Da Bombay a Calcutta in tre settimane fai da te

Con questo racconto di viaggio, vorremmo dare un po’ di informazioni pratiche e consigli a chi intende effettuare un itinerario simile in India organizzandosi il viaggio fai da te. Consigli generali: Organizzazione pre partenza: noi abbiamo prenotato i voli internazionali per conto nostro sul sito internet “edreams” (British Airways...
Scritto da: SimonaBrassesco
da bombay a calcutta in tre settimane fai da te
Partenza il: 08/08/2009
Ritorno il: 31/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Con questo racconto di viaggio, vorremmo dare un po’ di informazioni pratiche e consigli a chi intende effettuare un itinerario simile in India organizzandosi il viaggio fai da te. Consigli generali: Organizzazione pre partenza: noi abbiamo prenotato i voli internazionali per conto nostro sul sito internet “edreams” (British Airways Genova – Londra, Londra – Bombay all’andata, e Calcutta-Delhi, Delhi-Londra, Londra-Genova al ritorno), e tutti i trasferimenti interni prima di partire, servendoci di un’agenzia locale di Bombay (nostra prima tappa) e abbiamo deciso di spostarci in vari modi, via via diversi, per sperimentare un po’ di tutto. Abbiamo fatto sia viaggi in treno, notturni e non (in classe economica “sleeper class” insieme agli indiani e non ai turisti), sia voli interni e spostamenti in macchina (che si noleggia con autista, in quanto guidare da soli è improponibile). L’agenzia indiana alla quale ci siamo rivolti, che vi consigliamo, è la Trust Holidays. Consigliamo di prenotare in anticipo almeno i trasferimenti anche solo per perdere meno tempo possibile; prenotandoli con l’agenzia locale il costo è comunque contenuto e vi risparmiate code agli sportelli o contrattazioni per le macchine. I treni sono il mezzo più economico, per tutti i treni noi abbiamo speso meno di 20 euro in due (ovviamente viaggiando in vagoni sleeper class insieme agli indiani, in condizioni igieniche e di affollamento che effettivamente non sono per tutti). Alcune volte però è meglio la macchina se si vogliono fare tappe intermedie magari frequenti, o i voli interni se i treni non sono comodi come orari o sono spostamenti troppo lunghi. C’è da considerare che sia i treni che i voli sono sempre in ritardo… bisogna rassegnarsi e fare come gli indiani, che si sdraiano e dormono ovunque si trovino aspettando che arrivi il mezzo di turno! Come voli interni abbiamo preso sia la “Jet Airways” sia la “Kingfisher” ed entrambe le compagnie ci sono sembrate valide, con aerei nuovi e un buon servizio. La compagnia statale (Air India) è invece sconsigliata dai locali e dalle guide, un po’ come tutto ciò che in India viene gestito dallo Stato… Per quanto riguarda gli autisti, noi ne abbiamo cambiati molti (visto che abbiamo alternato la macchina ai treni e ai voli, ogni volta avevamo un autista diverso), e non ci siamo mai trovati bene. Nel senso che tutti spingono parecchio per farti fare quello che vogliono loro, o perché vogliono riposarsi e quindi fare il meno possibile (per cui insistono per portarvi a pranzo, per fare soste, o per farvi riposare in albergo), o nella maggior parte dei casi perché spingono per farvi comprare nei negozi o farvi alloggiare in certi alberghi perché loro ricevono una commissione. Purtroppo questo atteggiamento in certi casi è talmente fastidioso (soprattutto se, come noi solitamente, si ha già un’idea di dove si vuole stare o cosa si vuole visitare) che si finisce per innervosirsi o rovinarsi certi momenti a causa loro, e per avere discussioni. Per questo, non consigliamo di utilizzare solo la macchina per i trasferimenti… Gli alberghi li abbiamo scelti lì per lì nelle varie tappe, alternando posti economici a posti più carini; la scelta è molto varia ed essendo bassa stagione i costi sono bassi e si trova sempre subito dove dormire (i prezzi variavano per stanza doppia a notte da 8 a 20 euro più o meno, tenendo presente che i 20 euro si riferiscono ad alberghi o veramente belli tipo ex residenze di Maharajah locali o locati in grandi metropoli tipo Bombay, Calcutta…). Come