Da Lisbona a Porto 15/22 maggio 2005

1° giorno domenica Partenza da Milano Malpensa (volo Portugalia Milano – Lisbona e Porto – Milano, prenotato in agenzia, €. 300,00 circa a testa), Atterrati a Lisbona in perfetto orario, troviamo facilmente un taxi, tra l’altro anche non troppo costoso (€. 7,50), che ci porta all’Hotel Ibis Saldanha, un po’ fuori dal centro, ma ben...
da lisbona a porto 15/22 maggio 2005
Partenza il: 15/05/2005
Ritorno il: 22/05/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
1° giorno domenica Partenza da Milano Malpensa (volo Portugalia Milano – Lisbona e Porto – Milano, prenotato in agenzia, €. 300,00 circa a testa), Atterrati a Lisbona in perfetto orario, troviamo facilmente un taxi, tra l’altro anche non troppo costoso (€. 7,50), che ci porta all’Hotel Ibis Saldanha, un po’ fuori dal centro, ma ben servito da una fermata della metropolitana a poche centinaia di metri. Camera pulita, ma molto “spartana” (€. 59 a notte la coppia + €. 5 la colazione, per me scarsa in quanto sprovvista di nutella, per la mia ragazza comunque dignitosa).

Partiamo immediatamente per Belem, zona vista solo dall’esterno perchè i monumenti e la torre chiudono alle 5 del pomeriggio, mentre il giorno successivo (lunedì) sono chiusi, e non avevamo altre possibilità di tornare da quelle parti. Facciamo anche una capatina al nuovo faro, opera d’ architettura contemporanea, che è a 2/3 km a nord della torre di Belem (c’è un po’ da camminare…).

All’ora del tramonto veloce giro per il Chiado e la Baixa e poi di ritorno a Saldanha dove prendiamo d’assalto un Mcdonald. In questo primo pomeriggio, le impressioni sono positive, a parte clima super mutevole: alternanza di sole intensissimo e brevi acquazzoni, vento che soffia a più non posso (abbigliamento a strati d’obbligo!). 2° giorno lunedì Dopo esserci muniti della tessera “7 colinas” (€. 3,50 per la giornaliera, permette l’uso di ogni mezzo pubblico, elevador ed eletrico compresi), inizia il nostro tour de force. Si parte con destinazione Parco Naçoes (metro linea oriente), a vedere l’edificio dell’Expo’98 di Siza e la nuova zona del parco, che si può ammirare anche da una mini seggiovia che costeggia l’oceano e la zona expo per un paio di km, con alle spalle la veduta del maestoso ponte Vasco de Gama. Pomeriggio al Chiado, la zona più turistica piena di negozi, bar, ristoranti. Saliamo sull’elevador di S. Justa, per accedere al Bairro Alto, ma l’accesso al Bairro da questo punto è chiuso per lavori, per cui ci “accontentiamo” dello splendido panorama della città offerto dal bar posto sopra l’elevador su una terrazzina in acciaio. Per accedere al Bairro Alto prendiamo quindi l’eletrico da Praça Don Pedro IV, che in tre minuti ci porta in questo quartiere, pieno di viuzze con bar rumorosi (soprattutto in tarda serata). Dopo aver visitato la zona seguendo il percorso suggerito dalla guida Mondadori (molto utile), facciamo un giro alla zona del parlamento, saliamo sul mitico tram 28 per un giretto panoramico … Da brividi per la guida “sportiva” dell’autista e per le discese e salite mozzafiato. Sul percorso due portoghesi non smentiscono la loro fama di … “portoghesi” e si appendono fuori dal tram per scroccare 1 km di passaggio…

Ritornati a Praça do Commercio si riparte per l’Alfama, l’antico quartiere arabo, arrampicato su un colle, forse da girare più di giorno che di notte. Da li parte la nostra ricerca di un ristorantino, di cui le viette strette e ripide sono piene, e con 14 € complessivi ci spariamo un “prato do dia” con antipasto, pesce, agua e caffè in un posticino discretamente pulito ed accogliente.

