Da Mosca a Pechino… in treno
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Il tragitto dovrebbe essere Mosca-Vladivostok, ma abbiamo letto che quest’ultima non è proprio una bellissima città così decidiamo di non fare l’ultimo tratto e quindi ci fermeremo a Irkutsk per poi spostarci sulla transmongolica che ci porterà fino a Pechino attraversando la Mongolia, decisamente meglio di Vladivostok. Come ormai avviene da qualche anno, siamo sempre in tre, Marco (io), Ale e Salvo, e come sempre, prenotiamo il viaggio tra Gennaio e Febbraio per risparmiare qualcosina (o meglio più che qualcosina) visto che prendiamo un volo Palermo-Mosca (Windjet) e Pechino-Palermo (Aeroflot/Alitalia) a 500 euro tutto incluso. L’unico dubbio era se prendere o meno la compagnia russa Aeroflot visto che spesso si sente di Tupolev russi che cadono come foglie in autunno ma una volta accertati che l’aereo sarebbe stato un Airbus ci siamo convinti. Un altro dubbio era il costo, visto che le compagnie turistiche offrivano il nostro stesso viaggio a 4000 euro (esclusi cibo e divertimenti), sarebbe anche stato caro prendendo solo i biglietti del treno dall’Italia, decidiamo così di fare tutto a Mosca e anche se io e Ale eravamo già stati lì cinque anni fa e quindi potevamo usarla solo come base di partenza, ci programmiamo quattro giorni per organizzare il tutto e grazie a questo “fai da te russo” siamo riusciti a risparmiare molto. Ccosto totale del viaggio 2400 euro (voli, visti e tutto il resto incluso). Le uniche due cose che abbiamo dovuto fare in Italia sono stati i visti russi e cinesi (quello mongolo conviene farlo a Mosca) e prenotare la tratta Ulan Bator-Pechino perchè è quella a più rischio di esaurimento posti, lo abbiamo fatto con realrussia.co.uk e ci siamo trovati benissimo anche se ovviamente maggiorano i prezzi. E dopo questa breve introduzione passiamo alla cronaca del viaggio.
4 Agosto
Il volo parte alle 6:30 quindi alzarci è stato un po’ traumatico, facciamo scalo a Bergamo e alle 14:30 (ora locale) siamo finalmente all’aeroporto Domodedovo di Mosca, da qui invece di prendere treni express, bus turistici o taxi che fanno prezzi europei, prendiamo un minibus che prendono solo i russi e con 100 rubli (circa 2 euro) siamo alla prima fermata della metro. Qui facciamo il conveniente abbonamento per 20 corse e ci dirigiamo al nostro ostello. Nella metro tutte le fermate sono scritte in cirillico quindi se non lo conoscete imparatelo! Io fortunatamente parlo un po’ di russo e quindi non abbiamo avuto problemi. Trovare l’ostello invece è un po’ più complicato visto che in Russia sono tutti nascosti, niente insegne o indicazioni ma semplici palazzi anonimi, ma anche in questo caso a parte qualche tentennamento iniziale non abbiamo avuto problemi. L’ostello è pulito e gestito da ragazze (anche carine), si trova in via Tverskaya, centralissima, piena di locali e a circa 20 minuti a piedi dalla piazza rossa, e per i prezzi di Mosca è abbastanza economico infatti paghiamo 20 euro a persona per notte in una tripla, quindi come inizio non c’è male. In Russia se si sta in una città per più di 3 giorni bisogna fare la registrazione del visto, noi staremo a Mosca solo 4 giorni quindi in teoria potremmo anche rischiare ma per evitare problemi lo facciamo anche perchè adesso lo fanno direttamente dagli hotel/ostelli e per circa 17 euro. Dopo la mattinata e il viaggio abbiamo bisogno di riposarci, Ale e Salvo collassano subito e dormiranno per 3 ore mentre io non riesco a chiudere occhio. Appena gli altri si svegliano, doccia e si va a cercare un posto dove mangiare, purtroppo sono le 22:30 e l’unico posto che troviamo è un McDonald ma un bell’hamburger è più che ben accetto, dopo cena per me arriva il momento di andare a riposare mentre Salvo e Ale vanno in un locale dal quale Salvo torna impressionato per la bellezza delle ragazze russe ma io e Ale lo sapevamo già.