guida abbiamo usato la Lonely Planet, e ci siamo trovati quasi sempre bene. Del nostro itinerario non cambieremmo nulla, per cui ve lo consigliamo così com’è; in tre settimane si fa benissimo, senza correre e vedendo tutto quanto c’è da vedere, apprezzando anche l’andare in giro ed entrando in contatto con le persone, e abbiamo alternato giorni più tranquilli ogni tanto per non stancarci eccessivamente. Clima: non fatevi prendere dallo sconforto per il clima, ad agosto è caldo e umido ma non più che in Italia, e il viaggio è fattibile. La stagione dei monsoni è finita ad agosto e non piove più, una delle poche cose che non abbiamo mai usato sono stati i poncho che ci eravamo portati per ogni evenienza! Vaccinazioni: noi non ne abbiamo fatte, né ci sono sembrate necessarie una volta in India. Occorre molta attenzione a non bere acqua non minerale, così come evitare verdura e frutta fresca, succhi non imbottigliati, e in generale cibi non cotti. In tre settimane siamo stati bene anche mangiando il cibo per strada nelle bancarelle, osservando le normali precauzioni così come in tanti paesi del mondo. In generale, il cibo è molto speziato e può dare un po’ di fastidio all’inizio per il cambio di alimentazione, ma se si osservano le regole di igiene classiche non dovreste avere problemi più seri. Invece, controllate sempre che l’acqua che vi vendono o vi servano come minerale sia effettivamente chiusa e sigillata; a noi è capitato di ricevere acqua del rubinetto al posto della minerale un paio di volte (di cui la prima in un ristorante). Cose da portare: consigliamo carta igienica (che pare un bene di lusso e in tanti alberghi non è garantita), saponcini (idem), asciugamani e sacchi lenzuolo (per igiene vostra più che altro, anche se noi ci siamo adattati, molte volte asciugamani e lenzuola sono abbastanza grigi più che bianchi!), repellente anti zanzare (anche se più o meno sono quante in Italia, non facendo l’anti malarica noi ne abbiamo usato), Amuchina gel per disinfettare le mani, pile o torce per quando va via la luce o per quando le strade non sono illuminate (come, ad esempio, a Varanasi lungo il Gange) e tante salviette intime e normali per lavarsi in giro. Per quanto riguarda i vestiti, normali vestiti da viaggio comodi e freschi, qualcosa per coprirsi visto l’uso smodato di aria condizionata… Le scarpe aperte tipo sandali vanno benissimo, io ho quasi sempre usato le infradito. Vi consiglio di partire con un dizionarietto per capire almeno cosa mangiare, perché i menu sono quasi sempre in hindi. Invece noi non abbiamo mai usato: adattatori per la corrente (hanno spine diverse ma la nostra ci entra), i poncho, la crema solare (il sole non picchia così forte, siamo tornati poco più scuri di come siamo partiti), le scarpe chiuse, roba che avevamo portato pensando fosse utile. Consiglio: entrare in contatto con le persone è ovviamente l’aspetto più interessante del viaggio in India, e non è facile se si va sempre e solo a visitare i classici posti da guida turistica. Di solito infatti in quei posti c’è l’assedio al turista, e l’atteggiamento è quello di cercare di spillarvi più soldi possibile. E’ solo uscendo dal circuito “guida” che si conoscono veramente gli indiani, e si riesce a penetrare di più nella loro cultura. Quello che vi consigliamo è quindi di non farvi prendere dall’ansia di vedere tutti i posti segnalati, ma di uscire dalle strade classiche e passeggiare nei villaggetti locali, prendervi del tempo (anche solo qualche ora) per andare a vedere i quartieri più periferici, andare nei templi all’ora delle cerimonie, etc. E avrete le vere soddisfazioni del viaggio, conoscere gli indiani non assillanti ma ospitali e curiosi di conoscervi, quelli che non vi vedono come un portafoglio ambulante ma come uno straniero che sono curiosi di conoscere meglio! E adesso il nostro itinerario giorno per giorno: 9 agosto: arriviamo a Bombay in tarda mattinata, ci trasferiamo in un albergo a 1 stella in centro, il City Palace vicino al Victoria Terminal (molto comodo come posizione, ma davvero squallido con stanze molto piccole, anche le più “costose,” e con il bagno alla turca). Andiamo in giro a piedi fino al Gateway of India, e vediamo un po’ di posti lì intorno (passando da Horniman Circle), mentre la sera passeggiamo in Marine Drive (il lungomare nuovo). 