Da Bergamo a Capo Nord. Viaggio in Norvegia

Viaggio nel grande nord con un T4 California
Scritto da: hildegard1000
da bergamo a capo nord. viaggio in norvegia
Viaggiatori: 1
Spesa: Fino a €250 €
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TRAGITTO E CHILOMETRI PERCORSI: ARCORE (MB) – NORDKAPP andata e ritorno. Il contachilometri all’arrivo segna 7656 percorsi su strada, ai quali vanno aggiunti i circa 1.400 percorsi via mare

TEMPO IMPIEGATO: 25 giorni, dal 16/8/2021 al 9/9/2021

COSTO COMPLESSIVO DEL VIAGGIO: € 3158 totali per due persone

Quest’anno abbiamo deciso di farci portare dal nostro California sul tetto d’Europa, dopo l’esperienza positiva dello scorso anno fino alla punta occidentale del continente, in Portogallo.

Come ci eravamo ripromessi più volte, quest’anno per la prima volta abbiamo tenuto un piccolo diario di bordo per poter rileggere e ricordare, in un futuro, i giorni trascorsi in Scandinavia.

Ma abbiamo anche colto l’occasione per raccogliere alcuni “consigli di viaggio” che riteniamo utile da condividere, considerato che il viaggio è stato impegnativo già in fase di programmazione oltre che in itinere, tanto più che spesso molte informazioni importanti non vengono riportate dalle guide così  come nei vari blog che abbiamo letto con attenzione prima di partire.

I “consigli” sono riportati nel diario di bordo, che abbiamo per l’appunto scritto con taglio pratico, cercando di fornire indicazioni utili a chi voglia ripetere un simile viaggio, per quanto, naturalmente, ogni itinerario non possa che essere unico e particolare. Le tappe che consideriamo quasi “obbligate”  – ed anche più interessanti da leggere -sono quelle di Capo Nord (giorno 6 e 7), le isole Lofoten (giorni 9-12) e anche la giornata di trekking lungo il lago Gjende (giorno 18), ribadendo ancora una volta, che tutto il viaggio in Scandinavia è uno spettacolo della natura e un susseguirsi di paesaggi che rimangono impressi nella memoria.

Riportiamo qui sotto, brevemente, alcune indicazioni generali, rinviando per l’appunto al diario di bordo per i dettagli e soprattutto per rivivere o pregustare un po’ i momenti più belli di una vacanza oltre il circolo polare.

  1. INDICAZIONI GENERALI

ITINERARIO

Abbiamo scelto un itinerario forse un po’ particolare per quanto riguarda il tragitto di andata, passando per la Repubblica Ceca e la Polonia, per poi sbarcare in Svezia e proseguire verso Capo Nord. Ci sentiamo di dire che la scelta, dettata da ragioni personali, sia comunque da prendere in considerazione. Si attraversano molte città degne di visita (Innsbruck, Monaco di Baviera, Praga, Poznan, Danzica per citarne solo alcune) ed i costi di viaggio sono limitati. Anche il traghetto da Danzica a Stoccolma, a conti fatti, si è rivelata un’ottima soluzione.

Per un breve accenno a costi/benefici delle traversate in traghetto, non solo in termini economici ma anche di risparmio di tempo e strada percorsa, rinviamo alla sezione “costi”.

Abbiamo scartato l’ipotesi di attraversamento della Finlandia – che avrebbe allungato troppo il tragitto – e abbiamo optato per le strade svedesi all’andata, più scorrevoli ma anche un po’ monotone, riservandoci per il ritorno le più impegnative ma altrettanto spettacolari strade norvegesi.

MEZZO

È difficile dire quale sia il mezzo migliore per percorrere un itinerario così lungo.

Ci verrebbe da dire che sia il camper, oppure, meglio ancora, il nostro amato Volkswagen T4 California, un piccolo van – con i suoi anni alle spalle e i tanti km già percorsi ma che permette di muoversi con maggiore autonomia.

La verità è che abbiamo visto tanta gente arrivare a Capo Nord con i mezzi più disparati.

Tantissimi camper e motorhome, naturalmente. Ma anche furgoni camperizzati, roulotte, normali auto – anche utilitarie! – con tenda a bordo; alcune Tesla, moto e biciclette. A Capo Nord abbiamo visto arrivare anche un paio di camion tipo Overland o Parigi-Dakar.

Famiglie, coppie o single, di tutte le età impegnati in questo lungo, entusiasmante corsa verso Nord.

Una considerazione di base tuttavia va fatta, quale che sia il mezzo prescelto: a certe latitudini alberghi e bed and breakfast scarseggiano ed hanno prezzi assai poco popolari. Di contro, Svezia e Norvegia paiono essere un vero paradiso per i campeggiatori: i camping sono moltissimi, molto ben attrezzati e ad un prezzo accessibile (per due persone ed un camper il prezzo è sempre stato tra i 25 e i 35 euro a notte), e naturalmente consentono un contatto con la natura ancora più “ravvicinato” rispetto a tutte le altre soluzioni.

Il campeggio libero è tollerato per i camper, e per certi versi addirittura “incentivato” per chi è in tenda: è facile trovare piazzole dinanzi a panorami mozzafiato, a volte vicino a toilette pubbliche con acqua calda.

PERIODO E TEMPISTICA

Siamo partiti il 16 agosto. Con qualche settimana di ritardo rispetto a quanto avremmo desiderato.

In effetti, una partenza fine giugno o luglio permette di “godere” – almeno in teoria – di qualche grado di temperatura in più, e soprattutto ammirare il sole di mezzanotte.

D’altra parte, la partenza “ritardata”, unita al secondo anno di pandemia, ci ha permesso di avere … tutta la Norvegia a nostra disposizione.

Certo, la Norvegia è grande abbastanza per ricevere i turisti di mezzo mondo, ma pensiamo che l’itinerario per Capo Nord nei mesi di giugno e luglio possa essere un po’ troppo trafficato. La strada principale è una sola, ed anche se viene indicata come “autostrada”, per molti tratti null’altro è se non una strada a doppio senso di marcia.

Osserviamo infine che in tutto il tragitto non abbiamo avuto a che fare col problema zanzare, segnalato da molti e che temevamo parecchio, anche perché Daniele ben ricordava ancora, a quasi trent’anni di tempo dall’interrail con i suoi amici di liceo, le terribili zanzare giganti della Finlandia. Non possiamo dire se anche tale circostanza sia da imputare al periodo scelto e alle temperature già freddine la notte, oppure all’itinerario prescelto, ma senz’altro ha contribuito a rendere il viaggio più semplice.

Il tempo a diposizione per il tragitto che qui proponiamo, a nostro avviso, dovrebbe essere di almeno una ventina di giorni, possibilmente un mese. Anche perché, oltre ai chilometri, vanno messi in conto i giorni di pioggia, durante i quali a volte non è possibile fare quanto si era programmato. Avevamo ipotizzato in origine di scendere fino a Bergen al ritorno, per vedere fiordi e ghiacciai nella zona sud, ma presto ci siamo resi conto che con il tempo a disposizione – 23 giorni in totale – avremmo fatto le cose di corsa. Se possibile, riserveremo per un’altra vacanza – magari in aereo – il sud della Norvegia, e ci siamo concentrati sulle zone più inaccessibili oltre il circolo polare.

COSTI

Un viaggio su strada in Scandinavia va attentamente programmato, più ancora di ogni altra meta, per via della lunghezza del tragitto, del meteo, e naturalmente anche per via delle spese, considerato il costo medio della vita nei paesi nordici.

Già abbiamo detto in merito al pernottamento: camping e campeggio libero possono notevolmente abbattere le spese di viaggio.

