Da Oslo alle Svalbard, diario di vagabondaggio

Questo diario non è una raccolta di "informazioni utili"sulla norvegia(per le quali sono comunque disponibile sul forum)ma l'insieme delle esperienze vissute in un viaggio che ha tentato di essere il più possibile "on the road".Visto e considerato che "spendere poco" in assoluto è pressochè impossibile ovunque,si può però risparmiare...
Scritto da: Giovanni Drogo
da oslo alle svalbard, diario di vagabondaggio
Partenza il: 19/03/2008
Ritorno il: 31/03/2008
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Questo diario non è una raccolta di “informazioni utili”sulla norvegia(per le quali sono comunque disponibile sul forum)ma l’insieme delle esperienze vissute in un viaggio che ha tentato di essere il più possibile “on the road”.Visto e considerato che “spendere poco” in assoluto è pressochè impossibile ovunque,si può però risparmiare limitando le spese a mio giudizio più sterili,come cibo,pernottamenti e piccoli spostamenti,indirizzandole invece verso tutto quanto è ricreativo. 1°giorno:partenza alle 6:40 da Roma Ciampino,prima fermata Bergamo Orio al Serio quindi arrivo ad Osolo Torp,circa 120 km a sud della città. Sul volo per Oslo ci sono diversi gruppi di “metallari”,tanti per essere solo un caso.Giunto all’aeroporto norvegese,sfogliando uno degli opuscoli sulla città sciolgo il dubbio:in una pagina dedicata agli eventi di questo mese compare “Inferno Metal Festival”,concerto di cui c’è traccia in tutta la città.Nel corso di una breve passeggiata in centro infatti noto almeno una ventina di comitive:norvegesi,tedeschi,polacchi e ovviamente italiani.Come in molte delle altre città europee che abbia visitato anche ad Oslo sono frequenti i richiami al nostro paese:bar,pianobar,negozi di abbigliamento dai nomi”Vero Moda” e “Mona Lisa”.Ad ogni modo a causa dei quasi trenta chili di bagagli che porto sulle spalle la passeggiata si limita alla via del Palazzo Reale,sede dei reali norvegesi,ed alla zona portuale.In serata attendo il pullman per Trondheim,prima tappa di questo lunghissimo viaggio verso il nord. 2°giorno:arrivo a Trondheim alle 7 del mattino dopo nove interminabili ore di viaggio,trascorse poco a dormire e molto a fissare meravigliato il display del termometro del pullman che nel pieno della notte segna -20°C.Quindi partenza per Bodo,prima tappa altre il 66° parallelo che sancisce l’ingresso al Circolo Polare Artico,lungo una spettacolare ferrovia panoramica costeggiata da valli sommerse di neve e montagne che cadono a picco sul mare:è lo spettacolo dei fiordi.Arrivato cerco un posto appartato in cui montare la tenda e trascorrere la notte;lo trovo ai margini della zona portuale.E’ già buio,dentro mentre scrivo sento il vento soffiare forte.Per qualche ora tento di addormentarmi ma la temperatura è inaspettatamente estrema ed il mio sacco a pelo non è in grado di sostenerla.Inoltre non potendo mettere i picchetti perché mi trovo su una roccia,il copritelo non è ben fissato per cui la parte inferiore si agita continuamente per effetto del vento che mi raggiunge così più facilmente.Cerco di resistere,aggiungo un maglione ed un paio di calzini ma prima che la notte trascorra desisto.Smonto tutto in fretta e comincio a girovagare per la cittadina sperando che una tra le stazioni dei treni o dei pullman sia aperta,ma purtroppo è ancora troppo presto.Provo invano a forzare le porte dei vagoni di un treno fermo sulle rotaie.Ad un tratto vedo due panchine a ridosso di un edificio e mi fermo,stanco dell’ora abbondante di cammino.Allora poso gli zaini e faccio qualche passo quando due porte automatiche poco lontane da me si spalancano;si tratta delle porte di un bar chiuso ma comunque accessibile.Ci sono dei tavoli e delle sedie,fa caldo,così mangio qualcosa e bevo un po’ dell’acqua che nel frattempo è diventata gelida.Mi sistemo infine per dormire ma non ho molto tempo;è già quasi mattino e domani prima delle 7 voglio sgomberare per evitare che mi trovino qui all’apertura. 