Da Marrakersh al Sahara
La scelta del riad è la cosa più divertente, ce ne sono a centinaia, e rimanendo sul budget previsto di 50-60 euro a notte se ne trovano davvero di carini! Nel frattempo si aggiungono a noi due amici conosciuti durante un precedente viaggio in Madagascar, per loro è la 4° volta in Marocco, ma non hanno mai dormito nel deserto, quindi colgono l’occasione per colmare questa lacuna.
Abbiamo prenotato da casa anche l’assicurazione medica pochi giorni prima di partire, questa volta con Insurancebookers, di cui non posso esprimere giudizio, perchè per fortuna anche questa volta non è servita! Queste le nostre spese prima della partenza (a persona): Volo A/R Pisa-Marrakesh € 70,00 assicurazione medica € 14,00 1 notte Riad Dar Tamlil € 24,00 con colazione 4 notti Riad Diarna € 110,00 con colazione Dopo aver cercato sui vari siti internet un tour di 2 notti/3 giorni, alla fine ci lasciamo tentare dalla proposta della proprietaria del secondo Riad dove pernotteremo a Marrakesh, che ci consiglia un certo Bariz, con cui lavora da tempo, e che ci fa un prezzo a 950 Dirhams a persona (cambio euro/dirhams 1=11, quindi circa 86 euro), che pagheremo direttamente a lui prima di salire sul bus.
Il tour è la versione budget shared, cioè sistemazione in strutture economiche (l’hotel della prima notte però non era male, e con bagno in camera) e trattamento di mezza pensione (erano comprese le cene).
Un altro utile consiglio è quello di comprare subito una scheda telefonica presso le numerose ‘teleboutique’ di Marrakesh per telefonare a casa invece di spendere parecchio con il cellulare, con quella 10 Dhs (neanche 1 euro) si ha a disposizione 5 minuti verso i telefoni fissi in Italia, mentre per i cellulari circa la metà. Da ricordarsi di non scendere mai sotto l’ultimo minuto perchè non vi permetterà più di richiamare con meno di 60 secondi. 3 schede sono state sufficienti per tutta la settimana.
Adesso veniamo al racconto giorno per giorno: mercoledi 30 settembre 2009 Il volo parte alle 16.05, avendo fatto a casa il check-in e stampato le carte d’imbarco, con il solo bagaglio a mano è sufficiente essere in aeroporto circa 40 minuti prima; infatti passiamo prima dall’ipercoop per fare scorta di alcuni generi alimentari (schiacciatine, nutella, salamini, biscotti), che soprattutto per mio marito Riccardo si riveleranno indispensabili! Atterriamo a Marrakesh in orario, alle 17.35 (ci sono -2 ore di fuso orario), e per sbrigare le formalità di entrata ci sono delle file non lunghissime ma molto molto lente; consegnamo al controllo passaporti il modello di arrivo che ci avevano dato in aereo, dove sono indicate le nostre generalià, il numero del volo e il primo indirizzo di pernottamento in Marocco (lo stesso modello lo dovremo ricompilare prima dell’imbarco al ritorno).
Usciamo dall’aeroporto e facciamo subito la nostra prima contrattazione per il prezzo del taxi, che alla fine con 15 euro ci porta nella medina, vicino alla famosa piazza Jemaa El Fna. Il primo impatto con la confusione, gli odori, i fumi e le persone è abbastanza spiazzante, e la ricerca del Riad, che è a 150 metri dalla piazza, in piccolo vicolo, è abbastanza veloce (anche se un simpatico marocchino per 1 euro ci aiuta negli ultimi 50 metri). Abbiamo subito imparato che quando si sta cercando un luogo non si deve mai farsi vedere con la cartina in mano, se poi vedono che hai le valigie sei già mezzo fregato! Il riad Dar Tamlil è molto carino, la tipica casa con il cortile interno e i terrazzi tutto intorno, le camere sono economiche, ma la mattina dopo non abbiamo potuto fare colazione visto che siamo partiti presto per il tour.
