Da Ravaren a Pamplona a fam questa e pò bona
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Ritrovo alle 10:30 di sera, partenza da Ravarino. Il camper sei posti noleggiato a Modena non è delle dimensioni adatte e ci mette subito in discussione. il posto letto centrale, troppo stretto obbligherà uno di noi a dormire nel portabagagli posteriore su di un comodo materassino gonfiabile.
Duna di Pilat: la montagna di sabbia
Prima tappa è la Duna di Pilat vicino Bordeaux, scoperta per caso da una ricerca sullo sarco in Normandia, una spiaggia con una duna di sabbia alta un centinaio di metri ed estesa qualche km, si è rivelata una tappa grandiosa sia per la magnificenza della natura che per il confort del campeggio.
L’autostrada in Francia ha pedaggi frequenti, ma non ci coglie impreparati, li troviamo tutti segnalati nella guida Michelin scaricata da internet, precisa anche nei prezzi.
Arriviamo verso le 11:00, i campeggi sono vari e sono uno vicino all’altro non facciamo fatica a trovare posto, in oltre sono immersi in un bosco perciò tanta ombra: perfetto!
La scalata della duna è un’impresa da temerari, uno di noi è rimasto bloccato a metà strada rischiando di essere risucchiato per sempre dalla sabbia. lo spettacolo però, una volta raggiunta la cima, ripaga di tutta la fatica. Si ha l’impressione di essere in Guatemala sulla piramide maya in mezzo alla giungla. Tanti sono i turisti che praticano il parapendio, ci sono anche delle scuole sembra molto divertente… ma il nostro obbiettivo è arrivare a Pamplona in tempo per il Ciupinazo perciò domenica mattina si riparte.
Pamplona
Il viaggio non subisce interruzioni non c’è traffico o code (non come nelle nostre autostrade), solo il campeggio ci fa penare un pò, ma gira e rigira alla fine lo troviamo è solo a qualche km dal centro, si chiama Ezcaba ed è attrezzatissimo, non abbiamo prenotato, ma anche qui troviamo subito posto.
Un’area del campeggio è invasa dalle tende, tutte uguali di un gruppo di turisti australiani che si fanno chiamare “fanatics”. Sembra una sorta di sprig break americano, hanno persino un palco in cui la sera si esibiscono dei gruppi musicali.
Questa sera immaginiamo il tema della festa osservando una bancarella che distribuisce vari gadget fluorescenti(parrucche, braccialetti, calzini…) Alcuni indossano maschere da wrestler (stile nacho), una palla da rugbi passa più volte sopra le nostre teste. Noi siamo già seduti in cerchio, birra in mano.
Lunedi: la fiesta
Alle 7 del mattino non siamo ancora pronti, il gruppo dei “fanatics” invece sì e sono già in fila alla fermata del pulman. Sono davvero tanti.
Raggiungiamo il centro di Pamplona, le vie sono gremite di gente, chi più chi meno, tutti indossano i colori della festa (bianco e rosso), i giovani locali sono già completamente imbrattati da chissà che cosa. Non ce la facciamo proprio a proseguire, restiamo dove siamo muniti anche noi, come tutti, di fazzoletto rosso e spumante.
Ascoltiamo il conto alla rovescia e il discorso del sindaco, sono le 8:00, lo scoppio del razzo (ciupinazo) annuncia l’inizio dei festeggiamenti.
Ciò che sia successo veramente non mi è dato ricordare, so solo che ci siamo smarriti, ritrovati e poi ancora divisi e alla fine ognuno è tornato al campeggio sano e salvo.
A farmi tornare la memoria ci sono le fotografie. Per esempio, quando sono salito su un cassetto dell’immondizia per fotografare i miei compagni trascinati dalla folla. Spettacolo interessante, dai balconi lanciano secchiate d’acqua e io non mi rendo conto che dei ragazzi sotto di me si stanno sbracciando con grande entusiasmo in cerca della mia attenzione (mi devono aver scambiato per un fotografo locale i quali mettono in esposizione le foto scattate il giorno prima nei proprio negozi sperando che qualcuno si riconosca e le acquisti)…foto bellissima per un bellissimo ricordo.
