Da citta’ del messico a cancun 2
07 Nov. Sabato: TEOTIHUACAN – CITTA’ DEL MESSICO Come ci avevano anticipato, l’effetto del fuso orario non perdona, cosi alle 4.30 siamo già fresche e riposate come non mai, tra un pisolino e una chiacchera riusciamo ad arrivare alle 7, ma poi ci fiondiamo in strada per gustarci finalmente la prima giornata qui in Messico..Ci eravamo prefissate 3 obiettivi per questa mattina: 1) Cambiare i soldi 2) Fare una super colazione visto che la sera prima ci siamo addormentate prima di riuscire a mettere qualcosa sotto i denti 3) Teotihuacan. Non avevamo però considerato un particolare, siamo in Messico e qui gli orari sono del tutto relativi. Andiamo verso l’unico ufficio cambio aperto di sabato, che ci avevano detto essere già operativo alle 8.30, aspettiamo qualche minuto ma la saracinesca continua a rimanere chiusa, chiediamo in giro e ci dicono che apre alle 9, cosi ne approffittiamo per fare un giro allo Zocalo e alle 9.15 siamo nuovamente li ma niente si è mosso da prima..Questa cosa ci insospettisce, proviamo a richiedere ad altre persone e ci dicono che “no oggi è sabato e apre alle 9.30”, il problema è che se non cambiamo in pesos non è possibile fare i biglietti della metro quindi non abbiamo alternative..Aspettiamo! nel frattempo i crampi allo stomaco iniziano a farsi sentire, cosi decidiamo di fare colazione in una caffetteria proprio li a fianco, tanto dopo pochi minuti il cambio dovrebbe aprire e non ci sono problemi…Alle 9.30 usciamo per un altro tentativo e il cambio è chiuso…Ennesima richiesta di informazioni a un poliziotto li di fronte che ci dice che apre alle 10…(con calma…), incrociamo le dita e affondiamo il ns.Dispiacere in 3 pezzi pan dulce strepitoso servito su una cesta in vimini, e in una enorme calda tazza di caffe latte (il tutto per 46 pesos..) Incredibile ma vero, alle 10 l’Ufficio apre!!!(Se arrivate di venerdi sera, cambiate qualche dollaro, già in aerop. Almeno per le prime necessità, bus e metro non acettano usd). Cambiamo in pesos e ci dirigiamo, ormai in ritardissimo rispetto al programma che ci eravamo preposte, verso lo zocalo dove prendiamo la metropolitana (2 pesos per l’intera De.Fe.) per Terminal Norte (bisogna cambiare 3 linee, ma in 15 min.Circa si arriva a TN). Da li prendiamo un bus (25 pesos) che in 45 min. Porta a Teotihuacan. Il tragitto in pullman è allietato dai suonatori che salgono con i loro strumenti e si lanciano nelle loro esibizioni canore, le canzoni sono quasi sempre tristi, ma oggi è il ns.Primo giorno e tutto quello ke fa Messico ci piace proprio tanto. Un po meno ci piace la vista fuori dal pullman, quella ke si attraversa non è altro che la periferia Nord di Città del Messico, km e km di baracche, un unico ammasso di cemento su entrambe i lati della strada, questo è quello che prima di partire leggi sulle guide, ma poi qui è tutta un’altra cosa, si vedono i bambini farsi il bagno all’aperto dentro le taniche d’acqua, bambine e donne fare il bucato lungo i fiumi…Vederlo nei film fa scena, mentre dal vivo lascia veramente senza parole. Arriviamo a Teotihuacan verso l’ora di pranzo, l’ingresso costa 37 pesos (pensiamo che in Italia con 3 € non si entra neppure nel museo piu sperduto dello stivale..) e dopo pochi metri ci appare nella sua maestosità la Piramide del Sole, sole per fortuna ben nascosto dalle nuvole, data l’ora e la fatica fatta per arrivare sulla cima..Arriviamo in alto boccheggianti, ma il panorama lassu ti ripaga dal fiatone. Sedersi in qualche punto isolato della cima, su quelle pietre e gustarsi il panorama che sta attorno, ti fa sentire al centro del mondo. Ci sono molte persone che meditano, purtroppo molte altre che che fanno un gran baccano, ma peggio x loro che non si godranno mai il senso di energia e forza che da questo posto..Energia tra l’altro indispensabile x scendere dalla piramide, l’alzata dei gradini è piuttosto alta e non sono cosi larghi da appoggiarci completamente il piede, poi prendendo velocità in discesa si rischia veramente di scendere rotolando…Con calma scendiamo sane e salve, facciamo un giro ai piedi della piramide e veniamo colpite da un gruppo di persone che stanno facendo uno strano rito di cui tutt’ora ignoriamo il significato.Ci incamminiamo a questo punto verso la Piramide della Luna, qui ci dividiamo, Elena inizia a salire(salvo poi fermarsi su un pianerottolo ben lontano dalla vetta…) mentre io declino su un basamento proprio li a fianco…Ci incrociamo dopo un po con lo sguardo e tutte e due abbiamo il quaderno per le note in mano…Eh si questo Messico ci da proprio l’ispirazione…Giriamo un po attorno i negozietti dentro il sito (qui le magliette sono piu economiche e carine ke altrove), ci dirigiamo poi dalla parte opposta della strada rispetto a dove eravamo scese, e dopo pochi minuti passa il bus che ci riporterà a Terminal Norte. Il viaggio vola, grazie anche ai soliti musicisti che cantano per buona parte del viaggio, questa volta sono in 3 muniti di strumenti, e si lanciano in allegre serenate, e la cosa che ci solpisce è che proprio tutti, dal bambino all’adulto che prende il pullman x andare al lavoro lascia loro la mancia. Durante il tragitto il bus si ferma e salgono due donne in divisa, non dicono nemmeno una parola ma tutti gli uomini presenti si alzano in piedi e si fanno perquisire, finita la perquisizione fanno un giro sul pullman squadrando tutte le donne da testa a piedi…E cosi come sono salite senza dire una parola cosi se ne vanno…Non ce lo diciamo sul momento ma ci vengono in mente gli episodi letti, di furti frequenti e in piu i vetri crepati del bus rendono l’aria alquanto tesa…E la speranza di scendere il prima possibile era alquanto illuminata. Arriviamo a T.N, dove riprendiamo la metro fino allo Zocalo. Zocalo strepitoso! Con l’enorme bandierone, che si intravede addirittura dall’aereo, che domina la piazza oggi in festa..Ed è anche uscito un bellissimo sole che risalta tutta la bellezza di questa piazza..Si fanno treccine colorate, dred, piercing (?!), venditori ambulati che girano con i loro carrelli colorati e che vendono di tutto, lustrascarpe, i mariachi con le loro danze e i loro costumi colorati, e musica raggae, con i tamburi…Il trionfo dell’allegria!!Andiamo a vedere i murales di Rivera, piu x staccare un attimo da quel caos ke per ammirazione, infatti dopo pochi minuti torniamo nella bolgia…Ci dirigiamo sempre sullo zocalo a scrivere e mail a casa, facciamo i primi acquisti dagli ambulanti che occupano le strade e ci dirigiamo verso un Mc Donald, dato che oggi abbiamo dimenticato di pranzare (o forse la colazione era + che sufficiente…). Prendiamo un McPollo (?!?) e andiamo verso l’albergo, dove l’intenzione era farsi una doccia e tornare allo zocalo a veder il concerto che si sarebbe tenuto in serata, ma i 10 min.Sul letto post-doccia sono fatali, cosi spegniamo la luce e alle 20.30 siamo gia a nanna.
