Da Sacile a Pordenone, tra canali e borghi

Alla scoperta del Friuli Venezia Giulia - Parte 4
Scritto da: 19Simone80
da sacile a pordenone, tra canali e borghi

Pordenone

Pordenone, è definita la città dipinta per gli innumerevoli palazzi affrescati che si possono ammirare lungo il corso che attraversa il centro storico.

La città ha dato i natali al grande pittore rinascimentale Giovanni Antonio de Sacchis detto “il Pordenone”, i cui capolavori sono visibili nel Duomo di San Marco e nel Museo civico d’Arte.

Lascio l’auto poco fuori dal centro storico, percorro Largo San Giorgio per raggiungere il cuore di Pordenone.

Qui si trova la Chiesa di San Giorgio Martire (XVI sec.) dal particolare campanile (1852) a forma di colonna dorica con in cima la statua del Santo.

Prendo per Corso Garibaldi, l’antico borgo superiore che raccoglie palazzi del ‘600-‘700, proseguendo per Corso Vittorio Emanuele II, l’antica Contrada Maggiore e ricca di palazzi affrescati, impossibile non alzare lo sguardo per ammirarli.

Ad inizio di Corso Vittorio Emanuele II si trova Casa Simoni, originaria struttura trecentesca di due piani con due monofore ad archi trilobati e caratterizza dallo stemma civico dipinto tra le due finestre gotiche.

Tra gli edifici affrescati più belli di Corso Vittorio Emanuele II vi è Palazzo De Rubeis (XIV sec.). Presenta una facciata caratterizzata da porticato e due piani con bifore ad arco a tutto sesto e ad arco trilobato. La particolare decorazione del palazzo simula una tappezzeria a motivi geometrici colorati con rombi, infiorescenze e spirali.

Si ammira poi Palazzo Ragagnin che presenta una facciata affrescata del XIV-XV secolo dove è possibile vedere lo stemma di Casa d’Austria, posto tra due finestre ad arco a tutto sesto.

Altro edificio degno di nota è Palazzo Mantica-Cattaneo, formato dall’unione di due strutture del XIV-XV secolo.
La facciata affrescata presenta figure allegoriche e un ampio riquadro con la scena molto deperita di Milone dilaniato dal leone, opera attribuibile probabilmente a Antonio Sacchiense, nipote del “Pordenone”.

Proseguendo il cammino si ammira Palazzo Ricchieri, tra gli edifici più antichi della città, subì diverse trasformazioni nei secoli, da casa-torre a dimora nobiliare. Il restauro ha portato alla luce elementi decorativi della costruzione originaria tre-quattrocentesca, con frammenti di pitture di periodo gotico.

Dal 1970 è sede del Museo Civico d’Arte secondo le volontà del Conte Lucio Ernesto Ricchieri di Sedrano che alla sua morte lo lasciò alla città per fini culturali.

Il museo custodisce le splendide opere del “Pordenone“, di particolare interesse anche la sezione delle sculture lignee (XII – XVII sec.) tra le più ricche del Friuli Venezia Giulia.

Si raggiunge il fulcro del centro storico di Pordenone, il Municipio e il vicino Duomo.

Il Palazzo del Municipio (XIII sec.), simbolo del centro storico di Pordenone, è l’antica Loggia.

Costruito in laterizio a pianta trapezoidale con una loggia a tre archi acuti e due trifore gotiche al piano nobile.
Nel 1452 il corpo centrale fu aggiornato al gusto rinascimentale, sopra il quale si imposta un dado che porta due mori in bronzo a battere le ore, fiancheggiato ai lati da due aerei pinnacoli.

La parte inferiore ospita un portico loggiato preceduto da un corpo centrale a torre con balconata a balaustra, sormontata da un orologio astrologico lunare (XVI sec.) con alla cima due paggi in pietra che scoccano le ore.

Il primo piano è occupato interamente dalla Sala del Consiglio Comunale.

A pochi passi si trova il Duomo di San Marco (XIII sec. circa), dal mix di forme romaniche-gotiche di fine ‘300 visibile soprattutto nella zona esterna dell’abside.

Presenta una facciata rimasta incompiuta, composta da 4 semicolonne in pietra residuo di un intervento ottocentesco, con al centro il portale del XVI secolo, scolpito in bassorilievovcon delicati motivi naturalistici e segni zodiacali.

Custodisce al suo interno preziose opere ed affreschi di artisti rinascimentali friulani. Particolare il pilastro ottagonale del presbiterio, affrescato dove si possono ammirare 3 affreschi del “Pordenone“.

Oltre il pilastro di destra si apre la Cappella Montereale Mantica (XVI sec.) interamente affrescata con momenti delle Storie della Vergine e di Cristo, opera attribuite al “Calderari” (allievo del “Pordenone”). La cappella custodisce un sarcofago del 1511 ove riposa la committente Aloisa Mantica.

Da vedere anche la Cappella del Battistero, con il fonte battesimale (1506) con le copie delle portelle decorate raffiguranti la vita di S. Giovanni Battista, opere del “Pordenone“.

A fianco al Duomo si erge il campanile (XIII – XIV sec.) il stile romanico-gotico alto circa 80 metri e considerato tra i più belli d’Italia. Presenta una struttura elegante formata da mattoni a vista, trifore e archetti pensili in cotto, custodisce 6 campane di cui la più piccola è del 1627.

Fino a circa metà del XVI secolo, il piano terra della torre era adibito a carcere.

Proseguendo lungo il viale, si oltrepassa il Ponte di Adamo ed Eva (1925) che attraversa il fiume Noncello. Deve il suo nome alle statue barocche poste ai suoi lati, anche se in realtà raffigurano Giove e Giunone.

La parte centrale del ponte è movibile, in quanto era stato progettato per il passaggio delle barche verso il porto fluviale che non venne mai terminato.

Al di là del ponte si trova la Chiesa della Santissima Trinità (XVI sec.), costruita interamente in cotto, presenta una pianta ottagonale con 3 absidi all’esterno e aula circolare interna.

E’ caratterizzata da torre campanaria anch’essa ottagonale, annessa ad un lato della facciata.

Il portale presenta tre tacche incise che indicano le devastanti alluvioni. All’interno si conservano preziosi affreschi del Calderari.

Oggi è sia un sacrario per i caduti delle Guerre Mondiali che luogo di culto della comunità ortodossa.

Il centro di Pordenone è l’ideale per una piacevole passeggiata tra shopping e arte, è una città che mi ha piacevolmente colpito per la sua bellezza.

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