Secondo indelebile ricordo è l’incontro con Carlos. Conosciuto nel mezzo della bolgia di un bar, fra le vie che formano l’encierro, non so come, non parla italiano, ma ci ritroviamo a casa sua a mangiar salame e bere cerveza: un mito!
Martedì: strade fetide
La festa di San Firmino dura una settimana e la gente gira ininterrottamente giorno e notte sporcando tantissimo, anzi il giorno peggiore è proprio il ciupinazo perchè, essendo tutto concesso come a un carnevale, si lanciano di tutto (uova, birra, vino, sangria, caffè…) e nonostante gli operatori ecologici passano ogni notte con l’idrante, il fetore impregna costantemente tutte le strade.
Mercoledì: l’encierro
Abbiamo passato tutta la notte in giro, manca ancora qualche ora all’inizio della corsa, percorriamo via santo domingo per raggiungere il punto di partenza dell’encierro, vogliamo vedere l’arrivo dei tori, ma sono già nel recinto e il cancello troppo alto non lascia vedere nulla. Riordiniamo le idee: Pamplona si trova in collina, quindi, oltre al fatto che la strade sono bagnate, viscide e fetide, sono anche in salita! Decidiamo di guardare la corsa comodamente dall’alto al di fuori del recinto in una strada sopraelevata rispetto il punto di partenza. Fa un freddo inaspettato più passa il tempo più gente arriva e ci si scalda gli uni vicino agli altri, una ragazza inglese al mio fianco mi concede un pezzo del suo sacco a pelo. L’attesa e il freddo vengono ripagati perchè siamo proprio in prima fila e vediamo benissimo anche se tutto avviene in pochi attimi giusto il tempo di fare tre foto. Il momento più interessante è la preghiera a san firmino che viene recitata tre volte prima dell’inizio della corsa dai partecipanti che tengono il foglio arrotolato in mano. I corridori più esperti si sdraiano a terra perpendicolarmente rispetto il percorso dei tori in modo da venire scavalcati durante la corsa (dicono sia la cosa più sicura), altri si fermano di lato e si lasciano superare, ma i più coraggiosi devono riuscire a toccare la testa o le corna. Gli altri, quelli che ci vanno per curiosità rischiano di scivolare e farsi calpestare, non dai tori, ma dalla massa di gente. Appena terminata la corsa si riversano entro l’encierro una serie di giornalisti e televisioni a intervistare i corridores. Io l’indomani compro tutti e due i giornali e in una foto riusciamo a riconoscere le nostre teste prese di spalle. L’encierro è stato troppo rapido, abbiamo preso troppo freddo e tutto a gratis, così decidiamo di andare alla Plaza de Toros investire un po’ di denaro ed assistere alla nostra prima corrida. Nessuno di noi aveva mai visto una corrida, eravamo tutti un po’ titubanti, ma alla fine lo spettacolo ci è piaciuto eccome. Lo so, avevo notizia di ciò che fanno ai tori prima della corrida ed effettivamente avevo un atteggiamento sfavorevole, la corrida è uno spettacolo cruento probabilmente destinato a scomparire, però mi è piaciuto e ci tornerei.
Giovedì: sosta a Barcellona sulla via del ritorno
Pamplona è una bellissima città che vale la pena visitare anche al di fuori della festa di san fermin (fra l’altro candidata capitale europea della cultura 2016). Partiamo alla volta di Barcellona e durante il viaggio apprendiamo dalla radio la morte di un ragazzo di 26 anni avvenuta durante l’encierro appena poche ore prima. A Barcellona il tempo si fa sempre più cupo e infatti comincia a piovere. Troviamo subito posto in campeggio. Passiamo gli ultimi due giorni in giro per le ramblas e parco guell. I colori della fiesta sono solo un ricordo, anche se non ho mai letto il libro di Hemingway so ugualmente di cosa parla.