Il carburante, ad oggi, non ha costi superiori rispetto a quelli nostrani. Noi viaggiavamo a GPL e abbiamo avuto qualche difficoltà in più nel reperire le pompe, ma nulla di impossibile. Chi ha una auto elettrica sappia che la rete di distribuzione, soprattutto quella per le Tesla, è all’avanguardia.

I traghetti costituiscono un’altra voce importante, che va valutata con attenzione. Hanno un costo rilevante, ma bisogna mettere in conto che tragitti alternativi su strada (es: al ritorno invece della tratta Oslo – Kiel abbiamo valutato la possibilità di attraversare la Danimarca) implicano comunque costi aggiuntivi di carburante, pedaggi e pernottamento, che nel complesso rendono tale scelta meno conveniente di quanto potrebbe apparire a prima vista, senza tener conto del maggior aggravio in termini di tempo.

Non rimangono che i costi per il cibo, e le “uscite”. Sulla prima voce consigliamo di fare una bella provvista di generi alimentari (e bevande, se non volete fare a meno, come noi, alla sera, del vostro aperitivo) prima di partire oppure durante il tragitto, prima di sbarcare in Scandinavia. I prezzi al supermercato sono mediamente più alti che da noi, con la precisazione che, se per molti generi come frutta e verdura o carne fresca, sono proibitivi, per altri generi come il pesce, sono inferiori a quelli italiani. Finite le provviste della partenza, pertanto, la nostra dieta ha avuto come ingrediente principale il salmone.

Anche le uscite a cena o nei bar, le abbiamo di fatto eliminate, fermo restando che i ristoranti sono pochi e i pub di fatto inesistenti al di fuori delle città.

Sulle gite in barca, invece, non rimane a nostro avviso che mettere mano al portafogli, non senza aver fatto una bella “indagine di mercato” sui tragitti proposti.

Riportiamo, a titolo esemplificativo, il nostro resoconto delle spese effettuate suddivise per voce.

  • TRAGHETTI: 792 euro
  • CARBURANTE (BENZINA + GPL): 1200 euro
  • CAMPING: 295 euro
  • SPESA + CENE: 488 euro
  • VARIE: 333 euro
  • TOTALE (2 persone): 3108 euro
  • Manca la voce “pedaggi autostradali” che, al momento della pubblicazione, non possiamo ancora quantificare. Siamo infatti in attesa della fattura che ci arriverà dalla Norvegia e che inesorabilmente giungerà via posta a casa, dato che lungo il tragitto sono dislocate innumerevoli telecamere. Ipotizziamo tale costo intorno ai 50 euro. È anche possibile, ma non obbligatorio, registrarsi e pagare in anticipo sul sito delle autostrade norvegesi (autopass.no) Questa soluzione permette di avere qualche sconto in base alla classe di emissioni del veicolo. Per chi non ha il bollino per l’attraversamento della svizzera vanno messi in conto altri 40 CHF e per chi attraversasse la repubblica ceca altri 10 euro circa.

Come metodo di pagamento sconsigliamo di cambiare denaro alla partenza o all’arrivo. Ovunque è accettata la carta di credito ed anche (per quanto abbiamo letto diversamente su alcuni itinerari) quella di debito. Fino al rientro in Germania abbiamo pagato tutto tramite bancomat senza alcun problema. Persino l’accesso ad alcuni bagni a pagamento che abbiamo trovato lungo il tragitto era pagabile (esclusivamente con) carta di credito/debito.

2        DIARIO DI BORDO

GIORNO 0

16 agosto ARCORE-PRAGA, km 930

Daniele si è “portato avanti” con il California, attendendomi a Praga dove ha trascorso un po’ di giorni con la figlioletta, mentre io l’ho raggiunto in aereo il 16 agosto.

La giornata è stata dedicata a caricare per bene il mezzo e fare gli ultimi acquisti.

Ci siamo concessi una breve cena a Jlovy U Prahy, un piccolo paesino a circa venti km da Praga, insieme alla tenerissima Julie, che al momento di salutarci, inaspettatamente, ha dato un bacio al vecchio California.

Speriamo sia di buon auspicio, visto che proprio nelle ultime settimane proprio prima della partenza, per la prima volta da quando lo abbiamo acquistato, ci ha dato qualche problemino.

GIORNO 1

17 agosto, PRAGA – DANZICA, km 740

Sveglia all’alba e partenza di buon mattino. Destinazione Danzica, dove alle 18:00 salpa il traghetto per Nynäshamn. Viaggio di 740 km su strada, che si aggiungono ai 950 già percorsi da Daniele da Arcore a Praga.

Visto il poco tempo a disposizione non ci siamo potuti permettere di visitare alcune città carine della Polonia che abbiamo attraversato e che Daniele avrebbe voluto farmi vedere, come Poznan e Teroun, e nemmeno la stessa Danzica.

Inoltre il primo tratto di strada attraversava la campagna e i paesini della Polonia; una volta imboccata la superstrada abbiamo proceduto più spediti, ma solo fino a Bydgoszcz: da lì in poi, fino alle porte di Danzica il percorso era interessato da importanti lavori di rifacimento che hanno rallentato ulteriormente il tragitto.

Pertanto ci siamo fermati solo per i rifornimenti e per una immancabile tappa al supermercato, per fare una abbondante provvista di pierogi e accumulare un po’ di frutta e verdura a buon mercato, in modo da poter affrontare in tutta tranquillità le successive due settimane nei bellissimi, ma anche carissimi, paesi scandinavi.

Il California è veramente carico, tra serbatoio d’acqua, benzina, gpl, e riserve di cibo, bevande e alcolici di cui abbiamo fatto incetta in Italia, Repubblica Ceca e Polonia.

Ma avremo il tempo per riposarci, ora bisogna correre. Arriviamo infatti alla partenza del traghetto, affannati, mezz’ora prima della partenza del traghetto.

Alle 17.55, con cinque minuti di anticipo (!) il traghetto salpa. Ci attende una traversata di 18 ore.

Non abbiamo trovato posto nelle cabine ma poco male, le poltrone sono confortevoli. Sul ponte il vento è bello forte, ma ai tavoli l’atmosfera è gioviale e anche noi non rinunciamo ad un paio di birre.

Cena al sacco con un po’ delle vivande accumulate durante il tragitto e poi a nanna.

La nave all’interno è quasi vuota, e, dopo il primo tratto piuttosto mosso tutto diventa più semplice e riusciamo a farci una bella dormita.

GIORNO 2

18 agosto, DANZICA – NYNÄSHAMM km 600 circa via mare e km 170 su strada da NYNÄSHAMM a UPPSALA

Breve levata a vedere l’alba alle 5:15, e poi torniamo a dormire.

L’idea della traversata da Danzica con il traghetto della linea polacca Polferries (polferries.com) – normalmente snobbata dagli itinerari tradizionali per capo Nord – si è rivelata azzeccata: il prezzo di 256 euro (due persone e auto fino a 6m) è buono rispetto a quello dei traghetti dalla Germania o ai ponti in Danimarca, e permette di risparmiare chilometri e ore di viaggio, visto che buona parte della traversata si svolge in notturna.

Sbarcati alle 12:00, ripartiamo decisi ad arrivare presto a Capo Nord. Finora il viaggio, per il nostro California, è stato poco più che una scampagnata fuoriporta.

Ma questa nostra convinzione, corroborata dai precedenti viaggi senza mai un problema, viene incrinata da un rumore del motore, iniziato in Polonia e sempre più fastidioso. Il nostro mezzo è del 1992, e per quanto ben tenuto ed all’apparenza indistruttibile ha pur sempre i suoi anni.

Fatte le verifiche e i rabbocchi di routine – e verificato che non appare nulla di anomalo e che le prestazioni del mezzo sono le solite – proseguiamo un po’ preoccupati fino a Sigtuna e visitiamo la piccola cittadina, nota per essere una delle più antiche e più tipiche cittadine svedesi. E così è, in effetti.