09 nov.Domenica: Oaxaca Vista l’ora a cui ci siamo addormentate anche stamattina alle 5.30 siamo già sveglie. Avevamo in programma di prendere il bus ADO per Oaxaca alle 9.00, ma visto che ormai ci è passato il sonno, decidiamo di alzarci e prendere quello delle 8.00. Chiudiamo gli zaini, e con un taxi (l’autista ci ha rinfrescato la memoria sulla guida alla “messicana” passando con il rosso a tutti i semafori rossi, sorpassando a ds. E sinistra chiunque gli si avvicinasse, mentre si dedicava alla pulizia delle orecchie..) chiamato dall’albergo (90 pesos) ci dirigiamo al Terminal Tapo. Arriviamo al Terminal dei bus sane e salve, prendiamo i biglietti (orari e prezzi di qualsiasi compagnia di pullman in Messico si possono trovare su www.Ticketbus.Com.Mex), facciamo la solita abbondante colazione, e saliamo su un comodossimo pullman ADO (279 pesos) viaggio tranquillo e comodo se non fosse per il volume assurdo dei film trasmessi (naturalmente solo film con esplosioni e spari che rimbombano ben bene…). Arriviamo a Oaxaca dopo 6 ore di viaggio, e ci dirigiamo all’Ostello Pauline, trovato su internet, che si trova sulla parallela dello zocalo. Troviamo una doppia per 180 pesos, uno dei migliori ostelli mai visti, sia per la pulizia sia per la bella struttura, con un carinissimo angolo all’aperto con tanto di fontana..Lo zocalo di Oaxaca sa proprio di Messico, tutto attorno sotto ai porticati i tavolini di bar e ristoranti, edifici dipinti con i classici colori caldi del Sud America, bancarelle che vendono di tutto di piu, lustrascarpe e un numero infinito di palloncini colorati che danno a tutto l’insieme una bell’aria di festa. Facciamo un giro al mercato 20 Novembre, dove facciamo i primi acquisti, poi ci buttiamo sullo zocalo e giriamo per le viuzze li attorno…Un trionfo di colori! Edifici rosa, azzurri, verdi, le insegne dei negozi o degli studi dei professionisti disegnate e colorate direttamente sulle pareti, la musica dei suonatori di strada che ti accompagna ovunque…Sarà l’atmosfera ma aleggia una bella aria allegria. Passiamo il pomeriggio da vere turtiste in relax, tra un acquisto e un aperitivo ai tavoli sotto i portici, gustandoci tutto quello che ci circonda. Questa sera finalmente si cena messicano! Scegliamo di andare al ristorante “La Primavera”, uno dei tanti sempre sotto ai portici, dove mangiamo tacos e carne strepitosi..(3 tacos e 1 coca cola 50 pesos..). La temperatura e il forte vento non permettono di passeggiare tanto, quindi dopo cena ci dirigiamo in camera e prepararci al lungo viaggio che ci aspetta domani…Destinazione Oceano Pacifico…
10 Nov. Lunedi: Oaxaca – Pochutla – Mazunte Dopo vani tentativi prendiamo atto che la sveglia che ci eravamo portate da casa non ha nessuna intenzione di funzionare..Cosi con il terrore di non svegliarci passiamo la notte semi in bianco, e ormai esasperate alle 6.30 siamo già in piedi…Ignare di quello che ci aspettava in questa lunghissima giornata. Il programma iniziale era: prendere un bus per Pochutla, di proseguire da li con un taxi per Mazunte, e di essere a destinazione per il primo pomeriggio…Ma l’esperienza insegna di non fare mai dei programmi qui in Messico…Soprattuttto se parliamo di pullman e orari! Sul sito della ticket bus risultava esserci un pullman della OCC alle 9.30 che in 6 ore ci avrebbe portato fino a Pochutla, ma a Oaxaca sia in ostello, che nelle agenzie, ci hanno detto che fin li ci arrivavano solo le camionera di 2° classe. Decidiamo di fidarci e ci incamminiamo al Terminal dei bus di 2°..(incredibile che un barbone che ci ha visto esitare sulla direzione da prendere, ci ha chiamato e ci ha indicato la strada corretta…Mitico!), ci troviamo praticamente ad attraversare la periferia di Oaxaca, che per quanto sembrava tranquilla, la sconglierei come zona da passeggio se muniti da zaini & c…Arrivaiamo al Terminal, dopo un occhiata in giro, scopriamo di essere le uniche 2 turiste, ma la cosa che ci fa desistere dal prendere uno di quei bus è il mio stomaco che sta facendo le capriole…Odori di cibo cotto, fritto, crudo, spezie riempono l’aria…Cosi decidiamo di rischiare e facciamo dietro front e tentare al Terminal dei bus di 1 classe. Ma è dall’altra parte della Città cosi optiamo per un taxi per 20 pesos (il giorno prima per fare lo stesso tragitto con un pesero ne avevamo spesi 3…). Una volta li scopriamo che beh Internet non sbaglia mai o quasi..Perché è vero che un bus della OCC a Pochutla ci arriva, ma le ore di viaggio sono, in teoria 8…Facciamo il biglietto (188 pesos) e passiamo il tempo che manca alla partenza, facendo colazione e guardando i personaggi che vagano dentro la sala d’attesa. Alle 9.30 lasciamo Oaxaca (ci hanno detto che Monte Alban è molto bello, quindi meglio non fare il ns. Errore di saltarlo..). Avevamo letto di tutto di più sui bus della OCC e non ci resta che unirci al coro..Qui proviamo per la 1° volta l’effetto Alaska dell’aria condizionata, e la guida di un folle…Le prime 4 ore del tragitto è solo di curve, in salita e in discesa..Il nostro autista, un folle in preda ad un raptus, non ha mai staccato il piede dall’acceleratore, prendendo le curve a non meno degli 80.. A questo aggiungiamo che il raggio delle curve qui in messico non a niente a che vedere con le ns. Curve a gomito…Così la sottoscritta, in buona compagnia di altri passeggeri, passa tutte e 4 le ore davanti o dentro al bagno, oppure con la testa dentro ai sacchetti presi sull’aereo…Per fortuna all’ora di pranzo ci fermiamo in un carinissimo ristorante sulla strada, con tanto di veranda e amache in mezzo al verde, per fortuna questa sosta fa riprendere un po tutti dal tragitto appena passato..