5 Agosto
Oggi sveglia presto perchè c’è il vero viaggio da organizzare, prima di tutto il visto mongolo e poi i biglietti dei treni. Il visto non lo fanno all’ambasciata ma al consolato mongolo che si trova in Spasopeskovskiy pereulok 7/1, fortunatamente parlano inglese quindi è abbastanza facile farlo, non ho capito perchè ma accettano solo dollari e si possono scegliere 3 modalità, 100 dollari per farlo subito, 70 in tre giorni lavorativi e 50 in cinque, purtroppo domani è sabato quindi siamo costretti a fare quello da 100 (70 euro), in ogni caso farlo in Italia sarebbe costato di più quindi ci va bene lo stesso, compiliamo quindi il modulo, lasciamo i passaporti e una fototessera e andiamo in un centro cambi lì vicino, giusto il tempo del cambio e tornando al consolato il visto era già pronto. Perfetto! Adesso ci tocca la parte più difficile, prendere i biglietti, so già che il mio pessimo russo non è sufficiente per farlo ma tentar non nuoce e magari troviamo qualcuno che parla inglese, così andiamo alla stazione ma dopo 2/3 tentativi a vuoto decidiamo di ritornare l’indomani con una mia amica russa per toglierci da ogni guaio. Passiamo il resto del pomeriggio e la serata nella zona dell’ostello.
6 Agosto
Stamattina viene a prenderci in auto Marina, la mia amica moscovita, prima di tutto andiamo alla stazione per i biglietti e notiamo che anche lei ha qualche difficoltà, evidentemente come da noi anche in Russia hanno il problema di gente messa a lavorare per conoscenza e non per merito, nonostante ciò riusciamo (o meglio lei riesce) a prendere i biglietti per le prime 2 tappe del viaggio, per Ekaterinburg e poi per Irkutsk per un prezzo di 200 euro a persona, ottimo visto che rappresentano da sole 2/3 di tutto il viaggio in treno e visto che dall’Italia costavano il doppio. Facciamo però un errore madornale a non prendere anche la tratta Irkutsk-Ulan Bator, ma Marina era stata fin troppo gentile e non volevo farla soffrire ancora con quei “simpaticoni” di impiegati ferroviari russi, ma pagheremo questo errore più avanti. Avendo già visto tutto l’importante di Mosca cinque anni prima, avevo chiesto a Marina se potesse portarci un po’ fuori dalle rotte turistiche classiche, prenota così una visita ad un bunker antiatomico fatto costruire da Stalin durante la guerra fredda, dopo qualche difficoltà nel trovare il posto giungiamo davanti ad un normalissimo palazzo che scopriamo poi essere disabitato e costruito solamente per mascherare ciò che si celava sotto. Dopo una breve introduzione di una guida, si può scegliere se scendere prendendo l’ascensore o le scale per 18 piani, noi tre e altri ragazzi optiamo per le scale, arrivati giù vediamo un filmato di una mezz’oretta e poi finalmente giriamo per le stanze e i tunnel del bunker ed in uno di questi all’improvviso si spengono le luci e partono gli allarmi come se fossimo sotto attacco, palesemente turistico ma abbastanza divertente anche perchè non ce lo aspettavamo. Alla fine della visita si sceglie nuovamente tra ascensore e scale, questa volta scelgono tutti l’ascensore a parte noi tre giovani e atletici, ma dopo 18 piani fatti velocemente capiamo dal fiatone che forse non siamo così atletici. A pranzo scegliamo un piccantissimo ristorante coreano mentre il pomeriggio Marina ci porta in giro con l’auto per Mosca, vediamo tra le atre cose l’università, il quartiere finanziario, la torre Ostankino (la più alta d’Europa) e il memoriale della vittoria. Ritornati in ostello, ringraziamo Marina e ci ripromettiamo di rivederla prima di partire. Oggi è sabato e noi abbiamo intenzione di sfruttare a pieno ciò che la vita notturna moscovita ha da offrirci, dico solo che passiamo una notte memorabile.
7 Agosto
Dopo la nottatona di ieri ci svegliamo tutti tardissimo e andiamo a fare colazione/pranzo alle 16:00, domani abbiamo la prima tappa della transiberiana che durerà “solo” 26 ore, quindi, decidiamo di passare una domenica pomeriggio rilassante nella zona dell’ostello. Anche la serata sarebbe dovuta essere “soft” ma ancora una volta Mosca ci coinvolge nella sua sfrenata vita notturna e in pratica ripetiamo la notte del giorno prima.
8 Agosto
Nonostante un’altra “notte da leoni” stamani decidiamo di alzarci presto anche perchè abbiamo il check-out in ostello, il treno è alle 16.50 quindi abbiamo tutta la mattinata a nostra disposizione, lasciamo così le valigie in ostello e decidiamo di tornare nella piazza rossa, dopo cinque anni è di nuovo un’emozione rivederla, dopo un giretto aspettiamo che Marina esca per la pausa pranzo e ci incontriamo in un ristorante lì vicino per ringraziarla ancora e per salutarla, è stata fenomenale. Prese le valigie andiamo alla stazione (anche qui almeno il cirillico è fondamentale) e aspettiamo il treno che arriva puntualissimo, è moderno e pulito (superiore ai livelli italiani), anche il vagone ristorante è molto bello e con prezzi ridicoli tanto che ci abbuffiamo tutti e tre, le ore passano velocemente ed è già tempo di dormire.
