Da Miami… al Kennedy Space Center
La genesi del viaggio è cominciata a gennaio del 2016 quando l’azienda ha deciso di mandarci a Orlando per seguire una convention di un nostro importante fornitore. Ne abbiamo approfittato per aggiungere qualche giorno di vacanza.
Partiamo da Milano il 28 aprile 2016, non sono mai stato negli USA, i miei compagni di viaggio si.
Volo Milano – Miami della American Airlines, partiamo da Malpensa e arriviamo a Miami alle 16 dopo circa 10 ore di volo.
Noleggiamo un’auto e ci apprestiamo a raggiungere l’albergo.
L’impatto iniziale con Miami è rappresentato dal labirinto di autostrade e la sfilata di auto e pickup assurdi. Seguiamo scrupolosamente i limiti di velocità, non vogliamo sperimentare nessun incontro con la polizia.
Il nostro albergo è un Best Western fuori città nelle vicinanze dell’aeroporto. La sera per cena decidiamo di restare nelle vicinanze dell’albergo e ceniamo presso un ristorante con il nome italiano “Divieto”, evitiamo di scegliere la pasta ma viriamo su hamburger, patatine e birra.
Sia in albergo che nel ristorante sperimentiamo subito l’aria condizionata che si può trovare nei locali pubblici, un importante sbalzo di temperatura tra l’esterno (30 gradi) e l’interno che ci obbliga a mettere un maglioncino per non incorrere in seri problemi.
Il giorno seguente, il 29 aprile, decidiamo di recarci a Miami e dintorni. La prima tappa è Key Biscayne, un’isola collegata alla terraferma attraverso un comodo ponte che permette di raggiungerla in auto. Sicuramente un bel posto ben curato. Decidiamo di seguire la strada principale fino al Crandon Park, l’accesso è a pagamento ma ne vale la pena. Raggiungiamo la Crandon Park Beach, una delle spiagge più belle della città, facciamo una salita sul vecchio faro, da dove è possibile ammirare un panorama stupendo, e subito dopo un tuffo in mare. Crandon Park Beach è un posto tranquillo (era venerdì mattina): poche persone, un bel mare, un buon ristorante (dove consigliamo il pesce).
Nel pomeriggio, dopo avere attraversato la selva di grattacieli e attraversato un ponte, ci rechiamo a Miami Beach. A nostro avviso Miami Beach non è adatta per chi cerca una bella spiaggia e un bel mare. La spiaggia è enorme, molte persone, ma niente di particolare. I locali che sono fuori dalla spiaggia sono affollati da gente stravagante.
Dopo una nuotata facciamo visita al locale di un amico di Sergio: “Dolci di Sicilia”. Fa sempre piacere incontrare connazionali all’estero, scambiare quattro chiacchiere e bere un buon caffè italiano. Il titolare del locale è l’esempio classico che il “sogno americano” esiste sempre. In questo luogo facciamo anche conoscenza con un personaggio assurdo, un agente immobiliare italiano, che con un modo strano e folkloristico ci indica un ristorante per la cena il “Flanigan’s Seafood Bar and Grill”.
Il “Flanigan’s Seafood Bar and Grill” è un ottimo ristorante, chiediamo l’hamburger più grande che possono cucinare, ovviamente accompagnato da patatine e birra. Il cibo è buono, ma occhio all’aria condizionata: una ghiacciaia!
Il giorno seguente, il 30 aprile 2016, partiamo per Key West. Partenza alle 8.00 del mattino. Il viaggio è lungo, si tratta di 160 miglia da percorrere in poco più di 4 ore. Lungo la strada possiamo apprezzare un paesaggio interessante, si alternano case, natura, mare, barche, spiagge. Attraversiamo i famosi ponti in mezzo al mare e finalmente giungiamo a Key West. Cerchiamo subito la migliore spiaggia, la Fort Zachary Beach. Facciamo un breve bagno, il vento è forte, beviamo una birra (non bevetela in spiaggia, come noi, altrimenti il ranger vi sgrida …) e cerchiamo di raggiungere il centro dell’isola, molto turistico. Pranziamo presso un ristorante molto deludente e ripartiamo subito.
Lungo la strada del ritorno ci fermiamo per riposare a Marathon, una bella spiaggia piccola, ben curata, bel mare.
Ripartiamo alla ricerca di un posto per cenare, non riusciamo a decidere dove fermarci, alla fine scegliamo l’ultimo posto possibile alla fine delle Key’s (o all’inizio, dipende dalla direzione di marcia): Gilbert’s. Un Tiki Bar pieno di bella gente, con musica Rock dal vivo (che fa molto America!). Ovviamente non possiamo non prendere il classico hamburger, birra e patatine fritte.
Il 1° maggio 2016, dobbiamo partire da Miami per recarci a Orlando, sede dell’evento al quale siamo iscritti. Decidiamo di prenderla con comodo, partiamo alle ore 10.30 circa e prendiamo la 75 in direzione ovest. L’autostrada attraversa l’Everglades Wildlife Management Area e il Big Cypress National Preserve, un paesaggio selvaggio, bello, immaginiamo affollato da coccodrilli.
