Da Kuelap a Machu Picchu, le antiche civilta’
I giorno 3/02/08 Peru’ arriviamo… partenza da Savona ( Gio, Maura, Giulio e Germana ) alle 4.30 per l’ aeroporto di Genova , quindi decollo per Lima via Madrid cosi dopo ben 15 ore di volo alle 21 ora locale atterriamo nella capitale peruviana. I bagagli sono arrivati e ad attenderci c’ è, puntuale, il corrispondente del nostro tour operator. Il nostro albergo “ La Faraona” si trova nel quartiere di Miraflores a circa 18 km dall’ aeroporto e qui siamo accolti con un ottimo pisco souer di benvenuto. Poi , finalmente a letto ,per il meritato riposo. II giorno 4/02/2008 Nuotando con i leoni… Partenza dal porto di Callao per le isole San Lorenzo, Fronton e Palomino.Costeggiamo per prima l’ isola di San Lorenzo, la maggiore delle tre, poi Fronton, dove si trovava un carcere di massima sicurezza, e per ultima, Palomino, paradiso dei leoni marini. Dopo aver indossato le mute ci siamo immersi nelle gelide acque del Pacifico ed abbiamo nuotato tra questi grossi animali, cosi goffi sulla terra ma cosi agili in mare. Rientro per il pranzo a base di cheviche , un ottimo piatto a base di pesce crudo marinato nel lime. Poi una piacevole passeggiata per il quartiere di Miraflores fino al centro commerciale “Larco Mar” posto di fronte all’ oceano da cui si può ammirare uno splendido panorama. Veloce doccia in hotel e poi di corsa all’ aeroporto destinazione Truijllo dove abbiamo alloggiato presso l’ hotel “Los coquistadores”. III giorno 5/02/08 Una capitale di argilla … Visita alla huaca del Sol e della Luna. La prima non è visitabile mentre la seconda è un vero gioiello dell’ arte moche. All’ interno dei suoi 6 livelli sono rimaste incisioni e decorazioni con colori ancora molto vivi. L’ apoteosi è stata la facciata del tempio. Siamo rientrati a Truijllo dove abbiamo passeggiato per la Plaza de Major , cuore della città ,su cui si affacciano bellissimi palazzi in stile coloniale e la cattedrale barocca. Una volata in hotel per recuperare i bagagli e poi via verso Chan Chan, la capitale in argilla del regno Chimu’. Abbiamo visitato il complesso di Tschudi , un grande palazzo costruito per un unico imperatore con ben 3 cortili cerimoniali , stanze per rituali religiosi, l’ abitazione del signore, i magazzini, un grande lago che serviva da cisterna e , in fondo, la tomba dell’ imperatore stesso e della moglie. Molte sono le decorazioni con uccelli, pesci, lontre marine, altre a rombi a ricordo delle reti da pesca ( Chan Chan dista solo 2 km dal mare). Abbiamo quindi pranzato a Huanchaco, una ridente località balneare a pochi km da Truijllo, su una splendida terrazza di fronte all’ oceano. Il nostro viaggio è quindi proseguito per il sito archeologico di “el Brujo” ,in cui lo scorso anno è stata ritrovata la mummia della Signora di Cao: imperatrice che presentava sul proprio corpo diversi tatuaggi. Arrivati a Chiclajo, abbiamo alloggiato presso l’ hotel “Las Musas” . Dopo cena breve passeggiata nei pressi dell’ hotel: piazza e giardini sono adornati con statue di cariatidi e muse greche ( naturalmente fasulle) veramente brutte e fuori luogo IV giorno 6/02/08 Nel mezzo del bosco di Pomac : Batan Grande… Visita al museo di Sican . La tomba del signore di Sican, imperatore della dinastia di Lambayeque, è stata scoperta inviolata nel sito di Batan Grande.Splendide sono le maschere funerarie in oro massiccio! Abbiamo raggiunto quindi il bosco di Pomac, un’ area di circa 13400 ettari di terreno occupati da alberi di carrube.La prima sosta è presso l’ albero millenario usato ancora oggi dai curadores per le loro cerimonie.Siamo arrivati a Batan Grande ,area in cui sono ancora presenti più di 20 huacas e lì abbiamo letteralmente scalato la huaca dell’ oro (luogo in cui è stata trovata la tomba del Signore di Sican) . Arrivati sulla cima abbiamo goduto di una vista incomparabile della foresta sottostante e di tutte le huacas del sito..Prossima tappa Tucume.Nel museo sono esposte ceramiche e altri manufatti ritrovati nel sito e poi un’ altra faticosissima salita al mirador del Cippo del Purgatorio. Molte sono le piramidi del sito anche se nessuna è visitabile perché ancora in fase di restauro. Tornando a Chiclajo abbiamo fatto tappa al mercato delle erbe dove ci è stata mostrata una miriade di tipi di erbe che servono per curare ogni malattia. Bello e coloratissimo il mercato ortofrutticolo dove le merci sono esposte con grazia magistrale. Rientro in hotel per un riposino di ben 3 ore e poi cena in un elegante ristorante del centro. V giorno 7/02/08 Riusciranno i nostri eroi…… Visita alla huaca Rajada il sito in cui è stata trovata inviolata la tomba del Signor de Sipan. Le tombe sono state