9 Agosto
La prima notte sul treno passa serenamente e dopo esserci svegliati passiamo il tempo leggendo, ascoltando musica e chiacchierando; il paesaggio che scorre cambia dalle pianure della Russia europea fino alle montagne degli Urali. Arriviamo a Ekaterinburg nel tardo pomeriggio e non essendoci metropolitana e avendo preso un ostello non proprio centrale, abbiamo deciso di prenotare il transfer, così appena usciti dalla stazione vediamo un signore russo di mezza età con il classico foglio in mano che ci porterà in ostello. Purtroppo questo non ha niente a che vedere con quello di Mosca, in pratica è un appartamento nel quale hanno messo tre letti a castello in una stanza e basta, tra l’altro la zona non è nemmeno tanto rassicurante. Comunque fatta una doccia andiamo alla stazione per cercare di prendere i biglietti da Irkutsk a Ulan Bator, troviamo una ragazza russa che ci aiuta in inglese ma in biglietteria ci dicono che c’è tutto esaurito per giorni; cavolo siamo fregati! Decidiamo di cenare e tornare in ostello per vedere su internet che alternative abbiamo. Prendiamo un taxi ma dopo pochi metri a causa di una manovra azzardata l’autista causa un incidente di altre due auto, così ci lascia in mezzo la strada perché deve risolvere la situazione, poco dopo ci si accostano due ragazzi con una auto tutta scassata e si offrono come taxi abusivo, accettiamo di malavoglia e avevamo ragione anche perchè questo che dice di venire dal Tajikistan guida come un pazzo scatenato, ma fortunatamente arriviamo in ostello sani e salvi.
10 Agosto
Stamattina prima di tutto dovevamo risolvere il problema dei biglietti e per fortuna troviamo un’alternativa accettabile, prendere un treno per una città russa a otto ore da Irkutsk che si chiama Ulan-Ude e da lì prendere un altro treno per Ulan Bator e per questa tratta gli unici biglietti erano quelli di realrussia.co.uk, quindi prendiamo questi su internet e andiamo a prendere alla stazione quelli Irkutsk-Ulan Ude e stranamente riusciamo a farli senza problemi. Ora abbiamo davvero tutto e possiamo dedicarci con tranquillità alla visita della città; in teoria saremmo dovuti andare a vedere il confine Europa-Asia ma una coppia di ragazzi spagnoli conosciuti in ostello ce l’ha vivamente sconsigliato così decidiamo di rimanere al centro che è carino, c’è un bel laghetto ma niente di particolare. La sera torniamo in ostello a prepararci per affrontare l’indomani il tratto più lungo, oltre 52 ore sul treno fino a Irkutsk, tra l’altro il treno parte alle 6:50.
11 Agosto
Il taxi è alle 5:15, con noi viene anche la coppia spagnola che prenderà lo stesso treno e con la quale facciamo amicizia. Il treno arriva un po’ in ritardo e notiamo subito che queste 52 ore saranno ben più faticose delle 26 del primo treno, anche perchè questo è molto più vecchio e cupo, anche il vagone ristorante non è granchè e pure con prezzi alti. Il tempo scorre molto più lentamente e il paesaggio, inizialmente bello, comincia a diventare sempre più monotono. Tra the, chiacchierate e riposini questo giorno passa in maniera anonima.
12 Agosto
Alla faccia dell’anonimato di ieri, stamattina appena svegli, veniamo notati da alcuni ragazzi russi che ci invitano a bere vodka e assenzio nella loro cabina che poi scopriamo essere la stessa dei due ragazzi spagnoli; non avevo mai fatto una “colazione” così pesante, dopo due ore siamo ancora a bere e a ridere finchè a fatica riusciamo a divincolarci e a tornare nella nostra cabina a riprenderci un po’. I ragazzi russi durante una fermata scendono e risalgono con un cane che fa quello che vuole nella cabina, tra alcool caduto per terra e pipì del cane, i due spagnoli non passeranno un gran bella notte.
