Da Londra alla Cornovaglia per un matrimonio

L’ estate scorsa la mia amica inglese Gemma mi ha avvisata tramite la chat di msn che durante l’ anno successivo si sarebbe sposata con Chris, il fidanzato che avevo conosciuto qualche anno prima ad un incontro del Leo Club International in Bretagna. Così, come annunciato, a gennaio cominciano a vedersi i primi preparativi. Il 25 aprile la...
Scritto da: Carini Luzzago
Partenza il: 22/04/2009
Ritorno il: 27/04/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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L’ estate scorsa la mia amica inglese Gemma mi ha avvisata tramite la chat di msn che durante l’ anno successivo si sarebbe sposata con Chris, il fidanzato che avevo conosciuto qualche anno prima ad un incontro del Leo Club International in Bretagna.

Così, come annunciato, a gennaio cominciano a vedersi i primi preparativi. Il 25 aprile la coppia formata da due dei miei amici più cari sarebbe arrivata all’ altare. Non potevo certo mancare.

Fu così che misi in croce il mio fidanzato Paolo, timoroso di volare, e lo convinsi ad accompagnarmi in questa avventura.

22 aprile 2009 Il volo parte dall’ aereoporto di Brescia (città dove abito) , Montichiari Gabriele D’ Annunzio, alle ore 15:05. Paolo arriva a Brescia nella prima mattinata e finiamo di sistemare i bagagli, siamo riusciti a fare stare tutto in un’ unico borsone, certo, regalo per gli sposi, mio cappello ed abiti da cerimonia esclusi… Mancano ancora tante ore, mi viene un’ idea: visto che lui è così preoccupato e che mia nonna di certo non lo aiuta continuando a prendergli le mani e dirgli: “ Mamma mia, ma dovete proprio prendere l’ aereo? Io ho paura. E se cade? Voi morite… e io cosa faccio poi? State qui con me, non partite!” decido di obbligarlo a salire in macchina e di portarlo a Sirmione, cittadina medioevale distante solo qualche km da casa mia. Passeggiando nel borgo e nuotando nelle piscine termali di Aquaria ( centro termale da sogno) di sicuro si rilasserà e non penserà più al peggio. Mi ero quasi dimenticata che Paolo non è un grande nuotatore e teme un po’ l’ acqua. Il suo dev’ essere proprio Amore se in una sola giornata è riuscito a superare due prove tanto pesanti! Le terme fanno il loro effetto, tanto che ci dispiace veramente lasciare quelle piscine meravigliose, ma Londra ci attende ed ormai abbiamo i minuti contati.

Corriamo a casa, prendiamo le valige e ci facciamo accompagnare in aeroporto. Negli occhi abbiamo ancora la vista del lago di Garda quando ci accorgiamo che stiamo sorvolando Hide Park, è meraviglioso vedere the Serpentine ( il laghetto del parco) dall’ alto! Arriviamo puntualissimi in aeroporto. Prendiamo la valigia e ci rechiamo al banco della Hertz per noleggiare la nostra auto. Ci dicono che con sole 12 sterline in più al giorno ci possono dare una nuovissima Fiat 500. Come resistere alla tentazione? Rinunciamo al navigatore, ma non a fare gli italiani! I primi momenti alla guida di un’ auto italiana con i comandi messi all’ inglese sono fra il goffo, l’ assurdo, il pericoloso e l’ esilarante, ma pian pianino Paolo riesce a prenderci la mano ed arriviamo a Londra sani e salvi! Il traffico è pazzesco ma ne vale la pena per poter passare sotto al parlamento, a Westminster Abbey e di lato a Buckingham Palace.

Arriviamo a casa di alcuni amici a Londra che abitano proprio sul lato destro della dimora regale. Passiamo finalmente un po’ di tempo con loro, doniamo un libro fotografico su Pavia, la città di Paolo e ci raccontiamo le ultime news.

La sera siamo distrutti, ci facciamo un panino a casa e siamo già a letto.

23 aprile Giornata dedicata alla scoperta di Londra. Lasciamo quindi la macchina sotto casa perché è impensabile muoversi in città con l’ automobile.