Il nostro girovagare ci conduce a Sanibel Island. Ci fermiamo a mangiare un boccone (un abbondante piatto a base di pesce) e ci dirigiamo in spiaggia, la Bowman’s Beach. Spiaggia ricca di conchiglie, il parcheggio costa 4$ all’ora, sono presenti servizi, docce, giochi per bambini. Un posto da visitare meglio e gustare con più calma.
Ripartiamo per Orlando, il navigatore ci conduce sulla 75 e poi seguiamo la strada 17 verso Arcadia. Attraversiamo la Florida interna, qui vediamo una parte di America meno abbiente rispetto a quanto visto sulla costa. Durante il passaggio in uno dei paesini veniamo affiancati dall’auto dello sceriffo che ci sorpassa, resta davanti a noi fino alla fine della città, ci piace pensare che il nostro “Rosco P. Coltrane” ci abbia scortato fuori dal suo paese come abbiamo visto in qualche film…
Arriviamo al “Radisson Resort Orlando Celebration” a Kissimmee, nei pressi di Orlando. Questa sarà la nostra base per tutta la durata dell’evento.
Le giornate del 2 e 3 maggio 2016 le trascorriamo all’evento presso il “Gaylord Palms Resort & Convention Center” (un albergo enorme).
Il giorno 4 maggio 2016, è il giorno del mio sogno. Ci rechiamo al Kennedy Space Center. Il viaggio da Kissimmee dura 1 ora e ci troviamo subito di fronte al Visitor Complex. Il biglietto di ingresso è di 50$ a testa. Entriamo e seguiamo un percorso che inizia nel “Giardino dei Razzi” dove sono esibiti i razzi che hanno fatto la storia dell’esplorazione spaziale. Possiamo camminare sulla passerella che gli astronauti percorrevano prima di salire sul Saturno 5. Mi siedo nell’angusto spazio di una riproduzione di una capsula spaziale.
Lasciati i vecchi razzi, entriamo nel padiglione “Journey To Mars”, un tuffo nel futuro dell’esplorazione spaziale: il viaggio su Marte.
Dopo avere lasciato il Pianeta Rosso entriamo nel teatro 3D, una proiezione molto interessante e didattica sul presente e futuro della NASA.
Usciti dal cinema 3D è il momento dello Shuttle, entriamo nel padiglione dell’Atlantis, dopo avere assistito a due filmati finalmente la parete si apre ed è possibile ammirare lo Shuttle Atlantis, un tuffo al cuore, tante foto, tanta roba… Nel padiglione dell’Atlantis possiamo anche vedere un piccolo angolo dedicato alla memoria degli equipaggi dei due Shuttle Challenger e Columbus. Da non perdere il simulatore di lancio dello Shuttle.
Salutiamo il vecchio Atlantis e corriamo a prendere il bus, si tratta di una visita nel complesso della Nasa. Un giro che mostra l’enorme edificio di assemblaggio, i due giganteschi “Crawler-transporter”, la sala di controllo, una rampa di lancio. Durante il tragitto abbiamo modo di vedere anche un coccodrillo in acqua. Il tour in bus si ferma nel padiglione del Saturno V e delle missioni Apollo. Qui un filmato spiega la storia delle missioni Apollo, veniamo fatti poi entrare in una copia della sala controllo e assistiamo alla riproduzione di un lancio con tanto di conto alla rovescia e vibrazione dei vetri, molto suggestivo. Al termine di questi preliminari, si può entrare nel padiglione e ammirare il Saturno V in tutta la sua magnificenza, è possibile inoltre vedere una copia del LEM, si può toccare un pezzo di Luna, etc. …
Terminato il tour in bus rientriamo al Visitor Complex. La visita è finita, faccio acquisti pazzi allo shop, non vorrei andare via da qui, ma il dovere impone di tornare.
Il giorno 5 maggio 2016 è il momento di rientrare in Italia. Partiamo in direzione sud per Miami dove prenderemo il volo per l’Italia. In corrispondenza dell’ora di pranzo decidiamo di fermarci a Palm Beach, pranziamo al Taco Bell che sconsigliamo vivamente (cibo pessimo e temperatura polare). Casualmente, dopo pranzo, scopriamo un ristorante Italiano, “Cafè Sapori”, dove il gentilissimo titolare ci prepara un caffè italiano e beviamo un limoncello per digerire l’orrore mangiato a pranzo.
Ma non è ancora il momento di ripartire, facciamo un salto in spiaggia. La spiaggia di Palm Beach è bella, pulita e molto tranquilla.
Dopo una abbondante mezz’ora dell’ultimo mare della Florida, è arrivato il momento di ripartire di corsa alla volta dell’aeroporto di Miami: il volo Miami – Milano ci aspetta, arrivederci Florida, arrivederci USA.