Da Città del Messico a Puerto Escondido, passando
Il costo totale della vacanza, compreso di 8 + 2 voli aerei x arrivare a Roma, alberghi, ristoranti, trasferimenti e regali, è stato di circa 2.300,00 euro a testa.
Itinerario : 02/01/2009 Roma/Città del Messico (via Madrid) – San Cristobal – Palenque – Oaxaca – Puerto Escondido – Città del Messico/Roma (via Londra) 23/01/2009 Siamo partiti con il volo Iberia, da Roma, via Madrid, e abbiamo avuto forse l’unico “inghippo” della vacanza, dato che abbiamo beccato lo sciopero “bianco” dei dipendenti Iberia, che ci ha ritardato la partenza per Madrid, con conseguenza di perdere la coincidenza per Città del Messico, e relativo ritardo di 12 ore (dovevamo partire all’1 di notte, siamo partiti alle 12.30 del giorno dopo!) Malgrado la disavventura e la relativa stanchezza, siamo arrivati a Città del Messico alle 18.00, convinti peraltro di non trovare i bagagli vista la situazione ma, per nostra incredibile fortuna, i nostri c’erano… Sapevamo di non doverci fidare dei taxi che avremmo trovato per strada, e ci siamo diretti subito alla ricerca, oltre che di un bancomat, dei taxi con lo stemma dell’aereo, per fare il biglietto subito… Ma bastava andare all’uscita dei taxi e ci sono tutti gli uffici che li vendono, ma ormai era fatta (200 pesos, perché abbiamo scelto un SUV; senza saperlo, altrimenti era 130/150))! Avevamo prenotato via internet un hotel di cui parlavano bene un po’ tutti, Hotel Catedral, e le referenze si sono rivelate esatte… L’albergo è tipo un Holiday Inn, con camere però spaziose, un grande e ottimo bagno, abbastanza pulito e con personale gentilissimo e, soprattutto economicissimo, circa 35 euro a notte, esclusa la colazione, che potete comunque fare in hotel, pagando a parte, se vi và ( è veramente buona…); La cosa ovviamente migliore è la sua posizione, praticamente dietro la cattedrale, per cui in pieno Zocalo, con la possibilità di spostarsi a piedi nella zona di Placa de la Costitution e da lì, per le vie che la intersecano, partire alla scoperta dei vari quartieri… Il primo giorno, causa fuso orario, ci siamo svegliati piuttosto presto, per cui siamo partiti alla volta del Paseo de la Reforma e della zona Rosa che doveva essere il cuore della città ma, forse perché era domenica, ci siamo trovati di fronte solo un lungo viale alberato, bello ma niente di più… la passeggiata, piuttosto lunga, in Avenida Juarez ci ha però permesso di vedere il museo delle Belle Arti, con i murales di Rivera e alcuni quadri di Frida Kalo; al ritorno passiamo da Placa Garibaldi, zona dei mariachi, dove ci sono tantissimi ristoranti e locali attivi la sera, e un grandissimo mercato di giorno, ma ci sembra una zona piuttosto trasandata e non torneremo… Proseguendo per tornare indietro, passiamo per p.Zza San Francisco e la bellissima p.Zza Santo Domingo, già vicinissima alla cattedrale, caratterizzata dal bel porticato che ricorda un po’ Merida, nello Yucatan, con tantissimi banchetti di piccole “tipografie” e vecchie macchine da scrivere, dove si recavano anni addietro a farsi scrivere le lettere i Mexicani; dopo una doccia in hotel, decidiamo di seguire i consigli della Lonely, e andiamo a cena al Majestic, un hotel della piazza, con ristorante in terrazza, da dove si ha davvero uno spettacolo unico della Cattedrale e della piazza di notte, dall’alto…La pista di ghiaccio, montata per le festività natalizie, spezza la dimensione reale, ma non ne nasconde la vastità… la vista è eccellente, la cena un po’ meno, a meno che a qualcuno non piaccia rovinare il pesce con salse di tutti i generi e formaggi… il costo però è davvero basso, 370 pesos in due (circa 19,00 euro) Dopo una bella dormita, già il giorno dopo partiamo per Teotihacan ! Uno dei siti Maya che mi è piaciuto di più… e oltre alla bellezza del sito, anche raggiungerlo è stato piacevole! Ci siamo avventurati nella fatidica “metropolitana” tanto temuta e bistrattata.
Beh, la gente che la frequenta è tanta, bisogna stare attenti a borse e zaini, come in tutti i posti affollati del mondo, ma è stato un “viaggio”, come tutti gli altri che faremo, tranquillo, piacevole e veloce; ci siamo anche sentiti il “lettore di sermoni”, per giunta con una voce baritonale fantastica, degna di un attore di teatro… Con tre cambi di linea raggiungiamo il terminal Norte; è facilissimo trovare il banco per fare il biglietto e, per circa 4 euro, ci ritroviamo su un autobus un po’ scalcagnato, ma anche a contatto con la gente del posto che usa quotidianamente lo stesso mezzo.