10 agosto: la mattina vogliamo andare a Elephanta Island ma scopriamo che il lunedì l’isola è chiusa… così andiamo con un tipo incontrato lì al Gateway of India a fare un tour in macchina di qualche ora; ci porta a vedere il tempio giainista (che vi consigliamo) frequentato da molte persone, Maribar Hill, la casa museo di Gandhi, i giardini chiamati Hanging Gardens, la torre del silenzio, e i quartieri musulmani più poveri (loro li chiamano slums ma non sono le vere baraccopoli, in quelle non ci si può proprio entrare). Nelle moschee abbiamo provato ma non fanno entrare i non musulmani. Poi andiamo a vedere il mercato tradizionale (Crawford Market) ma ci delude un po’; è sicuramente per indiani, ma hanno della roba abbastanza indecente. La sera andiamo in altri templi, di cui quello degli Hare Krishna (in cui assistiamo alla danza e alla recita dei mantra, e facciamo due chiacchiere con un monaco che ci spiega l’essenza della loro religione), e al tempio Babul Nat, anche lì partecipando alla cerimonia insieme ai locali. Poi andiamo sull’unica spiaggia di Bombay, Chowpatty Beach, passeggiamo guardando i locali che si rilassano in spiaggia, e mangiamo riso con verdure ad un bancarella per meno di un euro. 11 agosto: andiamo finalmente ad Elephanta Island con il traghetto che parte dal Gateway of India (c’è ogni ora più o meno). Ci vuole un’oretta per arrivarci e circa due/tre ore per visitare i templi nella roccia. Consigliamo la gita: molto bella, i templi induisti scavati nella roccia sono molto belli, e anche la gita merita. Il pomeriggio prendiamo il treno per Aurangabad, nostra prossima meta. Il treno parte dal Victoria Terminal (in orario!) alle 4 e mezza e arriva alle 11 di sera più o meno. Il viaggio lo passiamo a leggere, scrivere il diario, parlare con i locali (persino un po’ stupiti che fossimo nella sleepers class)… Ad Aurangabad andiamo in un albergo piuttosto triste in cui staremo due notti, che si chiama Raviraj Hotel (che non consigliamo; il bagno era talmente orrido che si è meritato una foto!). 12 agosto: andiamo in macchina con un autista ad Ajanta (gita in giornata pre-organizzata da Trust Holidays), a vedere il sito famoso per le grotte scavate nella roccia. E in effetti è piuttosto impressionante, con tutte queste grotte (una trentina) bellissime e piene di sculture scavate nella montagna… ci vuole tutto il giorno in quanto il sito è a un centinaio di Km di distanza (per percorrere i quali occorrono più di due ore e mezza di macchina, anche viste le condizioni stradali), più la visita al sito e il rientro. 13 agosto: oggi andiamo ad Ellora, un altro sito bellissimo e famoso per i templi sia buddisti che induisti scavati e dipinti. Sono effettivamente bellissimi, e forse ci piacciono ancora più di Ajanta. Entrambi i siti sono comunque molto belli e vale la pena venire qui a vederli! Ellora è solo a una trentina di Km da Aurangabad, per cui riusciamo a vedere anche altre cose come il Forte di Daulatabad e il “Taj del Deccan” (Bibi Ka Maqbara), sempre con l’autista di ieri con la gita pre organizzata. La sera stessa ci porta in aeroporto, per il trasferimento in Rajasthan. Prendiamo un volo per Bombay alle 8 di sera, e aspettiamo il volo successivo dormendo qualche ora in aeroporto a Bombay, e prendiamo poi il volo successivo per Udaipur alle 5 del mattino, e arriviamo verso le 7 nella nostra prima città del Rajasthan. 