra spiagge da sogno e mare cristallino
Scritto da: ChiccoCocchi
da singapore a kota bahru
Partenza il: 25/07/2012
Ritorno il: 16/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €

SINGAPORE – MALESIA (Luglio/Agosto 2012)

Finalmente è arrivato il 25 luglio. E’ il momento della “vacanzona”, quella che si aspetta per tutto l’anno, quella che si pensa, si organizza, si immagina, si attende con grande fermento.

Lucia (mia moglie) ed io, abbiamo scelto un volo diretto Milano-Singapore, per poter visitare Singapore (che non abbiamo mai visto) e poi dedicarci ad una vacanza “marittima” sulla costa orientale della Malesia. Passeremo tre settimane in Oriente. Il vettore è Singapore Airlines (che notoriamente ha un alto livello di servizio). Il costo del viaggio aereo è di 940 euro a testa, tutto incluso, per un biglietto acquistato nel mese di febbraio per strappare le tariffe migliori.

La vacanza comincia con un colpo di fortuna: a causa di un over-booking sulla classe Economy, il personale di terra della Singapore Airlines, molto gentilmente, ci propone il viaggio in business class.

Il livello di confort del nostro viaggio di andata è quindi “altissimo” e in 12 ore di volo arriviamo a destinazione quasi riposati e sicuramente “coccolati”.

SINGAPORE

Arriviamo in aeroporto in prima mattinata e con la metropolitana (molto efficiente) arriviamo direttamente all’Hotel che avevamo già scelto dall’Italia seguendo un’indicazione della Guide de Routard. Si tratta dell’Hangout at Mt Emily Hotel, posizionato tra Little India e la zona commerciale di Orchard Road. L’albergo (non lussuoso) è però moderno, pulito e con un buon rapporto qualità prezzo (80 dollari ossia di singapore, ossia 52 euro, per una doppia con prima colazione). Il personale molto cortese e prodigo di consigli.

Dedichiamo la prima giornata (con un po’ di sforzo per vincere il jet lag) alla visita di China Town con i suoi negozietti e con il suo grattacielo (bruttino) che domina la zona. Visitiamo anche il tempio indiano di Sri Mahamariamman in South bridge Road road.

Proseguiamo poi a piedi (il tasso di umidità non ci aiuta) verso la zona degli affari e della Marina e ci imbattiamo in moderni e talvolta stranissimi grattacieli che solcano lo skyline. Uno in particolare, il grattacielo del Marina Bay Sands, colpisce fortemente perchè si tratta di 3 grattacieli distinti uniti tra loro da un avveniristico parco giochi a 200 metri d’altezza a forma di nave che si appoggia sul tetto di queste tre torri.

Proseguendo con il naso all’insù attraversiamo zone e quartieri molto diversi l’uno dall’altro: la zona di Boat Quai e Clarke Quai con le vecchie case cinesi ristrutturate e trasformate in una zona pedonale piena di ristoranti e locali, l’elegante Cavenagh Bridge, il quartiere coloniale con, il vecchio parlamento, la Cattedrale di Saint Andrew, e l’affascinante Raffles Hotel che trasmette sensazioni di altri tempi.

Poi il quartiere di Arab street con i negozietti e i ristoranti arabi tutti attorno alla Sultan Mosque, la più grande moschea di Singapore, ed infine Little India visitando il variopinto mercato di Pujat Tekka center.

Una prima giornata intensa e un po’ faticosa. La sera decidiamo di restare in zona ed andiamo a cena in un ristorante indiano di Little India dove, in un ambiente piacevole ceniamo con un ottimo pollo tandoori al Andrha Curry, un piccolo ristorantino frequentato dalle famiglie indiane di Singapore. Ma poi un giretto in metropolitana a Clarke Quay per vedere le luci della città che si specchiano sul Singapore River.

Il giorno successivo, ci dedichiamo un po’ allo shopping nei grandi magazzini di Orchard Road (la strada dello shopping di Singapore) senza rinunciare ad una visita in Emerald Hill Road (una piccola laterale di Orchard road) dove in un attimo il panorama cambia rimandandoci indietro di 100 anni. Si tratta di un piccolo quartiere di residenze in stile Perakan (cinesi) miracolosamente conservate e divenuto un angolo esclusivo della città.