Ripartiamo convinte che ormai manchi poco all’arrivo…Ma fuori si fa sempre piu buio e alle 17.30 ci fermiamo in una stazione con un bel cartello che indica “Pochutla 40 Km”…Arriviamo alle 19, dopo 10 infernali ore di viaggio. Senza badare tanto al prezzo, saliamo sul primo taxi che ci capita, qualunque cosa pur di porre fine a questa giornata…Percorriamo circa 10 km su una stradina buia, interrotta ogni tanto da gruppi di bambini che si avvicinano all’auto, che tendono le corde lungo le strade per obbligare le auto a fermarsi…All’improvviso entriamo in un viottolo che scopriamo essere proprio il villaggio di Mazunte, veniamo accerchiati da decine di bambini, l’autista chiede loro indicazione per arrivare alle cabane Alta Mira, e sembra quasi che siano loro i padroni del villaggio…Riprendiamo a salire su una stradina di ghiaia che sembra non finire mai, costeggiamo un cimitero, che data l’ora risulta essere un pochino inquietante, e finalmente arriviamo in uno spiazzo, poco piu in la una veranda tutta in paglia e legno che da sull’oceano…Ci dicono che è disponibile un abitazione ma non c’è elettricità, accettiamo comunque, paghiamo i 350 pesos (sarà la + cara del viaggio ma stramerita..), ci danno una pila in mano e ci accompagnano lungo una scalinata in pietra, che scende tra la vegetazione, arriviamo su una veranda con tanto di amaca e sedie di legno, entriamo e con la luce della torcia vediamo la ns. Stupenda cabana in stile antico con tanto di soppalco, e tetto in paglia…Accendiamo le candele che ci hanno lasciato e dopo un attimo di silenzio ci rendiamo conto di essere proprio sull’Oceano che si fa sentire in tutta la sua potenza..Si perché l’unico rumore che si sente da qui è il canto dei grilli nascosti nella vegetazione e quello forte delle onde che si infrangono a riva. Facciamo una doccia rigenerante, sempre con candele al seguito naturalmente, e ci gustiamo l’atmosfera rilassante e magica di questo posto, dove tutto sembra essersi fermato, e dove stress e problemi di ogni giorno sono lontani anni luce…È un peccato addormentarsi ma domani avremo tutto il giorno x goderci questo incanto… 11 nov. Martedi: Mazunte Il paradiso esiste e si chiama Mazunte!! Questa è la cronaca di una giornata indimenticabile..Ci svegliamo all’alba complice la voglia di mare e la luce del sole che entra dalle fessure..E si questo è uno di quei risvegli che ti riappacificano con il mondo..Ci svegliamo con in sottofondo il rumore delle onde e quello degli uccellini appostati sulla veranda…Usciamo dalla ns.Abitazione e scopriamo che dal ns. Terrazzino si vede uno squarcio di Oceano..Costume, pareo e ci fiondiamo lungo la discesa che porta direttamente sulla spiaggia…Sarà il colore ancora rosato dell’alba, la spiaggia ancora deserta, le barche dei pescatori ormeggiate a riva, ma rimaniamo per diversi minuti così, impalate a fissare tutto quello che ci circonda in un lungo silenzio..È una vista che toglie il fiato! Nascosti tra il verde sbucano solo i tetti in paglia delle cabane, e numerosi pellicani che si rincorrono vicinissimi alle nostre teste..Attraversiamo una scogliera che sembra dividere due tratti di spiaggia e scopriamo al di la una lunga distesa di palape con tetto in paglia, che funzionano da bar e ristorante..Proprio li sulla sabbia a due passi dalle maestose onde del pacifico..Sono le 7.00 e approfittiamo di uno di questi baracchini per fare colazione…Sedute ad un tavolino tondo di legno, con i piedi sulla sabbia, con il sole che già scalda, ci beviamo un cafe con leche caliente e pan tostato con burro e marmellata, per 12(!!)pesos…Eh si è proprio dura la vita da turista da queste parti…Passiamo cosi la mattinata a goderci la spiaggia, per fortuna con pochissime altre persone, a rosolarci al sole..Pensando che a casa nostra ieri c’erano 7°…Wow!!! Pranziamo al ristorante “El Pescador” sempre li sulla spiaggia, a gestione familiare, con tanto di bambini che girano tra i tavoli e nonne che preparano da mangiare proprio sul retro..Mangiamo per 60 pesos, spaghetti con i gamberetti e un pesce alla griglia con patate, verdure e tortillas che rimarranno nella storia!! Il caldo comincia a farsi sentire, decidiamo così di digerire il ns. Lauto pranzo all’ombra della ns.Cabana..Doccia rinfrescante, chiacchere in veranda, foto di rito e di nuovo giù in spiaggia..Per poco però perché il colore della ns. Pelle, nostante la crema solare ci invita a stare un po all’ombra..Torniamo a “El Pescador” dove facciamo uno spuntino a base di Jugo d’arancia, e un bel piatto di frutta fresca e colorata..Sono le 17 e vediamo il sole tramontare dietro la montagna, gustandoci così la ns. Frutta, con nelle orecchie la musica di Bob Marley, e il rumore delle onde…Ah si questa è vita!! Altra doccia e assoluto e totale relax sull’amaca commentando quello che è stato fino ad ora questo viaggio…Stupendo! Andiamo a cena sulla veranda, dove ci gustiamo 2 ottimi panini caldi accompagnati dalla solita coca cola (costa ovunque meno o uguale all’acqua) e programmiamo il prossimo trasferimento…Dopo qualche trattativa decidiamo di partire il giorno dopo per San Agustinillo e Zipolite.Torniamo alla ns.Cabana per gustarci queste ultime ore qui in questo paradiso, ci addormentiamo così cullate dal rumore delle onde… 12 Nov. Mercoledi: Mazunte – San Agustinillo – Zipolite Chiudiamo gli zaini, ci guardiamo attorno cercando di fissare in piu possibile questo posto nella memoria e ci incamminiamo, questa volta a piedi, giù al Pueblo di Mazunte. Lasciamo Mazunte con la tristezza nel cuore, ma bisogna comunque ripartire…Aspettiamo pochi minuti una camionera (furgoni nissan con il cassone dietro che si fermano ovunque ci siano persone lungo la strada e collegano tutti i villaggi che costeggiano il Pacifico) che per 3 pesos in pochi minuti ci porta a San Agustinillo, un altro villaggio di pescatori, senza l’ombra di un turista e molto allegro, con la solita strada centrale e il villaggio che si sviluppa ai suoi lati, tra la spiaggia da una parte e la vegetazione