14 agosto: all’arrivo prendiamo un taxi per farci portare in città, e chiediamo all’autista di portarci in un albergo nella zona centrale del Lal Ghat (con vista fiume e che sia abbastanza carino, dopo i primi due alberghi vorremmo poterci rilassare in un bel posto), e finalmente pernottiamo in un albergo carino che consigliamo (Lake Ghat Palace), una haveli storica ristrutturata. Poi andiamo in giro per Udaipur, prima a visitare il City Palace, e poi andando in giro per templi e nella cittadina, perdendoci nelle vie a fotografare le persone… Oggi ci sono grandi celebrazioni per il compleanno di Krishna, ed è carino andare in giro a vedere cosa organizzano i locali per divertirsi, e nel tempio dedicato al dio indù (tempio Jagdish). Facciamo un giro in auto risciò con un ragazzino matto che ci porta a vedere il tramonto in un posto carino sul lago, e poi torniamo in albergo per cenare nel ristorante sul tetto (bella vista e il cibo discreto, e finalmente un po’ di privacy). 15 agosto: la mattina andiamo a vedere la cittadina dall’alto con la funivia al Sunset Point, e all’una abbiamo appuntamento con l’autista che ci porterà a Jodhpur (per la quale ci vogliono più o meno 5 ore di macchina). Più o meno a metà strada ci fermiamo un paio d’ore a vedere Ranakpur, dove vi sono templi famosissimi tutti di marmo con migliaia di colonne scolpite; il sito è davvero stupendo! Arriviamo poi a Jodhpur in serata e su consiglio dell’autista ci fermiamo in un albergo (segnalato anche dalla guida) che si chiama Newtons Manor (carino, piuttosto economico anche se non centrale). Mangiamo anche lì visto che ormai è tardi e siamo stanchi, il cibo insomma, molto da ospedale, riso bianco e verdure cotte insipide… 16 agosto: visitiamo Jodhpur con il nostro autista che ci porta a vedere prima il Forte, molto bello in posizione splendida che domina la città blu (davvero le case sono colorate di azzurro e dall’alto fanno un effetto molto bello), poi la Jaswant Thada (tombe reali), il palazzo Umaid Bhawan (che non merita assolutamente), e infine il mercato dalla Clock Tower. Segnalo un negozio vicino alla Clock Tower, per comprare stoffe (le sete sono molto belle), e prodotti finiti (copriletti, cuscini, sciarpe, statue, etc) che si chiama Ganesh Handicrafts. Noi abbiamo comprato parecchia roba, sia per noi che per amici, e ce la siamo fatti spedire a casa, pagando con carta di credito. La sera il nostro autista ci accompagna in stazione per prendere il treno notturno che ci porterà a Jaipur. In stazione è il delirio, non so quante centinaia di persone sono sdraiate a terra, non si riesce neppure a camminare… Il treno è in ritardo per cui anche noi ci sediamo sugli zaini ad aspettare, nel frattempo facendo qualche foto qua e là per immortalare queste scene incredibili. Quando il treno arriva, c’è gente anche sul tetto, sembra una scena da film! Noi non troviamo subito i nostri posti, o meglio li troviamo e ci sembrano semplici sedili anziché lettini; quando ormai ci siamo rassegnati a non dormire, arriva il controllore che riassegna a caso i posti e ci da due lettini… Non capiamo ma ci trasferiamo sperando di riposare un pochino. 17 agosto: il treno arriva alle 5 del mattino a Jaipur (arriva in orario, nonostante fosse in ritardo alla partenza: attenzione a quest’elemento per la sveglia!), non abbiamo dormito un granchè nel micro lettino per cui cerchiamo di trovare un albergo che ci accolga a quest’ora indegna per lavarci (dopo il treno è l’unica cosa che vogliamo fare, oltre a riposarci qualche ora). Ci facciamo portare da un’auto risciò al Bissau Palace, un albergo molto molto bello che ci hanno consigliato degli amici in India; è effettivamente forse il più bell’albergo in cui siamo stati in India, si tratta infatti dell’ex residenza estiva del Maharajah, e per poco più di 100 euro ci dormiamo tre notti in due, nella camera deluxe. La mattina ci riposiamo e all’1 abbiamo appuntamento con il ragazzo dell’auto risciò conosciuto la mattina stessa (Saddik) perché ci porti in giro per la città. Andiamo a visitare un po’ di posti, in particolare il tempio delle scimmie, il water palace, un negozio di tappeti, i cenotafi reali (Royal Gaitor), e il suo guru (un tipo particolare che guardandoci negli occhi ci dice tante cose che ci lasciano perplessi, molte assolutamente vere e molto specifiche). Al tramonto ci porta al Tiger Fort sopra la città, beviamo una birra e ci rilassiamo guardando il tramonto sulla città dall’alto, molto carino. La sera mangiamo in albergo, si sta bene e non abbiamo molta voglia di uscire, il cibo è buono. 