Per cena abbiamo provato il banchetto n.25 in piazza, per un cous cous minuscolo con verdure e una bibita spendiamo 60 dhs (circa 6 euro a testa), lo stesso prezzo dei ristoranti intorno ma con porzioni ben più abbondanti. Giovedi 01 ottobre 2009 Stamattina la sveglia è molto presto, perchè alle 6.45 ci verranno a prendere per partire per il tour. Alla fine partiremo alle 8.00 passate, poiché dobbiamo aspettare tutti gli altri, siamo in 13.
Da Marrakesh la strada N9 porta a sud, oltre le montagne dell’Atlante, attraverso il valico Tizi-n-Tichka a 2260 m, il più alto del paese. Oltre a delle fermate per foto panoramiche (in questo il nostro autista è sempre stato molto disponibile), e ad un laboratorio-negozio dove preparano l’olio di argan usato prevalentemente in cosmetica, la prima tappa di oggi è Ait Benhaddou, la kasbah meglio conservata delle montagne e la più popolare, poiché immortalata in diversi film, tra cui Lawrence d’Arabia, L’ultima tentazione di Cristo, La Mummia, Il Gladiatore e Alexander. Abbiamo circa un’ora per visitarla (ingresso 10 Dhs); dentro alcune stanze sono adibite a museo contengono utensili usati per i lavori casalinghi, mentre alcune parti sono ancora abitate da famiglie berbere, altre sono negozi di souvenir.
Arriviamo a Ouarzazate per l’ora di pranzo, passando davanti agli studi cinematografici Atlas Corporation Studios, che però sul bus nessuno ha intenzione di visitare (l’ingresso mi pare costasse sui 20 euro!). Pranziamo davanti all’entrata della kasbah (il ristorante si chiama appunto La Kasbah, originale, eh?!), con un tajine con pollo al limone e verdure e una coca (60 Dhs). La Kasbah Taourirt è il monumento principale di Ouarzazate (ingresso 10 Dhs), alcune parti sono ancora abitate, mentre altre abbandonate sono state restaurate dall’UNESCO. Perdiamo un’oretta tra le scalette ripide e le stanze, alcune riccamente decorate, del complesso, osservando anche un enorme nido di cicogne.
Ripartiamo verso la Valle dei Dades, detta anche valle delle mille kasbe, fermandoci per l’ennesimo tè alla menta nella Valle delle Rose, con una bella vista su una kasbah lungo la riva di un fiume. Arriviamo alla gola dei Dades nel tardo pomeriggio, e ci fermiamo per fotografare le cosiddette Dita di Scimmia o Valle dei Corpi Umani, tonde rocce rosse scavate dall’erosione che al tramonto sono particolarmente spettacolari.
Dopo pochi km raggiungiamo l’albergo (Le Vieux Chateau du Dades) dove passeremo la notte, situato lungo la gola del Dades, a picco sulle rocce, tra la strada e il fiume; dopo una veloce doccia consumiamo la nostra cena: una minestra che assaggiamo appena (bleah!) e un mangiabile tajine, e gli stranieri iniziano a prenderci in giro per la nostra diffidenza nel mangiare, che continuerà per gli altri giorni. Stanchi andiamo a letto, anche perchè la strada è buia e non ci consente di fare due passi, e anche la temperaura è bassina, infatti dormiremo con la coperta.
Venerdi 02 ottobre 2009 Stamattina la partenza è fissata per 8.00, facciamo una buona colazione (mooolto meglio della cena) con crepes calde con marmellata e miele, caffè e l’immancabile tè. Oggi è prevista una tappa intermedia alle Gole di Todra prima di arrivare a Merzouga dove i nostri cammelli ci aspettano per portarci al bivacco. In realtà la prima fermata è ad una fantomatica piantagione, ma dopo appena 10 minuti ci dirigiamo ad un negozio di tappeti…E ti pareva! Noi italiani siamo un po’ scocciati da questo perditempo (anche perchè fra presentazioni, offerta del tè, dimostrazione di come si pettina la lana, etc…Si è già perso mezz’ora), gli altri sembrano gradire, anche se nessuno ha intenzione di comprare niente. Quindi armati di sfacciataggine, ci alziamo per primi, e così tutti gli altri ci vengono dietro. Torniamo veloci al bus, e dopo appena 5 km arriviamo alle Gole di Todra, dove abbiamo 20 minuti di tempo per girarcela (peccato che ne abbiamo perso 3 volte tanto alla fermata precedente!!!!).