3°giorno:mi sveglio nel bar di Bodo ben prima delle 7 e,comunque prudente,esco di fretta.Raggiungo la stazione dei pullman dove conosco Amelie e Carol,due ragazze francesi in partenza per Narvik.Poco dopo un autista mi comunica che invece il mio di pullman,diretto a Svolvaer,isole Lofoten,è sospeso causa l’inizio delle vacanze pasquali,e che non ci sono modi per raggiungere la città.Perderò così la battuta di pesca prenotata da Roma.Allora decido di fare autostop sulla strada in direzione di Tromso,verso nord,per provare a questo punto ad anticipare con un cambio di volo la partenza per le isole Svalbard,in programma da Tromso stessa.Il primo a caricarmi ha più o meno la mia età,il secondo è l’unico che quasi non spiccica una parola di inglese e che,non appena salito,mi chiede se abbia del’alcool.Con lui arrivo a Fauske,dopo circa 40 km dove mi prende un terzo ragazzo con cui viaggio per un’ora buona e che mi accompagna fino ad un tratto della statale meraviglioso:montagne candide,mare celeste e tante specie di uccelli ovunque. Poi è la volta di un camionista,un tipo a modo.Mi racconta che ama viaggiare;l’anno scorso è stato in Australia ed in estate andrà in Giappone.Con lui compio il tragitto più lungo,80 km,ma mi lascia sulla strada a 9 km dalla fermata successiva del pullman che dovrò raggiungere al più presto perché nell’eventualità nessuno mi carichi devo poter contare su un mezzo per proseguire il viaggio.Sebbene non riesca a rimediare alcun passaggio,dopo circa quattro ore di cammino arrivo esausto ad Innhevat,in prossimità della fermata.La meta ultima di oggi è Narvik,dove ho intenzione di fermarmi a dormire per raggiungere domani Tromso.Ad Innhevat aspetto invano fino alle 6,convinto ormai di proseguire con il pullman che alle 6:30 passa di qui,ma poco prima una ragazza si ferma,mi accompagna fino a Bognes e mi consiglia di prendere da qui un traghetto che ferma anche a Lodingen,isole Lofoten,a due ore da Svolvaer.Lei scende due feramte dopo ma io potrò tentare di fare nuovamente autostop per raggiungere la città e recupare la battuta di pesca a cui tanto tengo e che credo perduta.Nonostante sia tardi sono ottimista e accetto.Saliti sul traghetto ci accomodiamo nella caffetteria aspettando la mezz’ora di traversata.Con la ragazza siamo entrati in sintonia da subito;avrà sui trentacinque anni,è un tipo moderno e indipendente,mi parla dei suoi viaggi fatti e in progetto.Intanto esco all’esterno della nave per scattare qualche foto,poi rientro e lei mi dà il cambio.Poco dopo però si affaccia per chiamarmi e mi invita a riuscire,io la raggiungo e mi fa notare qualcosa a cui,distratto,non avevo fatto caso:il cielo è investito da una magnifica aurora boreale.E’ di colore verdastro,fuori è molto buio ma si riesce a fotografarla. Appena prima di scendere conosco una famiglia di Svolvaer di ritorno a casa e che si offre di accompagnarmi,così non ho bisogno di ulteriori autostop e metto in salvo la battuta di pesca dell’indomani.Da poco lontano la ragazza mi saluta discretamente,io ricambio mandandole un bacio con la mano,decisamente più caloroso;il suo consiglio si è rivelato preziosissimo.Nelle due ore in macchina verso Svolvaer con questa famiglia notiamo nuovamente l’aurora boreale, poi ad un tratto freniamo bruscamente perché una renna ci taglia la strada.Arrivato decido di pernottare in un una rorbuer,tipica ex abitazione di pescatori che per un prezzo onesto offre tutti i tipi di comfort.Dopo 400 km di autostop ho risparmiato abbastanza e posso concedermi di rifiatare,lavarmi,mangiare qualcosa di caldo;per questo ho a disposizione un letto,un bagno ed un angolo cottura.E’ stata una giornata splendida in cui ho faticato molto ma sono stato ripagato.Sono tentato di riamanere qui un giorno in più ma domani mattina lascerò la camera e dopo la battuta di pesca riprenderò il viaggio verso Tromso per poter comunque anticipare la partenza per le Svalbard. 