18 agosto: oggi andiamo sempre in auto risciò (Saddik non è potuto venire, ma ci ha mandato Ganesha, con cui ci troviamo altrettanto bene), a visitare prima il forte di Amber (vicino a Jaipur), e poi torniamo a Jaipur per vedere il City Palace, l’osservatorio astronomico (insomma, un po’ diverso da come ci aspettiamo), il palazzo dei venti (carino). Facciamo poi un po’ di giri per mercati locali, incontriamo un po’ di gente con cui chiacchieriamo e compriamo una seta bellissima bianca con cui pensiamo di farci fare le lenzuola una volta a casa. Anche stasera mangiamo in albergo, si mangia bene e il posto è così carino. Stasera però ci sono dei topolini a farci compagnia (cosa abbastanza usuale, persino appunto nei posti “bene”)… 19 agosto: stamattina partiamo in macchina con un autista alla volta di Agra (quest’unica volta, l’autista “di turno” si è presentato in ritardo di un’ora e comunque dopo aver sollecitato), passando da Fatepur Sikri. Arriviamo dopo circa 3 ore e mezzo a Fatepur, e visitiamo la città moghul abbandonata, con tutti i suoi palazzi di arenaria rossa. Non ci colpisce particolarmente, forse proprio perché ormai è abbandonata e c’è solo qualche turista (come sempre prevalentemente indiani) che gira tra i palazzi. Dopo poco usciamo e apprezziamo molto più la moschea lì vicina, costruita pare sulla base di quella della Mecca… La Moschea è frequentata dai fedeli, e giriamo un po’ facendo qualche fotografia. Ripartiamo poi per Agra, dove arriviamo dopo circa una mezzora, e cerchiamo un albergo in Fatebad Road, come consigliato dalla Lonely. Ne troviamo uno piuttosto valido come rapporto qualità prezzo che si chiama Awar Yatri Niwas, che consigliamo visto che ad Agra (città piuttosto turistica) i prezzi sono parecchio alti, questo ci è sembrato l’unico a praticare i prezzi degli stessi alberghi nelle altre città in cui siamo stati. La sera andiamo al Sadaar Bazaar in auto risciò, che non è carino come ci aspettiamo, e mangiamo in un ristorante chiamato “Zorba the Buddha”, gestito dai seguaci di Osho e che fa un menu fisso con tutti alimenti particolari, salutisti e vegetariani (ovviamente), con frutta e verdura lavata con acqua minerale etc. In realtà usciamo con più fame di prima e sentendoci un po’ spennati in confronto agli altri ristoranti. 20 agosto: giriamo tutto il giorno Agra in auto risciò con il tipo della sera prima (come si nota, la cosa è abbastanza usuale: gli autisti degli auto risciò si contendono i turisti in arrivo in stazione poi sapendo che con qualche domanda del tipo “ti fermi tanto” o “cosa pensavi di fare di bello” riescono mediamente a tenerli come clienti per un giorno o due portandoli in giro in ruolo di taxi o di simil-guida), che ci porta prima a visitare il Forte rosso (che tra tutti i forti visti è forse uno dei migliori), poi la moschea Jama Masjid nel quartiere musulmano, il Baby Taj, la tomba cinese (molto carina e antichissima), negozi di tappeti molto belli, e infine il Taj Mahal, in cui trascorriamo tanto tempo (dalle 4 e mezza sino a oltre le 7, quando ci buttano quasi letteralmente fuori!). Inutile dire che il Taj ci colpisce moltissimo, è stupendo e ancora più grandioso di quanto ci si immagina… La sera, tanto per variare la nostra dieta sempre a base di riso e verdure, mangiamo al Pizza Hut di fianco all’albergo (!), una pizza americana… 21 agosto: partiamo con un autista alla volta di Gwalior, a sud di Agra. Ci vogliono circa 3 ore per arrivare, e subito andiamo a visitare il museo del Maharajah (pacchianissimo ma divertente), e il complesso del forte, carino, in cui siamo da soli a passeggiare. Cerchiamo poi un albergo, capitiamo al Sun Beam (niente di che, piuttosto anonimo ma normale), dopo che il nostro autista in modo veramente insistente voleva portarci dai suoi contatti, molto più costosi. Dopo andiamo al mercato locale, passeggiamo per il quartiere osservando la gente, facendo fotografie, etc. La sera per cena andiamo alla Indian Coffee House, un posto consigliato dalla guida e gestito dallo Stato, in cui è successa la