Il clima è discreto. Non piove ma c’è vento e la temperatura è freschina, sempre sotto i 15 gradi.

Fa un po’ senso vedere quasi tutti i locali vestiti con giacche a vento e stivali, mentre Daniele sfodera un ottimismo forse un po’…fuori stagione perseverando con sandali e pantaloncini corti.

Ripartiamo per Uppsala ma a preoccuparci è sempre il nostro California. Decidiamo di portarlo in una autofficina qui vicino anche se temiamo che sarà una salassata che vanificherà tutti i nostri sforzi di limitare al massimo le spese qui in Svezia e allo stesso tempo una perdita di tempo, visto che è ormai tardi e rischiamo che il mezzo venga trattenuto per i necessari controlli.

Niente di tutto questo.

Nell’officina fuori dal centro troviamo tre giovani disponibilissimi che caricano subito il nostro California sul ponte e si mettono subito al lavoro. Dopo circa mezz’ora ci riferiscono che ci deve essere un piccolissimo foro in uno dei collettori, in prossimità del motore.

Nulla di cui preoccuparsi, se non per il rumore fastidioso.

Ci consigliano di ripartire e non perdere tempo e denaro presso la loro officina: abbiamo un viaggio lungo da fare.

Nonostante la nostra insistenza non vogliono essere pagati e quindi lasciamo un piccolo “souvenir”, ovvero una delle bottiglie di vino che ci siamo portati dall’Italia.

Proseguiamo, rassicurati, verso Nord.

Ma la giornata ormai volge al termine e ci fermiamo in un campeggio a Sandsvikbadet. Il campeggio è ancora meglio di quanto descritto sul sito: in mezzo alla foresta con spiaggia privata sul laghetto. Peccato che la struttura sia chiusa, nonostante la presenza di alcuni caravan all’interno. Chiamiamo anche la reception e chiediamo a dei passanti ma nulla da fare.

Non ci rimane che campeggiare nell’adiacente parcheggio, dove hanno trovato rifugio anche un altro paio di campeggiatori nelle nostre stesse condizioni.

GIORNO 3

19 agosto, SANDSVIKBADET – UMEA, km 575

Oggi la doccia calda è la priorità, quindi ci mettiamo alla ricerca di una struttura adeguata e …aperta.

Scegliamo il camping “First Camp” vicino a Umea, meno romantico di altre strutture e del campeggio libero, ma fornito di tutti i comfort possibili.  Aperto tutto l’anno, anche il prezzo di circa 29 euro per due persone più camper è accattivante.

Il viaggio è stato un po’ monotono e anche la scelta di un percorso alternativo “panoramico” consigliato dalla guida si rivela una scelta poco felice, visto che la strada non costeggia il mare. Nemmeno il “pittoresco” villaggio di Oxsana – la cui visita ci sentiamo di sconsigliare – avrebbe meritato una deviazione.

Merita menzione solo la colazione in riva ad un laghetto, in una piazzola “libera” munita di tavoli e panche di legno, zona fuoco con alcuni rami già a disposizione e persino una sega per tagliare i rami.

Insomma, la Svezia sembra essere un paradiso per il campeggio libero e per chi ama la pesca, e strada facendo scopriremo che la Norvegia lo è ancora di più.

Ma stasera urge una doccia e quindi procediamo spediti verso il nostro camping deluxe.

Struttura che alla fine si rivela molto azzeccata, non solo per le docce più da hotel che da camping, ma anche per la presenza di una cucina comune munita di forni, piastre e lavastoviglie.

Ottima occasione per una cena a base di ruskie pierogi e vino dall’Italia.

GIORNO 4

20 agosto, UMEA-PAJALA, km 488

Iniziamo la giornata con una corsetta rigenerante in riva al lago adiacente al campeggio: le case di legno color rosso mattone lungo il percorso sono da fiaba (foto). Dopo un’abbondante colazione riprendiamo la strada pronti a macinare altri km; peccato solo per la sauna che non siamo riusciti a fare in quanto avremmo dovuto prenotare in anticipo. Facciamo tappa al villaggio parrocchiale di Gammelstad, caratteristico e suggestivo insediamento nel cuore della Lapponia svedese (foto). Gradevole anche la brevissima visita al porto di Lulea con vista sull’omonimo arcipelago (foto); nonostante la presenza di un’area sosta attrezzata decidiamo di guadagnare chilometri verso Capo Nord, non senza aver fatto tappa in un supermercato per fare ancora un po’ di scorte prima dell’ingresso in Norvegia. Segnaliamo che i prezzi non solo sono decisamente migliori di quelli che troveremo in Norvegia, ma sono addirittura di poco superiori a quelli italiani, fatta eccezione per alcolici e frutta e verdura, naturalmente.

Il povero California continua a soffrire come non mai. Ora è la volta del cambio, che si rompe proprio quando è il mio turno di guida.

All’autofficina Volkswagen, a poche centinaia di metri dalla rottura, ci dicono che occorreranno giorni per ricevere il pezzo e poi montarlo. Lo fissano alla bell’e meglio avvertendo che non sanno quanto la riparazione, gratuita anche in questo caso, possa durare.

È venerdì pomeriggio. E decidiamo, con un po’ di insana incoscienza, di continuare verso nord.

Da questo momento non ci alterneremo più al volante poiché Daniele sostiene di avere una guida più “delicata” rispetto alla mia.

Passata Lulea, il paesaggio cambia notevolmente, la strada diventa ad una corsia per senso di marcia, i centri abitati si diradano e incominciano a vedersi alcune renne ai bordi delle carreggiate (foto). Siccome raggiungiamo Pajala intorno alle 21:30 quando il camping è ormai chiuso, decidiamo di fermarci per la notte in un bel prato lungo il fiume.

GIORNO 5

21 agosto, PAJALA-ALTA, km 386

Sveglia di buon mattino con l’obiettivo, non dichiarato, di arrivare a Capo Nord, pertanto colazione al volo presso la stazione di servizio dove Daniele si concede l’acquisto di una antenna telescopica per grigliare salsicce al modico prezzo di 29 SEK (circa 2 euro e 50 centesimi). Attraversiamo il confine dove per la prima volta i doganieri locali, quelli finlandesi, ci controllano il green pass; sono rigorosi ma anche molto gentili, a detta loro il periodo da noi scelto pe il viaggio a Capo Nord è perfetto – a dispetto di quanto pensavamo – dal momento che proprio a causa delle restrizioni riguardanti il Covid, non ci dovrebbe essere la solita ressa degli altri anni. In effetti la strada continua ad essere deserta, il paesaggio, la natura ma anche lo stesso colore delle case, tutte in legno color mattone, appare senza soluzione di continuità a quello svedese. È dopo il confine con la Norvegia che la natura assume d’un tratto una varietà ed una discontinuità inaspettate. Anche prima era molto bello: la striscia di strada attraversava foreste di conifere e betulle e costeggiava innumerevoli laghi e corsi d’acqua; lo stesso appariva tuttavia monotono e, per certi versi, poco panoramico, per quanto fosse suggestivo attraversare la foresta. Ora invece si fa molto più discontinuo e sorprendente: la boscaglia si dirada, la strada attraversa vallate rocciose e spesso affiancata da torrenti; anche il colore delle case diventa più variegato.

Anche le condizioni meteo appaiono un po’ più clementi e spuntano timidi raggi di sole. Forse il caloroso benvenuto e l’augurio dei doganieri norvegesi (anche loro rigorosi e gentili al pari dei colleghi finlandesi, ma ancora più rilassati visto che sono intenti a grigliare salsicce proprio presso il posto di blocco) di fare buon viaggio ci sta portando fortuna.