Il canyon è largo appena 30metri, contro i 300 metri di altezza delle due monumentali pareti. La zona non è molto grande, quindi i 20 minuti alla fine ci sono sufficienti per fare la passeggiata di andata e ritorno al nostro bus.
Durante la pausa pranzo un’incidente provocherà un’ulteriore ritardo alla nostra tabella di marcia verso il deserto: una ragazza viene morsa ad una gamba da un cane randagio, quindi dobbiamo fermarci all’ospedale di Tineghir per fare le iniezioni del caso. Dopo un po’ di ore di strada, ci fermiamo ad osservare dei pozzi scavati in una pianura desolata, il sole sta calando e già mi entra il nervoso quando vedo apparecchiare il milionesimo banchetto con il tè alla menta (altre gite sono arrivate e ripartite nel frattempo)…E tutti gli altri che si accomodano e chiacchierano come se fossero al bar! Uffa, ma lo sanno che ci stiamo perdendo il meglio???? infatti dopo un po’ di occhiatacce, togliamo le tende e ci facciamo gli ultimi 50 km per raggiungere Merzouga, ma ormai il sole sta infuocando le dune e quando arrivano i nostri 13 cammellini, è già sparito all’orizzonte. Comunque siamo qui, tutti pronti ed in fila, i cammelli sono docilissimi e neanche così scomodi (almeno per i primi 20 minuti). Salutato in anticipo il sole, sarà la luna piena che ci accompagnerà al nostro bivacco, e devo dire che alla fine il ritardo non è stato poi così negativo…L’atmosfera è davvero magica, la sabbia è color argento, anche se fare le foto è praticamente impossibile! La cammellata dura parecchio, un’oretta buona di arrampicate su dune altissime senza vedere fino all’ultimo le nostre agognate tende. Alla fine arriviamo, e i nostri glutei ringraziano! E’ tutto completamnete buio, anche nelle tende non c’è nessuna luce, solo un paio di candele che mettono sul tavolo. Ci servono la cena dopo un po’, due piattoni di tajine con verdure e pollo, che però non assaggiamo, ma ceniamo con alcune cose che ci eravamo portati dietro. Le tende avevano diversi posti letto, erano disposte a U, tutte comunicanti, il bagno plein air dove vuoi. All’inizio proviamo a dormire fuori utilizzando i sacchi-lenzuolo che avevamo acquistato da Decathlon, ma dopo un’oretta l’umidità si fa sentire quindi ci rifugiamo all’interno. La forte luce della luna piena non permette di vedere quasi nessuna stella.
Sabato 03 ottobre 2009 Alla fine nel deserto riusciamo anche a dormire abbastanza, e quando ci svegliamo è giusto l’ora di andare a vedere l’alba! E’ solo ora che vediamo dove siamo, cioè in mezzo al nulla! Il bivacco è ai piedi di una duna immensa, che qualcuno del gruppo ha provato a scalare ma non ce l’ha fatta! Bellissima sensazione di tranquillità, un silenzio disarmante e con lo sguardo cerchiamo di contare le onde di sabbia fino all’orizzonte…Era questo il traguardo del nostro viaggio, il momento che rimarrà il più bello! Non abbiamo molto tempo per goderci questo spettacolo, ci stanno chiamando, i cammelli sono pronti per riportarci indetro. Il tragitto con questa luce spettacolare è più bello di quella della sera, e ce lo gustiamo fino all’ultimo, cerando di scattare foto il più ferme possibile: è stata un’impresa! Arriviamo al motel di Merzouga dove ci danno la colazione, ancora il tempo di qualche foto e si riparte verso Marrakesh, viaggio interminabile dovuto anche a dei problemi al bus, che l’autista ripara efficacemente. Arriviamo tardissimo, alle 21.30, anche il secondo Riad lo troviamo abbastanza bene, grazie alla cartina che mi ero stampata dal sito…E alla proprietaria che ci era venuta a cercare! Il Riad Diarna è molto più carino del primo, e la signora nella stanza che avevo scelto ci fa trovare candele accese e rose fresche in camera(così anche negli altri giorni). Una veloce doccia e andiamo a cena al ristornate Terrasse de L’Alhambra, dove ceniamo con una pizza non male sulla terrazza vista Jemaa El-Fna e una bibita (spesa a testa 8 euro).