Durante il tragitto, oltre ai normali passeggeri, salgono tutta una serie di personaggi, dal venditore di libri da cucina, al musicista cantante, ai venditori di caramelle e dolci, piuttosto che di bevande; l’ora di viaggio passa veramente velocissima! Arriviamo al sito verso le 11.00, c’è poca gente e la temperatura è perfetta… Passeggiare lungo i due km del viale dei morti, costeggiare e poi salire sulla bellissima piramide del sole, e raggiungere poi la piramide della luna è una cosa emozionante… neanche Chichen Itza mi aveva dato le stesse sensazioni; inoltre qui è ancora possibile salire sulle piramidi, mentre non lo era lì…Ne valeva davvero la pena… Alla fine, malgrado sapessi che le maschere e gli oggetti che vengono venduti lungo il viale, non fossero di vera ossidiana, ne ho comprato comunque due, il costo irrisorio ne faceva dei bellissimi souvenir… Al rientro allo Zocalo, ci fermiamo a prenotare per la cena il ristorante “las casas de las sirenas” che, a leggere la Lonely, è spettacolare…
In un’agenzia di viaggi, in piazza, prenotiamo intanto il volo per Tuxtla Gutierrez, che ci porterà in chiapas, dopodomani e, effettivamente, conviene fare il biglietto sui voli interni in Messico, costano meno che farli in Italia e, in questo periodo, nessun problema di disponibilità (Mexico-Tuxtla G. 52,00 a persona con Aviacsa o Mexicana Click).
La cena è stata buona, con buon pesce, zuppe squisite e ottimi gamberi, e con costi quasi italiani, sicuramente il ristorante più caro che troveremo in tutta la vacanza.
L’ultimo giorno a Città del Messico lo dedichiamo alla visita del museo di Antropologia, e già questo merita di andare in questa megalopoli.
In metropolitana raggiungiamo facilmente il museo e, dalle 10.00 alle 16.00 ci godiamo le meravigliose sale del piano terra, con la storia del popolo messicano e delle sue culture; la sala Maya, la sala Mexica e la sala Atzeca da sole valgono il viaggio: Bellissime, maestose, con tesori fantastici… il calendario di pietra atzeco originale, grandissimo; la maschera di giada, il copricapo di piume… Anche il piano superiore è molto bello, ma a quel punto la stanchezza prende il sopravvento e si “passa avanti veloci”, ma poi ci si riposerà, e quello che si è visto rimarrà invece indelebile nella mente ! Rientriamo in hotel stanchi ma felici; ci sono da preparare le valigie, domani si parte per il Chiapas! Anche la partenza dall’aeroporto di Mexico D.F. È stata semplice, siamo arrivati con il taxi che ci aveva chiamato l’albergo, ci sono tantissime indicazioni e si fa il check-in nel settore della compagnia per cui si viaggia, ben separato l’uno dall’altro.
Ai semafori per arrivare all’aeroporto, non i nostri lavavetri, ma giocolieri su panchettine, giusto per il tempo del rosso… fantasiosi quasi quanto i brasiliani ! Da segnalare che, in tutti gli aeroporti, soprattutto per i voli interni, bisogna preventivare che OGNI valigia, prima di entrare al check-in, viene aperta e controllata, con una specie di aspiratore, che poi viene inserito in un elaboratore, per verificare che non ci siano sostanze proibite…Tipo un etilometro.
L’aereo di Aviacsa è puntualissimo e si arriva a Tuxtla 5 minuti in anticipo; davanti all’uscita, troviamo subito l’autobus per San Cristobal, via “nuova strada”, che in un’ora ci porta a destinazione, tra vallate e bellissimi strapiombi.
Arrivati a San Cristobal alle 17.00, con 20 pesos (12 centesimi…), andiamo con il taxi al Mansion del Valle, che avevamo visto su internet e che ci era piaciuto molto…Pessima scelta! A vederlo, effettivamente, era splendido, bel patio, bella hall, anche bella camera… ciò che non si vedeva era il bagno, a dir poco angusto, senza il lavabo, che invece era in camera… pazienza anche quello, ma era la pulizia che era proprio inesistente!!! Abbiamo tolto il copriletto e ci siamo trovati lenzuola con ragnatele, ragni allegati e capelli sparsi… tra materasso e legno c’era polvere di anni, a strati..!! Oltretutto a 850 pesos a notte (circa 50 euro), per cui per gli standard messicani anche caro… Mentre arrivavamo in taxi, avevamo visto, 100 metri prima, un “5” stelle, l’hotel La Catedral, e siamo andati a vedere..
Ci è piaciuto, un “5 stelle molto in libertà” ma le camere erano grandi, abbastanza pulite, ottimi bagni e, soprattutto, termoconvettore per riscaldare la camera, che a San Cristobal, dove la temperatura scende anche a 3/5 gradi la notte, decisamente non guasta.
Detto-fatto, ci siamo ripresi i bagagli e ci siamo trasferiti = costo 600 pesos, incredibile !!! (33,00 euro). L’albergo è proprio vicinissimo al museo dell’Ambra, e a pochi metri dalla piazza principale.
Per cena, vicino all’hotel, siamo stati al Ignacio’s Mustaque, che poi abbiamo letto sulla Lonely… Cibo messicano abbastanza piacevole, prezzo irrisorio! La mattina partiamo per la nostra prima vera giornata a San Cristobal, questa bella città coloniale, con case coloratissime, chiese magnifiche e gente ancora legata alle tradizioni degli indios, iniziando dalla chiesa della Vergine di Guadalupe, che ci permette di attraversare le strade colorate e vivaci della città, per poi andare al meraviglioso mercato dove, tra frutta spettacolare, sistemata in perfette forme geometriche, i vestiti degli indios, che vendono i loro prodotti e i bambini che giocano tra le bancarelle, assaporiamo un modo che forse noi abbiano dimenticato, dove anche cose “normali”, ci sembrano qualcosa di incredibile!!! Nel pomeriggio, dopo la serie infinita di spremute d’arancia e scorpacciate di more spettacolari, andiamo a visitare il piccolo museo dell’ambra, comprando dei ciondoli direttamente lì, anche se per le vie di San Cristobal tanti negozi vendono dei bellissimi gioielli con la famosa resina.