Cominciamo dalla S. Paul Cathedral in onore a Paolo. I giardini davanti alla cattedrale sono già nel pieno della fioritura… uno spettacolo che riempie di gioia. Oggi è San Giorgio, il patrono dell’ Inghilterra. Ci troviamo ad una Messa per l’ occasione celebrata da un prete donna. Sotto alla cattedrale ci sono le tombe di personaggi importanti come Lord Wellington, colui che sconfisse Napoleone. E cosa alquanto strana, ma a quanto pare comune in Inghilterra, sempre sotto terra le cattedrali offrono servizio di ristorante e caffetteria. Troviamo la cosa un po’ macabra così decidiamo di mangiare in un pub poco distante che ci pare carino e con prezzi accessibili. Vada per il fish and chips e per le sausages sul purè. Prima del pranzo però ci spostiamo un attimo con la metro ed in un batter d’ occhio arriviamo al Big Ben, dove abbiamo appuntamento per visitare il Parlamento e seguire una seduta della camera dei Commons. Il tutto verteva sui problemi dell’ ambiente e sulle nuove fonti di energia. Inutile dire che è stato interessantissimo! Tra l’ altro è stata anche una visita gratuita! Dopo pranzo riprendiamo la metro ed andiamo a vedere il British Museum. Uno dei tanti must per chi viene a Londra! Paolo continuava a dire che era un museo piccolo, ma dopo 5 ore passate li dentro posso assicurarvi che perfino lui ha avuto più di un attimo di crisi d’ identità.

C’è davvero di tutto: dagli ori di Taranto, ai coralli e cammei di Napoli, ai vetri di Murano, all’ antica arte greca e romana, ai sarcofagi egiziani, alle ceramiche cinesi, ai manoscritti giapponesi, alle sete coreane… alle “cinc cent mila” di Bossi e Paolo da bravo padano non fa altro che indicarle saltellando come un bambino preso dalla gioia e dallo stupore di vedere all’ estero qualcosa di casa sua.

Usciti ci hanno soccorsi due signori d’ origini indiane, probabilmente, che avevano un baracchino dove cuocevano hot- dog con la cipolla gratinata. Sono i migliori, provateli! Ci sono diversi punti come questo in città ( Hide Park, London eye, etc).

Metro di nuovo ed eccoci ad Oxford street, la strada dei negozi e della moda. Dopo diverse boutique inutile nascondere che i piedi fanno davvero male… così con pacchi e pacchetti prendiamo un double decker ( il bus a due piani) e finiamo di vedere la zona sul secondo piano del mezzo di trasporto. Do a Paolo il mio dono londinese: una cravatta con su appunto i double deckers, il cui ricavato andava in beneficenza, presa ad Oxford street mentre lui era fuori dal negozio per parlare al telefono con i familiari. Se la mette subito ed io mi sento così proud!  Arriviamo a Piccadilly Circus dove abbiamo appuntamento con un suo amico che ora lavora a Londra. Ci porta a fare un giro da Fortum and Mason, il più antico grande magazzino; è di un’ eleganza allucinante. Meravigliosi sono i cappellini, la carta da lettere e le varietà di te e marmellate… una parete intera… A cena mangiamo in un locale vicinissimo a S. James Palace, la residenza del Principe del Galles.

Torniamo a casa stanchi morti ma così felici per tutte le cose viste e fatte… Peccato che la felicità scompare quando notiamo una bella multa per aver parcheggiato in una zona solo per i residenti… la pagheremo domani mattina telefonando all’ ufficio e dando il numero della carta di credito.

24 aprile Sveglia all’ alba: bisogna uscire dalla città prima che si attivino le telecamere del centro città e ci arrivi un’ altra multa. Di fatti si può circolare in macchina nella capitale dalle 18 alle 6.

Dopo 4 ore che siamo al volante non siamo ancora riusciti ad uscire dalla capitale; è davvero enorme e noi siamo un po’ impediti; con il solo ausilio della cartina abbiamo qualche difficoltà a prendere la strada giusta.