ricostruite cosi come sono apparse agli archeologi. Ci siamo fermati per acquistare un panino per il pranzo e quindi siamo partiti per Chachapoya.Dopo una lunga strada abbiamo cominciato ad avventurarci sulle Ande.Il tempo da soleggiato è divenuto nuvoloso poi ha cominciato a piovere fitto fitto e quindi ci siamo inoltrati nella nebbia. L’ asfalto ha lasciato il posto alla strada sterrata e, dopo code ed un avanzamento a rilento, ci siamo impantanati! Dopo improvvisati e vani tentativi di salvataggio che hanno contribuito unicamente a far sprofondare ulteriormente il mezzo nel fango, finalmente dopo’ piu’ di un ora e’ arrivato il pulmino con i soccorsi ..e la preoccupazione del momento ha lasciato spazio ad un emozione di piu’ da aggiungere al nostro diario di viaggio. Alle 22 abbiamo preso possesso delle nostre stanze presso l’ hotel “Casa Veja” di Chachapoya e di corsa a cena perché il ristorante stava chiudendo. Siamo a 2200 m. Di altitudine e qui le temperature si fanno più rigide. VI giorno 8/02/08 La strada e’ impervia, ma Kuelap vale il viaggio Partenza per la fortezza di Kuelap : il viaggio si snoda attraverso la campagna amazzonica prima costeggiando il fiume Utcubamba e poi cominciando a salire fino a 3000 m di altitudine percorrendo sempre una strada sterrata disseminata di buche e frane. Il pulmino ci ha lasciato ed abbiamo proseguito a piedi su per un sentiero di montagna per circa 1km e quindi sono apparse innanzi a noi le superbe mura di cinta della cittadella di Kuelap ,detta la Macchu Picchu del nord. Il sito è completamente immerso nella vegetazione lussureggiante ed è suddiviso in 2 livelli. I chachapoyas costruivano le loro abitazioni di forma circolare e ne sono rimasti resti di più di 200, 6 delle quali con la facciata decorata. Ridiscesi nella piazza dove ci attendeva il pulmino abbiamo consumato un frugale pranzo al sacco e poi abbiamo ripreso velocemente la strada del ritorno perché il tempo si faceva via via più minaccioso. Mentre eravamo in itinere ci ha sorpreso un violento temporale che ha provocato lo straripamento di un ruscello sulla strada che stavamo percorrendo. Siamo rimasti così fermi per quasi un’ ora finchè la strada non è stata sgomberata : il viaggio di ritorno si è concluso nel migliore dei modi. Nonostante la strada impervia e gli inconvenienti riscontrati lungo il tragitto possiamo certamente affermare che la fortezza di Kuelap ….vale il viaggio. VII giorno 9/02/08 I preziosi reperti della Tumba del Senor de Sipan Levataccia alle 4.00 e partenza da Chachapoya alle 5.00 per Lambayeque. La strada che abbiamo percorso all’ andata , per altro l’ unica esistente per raggiungere Chachapoya, è chiusa al traffico dalle 7.00 alle 19.00 causa lavori (speriamo che riescano ad asfaltarla!). Il viaggio è stato interminabile, prima sotto la pioggia ,poi appena ritornati sulla costa,sotto un sole cocente. Ore 13.30 arrivo a Lambayeque al museo della Tumba Real del Signor de Sipan .Il museo ,inaugurato nel 2002 ,ha la forma di una huaca moche,ed è suddiviso in 3 piani. Il primo comprende ceramiche ed attrezzi ritrovati in diversi siti mentre i 2 inferiori comprendono il corredo funerario del Signor de Sipan , di un sacerdote, e del vecchio Signor de Sipan (probabilmente il nonno del primo).Spettacolare è il quantitativo di gioielli in oro, argento e rame dorato ritrovato su queste mummie. Conclusasi la visita siamo rientrati in hotel a Chiclajo dove abbiamo potuto usufruire dell’ uso della stanza per una doccia prima di cena. Ore 19.45 partenza per l’aeroporto per prendere il volo che ci avrebbe ricondotto a Lima e il congedo dalla nostra impareggiabile guida Roberto e l’ autista Manuel. Atterraggio a Lima alle 23.30 e dopo il solito viaggio di mezz’ ora attraverso la metropoli siamo giunti sfiniti in hotel. VIII giorno 10/02/08 A meta’ del nostro viaggio ritemprarsi nella quiete di Santa Catalina Partenza dall’ aeroporto di Lima per Arequipa . Alle 12.30 ,dopo l’ incontro con Ortensia , la nostra guida, cominciamo subito il tour della città bianca. Prima tappa al Mirador di Yanahuara da dove si possono ammirare i 3 vulcani che circondano la città. El Misti, il Chachani e il Pichupichu..Malgrado la giornata fosse splendida la cima del Misti traspariva appena tra la nebbia. Dopo una breve tappa nell’ hotel “Casa Andina” abbiamo proseguito per la visita al Monastero di Santa Catalina. E’ una struttura sorprendentemente grande, una città nella città , con tanto di vie, piazze , gli alloggi ,talvolta molto lussuosi delle monache, vari chiostri, le cappelle , i lavatoi. Incredibile la mescolanza di colori che vanno dal rosso all’ arancio, dal bianco al blu e dalle mille sfumature delle miriadi di