Da Praga a Cracovia, passando per Auschwitz: affascinante viaggio nell’est europeo

Cinque giorni alla scoperta delle bellezze offerte da due delle città più affascinanti dell'est tra cultura, arte, gastronomia e storia
Scritto da: Dalila Giglio
da praga a cracovia, passando per auschwitz: affascinante viaggio nell'est europeo
Partenza il: 27/08/2013
Ritorno il: 01/09/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Cinque giorni alla scoperta delle bellezze offerte da due delle città più affascinanti dell’est Europa, tra cultura, arte, gastronomia e storia: il fascino romantico di Praga, l’austera bellezza di Cracovia e la mestizia dei campi di lavoro e di sterminio di Auschwitz e Birkenau.

27/28 AGOSTO: PRAGA

Se Parigi val bene una messa, la Parigi dell’est val bene un viaggio!

La capitale della Repubblica Ceca, che ha dato i natali a Kafka, è considerata, a ragione, una delle città più belle d’Europa.

Chi ha amato Budapest, non potrà che apprezzarla, ma anche chi non è rimasto colpito dalla città ungherese, difficilmente non ne subirà il fascino. Non visitarla è un vero peccato, soprattutto considerando la circostanza che un week-end è sufficiente a perlustrarla.

Muovendosi con due o tre mesi d’anticipo, come abbiamo fatto io e il mio compagno di viaggio, si riesce ad acquistare, on line, un volo low cost ad un prezzo vantaggioso, pari a circa €. 120-130 a persona (noi siamo partiti dall’aeroporto low cost di Orio al Serio).

Riguardo alle strutture, non c’è che l’imbarazzo della scelta: Praga straborda di hotel di tutte le categorie e per tutte le tasche, nonché di ostelli e di pensioni. La nostra scelta è ricaduta su una pensione sita nelle vicinanze del centro, un aparthotel confortevole seppure umido, provvisto di frigo contenente il necessario per prepararsi la colazione (inclusa nel prezzo), che ci è costato €. 98 per due notti per due persone.

Praga è ben servita dai mezzi pubblici, ma l’ideale è girarla a piedi, per poterne apprezzare sino in fondo l’austera bellezza.

Partendo da piazza della Repubblica, si approda rapidamente nella piazza della Città Vecchia, a mio parere la più bella della metropoli, dove capeggiano la chiesa di Santa Maria di Tyn, la Torre e il famosissimo orologio astronomico, che ogni ora offre il suo suggestivo spettacolo di campane sonanti e statuette in movimento. Proseguendo dritti, si arriva al celebre Ponte Carlo: le migliaia di persone che lo attraversano ogni giorno, nulla tolgono al suo sinistro splendore. Percorrendolo, si ha l’impressione di essere osservati, e talvolta perfino “minacciati”, dalle imponenti statue nere che lo caratterizzano. E la meraviglia si mischia all’inquietudine.

Superato il ponte si arriva al quartiere di Malà Strana, dove si trovano il Castello di Praga, la Cattedrale di San Vito, il Santuario di Loreto, il Monastero Strahov e la Torre panoramica di Petrin.

D’obbligo la passeggiata lungo La Moldava, il fiume che attraversa la città, la visita della Sinagoga (ce ne sono due ma spesso una, quella esteticamente più bella, nei pressi della stazione, è chiusa) e del quartiere ebraico di Josefov, nonché di piazza San Venceslao, teatro del suicidio di un giovane studente universitario di filosofia, Jan Palach, il quale, nel gennaio del 1969, si diede fuoco in segno di protesta contro l’oppressione socioculturale perpetrata dall’Unione Sovietica (il suo gesto diede successivamente vita alla Primavera di Praga).

Nei dintorni di questa storica piazza, si estendono le vie dello shopping, imperdibili se si ha del tempo a disposizione per girare i negozi che vi sono situati.

Anche riguardo al cibo, non c’è che l’imbarazzo della scelta: a Praga si mangia dappertutto, qualsiasi cosa, a qualsiasi ora. Gettonatissima la cucina italiana, oltre agli immancabili “kebabari” e fast food.

Naturalmente è consigliabile provare la cucina locale: Staromacek e Krcma offrono un ottimo rapporto qualità-prezzo (in coppia, si riesce a spendere non più di €. 20, in totale, mangiando abbondantemente).

Due consigli solo in apparenza banali: stare attenti al cambio, in linea di massima per noi non vantaggioso, e mettere in valigia dei capi autunnali anche se ci si reca a Praga durante la stagione estiva, perché l’aria sovente è fresca.

Di Praga ricorderò certamente gli scorci romantici, la bellezza degli edifici, la compostezza e l’austerità dei suoi abitanti, ma anche la meraviglia della musica classica e popolare suonata per strada e i profumi inebrianti dei cibi locali che si mescolano fra di loro.

“Mai tornare nei luoghi dove si è stati felici”, recita un celebre detto popolare: per Praga, però, vale la pena di fare un’eccezione.

29 AGOSTO: VERSO CRACOVIA

La seconda tappa del nostro viaggio nell’est Europa è Cracovia, la terza città della Polonia per numero di abitanti.

Per raggiungerla in treno, come abbiamo fatto noi, da Praga occorrono circa 7 ore: il viaggio è lungo, ma intermezzato da un cambio a Katowice.