disavventura dell’acqua; ci servono infatti la bottiglia di minerale con dentro l’acqua del rubinetto, e dopo varie insistenze ammettono. Ovviamente spaventati torniamo in albergo, e anche se i gestori dell’hotel ci tranquillizzano non siamo completamente tranquilli finchè con il passare del tempo ci rendiamo conto di stare bene. Pare comunque che in città sappiano di non andare in quel posto a mangiare, per le scarse condizioni igieniche e questi episodi già accaduti; in generale ci avvisano di evitare i posti statali in India, che sono gestiti male. 22 agosto: sempre con il solito autista andiamo a Datia (circa a due ore di macchina da Gwalior), dove visitiamo un bel palazzo moghul di 7 piani, e poi proseguiamo verso Orcha (dopo un’altra ora e mezza di macchina). Ad Orcha pernottiamo in un albergo costruito dentro un palazzo accanto al forte (il Sheesh Mahal), che consigliamo in quanto i prezzi sono allineati agli altri hotel con però camere decisamente più affascinanti. A Orcha non abbiamo voglia di visitare forti etc ma andiamo semplicemente in giro in mezzo alla gente, nei percorsi non battuti nel villaggio locale. Incontriamo tanta gente simpatica che ci fa un sacco di feste, ci segue ridendo (soprattutto i bambini), vogliono farsi fotografare e in alcuni casi ci invitano a casa loro a bere tè e mangiare biscotti, cercando di comunicare in inglese. Compriamo poi un po’ di statue carine, sia per noi che come souvenir; è il primo posto in cui vediamo statue decisamente belle che ci piacciono molto. Dopo, ci beviamo una birra sul tetto di un palazzo con vista forte, aspettando le 7.30 quando andiamo al tempio di Rama per la cerimonia serale. Lì ci uniamo ai locali e assistiamo alla “puja” del tramonto, nel tempio dedicato a Rama (incarnazione di Vishnu). Incontriamo altri amici incontrati nel pomeriggio, e per sdebitarci gli compriamo qualche cosina, che vendono in un banchetto improvvisato fuori dal tempio. La sera ceniamo in un ristorantino sui tetti e per la prima volta mangiamo davvero bene… purtroppo non sappiamo il nome, ma aveva la scritta “Cerveceria” fuori per attirare i turisti. Con due euro mangiamo davvero benissimo e tanto. 23 agosto: ripartiamo per Khajuraho con il solito autista che ormai non sopportiamo più (per questioni di itinerario, questo ci ha seguiti per tre giorni), e all’arrivo prima ci facciamo portare a vedere i templi fuori mano (come quelli giainisti), e poi cerchiamo un albergo in centro in modo tale da poi poter visitare il resto da soli. Troviamo il Marble Palace, anche questo consigliato dalla Lonely, che per un prezzo modico (poco più di 10 euro) ci da una stanza enorme con un bel bagno. Andiamo poi a vedere i famosi templi erotici del luogo, che sono in effetti molto belli e molto particolari, con tutte queste scene tratte dal Kamasutra ritratte in mezzo alle scene di vita quotidiana. Anche oggi ci facciamo un aperitivo, seguito dalla cerimonia nel tempio dedicato a Shiva (qui è alle 7), che ci è piaciuta molto, e poi una cena molto buona al Blue Sky Restaurant di fronte ai templi, che sono illuminati dallo spettacolo “Luci e Suoni” (che ci avevano consigliato, ma preferivamo assistere alla cerimonia al tempio). 24 agosto: stamattina ci riposiamo e a mezzogiorno ci trasferiamo in aeroporto per prendere il volo Jet Air per Varanasi (sono circa 40 minuti di volo). All’arrivo incontriamo Krishna, un ragazzo indiano molto simpatico che oltre ad accompagnarci in albergo (trovandoci esattamente il tipo di sistemazione che gli abbiamo chiesto al prezzo che volevamo), ci accompagnerà per Varanasi i successivi due giorni, per mostrarci sia la Varanasi da guida turistica, ma soprattutto la Varanasi più nascosta, i personaggi interessanti e altre cose simpatiche che da soli non avremmo mai visto. Vi lascio il suo numero di cellulare perché vi consiglio davvero di contattarlo in caso di visita in città; il suo numero è +919335499769. L’albergo in cui stiamo a Varanasi si chiama Leela Guest House, si affaccia sul Gange e dormiamo nella camera con terrazzo proprio vista fiume. Purtroppo l’unico neo è il gestore dell’hotel, che è davvero insistente nel cercare di venderci le sue escursioni… Il pomeriggio di oggi lo trascorriamo in giro per i ghat lungo il fiume, e assistiamo alla cerimonia della puja del tramonto, che dura circa un’ora e mezza e si tiene nel Main Ghat, molto vicino al Ghat della nostra Guest House. Dopo, mangiamo al Lotus Restaurant, proprio accanto all’albergo, un posto davvero molto molto carino che ha dei cuscinoni sui quali ci riposiamo mangiando cose molto buone sul tavolino per terra. 