Cena in via Real de Gaudalupe, al ristorante “Margarita”, dove con 300 pesos, circa 18 euro, mangiamo degli ottimi tacos e zuppa atzeca! Intanto, dato che all’interno del nostro hotel c’è una piccola agenzia di viaggio, ci siamo noleggiati un’auto per due giorni (700 pesos al giorno, circa 39 euro al giorno), in modo da poter andare a Palenque in autonomia, senza essere legati all’autobus, dato che vogliamo associarci anche la visita alle cascate di Agua Azul..
La mattina dopo, alle 8.30, partiamo per Palenque, già sapendo che ci aspettano almeno 5 ore di viaggio; il programma è quello di arrivare a Palenque, visitare il sito, dormire lì vicino e, il giorno successivo, visitare le due cascate di Misol Ha e Agua Azul, e poi rientrare… San Cristobal, quando partiamo, è avvolta dalla nebbia, fa decisamente freddo, dato che si passa del 24/25 gradi di mezzogiorno, ai 5 gradi della sera e della mattina, ma lo spettacolo è davvero affascinante, mentre “scendiamo” lungo la strada ricca di “bei tornanti”.
Il viaggio, che effettivamente è durato circa 4 ore e ½, è stato però piacevolissimo, tra paesaggi di vallate e monti spettacolari, e paesini con i mille colori delle case e dei costumi della gente, che cambiavano in relazione alla zona… compresi i nastri delle trecce che avevano sia le ragazzine che le signore anziane! I tantissimi “topes”, i piccoli dossetti per rallentare il traffico nelle zone urbane, ci hanno sì rallentato, ma anche permesso di goderci immagini che altrimenti avremmo perso.
Oltre a fermarci per acquistare le piccole banane, per soli 10 pesos, 5 centesimi, saporitissime, vendute dai bambini per strada, con l’espediente di “fermare” le macchine con una “corda fatta di liane”, che crea un ostacolo e, istintivamente fa rallentare, consentendo loro di proporre ciò che vendono… Arrivati a Palenque, ci fermiamo subito a prenotare un hotel che troviamo in strada, tra la città e le rovine, un nuovissimo resort, Villa Mercedes, che ci è subito piaciuto, con belle camere, bella hall, e bella piscina, ottima colazione…Costo però tra i più “alti” pagati, ben 900 pesos, 50 euro, ma che li valeva tutti! Sistemate le sacche in hotel, dato che le valigie le abbiamo lasciate a San Cristobal, dove gentilmente ce le tenevano in hotel, ci apprestiamo a visitare il sito maya… fa decisamente caldo, e questo, per lo meno per me, è fantastico, è la prima volta che finalmente sento il sole sulla pelle, e che mi posso mettere un top, dato che, malgrado il clima sinora piacevolissimo, era pur sempre un “bel clima primaverile”; le rovine sono davvero belle, maestose e immerse nel verde, con il “contorno” delle urla delle scimmie, che si sentono dalla foresta; è bellissimo passeggiare tra i palazzi, le piramidi e la torre dell’osservatorio, anche perché pure a Palenque si può ancora salire in cima… è sicuramente uno dei più bei siti del Messico, ma non mi ha dato le sensazioni che mi aveva dato Teotihacan…Andrea invece è entusiasta, anche perché qui c’è molto più verde e più zone “ombrose”…Comunque è stato bellissimo e valeva davvero la pena di farsi 5 ore di strada per arrivarci! Per cena, dato che abbiamo la macchina, decidiamo di non rimanere in hotel, e andiamo a Palenque “centro”; seguiamo la Lonely e ceniamo da “Tinajas”, pesce e gamberi, con una deliziosa salsa, ad un prezzo sempre più conveniente, 264,00 pesos (circa 15 euro).
Torniamo in albergo verso le 22.30 ma rimaniamo a chiacchierare piacevolmente nella bella hall all’aperto, con una coppia di Gaeta che avevamo incontrato nel pomeriggio, Roberto e Maria, che ci consigliano un ristorante a San Cristobal, con uno chef italiano, Giancarlo, che andremo sicuramente a trovare.
La mattina dopo, complice un gallo che dalle 6 ha deciso di festeggiare l’alba, ci alziamo piuttosto presto, facciamo colazione con calma e ci mettiamo in cammino… Sono gli ultimi due giorni del nostro “tour cittadino/archeologico”, e non vediamo l’ora di arrivare al mare…Cominciamo a renderci conto di “QUANTO” ci manca il caldo, soprattutto dopo il piccolo assaggio di Palenque.
Dopo meno di mezzora arriviamo alla cascata di Misol Ha, paghiamo circa 20 pesos a testa di biglietto e posteggiamo praticamente a 10 metri dalla cascata; che è bella, fresca, verdissima, ma nulla di incredibile; fatte due foto ripartiamo, vogliamo raggiungere al più presto Agua Azul, prima che arrivi tanta gente.
Dopo pochi chilometri c’è l’altro bivio e le cascate sono a circa 4 km dalla strada principale.