Il pomeriggio lo riserviamo alla visita dell’ultimo pezzetto di foresta vergine rimasto all’interno di Singapore, il Bukit Timah Nature Reserve. Prendiamo l’autobus n. 171 e dopo 25 minuti ci troviamo all’ingresso di questo parco, ben curato, dove passiamo un paio d’ore in mezzo ad una natura rigogliosa che poco ha a che fare con i grattacieli che si trovano a pochi chilometri di distanza. Una piccola idea della jungla.

La sera cena in uno dei tanti ristoranti di Clarke Quai dove si possono gustare buoni piatti di pesce e granchi giganti.

PULAU BESAR

La mattina seguente iniziamo il nostro viaggio verso la Malesia. Decidiamo di utilizzare i mezzi pubblici locali che sono puliti ed efficienti. Quindi un primo bus da Singapore per Johor Bahru (il momento del passaggio delle due frontiere risulta essere un po’ laborioso….). Una volta in Malesia, alla stazione degli autobus di Johor Bahru prendiamo un altro Bus che dopo due ore e mezzo ci porta a Mersing, porto di imbarco per le isole dell’arcipelago circostante di cui la più conosciuta è Tioman, famosa per le sue immersioni. Conoscendo già Tioman (per un viaggio precedente) decidiamo di passare quattro giorni in un’isola più piccola poco distante: Pulau Besar.

Alloggiamo al D’Coconut, uno dei tre resort dell’isola, dove passiamo i primi giorni in grande relax.

L’isola è poco frequentata ed è facile avere a disposizione tutta la spiaggia per se. Lo snorkeling non è male con bei coralli, molti pesci e qualche innocuo squalo pinna nera, anche se nel periodo da noi trascorso la visibilità dell’acqua, a causa di un paio di forti temporali, non è il massimo. Unica seccatura i Sandfly che si nascondono nella sabbia e ci provocano bolle giganti (li incontreremo solo in questa isola). L’isola non è attrezzata per il diving per cui ci dedichiamo al sole al mare e a belle passeggiate sulla spiaggia.

PULAU KAPAS

Dopo quattro giorni di relax, la voglia di viaggiare ci chiama. Prendiamo un Bus pubblico locale (molto confortevole) a Mersing in direzione Kuala Terengganu (circa 430 km di distanza) e dopo circa sei ore e mezzo, attraversando città e panorami molto piacevoli, arriviamo a Marang, porto d’imbarco per Pulau Kapas. Marang è un piccolo paesino che poco ha da offrire ai viaggiatori, ma noi dobbiamo passarci solo la notte per imbarcarci la mattina presto per Kapas. La sera ceniamo con una coppia di amici cinesi conosciuti nell’hotel di Marang che il giorno dopo andranno a passare qualche giorno presso la lussuosa isola di Gemia (piccolo isolotto con una struttura di buon livello a fianco di Pulau Kapas). Passiamo una piacevole serata in un ristorante locale, dove gli unici turisti siamo noi quattro, conversando di come sta evolvendo la società cinese e scoprendo che il nostro amico di Guangzhou è un super tifoso dell’Inter e di Baggio e che conosce più cose del calcio italiano di quante ne sappiamo noi, che non seguiamo questo sport.

Pulau Kapas è un’isola molto bella a 15 minuti di barca da Marang. La raggiungiamo al mattino presto, quando si sta ancora svegliando. Scegliamo di dormire al KBC (Kapas Beach Chalet), una struttura piacevole, festaiola e un po’ freak, che però è veramente molto spartana. Il proprietario (Kayan) è estremamente simpatico, ma un po’ originale! I prezzi sono modestissimi: in tre notti, spendiamo circa 50 euro in totale per pernottare in un piccolo bungalow.

Il mare di Kapas è cristallino. I coralli ben conservati grazie al fatto che non c’è un turismo di massa (l’isola ha giusto 6/7 Resort tutti di piccola dimensione e poco invasivi). Lo snorkeling è ottimo con molti pesci e frequenti incontri con murene, tartarughe, ma anche squali pinna nera assolutamente innocui.

Alcuni ristorantini (tra cui segnaliamo QIMI chalet) dove si può mangiare un’ottima cucina Malese e fare indigestione di frullati di frutta fresca e insalate di frutta

Un vero paradiso.