Facciamo una sosta poco prima di Alta, presso un’area attrezzata in riva al fiume, dove sperimentiamo il nuovo attrezzo acquistato in mattinata da Daniele per arrostire sul fuoco, anche noi, delle salsicce comprate poche ore prima in occasione di una immancabile tappa in supermarket finlandese, accendendo dei ceppi di legna gentilmente lasciati dall’ultimo utilizzatore.

Oramai la giornata volge al termine e rinunciamo alla tirata a Capo Nord.

Raggiungiamo il camping “Alta River” alle porte della cittadina, e dopo una bella corsa lungo il fiume, ci concediamo una rigenerante sauna finlandese nel tipico “casottino”, tutto per noi, con vista fiume.

GIORNO 6

22 agosto, ALTA-NORDKAPP, km 240

Ci svegliamo di buon mattino e partiamo alla volta della tappa più importante; il tragitto è breve ma abbastanza impegnativo: dopo una prima parte relativamente semplice, la strada si restringe ulteriormente ed è un continuo susseguirsi di saliscendi e curve tra il mare e gli innumerevoli specchi d’acqua (foto). La natura regna sovrana: capita a volte che le renne invadano la carreggiata senza mostrare la minima intenzione di lasciare strada; ci sono tuttavia alcuni piccolissimi villaggi di pescatori assai carini (foto); presso alcuni di essi è possibile pernottare o concedersi dei pranzi particolari a base di pesce e granchio reale. Il tratto finale poi presenta alcuni tunnel molto lunghi e stretti, di cui uno, sotto il Mar Glaciale Artico, con una pendenza impegnativa lungo quasi 7 km: ci mettiamo nei panni degli audaci ciclisti che superiamo lungo la via.

Lungo il percorso ha piovigginato tutto il tempo; tuttavia l’orizzonte, nonché le previsioni che avevamo attentamente studiato, ci rendono ottimisti. Tant’è che arrivati alla fatidica meta, il sole fa capolino e ci regala degli splendidi panorami: occasione unica per srotolare il nuovo tendalino del California e concederci una lauta merenda con vista sullo strapiombo. Come immaginavo Daniele non si è lasciato sfuggire l’occasione per esibire, appeso al portellone, il bandierone della sua amata Atalanta (foto). Il pomeriggio viene dedicato alle foto di rito e alla visita del locale museo e del costosissimo shop souvenirs; in proposito ci sentiamo in dovere di evidenziare che le regole di accesso all’area sono state assai male descritte sia sul sito ufficiale sia dagli operatori che avevamo preventivamente contattato telefonicamente. Anche vari racconti di viaggio che abbiamo consultato non risultano aggiornati. Sappiate, infatti, che l’ingresso all’area è completamente gratuito, con possibilità di parcheggio per 24 ore mentre l’acquisto del biglietto all’ingresso è necessario esclusivamente per l’accesso al museo – che peraltro non è nulla di che – shopping center e ristorante. Invitiamo quindi a valutare con molta attenzione il pagamento di 260 NOK a persona per l’accesso a tale struttura, a nostro avviso evitabile. La serata è proseguita in compagnia di una famiglia di Bergamo, che attirata dalla vista della bandiera della Dea ha parcheggiato la propria roulotte accanto a noi (foto).

Non poteva mancare infine, per coronare questa indimenticabile giornata, una cenetta romantica e un altrettanto romantica nottata con vista sull’Artico.

GIORNO 7

23 agosto, NORDKAPP-SORSTRAUMEN, km 345

La notte è freddina e ventosa, ma la temperatura e l’assenza di elettricità (per fortuna ci sono le toilette comuni pulite e munite di acqua calda) sono pienamente compensate dalla vista fantastica. Daniele riesce a filmare le prime luci del mattino e, dopo la colazione di rito, ci godiamo quest’altra splendida mattinata di sole. È vero: Nordkapp in fin dei conti null’altro è se non un piazzale sterrato su un promontorio circondato dal mare, ma non siamo d’accordo tuttavia con quanti sostengono che sia forte il rischio di rimanere delusi o che addirittura non valga la pena recarvisi: l’atmosfera particolare, il silenzio, il paesaggio quasi lunare contribuiscono a rendere questo posto unico. La sensazione di essere nel punto più a nord del nostro continente, lontano dalla “civiltà” ma anche dalle preoccupazioni del quotidiano, rende l’esperienza indimenticabile.

E questa sensazione sembra accomunare la maggior parte dei presenti, soprattutto tutti quelli che decidono di trascorrere la notte.

E la soddisfazione più grande – con un po’ di invidia – la scorgiamo sui volti degli intrepidi che raggiungono la meta in bici. Molto pochi a dire il vero – un paio in tutto – rispetto a tutti quelli incrociati per strada. Chissà quanti di loro avranno desistito.

Sul piazzale si incontrano un po’ tutte le persone che abbiamo incrociato durante il viaggio. I nostri vicini del campeggio di Alta, per esempio, con cui avevamo scambiato a malapena un saluto, diventano improvvisamente loquaci e gentili con noi. Facciamo amicizia con la famigliola di bergamaschi.

Si percepisce una particolare atmosfera di complicità.

A malincuore facciamo i preparativi e lasciamo Nordkapp diretti – non potrebbe essere diversamente – verso sud, direzione Isole Lofoten. L’”ossessione” di raggiungere Capo Nord il prima possibile data la stagione, è stata placata e confidiamo di prendercela con un po’ più di calma.

Alla ricerca di un campeggio, facciamo tappa quasi per caso al Sorstraumen Handel Camping, adiacente alla strada principale; si tratta di una sistemazione molto spartana: ci sono solo delle piazzole su prato munite di allacci elettrici e due soli bagni di cui uno con doccia; il prezzo (250 NOK) è in linea peraltro con quello degli altri campeggi. Una volta “accampati” tuttavia, la struttura si rileva assai particolare, in quanto la location assai suggestiva – il camping è affacciato su un piccolo fiordo pescosissimo tutto l’anno – la rende meta di accaniti pescatori; gli avventori del camping sono finlandesi, svedesi, tedeschi e norvegesi appassionati della pesca del merluzzo, che in queste acque abbonda anche durante la stagione estiva, per via di un particolare incrocio di correnti calde e fredde. Il campeggio inoltre ha un piccolo attracco per le barche ed è attrezzato di una originalissima struttura coperta per il lavaggio, la pulizia e la sfilettatura del pesce (foto). I nostri vicini all’arrivo ci regalano alcuni filetti di merluzzo pescato in giornata: Daniele si mette subito ai fornelli e anche per oggi ci godiamo un’ottima cenetta con vista e profumo mare.

GIORNO 8

24 agosto, SORSTRAUMEN-BRANDVOLL, km 367

Breve corsetta al mattino nelle vicinanze del camping (foto). Le ore trascorse in auto sono obiettivamente tante ed è necessario sgranchirsi un po’ le gambe. Salendo sui promontori oltre l’autostrada, lungo i cigli delle stradine, crescono funghi giganti ovunque. Peccato non essere in grado di riconoscerli (quasi al pari di non essere capaci di pescare): l’aspetto è invitante e ci sentiremmo di dire che si tratta di autentici porcini.

Nel dubbio lasciamo stare e torniamo alla base.

È ora di ripartire in direzione isole Lofoten.

Come da previsioni, la giornata si fa nuvolosa e poi piovosa: meglio guadagnare più km possibili. Ci sentiamo invero di consigliare a chiunque voglia viaggiare nel nord della Scandinavia l’accortezza di organizzare – qui più che altrove – i propri itinerari in base alle previsioni dei giorni a venire, concentrando le tappe più lunghe durante le frequenti giornate piovose.

La strada è tortuosa e i dislivelli sono notevoli; il percorso è ulteriormente rallentato dai continui limiti di velocità e la ricerca di una stazione di gpl aperta ci fa perdere ulteriore tempo. La guida rimane pur sempre piacevole e un po’ di musica classica contribuisce a rendere il tragitto armonioso.