Dopo poco c’è un piccolo baracchino, dove un ragazzo, con i biglietti in mano, ci chiede 50 pesos per l’ingresso: paghiamo convinti di aver acquistato il biglietto per entrare alle cascate, ma ci rendiamo conto, dopo un altro km, dove c’è l’ingresso “ufficiale”, che invece di acquistare il biglietto, abbiamo dato un “contributo” alla causa zapatista…Bene, bastava dirlo, lo avremmo pagato comunque, ma nessuno di noi due si era assolutamente reso conto della cosa… ci giocano un po’, e noi ci facciamo un po’ di risate su quanto è facile prenderci in giro!! il biglietto ufficiale costa sempre 20 pesos a testa (circa 1 euro).
L’impatto è bellissimo, un nastro “azzurro”, circondato dal verde smeraldo delle piante, con il bianco dell’acqua che si infrange sulla roccia..
Ogni tanto delle grandi “pozze”, azzurrissime, si allargano e ci si può fare tranquillamente il bagno.
Uno spettacolo, davvero.
Non ci accontentiamo di vedere la parte finale della cascata, ma risaliamo il fiume, lasciandoci alle spalle le centinaia di bancarelle che vendono souvenir, e ci addentriamo nella foresta, dove tutto diventa più calmo, più tranquillo, tra acque decisamente più quiete e le capanne degli indios… Già al ritorno ci accorgiamo che abbiamo fatto bene a venire abbastanza presto, perché il colore delle acque, seppur splendide, non è più così azzurro, ma è diventato quasi verde… ma noi abbiamo le nostro foto, ad immortalare che invece era proprio azzurro… Prima di partire, ci fermiamo in uno dei baretti, Andrea per una birra, io per l’onnipresente spremuta d’arancia… so già che, arrivata in Italia, avrò una crisi di astinenza ! Al rientro ce la prendiamo con calma, sappiamo le ore che ci aspettano, e abbiamo deciso di “goderci” il viaggio; ogni tanto ci fermiamo per qualche foto, o per mangiucchiare qualcosa, o solo per goderci un panorama, tra i tanti belvedere che troviamo sulla strada.
Arrivati in hotel La Catedral, dove avevamo chiesto di tenerci la stanza del giorno precedente, ci dicono rammaricati che hanno dovuto fare un cambio e non c’è più la “nostra” camera, per consolarci ci propongono, allo stesso prezzo, la “presidenziale”… che si deve fare ? ogni tanto bisogna pur “adeguarsi” e, come se fosse la cosa più normale, ci sistemiamo per la nostra ultima notte a San Cristobal, in una supermega camera, con bagno enorme ! L’unico “inconveniente” è che il termoconvettore è standard, e per scaldare la camera ci vuole un po’ più tempo, ma pazienza.
La sera andiamo a cercare il ristorante che ci avevano suggerito Roberto e Maria, il ristorante Raiz, vicinissimo alla piazza principale, quasi di fronte all’università di diritto, ex convento dei gesuiti.
È sicuramente la cena migliore sinora : ottima zuppa atzeca, ottimo pesce al forno, spettacolare dolce, il tutto in un locale veramente bello, con dell’ottima musica in sottofondo ; conosciamo anche lo chef Giancarlo, che ci racconta dei sui 18 anni in Messico, e delle bellissime spiagge del Pacifico, sotto Puerto Escondido, proprio dove andremo; ci consiglia le spiagge da visitare, ci raccomanda una serie di alberghetti di suoi amici, dove ha anche lavorato, e ci racconta della bellezza delle spiagge di Zipolite, di Mazunte, di Sant’Agostinillo… manca poco ormai, e non vediamo l’ora.
La mattina sveglia presto, ultimi ritocchi alla valigia e poi in taxi per raggiungere il “collettivo”, piccolo bus, per raggiungere Tuxtla Gutierrez, da dove parte l’aereo per Oaxaca, con scalo a Città del Messico (costo totale circa 110 euro a testa).
Apro una parentesi : per mio spettacolare errore, cosa che ho anche digerito male, perché solitamente cerco di organizzare tutti i dettagli,in modo da essere preparata su tutti gli spostamenti, orari e eventuali imprevisti da fronteggiare, ero assolutamente convinta che tra Oaxaca e Puerto Escondido ci fossero una 50ina di km, per cui massimo un’oretta di viaggio; anche sulla cartina, secondo me, erano piuttosto vicini, per cui, dato che avevo letto che Oaxaca era una bella città coloniale, da vedere, avevo ben pensato che se arrivavamo lì, potevamo noleggiare una macchina, andare a Puerto Escondido, stare in giringirello per qualche giorno, e alla fine, rientrare a Oaxaca, vedere bene la città e partire da lì per Città del Messico, per il rientro.
Le cose non stavano propriamente così…Mentre sistemavo la valigia in hotel, Andrea leggeva qualche recensione sulla città e, fulmine a ciel sereno, con tranquillità mi dice che da Oaxaca a Puerto Escondido ci sono ben 6 ore di autobus, per quasi 300 km : gelo totale ! Avevo sottovalutato la cosa, e mi sento terribilmente in colpa !! dopo un primo momento di sconforto, decidiamo che basta cambiare i nostri programmi, tutto sommato nessuno ci obbliga a fare quello che pensavamo, tutto è modificabile.