25 agosto: stamattina sveglia prestissimo per fare l’escursione in barca sul Gange alle 5, per vedere l’alba e tutti i pellegrini che scendono al fiume a bagnarsi. L’escursione è effettivamente emozionante, attraversiamo tutti i diversi Ghat, tra cui anche i due “Burning Ghat” ossia i crematori in cui 24 ore al giorno bruciano i cadaveri sulle cataste di legna. Negli altri, si vedono chi lava i panni, chi si lava nel fiume, chi si fa la barba, chi si butta semplicemente, chi prega e porta i fiori in dono alla dea Ganga…Incocciamo anche in un cadavere (alcune categorie di persone non vengono cremate ma buttate nel fiume con una pietra al collo), e in un alligatore, morto e raccolto dal nostro barcaiolo (presumiamo per mangiarselo)! Dopo un’oretta sul fiume, Krishna ci porta a vedere la cerimonia della fertilità, che si tiene solo oggi (una volta l’anno), in cui le coppie che non riescono ad avere figli si immergono nel fiume in un punto particolare. Poi ci porta a fare yoga, un’ora di lezione a casa di un’insegnante molto brava, ora in cui ci rilassiamo facendo un po’ di meditazione, esercizi yoga e di respirazione. Facciamo poi colazione, e visitiamo il quartiere musulmano, dove prevalentemente si fa la seta; tutte le famiglie hanno i telai in casa e vediamo come lavorano il tessuto. Dopo, Krishna ci porta a incontrare il suo guru, un vecchietto 84enne che ci legge la mano, fa vari calcoli numerici con la nostra data di nascita e ci dice varie cose (di tipo generico e rassicurante, in verità) sul nostro carattere e sul futuro… Congedatoci dal guru, vediamo un negozio ayurvedico, dove preparano varie medicine per diverse cure. Poi attraversiamo il quartiere dell’università, molto verde, e visitiamo un orfanotrofio, nel quale incontriamo una coppia di italiani che vive a Varanasi da ormai 3 anni, e che lavora per la fondazione e il connesso orfanotrofio. Infine, andiamo a mangiare qualcosa sul presto e poi ad un concerto di musica indiana dove suonano il sitar, il tamburo e il flauto, gli strumenti tradizionali. Questa giornata è stata davvero intensa e molto emozionante. 26 agosto: stamattina Krishna ci porta a visitare Sarnath, centro di pellegrinaggio buddista vicino a Varanasi, dove Buddha ha tenuto i primi discorsi dopo l’illuminazione. Vediamo alcuni templi, lo stupa altissimo, un museo interessante, e l’albero sotto il quale Buddha si è seduto a predicare ai discepoli. Tornando a Varanasi, andiamo a vedere altri templi della cittadina, e poi a pranzo a casa di Krishna, che ci invita volentieri per farci vedere una casa indiana e farci provare il cibo tradizionale. Mangiamo bene, e siamo contenti di aver trascorso questo tempo con lui, che è così simpatico e affidabile. Gli chiediamo poi di portarci in una libreria, dove prendiamo dei libri sull’induismo (per capire un po’ di più questa religione così complessa), e dei cd di meditazione. Al tramonto torniamo ad assistere alla cerimonia nel Ghat principale, e poi a cena al Lotus, dove ci siamo trovati così bene! 27 agosto: stamattina è l’addio a Varanasi, passeggiamo un po’ per la città vecchia, facciamo le ultime foto e vediamo in diretta le cremazioni. Tutto considerato, Varanasi ci ha lasciato una strana sensazione che non sappiamo definire esattamente: forse un po’ di inquietudine. Prendiamo poi il treno per Bodh Gaya, nostra prossima tappa, alle 16.30 con arrivo la sera alle 22. A Varanasi avevamo prenotato la notte in albergo sapendo di arrivare tardi, per fortuna, visto che il treno è in super ritardo e arriviamo veramente tardi. L’albergo si chiama RK International, è abbastanza valido, e vicino ai templi. 