Verso le 9 siamo già affamati così pur essendo ancora a Londra, decidiamo di fermarci in un locale che ha veramente un che di squallido, o meglio: lurido; ma la fame è troppa e pare essere l’ unico posto dove si possa mettere qualcosa sotto ai denti. Ci facciamo portare due British Breakfast comprendenti uova, pancetta, patatine fritte e spremuta d’ arancia. Tutto buonissimo e solo per 3 sterline a testa. A volte le apparenze ingannano.

Li troviamo un signore gentilissimo che ci scrive tutte le direzioni da prendere per raggiungere Tornpoint, la cittadina degli amici che si sposeranno domani.

Riprendiamo la macchina e cominciamo finalmente ed uscire dalla città, ecco i primi cartelli che ci risuonano familiari : “Wimbledon, Ascot…” ma noi, dobbiamo seguire la nostra strada e non ci dobbiamo far distrarre da mille fantasticherie! Il paesaggio è così rasserenante ed ogni tanto sul ciglio della strada ci sono dei banchetti dove i produttori locali vendono le loro fragole ( buonissime).

Verso ora di pranzo facendo una leggera deviazione arriviamo a Stonehenge. Ha un che di mistico ed incomprensibile questo luogo, ma senza farci troppe domande e dopo aver chiesto indicazione a qualche pecorella, continuiamo il nostro cammino fino a quando non vediamo un cartello che ci obbliga a fare un’ altra deviazione: Longleat House, proprietà del Conte di Bath. Chi resiste a non vedere questa tenuta citata su diversi opuscoletti della zona??? Una sola parola la descrive benissimo: enorme! Anche un po’ kitsch, ma davvero bella. I prati ed i boschi sono interminabili. All’ interno c’è un giardino bellissimo ed un lago con dei battelli che portano da una sponda all’ altra. C’è la possibilità di visitare anche lo zoo ed il parco giochi. Cerchiamo per delle ore quello che pare essere il labirinto più grande del mondo, ma la tenuta è talmente grossa che dopo diverse ore di ricerca decidiamo di lasciar perdere e di continuare per Plymouth.

Dopo poco però ci fermiamo e verso le 17 facciamo un pranzo-cena in un locale sulla nostra strada.

In serata arriviamo a Plymouth e qui scopriamo che per arrivare a Tornpoint ci sono due possibilità: o fare un ponte, o imbarcare la macchina su un ferry boat. All’ andata il passaggio è gratuito, al ritorno si paga 1 pound. Dopo aver fatto un giro per la cittadina prendiamo il ferry boat perché ci siamo già ritrovati vicino al molo. Dall’ altra parte ci attende la sposa con il padre ed un altro nostro amico Londinese.

Con tutte le varie tappe siamo arrivati a Tornpoint dopo quasi 12 ore… siamo a pezzi ma la voglia di scherzare e chiacchierare con gli amici è tanta. Arrivati a casa della sposa lasciamo i bagagli e facciamo un salto al pub in fondo alla via dove ci aspettano altri conoscenti per una birra e una partita a freccette.

Qui ci raggiunge lo sposo e dopo circa un’ oretta torniamo a casa dove facciamo le ore piccole sistemando le ultime cose per il matrimonio del giorno dopo e gonfiando i materassini sui quali tutti gli ospiti dormiranno per quella notte.

25 aprile Il grande giorno è arrivato. Alle 6 siamo già in piedi. Una doccia veloce e ripartono i preparativi. Il padre della sposa comincia ad addobbare la casa ed il giardino con palloncini e festoni vari che indicano che la sposa abita li. In più il campanello della porta canta “ here comes the bride”.

Facciamo colazione in cucina mentre la sorella di Gemma la comincia a truccare.

Mentre lei corre dal parrucchiere noi andiamo a casa dello sposo per le ultime cose e poi in Chiesa. Alla fine andiamo al locale dove ci sarà il pranzo, la cena ed il party di notte. Qui sistemiamo i festoni, mettiamo i posti a tavola e prepariamo il tavolo per i paggetti e le damigelle d’ onore riempiendolo di giochi e doni in modo tale che anche i più piccoli si possano divertire.