Ci concediamo solo qualche tappa nelle stazioni di servizio e in un discount (gruppo Extra) dove ci rendiamo conto per la prima volta di quanto sia a buon mercato il salmone, di cui facciamo una piccola scorta.

La smania di macinare chilometri ci gioca un brutto scherzo: dopo una curva troviamo una coppia di poliziotti che ci fanno accostare. L’uomo, sia pure con modo di fare gentile e quasi dispiaciuto, ci contesta il superamento del limite di velocita di 80 km. Andavamo a 92 km orari e a dire il vero non avevamo visto quel limite.

Due circostanze rendono particolarmente indigesta questa contravvenzione: l’autovettura prima di noi, così come quella che ci seguiva, viaggiavano alla stessa velocità. Si tratta sicuramente di un caso – dato che alla nostra ripartenza altri automobilisti vengono fermati – ma rende più amara la contravvenzione.

Seconda circostanza: l’ammontare spaventosamente alto della multa: 3.400 NOK, pari a oltre 330 euro, il cui sollecito di pagamento riceveremo al nostro arrivo in Italia.

Raccomandiamo pertanto prudenza alla guida, anche se il susseguirsi di limiti rende difficile non commettere errori.

Anche in Svezia i limiti erano frequenti, ma sempre ben indicati, e se era presente un controllo radar il limite – ma anche il telecontrollo – veniva sempre segnalato con ampio anticipo.

Qui la sensazione è quella che i divieti ed i controlli siano programmati anche per “far cassa”; cosa che i norvegesi, in ogni ambito, danno l’impressione di saper far bene.

Viaggiamo fino a sera, ed al calar del buio parcheggiamo in una piazzola lungo un torrente, non lontano dall’autostrada, nei pressi di Brandvoll.

Solo il tempo di una cena a base di salmone affumicato appena comprato e di preparare il letto.

Domani, dovrebbe esserci bel tempo, e vogliamo godercelo alle isole Lofoten.

GIORNO 9

25 agosto, BRANDVOLL – SVOLVÆR, km 270

Appena alzati, il tempo di prepararci e si parte.

I chilometri da fare sono relativamente pochi, ma abbiamo fretta: è una bellissima giornata di sole e vogliamo arrivare il prima possibile al campeggio che abbiamo adocchiato leggendo le recensioni su vari siti: il Sandvika Camping, che oltre ad essere attrezzato di tutti i servizi, e soprattutto di lavatrici e asciugatrici il cui utilizzo è ormai improcrastinabile, ha delle bellissime piazzole con vista su una piccola insenatura. L’idea è quella di approfittare della bella giornata e metterci un po’ al sole, mentre la lavatrice fa il suo lavoro, presso la spiaggetta privata del campeggio.

Non facciamo pause se non per la colazione in una piazzola con vista lago da un lato e mare dall’altro.

A circa un’ora dal previsto arrivo, tuttavia, non riusciamo a non fermarci presso una bellissima spiaggetta rocciosa adiacente la strada.

Troppo bella per non stendersi al sole delle ore più calde – è circa l’una e mezzo – dopo i tanti giorni di pioggia, fatta eccezione per la bella ma fredda giornata a Capo Nord.

Daniele non resiste alla tentazione di un gelido bagno nelle acque cristalline (foto).

Riprendiamo dopo un paio d’ore e facciamo tappa nella cittadina di Svolær per dare un’occhiata ai tour in barca a Trollfjord, che partono dal molo.

Le opzioni sono diverse, sia in base all’itinerario più o meno lungo, sia in base al mezzo (yacht, vascello, gommone o peschereccio). Tutte sono piuttosto costose in quanto il prezzo minimo a persona è di 890 NOK, ma ci piacerebbe veramente fare questo tour. Quando mai ricapiterà l’occasione?

Ci riflettiamo un po’ sulla via per il campeggio; la struttura non tradisce le attese e cerchiamo di sfruttarla al meglio, anche se è ormai tardi per andare in spiaggia: pertanto passeggiata in riva al mare, cena a base di pesce (sempre quello comprato al supermercato) nella cucina comune, e naturalmente lavatrice.

Mi metto al pc alla ricerca di tour per Trollfjord un po’ meno cari. Ne trovo uno a 750 NOK, non solo un po’ più economico, ma soprattutto con un programma assai ricco: oltre al giro più lungo, alla ricerca delle aquile, è prevista anche una prova di pesca e, non da ultimo, una zuppa di pesce a bordo.

Anche per domani è previsto sole.

GIORNO 10

26 agosto, SVOLVÆR – HENNINGSVÆR, km 67

Altro giorno di “riposo” alle Lofoten. Solo 67 km, a cui si aggiungono, per la precisione, i chilometri via mare percorsi durante la gita via mare a Trollfjord.

Come in parte anticipato, la scelta del tour è stata azzeccata. A bordo di una vecchia motonave degli anni ’70 , ma ben tenuta e pulita, partiamo alle 13.30 dal porto di Svolvær.

L’equipaggio è composto da tre ragazzi simpaticissimi, Oddlen, Kris e Pal.

Oddlen, la guida, sembra ancora più eccitato di noi, alla ricerca delle aquile, e durante tutto il tragitto scruta le cime e getta pane per attirare i gabbiani. Quando anche le aquile – insospettite dal volo dei gabbiani – spiccano il volo dalle vette rocciose, Oddlen getta del pesce in acqua, sul quale i rapaci si fiondano senza esitazione.

La piccola insenatura di Trollfjord è bellissima, e la giornata di pieno sole rende tutto ancora più incantevole.

Dopo la zuppa di pesce ci viene data la possibilità di provare a pescare, ma solo uno di noi riesce a portarsi a casa un pesce gatto, gentilmente pulito da Oddlen.

Ci sentiamo di consigliare questa gita e anche questo specifico tour (trollfjordcruise.com), che si è confermato non solo il più economico, ma anche il più caratteristico e familiare tra quelli visionati.

La gita è stata bellissima, e le tre ore sono volate via in un batter d’occhio.

La giornata però non è finita, ed abbiamo un po’ di tempo per la visita al piccolo centro Henningsvær, caratteristico villaggio di pescatori (foto copertina).

Lungo la strada abbiamo adocchiato una bella piazzola adiacente ad una spiaggia (località Rørvikstranda) baciata dal sole al tramonto (foto).

Se non fosse così tardi azzarderemmo un bagno. Riusciamo comunque a posizionare tavolo e sedie su un terrazzamento affacciato sull’insenatura (foto).

La giornata è stata fantastica e non c’è modo migliore per concluderla se non con un piccolo aperitivo ed una rilassante cenetta godendoci uno spettacolare tramonto sul mare.

GIORNO  11

27 agosto, HENNINGSVÆR – RAMBERG, km 108 km

Le previsioni danno bel tempo e l’intenzione è quella di visitare le spiagge di Vestvägøy, la terza delle isole Lofoten provenendo da nord.

Delle tre in programma, segnalate dalle guide tra le più belle – Eggum, Unstad e Uttakleiv – alla fine decidiamo di vedere solo la prima e la terza. La giornata è troppo bella e la voglia di mettersi in spiaggia al sole è proprio tanta, senza sprecare nemmeno un minuto in auto.

Dopo una breve visita di Eggum posteggiamo a Haukland, un’altra spiaggia molto bella e molto grande. Da qui parte un percorso di trekking di circa un’ora per la spiaggia di Uttakleiv. È possibile arrivare direttamente in auto anche in quest’ultima spiaggia, ma decidiamo di farlo di corsa; l’idea si rivela azzeccata: i dislivelli sono minimi e la strada è panoramica, da una parte lo strapiombo sul mare e dall’altra uno sperone di roccia che ci sovrasta quasi minaccioso.