fiori, dove si respira una pace e tranquillita’ al di fuori di ogni tempo. . Usciti da lì ci siamo recati in plaza de Armas dove troneggia l’ imponente cattedrale dall’ interno piuttosto semplice perché ricostruito di recente dopo un terremoto. Il resto della piazza è contornato da bei palazzi in stile coloniale uno dei quali si pensa fosse la residenza di Pizarro.Su un lato della piazza si affaccia la chiesa de la Compania in stile barocco meticcio.All’interno , oltre a splendidi altari di legno dorato spicca la cappella di Sant’ Ignazio , decorato con motivi floreali molto vivaci. Belli anche i chiostri ormai sedi di negozi e locali. La nostra guida ci ha lasciato liberi di passeggiare ancora un po’ per le strade del centro e, non so per quale fortuna, abbiamo trovato aperta la cattedrale di Santa Catalina (solitamente solo aperta durante la funzione del mattino) : spettacolare l’ altare in argento massiccio! Cena a base di cuy , il porcellino d’ India, qui considerato il piatto delle feste. La cena è stata inoltre allietata da un gruppo che suonava musica andina IX giorno 11/02/08 Mai cosi’ vicini al cielo… Siamo partiti da Arequipa e ci siamo avviati verso Chivay . Il cielo è terso cosi abbiamo potuto ammirare le cime innevate dei vulcani El Misti e Chachani e poi abbiamo proseguito verso l’ area protetta più grande del paese “Aguada Blanca” una sorta di steppa di arbusti che si trova a più di 4000 m di altitudine.La salita è stata frammentata da numerose pause per rendere più sopportabile la salita in quota e per fotografare i numerosi greggi di vigogne,lama ed alpaca che vivono qui allo stato selvaggio. Sulla strada molti sono i mercatini dove si trovano manufatti in lana di alpaca e altri piccoli oggetti. Il culmine lo abbiamo raggiunto al Mirador de los Andes a 4910 m di altitudine e poi la strada ha preso a scendere verso la valle del Colca. Chivay è una piccola cittadina sede termale, solcata dal Colca. Arrivo in hotel “Pozo del Cielo” sotto un acquazzone che , per fortuna, cessa in fretta, così dopo un breve riposino ci siamo recati al mercato del paese.Qui tutte le donne indossano abiti tradizionali cosi belli e colorati e danno un tocco di eleganza anche ad un mercato ortofrutticolo.Ore 17 lo stabilimento termale ci accoglie in una grande piscina con acqua che arriva direttamente dalla sorgente ad una temperatura di 38° … una delizia!Rilassatissimi abbiamo fatto ritorno in hotel dove abbiamo cenato a lume di candela in un elegante salone davanti alle luci della città e poi subito a letto domani la sveglia sarà alle 5! X giorno 12/02/08 Il giorno del “ Condor”… Partenza dall’ hotel alle 6, mentre albeggiava, per la valle del Colca. Prima tappa Yanke, dove la popolazione, malgrado l’ ora, era già in fermento: alcuni vendevano oggetti di artigianato,altri si mettevano in posa con lama, falchi e altri uccelli per farsi fotografare, altri ancora intraprendevano una danza tipica. Bella la chiesa di San Francesco ora in restauro. Altre tappe sono state nei numerosi Mirador per ammirare le rocce scoscese che scendono giù verso il letto del fiume,i terrazzamenti di epoca preincaica ancora oggi tutti coltivati ed un panorama veramente mozzafiato. Giunti al Mirador del Condor il letto del fiume era nascosto da una fitta nebbia ed abbiamo dovuto attendere più di un’ ora per vedere il famoso volatile anche se molto da lontano. Sulla strada del ritorno abbiamo ancora fatto sosta nel villaggio di Maca.dove si trova una bella chiesa in stile barocco meticcio con grandiosi altari in legno dorato e un Sant’ Antonio vestito con abiti andini! Dopo aver salutato la nostra guida Ortensia abbiamo intrapreso la lunga strada verso Puno .Dopo circa 4 ore arrivo in hotel “Casa Andina” e , posate le valigie, siamo corsi in strada perché non volevamo perdere neppure un minuto della festa della Candelaria. All’ inizio abbiamo visto solo molte esibizioni di bande musicali ma verso le 21 molti gruppi folkloristici in abiti coloratissimi e sfarzosissimi si sono esibiti in danze scatenate .E’ stato uno spettacolo sensazionale! XI giorno 13/02/08: Navigando e galleggiando su isole e barche di canna … Un’ altra levataccia alle 5.45 e partenza alle 6.45 per il porto di Puno dove i siamo imbarcati su di un battello che , dopo 20 minuti ci ha condotto sulle isole galleggianti degli Uros.Queste isole sono grosse piattaforme fatte di canne di tortora e sulle quali si trovano capanne , fatte anch’ esse di canne di tortora, su cui vivono 7-8 famiglie, occupandosi di pesca e fabbricando oggetti di artigianato. Dopo i doverosi acquisti abbiamo navigato fino ad un’ altra isola su di una delle loro barche fatte di canne, in compagnia di due bambine