Domenica 04 ottobre 2009 Oggi ce la prendiamo con calma! Facciamo un’abbondante colazione al nostro Riad, dove la signra Simone ci ha preparato 2 tipi di crepes, marmellate, arance con cannella, frutta e uova, e caffè e tè alla menta. Questo pomeriggio i nostri amici ripartiranno per l’Italia, quindi decidiamo di passare la giornata a zonzo per il souk, perdendoci mille volte…Alla fine però la strada si trova sempre, oppure ci si aiuta chiedendo la direzione ai proprietari dei negozi, che in cambio non chiedono spiccioli come i bimbi! Visitiamo anche la zona delle concerie a nord della medina, interessante ma non pensavo che la famosa puzza…Fosse così forte! Quando entrate in zona, sicuramente qualcuno vi inviterà a visitarla: sono tutte visite a pagamento, quindi è meglio non farsi remore e chiedere prima quanto costa; dove siamo andarti noi, il signore ci ha prima spiegato in 5 minuti le varie fasi di lavorazione, poi ci ha portato nella bottega dove erano esposti prodotti finiti, e volevamo prendere qualcosa per ringraziarlo, ma non c’era niente che ci ispirasse, quindi abbiamo ringraziato e mentre uscivamo ci ha chiesto i soldi della visita…20 euro per tutti e 4!!!! con una certa arroganza poi…Gli abbiamo offerto 5 euro in 4, e lui ha rifiutato: ce ne siamo andati dicendogli che ci doveva avvertire prima del prezzo, che così non era corretto in Marocco come in qualsiasi altra parte del mondo! E che diamine!!!! Per pranzo seguiamo il consiglio della nostra mini guida di Marrakesh Top 10 della Mondadori, che ci consiglia in zona piazza il ristorante Chez Chegrouni, ed in effetti il cosu cous vegetariano è molto buono e abbondante ad un prezzo davevro conveniente! Consigliato.
Alle 16.00 i nostri amici ci lasciano, e noi non paghi dei km che abbiamo già macinato, prendiamo la cartina e ci anticipiamo sulle visite culturali che sarebbero in programma il giorno dopo: Palazzo de Bahia e Dar Si Said Prima di cena facciamo un giro verso la Koutoubia e i suoi giardini; vediamo il minareto illuminarsi piano piano al tramonto. Ceniamo alla Pizzeria Venezia sulla terrazza con vista proprio sull’altissimo simbolo della città: prendiamo un piatto di spaghetti al pomodoro per me e un filetto di carne per mio marito, acqua e coca-cola per 300 Dhs, sono un prezzo che giudichiamo abbastanza onesto anche per la quantità delle porzioni e per il bel locale.
Lunedi 5 ottobre Oggi è la giornata dedicata alla visita culturale di Marrakesh. Visitiamo per primi il Jardin Majorelle, che deve il nome dall’artista francese Jacques Majorelle abitò dal 1919 a Marrakech come dimora. Fece costruire questa villa in stile liberty, il cui colore dominante era il blu intenso che ancora oggi viene chiamato “blu Majorelle”. Fu un gran collezionista di piante da tutto il mondo e che possono essere ammirate nel giardino ancora oggi , tra cui grandi piante di cactus, noci di cocco, banani, bambù, gelsomini e palme. Il giardino fu aperto al pubblico nel 1947.
Dopo la morte di Majorelle (1962), la villa fu acquistata dallo stilista Yves Saint-Laurent e Pierre Bergé che, dopo un restauro, la riaprirono al pubblico. Il giardino è un po’ distante dalla medina, quindi si può raggiungere tramite taxi oppure tramite i numerosi caleches che stanziano nel viale (puzzolente :-D) tra la piazza Jemaa El-Fna e la Koutubia. Noi abbiamo scelto questo secondo romantico modo, il prezzo per il tragitto di andata e ritorno (il vostro calesse vi aspetta fuori del giradino durante la visita) va dai 15 ai 20 euro (per calesse).