13 Agosto
Finalmente stamattina si arriva ad Irkutsk, in piena Siberia. Nel treno conosciamo anche una coppia finlandese e scopriamo che sia loro che gli spagnoli hanno prenotato lo stesso nostro ostello. Ci dirigiamo tutti e sette all’ostello e veniamo accolti da una bellissima ragazza anche se un po’ inesperta, in ogni caso l’ostello è molto carino. Qui notiamo la differenza tra noi mediterranei e i nordeuropei, infatti mentre noi con gli spagnoli cerchiamo subito un posto dove andare a mangiare, vediamo la ragazza finlandese in tuta che ci dice che si stanno preparando per andare a fare jogging. Passato il pomeriggio con gli spagnoli decidiamo di vedere cos’ha da offrire la vita notturna di Irkutsk e chiediamo consigli alla ragazza dell’ostello. Uscendo però vediamo le strade mezze deserte e anche nel locale dove andiamo c’è poca gente, rimpiangiamo le notti di Mosca e torniamo un po’ delusi in ostello, almeno là con gli spagnoli, i finlandesi e una ragazza inglese passiamo una serata piacevole.
14 Agosto
Purtroppo oggi paghiamo caro e amaro l’errore di non aver preso tutti i biglietti da Mosca, infatti stasera abbiamo il treno per Ulan-Ude e anche se cerchiamo qualche alternativa non riusciamo a visitare il meglio che ha da offrire Irkutsk cioè il lago Baikal. Decidiamo dunque di dedicarci alla visita della città, che non è niente di speciale, tra l’altro inizia pure una leggera ma fastidiosa pioggia che ci costringe a tornare in ostello a prepararci per il treno. Questo sarà il tratto più breve del viaggio, solo otto ore quindi decidiamo di provare la terza classe dove, almeno per me, è stato impossibile dormire visto che c’erano almeno una dozzina di russi che russavano (scusando il gioco di parole). Passare la notte di ferragosto stivato in un treno siberiano come un deportato russo nei gulag, alla fine è stata un’esperienza interessante, e dai finestrini si riesce pure ad intravedere il lago Baikal prima che cali del tutto la notte.
15 Agosto
Stamattina arriviamo presto a Ulan Ude e per prima cosa cerchiamo con un po’ di difficoltà l’ufficio della realrussia dove dovremo ritirare i biglietti per Ulan Bator. Arriviamo prima dell’apertura e abbiamo il tempo di fare colazione e rilassarci un po’. Appena aperto l’ufficio notiamo l’efficienza di quelli della realrussia che avevano già tutto pronto e in un minuto riceviamo biglietti e spiegazioni. Così siamo già pronti quattro ore prima della partenza, sappiamo che ad Ulan Ude c’è un bel tempio buddista ma è abbastanza lontano e non vorremmo perdere il treno, poco male anche perchè in Mongolia ne vedremo più di uno, dunque decidiamo di farci un giro per il centro; non fatelo, non c’è assolutamente niente. Prendiamo il treno che anche in questo caso non è un granchè ma dopo Ekaterinburg, Irkutsk (senza Baikal) e Ulan Ude siamo tutti ben contenti di lasciare la Russia e per la serie “il mondo è piccolo” rincontriamo i finlandesi che ci dicono la stessa cosa. Verso le 22 ci fermiamo al confine russo-mongolo, dei militari russi ritirano i passaporti e perquisiscono i vagoni e dopo circa tre ore si riparte ma solo un quarto d’ora ci rifermiamo dalla parte mongola e ricomincia il tutto, finalmente si riparte alle 3:30 e quindi tutti a nanna.
16 Agosto
L’arrivo nella capitale mongola è previsto alle 6:30 quindi un’ora prima passa la controllora che ci sveglia “dolcemente”. Siamo stanchi ma per fortuna abbiamo il transfer gratuito per l’ostello che raggiungiamo in pochi minuti e poi subito una bella doccia rigenerante. Dopo la colazione, inclusa nei 7 euro al giorno per l’ostello, capiamo che la Mongolia è davvero economica, andiamo a farci un giro al centro e per prima cosa, anche se c’è tempo, decidiamo di prendere nell’ufficio della realrussia i biglietti per Pechino e anche in questo caso ci sbrighiamo in pochissimo tempo, così iniziamo il tour della città; vediamo un palazzone con una statua enorme di Gengis Khan e pensando che fosse il museo del conquistatore mongolo proviamo ad entrare venendo subito fermati da un militare che ci fa capire che quello è il parlamento; ok forse è meglio che ci documentiamo un po’! Fortunatamente vediamo un centro informazioni turistiche che ci istruisce a dovere. Così ci dirigiamo al museo di storia naturale mongola, decisamente interessante. Poi andiamo in un tempio buddista non lontano dal centro, entriamo durante le preghiere e venendo subito guardati male dai monaci usciamo dopo una trentina di secondi, capiremo poi che abbiamo commesso l’errore di entrare con le scarpe. Anche se non siamo amanti dello shopping, qua tutto è davvero economico così andiamo a fare un giro al centro commerciale anche per rifornirci di vestiti per questo stesso viaggio. La sera torniamo in ostello e prenotiamo un’escursione per i due giorni successivi chiedendo al disponibilissimo ragazzo che gestisce l’ostello di tenerci lontano da altri turisti, vogliamo vivere come vivono i nomadi mongoli, così lui ci dice che, anche se è un po’ difficile da raggiungere, andremo a stare con la sua famiglia.