KUALA TERENGGANU – PULAU REDANG

La voglia di viaggiare ci strappa dal paradiso di Kapas. Decidiamo di passare tre giorni anche all’isola di Redang (che già conosciamo, ma che merita una visita), ma prima, un po’ per organizzare il soggiorno a Redang, decidiamo di passare una giornata a Kuala Terengganu.

KT è una città moderna. Non ha tanto da offrire al viaggiatore se si escludono il mercato diurno, l’animato quartiere di Chinatown e alcune belle moschee.

Ceniamo in un simpatico ristorante l’MD Curry House con cucina Tamil e passiamo la serata vedendo insieme ai camerieri (come unici clienti) la finale delle olimpiadi di badminton tra il campione cinese (che vincerà) e l’idolo locale malese. Il menù è composto da riso basmati, condito con pollo al curry, pesce. Inoltre verdure cotte e crude e un piatto di lenticchie al curry. Tutto molto buono. Il prezzo della cena (6 euro in due) ci fa sorridere.

L’albergo che abbiamo scelto Hotel YenTin Mid Town pur centrale e comodo e consigliato da tutte le guide (Routard, Lonely Planet, Rough Guide) è molto deludente (pulizia discutibile, servizio mediocre).

Dopo cena, passeggiando per la città, troviamo una grande piazza dietro la Moschea Z. Abidin dove è installato un bel mercato notturno un po’ in stile Pat Pong di Bangkok con la differenza che gli unici occidentali siamo noi. Il risultato è una serata divertente.

Per organizzare i successivi giorni all’isola di Redang (dove è impossibile recarsi senza prima avere una prenotazione già effettuata dalla terra ferma in uno dei resort che vendono pacchetti turistici all inclusive per 2/3 notti) ci affidiamo all’agenzia Ping Anchorage consigliata da tutte le guide turistiche. L’agenzia si rivela non affidabilissima circa gli orari di partenza e arrivo da e per Redang però ci organizza con facilità tutto il trasferimento da KT a Redang ed anche il successivo trasferimento da Redang a Kuala Besut.

Pulau Redang un’isola bellissima all’interno di un arcipelago preservato come parco marino.

Il turismo sull’isola è molto differente rispetto a quello dell’isola di Kapas. L’ambiente è molto meno “cool” e l’atmosfera generale un po’ più da villaggio turistico. Il turismo è per il 90% di matrice malese e cinese. Gli occidentali sono una minoranza. I pacchetti che si acquistano sono “all inclusive” e comprendono anche due escursioni snorkeling al giorno al parco marino o nelle isolette vicine a Redang.

La spiaggia (talvolta un po’ più affollata rispetto a quanto abbiamo trovato sino ad ora) è bianchissima, l’acqua cristallina e ci sono possibilità di snorkeling piacevoli già partendo dalla spiaggia con incontri interessanti (tartarughe, piccoli squaletti, tanti pesci tropicali).

Ci sono diversi centri diving attrezzati. Le immersioni a Redang valgono la pena. Poco profonde, ma proiettate in un ambiente ben preservato e ricco di coralli, spugne e pesci tropicali.

Noi abbiamo scelto per le notti passate a Redang il Redang Holiday Beach Villa Resort. La posizione di questa struttura è ottima, appartata alla fine della spiaggia principale. La struttura è piacevole, ma il cibo veramente di modesta qualità. Generalmente i prezzi di questi pacchetti turistici sono molto più costosi rispetto alla media del costo delle strutture malesi che abbiamo trovato nelle altre isole. Si tratta comunque di prezzi affrontabili (60 euro a testa per il trattamento “all inclusive”) se si considerano i prezzi a cui noi occidentali siamo abituati.

Sull’isola, qualche interessante possibilità di trekking e qualche incontro con varani (anche di grandi dimensioni e simpatici scoiattoli che saltano tra i tavoli dei resort).

PULAU PERHENTIAN

Un po’ stanchi del trattamento “all inclusive”, ma un po’ dispiaciuti di abbandonare il cristallino mare di Redang, prendiamo un pulmino privato (organizzato dall’agenzia Ping Anchorage) e con 120 Ringit (circa 35 euro) ci facciamo in taxi il tragitto di un’ora e mezzo tra il porto di Merang (porto di imbarco per Pulau Redang) e Kuala Besut porto di imbarco per le isole Perentian.