dall’altra. Troviamo per 150 pesos una cabana tutta in legno bianco e azzurro, proprio a picco sulla spiaggia…Costume e colazione con il solito Jugo d’arancia e pan tostato (nonostante fuori dalle rotte turistiche la colazione ci costa 40 pesos a testa…Tantissimo rispetto a tutti gli altri!). Decidiamo di passare la giornata a Zipolite, torniamo cosi sulla strada, ad aspettare una camionera, che in pochi minuti ci lascia all’inizio del pueblo di Zipolite. Attraversiamo la strada principale, con cabane, qualche negozietto, e ci troviamo finalmente sulla bellissima spiaggia.. Per quanto sia bello questo tratto di spiaggia, noi abbiamo preferito di gran lunga la nostra Mazunte…La spiaggia è stupenda, ma la lunga fila di cabane che la costeggiano, alcune anche piuttosto malandate, danno un certo senso di abbandono, i ragazzi non si muovono dalle loro amache e sembrano conoscersi tutti, cosi che si ha come l’impressione di essere un intruso a casa loro, ma questa è solo la nostra impressione. Ci aspettavamo di vedere le grandi onde di cui tutti parlano, ma un salvataggio ci dice che da ottobre a dicembre il mare da queste parti è balneabile, mentre nei restanti mesi dell’anno le onde raggiungono tranquillamente anche i 10mt, spazzando via tutto quello che si trova loro davanti, ci racconta di quante vittime ha fatto questo tratto di Oceano, e di come sono cambiate le cose da quando ci sono loro, i lifeguard che sorvegliano senza “dinero ma tanto corazon”..Anche qui il caldo inizia a farsi sentire, cosi ci rifugiamo in un internet point..Passiamo nuovamente il resto della giornata a crogiolarci al sole, a fare qualche bagnetto, alternato a qualcosa di fresco da bere in uno dei tanti baretti li sulla spiaggia. A pomeriggio inoltrato, colpa forse del sole degli ultimi giorni, cambiamo all’improvviso programma. Torniamo sulla strada principale, prendiamo il primo bus che passa (anche questi non hanno fermata, e viaggiano con le porte sempre aperte), torniamo alla ns. Cabana, facciamo una bella doccia, ci godiamo dal nostro terrazzo il tramonto sulla stupenda e solitaria (il lato piu bello delle spiagge che abbiamo visto finora è che complice la bassa stagione, ce le siamo godute quasi in esclusiva…Tutto questo spettacolo solo per noi e pochissimi altri..) spiaggia di San Agustinillo…Chiudiamo gli zaini e aspettiamo una camionera per Pochutla…Da li prenderemo il bus per San Cristobal…Saliamo sulla solita camionera e facciamo il piu bel viaggio qui in Messico: la camionera è piena di messicani che vista l’ora rientrano dal lavoro con i loro attrezzi, una vecchietta prova a fare conversazione ma forse piu che spagnolo parla il suo dialetto e noi non ci capiamo assolutamente nulla…Abbiamo viaggiato cosi per 45 min. Circa, con il sole che tramontava lentamente, il vento addosso, la musica che esce dal posto di guida, tra i loro sguardi divertiti alla vista dei ns. Zaini, i loro sorrisi e la loro gentilezza…Beh questo è il vero messico!! Quando arriviamo a Pochutla ci aiutano a ascaricare gli zaini, e ci salutano come se ci conoscessimo da sempre, (e poi parlano della civiltà che esiste solo in occidente..?!?) Peccato che alla biglietteria ci aspetta una brutta sorpresa, il pullman della OCC che pensavamo di prendere alle 19.45 è pieno, quello dopo sarà solo alle 22.45. Ci rassegniamo all’idea di passare 3 ore li nella sala d’aspetto, anche perché Pochutla città non offre un granche come alternativa, facciamo il biglietto (269 pesos) e ci accampiamo sulle panchine della sala d’attesa, dove dopo quasi una settimana vediamo i primi italiani..Facciamo due chiacchere, aggiorniamo in “diario di viaggio” e attendiamo…Sarà una notte molto lunga… 13 Nov. Giovedi: San Cristobal Il viaggio in notturna so revela un’idea azzeccata, si risparmiano i soldi dell’albergo e non si perdono inutili giornate nei trasferimenti, e al mattino si arriva a destinazione con tutta la giornata a disposizione. Il viaggio passa velocemente, partenza in orario, passiamo i primi minuti a bardarci con pantaloni lunghi, calzettoni, e doppio maglione, si perché appena saliti, l’autista ha lanciato la solita aria condizionata a tutta la velocità…Finita l’opera di vestizione, il tempo di uscire dal parcheggio del deposito l’intero pullman si addormenta (pullman per la prima volta pieno di giovani, tutti turisti con lo zaino..) Arriviamo a San Cristobal alle 10 del mattino e tanto per cambiare l’aria fuori dal pullman è decisamente piu calda di quella dentro, anche se la città è coperta dalle nuvole e scende una pioggerellina finissima, addio caldo sole di Mazunte…Attraversiamo la città a piedi, molto turistica in effetti, e poi eccoli…Italiani ad ogni angolo!! Troviamo posto alla Posada St.Martin (180 pesos) a due passi dallo zocalo, scarichiamo gli zaini e ci lanciamo subito tra le colorate vie di questa pittoresca cittadina..Ci lasciamo incantare dalla splendida cattedrale, che con i suoi colori giallo e arancio, domina la piazza..Qui le donne, indossano gli abiti caratteristici degli indios, e portano lunghe trecce fatte incrociando ai capelli dei grossi fili colorati. Vista l’attesa della sera precedente al terminal dei bus, decidiamo di non rischiare e torniamo al deposito a fare il biglietto per Palenque, e poi da Palenque a Playa del Carmen. Fatti i biglietti incontriamo per primo il mercato des artisan, proprio a fianco del deposito bus..Eh si proprio Chiapas, proprio quello che ci aspettavamo, infatti dopo un primo giro di perlustrazione, usciamo da li già con i primi acquisti…Maglioni, cappelli, cinte, tappeti, coperte di 1000 colori…È un delirio da cui non vorresti mai uscire. Continuiamo il nostro giro per la città, e arrivaimo al famoso mercato comunale..Beh non ci sono parole..Credo che un rullino di foto se ne sia andato solo qui per riprendere colori che da noi non vedremo mai, poi i bambini, piccolissimi e buffissimi che dormono tra le montagne di maglie e coperte..Qui si trova veramente tutto quello che si cerca e desidera e forse anche di piu, e a