All’inizio pensiamo anche di cambiare il biglietto, cercando di andare direttamente a Puerto Escondido, ma così non avremmo visitato Oaxaca, per cui decidiamo di andare comunque.
E per fortuna che abbiamo deciso così, perché Oaxaca è una delle più belle città coloniali del Messico. La città ricorda molto San Cristobal, ma con chiese, viali, palazzi molto più belli, con colori ancora più intensi e sicuramente con un tenore di vita decisamente più alto.
Il bellissimo porticato della piazza principale ricorda molto quello di Merida, ma è decisamente più grande e più imponente. Bella la gente, belle le strade, belli i negozi e i ristoranti…Siamo affascinati da questa città, anche perché non ci saremmo mai aspettati questo… Arriviamo, puntualissimi, alle 16.00, e direttamente in aeroporto, mentre facciamo il biglietto per il collettivo che ci porterà in centro, chiediamo al tassista se ci dà un consiglio su un buon albergo centrale; ci suggerisce il Kabii, proprio vicinissimo alla piazza principale e, quando arriviamo, ci piace, è un albergo moderno, molto pulito, bei bagni, a 750 pesos a notte (sui 38 euro).
Lasciata le valigie, dopo una doccia, ce ne andiamo a zonzo in questa meravigliosa città, godendoci i colori dei palloncini in piazza, a migliaia, la gente, le chiese, le strade, i tessuti esposti.
Mentre passeggiamo, troviamo anche l’ufficio dell’ OCC, autobus di lungo percorso, “primera classe”, che non speravamo di trovare, perché era domenica.
La doccia fredda è che l’autobus c’è sì ogni giorno, ma per i prossimi due giorni il percorso non sarà diretto, con le fatidiche 6 ore di viaggio, ma di BEN 11 ore, passando tra le montagne, ad oltre 3000 metri, raggiungendo Salina Cruz, quasi in Guatemala, e poi risalendo per Puerto Escondido… Una tragedia, ma che fare, ormai siamo qui, vuol dire che gireremo MOLTO il Messico del sud! Nessuno ci dice, neppure in albergo, che invece esistono dei collettivi (i piccoli pulmini) che fanno giornalmente lo stesso tragitto diretto, nelle 6 ore, questo se qualcuno si trovasse nella stessa situazione… A consolarci ci pensa la città; dopo poco, mentre siamo ancora sconfortati, inizia una “processione” coloratissima di artigiani, con ragazze vestite con gli abiti di Oaxaca tradizionali, di mille colori, oggetti, frutta, dolci, musica, maschere carnevalesche…Spettacolare!!! Ci passa tutta la tristezza e ci convinciamo sempre di più che, malgrado le ore per lasciare la città, valeva davvero la pena di esserci arrivati.
Anche la cena è all’altezza delle aspettative; decidiamo di andare in uno dei ristoranti al piano superiore del porticato della piazza, El Asador Basco, dove oltre a mangiare benissimo, per 600 pesos (circa 33,00 euro), con varie portate, ci godiamo la musica dal vivo di un gruppo Messicano, che sono davvero bravi. Andiamo a letto soddisfatti e felici, dopo una passeggiata tra le bancarelle degli indios che, alle 22.00 esatte, forse hanno orari prestabiliti, si posizionano lungo il porticato con i loro oggetti, maglioni e tessuti.
L’indomani mattina, dopo essere facilmente e velocemente arrivati al terminal degli autobus in taxi, ci prepariamo mentalmente ad affrontare la lunga giornata… E lo sarà davvero : malgrado i panorami degli strapiombi con mille tipi di cactus, i paesini o i piccoli agglomerati di case che troviamo lungo la strada, i fiumi che scavano la roccia in vallate incredibili, le gante che incontriamo, i 6 film trasmessi in spagnolo, e due soste, il viaggio è stato davvero lungo, anche più del solito, perché causa la nuova strada che collegherà entro due anni, proprio Oaxaca e Puerto Escondido in tre ore, c’è stata una deviazione, praticamente passando solo per strade sterrate… ad un certo punto ci è anche “sparito” il secondo autista.. È sceso dall’autobus e non è più risalito, ma non lo avevamo visto neppure fuori…Il mistero si risolve alla sosta successiva, dopo 3 ore… si era messo a dormire in una brandina insieme ai bagagli; ci voleva davvero stomaco a stare lì, con tutti quei tornanti, ma sicuramente per lui era una cosa normale! Finalmente arriviamo a Puerto Escondido, e sono già le 9 di sera.
Avevamo visto, su internet, un hotel che ci era piaciuto molto, Il Tabachin del Puerto, e che poi vedremo sarà davvero bello, ma sapevamo che aveva solo 6 camere, per cui decidiamo di non rischiare di fare giri inutili, data la stanchezza, e optiamo per un hotel consigliato dalla Lonely, l’ArcoIris, sempre stessa zona, Playa Zicatela, ma con 34 camere.
Prendiamo un taxi alla stazione degli autobus e, in pochi minuti e per 50 pesos, arriviamo in albergo; l’impatto è piacevole, siamo proprio di fronte alla spiaggia, le camere sono grandi, abbastanza pulite, un bel bagno e una bella veranda, che ai piani superiori diventa una bellissima terrazza, personale gentilissimo e simpatico.
Il prezzo è di 700 pesos a notte, colazione inclusa (circa 38 euro); non discutiamo neppure, prendiamo al volo la camera, mangiamo, anche abbastanza bene, al ristorante dell’hotel, e ci catapultiamo a letto, dove in meno di un minuto siamo praticamente in coma.