17 Agosto
Il programma oggi prevede tre ore di macchina e un’ora di cavallo per raggiungere la nostra Ger (la tipica tenda mongola) quindi zaino in spalla e si parte! Il manto stradale inizia a peggiorare via via che ci allontaniamo da Ulan Bator per poi scomparire del tutto dopo circa un’ora ma noi siamo con una potente jeep e non abbiamo problemi. Durante il tragitto vediamo parecchi rapaci e giusto il tempo di dire che sarebbe bello vederne uno da vicino che ci fermiamo dove c’è un’aquila con la quale possiamo fare delle foto, l’ammaestratore ci fa vedere come farle aprire le ali e così, a turno, mettiamo il guantone e foto a volontà! Tenere in mano un’aquila con un’apertura alare di circa due metri è davvero impressionante. Soddisfatti dall’esperienza ci rimettiamo in marcia e dopo un percorso quasi trial raggiungiamo l’ingresso di un tempio buddista isolato, per arrivarci dobbiamo fare una salita abbastanza stancante e attraversare un ponte sospeso tutt’altro che sicuro, poi un bel po’ di gradini e finalmente raggiungiamo il tempio che è bellissimo così come il panorama che da lì si osserva, questa volta entriamo senza scarpe e non ci sono problemi, anche perchè dentro non c’è nessuno. Finita la visita al tempio ci rimettiamo in marcia e dopo un’altra ora circa parcheggiamo la jeep e aspettiamo i cavalli un po’ intimoriti visto che nessuno di noi ha mai cavalcato, ma una volta montati ci adattiamo subito anche perché i cavalli sono ben ammaestrati e così inizia una delle parti più belle del viaggio; stiamo attraversando un parco, la natura è incontaminata, guadiamo a cavallo più di un fiume finchè alberi e ruscelli iniziano a fare posto all’infinita steppa mongola, qui alterniamo trotto e galoppo e prendere velocità con il vento sul volto ti fa sentire in pieno contatto con la natura. Dopo circa un’ora di questa magnifica esperienza raggiungiamo la nostra Ger accolti da una sorridente nonnina mongola, tutto perfetto a parte i nostri fondoschiena doloranti. Il paesaggio è mozzafiato, da un lato si estende la steppa a perdita d’occhio e dall’altro c’è un bosco, al centro c’è un limpidissimo fiume come a fare da confine tra i due differenti paesaggi; il risultato di tutto ciò è un panorama naturalistico di quelli che si vedono solo sul National Geographic. Passiamo gran parte del tempo “esplorando” il territorio, riusciamo pure ad attraversare il fiume grazie ad un piccolo tronco che lo attraversa, cavalli, capre e mucche spuntano da ogni lato. La nonnina ci offre da mangiare dei biscotti bianchi essiccati al sole e fatti con il latte di cavalla, davanti a lei fingiamo che siano buoni ma sono disgustosi e appena lei si allontana diventano cibo per i cavalli, poco dopo torna con uno yogurt appena fatto che si rivela essere delizioso, sappiamo che non è consigliato mangiare i loro “prodotti caserecci”, ma siamo forniti di pillole e corriamo il rischio, in ogni caso non avremo alcun problema di stomaco. Facciamo poi un ultimo giro nei dintorni e torniamo nei pressi della Ger a goderci il tramonto sorseggiando un buon thè caldo. Prima di cena vediamo due mongoli che stanno tagliando della legna per la stufa della nostra Ger e gli diamo volentieri il cambio e appena finito è già ora di cena, la nonnina ci porta una pentola piena di qualcosa che sembra (ma non è) spaghetti con polpettine di carne, non capiamo che stiamo mangiando ma è squisito. Poi cala la fredda notte e si va a dormire.