prezzi veramente irrisori..Prima conviene comunque fare un giro attorno alle bancarelle, perche lo stesso articolo in 3 posti diversi puo avere 3 prezzi diversi e sensibilmente distanti l’uno dall’altro…, anche se in alcuni casi sono talmente irrisori che tirare per qualche pesos in meno ci sembra ridicolo. Passiamo così, quello che doveva essere solo un giro per dare una sbirciata, a fare shopping sfrenato…Uscendo dal mercato cariche di borse, con maglioni, coperte, cappelli di lana e tutto quello che piu ci piaceva (ci siamo tolte veramente ogni sfizio..) ma almeno abbiamo risolto in un colpo solo il problema dei regali da portare a casa. Vista l’aria fresca, e il carico di compere, decidiamo di regalarci un po di caldo riposo al “coccodrillo” un locale sulla Plaza 31 Marzo, carinissimo, dove ci prendiamo qualcosa di caldo da bere e una cheese cake fenomenale! Torniamo alla Posada a depositare “il carico”, riposino, doccia e cena…Cena da dimenticare..Siamo colte da voglia improvvisa di pizza, finiamo così per mangiare una cosa dal sapore dolce che fa rabbrividire, tra l’altro con degli italiani a fianco che fanno vergognare di essere della stessa nazionalità, per quanto sono arroganti e altezzosi, con il titolare della “pizzeria”, stavamo meglio quando non se ne vedeva neanche l’ombra. Per la prima volta da quando siamo in vacanza, decidiamo di fare qualcosa per il dopo cena, torniamo al “coccodrillo”, dove come ci avevano anticipato nel pomeriggio, c’è un gruppo di ragazzi che suona dal vivo..Sentire le canzoni di Santana qua, accompagnate da bonghi e chitarre fa proprio tutto un altro effetto..Passiamo cosi una bella serata, accompagnata da musica e cerveza, ma verso le 23 l’occhio inizia a dare segni di cedimento, così filiamo a nanna.
14 nov. Venerdi: San Juan Chamula – Zinacantan – San Cristobal Questa mattina, sarà l’aria fresca della montagna ma esageriamo, alle 8.00 siamo ancora sotto le coperte! Ci alziamo e andiamo dirette verso una pasticceria su Indipendencia, qui le pasticcerie sono self-service, basta prendere il vassoio, pinza e decidere cosa prendere…È un vero trionfo del colesterolo alla sola vista! Ma siamo in vacanza tutto è concesso…E poi con 8 pesos ci si puo prendere 4 mega paste buonissime! Facciamo colazione sulle panchine dello zocalo, accerchiate da cani che puntano i ns. Sacchetti con fare minaccioso..Anzi uno di questi tenta di strapparlo dalle mani del’Elena, che pero riesce a tenerselo ben stretto. Cafè con leche al volo, e alle 9.15 siamo sotto i portici, negli uffici dell’agenzia dove ieri per 150 pesos avevamo prenotato l’escursione a San Juan Chamula e Zinacantan. Per fortuna scopriamo di essere noi due e un’altra coppia di italiani, e siamo accompagnate da una guida bravissima, che nonostante lo spagnolo si fa capire benissimo. Dopo aver percorso pochi km. Ci troviamo a San Juan Chamula, che ci appare coperta dai soliti nuvoloni e dalla solita pioggerellina. La ns. Auto viene accerchiata da una folla di ambulanti che cercano di venderci ogni cosa, riusciamo a fatica a scendere dall’auto e ci troviamo proprio sullo zocalo..Bancarelle, la sede del comune, la scuola primaria, e la famosa e coloratissima chiesa. La guida ci ricorda che qui è proibiti fotografare le persone, in quanto credono che le foto rubino l’anima, ma con il suo permesso riusciamo comunque a fare qualche scatto. Entriamo finalmente nella famosa chiesa, e quello che si vede non è neanche paragonabile a quanto si legge nei racconti, il pavimento ricoperto di aghi di pino che profumano l’aria, centinaia di candele accese sul pavimento, le statue dei santi dentro delle teche disposte lungo i lati, l’odore forte dell’incenso, e le lente litanie delle persone inginocchiate che pregano..
Usciti dalla chiesa la guida ci lascia un po di tempo per girare da soli, facciamo un giro per le bancarelle attorno allo zocalo, qualche altro acquisto, e poi ripartiamo. Ci fermiamo poco dopo al cimitero del paese, dove ci fa vedere l’usanza degli indios di assegnare un colore alle croci a seconda del “tipo” di defunto (bianco per i bambini, verde per gli uomini, blu per le donne, nere per gli anziani). Percorriamo i 4 km che ci separano da Zinacantan, dove ci fermiamo a casa di una famiglia del posto, dove la signora piu anziana (che era anche l’ostetrica del paese..) ci ha fatto vedere come si tessono le loro tele colorate, ci hanno fatto entrare nella loro “casa” (composta da una sola stanza, fatta in fango e con il tetto in paglia..), preparato sul momento delle tortillas con polvere di zucca, uova fresche (con tanto di gallina che gironzolava indisturbata per casa..), decliniamo l’offerta di assaggiare il famoso posh (quello che serve a ruttare per buttare fuori gli spiriti maligni..). Foto di rito all’intera famigliola, e prova degli abiti dei giorni di festa. Forse molto “turistica” come visita, ma ci siamo innamorate della piu piccola della casa, una bambina bellissima con degli occhi dolcissimi…Ce ne andiamo anche da qui con un pezzo di cuore in meno. Abbiamo proseguito verso la chiesa del paese, questa molto piu simile alle nostre, addobbata già per il Natale, e statue di animali appaggiate un po ovunque. Finita la visita torniamo a San Cristobal che sono le 13, pomeriggio dedicato agli ultimi acquisti, qualche e mail a casa, un giro al coloratissimo mercato della frutta e merenda al ns. Ormai locale preferito “Coccodrillo”. Questa sera cena al “Gato Gordo” su Madero, un ristorante molto molto caratteristico e simpatico, con tanto di sedie e tovagliette colorate, e chitarrista che intona a gran voce la nostra “Volare”, spendiamo 70 pesos in due, per dell’ottima carne, peccato averlo scoperto l’ultimo giorno. Questa sera siamo in forma e decidiamo di andare a fare un giro al “Rose”, ma ancora non c’è molta gente, peccato perché è molto carino..Poi ci viene in mente che domattina alle 6.20 suonerà la sveglia e ancora non abbiamo idea di dove infilare tutti gli acquisti degli ultimi giorni, cosi prendiamo la via della posada.