4°giorno:mi sveglio all’alba nonostante abbia ancora sonno.Faccio colazione in stanza,lascio l’alloggio e mi incammino verso il centro,distante 1 km,dove alle 9:30 è fissato l’appuntamento per la battuta di pesca.Arrivo con mezz’ora di anticipo e comincia a nevicare molto forte.Riunitosi tutto il gruppo saliamo sul peschereccio,indossiamo delle tute resistenti all’acqua ed al vento e salpiamo.Poco dopo avvistiamo un’aquila reale ma non riesco a fotografarla.A largo di non molte miglia,dove il radar segnala la presenza di pesce,ci fermiamo,sciogliamo i robusti filaccioni e cominciamo la pesca;quando io tiro su il mio primo ed unico merluzzo è una vera soddisfazione,è di dovere una foto.Le tre ore trascorrono tra tentativi di pesca e scatti ai molti uccelli che si posano in acqua dietro di noi per contendersi le interiora dei pesci che lanciamo in mare.Conclusa la battuta mi dirigo verso la periferia della cittadina per fare autostop e raggiungere l’aeroporto di Tromso.Purtroppo dopo un’ora passata invano sul ciglio della strada col pollice in alto desisto perché ho la sensazione che non verrò caricato da nessuno;le persone del luogo infatti sono piuttosto diffidenti ed inoltre si tratta perlopiù di famiglie o anziani.Comunque poco male perché stasera alle 10 salpa dal porto una nave che costeggia tutto il nord e attracca domani nel primo pomeriggio a Tromso;non è la soluzione più avventurosa ma per via dello sconto studenti di cui godo si rivela molto economica e poi compie un tragitto paesaggisticamente splendido.Inoltre mi dà la certezza di essere domani a Tromso e di partire per le Svalbard con due giorni di anticipo come avrei voluto.La nave arriva alle 9 e quando salgo noto subito che è molto lussuosa.Nella parte superiore c’è anche un’area all’aperto con delle vasche di acqua bollente in cui si può fare il bagno;due ragazze tedesche ci entrano con non so quale coraggio ed io le filmo!Dopo un po’ trovo per dormire sul divano di un bar molto elegante che data l’ora tarda si è svuotato. 5°giorno:vengo svegliato dalle prime luci dell’alba che appaiono all’orizzonte e mi accorgo che sono passate da poco le 4.Con l’aumentare della luce faccio delle foto ai monti dietro i quali il cielo si è ora tinto di un incantevole rosa.Conosco le ragazze che la sera precedente hanno fatto il bagno all’aperto,le faccio vedere il video in cui le ho riprese e le offro dei biscotti;dopo un po’ ricambiano regalandomi due ovetti di cioccolata in augurio di buona Pasqua!Attracchiamo puntuali alle 14:30,il vento soffia fortissimo ma il sole splende.Tromso è una cittadina un po’ più estesa delle altre e anche la più particolare.Le fermate degli autobus consistono in delle semirecinsioni dietro le quali le persone aspettano al riparo dal freddo,nei dintorni sono praticate diverse attività invernali tra cui dei safari a bordo di slitte trainate dagli husky;insomma,un centro davvero nel cuore del Circolo Polare. Giunto in aeroporto scopro che purtroppo non è possibile fare il cambio di volo ma grazie al solito sconto studenti che più volte mi ha dato una mano riesco a risparmiare 40 euro sul nuovo biglietto.Questa spesa mi taglia un po’ le gambe ed ora dovrò dare io un taglio ai viveri.Come faccio già da un paio di giorni riempio la mia tazza di acqua calda nei bagni per preaprare il tè con le bustine che ho portato da Roma;per mangiare mi affido all’infinita scorta di biscotti anche quella previdentemente portata dall’Italia.Avendo a disposizione tutto il pomeriggio per girovagare decido di andare a piedi verso la spiaggia,non molto distante.La percorro per un lungo tratto e man mano si fa sempre più selvaggia;si alternano tratti di brevi ghiacci,zone acquitrinose,grosse aree ricoperte di alghe e piccole distese di sabbia gelida e dura come il marmo.Raccolgo qualche conchiglia di dimensioni medio grandi.Dopo un paio d’ore torno in aeroporto per mangiare qualcosa e riesco per una nuova passeggiata;quando ritorno le sedie disposte in schiera nell’area arrivi sono quasi tutte libere,allora tiro fuori il mio sacco a pelo,mi ci infilo e tento di dormire. 