Lungo il percorso le pecore fanno da padrone e non hanno la minima intenzione di spostarsi al nostro passaggio; abbiamo anche trovato un paio di posti dove è possibile fermarsi a fare il fuoco al riparo in una grotta, attrezzata di tavolo, sedie, e zona barbecue con legna già pronta all’uso.

La spiaggia di Uttalkleiv è quasi da cartolina. I colori variano dal grigio scuro della roccia, al verde dei prati erbosi fino al bianco della spiaggia ed il blu del mare (foto).

Torniamo a Unstad, sempre di corsa: siamo così accaldati che ce la sentiamo di fare un bagno rinfrescante nelle acque dai colori – solo quelli purtroppo – caraibici.

Daniele vorrebbe campeggiare nella piazzola adiacente alla spiaggia. Ci sono anche i bagni, ed il pernottamento è ammesso pagando circa 15 euro, ma dopo la notte di ieri “in libera” urge una doccia calda e quindi decidiamo di proseguire.

Il campeggio Skagen, a Ramberg, si trova a pochi chilometri ed è una bella struttura con accesso ad un’altra spiaggia carina, amata particolarmente dai surfisti.

Siamo un po’ stanchi dopo la corsa ed il bagno, quindi cenetta frugale e a letto presto.

GIORNO 12

28 agosto, RAMBERG – HAMNØY, km 81

Giornata che si preannuncia nuvolosa, e quindi ce la prendiamo con calma in campeggio al mattino.

L’idea è di visitare qualche villaggio segnalato dalle guide, ma sulla strada per Nesland il cielo si apre inaspettatamente.

Appena usciti dal piccolissimo centro – niente di che, ad esser sinceri – accostiamo a poche centinaia di metri. La costa è rocciosa, ma i pietroni – scuri e con macchie di quarzo e ferro in evidenza – sono levigati e ci si può sdraiare.

Daniele riesce a sentire e poi anche a scorgere un tricheco che a pochi metri da noi, affiora dall’acqua un paio di volte per prendere aria.

Il sole sembra volere accompagnarci nel resto della giornata e quindi corriamo a visitare la spiaggia di Vikten, ma questa volta non siamo altrettanto fortunati.

Dopo una passeggiata, la giornata volge al termine ed è tempo di trovare una piazzola appartata dove trascorrere la notte.

Troviamo ancora una volta un posto incantevole. Dietro alla piazzola – lungo la strada per Hamnøy, ma riparata – nascosto dagli arbusti, si apre uno splendido panorama sul fiordo a strapiombo sul mare.

Di fronte, sull’altra sponda del fiordo, un piccolo faro e poco a sinistra un’isola disabitata.

C’è anche una buca dove accendere il falò, e cuocere le nostre salsicce alla brace e patate al cartoccio.

Portiamo fuori tavoli e sedie e ci godiamo ancora una volta un tramonto fantastico (eh sì, perché alla fine spunta anche il sole, giusto in tempo per salutarci).

Non sappiamo dire se trovare sempre questi posti stupendi quando decidiamo di accamparci in libertà sia bravura, fortuna, o semplicemente sia la Norvegia ad essere così, spettacolare ovunque. Nel dubbio, questa volta, lasciamo le coordinate del posto (68.054723 – 13.183411), e una delle foto scattate, dato atto comunque che si tratta di posti quasi mai segnalati dai siti e dalle app per il campeggio libero (foto).

GIORNO 13

29 agosto, HAMNØY – MØSKENES km 33

Prima meta della giornata è il villaggio di Reine, quello “più fotografato” delle isole Lofoten. È carino in effetti, anche se purtroppo una perdurante foschia non lo rende così pittoresco come si vede nelle cartoline.

Seconda tappa è la scalinata di Reinebringen, oltre 1560 enormi gradoni di roccia lungo lo sperone sopra il piccolo golfo.

L’opera è monumentale, e andrebbe segnalata meglio sia dalle guide che -soprattutto – dalla segnaletica locale, di fatto inesistente, tanto che abbiamo fatto una certa fatica a trovare l’inizio del sentiero.

Nel vedere quanto erano provate (e sudate) le persone che tornavano, abbiamo subito capito che non si trattava proprio di una passeggiata. Ma ne vale veramente la pena, sia per il panorama in cima alla rupe, sia per l’opera in sé, la cui costruzione non deve essere stata cosa da poco.

In cima le nubi improvvise si alternano, spostate dal vento, a qualche istante di luce che rende lo spettacolo ancor più sorprendente (foto).

Rientriamo soddisfatti non solo per la piccola impresa, ma soprattutto per aver scelto ed avere poi scoperto questa piccola perla delle isole Lofoten. Per dirla in breve, le isole possono essere un paradiso non solo per i pescatori o gli amanti del mare come noi, ma anche per chi fa trekking o arrampicate. Ebbene, oggi siamo riusciti anche noi – grazie al Reinebringen – ad apprezzare questo altro aspetto delle Lofoten, non già il mare e la costa ma la montagna, che finora aveva solamente fatto da sfondo al nostro bellissimo album di fotografie.

Possiamo quindi accamparci nel campeggio di Møskenes, proprio vicino al porticciolo da cui prenderemo il traghetto per la terraferma.

GIORNO 14

30 agosto, MØSKENES – BØDO circa km 100 via mare

Con un po’ di dispiacere finisce la nostra lunga tappa alle Lofoten.

Abbiamo dedicato una buona parte del nostro tragitto al tour delle isole, ma oggi siamo più convinti che mai di aver fatto la scelta migliore. Avremo meno tempo per visitare il sud della Norvegia, vero. Ma ci saranno altre opportunità, anche in aereo. Molto più difficile invece che capiti di nuovo l’occasione per una vacanza in posti così lontani e inaccessibili.

La giornata è grigia e piovosa.

Armati di buona volontà facciamo una corsettina lungo il porto e poi una gita ad Å, un piccolo villaggio-museo all’estremità dell’isola (foto). Ogni casetta, dalla panetteria alle case dei pescatori, all’ufficio postale, è stata preservata e trasformata in piccoli musei (con tanto di biglietto di ingresso…).

Alle 20:30 parte il traghetto, e con un po’ di tristezza ci presentiamo al molo per l’imbarco.  Per la prima volta dall’inizio delle vacanze è subentrata la sensazione che non solo stiamo per rientrare sulla terraferma, ma ci stiamo anche avvicinando alla realtà, allontanandoci da quel fantastico posto fuori dal mondo che sono le Lofoten.

Il traghetto è puntuale, e durante il tragitto esaminiamo un po’ i possibili percorsi per il viaggio di ritorno, e alle 23:45 sbarchiamo.

Giusto il tempo per trovare una sistemazione per la notte poco fuori la città, in una piazzola segnalata da park4night.

GIORNO 15

31 agosto, BØDO – TROFORS, km 378

La giornata è piovosa ed il paesaggio “civilizzato” ci fa già rimpiangere le Lofoten.

Ci mettiamo in viaggio verso Trondheim, contingentando le tappe.

La prima in programma è il ghiacciaio di Svartisen, che la nostra guida segnala raggiungibile attraversando un piccolo laghetto ai piedi della montagna.  Avevamo accarezzato l’idea di camminare su un ghiacciaio in (quasi) piena estate e di sentire “gli scricchiolii ed i gemiti del ghiacciaio che si muove”, come riportava testualmente la guida, ma, con non poco disappunto da parte nostra, l’addetta dell’ufficio turistico di Mo I Rana ci comunica per telefono che la stagione è stata chiusa anticipatamente, e non vi sono più traghetti per quest’anno.