18 Agosto
Abbiamo tutta la mattina ancora a nostra disposizione perché verso mezzogiorno dobbiamo risalire sui cavalli per ritornare, la sfruttiamo per fare un ultimo giretto nei dintorni finchè non arriva l’ora di ripartire, così rimontiamo sui cavalli e ci dirigiamo al nostro punto d’incontro facendo questa volta un percorso diverso entrando subito nel bosco, schivando rami e cespugli riusciamo ad arrivare illesi a parte i fondoschiena che sono ormai andati. Risaliti sulla jeep ci dirigiamo in ostello ed il traffico di Ulan Bator ci fa apprezzare ancora di più questi due giorni trascorsi a contatto con la natura. Appena arrivati riceviamo la brutta notizia che a causa di lavori non c’è acqua calda ma puzziamo come caproni, quindi, siamo costretti a farci la doccia con acqua congelata, una tortura. Ci riposiamo un po’ e poi usciamo per una bella cena calda.
19 Agosto
Stamattina siamo tutti un po’ fisicamente distrutti, così optiamo per un massaggio rilassante in un centro che avevamo visto vicino l’ostello, paghiamo solo 10 euro per un’ora; le ragazze sono vere professioniste e riescono a risistemarci alla perfezione, ne ho ricevuti di massaggi ma mai così professionali, è stato un vero e proprio toccasana. Ora che siamo rigenerati torniamo alla visita della città andando al palazzo d’inverno di Bogd Khan, bello esteriormente ma monotono all’interno, dopo la visita ritorniamo al centro commerciale per pranzare e per spendere tutti i tugrik (la moneta mongola) che ci sono rimasti visto che domani si parte per Pechino.
20 Agosto
Oggi si parte presto, il treno è mongolo ma, al di là di ogni nostra previsione, è uno dei migliori fin qui presi. Ormai siamo esperti, usiamo l’acqua calda del samovar sia per il thè che per le nostre zuppe liofilizzate e, attraversando il deserto del Gobi, il tempo torna a scorrere velocemente finchè non raggiungiamo il confine con la Cina, qua così come per il primo confine attraversato, c’è da aspettare un bel po’, anzi anche di più perchè bisogna cambiare i carrelli dei vagoni, infatti tra Mongolia e Cina le rotaie hanno larghezza diversa quindi bisogna aspettare all’interno dei vagoni che questi vengano sollevati e posti su carrelli diversi, un gran lavoro causato dalla paura dei cinesi di essere invasi dal vecchio impero sovietico, la paura è passata ma questa perdita di tempo ancora no e dobbiamo sorbircela noi. Arrivati nella parte cinese ci fermiamo in una stazione dove c’è un supermercato e qui converrebbe avere già un po’ di moneta locale per non farsi fregare sul cambio.
21 Agosto
Appena svegli siamo con gli occhi spalancati davanti al finestrino per ammirare la Grande Muraglia e anche se riusciamo a vederla solo per poco tempo non è un problema visto che ci torneremo sicuramente. Arriviamo a Pechino poco dopo le 14 e perdiamo un po’ per capire che il simbolo della metro è un quadrato dentro a un cerchio. Arrivati alla biglietteria, con l’intenzione di fare più biglietti, leggiamo che è possibile fare solo un biglietto per persona, capiremo poi che il biglietto può essere usato solo dalla stazione in cui è stato fatto quindi non ha senso farne di più. Fortunatamente agli indecifrabili simboli cinesi è accostato il corrispettivo in inglese e riusciamo a muoverci senza problemi, in caso contrario credo che saremmo ancora lì a cercare di orientarci. Raggiungiamo l’ostello che è decisamente il più bello dove sono mai stato (e ne ho visti tanti), si trova in una zona di Pechino dove ci sono ancora le casette tipiche cinesi e piccole strade dove la gente va in bicicletta, questa è una vera fortuna visto che ormai il 90% di Pechino è tutto grattacieli e palazzoni moderni, inoltre è a circa 10 minuti a piedi da piazza Tienanmen. Passiamo il pomeriggio nella zona vicino l’ostello e la sera ceniamo con i ragazzi spagnoli conosciuti a Ekaterinburg per salutarli visto che loro staranno solo 3 giorni qua e poi tornano a Mosca.