Uros che ci hanno allietato con la loro simpatia ballando e cantando. Un’altra pellicola di viaggio che restera’ a lungo nei nostri cuori . Abbiamo ripreso la navigazione sul lago Titicaca , il lago più grande del mondo,fino a raggiungere l’ isola di Tequile. Appena sbarcati ci siamo inerpicati su di un ripido sentiero che ci ha condotto al punto più alto dell’ isola. E’ stata una faticaccia salire, respirare a 4000 m. È veramente problematico! Lassù siamo stati ripagati della fatica con un panorama veramente spettacolare ,abbiamo potuto anche scorgere la costa boliviana con la cordigliera reale innevata. Il pranzo è stato in un ristorantino modesto ma la zuppa di quinoa e la trota erano veramente superlative. La strada di ritorno verso il porto è stata sicuramente meno faticosa anche se abbiamo dovuto scendere una scala in pietra di oltre 500 scalini. Ci sono volute 3 ore per rientrare al porto di Puno e dopo una doccia alle 19 siamo usciti mentre i primi gruppi cominciavano a sfilare.Dopo la cena ci siamo fermati in plaza de Armas ed abbiamo assistito alle sfilata di non so quanti gruppi che è terminata solo verso le 23. XII giorno 14/02/08 : Una necropoli antica dove vive lo spirito… Mattinata libera a Puno. Un taxi ci ha portato fino a Chucuito dove si trova il tempio della fertilità. In questo piccolo tempio , animato da un gruppo di bambini che ci ha narrato in spagnolo la storia del tempio,le colonne sono sostituite da tanti piccoli falli , con uno grande al centro , alla cui base gli inca ponevano le offerte per poter avere figli o anche per avere un abbondante raccolto.Abbiamo quindi fatto un giro sulla piazza principale su cui si affaccia la bella chiesa di san Domenico. Da qui il panorama del lago è bellissimo con grandi lagune costiere dove pascolavano greggi di pecore. Ore 12 partenza per Sillustani , una necropoli sita su di una penisola protesa sul lago Umayo in cui si trovano numerose chullpas, tombe preicaiche a forma di gigantesche torri alte anche 10 m. E’ un luogo veramente mistico e viene usato tutt’ ora dagli stregoni per i loro rituali. Un veloce pranzo al sacco e partenza per Cuzco , dopo 5 ore la cena in un lussuosissimo ristorante del centro abbellito da una miriade di palloncini rossi… ci siamo anche dimenticati di San Valentino. Finalmente all’ hotel “Ruinas”, ma dormire è veramente un peccato essendo a soli due isolati da Plaza de Armas così abbiamo deciso di andare a fare due passi. La piazza è semplicemente magnifica illuminata da mille lampioni… ma la visita vera e propria è rinviata a domani. XIII giorno 15/02/08 : Nell’ombelico del mondo Inca Tour delle 4 rovine, cioè di ciò che rimane della parte incaica di Cuzco dopo la conquista spagnola. Prima tappa Puca Pucara, una fortezza usata come avamposto d’ avvistamento verso i cammini che conducevano alla valle sacra. Seconda tappa Tambomachay il passaggio segreto del re che percorreva per raggiungere la valle sacra.E’ detto anche il bagno del re perché c’ è una fontana dove il re si rinfrescava prima del suo rientro in città. Terza tappa Qenko il centro cerimoniale con una grande piazza circolare circondata da nicchie in cui venivano deposte le mummie degli imperatori durante le cerimonie ufficiali. Ci sono inoltre numerosi altari, una sorta di labirinto e una zona sotterranea dove si facevano sacrifici di lama e preparavano i morti per la sepoltura. Dopo una sosta ad un maglificio che produce maglie di lana di alpaca abbiamo proseguito per la fortezza di Sacsaywaman con le enormi mura che corrono a zigzag e simboleggiano i denti del puma. Ridiscesi in città abbiamo cominciato la visita alla Cattedrale entrando dalla cappella della Sacra Famiglia, luogo in cui il popolo assisteva alle funzioni. L’ interno, a 3 navate , con numerose cappelle laterali, ha ,al centro, uno spettacolare coro in legno di cedro e l’altare maggiore è costituito da 3 tonnellate di argento. Abbiamo proseguito verso il Koricanka , il tempio del sole , o ciò che ne rimane visto che gli spagnoli hanno tentato di cancellarne l’ esistenza costruendoci sopra il convento dei domenicani. Nella parte laterale del chiostro sono rimaste alcune stanze ben conservate le cui mura sono costruite con massi perfettamente squadrati e sovrapposte in modo assolutamente preciso che pare fossero ricoperte da lamine d’ oro. Probabilmente il tempio era ricchissimo di statue di idoli in oro massiccio completamente depredate dagli spagnoli. La chiesa costruita con le pietre recuperate con la distruzione del tempio è piuttosto deludente. Pranzo in un delizioso ristorante tipico e poi pomeriggio a disposizione.Innanzitutto ci siamo recati a San Blas, il quartiere degli artisti, dove