La successiva tappa è all’Artic Center, ovvero il centro allestito proprio sull’autostrada E6, in corrispondenza del circolo polare artico. Anche qui i norvegesi dimostrano di saper “sfruttare” meglio di chiunque altro – in primis dei cugini svedesi – le proprie attrazioni. Il centro è fornito di ogni tipo di gadget e tutt’intorno all’area sono state costruite piccole steli.

Quello che però rende il panorama indimenticabile è un arcobaleno che spunta proprio in corrispondenza del circolo polare artico. Chissà, è bello pensare che spesso faccia capolino da quelle parti, quasi a rimarcare, anche in cielo, il confine tra la civiltà e l’immaginario (foto).

Altra tappa veloce per la camminata nel centro paesino di Mosjøen, caratteristico villaggio in riva ad una insenatura.

Assai più interessanti, a nostro avviso, dopo circa 30 km proseguendo verso Throndeim, le cascate Laksforsen (foto) dove, con un po’ di pazienza, è possibile avvistare i salmoni che si affannano per risalire la corrente – a volte con incredibili balzi – fino alla cima, dove spesso sono ad attenderli i pescatori locali.

La giornata è stata lunga e siamo stati bravi: abbiamo fatto un bel numero di chilometri – considerata la strada tortuosa e piena di saliscendi – e siamo riusciti e fare anche qualche tappa degna di nota.

Alloggeremo in un campeggio nei pressi di Trofors. Siamo così stanchi che per la prima volta in tutto l’arco del tragitto non scegliamo la piazzola in riva al fiume preferendo quella – assai meno romantica – più vicino ai bagni, alla cucina, e soprattutto al locale lavatrici, visto che è proprio ora di fare un bel bucato.

GIORNO 16

1 settembre, TROFORS – TRONDHEIM, km 427

Giornata di pioggia intensa. Cogliamo l’occasione per arrivare direttamente a Trondheim, in anticipo sulla tabella di marcia. La città è carina, proprio come la ricordava Daniele che ci era stato quasi trenta anni fa in interrail, e nulla possiamo aggiungere a quanto già si trova scritto ovunque sulle guide.

Segnaliamo un particolare curioso: arrivati alla sera, non è stato possibile visitare la cattedrale, aperta, in questi giorni, dalle 9 alle 14.

Alle ore 18 decidiamo di partecipare alla “preghiera del pellegrino”, che ogni sera si tiene alle 18 presso la cappella adiacente alla cattedrale. La celebrazione è stata suggestiva, officiata in inglese da un padre protestante molto simpatico.

Alla fine del rito, inaspettatamente, ci ha concesso un breve tour guidato della cattedrale, mentre ancora l’orchestra faceva le prove per il concerto in programma l’indomani.

Non sappiamo se la nostra esperienza possa valere come “consiglio di viaggio”, ma è stata particolare, e pertanto ci sentiamo di segnalarla. Tanto il momento di preghiera quanto la visita alla cattedrale, tutta a disposizione per il nostro piccolo gruppetto e con tanto di sottofondo musicale, sono stati emozionanti.

Dopocena guadagniamo ancora qualche km, sotto una pioggia scrosciante. Meglio fermarsi e pernottare lungo la via.

GIORNO 17

2 settembre, TRONDHEIM – FURUHAUGLI km 180

Le condizioni meteo sembrano dover volgere al meglio. È ancora nuvoloso ma lungo la strada si intravedono sprazzi di sole.

Possiamo pertanto fermarci a Kongsvoll e farci una bella passeggiata lungo i sentieri del parco nazionale di Dovrefjell – Sunndalsfjella, famoso per la presenza del bue muschiato.

In fin dei conti, come ci ha suggerito un camperista norvegese incontrato lungo la strada, anche la montagna, in Norvegia, merita di essere presa in considerazione.

Non incontriamo nemmeno un bue muschiato, ma la passeggiata lungo i boschi di betulle e, salendo, lungo le distese di tundra, è suggestiva. Riusciamo anche a fare una buona scorta di bacche di ginepro raccolte ai bordi del sentiero. Conserveremo così un po’ di sapore di Norvegia quando le useremo in cucina. E come ogni anno Daniele, al rientro, proverà a tirar fuori qualche liquore dei suoi, da fare assaggiare agli ospiti durante l’anno.

Al ritorno passiamo per la vecchia stazione ferroviaria Kongsvoll.

Il pomeriggio è volato e ci accomodiamo in un campeggio in zona, anzi, un Motel – il Furuhaugli Turisthytte – con possibilità di campeggio. Non era segnalato sulle guide online, ma ci è piaciuto molto per la presenza di una cucina non solo attrezzatissima, ma anche ben arredata, dove ovviamente abbiamo cucinato un po’ di salmone al forno di cui facciamo regolarmente incetta nei supermercati, insieme alle patate di rito ed a un tortino a base di pesce. Daniele si conferma inguaribilmente romantico, e per festeggiare il nostro anniversario (si tratta per la verità di un mesiversario giacché lo celebriamo ogni mese) mi fa trovare sulla tavola una bottiglia di vino bianco comprata lo scorso anno in occasione del viaggio in Alentejo e tenuta nascosta durante il tragitto.

GIORNO 18

3 settembre, FURUHAUGLI – GJENDESHEIM, km 106

La giornata inizia fredda e ventosa, ma le previsioni danno bel tempo.

Ho programmato una gita lungo il lago montano di Gjende, uno dei più belli della Norvegia.

Il battello che attraversa il lago parte alle 15.25 e poi possiamo passeggiare nei dintorni prima del rientro.

Nonostante il tratto di strada relativamente breve ce la prendiamo con un po’ troppa calma – soprattutto in occasione dell’ormai quotidiano “brunch” presso un laghetto lungo il tragitto.

Arriviamo alle 15.30 ed il parcheggio per le soste oltre le due ore – segnalato sia dalla guida che dalla segnaletica – si trova a due km a piedi dall’imbarco.

È l’ultimo traghetto della giornata, e con sommo rammarico ci rassegniamo ad una breve passeggiata vicino alla riva. Proprio qui, tuttavia, veniamo a conoscenza di due dettagli importanti: il primo è che i percorsi trekking lungo il lago sono una delle attrattive turistiche più importanti per i norvegesi.

Il secondo – un po’ più prosaico – è che il bar adiacente all’imbarco consente di poter parcheggiare per 24 ore nel piazzale limitrofo, peraltro alla stessa identica cifra (150 NOK) richiesta per il parcheggio indicato dalle guide, quello a 2 km da percorrere a piedi o con servizio navetta.

Altre due significative circostanze, infine, ci impongono un ripensamento dei nostri programmi di viaggio: c’è rimasto ancora qualche posto sul battello di domani (sabato) alle 7:00, mentre gli altri sono già pieni; inoltre è prevista una bellissima giornata di sole.

La levataccia ci impensierisce un po’ ma ancora di più il percorso individuato: andata con battello da Gjendesheim a Memurubu e ritorno a piedi salendo il crinale della montagna a strapiombo sul lago per un totale di 14 km di cammino e 1.100 metri di dislivello dal punto di partenza, ovvero oltre 2100 mt complessivi sul livello del mare. Non siamo nemmeno adeguatamente attrezzati per una giornata di vero trekking, che non avevamo messo in conto alla partenza. Ma l’occasione è unica e decidiamo di pernottare nella piazzola e partire l’indomani.

GIORNO 19

4 settembre, GJENDESHEIM – BAGN, km 105 (oltre a circa 10 km via battello Gjendesheim a Memurubu e 14 km a piedi per il ritorno)

Giornata fuori programma, ma che si rivela una delle più gratificanti e riuscite di tutta la vacanza.

La notte a Gjendesheim è fredda, siamo già a oltre 1000 metri di altezza. La sveglia alle 6:00 è impegnativa.