15 Nov. Sabato: Palenque Alle 6.20 in punto vengono a bussarci alla porta, carichiamo gli zaini in spalla e ci incamminiamo al terminal dei bus. L’autista se la prende con molta molta calma, troppo impegnato com’è a mangiare le banane che si è fermato a comprare lungo la strada, e a chiaccherare con un tipo con qualche rotella fuori posto (che mette nel registratore per ben 3 volte in 5 minuti lo stesso film..!) che sta seduti proprio davanti a noi…! Arrivaimo a Palenque dopo 6 ore, ed è quasi ora di pranzo, passiamo dal gelo del pullman al caldo umido della città, e siamo costretti a spogliarci alla velocità della luce. Assieme ad Angela ed Alessandro, due ragazzi che erano sul pullman assieme a noi, lasciamo gli zaini in un deposito a fianco al terminal dei bus di 2° classe, chiediamo informazioni per arrivare al sito, e un tizio ci porta direttamente ad un collectivo che per 7 pesos a testa ci porta alle rovine (il biglietto delle rovine costa 37 pesos). Palenque sorge nelle cosidette “Tierras calientes”, dove la foresta tropicale domina sovrana, e rende strabiliante il rapporto tra la foresta stessa e l’imponente architettura maya. Aspettavamo di sentire le famose urlatrici, ma a quanto pare anche loro erano in vacanza…Entrando si è subito rapiti dal grande Templo de las Inscripciones, beh poi bisognerebbe nominare uno per uno questi edifici, uno piu bello dell’altro. Non tira un filo di vento,l’umidità è tantissima, e il sole batte a picco, il che non rende proprio piacevole la salita sugli edifici, cosi arrivati in cima si è bagnati come essere entrati vestiti sotto la doccia. Rimanimo a girovagare dentro alle rovine fino all’orario di chiusura (attenzione ai cartelli divieto di passeggio…Grazie Ale!), riprendiamo un collectivo per tornare in centro, salutiamo Angela e Ale che pertiranno in serata per Merida, mentre noi andiamo a far compere per il viaggio che ci aspetta in serata per Playa del Carmen (91 pesos).
16 Nov. Domenica: Playa Del Carmen Un pazzo scatenato! Ecco cos’era l’autista del pullman!! Il viaggio di questa notte è stato un incubo, e non per la guida, ma per il freddo assurdo centro il pullman e il l’aria gelata che arrivava dai bocchettoni dell’aria condizionata, l’ormai consolidato abbigliamento da bus (canotta, maglia a manica lunga, maglia a manica corta, felpa e pail..!?!) questa volta non è bastato, tanto che è stato quasi impossibile riuscire a dormire tanto era il freddo, e se succedeva al risveglio, naso e tutto quello che restava fuori era letteralmente congelato!! Come se questo non bastasse arriviamo a Playa verso le 8 del mattino, sotto la pioggia. Troviamo posto alla Posada Fernandez, 180 pesos, per una stanza grandissima con 2 letti, a due passi dalla 5°Avenida. Mentre il nostro fisico finalmente si ritempra con un po di caldo, visto che ha smesso di piovere, decidiamo di fare una passeggiata..Dopo pochi minuti ci guardiamo, e non c’è bisogno di parlarci perché ci capiamo al volo, un solo pensiero…Scappiamo! Una vera delusione, è vero che ce l’aspettavamo turistica, ma così è veramente troppo..Impossibile camminare lungo il viale senza essere richiamati dai negozianti che cercano di farti entrare nei loro negozi, stessa cosa per i ristoranti, impossibile leggere un menu in santa pace, e poi strapieno di americani e italiani urlanti con tanto di “braccialettoallinclusive”, poi vedere i prezzi dei negozi fa passare anche la voglia di guardare le vetrine (dove tra l’altro il freddo dell’aria condizionata arriva a 1mt. Dalla porta), ogni cosa qui costa 3 e anche 4 volte quello che abbiamo pagato lo stesso identico pezzo in Chiapas. Pranziamo al Mc Donald (il menu qui è più caro che in Italia..) e vista la brutta giornata decido di approfittarne per fare per 200 pesos le famigerate treccine…All’ora di cena ci mettiamo alla ricerca di un posto dove mangiare, ma l’impresa è alquanto ardua, visto che appena ti avvicini al cartello con i prezzi ti si buttano praticamente addosso come avvoltoi. Entriamo in un ristorante piuttosto carino con tanto di orchestra dal vivo, se non fosse che per 2 insalate e 2 coca cole, spendiamo più del pranzo a base di pesce a Mazunte, e in piu provano a fregarci con il conto, a questo punto stanche del viaggio della notte precedente e da questa atmosfera zero Messico, ci prendiamo un gelato (il più piccolo costa 25 pesos..), e direi che per oggi ne abbiamo avuto abbastanza, filiamo a nanna con la speranza che domani sia una bella giornata, se no ce la diamo a gambe! 17 Nov. Lunedì: Playa Del Carmen Per fortuna ci svegliamo con un bel sole che splende, e il suono del fischietto del vigile che sosta vita natural durante sotto la nostra stanza, facciamo un salto al forno a prendere qualcosa da mangiare e voliamo in spiaggia..Bello in contrasto del colore azzurrissimo del mare e quello bianco come borotalco della spiaggia, ma il panorama all’orizzonte è rovinato da un’orribile massa di cemento, che scopriremo poi essere un super villaggio turistico..Passiamo tutta la mattinata sotto il sole anche se l’atmosfera più che di Messico sa della nostra Rimini (dove tra l’altro viviamo e quindi evitavamo volentieri di stare in un suo clone..) il 15 d’agosto, e per fortuna è novembre!! Siamo accerchiate da ragazzi italiani, che non fanno altro che parlare dei loro comodi viaggi in business class, con tanto di caviale e champagne..Che hanno passato mezzo’ora a chiedersi se andare o meno in Chiapas, e sono giunti alla conclusione “Ma cosa ci andiamo a fare? Tanto abbiamo visto Cancun e Playa non basta?”…Rimaniamo senza parole…E’ proprio vero che il Messico quello vero finisce li dove inizia lo Youcatan! Nel pomeriggio arriva all’improvviso uno dei tipici temporali tropicali che durano 10 minuti dopodichè torna a splendere il sole. In spiaggia incontriamo Angela e Ale che sono appena arrivati da Merida, e finiamo il pomeriggio con loro in spiaggia. Peccato alle 17 faccia già buio stile notte fonda, cosi lasciamo la spiaggia, andiamo a fare un salto in un supermercato, riposino, poi quando si fa ora di prepararci per uscire ci guardiamo in faccia e come al solito ci capiamo al volo…Ma chi ne ha voglia?? Ci facciamo un panino che ci mangiamo con tutta calma sul terrazzo della ns. Stanza, andiamo a scrivere qualche e mail, e ritorniamo alla posada, dove aspettiamo, nemmeno troppo a lungo, di addormentarci.