Ci cambiamo e corriamo in Chiesa per il matrimonio. Arriviamo giusto qualche minuto prima della sposa. Appena in tempo! La chiesa è magnifica, è la Maryfield Church. C’è un coro di una trentina di signore con una voce angelica ed i canti sono così dolci. Comincio a piangere come una fontana. Meno male che il cappello mi copre; pian pianino scopro che più di qualche signora sfrutta in questo modo il suo copricapo! Finita la bellissima e toccante cerimonia ci spostiamo nel giardino della chiesa per le foto di rito, ecco che di colpo scoppia uno dei classici temporali inglesi. Dura non più di 5 minuti, abbastanza però per averci inzuppati ed averci fatto scappare alle macchine.

Arriviamo così al Liscawn Inn. La strada per raggiungerlo è da sogno. La costa è così frastagliata, il vento è fortissimo e le onde si scaraventano contro gli scogli. Ogni tanto si vedono segni celtici e piccoli paesi composti da tre o quattro case, un pub e la chiesa col cimitero storico.

La vegetazione è di un verde smeraldo. Quanto vorrei vivere qui! Eccoci a pranzo. Il menù, tipicamente british con pudding, carne e verdure finisce poi con vari dolci, la torta nuziale, caffè o tè con latte accompagnati da un after eight.

L’ attenzione si sposta sul padre della sposa, sullo sposo e sul testimone dello sposo che come è usanza del posto prendono la parola per i discorsi dell’ occasione. Finito il pranzo cominciano i giochi: gara di freccette, di birra, di sciogli lingua, di forza per dimostrare che lo sposo è all’ altezza della sua donna.

Il tutto va avanti fino alla sera. Quando inaspettatamente gli invitati si triplicano ed i camerieri allestiscono un buffet quasi più ricco del pranzo. Si cena tutti insieme nella zona pub del locale e dopo ci si da ai balli più sfrenati fino a notte fonda.

26 aprile Dormiamo si e no cinque ore, ma riusciamo comunque a riposarci abbastanza.

Scendiamo a fare colazione alle 7 perché la strada per Londra è abbastanza lunga e troviamo gli sposi e gli altri invitati che hanno puntato la sveglia presto apposta per salutarci prima di partire. Eccoci tutti nella sala a fare una vera British Breakfast: uova, pancetta, salsicce, pomodori e fagioli al forno, pane tostato, burro, marmellata, tè e latte con cornflakes. Questo sarà il nostro pranzo! Pieni come delle botti, ci mettiamo tutti attorno al tavolo dei genitori degli sposi e guardiamo le foto del giorno prima. Che belle! È già arrivato il tempo di salutarsi, così saliamo in macchina ed un amico ci guida fino alla strada per il ferry boat. Solo che per seguirlo, ci dimentichiamo di andare a vedere il famoso faro di Plymouth… sarà per un’ altra volta. Dopo circa due ore di viaggio arriviamo in un punto dove sono ferme tantissime macchine. Molte persone stanno facendo del birdwatching, uno sport molto popolare qui. Ci fermiamo anche noi, ma dopo poco ci annoiamo e rimettiamo in modo la macchina.

Purtroppo sono talmente stanca che le prime ore di guida me le passo sognando i momenti passati insieme con la mia amica. Non mi sembrava vero esser riuscita a rivederla e tra l’ altro in un’ occasione tanto speciale! Verso ora di pranzo arriviamo a Bath, la cittadina dichiarata dall’ Unesco patrimonio dell’ umanità. Questa è una stazione termale costruita dai romani, in quella che oggi è la contea del Somerset. Parcheggiamo alle porte della città e facciamo una lunga passeggiata che ci porta alla scoperta del Circle, del Royal Crescent, delle terme, della cattedrale. In una stradina non troppo commerciale troviamo una sorta di panetteria/drogheria che ha i cornish pasty; li abbiamo assaggiati il giorno prima al matrimonio e ce ne siamo innamorati. Sono come dei calzoni a forma di luna con un lato ripieno di verdure e carne e nell’ altro del dolce. Strano ma delizioso, in più è un pasto completo! Ripresa la macchina arriviamo poi ad Oxford, cittadina universitaria nella contea dell’ Oxfordshire, conosciuta come la città dalle “ sognanti guglie” per l’ armonica architettura. Qui vediamo i vari collegi e le varie sedi universitarie, la Christ Church, la Radcliff Camera ( sala di lettura della biblioteca bodleiana), il ponte dei sospiri.