Inoltre, vedere la banchina ghiacciata e, sul battello, i norvegesi tutti ben coperti da capo a piedi, berretti e guanti inclusi, incute un po’ di paura. Non siamo affatto equipaggiati né per il freddo né per il percorso, dato che cammineremo con le scarpe portate per le nostre corsette in riva al mare.

Ma come speravamo, la prima mezz’ora di passo deciso e il sole battente fanno dissolvere le ultime remore.  I compagni di strada un po’ alla volta si alleggeriscono dei vari strati di vestiario, e dopo un paio di chilometri la nostra sensazione di inadeguatezza svanisce e possiamo goderci pienamente una camminata con panorama mozzafiato sul lago di Gjende.

A dire il vero i laghi sono più d’uno, e Gjende è solo quello più grande. E la caratteristica che rende unica la loro “compresenza” è il dislivello notevole tra i diversi specchi d’acqua, anche se si trovano a poche decine o al massimo centinaia di metri in linea d’aria l’uno dall’altro. Un fenomeno unico – a detta anche di alcuni turisti svizzeri con cui abbiamo condiviso parte del percorso – probabilmente consentito dalle barriere di granito che creano una sorta di diga artificiale tra i diversi laghi.

Il sentiero è impegnativo, e nella parte centrale ci sono alcune centinaia di metri di arrampicata. Le persone che si avventurano in questa tratta sono molte e di tutte le età. In buona parte sono norvegesi, ma c’è anche un certo numero di stranieri (foto).

Mantenendo un passo costante riusciamo a rimanere in “media” e compiere tutto il tragitto in meno di otto ore, concedendoci anche un certo numero di brevi pause durante il percorso (foto).

Siamo così entusiasti e accalorati che ce la sentiamo anche di tuffarci nelle gelide acque del lago.

È stata una giornata fantastica, e ci sentiamo di consigliare a tutti una tappa al lago di Gjende, e, possibilmente, la camminata da Memurubu a Gjendesheim.

Dopo un paio d’ore di meritato relax riprendiamo il viaggio per Oslo. Guadagneremo qualche km in direzione Oslo, che dista ancora 250 km.

Ci fermiamo in una piazzola dove accendiamo il nostro ultimo falò (abbiamo trovato addirittura un’area con l’attrezzatura per grigliare), e concludiamo così la giornata con qualche salsiccia e un paio delle ultime birre che ci siamo portati da Praga.

GIORNO 20

5 settembre, BAGN – KIEL, km 168 su strada fino ad OSLO e km 700 via mare da OSLO a KIEL

Con un po’ di tristezza per l’imminente rientro ci dirigiamo verso Oslo, per raggiungere l’imbarco del traghetto per Kiel, la cui partenza è prevista per le 14.

Scopriamo con un certo disappunto che tutti i supermercati sono chiusi – è domenica – e non riusciamo nemmeno a fare scorta di stoccafisso e salmone, come avevamo in mente di fare fin dal nostro arrivo in Norvegia. Come ricordo “mangereccio” della nostra vacanza, questa volta, non ci rimarranno altro che le bacche di ginepro raccolte nel corso della camminata nel parco nazionale di Dovrefjell – Sunndalsfjella.

Il traghetto della Color line è enorme, dentro c’è di tutto, dal casinò al night oltre ai tre ristoranti, al pub, al supermercato e alle boutique.

Dopo alcune ore sul ponte a goderci la giornata di sole – non ci pare il vero di essere tornati a indossare solo una maglietta dopo tanti giorni di freddo – entriamo nella nostra cabina. Dopo due giorni consecutivi di campeggio libero, e dopo quasi venti giorni di pernottamento nel nostro amato California, non c’è niente di meglio di una doccia bollente e di un comodo letto matrimoniale.

GIORNO 21

6 settembre, KIEL – AMBURGO, km 113

Appena sbarcati respiriamo un’aria diversa. Fa più caldo ed è più umido: ma se questi sono dati di fatto oggettivi, è più difficile è spiegare la sensazione che l’aria stessa abbia perso i profumi della Norvegia, tanto quelli del mare che quelli delle foreste.

Ricompaiono d’un tratto le mascherine e i protocolli anticovid, la cui pressoché totale assenza, nelle lande desolate della Scandinavia ma anche nei piccoli centri, ci aveva fatto persino fatto dimenticare la pandemia ancora in atto.

Ma vogliamo goderci gli ultimi giorni di vacanza e vogliamo approfittare delle tappe che faremo verso il rientro per visitare posti nuovi.

Sia io che Daniele subiamo il fascino dei grandi porti, pertanto decidiamo di non perderci l’opportunità di una gita in barca lungo i dock del porto di Amburgo, alla scoperta dei vecchi palazzi di mattone di fine ‘800 originariamente adibiti a magazzini, delle chiuse, e delle enormi navi cargo piene di containers.

È d’obbligo anche una visita alla città e al quartiere di St. Pauli, proprio dove abbiamo parcheggiato il California. La zona a luci rosse è accessibile solo ai maggiorenni ma è simpaticamente interdetta alle donne.

Vista l’impossibilità di proseguire insieme alla visita del quartiere, con un po’ di disappunto da parte di Daniele, non ci rimane, ahimè, che interrompere il tour e guadagnare qualche km verso sud, accampandoci a pochi km da Amburgo, in riva all’Elba.

GIORNO 22

7 settembre, AMBURGO – SIMMERSHOFEN km 565

Oggi “tappone” di oltre 550 km, ma fatti “in scioltezza” sulle autostrade tedesche. Niente a che vedere con le tortuose strade norvegesi, piene di dislivelli e limiti di velocità improponibili.

Riusciamo a visitare con tutta calma Würzburg, ridente cittadina della Bassa Franconia. Il centro merita una visita e, avendone il tempo, vorremmo ossequiare l’usanza locale di sorseggiare un calice di Muller Thurgau sul ponte vecchio – una copia in miniatura del Karlův Most di Praga – con vista sui vigneti delle colline limitrofe.

Proseguiamo invece verso il campeggio che ho individuato, ovvero il Paradies Franken, situato in piena campagna bavarese, vicino al villaggio di Simmershofen.

Il camping si dimostra all’altezza delle ottime recensioni e la serata scorre via gradevole e spensierata.

GIORNO 23

8 settembre, SIMMERSHOFEN – VADUZ km 332

L’ansia da rientro comincia a farsi sentire, ma abbiamo ancora una piccola tappa da fare, la cittadina di Rothenburg ob der Tauber, che una coppia di turisti svizzeri incontrati durante la camminata sopra il lago Gjende ci aveva caldamente consigliato.

Dopo una corsetta lungo i campi della campagna bavarese ed il solito brunch a fine mattinata, partiamo alla scoperta di Rotenburg, che si rivela in effetti un piccolo gioiello che meriterebbe anche un po’ più delle due ore che riusciamo a dedicare.

Riprendiamo tuttavia il viaggio e pernottiamo a Vaduz, in Lichtenstein.

GIORNO 24

9 settembre, VADUZ – ARCORE (MB) km 270

Tappa di rientro attraversando la Svizzera. La bella giornata e le strade inaspettatamente scorrevoli – temevamo qualche intoppo in vista del week end e della tre giorni in cui Monza sarà assediata di turisti per via del Gran Premio di Formula Uno – rendono abbastanza gradevole e veloce il rientro.

I paesaggi della Scandinavia rimarranno per sempre impressi nei nostri occhi, e tra le numerose incombenze che ci aspettano al rientro, la più gradevole sarà riprendere in mano e rivedere questo breve diario di bordo, aggiungendoci alcune delle bellissime foto scattate. Sarà un po’ dura “tagliare” alcune parti su cui ci siamo dilungati nella descrizione dei paesaggi e delle emozioni provate, così come selezionare le foto più utili, ma ci farà rivivere un po’ le bellissime giornate trascorse.

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viaggio in norvegia

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