La mattina, finalmente riposati, ci svegliamo verso le otto e, incredibile, c’è CALDO…
Forse un po’ umidiccio, ma vero caldo estivo; ormai, soprattutto io, non ce la facevo più, avevo il bisogno “fisico” di sentire il sole, di vedere il mare, di avere caldo! Sono nata e sono tornata a vivere in quella che ritengo sia una delle più belle isole del mondo, la Sardegna, ma lavoro nel turismo, per cui non posso godermi il meglio di ciò che ho di fronte tutti i giorni, il meraviglioso arcipelago di La Maddalena, e d’inverno non è poi così caldo, per cui in vacanza io e mio marito (toscano) siamo praticamente sempre alla ricerca di quelle sensazioni che non possiamo goderci d’estate… e ora finalmente siamo AL MARE ! mentre Andrea preferisce rilassarsi in veranda, con un verdissimo giardino di fronte, io faccio la prima delle mie passeggiate in spiaggia, per rendermi conto di dove siamo arrivati.
Ci aspettavamo un posto turistico, un po’ caotico, un misto tra Acapulco e Playa del Carmen, con tanti italiani, dove passare due o tre giorni, e poi partire per altri posti più tranquilli, e invece Puerto Escondido è stata la più bella sorpresa di tutta la vacanza; oltre al posto decisamente delizioso, tranquillissimo, con bellissime spiagge, gente cordiale e disponibile, anche il paesino è bello, con una strada pedonale, ricca di ristoranti e negozietti, belle chiese e con una spettacolare scalinata che fiancheggia tutta la scogliera, percorribile per intero.
Siamo contentissimi della scelta fatta e decidiamo di stare qualche giorno in più, che poi diventerà tutto il resto della vacanza, con “puntate” in auto o in moto a 4 ruote (Quod), nelle zone limitrofe.
Al mio rientro, al bar/ristorante della spiaggia Grieko’s, proprio di fronte al nostro Hotel, ci rilassiamo con una mega spremuta, poi spiaggia per tutta la mattina e, per pranzo, scopriamo, proprio alla fine di Playa Zicatela, un piccolo ristorante, El Jardin de Rafaela, dove oltre a spendere pochissimo, mangiamo pesce e gamberi freschissimi e i migliori tacos di pesce che assaggeremo in Messico.
Visitare e descrivere Puerto Escondido è semplice : il paese, come dicevo, è abbastanza piccolo, perlomeno nella zona centrale ; dalla via principale, pedonale, si può scendere direttamente in spiaggia, a Playa Principal, dove ci sono tutte le barche dei pescatori, e dove la mattina c’è la distribuzione e vendita del pesce ; sulla stessa spiaggia si affacciano parecchi ristoranti del centro; proseguendo verso sinistra si raggiunge Playa Marinero, sicuramente più grande e più bella della prima, con altri bar/ristoranti in spiaggia e ombrelloni e sdraio a pagamento (il costo è quasi sempre sui 50 pesos al giorno, meno di 3 euro…) Ancora proseguendo si trova Playa Zicatela, la zona dove ci sono moltissimi alberghi, una zona “hotelera”, ma non immaginatevi nulla di incredibile, nel senso che ci sono vari hotel e ostelli, alcuni molto belli, altri molto economici, una strada che costeggia il lungomare, che ora stanno aggiustando, finendo di fare i marciapiedi; ci sono tantissimi bar/ristoranti in spiaggia e molti bei locali e ristoranti fronte spiaggia, dall’altra parte della strada. Qualche negozio di surf, e qualche agenzia di noleggio auto e moto, quasi sempre all’interno di qualche Hotel.
La spiaggia è veramente bella e lunghissima e, in linea generale, se ci sono le onde “tipiche”, potrebbe essere pericoloso farci il bagno, anche se noi abbiamo trovato un mare ottimale e lo abbiamo sempre fatto; su questa spiaggia, a dicembre, viene fatto il campionato mondiale di surf, con onde alte anche 15/20 metri.
È popolatissima di ragazzi che fanno surf, ovviamente, ma perlomeno a gennaio, dato che è bassa stagione, è tranquillissima. Ogni giorno ci atterrano i ragazzi che fanno paracadutismo, invogliando i vacanzieri a fare un “giretto e un volo dall’aereo”, cosa che io avrei fatto, magari al tramonto, se Andrea non fosse terrorizzato dal fatto che io lo potessi anche solo pensare !!! La spiaggia di Zicatela invoglia a passeggiare e, soprattutto al mattino, c’è sempre gente che corre o guarda i ragazzi sui surf… Dall’altra parte della Playa Principal, verso destra, ci sono altre due spiagge più piccole, ma sono un po’ decentrate anche se, a Playa Carrizalillo, che è molto bella, c’è un hotel-residence fantastico, con una vista magnifica.