È già ora di cena, ma preferiamo arrivare a Londra non troppo tardi.

Finalmente verso le 21:00 siamo nella capitale. Facciamo un salto in Baker Street e dopo a Covent Garden nella disperata ricerca di un locale che ci offra ancora da mangiare e non solo da bere. Per gli inglesi difatti è alquanto tardi per cenare. Per fortuna troviamo un locale anche elegante ed alla moda che ci serve un filetto di salmone alla griglia con una salsa stranissima ma buona ed un hamburger di vitello del Kent, il tutto per 30 sterline.

Dopo cena vorremmo prender la macchina e vedere tante altre cose, ad esempio il Tower Bridge e la torre di Londra, ma la stanchezza è tanta ed i km che abbiamo percorso sono davvero molti, così torniamo a casa, facciamo una doccia e ci ficchiamo nel letto.

27 aprile Altra levataccia. I nostri amici londinesi ci hanno consigliato di partire molto presto perché dal centro di Londra per raggiungere in auto l’ aeroporto di Stansted potremmo rimanere imbottigliati nel traffico verso le 8, tra l’ altro: non è detto che non si sbagli la strada qualche volta. Così partiamo per le 6.

In realtà arriviamo prima del previsto; complice un tassista che stava accompagnando una cliente proprio al nostro terminal e che quindi ci fa da apripista.

Lasciata la mitica fiat 500 che tanto ha attirato l’ attenzione su questa coppia di italiani venuti dal Bel Paese per il matrimonio dei loro amici, facciamo l’ ultima colazione inglese. Peccato, ci stavamo abituando a mangiare così tanto di prima mattina ed a saltare il pranzo. Non si ha idea di quante energie si prendono, quante se ne riescono a bruciare durante la giornata e quante cose si riescono a fare senza dover perdere una o due ore per pranzare! Eccoci al check in. Io però ho avuto diversi problemi con la modalità check in online e così ho dovuto fare una fila interminabile ben 3 volte e pagare altre 20 sterline. Presa dalla stanchezza, dal fatto di essermi messa in fila diverse volte e dal fatto di non ricordarmi che avevo già tirato avanti di un’ ora il mio orologio da polso, guardando l’ orario mi allarmo tantissimo credendo di essere un’ ora in ritardo. Paolo confuso non riesce a mettere bene a fuoco il tutto e vedendomi correre e gridare: “perdiamo l’ aereo, perdiamo l’ aereo!!!” comincia anche lui la sua corsa contro il tempo. Arriviamo al gate e naturalmente non c’è nessuno. Manca ancora l’ annuncio sul tabellone. Chiedo sconvolta ad un pilota se il volo per Brescia è già partito. Questo signore con una calma ed un self control assolutamente britannico mi sorride e mi dice di calmarmi e di controllare l’ orologio perché mancava ancora un’ ora.

Per fortuna! Ci sediamo li vicino e ci addormentiamo. Ci svegliamo appena in tempo per l’ apertura del gate e per il nostro imbarco.

Nel viaggio di ritorno le turbolenze si fanno sentire parecchio ed il momento dell’ atterraggio viene ripetuto tre volte. Ci sono infatti delle forte raffiche di vento che fanno ribaltare l’ aereo e purtroppo sentire le proprie gambe penzoloni non è un’ esperienza tanto piacevole. Ci avvisano dell’ accaduto e riprendendo quota il pilota ci avverte che molto probabilmente saremo costretti ad atterrare all’ aereo porto di Bergamo se anche l’ ultimo tentativo non sarebbe dovuto andare a buon fine. Per fortuna dopo circa un quarto d’ ora questa volta l’ atterraggio riesce. Che ci sia lo zampino di mia nonna??? Anche questa volta il Regno Unito è stato per noi magico anche se sconvolgente!



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