22 Agosto
Nei nostri progetti ci sarebbe anche un’escursione a Xi’an per vedere l’esercito di terracotta e una a Shanghai, quindi programmiamo la mattina per la visita della città e il tardo pomeriggio in stazione per provare a prendere i biglietti. Così, appena svegli, raggiungiamo piazza Tienanmen, la piazza più grande del mondo, ma non ci rendiamo conto di quanto sia enorme finché non l’attraversiamo tutta. Esattamente due settimane fa eravamo nella piazza rossa e visitare due piazze tanto importanti storicamente in così breve tempo fa un certo effetto. Alla fine della piazza si trova l’entrata della città proibita, entriamo, ma commettiamo l’errore di non prendere una mappa del posto per vedere solo le attrazioni principali, e chi si aspettava che l’abitazione della sola famiglia imperiale potesse essere così grande! Che ci facevano con quasi 1000 edifici a loro disposizione! Così ci mettiamo a girarla a zig zag un po’ tutta e dopo ore ore e ore di camminare finiamo finalmente la nostra visita. E’ di sicuro un posto meraviglioso ma conviene farsi un percorso solo di ciò che è necessario vedere per evitare di stancarsi troppo. Usciti dalla città proibita a metà pomeriggio siamo affamatissimi, così pranziamo per poi raggiungere la stazione ovest ma qui ci sono enormi file alle biglietterie, ci accodiamo ma dopo 15 minuti nei quali rimaniamo letteralmente fermi, decidiamo di tornare in ostello e magari tornare l’indomani in orari meno trafficati.
23 Agosto
Stamattina chiediamo in ostello come fare per prendere un treno per Xi’an entro 4-5 giorni ma rimaniamo di sasso all’unica parola pronunciata dal receptionista: “impossible!”. Cerchiamo alternative ma non ne troviamo, è tutto occupato per giorni, così a malincuore rinunciamo a Xi’an; di sicuro la useremo in futuro come scusa per tornare in Cina. Allora continuiamo la visita di Pechino andando al tempio del Paradiso, un complesso di religione taoista molto bello. La sera cerchiamo con non poca difficoltà un locale dove ci sia gente, a quanto pare qui i locali sono frequentati un anno e deserti quello dopo e viceversa, comunque girando un po’ ne troviamo uno molto affollato dove i cinesi pagano per entrare mentre noi palesemente non asiatici entriamo gratis.
24 Agosto
Ormai, accettato che non potremo andare a Xi’an, non rinunciamo però a Shanghai. Quindi, andiamo alla stazione sud che è decisamente meno affollata della ovest e riusciamo a prendere i biglietti sul treno ad alta velocità con circa 70 euro a/r per persona. Li prendiamo per dopodomani, perchè domani vorremmo andare a vedere la grande muraglia, per questa prenotiamo un tour organizzato visto che costa solo 15 euro e abbiamo incluso il bus, una guida in inglese, il pranzo e anche la visita alle tombe Ming. Finita l’organizzazione dei due giorni successivi andiamo a vedere il famoso zoo di Pechino, è molto bello e c’è un po’ di tutto, ma di sicuro la star è il panda che ormai è un’icona della Cina. Passiamo una serata soft in un locale vicino l’ostello visto che domani sarà una giornata stancate e dovremo alzarci molto presto.
25 Agosto
Finalmente è arrivato il giorno atteso, vedremo la Grande Muraglia. Abbiamo l’appuntamento alle 7 per prendere l’autobus; noi siamo gli unici italiani e nel nostro gruppo… c’è gente da ogni parte del mondo: Spagna, Irlanda, Inghilterra, Messico, Australia, India, Filippine e per concludere la nostra guida, una simpatica e pure carina ragazza cinese che ha imparato l’inglese da autodidatta. La prima tappa sono le tombe della dinastia dei Ming, che si trovano a circa 50 km a nord da Pechino. Il giro è interessante, ma inizia una fastidiosa pioggerella per fortuna solo quando siamo alla fine della visita delle tombe. Risaliamo così sull’autobus e andiamo a pranzare anche se sono solo le 11:00. Adiacente al ristorante c’è un negozio di sculture fatte a mano nel quale dobbiamo “furbescamente” aspettare prima di mangiare. Le sculture sono molto belle ma i prezzi sono decisamente turistici. Dopo circa mezz’ora è il momento di mangiare. Al centro del tavolo c’è un grande vassoio circolare dal quale ognuno si serve facendolo ruotare. Noi siamo fortunati perchè nel nostro tavolo ci sono una famiglia spagnola con due bambini e una coppia filippino-australiana. Le due donne e i bambini non toccano quasi niente, quindi, noi tre e i due mariti ci spartiamo il cibo di 9-10 persone che era davvero delizioso. Soddisfatti per l’abbuffata ci rimettiamo in marcia per Badaling, dove c’è il punto più alto di tutta la Grande Muraglia. Arriviamo poco dopo e possiamo scegliere se salire a piedi o prendere una funivia. Piove ancora, quindi, scegliamo quasi tutti la funivia. Per fortuna una volta saliti smette di piovere definitivamente e possiamo goderci la nostra visita, raggiungiamo a fatica il picco più alto non tanto per la pendenza (che è comunque molta), ma per il flusso di turisti che ci rende difficile ogni movimento, infatti a Badaling c’è il tratto di muro più visitato ma per un buon motivo, il panorama è stupendo! Da qui proseguiamo avanti sulla muraglia per qualche km, il tempo migliora e la vista è sempre più ampia e bella. Tornando a Pechino facciamo un’interessante visita ad un negozio che vende seta, dove fanno vedere i vari passaggi da baco a prodotto finito. Lì vicino visitiamo pure il complesso olimpico per poi tornare stanchi, ma soddisfatti, in ostello.