6°giorno:mi sveglio alle 6 dopo una notte piuttosto tranquilla,ho dormito abbastanza anche se un po’ male.Mi lavo nel bagno dell’aeroporto e mangio qualche biscotto.Poco dopo sullo schermo compare l’elenco delle partenze:eccolo,il volo SK4412 delle 12:15 con arrivo alle 13:55 a Longyearbyen,isola di Spitsbergen,arcipelago delle Svalbard. Dopo il check-in una lunga attesa per l’imbarco e quando viene chiamato sono il primo a salire.Un’ora e mezza di volo,atterraggio e ritiro dei bagagli. All’uscita dall’aeroporto il paesaggio è suggestivo ma cupo;le nuvole avvolgono le montagne del loro stesso colore ed il mare è di un blu opaco.La guesthouse dove alloggio dista 5 km ma per evitare la spesa del pullman mi incammino a piedi.Dopo soli cinque minuti però un signore si ferma e si offre di accompagnarmi.Arrivato sistemo le cose in stanza ed esco per una passeggiata.Longyearbyen dà l’impressione di essere un avamposto più che una semplice cittadina;per alcuni un punto di passaggio,per altri un luogo di lavoro.Le persone pare siano qui per qualcosa di diverso dal vivere comune.In effetti oltre ad operatori turistici e commercianti la maggior parte della popolazione è composta da studiosi e ricercatori.Quasi tutti si muovono con le motoslitte,meno frequenti sono invece le macchine.Alle 8 della sera siamo in molti ad assistere nella chiesa del paese ad un concerto di pianoforte di un musicista norvegese.A Longyearbyen infatti la chiesa non è solamente un luogo di culto ma anche sede di diverse attività ricreative o più semplicemente di ritrovo:i locali la frequentano anche solo per leggere il giornale,scambiare quattro chiacchiere o prendere un tè.Alle 10 ritorno in compagnia di due ragazzi tedeschi conosciuti da poco alla guesthouse e che si fermeranno qui un mese per sciare. 7°giorno:la luce si riflette sulla finestra della camera e mi sveglia;sono circa le 3 del mattino.Col passare delle ore il sole splende sempre di più.Alle 8 mi sveglio e faccio colazione,poi vado verso il paese per una passeggiata e qualche foto.Devo essere velocissimo nel togliermi i guanti,tirare fuori la macchinetta,scattare e rimetterla a posto.Il freddo mi colpisce subito ed è un freddo diverso da quello che si possa immaginare;paradossalmente dà la sensazione di bruciore,come mettere la mano vicino al fuoco,fa male.Alle 12:30 sono atteso davanti alla guesthouse da una guida con cui insieme ad altre quattro persone andiamo a visitare la miniera di carbone,distante 20 km dal paese.Con la macchina saliamo lungo una montagna ed il paesaggio si fa mozzafiato.Arrivati indossiamo l’equipaggiamento del caso e ci addentriamo.Per due ore camminiamo accovacciati in cunicoli bassi e bui.La miniera è ancora attiva e gli addetti sono a lavoro con trivelle e macchine per trasportare il carbone alte circa mezzo metro ed in cui si viaggia sdraiati.Gran parte del carbone viene esportato in Germania ed è per l’isola una notevole fonte di ricchezza.Al ritorno mi fermo a visitare lo”Svalbard Museum” in cui sono minuziosamente custoditi tanti piccoli cimeli risalenti al periodo delle grandi esplorazioni di Roald Amudsen e Umberto Nobile,che partirono proprio da quest’arcipelago.Nel tardo pomeriggio torno in guesthouse,ceno presto e rientro in camera.Durante la notte mi alzo per preparare un tè.In cucina incontro Thomas,un norvegese che alloggia qui e che ho già conosciuto all’arrivo;un omone alto due metri che ama cucinare.Sono le 3 e lui è sveglio per filmare il lento progredire dell’alba.Bevuto il tè torno a dormire. 