Dopo la visita dei giardini torniamo a nord verso il suk per la visita della Medersa Ben Youseff e il Museè di Marrakesh (biglietto combinato per entrambi 60 dhs). Molto belli entrambi, e riccamente decorati con stucchi, mosaici e intagli…Quanto tempo deve esserci voluto per farli! Prima di arrivare alla Medersa, ci fermiamo al Cafè Arabe, voglio andare a salutare una amica del forum, la simpatica Olimpia (alias Anna); infatti la trovo nella splendida terrazza del locale, e ci fermiamo un po’ a fare due chiacchiere sulla vita a Marrakesh. Il menu ci ispira proprio ( dopo giorni di cous cous e tajine) e anche il ristorante al piano terra è molto bello, ma non avendo fame rimandiamo alla cena.
Oggi per pranzo rimaniamo leggeri, spellunzichiamo gli ultimi crackers che ci eravamo portati dall’Italia. Il pomeriggio prosegue con la visita delle Tombe saadiane e il palazzo El Badi, che però non mi colpiscono come i palazzi vistati in precedenza. In particolare alle tombe, seppure belle come sito, c’era un po’ di folla di gruppi in visita, molto probabilmente l’orario che abbiamo scelto non era dei più felici in questo senso, meglio la mattina presto.
Iniziamo ad esser stanchi, ma alle 18.00 abbiamo l’appuntamento a les Bains de Marrakesh (che rimane proprio a 50 metri dalle tome saadiane), per farci il caratteristico hammam + gommage au savon noir; nonostante il marito fosse un po’ reticente su questa cosa, devo dire che si è ricreduto subito appena entrato nel centro: un’aria finalmente pulita e carica di dolci profumi, una rilassante musica di sottofondo e tende velate ovunque…Una vera oasi! veniamo accomodati negli spogliatoi separati per cambiarci (serve solo un cambio di intimo poiché viene tenuto per fare l’hammam e quindi si bagna) ci forniscono di ciabatte e accappatoio, e si offrono un tè alla menta sui lettini intorno alla piscina all’aperto. Dopodichè ci fanno accomodare nella stanza dell’hammam, dove veniamo coccolati per un’oretta! Davvero da non perdere, il costo del trattamento è poi bassissimo 150Dhs a testa, mentre per i massaggi si parte dai 350 dhs.
Come anticipato stasera per cena abbiamo deciso di andare al Cafè Arabe di Olimpia, non è distante dalla piazza, ormai siamo pratichi del suk, e in 10 minuti siamo a tavola. Ottima cena con piatti italiani (chiamteci nostalgici ;-)) e ottimo servizio! Abbiamo preso 1 bruschetta al pomodoro, 1 scamorza affumicata e lasagnette con verdure e formaggio, acqua, 290 dhs): consigliato assolutamente! Torniamo al nostro riad abbastanza presto, domani siamo di gita a Essaouira! Martedi 06 ottobre 2009 Finalmente oggi si torna a respirare aria di mare! Ci voleva davvero una pausa dallo smog di Marrakesh. Abbiamo organizzato il trasferimento ad Essaouira tramite l’agenzia turistica con cui lavora la proprietaria del nostro riad, non avendo voglia di andare a cercare il terminal bus della Supratours, per poi non sapere se al ritorno c’era posto (ma credo di si, non c’era moltissima gente in giro laggiù), quindi per 300 dhs a testa ci vengono a prendere alle 7.45.