26 Agosto
La partenza è alle 10 quindi possiamo fare tutto con calma. Il treno è spettacolare, moderno e pulito e mantiene una media di 310 km/h; fa poche fermate e in meno di cinque ore percorriamo i 1400 km che ci separano da Shanghai. In stazione preferiamo prendere un taxi per fare già una mezza visita della città; se uno pensa che New York sia piena di grattacieli vuol dire che non ha mai visto Shanghai. Un numero impressionante… si perdono a vista d’occhio. Inoltre Lamborghini e Ferrari ci indicano che il lusso qui è di casa e lo noteremo anche nei prezzi. L’ostello è centrale e in 10 minuti a piedi raggiungiamo il Bund, dove ci sono gli edifici storici della città e da dove si ha una vista magnifica sul Pudong, la parte finanziaria nella quale si trova la famosa Oriental Pearl Tower. Bund e Pudong sono separati da un fiume che bisogna attraversare, ma all’altezza della torre non ci sono ponti o fermate della metro nelle vicinanze, quindi, se non si vuole camminare troppo, l’unica soluzione è prendere il Bund Sightseeing Tunnel; costa 5 euro a/r, ma decidiamo di prenderlo. Si sale in una cabina che molto lentamente attraversa il tunnel pieno di luci colorate, magari sarà anche carino per i bambini, ma noi sbadigliamo tutto il tempo. In ogni caso fa il suo dovere e ci porta proprio sotto la torre. Saliamo a varie tappe e abbiamo la fortuna di essere a fine giornata quindi via via che saliamo riusciamo a goderci il panorama di Shanghai prima con la luce del giorno, poi al tramonto e, infine, di notte; davvero molto bello. Una volta scesi ceniamo, riattraversiamo il “meraviglioso” tunnel psichedelico e girandoci verso il Pudong, notiamo che il panorama di notte è ancora più bello, quindi, foto a volontà e poi torniamo in ostello per una doccia. Per la serata scegliamo nuovamente il Bund che dovrebbe essere pieno di locali ma qua, come ovunque, i prezzi sono alti e trovare un locale dove non siano tutti snob è un po’ difficile, così ci accontentiamo di un localino panoramico. Paghiamo quasi 10 euro per un cocktail e passiamo la serata a chiacchierare amabilmente.
27 Agosto
Anche oggi facciamo tutto con calma, il treno parte verso mezzogiorno e arriviamo a Pechino nel tardo pomeriggio. Oggi è sabato quindi ci rilassiamo un po’ e ci prepariamo per la serata. Torniamo nel bel locale dove siamo già stati, all’entrata i cinesi pagano ancora mentre noi entriamo nuovamente gratis, il locale nonostante è su tre piani è stracolmo, c’è buona musica ma fare conoscenza è un’impresa ardua qui in Cina.
28 Agosto
Oggi è l’ultimo giorno in cui potremo visitare qualcosa, domani passeremo praticamente tutta la giornata sugli aerei, quindi decidiamo di andare al palazzo d’estate che è un po’ lontano dal centro di Pechino, circa 25 km, ma ne vale sicuramente la pena. È un complesso di edifici e giardini che circonda un lago. Anche questo, come tutto qui, è enorme, ma questa volta prendiamo una mappa ed evitiamo di girare a zonzo e nonostante ciò impieghiamo tre ore per la visita, ma siamo ben contenti perchè è uno dei più bei posti visti qui a Pechino. Finita la visita pranziamo e torniamo in ostello. Sulla via del ritorno, per la serie “il mondo è piccolo 2”, incontriamo di nuovo i finlandesi in una sperduta via pechinese, li salutiamo perchè non li rivedremo più visto che il nostro viaggio termina domani, loro invece continuano fino a data da destinarsi. Nel pomeriggio andiamo a vedere uno spettacolo teatrale della Beijing Opera, che prenotiamo direttamente dall’ostello. A dire il vero è un po’ noioso, forse sarebbe stato meglio vedere uno spettacolo acrobatico, ma sarà un’altra scusa per tornare nella bellissima Cina.
29 Agosto
Tre voli, due scali e 17 ore dopo la partenza siamo finalmente a Palermo più che soddisfatti del bellissimo viaggio appena fatto e, nonostante la stanchezza, con la testa già al prossimo… Australia?