3° giorno martedì Ritiriamo finalmente la nostra Polo, prenotata all’Avis via internet (consigliamo di controllare la vicinanza dell’agenzia col vostro hotel, il nostro per fortuna era a 200mt dall’hotel, potete verificare sugli itinerari on line della guida michelin), €. 169 per 4 giorni, + altri 50€ per eliminare la franchigia di €. 1.000 sui danni, un po’ altina, spaventati anche dalla statistica che vede il Portogallo primo paese europeo per tasso d’incidenti, e la guida spericolata dei portoghesi ce lo conferma…

Partiamo quindi per Sintra, delizioso paese a 30 km da Lisbona, che si trova nella Sierra de Sintra. Da li inizia il nostro percorso (sempre by guida Mondadori), per le strette e ripidissime stradine acciottolate della sierra. Abbiamo evitato le visite ai vari castelli presenti in zona, preferendo, come prima tappa, il minuscolo convento “dos capuchos”, molto interessante e suggestivo, accompagnati da una guida (ingresso + guida €. 3,50 a testa, unico neo non parla italiano, ma con un misto di spagnolo e inglese ce la siamo cavata, e se abbiamo capito noi igno e rante…) che ci ha mostrato e spiegato la vita a dir poco castigata dei monaci francescani.

Dopo di che siamo ripartiti per la tappa d’obbligo di a Cabo da Roca, punto più a ovest d’Europa, con un paesaggio e delle scogliere incredibili, oltre a un vento allucinante! Ritornati a Sintra, “prato do dia” in un ristorantino di cui ovviamente non ricordiamo il nome (si trova a 50 mt dal centro nella stradina che porta ai castelli, si mangia giù in taverna); sopa + pesce spada + agua + caffè €. 12 a testa…

Dopo una passeggiata “digestiva” per le vie di Sintra, si ritorna a Lisbona, con giro serale per il Chiado e le vie più turistiche, letteralmente sommersi da offerte di “fumo” …

4° giorno mercoledì Addio Lisboa, si parte di buon ora verso Obidos (per le indicazioni ci siamo fatti via internet i tragitti con la guida Michelin, abbastanza precisa e consigliata, le strade sono comunque ben indicate, con alternanza tra strade a pagamento e non, ma è consigliato avere a disposizione una carta stradale).

In un’ora arriviamo in questo splendido paesino di case bianche, circondato dalle mura del castello. Dopo aver scattato foto su foto ed aver girato lungo le mura del castello (attenzione, senza parapetti, quindi vietato a chi soffre di vertigini…), si riparte a malincuore con destinazione Alcobaça, a vedere la cattedrale più grande del Portogallo (di mercoledì l’ingresso è gratuito), dove l’esterno sfarzoso contrasta con l’interno austero. Da non perdere la sala del camino! Il nostro tour de force prosegue verso Tomar, con velocissima tappa intermedia a Fatima (per doveri familiari…), dove visitiamo il castello e monastero dei Templari che domina la città. All’ingresso (€. 4,50) ci “aggreghiamo” ad una comitiva spagnola, così risparmiando i due biglietti (sta a voi “far parte” di una comitiva…). Stimolati dalla lettura del Codice da Vinci, giriamo in lungo e in largo il monastero alla ricerca di segni rivelatori…A parte gli scherzi il monastero/castello è bellissimo, ed è da vedere assolutamente (occhio che chiude alle 17:30!).

Dopo i Templari ci concediamo una mezzora di relax nel centro di Tomar, molto carino e poi si ri-riparte per Coimbra, un po’ una faticata, con 70 km di strade urbane (curve, salite, discese, semafori a più non posso). Sfiniti arriviamo a Coimbra e ci rifugiamo all’Ibis Hotel (trovato abbastanza facilmente, qui si paga un po’ di meno che all’Ibis di Lisbona) e dopo una doccia rigenerante, giretto in centro (a pochi passi dall’hotel) per mangiare qualcosa, ma constatiamo che alle 10 di sera c’è solo un bar aperto che ci prepara dei toast che azzanniamo con ferocia inaudita.