28 agosto: Oggi stiamo tutto il giorno a Bodh Gaya (principale centro di pellegrinaggio buddista, dove il Buddha ha raggiunto l’illuminazione), e vediamo i templi che varie nazioni buddiste hanno costruito in questo luogo sacro, per cui il tempio nepalese, bhutanese, tibetano, cinese, thai, giapponese… tutti da vedere secondo noi. C’è anche la statua del Buddha alta 43 metri, davvero impressionante, e il monastero principale costruito accanto al famoso albero della Bodhi. Dentro, si passeggia tra i giardini, dove ci sono laghetti, vari stupa, l’albero sotto il quale Buddha ha meditato e raggiunto l’illuminazione, il tempio principale e un giardino della meditazione. La sera ripartiamo con il treno notturno per Calcutta, treno che parte alle 10 di sera per arrivare la mattina alle 7, in realtà ha un ritardo di quasi due ore! Riusciamo più o meno a dormire in treno, sul sacco lenzuolo e tutti coperti, tra gente che passa urlando, rumore del treno e altro, e arriviamo in città la mattina alle 9. 29 agosto: ci facciamo portare in albergo (anche questo prenotato a Varanasi), che si rivela veramente orrido (si chiama Heera Holiday Inn, ma è simile all’albergo a 1 stella di Bombay!). Oggi andiamo al tempio di Kali a sud della città, dove assistiamo ad un delirio di gente che spintona per entrare e per sostare davanti all’idolo offrendo doni alla dea, macellazioni rituali di animali offerti in sacrificio, e purtroppo tanti seccatori che non vogliono farci stare tranquilli. Ci spostiamo poi in metro al planetario, che dicono essere uno dei più grandi del mondo, e dove arriviamo in tempo per la proiezione in inglese, che dura circa un’ora (un po’ deludente), e poi andiamo al Victoria Memorial, dove stiamo a riposarci nei giardini, senza entrare nel museo che ci interessa ben poco. Andiamo a vedere il tramonto sul fiume, vorremmo entrare nel Millennium Park ma è chiuso per restauri così prendiamo una chiatta che fa avanti e indietro sul fiume a portare la gente, tanto per fare una gita e vedere anche il ponte avveniristico di Calcutta. Facciamo poi vari giri nella zona del New Market, compriamo qualcosina (principalmente dipinti su seta), e andiamo a cena in un ristorante molto carino che consigliamo, sul tetto di un palazzo dal quale si gode una bella vista della città. Il ristorante si chiama Blue & Beyond, sopra l’Hotel Lindsay, di fronte al New Market. Mangiamo molto bene. 30 agosto: oggi andiamo a visitare i giardini botanici, che ospitano l’albero più grande del mondo, un baniano di 400 metri di circonferenza. I giardini sono un po’ così, non credo valga la pena andarci, ma passeggiamo un po’, e poi ci danno l’occasione di prendere l’autobus finalmente, dove proviamo brividi da paura quando attraversa il ponte sul fiume! Andiamo poi in metro a vedere un tempio giainista a nord del centro, dove assistiamo ad una cerimonia per loro molto importante che si tiene in questi giorni di agosto, e girovaghiamo per il quartiere, dove probabilmente non hanno mai visto avventurarsi i turisti, e tutti ci seguono, ci sorridono, vogliono le foto… torniamo poi in centro dove facciamo ancora una passeggiata per le vie non ancora viste e poi torniamo in albergo alle 6 dove ci aspetta una macchina che ci porterà in aeroporto per prendere il volo che ci riporta in Italia… Il viaggio è stato bellissimo, e ci ha lasciato molto, tante emozioni e la voglia di tornare. Lo consigliamo a chiunque piaccia entrare a contatto con la cultura orientale e naturalmente abbia un minimo di spirito di avventura e di adattamento. Pensiamo inoltre che l’immagine dell’India che si ha in occidente sia distorta da immagini esagerate di povertà e malattia che in realtà non si ritrovano viaggiando nel Paese, una democrazia dove più di un miliardo di persone sono ormai avviate verso la modernità e il benessere, e dove le persone più povere hanno molta dignità e decoro.


  • lapi lapi
    vorrei ricevere informazioni dettagliate su questo viaggio....grazie filippo"
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