Le Perhentian sono forse, insieme alle isole di Tioman e di Sipadan (nel Borneo malese) le isole più famose della Malesia.

A circa 35 minuti di barca veloce da Kuala Besut sono due isolette chiamate rispettivamente Pulau Besar (isola grande) e Pulau Kecil (isola piccola). Qui il turismo si è sviluppato e si sta sviluppando in fretta. Ci ero già stato 10 anni fa e la nascita di molti nuovi resort e ristorantini si fa subito notare così come il villaggio dei pescatori che ha dimensioni notevoli rispetto al passato.

Le Perhentian rimangono un posto magnifico, ma, a dispetto del fatto che anche qui siamo in un parco marino, occorre iniziare a preoccuparsi per preservarle. I coralli nel mare sono fortemente danneggiati, a causa sia di forti monsoni che hanno colpito l’isola negli anni scorsi, ma anche del turismo un po’ invasivo. La presenza di migliaia di turisti si fa sentire. Bottiglie e cartacce si annidano ogni tanto tra i coralli e sulla spiaggia. L’entroterra delle isole sta diventando un po’ un deposito di materiale vario (materiale da costruzione, vecchie barche, vecchi mobili ecc.) che certo non fa bene all’ambiente dell’isola. Il numero delle piccole barchette “taxi boat” che solcano quotidianamente il mare per fare la spola tra le varie spiagge delle due isole è a volte fastidioso.

Noi abbiamo scelto di soggiornare nell’isola grande (Besar) presso un Diving center (Watercolors Paradise) che già conoscevamo e presso il quale abbiamo acquistato un pacchetto di dieci immersioni a prezzi molto convenienti (80 ringit a immersione circa 22 euro ciascuna, compresa l’attrezzatura) e di affittare anche un bungalow presso la loro struttura a un prezzo piuttosto modesto (120 ringit a notte ossia circa 32 euro). Il bungalow, non di livello eccelso, era comunque sufficientemente comodo e pulito.

Le immersioni a Perhentian sono piacevoli. Il Mar di Cina qui ha un’acqua caldissima (29 gradi), le immersioni sono facili e rilassanti, ci sono bei coralli, belle spugne e molti pesci tropicali. Facilissimi gli incontri con i bamboo sharks, piccoli squaletti assolutamente innocui e timidi che si nascondono sotto i blocchi di corallo e sotto gli scogli. Per lo snorkeling occorre organizzarsi un po’ di più. Ci sono alcuni punti sia dell’isola grande che dell’isola piccola dove lo snorkeling non è male (anche se non indimenticabile). Altrimenti molti barcaioli organizzano al prezzo di circa 10 euro a persona escursioni di snorkeling nei siti più piacevoli (Turtle beach, Shark point, ecc.).

Possibile qualche incontro simpatico sull’isola: lemuri volanti, scimmie, varani, scoiattoli e pipistrelli che aiutano a tenere basso il livello di zanzare….

In generale le isole Perhentian continuano a essere un piccolo paradiso, forse un paradiso un po’ a rischio che, primi tra tutti noi turisti e viaggiatori, dovremo contribuire a preservare per chi ne godrà dopo di noi.

KOTA BHARU

E’ arrivato il momento. Dopo tante belle spiagge e tanto mare caldissimo è il momento di rimetterci le scarpe “chiuse” e affrontare il viaggio verso l’Italia.

Decidiamo di passare l’ultima notte e l’ultima mezza giornata di vacanza a Kota Bharu capitale del Kelantan. Scegliamo il Flora Place Hotel, un ottimo indirizzo dove con 120 ringit (32 euro circa) abbiamo una pulitissima camera con prima colazione (abbondante) ed un trattamento molto amichevole ed accogliente.

KB è una cittadina tranquilla, nel cuore della tradizione mussulmana malese, quasi al confine con la Thailandia.

Ceniamo, con qualche iniziale riserva, ma poi abbandonandoci all’avventura, all’interno del Night market, scegliendo tra le multicolori bancarelle, le cose che più ci ispirano. Il giorno dopo il nostro intestino non ci dirà che non abbiamo rischiato troppo.