Data la nostra esperienza da brivido sul treno regionale Katowice-Krakow, sul quale siamo rimasti bloccati per più di trenta minuti, nel bel mezzo di un bosco e poco prima che facesse buio -peraltro, fra persone che non parlavano una parola d’inglese-, mi sento di consigliare vivamente di optare per il bus, anziché per il treno (esistono collegamenti diretti, in bus, fra Praga e Cracovia, oltre al bus che parte dalla stazione di Katowice ed arriva a quella di Cracovia).

A Cracovia approdiamo dopo ben otto ore, esausti; fortunatamente, il nostro hotel è situato proprio a ridosso della stazione.

30 AGOSTO: VISITA AI CAMPI DI STERMINIO DI AUSCHWITZ E BIRKENAU

Nessun libro di storia, nessuna lezione scolastica, nessun documentario storico, nessun racconto dei sopravvissuti, nessuna narrazione orale o scritta di chi ci si è già recato, può dare l’idea del groviglio di emozioni da cui si viene investiti nel corso della visita al più grande campo di sterminio d’Europa.

L’incredulità di fronte a ciò a cui la follia o la malvagità dell’uomo ha dato vita, il sollievo per essere scampati al genocidio e il timore che l’olocausto possa un giorno ripetersi, ma, soprattutto l’orrore, il disgusto per quello che si materializza davanti ai propri occhi e per quello che le proprie orecchie ascoltano, le parole, dure come pietre, che escono dalla bocca della bravissima guida polacca dall’italiano ineccepibile, che ci racconta, con professionalità e partecipazione emotiva, la non-vita dei deportati.

La sensazione prevalente è quella del dolore, un dolore sordo ed inenarrabile, un’angoscia sconosciuta: il dolore per le indicibili sofferenze e per le umiliazioni patite da circa un milione di persone a noi estranee, persone in tutto e per tutto identiche a noi, esseri umani senza alcuna colpa trattati come e peggio delle belve.

Quella dei lager è un’esperienza forte e dolorosa e va affrontata con serietà e sobrietà, nel rispetto dovuto a chi, in un luogo di morte dove perfino un raggio di sole appare quasi un oltraggio alla memoria delle vittime, si è visto portare brutalmente via il diritto alla vita e persino l’identità.

I campi di concentramento di Oswiecim (Auschwitz in tedesco) sono facilmente raggiungibili dalla stazione di Cracovia, da cui partono numerose navette che più volte al giorno percorrono la tratta Cracovia-Museo di Auschwitz e viceversa; il costo del tragitto di andata e ritorno è di circa €. 10-12 a persona, mentre il costo della visita ai campi, che dura all’incirca quattro ore ed è obbligatoriamente guidata, è di €. 8.

31 AGOSTO: CRACOVIA

Cracovia anziché Varsavia. La ragioni che ci hanno condotto a preferirla alla capitale, sono state due: la maggiore vicinanza ad Oswiecim e la circostanza che molti la considerano di gran lunga più bella di Varsavia.

A viaggio ultimato, non possiamo dirci pentiti della nostra scelta: Cracovia è una città bella ed elegante.

Riguardo alle strutture vale lo stesso discorso fatto per Praga: ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le tasche (rispetto alla capitale ceca, è naturalmente molto meno dispendiosa). L’ideale è alloggiare nei pressi della stazione- il nostro hotel, situato di fronte alla stazione, ci è costato €. 170 per tre notti per due persone, con abbondante e gustosa colazione inclusa-, che è molto vicina al centro e nei pressi della quale si trovano un enorme centro commerciale e l’autostazione dei bus.

Anche per girare Cracovia è sufficiente un week-end.

Il giro turistico della città deve necessariamente includere Rynek Glowny, la piazza del Mercato, e la visita di Mariacki, la Basilica di Santa Maria, e del Sukiennice, il Mercato dei tessuti; imperdibili anche il Castello di Wawel (a conclusione della visita del quale è consigliabile vedere la Grotta del Drago e fare una passeggiata lungo il fiume Wisla, Vistola) e la visita del quartiere ebraico Kazimierz con le sue numerose sinagoghe.

I punti di ristoro non mancano, anzi; se il budget di cui si dispone non è altissimo ma non si vuole rinunciare a gustare piatti locali di buona qualità, si può mangiare in piazza Maly Rynec (perlomeno durante la bella stagione), dove, fra le varie cose, si possono assaggiare anche i famosi pierogi, uno dei piatti tipici della Polonia.

Occhio al cambio, perché anche qui non mancano i Kantor (cambi) dove cercano di approfittare della buona fede dei turisti, e attenzione a non mettere in valigia solo abiti estivi perché, esattamente come a Praga, la temperatura non sempre è estiva, anche in agosto.

Una città turistica e giovane: i matrimoni sono frequenti e, se siete allergici alle nozze, è bene che sappiate che vi capiterà di vedere almeno un paio di coppie di novelli sposi al giorno aggirarsi per le vie del centro a scattare foto.

1 SETTEMBRE: RITORNO IN ITALIA

Dal piccolo aeroporto di Cracovia si riparte verso l’Italia, con quel misto di dispiacere per la conclusione del viaggio e di voglia di tornare a casa che abbrancano ogni viaggiatore a vacanza conclusa.

Pronti, però, a ripartire al più presto, nella consapevolezza che “vivere in viaggio, è un atto d’amore”.

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