8°giorno:mi alzo alle 8 e dopo colazione decido di allontanarmi di un paio di chilometri dall’alloggio per salire un monte e godere di un bel paesaggio.In teoria sarebbe sconsigliato ma per chi ne abbia proprio il desiderio le guide raccomandano di farlo non prima di aver affittato un fucile,per poter eventualmente scongiurare il pericolo di un attacco di un orso polare. A Longyearbyen abitanti,le guide ed i turisti che si spingono da soli oltre certi confini devono avere tutti in dotazione un fucile ma Thomas mi ha rassicurato che almeno in quest’area l’incontro con gli orsi è piuttosto raro;così evito questa prassi che mi porterebbe via altri soldi.Dopo tre ore salgo fino a pochi metri dalla vetta ma non riesco ad andare oltre perché nell’ultimo tratto la neve è troppo farinosa e mi fa franare.Il freddo mette fuori uso la macchina fotografica;stamattina la temperatura è di -26°C.Comincio la discesa e con molta meno fatica dopo un’ora e mezza rientro in guesthouse giusto in tempo per pranzo.Alle 4 del pomeriggio è in programma la visita di una grotta di ghiaccio distante una mezz’ora di cammino dal paese.Oltre alla guida ci sono tre norvegesi e due italiani,Laura e Andrea,due ricercatori di passaggio a Longyearbyen in attesa di andare domani a Ny Alesund in occasione di un meeting alla base italiana di ricerca.La grotta è fantastica,bisogna atraversarla quasi interamente strisciando entro dei cunicoli molto bassi.Due o tre volte si ha la possibilità di alzarsi in piedi e scattare qualche foto:sulle pareti ci sono stalattiti e piccoli ma fittissimi cristalli di ghiaccio che sembrano diamanti. Dopo un paio d’ore siamo fuori.Durante il ritorno notiamo le orme di una volpe artica;ci fermiamo qualche istante sperando di poterla osservare ma invano.Rientrato in guesthouse per cena,in cucina incontro Thomas che da due giorni non può uscire perché ha un piede letteralmente” ustionato” dal freddo rimediato in motoslitta.E’ vicino ai fornelli che come al solito cucina per se e per qualcun altro. 9°giorno:sveglia e colazione molto presto,come ormai d’abitudine.Oggi è l’ultimo giorno di permanenza a Longyearbyen.Alle 10 è in programma un’escursione fuori la cittadina a bordo di una slitta trainata dagli husky.Guidarla non è difficile e dopo qualche istruzione della guida sono in grado di farlo;bisogna soltanto essere piuttosto puntigliosi nella preparazione delle corde e nella sistemazione dei cani.Compiamo un percorso molto lungo,forse una dozzina di chilometri e man mano che avanziamo incontriamo più di una renna,che qui ancora non avevo visto.Una volta rientrati diamo da mangiare ai cani e torniamo in paese.In guesthouse pranzo con Giuseppe,un ecuadoregno che di mestiere fa l’esploratore.E’ qui solo di passaggio ed il 2 aprile partirà con esploratori di mezzo mondo per una spedizione al Polo Nord.Peppe,come si fa chiamare,ha 33 anni ma è già un veterano;ha scalato in solitaria l’Everest,il Mc Kinley,il Kilimanjaro e le vette più alte di tutti i continenti,compreso l’Antartide.Ha vissuto tre mesi in giro nel sud-est asiatico,insomma,ha esperienza da vendere.Il mio pomeriggio è dedicato al relax totale e preparo gli zaini per l’indomani.L’aereo di ritorno a Tromso è alle 3,poi avrò tempo fino al 31 sera per raggiungere Oslo.Ho già un biglietto del treno per la tratta Bodo – Trondheim ed una buona scorta di provviste;il resto sarà una gara al risparmio.A cena c’è Thomas coi tedeschi per i quali ormai è solito cucinare;il suo piede non migliora e lui è sempre di più relegato ai fornelli.Io finisco di mangiare e rientro in camera.