La sera girovaghiamo tra le molte bancarelle che vendono abiti, scarpe ed ogni genere di cose.

Il giorno seguente, l’ultimo della nostra vacanza, lo dedichiamo alla visita di qualche museo interessante (soprattutto per gli stabili che li ospitano) e per una bella visita al mercato. L’immagine del mercato di Kota Bharu dall’alto ci rimarrà per molto tempo nel cuore con i suoi mille colori e le sue voci che provvengono dal basso.

E’ arrivato il momento di salutare la Malesia. Con due rapidi voli interni di Air Asia (Kota Bharu-Kuala Lumpur, Kuala Lumpur-Singapore) rientriamo in tarda serata a Singapore pronti per prendere il volo di rientro all’una e trenta del mattino.

Questa volta non c’è la business class ad attenderci, ma il volo con Singapore Airlines per Milano è comunque molto confortevole. Il mio vicino di posto è un signore indonesiano che sta per passare qualche giorno in Europa con la famiglia e mi parla molto bene della sua nazione (che io già un po’ conosco) dandomi preziosi consigli per il prossimo viaggio. Avrei già voglia di ripartire….

INFORMAZIONI UTILI

Documenti: Passaporto con validità residua di almeno 6 mesi.

Spostamenti: Bus Privati. Alcune compagnie utilizzate (Maju Ekpress – Utama Ekpress – S&S International Ekpress). Informazioni sul sito www.journeymalaysia.com.

Dove Dormire

Singapore: Hagout Hote – 10A Upper Wilkie Road – www.hangouthotels.com – Una doppia + prima colazione 80 dollari di Singapore per notte (circa 52 euro).

Pulau Besar: D’Coconut – www.dcoconut.com – Chalet Standard 200 RM (circa 60 euro).

Pulau Kapas: KBC (Kapas beach Chalet) – Telefono portatile 012-288-20-08 mail whackrat@gmail.com– Un bungalow per 2 persone 70 RM (circa 19 euro a notte)

Pulau Redang: Redang Holiday Beach Villa – www.redangholiday.com – pacchetto per 3 notti 560 RM (150 euro) (all inclusive comprendente anche trasferimento da e per l’isola e 2 escursioni snorkeling giornaliere)

Pulau Pehrentian: Paradise Watercolors Diving Center – www.watercoloursworld.com – Bungalows per 2 persone al prezzo di 120 RM per notte (circa 32 euro). Pacchetti di 10 immersioni a 800 RM (214 euro) attrezzatura compresa.

Kota Bahru: Flora Place – Jl. Kebun Sultan- www.thefloraplace.com – camera per 2 persone con prima colazione a 120 RM (32 euro)

Dove Mangiare

Singapore: Andrha Curry: 41, Kerbau Road – Little India. Ottima cucina indiana. Spesa indicativa 25 dollari singapore per persona (16 euro)

Kuala Terengganu: MD Curry House – 19c Jl. Tok Lam – Cucina Tamil. Riso con pollo pesce e verdure servitor su foglie di banano. Spesa indicativa 10 RM per persona (3 euro).

Pulau Kapas: QIMI Chalet – www.qimichaletkapas.com – Specialità Malesi a 40 RM per persona (12 euro). Occorre prenotare con anticipo perché poca disponibilità di tavoli.

Pulau Perhrentian: Mama’s Chalet and restaurant – www.mamaschalet.com.my – BBQ e Cucina malese ed internazionale. Cena a 40 RM per persona (circa 12 euro). Un buon indirizzo anche per pernottare.

Kota Bahru: Le bancarelle del Night Market. Cena a circa 10 RM (3 euro a testa).

Moneta

Singapore: Un Euro vale circa 1,54 dollari di Singapore

Malesia: Un euro vale circa 3,73 Ringit Malesi.

Costo totale della vacanza: 2250 euro a testa per tre settimane comprese le immersioni.

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Singapore Hagout Hotel

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Isola di Redang

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Singapore Arab Street

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Kapas KBC resort

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Singapore Chinatown

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Isola di Kapas

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Il mercato di

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Singapore Emerald Road

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Perhrentian

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Kota Bahru un Tuk tuk

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Isola di kapas

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Pulau Besar - Temporare in arrivo

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Singapore - Grattacielo di Marina Sands



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