Da Grado a Smartno in bici
Continua il bike tour di Chiara in FVG
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Lasciare “l’Isola del Sole” non è facile (non perché la ciclabile non si trova… anzi! Ma la spiaggia è invitante e il sole finalmente ha preso coraggio.) Ma noi rimontiamo in sella: nella seconda giornata di tour ci aspettano 56 chilometri, e non tutti pianeggianti. Quindi, passato il lungo ponte da cui la vista sulla laguna è splendida, imbocchiamo la ciclabile Fvg1 Grado – Palmanova: prima tappa della giornata, Aquileia. In un’area archeologica di eccezionale importanza, considerata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, basta deviare di pochi metri e la Basilica di Santa Maria Assunta ci aspetta, con i suoi famosi mosaici paleocristiani (IV sec.) che costituiscono un tassello fondamentale nella storia dell’arte italiana. Passate Terzo d’Aquileia e Cervignano del Friuli, la tappa a sorpresa è Strassoldo: con i suoi due castelli, Strassoldo di Sopra e di Sotto, è un raro esempio di antico borgo medievale, piccolissimo ma estremamente ben conservato e ricco d’atmosfera. Vien voglia di far finta di essere una principessa e fermarsi qui, almeno una notte… le stanze per gli ospiti ci sono e non hanno nemmeno prezzi inaccessibili! Ma la nostra meta è ancora lontana e ripartiamo, di nuovo sulla ciclabile Alpe Adria, questa volta fino a Palmanova: varcate le Porte Monumentali della “città stellata” – così chiamata per la sua pianta poligonale a stella con 9 punte – ci fermiamo a fare un rebechin, pranzetto veloce, in Piazza Grande che sembra quasi troppo vasta per la cittadella che la circonda, mentre i turisti fotografano il Duomo. Di nuovo on the road e sulla strada, nella località di Medeuzza, mi devo fermare per fotografare uno dei tanti gioielli quasi sconosciuti della nostra regione: una bella chiesetta che sembra fatta di biscotto! Poi in sella, verso la prossima ciclabile: passata Villanova imbocchiamo la nuova ciclopedonale Versa – Judrio e già si vede Cormons all’orizzonte, lassù, sulla collina… Ancora qualche pedalata e raggiungiamo il nostro atteso pit-stop: il Bikeways Point di Cormons dove possiamo lasciare le city bike noleggiate al Point di Trieste, per scambiarle con delle MTB, più adatte alle colline che ci attendono. Sempre elettriche… che pensavate?! Da qui, Andrea – uno dei due ragazzi che gestiscono il noleggio presso il Greenpoint.go, ci accompagna verso il castello di Spessa che fa spettacolo, adagiato com’è su un verdissimo campo da golf. Ci racconta dei vini pregiati: le cantine di invecchiamento, scavate proprio sotto il castello, sono le più antiche del Collio e si sviluppano sue due livelli. ll più antico risale al periodo medievale (una volta utilizzato per la produzione del vino, oggi viene usato come barricaia); il secondo è un vecchio bunker militare del 1939, scoperto durante i lavori di ristrutturazione. Grazie alla temperatura costante di 14° funge da cantina di affinamento per i prestigiosi rossi Cru del Castello, oltre che per la celebrata Grappa Riserva Conte Ludovico, invecchiata più di 20 anni. Ma noi decliniamo l’invito all’assaggio: il sole picchia, la salita ci aspetta e il bicchiere di vino lo degusteremo una volta parcheggiate le biciclette! Entriamo in territorio sloveno: “Zivijo!” ci salutano da quel che un tempo fu il confine, ora utilizzato dagli allegri paesani come sosta pic-nic! Ricambiamo, e iniziamo la salita verso un altro castello-fortezza, quello di Dobrovo, eretto nel 1600 sopra i resti del precedente medioevale. Anche qui ci tenta una cantina, quella cooperativa di Goriška Brda. Ma la luce è meravigliosa, la voglia di pedalare non si è esaurita e…nemmeno la batteria delle e-bike: così approfittiamo e andiamo ancora più su, togliendoci lo sfizio di raggiungere il borgo di Šmartno, incastonato nelle sue mura e ridipinto tutto di bianco. Il poeta sloveno Gradnik lo paragona al nido d’ aquila, da dove lo sguardo può abbracciare tutta la zona: dal monte Nanos alle Alpi Carniche e la Pianura Friulana fino al mare Adriatico. Luogo perfetto dove fermarsi. Finalmente il bicchiere di vino ci aspetta ed è quello offerto dalla nipote di Marica: un bianco fresco, il Belica. Vien voglia di fermarsi qui, a Casa Marica, che prende il nome dalla nonna, ricordata con affetto perché viziava i bambini con la sua cucina, semplice ma gustosa. Questa sera, tagliere di salumi locali e frittata alle erbe. Sua nipote, ha viziato anche noi!