non abbiamo trovato ciò che pensavamo: solo atelier di pittori moderni e qualche negozio di antiquariato di dubbio gusto. La cappella , di cui ci avevano tanto parlato è piuttosto spoglia fatta eccezione del pulpito in legno di cedro finemente cesellato, ma il biglietto d’ ingresso è veramente troppo caro! La seconda tappa è al museo Inka, se si pensa che Cuzco era definita dagli Inka ,l’ ombelico del mondo, è veramente poco quello che è rimasto di quella civiltà e disposto in modo approssimativo, dovrebbe ,sicuramente essere rivisto secondo i nuovi modelli. Compreso nel prezzo c’ era anche uno spettacolo di danze folkloristiche : brutti i costumi e noiose le danze… la classica trappola per turisti. XIV giorno 16/02/08: Le Saline Andine Partenza alle 8.30 per il villaggio di Chinchero sito 3800 m di altitudine di origine inka. Quasi tutte le abitazioni in adobe poggiano su fondamenta di pietra inka, perché risultano di gran lunga più resistenti ai fenomeni sismici. Salendo per le vie silenziose si respira una calma irreale fino a giungere nella piazza centrale : oggi plaza de Armas un tempo il centro cerimoniale inka, ancora contornato da mura di splendida fattura, con nicchie contenenti , secoli fa, idoli in oro. Sulla piazza si affaccia una splendida chiesa in adobe in puro stile coloniale, decorata con affreschi di scuola cuzquena . Un’ altro momento di shopping al mercatino allestito dalle donne del paese e poi proseguimento verso le saline di Maras. Questa è una profonda valle in cui sgorga una sorgente di acqua salata e, in cui sono scavate ben 3500 vasche di decantazione del sale che sgorgano poi nel fiume Urubamba. Suggestivo il biancore delle pareti e il fondo di alcune vasche mentre altre sono ancora piene d’ acqua. Al ritorno abbiamo percorso una strada sterrata che passa attraverso i villaggi, potendo , cosi, vedere i contadini al lavoro nei campi o al pascolo del bestiame. Rientro a Cuzco per esplorare la parte della città ancora sconosciuta. La prima visita è stata al convento della Merced . La chiesa è ricca di altari in legno ricoperti da lamine d’ oro, con un chiostro adornato di colonne finemente lavorate e con soffitti a cassettoni cesellati e in parte dipinti di azzurro. Al piano superiore una pinacoteca , con dipinti rappresentanti Madonne che indossano abiti indios e persino una pietà in cui Gesù e Maria hanno sembianze indio. Al piano terreno una sala capitolare, la cella di un frate e una sala piena di reliquie tra cui spicca un ostensorio in oro di 22 kg, tempestato di perle e brillanti. In questa chiesa abbiamo vissuto un momento di commozione assistendo ad un matrimonio. Proseguendo verso la zona sud della città abbiamo visitato la chiesa di San Francesco, quella di San Pietro , il mercato, la piazza del Regocijo. Al nostro rientro in hotel abbiamo trovato il nostro autista ad attenderci per condurci a cena al “ Mastro Antonio” , un locale tipico con animazione e un ottimo buffet. Stasera ci siamo concessi l’ unico lusso in Perù:una bottiglia di vino! Il ritorno è stato a piedi attraversando ancora una volta la maestosa Plaza de Armas. XV giorno 17/02/08 : Immersi nei colori del mercato di Pisac…preparandoci al Natale Partenza alla volta di Pisac dove abbiamo fatto la prima tappa al sito archeologico.Abbiamo percorso un sentiero irto tra terrazzamenti perfetti,tanto che vengono ancora oggi utilizzati per le coltivazioni, fino sulla vetta della montagna, luogo in cui si trova la zona sacra inca. La piazza centrale conta ben 3 altari dietro i quali spicca il tempio del sole, attorno ad esso molti templi minori e un’ abitazione del sacerdote costruita con massi non squadrati perché si differenziasse da quelle degli dei. Circa a metà declivio si trovava il villaggio e anche qui, le abitazioni sono costruite da massi non squadrati. Siamo quindi scesi in paese dove la domenica si tiene il mercato settimanale. Qui i contadini portano a vendere il loro raccolto e si possono trovare un’ innumerevole quantità di patate (in Perù ne esistono 3000 varietà) ,mais, frutta, ortaggi, carne e pesce. Molti i banchetti che cuociono il mais, preparano cibi, vendono la chicha (una sorta di birra di mais) , preparano spremute di arance. Abbiamo consumato un panino in un bar che aveva una terrazza prospiciente il mercato ed è stato bellissimo vedere quell’ andirivieni di persone che indossavano abiti tipici coloratissimi, acquistare ,contrattare, discutere. Su questo mercato abbiamo , anche, potuto acquistare ben 6 presepi, tutti con costumi differenti. Si prosegue per Ollantaytambo dove si trova un incredibile complesso di rovine definito La Fortezza. Nella parte bassa ci sono tutta una serie di costruzioni