Curiosando in Provenza
AIGUES MORTES – CAMARGUE – SAINT GILLES Oggi è la giornata dedicata alla Camargue: scegliamo di visitare Aigues-Mortes, anziché la più nota Saintes-Maries-de-la-Mer, perché a detta di molti più “vera” di quest’ultima. In realtà anche Aigues-Mortes presenta, all’interno delle sue fortificazioni, un’ottima organizzazione turistica: piazzetta e dintorni con ristoranti e negozi, trenino, giro a pagamento sui bastioni e… crociere nei canali circostanti, con vista su saline, fenicotteri e tori. Abbiamo scelto la crociera più lunga (ore 2.30) e ce ne siamo pentiti! Il paesaggio della Camargue è monotono, non troppo diverso dalle nostre risaie, e gli animali “esotici” sono lontani dalle rotte dei battelli. A Saint Gilles visitiamo la chiesa del monastero ma non ci suscita particolari impressioni.
AVIGNONE – PONT DU GARD Avignone è troppo famosa perché si possa dirne qualcosa di nuovo; sotto una pioggia fuori stagione visitiamo il Palazzo dei Papi (da vicino sembra meno imponente di quanto non appaia in fotografia!), la bella chiesa di Notre-Dame-de-Doms, il ponte St. Bénézet e… l’antica zona dei tessitori che gravita intorno a Rue des Teinturies. L’impressione complessiva è che, al di fuori della zona strettamente turistica, la città sia un po’ trascurata: ed è un peccato. Il Pont du Gard, situato tra le boscose rive del Gardon, è imponente e fa riflettere, ammirati, sulle capacità ingegneristiche dei romani ma… è una visita breve! Se non si approfondisce con il vicino museo, per l’intera permanenza è sufficiente una mezz’ora… che costa 5 euro di parcheggio! Il prezzo è fisso ma, per fortuna, lo stesso cartello annuncia anche che l’abbonamento annuale costa solo 8 euro! COLORADO DI RUSTREL – SENANQUE – FONTAINE DE VAUCLUSE Il Colorado di Rustrel è un’altra meta che, da sola, vale il viaggio! Percorrendo i sentieri ben segnalati all’interno del parco, ci si immerge in un mondo affascinante dalle tonalità rosso ocra, che richiama in scala ridotta i paesaggi americani da cui attinge il nome. I percorsi formano anelli di una mezz’ora circa che alternano passaggi nella vegetazione ad aperture in cui il colore delle diverse sfumature dell’ocra crea delle coreografie naturali straordinarie: da non perdere! Rimanendo in zona, passiamo da Gordes (impossibile non fotografare da lontano il borgo arroccato!) e ci rechiamo all’Abbazia di Sénanque: purtroppo le visite sono possibili solo se guidate, in francese e ad orari determinati… incompatibili con la nostra “tabella di marcia”. Proseguiamo verso le “chiare, fresche et dolci acque” celebrate dal Petrarca: ovvero verso Fontaine-de-Vaucluse. Ai piedi di un’impressionante falesia calcarea, visitiamo la risorgiva della Sorgue (che d’estate purtroppo è soltanto una pozza fangosa), quindi il successivo piacevole verde lungofiume e il mulino della fabbrica di carta. Tutto qui è molto fresco, sa di natura incontaminata e di tranquillità.
AIX-EN-PROVENCE Ultima meta (dopo una sofferta scelta che ha penalizzato Nimes) è stata l’elegante Aix-en-Provence, l’antica capitale della Provenza nota per le sue 101 fontane. In realtà di fontane belle ce ne sono poche (quelle rappresentate nelle cartoline e nei depliant) e le restanti sono poco più che dei rubinetti con annesse piccole sculture! Inoltre è una cittadina caotica, con il traffico congestionato lungo i boulevard che la circondano; le possibilità di sosta sono limitate al numero di posti liberi nei parcheggi (silos o sotterranei) al di fuori della circonvallazione! Per fortuna, il centro storico non è molto grande e ci si può godere una passeggiata piacevole tra bancarelle e bar all’aperto, in quella che è la cittadina “più alla moda” della Provenza. Attenti, però: nella cosiddetta zona pedonale è altamente probabile dover scansare una delle tante automobili… di passaggio! RITORNO A CASA Ci aspettano altri 600 km; il traffico francese è piacevole in autostrada, dove tutti rispettano i limiti e nessuno sfanala alle spalle per un sorpasso lento; diventa invece molto più stressante viaggiare in prossimità delle grandi città, dove la guida degli indigeni è molto più azzardata (pur rimanendo sempre nei limiti, però!). La segnaletica è generalmente buona, anche se le indicazioni per raggiungere le autostrade talvolta sono abbastanza “enigmatiche”. Consigliamo comunque di procurarsi una carta stradale con scala 1:200 000 (o più dettagliata) Un bilancio sintetico? Pensiamo che, almeno una volta, si debba visitare la Provenza, che è una bella terra vicina all’Italia, ricca di storia e di natura: occorre però fare attenzione a scegliere, all’interno di un territorio così vasto e multiforme, quelle realtà che più interessano. La nostra scelta è stata di sperimentare ogni giorno aspetti diversi della Provenza, evitando quindi i possibili “doppioni” (Arles o Nimes? Aigues-Mortes o Saintes-Maries-de-la-Mer? ecc.) per ragioni di tempo : tuttavia riteniamo che anche una sola settimana, come la nostra, risulti sufficiente per farsi un’idea abbastanza precisa della zona e scegliere se… approfondire l’anno successivo!