10°giorno:dopo la colazione lascio subito la stanza e mi dirigo in aeroporto.I 5 km a piedi sono molto faticosi perché il vento è fortissimo;la neve si alza e mi raggiunge nell’unico spiraglio della faccia lasciato scoperto dal passamontagna.Dopo meno di due ore arrivo e mi addormento per un po’ su una poltrona.Alle 14:30 viene chiamato l’imbarco,alle 14:55 si decolla e alle 16:30 atterro a Tromso dove è in corso una vera e propria bufera.Con un autobus arrivo alla stazione dei pullman dove apprendo una notizia cattiva ed una buona;la prima è che la corsa non raggiungerà Narvik come previsto ma si fermerà a metà strada,a Setermoen,e la seconda è che il terminale dei bancomat non accetta il mio tipo di carta di credito,io sono rimasto senza contanti e l’autista mi fa viaggiare gratis.Nel corso di una fermata però viene chiamato il cambio del pullman ma l’autista lo annuncia in norvegese,io non capisco,rimango seduto e così finisco nuovamente a nord,quasi all’altezza di Tromso,praticamente al punto di partenza.Pagando il costo della prima tratta più un piccolo supplemento riesco ad ottenere un passaggio in un taxi convenzionato fino ad un paese poco distante e da qui un biglietto del pullman per la destinazione originaria,Setermoen.Conclusione:è cambiato poco,ho perso una marea di tempo ed il viaggio inizialmente gratis non è più tale.Arrivato a Setermoen trascorro qualche ora in tenda in un piazzale poco lontano dalla statale e sotto una fantastica aurora boreale. E’ ancora più incredibile di quella vista la prima volta sul traghetto;stavolta investe quasi tutto il cielo ed in più tratti,cambia continuamente a vista d’occhio creando forme diverse,ora dei vortici,ora delle scie più o meno sottili.Anche i colori sono multipli,dal verde scuro al grigio al blu tendente al viola.Ad ogni modo verso le 3 decido di smontare la tenda perché purtroppo senza un ottimo sacco a pelo,viste le temperature,è già abbastanza difficile starci tre,quattro ore.Stando fermo poi il freddo diventa insopportabile.Stavolta perlomeno sono riuscito a dormire un po’. Mi incammino allora verso il centro cercando una sistemazione alternativa.Dopo aver trascorso quasi un’ora in una cabina telefonica chiusa con tanto di porta chiedo all’inserviente di un hotel di farmi entrare e far restare almeno nella reception in attesa della mattina.Fuori la temperatura è di -17°C e non può negarmelo.E’ anche piuttosto gentile,prendo due tè senza pagare,chiacchieriamo per un po’e poi mi accomodo su una poltrona.Anche se non mi sia stato chiesto tento con forza di non addormentarmi e,tranne qualche brevissimo cedimento,ci riesco.Alle 7 mi invita addirittura a fare colazione in sala ma inizialmente ringrazio e rifiuto;mi sembra troppo.Dopo poco però…sono davanti al buffet che riempio il piatto!Per riscaldarmi siedo accanto ad una finestra sulla quale il sole batte deciso e penso di essere stato fortunato. 11°giorno:poco prima delle 9 esco dall’hotel ringraziando più volte l’inserviente che mi ha risparmiato dal freddo della notte.In attesa del pullman delle 13:00 per Narvik tento l’autostop giusto per risparmiare qualche corona e perché comunque è il modo di spostarmi che prediligo.Purtroppo c’è pochissima gente,così torno in fermata e aspetto il pullman che arriva puntuale.Non so per quale arcano motivo la mia carta viene nuovamente rifiutata ma questo autista non si fa scrupoli e mi nega di salire.Ora è una corsa contro il tempo;facendo qualche calcolo ho circa un’ora di tempo perché qualcuno sulla statale mi prenda e mi accompagni fino a Narvik,dove ho la coincidenza per Fauske.Allora torno indietro rabbioso,mi sistemo con gli zaini praticamente sulla strada e mostro un foglio del mio quadernone con scritto a caratteri cubitali e marcati”NARVIK”.E’ la mia ultima spiaggia e devo evitare altri contrattempi.Ebbene dopo mezz’ora di