5° giorno giovedì Dopo una veloce visita al centro, all’antica zona universitaria di Coimbra (in particolare alla facoltà di legge con annesso panorama sulla città) e al nuovo polo universitario, si parte per Aveiro.

Cittadina che ricorda vagamente (ma molto vagamente!) Venezia per i suoi canali e ponti, nella quale riusciamo finalmente a concederci un pasto in tranquillità in un bar/ristorante (antipasto + sardinhas fritte con fagioli + triglia alla griglia con contorno + agua + caffè, totale per due persone … €. 14,25!!! Super consigliato!), di cui ovviamente non ricordiamo il nome (comunque si trova sulla via pedonale che porta alla chiesa, sulla sinistra a metà via più o meno…Speriamo basti come indicazione). 4 passi in centro per digerire l’enorme mangiata e poi pomeriggio in parte dedicato alla visita del campus universitario di Aveiro, consigliato agli appassionati di architettura contemporanea e immerso nelle caratteristiche saline del paese.

Dopo di che prendiamo l’autostrada A/1 direzione Oporto, ed arrivati qui inizia…L’inferno automobilistico (almeno per noi di provincia)! Dopo aver superato il suggestivo ponte Luis I, giriamo almeno 1 h tra le ripide vie di Oporto, letteralmente impestate di sensi unici, di tassisti indemoniati, causa l’elevato numero di cantieri che stanno ridisegnando la città (metropolitana quasi pronta, così dicono loro), e, ciliegina sulla torta, come in una candid camera, un’autista di bus di linea abbandona l’autobus in mezzo alla strada in una curva a gomito (larga max 3 metri) disperato perchè non riesce a girare! Dopo varie peripezie riusciamo finalmente a capire che il nostro hotel (grande hotel de porto, 60 € a notte colazione inclusa, però non sappiamo sinceramente se consigliarvelo, più che altro per l’ubicazione) si trova nell’unica via interamente pedonale della città…

Dopo aver parcheggiato nel sotterraneo dell’hotel, cena veloce in un centro commerciale posto sulla stessa via a poche centinaia di metri. Oporto ci da la prima impressione negativa del Portogallo, città super caotica, con barboni che girano anche per le vie più turistiche della città e locali che chiudono molto presto la sera.

6° giorno Nell’ultimo giorno di noleggio dell’auto, visita a due cittadine a nord di Oporto (Braga e Guimaraes).

La prima meta è Braga, raggiunta dopo qualche peripezia stradale (uscite autostradali mancate che ci portano ben 30 km oltre Braga…). La cittadina è molto carina, con le varie piazze appena risistemate, le chiese medioevali, i suoi negozi alla moda. Da non perdere i giardini di S. Barbara per le rituali foto con cui stressare gli amici al ritorno…

Dopo un paio d’ore in giro per Braga partiamo alla volta di Guimaraes, dove ci fermiamo a mangiare in quella che crediamo sia la piazza principale, un po’ delusi dal primo approccio con la città. Dopo un’abbondante mangiata, causata da un errore nelle ordinazioni (ce la caviamo anche qua con 14€ totali…), scopriamo, leggendo la fedele guida Mondadori nei soliti “4 passi digestivi post abbuffata”, che il centro da vedere era in una zona limitrofa, raggiunta la quale possiamo ammirare un delizioso centro medioevale, completamente pedonale (con chiesa ed annessa leggenda su un ulivo che potrete leggere una volta li). Ci dirigiamo poi verso il castello dove è nato il primo re del Portogallo, costituito da un nucleo centrale e attorniato da 8 torri, che sorge su caratteristici massi smussati presenti in gran parte del Portogallo. Bellissimo! Dopo essere tornati (sempre con estrema difficoltà…) al nostro albergo, cena (oddio cena, pizza hut…) a Villanova de Gaia, dall’altra parte del fiume, famosa per le sue cantine di porto, ed abbellita di recente da una passeggiata lungo cui vi sono dei ristoranti e varie sedute per ammirare il paesaggio (Oporto vista da “lontano” ha comunque il suo fascino). Cerchiamo invano una cantina aperta per il rituale assaggio di porto, ma il tentativo fallisce, bisogna ritornare il giorno dopo, poichè la cantine chiudono alle 6 del pomeriggio.