Alla fine del paese, sempre sulla destra, c’è Playa Bacocho, che dire è fantastica non rende l’idea; è veramente bella, oltre che quasi deserta; poi però continui qualche km, proseguendo sulla strada per l’aeroporto, trovi la “Tierra Colorada”, 12 km di spiaggia completamente deserta, un’immensa spiaggia popolata solo da pellicani e gabbiani e pensi che Playa Bacocho è quasi irrilevante, al confronto! Nel mezzo della lunghissima spiaggia, c’è una laguna, meta di escursioni, che però arrivano dalla strada e via acqua, con i “lanceros”, piccole imbarcazioni usate dai pescatori di mare e laguna… non so quanto questo paradiso durerà, perché già in aeroporto abbiamo visto le foto di un progetto di un mega resort che nascerà all’inizio di questa spiaggia, con campo da golf annesso… sicuramente sarà bellissimo, e rimarrà ancora tanto di incontaminato, ma non penso durerà così tanto…Forse per qualche altro anno potrete ancora vedere questa meraviglia…Forse! Dopo aver passato la giornata in spiaggia, andiamo a cena in “centro”, raggiungibile a piedi, di giorno via mare, di sera via terra, perché sale la marea e non è consigliabile; proviamo “Junto al mar”, suggerito dalla Lonely, ma sarà l’ultimo consiglio che usiamo, a parte il “caldo de cammarones”, decisamente buono, il resto è a dir poco deprimente, soprattutto dopo i pranzi in spiaggia.
Già dopo due giorni a crogiolarci al sole, decidiamo di prendere il Quod, a 500 pesos al giorno (circa 28,00 euro) ed è con quello che scopriamo la meraviglia de la Tierra Colorada… Oltretutto, nella zona della laguna, in un piccolo bar/ristoro, mangiamo un pescione enorme appena pescato, saporitissimo, con delle conchiglie che, a vederle, ricordavano le ostriche, ma come consistenza sembravano pesce crudo, con un sapore eccezionale…Poi io vado in spiaggia, Andrea si rilassa sull’immancabile amaca del bar… La sera, quando rientriamo, riguardando le foto, ancora non riusciamo a credere allo spettacolo che vediamo sulla digitale…Ci riteniamo davvero fortunati ad essere venuti qua quando ancora tutto questo è allo stato naturale… Dopo 3 giorni di spaparanzamento in spiaggia, dove passiamo il tempo a leggere, passeggiare, rilassarci, nuotare in un mare che per giunta è pure caldo, anche se avevamo informazioni diverse, e mangiare pesce, pesce pesce, con alternativa di gamberi e frutta, decidiamo che è venuto il momento di andare a vedere un po’ più giù, sulla costa.
Sappiamo che a circa 50 km da Puerto Escondido, si “nascondono” delle spiagge bellissime, anche dai racconti di Giancarlo, lo chef incontrato a San Cristobal; noleggiata una macchina, decidiamo di andarci per un giorno, per poi decidere se spostarci o meno.
La prima tappa la facciamo a Playa Ventanilla, bella spiaggia, con qualche negozio vicino al posteggio per le auto… niente di incredibile, ormai dopo Tierra Colorado dobbiamo trovare qualcosa di “magico” per stupirci… Fatto !! basta andare qualche km più avanti, e si trovano tre tra le più belle spiagge della zona : Mazunte, San Agostinillo, Zipolite… Un mondo per il quale posso trovare solo un termine : “surreale” Arriviamo prima al posto più lontano, così possiamo vedere tutto, mentre torniamo indietro; prima tappa a Porto Angel, grazioso paesino, con un piccolo porto, che ci fermiamo a fotografare; poi raggiungiamo Zipolite, e siamo in un’altra dimensione; vero posto molto molto alternativo.
A parte che sembra di essere in Tailandia, più che in Messico, con le capanne con i tetti a punta, decisamente orientali, anche la spiaggia e le persone che la frequentano sono incredibili… Gente che suona il violino in spiaggia, gente che “medita” davanti al mare, gente che passeggia con machete e accetta (?), altri che, nudi, portano le valigie da qualche parte, signore che passeggiano con ombrellini fuxia giapponesi… un colpo d’occhio surreale, non ci sono altri termini…Mentre qualche indios vaga per vendere amache.
Nei moltissimi bar e hotel sulla spiaggia, dato che Zipolite è praticamente una lunga spiaggia “abitata”, molte tende, posteggiate nelle verande… Facciamo un lunga passeggiata, raccogliendo anche le uniche belle conchiglie che troveremo… Saremmo stati lì ad osservare le persone per ore, ma decidiamo che dobbiamo proseguire; arriviamo a San Agostinillo, pochissimi km dopo, e ci fermiamo in un ristorante sulla spiaggia, con delle meravigliose sedie di legno, per riposarsi e godersi il panorama dopo mangiato, pesce e cocktail di gamberi per 2, per un totale di 150 pesos (meno di 9,00 euro, tra un po’ mangeremo gratis…); ci sembra di essere in un’altra dimensione, più calma, più rilassata. Il resto del mondo sembra davvero lontano, parliamo anche a voce più bassa, per adeguarci al clima intorno a noi… rimaniamo seduti a goderci il panorama di una spiaggia bellissima, quasi deserta, con dei ragazzi che puliscono le reti, circondati dai pellicani; un uomo passa sulla spiaggia con un carico di amache, ma non può venderle, dato che non ci sono possibili clienti… le onde, qui un po’ più alte che a Puerto Escondido, si infrangono sugli scogli, formando dei disegni meravigliosi… ma dobbiamo tornare sul serio in Italia, al lavoro quotidiano, alle preoccupazioni, al freddo ? è davvero difficile alzarsi e andare via da San Agostinillo, forse il posto che ci rimarrà più nel cuore e nei ricordi.
