Da Palermo in Portogallo in moto
Attraversiamo la Liguria, la Costa Azzurra, siamo in Provenza. Aix-en-Provence, bella cittadina che diede i natali a Cézanne. Il tempo di sistemarci in campeggio, doccia e via per le stradine affollate dai turisti. Cena in un ristorantino, bicchiere di Calvados (ci costa più il drink che la cena!) e a nanna. Il giorno dopo visitiamo il museo Vasarely, dedicato al grande maestro dell’arte Optical. Pomeriggio, in giro seguendo la route dei luoghi di Cézanne: il Tolonet, la Montagne Saint Victoire, il ruscello delle Grandes Bagneuses si materializzano magicamente davanti ai nostri occhi e scopriamo come il maestro abbia saputo far vivere su tela la luce di questi luoghi con poche pennellate…
Si riparte. Ma chi è la vera protagonista del viaggio? Ma certo, è lei, La Poderosa, la mia bellissima BMW r100r, la Nina… Che l’anno prima mi ha già portato in Spagna e che l’anno dopo mi porterà in Alto Adige ad ascendere i passi più famosi delle Dolomiti senza mai battere ciglio!!! Sosta tecnica a Pau, Francia, Pirenei, ed il giorno dopo arriviamo a Bilbao, bella città basca nel nord della Spagna. Alberghetto da 35000 lire a notte, cena all’Arenal, il quartiere storico, in un locale molto arte floreale, a base di tapas cerveza. Domani visitiamo il fantastico Guggenheim Museum. E’ aperto da non molti mesi e ciò ci fa sentire un po pionieri. La sagoma si staglia davanti a noi abbastanza indefinibile e futuribile. Ricorda una nave ma credo voglia rappresentare un’idea di movimento. E’ opera di Frank O. Gehry, un importante architetto contemporaneo che ama sfruttare le potenzialità offerte dal computer per le sue opere.
Si riparte per il Portogallo, stavolta. Entriamo nel tardo pomeriggio da Bragança, nel nord-est. Campeggio e cena stupenda a “O Bolha Restaurante” con la loro superba feijoada (fagiolata) con maiale e vino tinto del Douro.
Il giorno dopo, ripartiamo per Porto. Lungo il tragitto, sosta a Mirandela dove assaggiamo le meravigliose salsicce e i profumati prosciutti di montagna. A porto ci aspettano Angela e Mario, cugini di Silvia. Riusciamo a trovarci. Ciao, come state?…
Porto, seconda città del Portogallo, ha un fascino un po decadente come del resto tutte le citta di questo paese che continua a risollevarsi a vele spiegate da un regime che non ha certo lasciato un gran ricordo ne grandi prospettive di crescita.
E’ attraversata dal fiume Douro le cui valli interne sono la patria dei vigneti del famoso vino. Tre ponti la collegano a Vilanova de Gaia, dove hanno sede le cantine più famose come Sandeman, Barros, Offley,ecc.
Consiglio una escursione nella valle del Douro a visitare i vigneti terrazzati, e paesini come Lamego e Amarante. A nord di Porto visitiamo anche Viana do Castelo, Ponte de Lima e Braga, capitale spirituale del paese con la sua splendida cattedrale. Nonchè il ristorante e le piscine naturali sull’oceano realizzate Siza Vieira, altro guru dell’architettura contemporanea Quattro giorni e ripartiamo verso sud. Temporali micidiali. La Nina va alla grande!!! Noi siamo un po umidi…
Coimbra, con la sua bella e famosa università, le sue strade eleganti, il leitao (maialino al forno con patate…Un delirioooo!!! Naturalmente innaffiato da Cabernet Sauvignon! Due giorni e si va verso Lisbona. Ancora temporali atroci. Bella, elegante, decadente, ma di grande fascino, con i suoi quartieri Alfama, Rossio, Bairro Alto, Chado (ancora Siza Vieira…). Maiale all’alentejana (con vongole ed ortaggi!!!!!!!!). E le case del Fado. Escursioni a Sintra, patrimonio mondiale dell’Unesco, singolare soprattutto nelle forme stravaganti del castello che sembra partorito dalla fantasia di Walt Disney; Cascais, località balneare piena di turisti inglesi e dunque non per tutti; Estoril, sede del circuito che ogni anno ospita il gran premio di F1 e di uno dei più grandi casino d’Europa; Belem, con la torre, il famoso monastero Dos Jeronimos e la cattedrale.
Tre giorni. Si va verso Evora. Diluvio universale!!! Arriviamo umidi ma illesi, e, quando meno te lo aspetti, al semaforo, quasi da fermo, caschiamo clamorosamente. Momenti di panico, il coperchio delle punterie perde olio, riusciamo a ripararlo, ma siamo di cattivo umore. Silvia ha un ginocchio come un mellone!!! Niente di grave, però. Bell’albergo con piscina (l’unico lusso che ci concediamo in questo viaggio, sentiamo di meritarcelo!!!).
Evora è patrimonio mondiale dell’unesco, ma ora siamo stanchi. Decidiamo di ripartire il giorno successivo per tornare a casa.
Per strada becchiamo l’eclissi.
Siamo a casa!!! Quanti chilometri abbiamo percorso? Quasi novemila…
Alla prossima…