Abbiamo un minibus da condividere con altre persone, ed il tragitto non è dei più tranquilli, vista la strada (diritta si, ma l’asflato non proprio perfetto) e dei cantieri. Ci fermiamo ad un bar per sgarnchire le gambe, e ad uno dei tanti laboratori-negozi dell’olio di argan disseminati lungo la strada. Ultimo stop per la foto, molto turistica, alle caprette sull’albero da dove possono mangiare i frutti di cui sono golose…Rimango perplessa sul fatto che ci salgano da sole veramente…
Arriviamo a destianzione che è passato mezzogiorno, l’autista ci avverte che la partenza è fissata per le 15.30, e solo dopo aver insisto un po’ la sposta alle 16.00. Il centro di Essaouria non è molto grande, facciamo una passegiata nelle stradine bianche con i portoni e le finestre azzurre, e il suk ci piace molto, più pulito e rodinato di quello di marrakesh. Arriviamo sui bastioni, da dove si vede la costa più a nord della città, con la bella scogliera su cui si infrangono le onde dell’oceano; questa cittadina ha la nomea di esser molto ventosa, in realtà la giornata è bella, c’è solo una fresca brezza. Torniamo verso il porto e diamo uno sguardo ai banchetti che espongono il pesce fresco: qui si può scegliere i vari prodotti, si fanno pesare per stabilirne il prezzo (si contratta) e pi vengono cotti sulla brace e serviti nei tavolini all’aperto. Ci facciamo conquistare dal primo banchetto, prendiamo un’orata di porzione, 6 gamberoni e quella che noi chiamiamo granceola (granchio gigante), un piatto di contorno e da bere per la cifra di 270 dhs. I banchetti dovrebbero applicare tutti lo steso prezzo al pescato, come da cartellone allinizio del vialetto; sono comunque molto svelti nel pesare i pesci e fare i calcoli, quindi conviene prendere poche varietà, altrimenti si rischia di dover pagare le sardine quanto le cicale di mare! Comuqnue il pesce è freschissimo, il servzio veloce e lo consiglio senz’altro! Non ancora sazia mi faccio tentare da un banchetto che fa le crepes alla nutella, molto buona! Gironzoliamo ancora un po’, ma l’orario di ripartenza è veloce ad arrivare. Stanchi ma soddisfatti di questa escursione torniamo a Marrakesh, dove arrivermo per le ore 20.00. Per cena avevamo detto alla Sig.Ra Simone del riad che avremmo cenato da lei, quindi ci fa trovare il cortile illuminato e la tavola ben apparecchiata con candele fiori freschi! Passiamo una piacevole serata cenando con lei e chiacchierando del più e del meno, spiegandoci anche le circostanze del suo trasferimento qui dalla Francia e della decisione di passare qui il resto della vita. Verso le 22.30 facciamo un giro nella piazza, saliamo sulla terrazza del locale di fronte alla distesa dei banchetti che continuano a cuocere le loro pietanze e beviamo uno degli ulimi tè alla menta di questa vacanza marocchina con questa bellissima vista e il rumore dei suonatori di strada come sottofondo. Marrakesh inizia a piacerci davvero…
Mercoledi 07 ottobre 2009 Stasera alle 18.05 abbiamo il volo che ci riporterà in Italia, quiandi Simone ci prenota il taxi per le ora 16.00. Abbiamo le ultime ore a Marrakesh e le abbiamo lasciate tutte per lo shopping nel suk! Dovevamo comprare giusto qualche regalino, siamo usciti con borse in pelle, un pouf, vasetti in tadelak, ciabatte, portachiavi, saponi…E per fortuna che abbiamo solo il bagaglio a mano! Alla fine però gli acquisti sono molto economici qui, quindi siamo soddisfatti di quello che abbiamo portato a casa (stiamo ancora spettando che il pouf e le borse perdano quel cattivo odore che là non avevamo sentito) Per pranzo torniamo al Cafè Arabe (1 cous cous e 1 tagliolino gamberetti e zucchine, acqua e 2 ottimi caffè 270dhs), dove salutiamo anche Anna.
All’aeroporto le nostre carte d’imbarco devono essere timbrate ai banchi chek-in, si deve riempire il modulo bianco di imbarco che si trova in diverse postazioni, e passare i solit controlli bagagli e passaporti (quest’ultima fila è sempre la più lenta); pensavamo fossero esagerate le due ore in anticipo consigliate da Simone, in realtà ci servono quasi tutte prima di arrivare al gate.
Il volo parte in orario e arriva 35 minuti prima del previsto a Pisa. Stanchi ma felici, salutiamo il Marocco. Chissà…