Per fortuna la prossima tappa è Mazunte, spiaggia altrettanto bella che San Agostinillo, anche perché è solo qualche centinaio di metri più avanti…Piccolissima località di mare, qualche ristorante/bar in spiaggia, fantastiche “palapas” e capanne a punta, abbarbicate sulle colline, con viste strepitose…Mentre Andrea si rilassa sotto il tetto di paglia di una bar, io vado a fare un po’ di foto in spiaggia, a delle piccole barche in secca, che danno un colpo d’occhio formidabile… Andando via non svanisce l’incanto di questi posti, e già di sera, riguardando le foto, ci accorgiamo di quanto è stato difficile andare via, e di quanto belle possano essere le immagini che vediamo; Anche il rientro è bello, dato che fiancheggiamo la costa, mentre il sole tramonta in un mare di rosso…Peccato che, praticamente sino a Puerto Escondido, è impossibile entrare in spiaggia, per godersi il tramonto, in quanto non ci sono ingressi per raggiungerla.
La sera andiamo a cena in un ristorante messicano-giapponese, l’Aquario, mangiando veramente benissimo, raccontandoci ciò che abbiamo avuto la fortuna di vedere.
Passiamo i due giorni successivi a goderci la “nostra spiaggia”, oltre che occuparci dei biglietti aerei che ancora dobbiamo fare per rientrare a Città del Messico, da dove partiremo per l’Italia; in centro ci sono diverse agenzie viaggi, e da Puerto Escondido parte ogni giorno l’aereo alle 15.30, con Mexicana Click, per circa 50,00 euro, oltre che comprare dei piccoli regali per gli amici, da scegliere tra le coloratissime ceramiche messicane.
Anche se saremmo tornati volentieri alle spiagge già viste, alla fine abbiamo preso un ritmo talmente rilassato che abbiamo preferito ricaricare le “batterie” e passare il tempo sul serio a riposarci, anche data la comodità dell’albergo, dove oltretutto ci hanno, su richiesta, spostati al piano superiore, per cui con bellissima terrazza vista tramonto, e ad un prezzo ancora più basso, perché ci siamo stati 10 giorni… Alla fine, colazione inclusa, abbiamo speso una media di 25 euro a notte! Ogni mattina, perlomeno io, uscivo verso le 7.30 per la mia passeggiata quotidiana, ed era ogni volta magico… Pescatori che arrivavano con una quantità incredibile di pesce, a Playa Principal, la sistemazione degli ombrelloni colorati, le evoluzioni dei ragazzi sul surf, e poi la scalinata sulla scogliera da percorrere sino alla fine, il faro, i vari ristoranti da provare, il bellissimo bar “Casa Babylon”, dove oltre a bere, si poteva scegliere di cambiare il proprio libro, già letto, con tutti quelli che hanno lì, cosa che ho fatto subito! Immagini, colori, le risate dei bambini o il sorriso di un vecchio pescatore, sensazioni ed emozioni ogni volta ti fanno pensare che, anche se quello non è il tuo mondo, ciò che provi è ciò che ti porterai dentro, che farà parte di te, ovunque tu sia…E, se dimenticherai qualche immagine, avrai tutte le foto, per ricordarle.
Questa vacanza, come al solito, è sembrata volare; eppure di cose ne abbiamo fatte tante, anche questa volta! Città del Messico, con suo fantastico museo, la sua enorme piazza e le meravigliose piramidi; San Cristobal con i suoi colori, le sue strade, gli indios nei costumi tradizionali, i bambini e il freddo della sera; Palenque, bella, maestosa, verdissima, con le urla delle scimmie in sottofondo; Oaxaca, splendida città, forse da visitare meglio, ma che ci ha regalato ricordi bellissimi. 11 ore di autobus, tra montagne e cactus che, nel bene e nel male, non scorderemo… La sorpresa di Puerto Escondido, 10gg a riposarsi, e scoprire le sue spiagge incredibili e immense o le surreali località vicine; i pellicani e il pacifico, con le sue onde che avremmo voluto vedere nel loro meglio, ma che invece ci hanno accolto con dolcezza… Bello, è stato davvero bello e, come ultima cosa, prenotiamo un’escursione in barca, al largo, dove incrociamo una vecchissima tartaruga che se ne stava tranquillamente a nuotare, finchè il nostro “accompagnatore” non si è gettato in mare, per prenderla e farcela toccare… con la nostra immediata richiesta di farla andare via, per farle proseguire il suo viaggio… e comunque vedere il paese dal mare, è ancora più bello, con il contrasto tra monti, colline, scogliere e mare…Peccato che ormai siamo alla fine e dobbiamo rientrare.
Forse sarebbe bello tornarci con degli amici, con la voglia di condividere ciò che abbiamo vissuto noi, ma per ognuno sarebbe diverso, e poi una seconda volta forse non avrebbe lo stesso sapore.. Ci sono così tanti posti ancora da scoprire, e questa è già la migliore premessa per la prossima vacanza! L’aereo è, come le altre volte, puntualissimo, per cui arriviamo a Città del Messico circa 4 ore prima della nostra partenza per Roma, via Londra, questa volta con la British, decisamente migliore dell’Iberia… A parte lo scalo a Londra, già previsto, siamo arrivati puntuali e, nostro malgrado, le vacanze sono finite. Ci rimettiamo le nostre felpe calde, le nostre scarpe da ginnastica e le sciarpe.. Il freddo e la pioggia sono il nostro benvenuto, ma è già fine gennaio, e la primavera non è poi così lontana…