Da pechino a firenze in treno
Lasciamo la mongolia a malincuore davvero, prendiamo questa volta il treno per irkutsk in siberia, dal finestrino ci scorrono veloci gli ultimi panorami mongoli, l’ultimo tramonto… Siamo tutti commossi, questa volta siamo in scompartimento con nigel e jason il viaggio durerà due giorni… Non capiamo perchè visto che il tragitto non sembra lunghissimo… La frontiera… Un incubo durato dodici ore, dove siamo stati abbandonati senza passaporti e senza capire assolutamente nulla di quello che stava succedendo, coi bagni chiusi e sotto un sole cocente. Bisogna essere preparati a questi contrattempi e prendere il tutto con filosofia, altrimenti è meglio restare a casa. Le ore sono passate lente ma niente di drammatico abbiamo mangiato e bevuto a volontà, letto, studiato mappe,chiacchierato…
Appena passato il confine il mondo è completamente cambiato, siamo in siberia, e dopo soli pochi chilometri si vedono villaggi con le tipiche dacie, i ragazzini che vanno in bici accanto alle rotaie sono biondi e hanno gli occhi chiari… Incredibile… Questo è perchè la siberia è popolata da russi europei che sono o discendenti di coloni o discendenti di deportati. La mattina del secondo giorno ci svegliamo che già stiamo costeggiando il lago baikal, il lago più profondo del pianeta, con delle acque limpidissime e talmente pure che l’acqua è potabile e viene imbottigliata e venduta in tutta la russia. Ci fermeremo a irkusk e a listvyianka sul lago baikal per tre giorni, sul lago alloggiamo con nigel in una tipica dacia dove la padrona di casa ci vizia in maniera spropositata, il tempo è magnifico e facciamo belle escursioni. La dacia non ha acqua corrente, la toilette è un’esperienza metafisica, per lavarci facciamo la banya ossia una specie di sauna in una casetta di legno dove con un bidone di acqua calda e uno di fredda riusciamo a toglierci il sudiciume del treno. La città è così allegra come mai avrei supposto potesse essere una città siberiana, alloggiamo in un casermone molto sovietico presso una signora molto gentile. Ripartiamo, ci aspettano altre cinquanta ore di treno per raggiungere Ekaterinburg. I paesaggi sono foreste foreste e foreste di betulle… Dacie dacie e ancora villaggi di dacie, passiamo alcune grandi città attraversiamo enormi fiumi con dei ponti che sono monumentali. Su tutto questo non sappiamo mai che ore sono, il treno segue l’ora di mosca, noi abbiamo l’ora siberiana e non capiamo più nulla, impossibile cercare di capire a che ora di che giorno arriveremo. La pulizia dei treni russi meriterebbe un capitolo a sè stante. Viene data l’aspirapolvere due volte al giorno voglio solo dire questo. In ogni vagone c’è un samovar con l’acqua calda sempre, quindi tè e caffè (nescaffè) ogni volta che ne abbiamo voglia, il consiglio è di rifornirsi nelle soste, serve una tazza di plastica personale, anche se in alcuni treni te la danno. Tutte queste comodità fanno sì che il viaggio non sia mai disagevole e che le lunghe ora passino molto piacevolmente. Io non mi sono annoiata un solo minuto. Ekateringburg è una città industriale che è stata chiusa agli stranieri fino al 1991, qui veramente più che altrove si capisce tanto di quello che è stata l’unione sovietica e di quello che ora è e domani sarà la russia. Ma qui sto solo raccontando il viaggio, per trattare questo argomento dovrei scrivere un libro e non ne ho le capacità. Alloggiamo nel solito casermone sovietico che una deliziosa padrona di casa riesce a rendere confortevole, facciamo delle escursioni interessanti tra cui quelle d’obbligo al confine tra asia ed europa ed al luogo dove furono assassinati i romanov e dove sta sorgendo uno spettacolare complesso monastico visto che la famiglia dello zar è stata santificata. Abbiamo anche fatto un piccolo giro in campagna con pic-nic sulle rive di un lago. Ci sono talmente pochi turisti da queste parti che si viene trattati veramente come signori. Ripartiamo, questa volta dirette a mosca, sul treno chiamato ural express, sicuramente il più bel treno che abbiamo avuto, confortevolissimo, pulitissimo, siamo in compagnia di alina e di sua figlia irina che parlano vagamente qualche parola di inglese. Stiamo ora viaggiando in europa i nostri telefonini funzionano e ci sentiamo quasi a casa e questa è una buffa sensazione se ci ripenso ora. A Mosca ci fermeremo cinque giorni, appena appena giusti per capire qualcosa di questa immensa e strana città interamente proiettata nel futuro. Si può amare od odiare, io ne ho subito il fascino e ora la amo. Ripartiamo dalla stazione kievskaya, attraversiamo l’ucraina ed arriviamo a budapest dopo due giorni e due notti sul treno più brutto di tutto il viaggio, non è un treno russo, gli scompartimenti sono da tre ma molto più piccoli un po’ soffocanti, nostra compagna una signora russa molto gentile ovviamente, la cosa più piacevole è stato il vagone ristorante dove abbiamo mangiato veramente benissimo in un’atmosfera veramente particolare, sicuramente kitchissima!!! arriviamo a budapest veramente distrutte, alla stazione ci dicano che il treno per venezia parte in serata, quindi approfittiamo della giornata a disposizione per una veloce visita che finisce nelle famosissime terme dove veramente ci ritempriamo e siamo come nuove, come se le giornate passate sul treno mosca budapest non fossero esistite siamo pulite e profumate!!! siamo proprio alla fine del viaggio, ci sono altri italiani sul treno e ci fa veramene piacere parlare nella nostra lingua, vediamo un magnifico tramonto sul lago balaton, cerchiamo di dormire malgrado le frontiere della slovenia e croazia, ci svegliamo in italia, a trieste, arriviamo a venezia e mi separo da patrizia che torna a milano, io prendo un superaffollato intercity per firenze, sono in piedi, ma il viaggio è talmente corto…