autostop impaziente mi carica Reimond,uno studente di ingegneria di 22 anni con cui viaggio fino a metà strada. Il resto del miracolo lo compie poi un’anziana signora che dopo soli cinque minuti di attesa mi fa salire e mi accomagna alla stazione di Narvik.Arrivo addirittura con mezz’ora di anticipo,in tempo per prelevare 200 corone da uno sportello e comprare il biglietto in contanti.Il viaggio verso Fauske è lo stesso fatto all’andata ma in senso inverso e rivedere questi luoghi mi suscita un sussuguirsi di emozioni e di ricordi;l’ultimo tragitto in macchina fino al traghetto,i 9 km a piedi verso Innhevat e le persone che mi hanno dato una mano in quella giornata così avventurosa.Alle 21:10,anche stavolta puntuali come un orologio svizzero, arriviamo alla stazione di Fauske.Le poltrone della seconda classe sono dure e scomode così,dato che il vagone è vuoto,decido di sistemarmi a terra con lo stuoino e cerco di prendere sonno.Dopo non molto il controllore mi nota e concede di spostarmi in prima classe. 12°giorno:all’arrivo a Trondheim sono svegliato da una ragazza che ha preso il treno con me la sera precedente.Sono le 7 e cerco di raggiungere la periferia per fare autostop,all’imbocco della statale E6.Dopo un’ora di cammino mi fermo in prossimità della fermata e,visto che il metodo ha portato fortuna,tiro fuori lo stesso quadernone aperto ad una pagina in cui è scritto”OSLO”.Per primo mi carica un signore sulla quarantina a bordo di una macchina piuttosto vissuta per non dire sgangherata e che mi lascia dopo 20 km.Poi è la volta di un turco che per tutto il tragitto non fa altro che sghignazzare ripetendo:”italiani tutta mafia!”.Anche lui mi lascia dopo altri 20 km,a Lumbamo,in prossimità della pizzeria di cui è proprietario.Il terzo passaggio lo ottengo da Erik,un norvegese che vive in un paesino di montagna e che ama i cavalli ed il calcio italiano.Sul suo furgone viaggio circa per 130 km durante i quali ci fermiamo anche in autogrill per una merenda.Mi accompagna a Hjerkinn,a 170 km da Trondheim ma ancora a 370 da Oslo.Qui aspetto invano tutto il pomeriggio così alle 7 vado in stazione per aspettare il treno che passa all’una della notte.Tutto sommato ho già risparmiato abbastanza e poi è in atto una bufera che mi scoraggia dallo strare ancora fermo ad infreddolirmi.Quando salgo sul vagone occupo i prmi due posti liberi che trovo e mi sdraio senza nmmeno togliere le scarpe. 13°giorno:alle 7 arrivo ad Oslo ed il cielo è cupo.L’aereo da Torp è alle 20:30 e per arrivare in tempo basterebbe prendere il pullman delle 17:00 approfittando così di mezza giornata per girare la città.Ma la stanchezza,il problema del peso dei bagagli ed i già molti contrattempi nei quali sono incappato mi portano a decidere di prendere il pullman della mattina stessa mettendo in salvo quanto prima il mio,seppur malinconico,ritorno a casa.In aeroporto assisto alle noiose formalità del check-in di centinaia di passeggeri.L’unico sussulto si ha verso le 3 del pomeriggio quando arriva una rumorosa flotta di liceali in partenza per una gita scolastica chissà dove.I sorrisi stampati sui loro volti sono la chiara manifestazione di come anche l’attesa di una partenza sia emotivamente parte integrante di un viaggio;una sorta di “sabato del villaggio”.Verso le 6 si cominciano a sentire le voci dei primi italiani che prenderanno il mio stesso volo.L’aereo parte con mezz’ora di ritardo allorchè mi accorgo di essere davvero prossimo al rientro in Italia!Dopo due ore sono a Bergamo ed insieme ad un centinaio di persone prendo posto nei pressi dell’area arrivi per trascorrere la notte in attesa del volo di domani per Roma.C’è chi dorme su una sedia e chi seduto appoggiato ad un muro;io col mio stuoino sono completamente disteso a terra come fossi nel letto di casa.



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