adibite all’ imbalsamazione e all’ inumazione dei cadaveri, quindi si comincia a salire su per una ripida scala fino a giungere in una zona fiancheggiata da granai e poi,via sul sentiero inca che ci ha condotto nella zona sacra. Le mura sono state fatte con massi veramente enormi, squadrati e sovrapposti in modo perfetto e resta ancora oggi un mistero di come siano riusciti a trasportarli così in alto con i pochi mezzi che possedevano. La città è stata distrutta dall’ ultimo imperatore inca, Manco Inca, per sfuggire a Pizzarro , mentre era ancora in costruzione , questo ci spiega massi ancora non collocati nei vari edifici. Siamo discesi per una ripida scalinata e ci siamo recati in hotel “Ollantaytambo Lodge” .Essendo ancora troppo presto per la cena abbiamo passeggiato per le strade del paese, che sono dritte fiancheggiate da case costruite su fondamenta inca.Passando dinnanzi ad un locale che suonava musica reggae a tutto volume ci siamo fermati per un pisco souer. L’ arredamento era veramente particolare: altalene al posto delle sedie, cuscini ovunque e … un palo per la discesa rapida. Gli uomini hanno deciso di provare questa nuova via d’ uscita ma al loro “atterraggio “ c’ erano le nostre guide che stavano bevendo una birra e che sono rimasti attoniti nel vedere i loro turisti cadere dall’ alto!E’ stato un momento davvero divertente! Dopo cena subito a nanna, domani sveglia all’ alba……e’ il giorno del Machu Picchu. XIV giorno 18/02/08: “….e percorrendo l’antico sentiero inca quando all’improvviso la selva si dirada e davanti ai tuoi occhi compaiono le rovine della citta’ sullo scenario maestoso delle montagne, capisci che l’opera dell’uomo e della natura hanno trovato il perfetto equilibrio e forse e’ qui che risiede l’anima del mondo….” Sveglia alle 5.30 , e partenza dalla stazione di Ollantaytambo alle 6.50 con il treno che ci condurrà al Machu Picchu.Il treno viaggia a circa 40 km l’ ora ed impiega circa un’ ora e mezza ,su di una ferrovia in discesa, ( il dislivello è circa 600 m.)per raggiungere la stazione di Agua Caliente. Arrivati al capolinea abbiamo fatto una corsa per raggiungere per primi il pullman che ci condurrà ai piedi della cittadella inca.Dopo una breve camminata tra la vegetazione uno spettacolo da togliere il fiato; la grandiosità del Machu Picchu! Abbiamo ripreso la strada per raggiungere il punto più alto, dove si trova la casa del guardiano. Da qui il panorama è stupefacente: sotto la vetta del Wayna Picchu si trova il pianoro dove è situata la città , i fianchi della montagna sono tagliati da un numero incredibile di terrazzamenti per le coltivazioni il tutto immerso in un verde brillante di un prato all’ inglese i cui giardinieri sono…i lama! Dopo aver scattato migliaia di foto abbiamo intrapreso la discesa verso la città percorrendo una scala i cui scalini sono scavati nella roccia.Oltrepassata la porta abbiamo potuto notare la diversità delle costruzioni che si trovano nella parte bassa della città rispetto a quelle che si trovano nella parte alta.: le prime sono state edificate con massi perfettamente squadrati mentre le seconde hanno massi squadrati sommariamente. Ciò ci dimostra che al tempo della conquista spagnola la città era ancora in costruzione e, volendo terminarla il prima possibile, rinunciarono alla perfezione delle loro costruzioni. Siamo giunti al tempio del sole, una costruzione che spicca tra le altre perché circolare, alla fonte sacra che forma una miriade di cascatelle, alla casa utilizzata dal re quando vi si recava in visita; abbiamo proseguito verso la piazza sacra con un grande altare sacrificale e , quindi siamo saliti sulla sommità della collina dove si trova l’ Intihatana, una roccia che fungeva da orologio astronomico- agronometro e utilizzato per lo studio delle stelle. Ridiscesi siamo arrivati alla Roccia Sacra che ha una forma a losanga straordinariamente somigliante alla montagna che sta alle spalle e, pare, che per gli inca, questo fosse un dono della Pacha Mama, la madre terra.Proseguendo abbiamo raggiunto una costruzione molto grande che, probabilmente era un filatoio: gli inca , infatti, erano ottimi tessitori apprezzati anche dagli spagnoli. Abbiamo visitato la scuola dove , ai ragazzi insegnavano precetti religiosi in cui si trova un’ aula senza finestre , ben riparata , perché si usava la notte per studiare le stelle e per ultimo il tempio del condor. A questo punto le preziose spiegazioni di Luis sono finite ma il tempo a nostra disposizione no . Dopo poche gocce di pioggia è tornato il sole e noi abbiamo passeggiato lentamente , fermandoci di tanto in tanto per fissare nella nostra memoria questa meraviglia che ci porteremo a lungo negli occhi