7° giorno Dopo aver restituito l’auto (miracolosamente senza danni), a piedi ci rechiamo alla cattedrale del Sè e da li scendiamo per delle scalinate molto ripide che ci portano direttamente al ponte Luis I, che attraversiamo a piedi per tornare a Villanova de Gaia, dove, dopo aver pranzato (…Pizza hut…) ripartiamo alla ricerca di una cantina per degustare il porto. Ci fermiamo alla Croft, i due vini che ci propongono (degustazione gratis, almeno per noi che abbiamo acquistato delle bottiglie) sono buoni ma “pesantucci” (20°…).

Ci incamminiamo con le gambe un po’ affaticate verso all’hotel, e per questo prendiamo la moderna funicolare (di fronte al ponte Luis I), che ci risparmia tanta fatica (però un po’ cara per due minuti di viaggio). Dopo una veloce tappa in albergo, presi da un insolita pazzia, decidiamo di andare a visitare a piedi il Parque della Cidade distante circa 9 km… (voi ovviamente prendete l’autobus!). Lungo la strada facciamo una tappa alla “casa della musica” (per gli appassionati di architettura contemporanea e non! palazzo dalla forma stranissima, ma molto affascinante), poi, con i piedi consumati, arriviamo finalmente al parco (bellissimo) nel quale ci stendiamo per il meritato risposo.

Al ritorno si opta ovviamente per l’autobus, preso però a metà percorso (altri 4 km abbondanti a piedi…), causa una manifestazione che coinvolge tutti i “bomberos” (pompieri) del Portogallo che sfilano ininterrottamente per un’ora, bloccando completamente la viabilità, per…Entrare nel guinnes dei primati! Nooooo!!! Tornati all’hotel la tristezza prende il sopravvento perchè ormai la vacanza è quasi terminata.

8° giorno Questa mattina dormiamo un paio d’ore in più, poi facciamo le valigie, una veloce passeggiata e pranzo al solito centro commerciale, poi un taxi (non carissimo, 20 €) ci porta all’aeroporto, e nel pomeriggio, si ritorna ahimè a Milano.

Anche se abbastanza massacrante dal punto di vista fisico, è stata per noi una vacanza splendida, consigliatissima, col senno di poi magari alcune tappe le avremmo organizzate diversamente, vedi tour de force del 4° giorno (eventualmente raggiungete Obidos la sera e passate la notte in quello splendido paesaggio, c’è una pousadas centralissima, magari è un po cara ma il posto merita). Sconsigliamo anche di sostare a Oporto finchè la metropolitana non è funzionante (molto presto, dicono…). Un altro consiglio che vi diamo è di consultare la guida michelin on line prima di partire, in modo da farvi i vostri itinerari, che per noi si sono rivelati molto utili. Per mangiare si trovano facilmente ristorantini che cucinano ottimo pesce a prezzi veramente stracciati. E di affidarsi ad una guida (tipo la Mondadori) che suggerisce gli itinerari da fare a piedi, un breve descrizione e gli orari di apertura dei palazzi che consiglia di vedere.

P.S.: se avete prenotato un’ aereo di linea con una delle due compagnie portoghesi (Tap air o Portugalia) e poi vi fanno partite l’altra, non spaventatevi! ufficialmente si chiama “code sharing”, in pratica da quel poco che abbiamo compreso sembra che nel caso non ci sono abbastanza passeggeri per riempire i due aerei, come nel è successo a noi, le due compagnie partono a turno con un unico volo che raggruppa i passeggeri di entrambe le compagnie.

Con la morte nel cuore per non essere ancora là, buon Portogallo a tutti! Massimiliano e Federica



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