18 Nov. Martedì: Tulum Sveglia presto anche stamattina, diamo un occhiata fuori, e anche se il tempo non promette niente di buono decidiamo comunque di andare a Tulum. Questa mattina colazione sulla spiaggia, e apprezziamo finalmente Playa, peccato che per farlo si debba svegliarsi all’alba, quando ancora tutti dormono, e c’è solo la musica reggae in sottofondo, e gli ambulanti che sistemato le loro cose attorno..E’ ora di andare alla stazione dei bus (proprio sulla 5 Avenida), arriviamo a Tulum dopo 1 ora circa, e notiamo che le strade sono allagate, e il nostro abbigliamento da spiaggia non è particolarmente azzeccato…Ci mettiamo in fila per fare il biglietto d’ingresso, quando alle nostre spalle ci raggiungono Angela ed Ale…Tulum è l’unica città maya sul mar dei Caraibi, circondata da una cinta muraria, dove domina El Castillo, il tempio a strapiombo sul mare che si vede in tutti i deplian, dicono che il sito sia pieno di iguane, ma che vista la giornata nuvolosa se ne stanno per i fatti loro..Probabilmente con una giornata di sole farà tutto un altro effetto o sarà che noi non siamo particolarmente ispirati, così dopo un paio d’ore decidiamo di andare alla ricerca delle famose cabane di Tulum..Dopo un tratto a piedi, ci infiliamo in una stradina che porta direttamente alla spiaggia..Incantevole!! Caraibi doc!! spiaggia bianchissima, mare azzurro, cabane in legno adagiate dietro le dune..Il silenzio, anzi il solo rumore delle foglie delle palme mosse dal vento, eh si ci piace proprio!! Ci regaliamo così un altro pomeriggio di relax, tra la spiaggia e le altalene di un chiosco nel bel mezzo della spiaggia, cullate dalla musica..Bella l’atmosfera dove tutti si conoscono, e per lo piu sono ragazzi che organizzano feste o serate li sulla spiaggia…Dicono che qui a Tulum non si arriverà mai a costruire in modo selvaggio come a Playa del Carmen per via della sua posizione geografica e delle forti correnti marine…Per fortuna Madre Natura preserverà in eterno questo altro pezzo di paradiso terrestre! Purtroppo è ora di riprendere il bus per Playa, un vero peccato! Stasera cena veloce al Burger King, passeggiata lungo la 5°Avenida, dove non c’è niente da dire, i locali sono uno più bello dell’altro, curati nei minimi particolari e originali come non ne abbiamo mai visto altrove. Torniamo in camera a chiudere gli zaini, domani altra partenza.
19 Nov. Mercoledì: Isola di Holbox Quello della merenda in pullman è ormai diventato un rito, cosi ci carichiamo gli zaini, andiamo al solito forno a fare provviste e saliamo su un collectivo che per 30 pesos ci porta a Cancun.Dopo un’ora circa scendiamo di fronte al terminal dei bus dove dobbiamo prendere un altro bus di 2°classe per Chiquilà e poi da li traghetto fino a Holbox. Facciamo la fila e quanto tocca a noi l’impiegato ci dice che il bus è appena partito (fino al giorno dopo non ce ne sarebero stati altri) e incredibile ma vero, un tizio della sicurezza si mette a correre come un pazzo, attraversa la strada (trafficatissima!) e ci ferma il bus (60 pesos il biglietto)…Solo in Messico possono siccedere queste cose…Il viaggio scorre tranquillamente, è sempre suggstivo viaggiare assieme alla gente del posto, la strada è a una sola corsia, immersa nel verde, abitata ogni tanto da piccolissimi villaggi sperduti immersi nella foresta…Una bella differenza dagli enormi centri commerciali appena lasciati a Cancun, e poi ancora più atmosfera è data dalla pioggia torrenziale che non hai mai smesso un solo secondo di scendere. Arriviamo a Chiquilà dopo 3 ore circa, dove c’è il traghetto (barcarola forse è il termine piu corretto…), che in 20 minuti circa ci lascia sull’Isola (30 pesos). Ad attenderci al molo ci aspettano diversi taxi…Cioè delle macchinine elettriche come quelle che ci sono sui campi da golf, che cercano di districarsi tra le enormi pozzanghere (eh si perché qui strade, asfalto, cemento, segnali per i cellulari, e auto a benzina NON ESISTONO!!). Holbox è l’unico centro abitato dell’Isola, dove vivono circa 1.500 persone, per lo più pescatori, belle le casette colorate con i tipici tetti in paglia, tutte a due passi dal mare. Ci facciamo convincere dal taxista e da un ragazzo che era sul pullman ad andare all’Hotel Esmeralda (dove lui lavorava..), e dove per 250 pesos ci danno una camera con doppia finestra proprio sulla spiaggia, completamente rivestita in marmo..Beh anche questa volta ci è andata più che bene, e poi visto il periodo scopriamo di essere le uniche due ospiti. Lasciamo gli zaini e con un “taxi” raggiungiamo lo zocalo, zocalo piccolissimo, solo con l’indispensabile, farmacia (che funziona anche da ufficio postale..) una pizzeria, un alimentari e l’immancabile internet point. Ci divertiamo a fotografare le pareti delle case, disegnate con i tipici pellicani rosa (che abbiamo la fortuna di vedere sulla strada del ritorno..), e i fiori del posto. Visto il vento fortissimo decidiamo di tornare nella ns. Stanza, questa volta però a piedi, lungo la strada che costeggia la spiaggia facendo attenzione a non finire in una delle enormi pozzanghere formate dopo la pioggia di ieri..Lungo la spiaggia ci sono diverse “Palape” tutte colorate, rosso, giallo verde che verrebbe voglia di fotografarle tutte..Torniamo nella nostra stanza, ma sarà la giornata grigia unita al fatto che siamo sempre più vicine alla fine del viaggio che ci assale un po di tristezza…Nonostante il toast freddo offerto per la cena, passiamo una bella serata a chiaccherare con Hester, la proprietaria dell’Hotel, una signora simpaticissima che termina ogni frase con l’esclamazione “oh mi madre!”..Dopo un po probabilmente dimentica che siamo italiane e inizia a parlare sempre più velocemente e a tono sempre più basso, così ci troviamo a fare facce interessate quando in realtà non ci stiamo capendo più nulla!! Alle 23 riusciamo a liberarci di lei e Alejandro, e andiamo in camera, ma il vento fortissimo fa sbattere porte e finestre così non dormiamo più di tanto, speriamo domani in un po’ di sole.