e nei cuori. Alle 15.30 abbiamo salutato il Machu Picchu ed intrapreso la via del ritorno. Ad attenderci alla stazione di Olliantaytambo il nostro autista Franco che ci ha riportato a Cuzco attraversando la valle sacra sotto una violenta grandinata. A Cuzco abbiamo cenato in plaza de Armas, sempre bellissima, con una coppia di Alassio conosciuta nella valle del Colca.. Poi l’’ennesimo rifacimento della valigia che comincia ad essere problematico vista la difficolta’ a far “quadrare” il peso di tutti i nostri acquisti. XV giorno 19/02/08 Tra i quartieri coloniali della capitale … Sveglia alle ore 5.30 e decollo per Lima alle 8.00. Dopo un volo di circa 50 minuti abbiamo intrapreso il tour del centro storico della capitale.Prima tappa è il museo archeologico che conta una vasta collezione di reperti preicaici ed incaici, notevoli i tessuti trovati nella zona di Paracas .Il cuore della città è Plaza de Armas , un luogo enorme, con al centro una fontana in bronzo unico elemento di stile coloniale. Sulla piazza si affacciano la cattedrale, il palazzo del governo, il vescovado e tutta una serie di palazzi pubblici adornati da splendidi balconi in legno. Abbiamo percorso le strade del centro ammirando l’ architettura coloniale fino a giungere alla chiesa di San Francesco. La facciata, tolto il portale principale, non è eccezionale, mentre bello è il chiostro decorato con azulejos. Si scende, quindi nelle catacombe, dove, anticamente, venivano seppelliti i morti di tutta la città, infatti vi si trovano più 25000 scheletri .Al piano superiore abbiamo visitato la biblioteca con migliaia di tomi antichi e con abbaini per illuminare i tavoli di studio, al centro anche due leggiadre scale a chiocciola. Non è stato possibile visitare la chiesa perché non era orario. Abbiamo consumato il pranzo in un ristorante tipico peruviano dove abbiamo gustato del pesce veramente eccezionale con porzioni pantagrueliche spendendo circa 5 euro a testa ! Abbiamo attraversato la caoticissima Lima, la cui periferia è veramente povera! Il pesaggio è vario, si passa da un deserto sabbioso, a zone fittamente coltivate, a grandi spiagge antistanti l’ oceano , quasi deserte. E’ straziante vedere che molte persone, in questa parte del Perù , vivono in capanne di canne intrecciate, alcune delle quali anche senza tetto, non hanno acqua ( viene portata loro da una cisterna un paio di volte la settimana a prezzi veramente assurdi) , né luce elettrica,e devono spostarsi per diversi chilometri per recarsi al lavoro. Siamo giunti a sera a Paracas ed abbiamo preso possesso delle nostre stanze all’ hotel “ Mirador de Paracas “ piuttosto vecchiotto ma con una bella piscina. Abbiamo fatto una passeggiata nel centro del paese, che è veramente un piccolo nugolo di case in parte devastate dal terremoto che ha colpito questa zona nella scorsa estate. Dopo le ultime due chiacchiere al bordo della piscina ci siamo ritirati nelle nostre stanze. XVI giorno 20/02/08 Un candelabro sul mare… Partenza alle 8.00 dal molo di Paracas per le isole Ballestas. Prima sosta dinnanzi al Candelabro : una scultura su di un muro d’ argilla alta 177 m.e larga 54 dalla forma di cactus. Quale sia la sua funzione è ancora ignota ,così chi lo abbia scolpito; varie sono le ipotesi, non ultima quella di un segno lasciato da extraterrestri. Abbiamo ripreso la navigazione verso le isole Ballestas, che non sono altro che grandi formazioni rocciose prive di vegetazione ma fittamente popolate da pinguini, pellicani, cormorani, gabbiani leoni marini e altre varietà di uccelli.Queste isole vengono definite anche isole del guano perché ogni 4/5 anni vengono ripulite da quest’ ultimo per utilizzarlo come fertilizzante. Terminata la crociera ci siamo recati nella riserva naturale di Paracas. Qui il paesaggio è sensazionale: una zona desertica dai colori che vanno dal giallo,all’ ocra, al rosa, al grigio, contrastando il blu del cielo e dell’ oceano che si infrange su grandi spiagge deserte. Abbiamo visto ciò che rimane della Cattedrale dopo il terremoto dello scorso anno; questa non era che un arco di roccia proteso nell’ oceano che purtroppo è in parte crollato .Abbiamo proseguito verso una baia più riparata “La Lagunilla” dove siamo saliti su di un promontorio da cui si gode uno stupendo panorama della riserva. Malgrado l’ acqua fosse veramente fredda non abbiamo potuto rinunciare ad un tuffo nell’ oceano. Abbiamo consumato il pranzo in un grazioso ristorantino sulla spiaggia che ci ha servito capesante alla parmesana e pesce alla griglia veramente ottime ma… il conto è stato piuttosto salato! Ci siamo rimessi in marcia verso l’oasi di Huacacina, una vera oasi con un piccolo lago al centro nel deserto sabbioso, dove i peruviani vanno a fare i bagni nelle giornate calde. Abbiamo passeggiato tutto attorno al lago dove bambini sguazzavano in quelle acque ferme veramente poco invitanti. Anche tutte i locali sorti attorno al lago hanno tolto la magia che il luogo poteva avere.La strada che porta a Nazca si snoda quasi interamente attraverso il deserto e , prima di entrare in città, abbiamo visitato un laboratorio di ceramica che lavora ancora seguendo il metodo della cultura nazca. Siamo arrivati in hotel “Paradones Inn”, carino ma… senza ascensore!( Povero il facchino che ha dovuto trasportare la nostra valigia!) .Dopo la doccia siamo andati a fare 4 passi: Nazca è veramente una brutta città: sporca, con case abitate ma ancora in costruzione, con pochi negozi, con una piazza centrale squallida e nessun turista in giro. Alle 20.30 sono venuti a prenderci per accompagnarci a cena in un elegante ristorante con una bella terrazza sulla via principale ma il passaggio era piuttosto scarso. Nonostante ciò la cena era ottima ed abbiamo fatto una scorpacciata di gamberoni memorabile.Siamo rientrati a piedi in hotel per trascorrere l’ ultima notte in Perù. XVII giorno 21/02/08 Le ultime emozioni prima del ritorno….. Colazione in terrazza anche se il panorama non è affatto ameno. Alle 9.00 ci siamo imbarcati su un piccolo Cessna a 5 posti per sorvolare l’ altopiano dove si trovano le enigmatiche linee di Nazca. La prima figura che abbiamo sorvolato è la.. Balena difficile da individuare perché il terreno è solcato da una miriade di linee . Ma dopo aver preso le dovute misure con il terreno sottostante e le evoluzioni del piccolo aeroplano siamo riusciti con facilità ad individuare le altre figure come il ragno,il colibrì, la scimmia, l’ astronauta, il condor, il pellicano, il pappagallo, l’ albero, le mani ecc.L’ atterraggio è avvenuto dopo 40 minuti e via verso Lima, con una marcia di oltre 4 ore senza soste, con un caldo soffocante , in un paesaggio brullo e poco vario , in una delle zone più povere del paese. Una brevissima pausa per il pranzo e poi abbiamo ripreso la corsa verso Lima ma la nostra guida aveva veramente paura di farci perdere l’ aereo così non abbiamo potuto fare neppure una breve sosta a Pisco, una zona di grande produzione vinicola e del celebre liquore. Arriviamo in aeroporto con ben 4 ore di anticipo e , per fortuna, siamo riusciti a fare il Check-in subito cosi non abbiamo dovuto vagare per l’ aeroporto con i bagagli. Ci siamo spogliati degli abiti estivi ed abbiamo indossato quelli invernali in previsione del freddo che ci attenderà in Italia e , quindi, ci siamo consolati con l’ ultimo gelato di lucuma alla gelateria dell’ aeroporto ma era veramente immangiabile! Ore 20.55 il decollo per Madrid dove siamo arrivati dopo 11 ore di volo.Una interminabile sosta di 5 ore in aeroporto e poi altre due ore di volo verso Genova. Peccato solo che la nostra valigia non e’ stata imbarcata ed e’ rimasta a Madrid : l’ unica nota stonata di un viaggio veramente perfetto. CONCLUSIONI: è stato un viaggio veramente fantastico… il sogno di una vita!Abbiamo vissuto intensamente questi 18 giorni e malgrado tutto non ci siamo mai sentiti stanchi.Il paesaggio è bellissimo e molto vario. Siamo passati dalle grandi spiagge sull’ oceano, al verde e alle pareti scoscese delle Ande,alle vette innevate di ghiacciai e vulcani,ai baratri dei canyon, alla flora lussureggiante dell’ Amazzonia, agli altopiani brulli e freddi popolati da vigogne e alpaca, al deserto. E poi la gente così colorata nei loro abiti con il viso segnato dal sole e dalla fatica; tanti bambini, costretti a lavorare già da piccoli facendo i lustrascarpe, i pastori, o vendendo piccoli oggetti d’ artigianato sui mercatini e basta una caramella per farli sorridere.Spesso le loro condizioni di vita sono così dure, specialmente sulle Ande, dove i terreni da coltivare hanno pendenze veramente impressionanti e ad altitudini tali in cui si respira a fatica solo ad affrettare un po’ il passo. Tanta miseria contrasta poi con lo sfarzo ostentato nelle feste popolari in cui si sfoggiano costumi ricchissimi, per indossare i quali la gente del posto è disposta a fare sacrifici per un anno intero.. Un doveroso grazie va alla Perù Paradise Travel e a Michele Mosca che ci hanno organizzato il viaggio fin nei minimi particolari : gli hotel ed i ristoranti si sono rivelati sempre di buon livello mentre il programma è stato rispettato alla lettera. Un grazie particolare va anche ai nostri accompagnatori, autisti e guide, veramente preparati e competenti.. Roberto e Manuel, Marvin e Giusy, Ortensia, Ernesto e soprattutto a Luis e Franco. Il Perù rimarrà sempre nei nostri cuori.