20 Nov. Giovedì: Isola di Holbox – Playa Del Carmen Ci alziamo speranzose di trovare un bel sole ma non è così..Infatti è bello coperto, ma il vento sta calando così andiamo a far colazione fiduciose. Decidiamo comunque di partire oggi, per evitare di fare un altro viaggio proprio domani che è l’ultimo giorno, così torneremo a Playa da dove prenderemo sabato il pullman per l’aeroporto. La speranza è l’ultima a morire e così finalmente appena finiamo di fare colazione vediamo uscire qualche spiraglio di sole..Decidiamo di fare un giro in spaiggia a vedere le famose conghiglie di Holbox..E infatti complice la mareggiata della sera prima ce ne sono a montagne, di ogni colore e forma..Ci troviamo a passeggiare sulla spiaggia e a raccogliere conchiglie, cosa che potremmo fare ogni giorno anche a casa nostra, ma qui tutto ha un sapore diverso. Torniamo in albergo a prendere gli zaini, Hester ci regale delle bellissime “Conchitas” ben più grandi di quelle raccolte sulla spiaggia. Andiamo al molo con un taxi, ad aspettare il traghetto che ci riporterà indietro, e ci godiamo finalmente un bel sole e lo spettacolo dei pellicani che si rincorrono a pelo d’acqua…E su tutte la pace di questo posto lontano anni luce dal turismo di massa. Lungo la traversata abbiamo compagnia..E infatti veniamo accerchiate da delfini che si tuffano proprio li a fianco..Stupendo! Da Chiquilà di nuovo pullman fino a Cancun e collectivo fino a Playa, dove torniamo alla Posada Fernandez, dove questa volta c’è posto in una camera matrimoniale per 150 pesos, ben più piccola di quella delle sere precedente, ma almeno senza il vigile con il fischietto sotto la finestra! Cena veloce, giro solito sulla 5 Avenida e sempre più tristi ci incamminiamo verso la Posada…Domani è l’ultimo giorno…
21 Nov. Venerdi: Playa del Carmen Oggi è l’ultimo giorno e decidiamo di darci alla bella vita, in fondo ce lo meritiamo..Colazione con pan tostato burro e marmellata e frappè ai gusti tropicali. Al nostro tavolo si diede una ragazza di Italiana, arrivata in Mex il giorno prima e che resterà fino a fine gennaio…Ci rode da morire!!!! Passiamo la giornata, l’ultima a crogiolarci al sole, pranziamo in spiaggia con un bicchiere enorme di frutta che vendono le ambulanti sullo zocalo, 10 pesos per cocomero, mango, papaya, ananas cocco e melone…Ed è il 21 novembre…Ci viene da piangere!! Quando scende il sole ormai è rimasta solo la scottatura e la tristezza della partenza sempre più vicina..Ma in fondo anche la gioia e la sopddisfazione di quello che è stato, un viaggio magnifico! Stasera cena in un carinissimo ristorante di italiani, dove ci concediamo proprio tutto dai tacos al dolce, al caffè a una bella caipiroska come si deve…L’alcool ci da una mano a cancellare la tristezza e ad addormentarci senza troppi pensieri..Ormai ci siamo..
22 Nov. Sabato: Cancun – Miami – Madrid – Bologna Alle 7 in punto siamo già sul muretto della spiaggia a fare colazione..Passiamo un bel po di tempo in silenzio, ma non c’è bisogno di chiederci poi il perché, ognuna di noi sta rivivendo per conto proprio ogni momento di questo viaggio, ci riempiamo gli occhi di questo mare e ci guardiamo intorno cercando di imprimere per sempre queste immagini nella nostra mente..Trascorriamo l’ultimo giorno qui sulla spiaggia (ci siamo fatte lasciare la stanza fino alle 16 per 100 pesos) ma con aria inquieta e uno strano senso di desolazione, tornare a casa e lasciare tutto questo è bruttissimo..Sono già le 16 e ci aspetta quello che sarà l’ultimo viaggio in pullman (65 pesos), ormai ci eravamo affezionate anche a questo continuo sali e scendi, quello verso l’aeroporto di Cancun. Li ritroviamo molte delle persone che abbiamo incontrato in questo viaggio itinerante per il Messico, due ragazzi che erano partiti con noi da Bologna, assieme ad una coppia che avevano conosciuto, Angela ed Ale ed altre due persone che avevano conosciuto loro…Ormai è il momento..Volo per Miami e poi da li Madrid ed infine Bologna, per fortuna ormai il gruppo è numeroso e le lunghe ore di attesa a Miami passano velocemente. Arriviamo a Bologna alle 18.30 di una domenica nebbiosa e fredda, e il nodo allo stomaco che ci ha accompagnato durante il volo diventa quasi pianto appena tocchiamo terra e già si sentono suonare i primi cellulari… e il nostro Messico è ormai lontanissimo.
Adesso che siamo qui, in una gelida giornata di dicembre a raccontare questo nostro viaggio, ci emozionamo ancora pensando alle persone che abbiamo incontrato, ai colori e a tutto quello che abbiamo vissuto, avevamo delle aspettative per questo viaggio ma la vera sorpresa è che è stato molto molto di più..E adesso ci restano le foto da gustarci nelle fredde giornate invernali e i racconti da fare agli amici, ma l’atmosfera, le avventure e le disavventure, i colori e la gente,tutto quello che abbiamo vissuto e ricevuto in questi giorni, è e sarà per sempre, solo nei nostri ricordi..Questa è l’esperienza indimenticabile che ci ha regalato questo viaggio, il nostro viaggio..Nel nostro Messico…!! Muchas Gracias Mexico…Hasta Luego!! P.S. Un saluto ad Angela ed Ale con cui abbiamo condiviso gli ultimi giorni del viaggio, e a tutte le persone che abbiamo incontrato in quei giorni.